Compagni, vi informiamo che il blog radiommorales.blogcindario.com è stato compromesso e purtroppo abbiamo perso tutto il materiale che era stato memorizzato in esso. Questa manomessa, invece di farci perdere l’anima, ci motiva a proseguire in avanti con il nostro progetto informativo e radiofonico. Speriamo di ritornare al più presto con un nuovo server che ci fornirà maggiore sicurezza. Per questo motivo, inviamo un invito di cooperazione con qualche infrastruttura elettronica, esaminando la possibilità di utilizzare un server installato all’esterno, se possibile.
Nei giorni scorsi abbiamo espresso apertamente la nostra solidarietà con i prigionieri politici Mapuche, che sono in sciopero della fame, siccome con gli scioperi costanti che si svolgono all’interno delle diverse carceri cilene. Non ci deve sorprendere se poi dietro il fatto che il blog sia caduto c’e qualcosa di più.
Continueremo ad emettere il nostro programma consueto attraverso questo canale, mentre stiamo elaborando la creazione di un nuovo sito web. Al momento stiamo usando questo blog.
Mercoledì, 26 Settembre, giornata di sciopero generale, migliaia di persone hanno protestato contro le prossime dure misure contro i lavoratori, che porteranno ad un ulteriore impoverimento nella nostra vita.
Dalle prime ore del mattino, pesanti forze della polizia hanno attaccato, senza che avvenisse alcun incidente prima, i pre-raduni delle assemblee popolari dei quartieri di Aghios Dimitrios (Brachami), Vyronas-Kaisariani-Pangrati e Zografou, impedendo la loro partecipazione al corteo dello sciopero nel centro della città e la detenzione di decine di persone. In particolare, a Zografou le persone sono state perseguitate, inseguite e picchiate dalle forze repressive che hanno diffuso il terrore nel quartiere. Un totale di 20 fermi sono stati effettuati solamente a Zografou, di cui 12 sono stati diventati arresti, compresi anche dei minorenni (studenti).
Nella manifestazione dello sciopero, le forze repressive hanno picchiato selvaggiamente i manifestanti, hanno sparato troppi lacrimogeni di gas, ed hanno fatto un totale di 129 fermi e 22 arresti, attuando in tal modo un ben orchestrato piano per disperdere la folla.
Quello stesso pomeriggio, decine di persone si sono radunate di nuovo in Piazza Gardenias a Zografou, dove sono state oggetto di vessazioni da parte dell’unità della polizia motorizzata DELTA e gli squadroni dell’anti-sommossa MAT senza previa provocazzione.
La repressione dello Stato è continuata durante il periodo successivo, con una serie di iniziative volte a prevenire qualsiasi attività militante all’interno del movimento antagonista.
Il 30 Settembre, nel corso di un moto-corteo antifascista nel centro di Atene, le unità della polizia motorizzata DELTA hanno aggredito e picchiato alcuni dei manifestanti. Il risultato è stato l’arresto di 15 antifascisti (uomini e donne), che sono stati torturati mentre stavano sotto la custodia della polizia e sono stati rilasciati su cauzione, accusati di reati.
Il 1° Ottobre, durante un raduno di solidarietà nei tribunali di Evelpidon, i partecipanti sono stati inseguiti e picchiati dalla polizia nella zona circostante. Su 25 solidali che sono stati arrestati, 4 persone sono state accusate e tenute nel quartier generale della polizia.
Nello stesso tempo, molte scuole superiori in tutta la Grecia sono sotto l’occupazione da parte degli studenti che lottano per una educazione veramente libera, e sono state attaccate dalle autorità. In particolare, in data 2 Ottobre, poliziotti in uniforme e poliziotti in borghese hanno invaso il cortile della Prima Scuola Pubblica Superiore di Holargos, e non hanno esitato a schernire e ferire gli studenti della scuola, nel tentativo di rompere l’occupazione.
Il 4 Ottobre, i lavoratori dei cantieri navali che rimangono non pagati per sei mesi ormai, e inoltre lottano contro l’attuazione della rotazione delle mansioni nei cantieri di Skaramaga, hanno fatto irruzione nel Pentagono (sede del Ministero Greco della Difesa), al fine di chiedere i loro salari maturati. Sono scoppiati dei scontri diretti, dopo che sono stati trattati con una feroce repressione con l’uso di lacrimogeni. I squadroni dell’anti-sommossa hanno effettuato 107 fermi e 12 arresti.
Lo stesso giorno (4/10), nel corso di un’altro raduno di solidarietà nei tribunali di Evelpidon per i 15 antifascisti arrestati (del moto-corteo del 30/9) la polizia anti-sommossa ha esercitato una repressione brutale, con il conseguente ferimento di diversi solidali.
Nelle prime ore del 8 Ottobre, mentre il centro dei sistemi informativi dell’Ente Pubblico dell’Energia (DEI) è stato occupato dai dipendenti affiliati al sindacato dei lavoratori GENOP-DEI, 18 persone sono state arrestate.
La mattina dello stesso giorno (8/10), nel corso di una protesta dei lavoratori dell’ospedale psichiatrico “Dromokaiteio”, la polizia ha arrestato tre membri del consiglio degli amministratori del sindacato.
Il 9 Ottobre, lo Stato ha dimostrato la tolleranza zero, vietando le manifestazioni e i raduni di persone nel centro di Atene, impiegando cecchini ed elicotteri della polizia, una condizione che non può che risvegliare i ricordi di un regime di giunta. Attivisti sono stati arrestati nelle loro case e interi collettivi sono stati presi in ostaggio dal luogo del loro incontro. La gente riunita, nel centro, è stata dispersa e picchiata dai squadroni MAT e dalle squadre dei motociclisti della DELTA e DIAS. Un totale di 217 fermi e 24 arresti sono stati effettuati.
Giovedì, 18 Ottobre, giornata di sciopero generale, le unità repressive hanno fatto un uso eccessivo di forza e d’uso massiccio di prodotti chimici e granate stordenti. Come risultato di questo attacco dei manifestanti sono stati gravemente feriti, 107 persone sono state fermate e 7 manifestanti sono stati tenuti in custodia dalla polizia, con gravi accuse. Durante la manifestazione dello sciopero un manifestante ha perso la vita, era un lavoratore dei cantieri navali, disoccupato dal 2006, e partecipava al corteo con il blocco del PAME.
In 23 giorni, sono stati effettuati un totale di 585 fermi e 105 arresti.
Ancora una volta, la vendetta dei meccanismi di repressione si esaurisce nelle misure esemplari contro chi resiste e combatte, applicando reati a così tante persone, anche per possesso di una semplice maschera chirurgica, e rilasciando fotografie e dati personali di manifestanti arrestati nei media del regime.
LE LOTTE SOCIALI NON POSSONO ESSERE IMPRIGIONATE O INCRIMINATE NESSUNA AZIONE PENALE CONTRO I COMBATTENTI ARRESTATI LA RESISTENZA COLLETTIVA È LA NOSTRA FORZA LA SOLIDARIETÀ E LA NOSTRA ARMA
Martedì 9 Ottobre, 2012, si è effettuata nella capitale di Costa Rica, San José, una manifestazione studentesca nel contesto della proteste contro il veto fissato dal Presidente del paese Laura Chinchilla Miranda alla modifica della legge che riguarda l’uso gratuito di materiale pneumatico per scopi educativi, bloccando in tal modo la decisione del Congresso di rimuovere le disposizioni che stabiliscono che la copia d’autore sia punibili in tutte le circostanze. Tuttavia, tutti coloro che si oppongono a questa legge, conosciuta come Ley de fotocopiado / legge della fotocopia non hanno gli stessi incentivi. A parte gli studenti che sostengono il libero accesso all’informazione e alla conoscenza, senza dover fuggire agli editori locali e stranieri, una presenza attiva alle manifestazioni hanno anche i proprietari dei negozi di fotocopie che si interessano solo agli interessi delle loro imprese, le quali sono influenzati dalla legislazione.
In tale contesto, pertanto, nel corso del 9 Ottobre si sono verificato alcune circostanze particolari. Ecco un aggiornamento da parte di compagni che hanno vissuto gli eventi da vicino, e l’abbiamo ricevuto dalla Croce Nera Anarchica Messicana:
“Martedì scorso, 9 Ottobre, durante il corteo degli studenti nel centro di San José, alcuni eventi speciali hanno avuto luogo. Stanchi delle assurde, inutili e noiose manifestazioni “rigidi”, un gruppo di studenti abbia deciso di rompere con la normalità e lasciar posto alla creatività. Hanno accavalcato le mura dell’Assemblea Legislativa, fatto abbastanza grave per gli organizzatori della manifestazione per sorgersi contro di loro. Si noti che questi organizzatori sono uomini d’affari, qualcosa del tutto logico per noi, ed abbiano fatto ciò che è comune con la destra fascista, un appello agli manifestanti di abbandonare i compagni che erano nell’Assemblea legislativa. Sorprendentemente, molti dei manifestanti sono rimasti per sostenere l’azione dei compagni, e poco dopo, è arrivata una squadra di 20 poliziotti dell’antisommossa con scudi e manganelli che ballavano sui nostri corpi. Subito dopo la carica della polizia abbia avuto inizio una contro-carica con pietra volanti, poi migliaia di pietre abbiano deciso di volare, e ci siamo resi conto che possiamo: abbiamo buttato la polizia fuori dalla zona della manifestazione e siamo riusciti a fare quello che molte persone desideravano di fare per lungo tempo.
Data l’agitazione, i media borghesi si sono impazziti cercando di criminalizzare il movimento, nulla di meno ci si può aspettare da loro. Mentre questo avveniva, il compagno Jean Carlo Espinoza è stato catturato, picchiato ed imprigionato dai cani del potere, ai quali abbiamo risposto con una richiesta di habeas corpus ed un appello per motivi di incostituzionalità. Fortunatamente, ci era un avvocato in mezzo a noi ed abbia preso il caso. Dopo quattro lunghi giorni di torture e intimidazioni nei sotterranei della Corte dell’Ingiustizia, il nostro compagno è stato rilasciato con l’obbligo di firmare ogni giorno in tribunale.
Tuttavia, la repressione poliziesca non finisce qui, ma è stata solo iniziata. Alcuni compagni sono stati minacciati di azioni giudiziarie a causa del loro sostegno all’azione dei compagni. Ancora un altro evento molto grave e preoccupante ha avuto luogo il Venerdì, 12 Ottobre: dopo aver lasciato un bar vicino all’Università di Costa Rica, a San Pedro, un compagno è stato bloccato da un furgone nero dal quale sono scese 3 persone assolutamente sconosciute e, senza qualsiasi motivo, l’hanno picchiato, dopo di ché sono saliti sul furgone e se ne sono andati via. Altri compagni ricevono chiamate strane nelle loro case. Quello che temiamo è che una caccia alle streghe abbia avuto inizio, e noi dobbiamo essere pronti per quello che verrà.
Questi procedimenti di prosecuzione e di molestie da parte della polizia non ci fermeranno, e abbiamo deciso di continuare la lotta. Con o senza prosecuzione. Questo non vuol dire che non ci interessa per la nostra integrità fisica e mentale. La nostra breve esperienza ci rende più vulnerabili, e questo è il motivo di questa lettera.”
Saluti solidali da Costa Rica Finchè un solo prigioniero esiste nel mondo, nessuno sarà libero! Libertà ai prigionieri!
Momenti dalla liberazione degli compagni dal tribunale:
Nei slogan si sente: “La solidarietà è la nostra arma, guerra alla guerra dei padroni” “La passione per la libertà è più forte di tutte le prigioni!”
La mattina presto del Lunedì, 15 Ottobre, quasi 150 compagni hanno marciato dall’occupazione Parartima e sono arrivati di fronte ai tribunali di Patrasso circa alle 8.30, per mostrare il loro sostegno di fatto ai quattro compagni che si sono tenuti in custodia dal 11 Ottobre e minacciati con accuse gravi a causa della falsa testimonianza dei fascisti.
Dalle 11.30, sotto una pioggia battente, il numero dei solidali al di fuori del palazzo di giustizia era più di 400. I quattro arrestati (tre adulti e un minorenne), si sono presentati al giudice istruttore e al pubblico ministero. L’ultimo ostaggio è stato liberato verso le 15.00pm. Sono stati tutti rilasciati sotto condizioni restrittive, in attesa del processo, vale a dire il divieto di uscire dal paese e l’obbligo di firmare in una stazione di polizia locale, una volta al mese (al minorenne è stato ordinato di presentarsi a un addetto alla sorveglianza giovanile).
I compagni non sono rimasti soli nemmeno per un momento. Prima della loro udienza, raduni di solidarietà hanno avuto luogo al di fuori della sede della polizia di Patrasso, affissioni e distribuzioni dei testi sono stati effettuati nei quartieri della città. Inoltre, il Sabato 13 Ottobre lo studio del canale televisivo locale “Super B” è stato occupato da anarchici / antiautoritari da collettivi diversi, che hanno protestato contro l’attacco fascista nella piazza di Psila Alonia il 11/10 e l’arresto dei quattro compagni in un’altro luogo. Ecco il video che è stato proiettato dal vivo, interrompendo il telegiornale delle 20:30, con una dichiarazione del collettivo Perasma (“Passaggio”, dall’occupazione Maragopouleio):
La 24enne anarchica Leah-Lynn Plante è stata chiamata ripetutamente a testimoniare davanti alla Grande Giuria Federale (Federal Grand Jury). Le tre volte che si è presentata alla corte, ha rifiutato di informare nei confronti di altre persone politicizzate. Così, il 10 Ottobre 2012 è stata incarcerata, con l’accusa di sfida politica. Quando le guardie umane l’hanno strappata dall’aula del tribunale, gridò verso gli solidali: “Vi amo tutti!”
Attualmente, Leah è incarcerata nel centro di detenzione federale SeaTac a Seattle, dove sono anche detenuti Matt Duran (che finalmente è stato spostato dall’isolamento alla popolazione carceraria generale) e Katherine “Kteeo” Olejnik.
Nel video qui sopra, durante le ore critiche appena prima della custodia cautelare, Leah-Lynn ha annunciato pubblicamente per l’ennesima volta la sua intenzione di resistere alla istituzione dell’infamità. Ecco un estratto dal comunicato, dal titolo “Siamo tutti fatti da polvere di stelle“:
Non posso esprimere con le parole la mia gratitudine a coloro che ci hanno mostrato sostegno e solidarietà, soprattutto amici, compagni e persone care. Passeremo tutto questo insieme. So che suono come un disco danneggiato con il sentimento che segue, ma penso che vale la pena ripeterlo. Vogliono farci sentire isolati, soli e spaventati. So che, anche se Kteeo viene praticamente tenuta in isolamento, non si sente sola. So che Matt non si sente solo. So che anch’io non mi sentirò sola. Quando cercano di massacrare senza pietà intere comunità, noi non ci disperdiamo, ma ci rafforziamo, cresciamo. Vedo questa repressione di stato come segue: Lo Stato crede che sia un buco nero che potrebbe distruggere tutto quello che vuole. In realtà, è più simile a un vivaio stellare in cui crea involontariamente nuove e potente stelle anarchiche.
Sotto lo slogan “Aborto il vostro paese” si è tenuta nel pomeriggio del Venerdì 28 Settembre a Santiago, il seguente intervento pubblico nel corso della giornata per la depenalizzazione dell’aborto in America Latina e nei Caraibi. L’azione era chiamata dal Collettivo Ivaginario, le Lesbiche e le Femministe per il Diritto all’Informazione, e la squadra Pance in sciopero. Le manifestanti hanno parlato per il divieto dell’aborto sotto ogni circostanza in Cile, El Salvador, Nicaragua, Malta e Città del Vaticano (Santa Sede), mentre alcuni degli slogan che si sentono nel video sono:
Noi partoriamo, noi decidiamo Depenalizzazione dell’aborto ora Terroristi sono i poliziotti fascisti
Il poster del richiamo:
Aborto il tuo paese!
Settembre, mese di sabotaggio alla patria Mese di depenalizzazione dell’aborto
Ci muove il piacere, l’amore, la liberazione del desiderio, la pluralità degli affetti e delle scelte su come vogliamo vivere, tagliati/e dal potere, dal dominio, dalla commercializzazione e dalla paura.
Azione sulla strada per l’autodeterminazione del nostro corpo
l video qui sopra registra un conflitto su piccola scala, che abbia avuto luogo il 2 Ottobre, durante la manifestazione per commemorare le vittime della strage del 2 Ottobre 1968, in cui centinaia di persone sono state assassinate dall’esercito messicano, proprio per garantire l’ordine in considerazione del clima di ottimismo per i Giochi Olimpici celebrati a Messico. La manifestazione faceva anche parte al contesto delle proteste contro la riforma del lavoro che è attualmente in discussione al Senato.
Nel nostro blocco, che rispetto all’anno precedente è stato superiore, finendo per essere uno dei più numerosi di quest’anno, ha partecipato l’Alleanza Rivoluzionaria Anarchica, il Black Block Messico, il Coordinamento Studentesco Anarchico, il Collettivo Autonomo Magonista, il Gruppo Anarco-Comunista Bandiera Nera, e individui dallo spazio libertario.
Vi inviamo il video ed una fotografia aerea per diffondere l’ideale acratico che rafforza in Messico.
Nel video è possibile notare le voci che parlavano di “non-violenza”, provenienti dai membri di #yo soy 132, un collettivo studentesco impegnato in varie università con l’unico ragionamento politico di “non imporre” il recentemente presidente eletto Enrique Peña Nieto.
Senza dubbio, l’Alleanza Rivoluzionaria Anarchica, le organizzazioni ed i membri che la compongono, abbiamo deciso di separarsi da questo collettivo, che continua ad operare in un discorso politico che sostiene la democrazia liberale ed agisce politicamente contro i compagni anarchici, indicandoli continuamente come dei provocatori, perché non si contengono all’interno delle sue posizioni “pacifiste”.
Va notato che nella manifestazione hanno partecipato anche compagni comunisti, che come noi, sanno che l’unica violenza è quella che proviene dallo stato-patrono del Capitale, e che le nostre azioni sono azioni di auto-difesa.
La notte del 15 Settembre ha avuto luogo la prima pattuglia con motociclette attraverso il centro di Atene, con slogan e manifesti di protesta contro gli attacchi neonazisti. Il 22 Settembre un’altra moto-manifestazione antifascista è stata realizzata con successo.
La sera della Domenica 30 Settembre, un terzo intervento di moto-pattuglia antifascista è passato attraverso le zone del centro, ma fu presto “ostacolato” dalle fece fasciste. Di conseguenza, i compagni hanno “cestinato” tre neonazisti vicino a via Phylis nel quartiere di Aghios Panteleimonas, nel centro di Atene. Intorno alle 9 di sera, mentre uno dei fascisti era ancora disteso a terra ferito, le ultime moto del corteo sono state attaccate in ritorsione da parte di diversi teppisti dell’unità della polizia-moto DELTA.
Quasi tutti gli antifascisti in moto sono stati inseguiti ed attaccati, in primo luogo nelle vicinanze della piazza Amerikis (non lontano dal centro della comunità della Tanzania, che era stata saccheggiata dai fascisti solo pochi giorni fa), poi sul Viale Alexandras, ma anche durante il loro ritorno ad Exarchia. Lí, inoltre, una coppia di giovani è stata perseguitata ed arrestata dalla polizia. Diverse moto sono state lasciate indietro e, infine, sequestrate dalla polizia. Poco dopo, molti compagni sono riuniti nell’occupazioni più centrali di Atene in difesa dei posti.
Tra un numero imprecisato di compagni feriti dalla polizia, un antifascista è rimasto gravemente ferito. Quasi 23 persone che hanno preso parte all’azione sono state inizialmente date per disperse. Tra questi, 15 sono state arrestate in luoghi diversi e tenute nel quartier generale della polizia nel Viale Alexandras, senza accesso ad un avvocato.
Un raduno è stato chiamato per Lunedì a mezzogiorno, 1 Ottobre, presso la Corte di Evelpidon in solidarietà con gli arrestati. Il procedimento è stato ritardato ed infine rinviato per Giovedì, mentre al raduno hanno partecipato più di 300 compagni. In serata, diverse unità della polizia hanno attaccato furiosamente i solidali all’interno del cortile e gli hanno perseguiti nelle strade vicine, con la conseguenza di numerose detenzioni -4 sono state successivamente trasformate in arresti.
I 15 antifascisti che sono stati arrestati il 30/9 sono ancora detenuti nel quartier generale della polizia – visto che devono comparire al tribunale di Evelpidon la mattina del Giovedì 4/10. I 4 compagni arrestati il 1/10 rimarranno nella sede della polizia fino il Venerdì 5/10, in cui saranno probabilmente sottoposti al processo nel tribunale di Evelpidon.
I antifascisti che hanno preso parte all’azione non hanno ancora rilasciato la propria versione dei fatti, ma hanno notificato che ci sia la necessità di raccogliere più di 10.000 euro per le spese legali. Inoltre, nella tarda serata del Mercoledì, 3/10, hanno chiamato per un’assemblea aperta presso la Scuola Politecnica per discutere gli ultimi aggiornamenti sui 15 arrestati del intervento-pattuglia antifascista (30/9), per i 4 arrestati del raduno di solidarietà alla Corte di Evelpidon (1/10) e le azioni future. L’assemblea ha avuto la partecipazione di più di 300 sostenitori.
Mercoledì 3 Ottobre 2012 Poche parole dalle celle di detenzione del 7° piano del quartier generale della polizia di Atene
Anche se sono già passati tre giorni dal nostro arresto durante il moto-corteo antifascista della (Domenica 30/9), pensiamo che sia bene chiarire un paio di cose anche adesso.
Dopo un richiamo di manifestazione per Domenica 30/9, un moto-corteo antifascista con l’affissione di manifesti ha avuto luogo nel centro di Atene, il quale è partito da Exarchia. Questa dimostrazione è stata una risposta ai pogrom fascisti ed agli attacchi contro gli immigrati che si svolgono in diverse aree del centro di Atene da parte di bande fasciste, che sono travestite da “comitati di residenti e commercianti” e agiscono con l’aiuto di bande ufficiali statali.
In questo momento, non siamo interessati ad analizzare o spiegare qui la relazione data e banale dell’Alba Dorata (Chrissi Avgi) con la polizia greca.
Subito dopo la che la pattuglia sia stata attaccata dai (cittadini) albadorati, vi è stato un assalto dai poliziotti della unità di polizia moto DELTA, che ha seguito la parte posteriore del corteo, guidando anche dai vicoli paralleli.
Alla fine 15 combattenti antifascisti sono stati catturati, sia uomini che donne. Essi sono stati feriti in varie parti del loro corpo, come la testa, le braccia e le gambe, mentre i poliziotti hanno utilizzato anche pistole taser (armi elettroshock).
Siamo stati portati al 6° piano della questura di Atene, di fronte al Dipartimento di protezione della costituzione dello stato, dove la notte è stata accompagnata da percosse, minacce, tirate di capelli, e bruciature delle squadre DELTA che hanno preso delle foto per i loro album privati mentre ci stavano vigilando.
Minacce come “Ora che sappiamo chi siete, vi seppelliremo proprio come i vostri nonni durante la guerra civile” sono indicativi del terrorismo che i cretini pretori della squadra DELTA hanno cercato di infliggere su di noi. Nello stesso tempo, non ci era permesso di comunicare con avvocati o medici per 19 ore consecutive. Il giorno successivo, dopo aver fatto un trasferimento-show, al fine di prendere i nostri profili sospetti, in ultima analisi, ci hanno portato ai tribunali della ex scuola militare di Evelpidon.
Mentre eravamo ancora alla corte, le forze della polizia anti-sommossa hanno attaccato i solidali raccolti, picchiando ferocemente molti di loro. Un totale di 25 persone sono state arrestate, ed infine, quattro arrestati sono stati incriminati. Dal momento del loro arresto, sono stati trasferiti su al 6° piano della questura, dove i poliziotti hanno attuato una tattica simile di intimidazioni, tra cui perquisizioni umilianti. Dopo una decisione vendicativa senza precedenti, la detenzione temporanea dei 4 arrestati è stata prorogata per altri tre giorni (fino il Venerdì), mentre la detenzione temporanea dei 15 arrestati iniziali è stata prorogata fino il Giovedì.
Ci hanno portato nelle celle di detenzione al 7° piano della questura, in un reparto sovraffollato (destinato a 30 persone, mentre al momento 80 persone “vivono” lì in condizioni incredibilmente squallide), nel tentativo di rompere “i nostri nervi”. Tuttavia, abbiamo incontrato una sensazione davvero eccezionale di solidarietà da parte di persone che sono stati “dimenticati” fino a tre mesi in questo posto.
Nel mezzo della “crisi economica” sempre più persone sono spinti alla povertà e alla miseria, il cannibalismo sociale viene premiato come virtù, il fascismo sta sollevando la testa nelle nostre località e nei quartieri, l’offensiva dello Stato è stata intensificata a tutti i livelli, in mezzo a questo periodo, opzioni che promuovono l’auto-organizzazione, la solidarietà, l’aiuto reciproco e l’azione diretta sono quelli che possono non solo ostacolare la paura, che cercano di imporre sulla nostra vita, ma porsi come la prospettiva di una diversa organizzazione sociale.
Hai bisogno di capire in profondità ciò che il fascismo è veramente. Il fascismo non morirà da solo, distrugirlo.
Arrestati del 30/9 e del 1/10
(Alcuni di noi, progenie orgogliose dei briganti/symmorites anarco-comunisti.)
La gente salva manifestante che era caduto nelle mani dei poliziotti
Giovedì, 27 Settembre gli studenti dell’istruzione secondaria hanno richiamata una nuova manifestazione, la quale abbia ottenuto il permesso del governo, ma con un percorso che finiva in una zona della città che facilita la repressione della polizia, la zona che sia diventata il luogo preferito per i poliziotti per mantenere intatto dalle rivolte il Viale Alameda.
La marcia è iniziata dall’Università Usach, e dopo pochi minuti, quando il corteo è arrivato al Viale España, sono iniziati gli scontri con la polizia. Il Viale Alameda era stato bloccato da recinzioni e macchine della polizia per costringere i manifestanti a marciare verso la zona di Blanco Enlalada. Tuttavia, gran parte della gente, voleva marciare senza autorizzazione attraverso il Viale Alameda, verso il Ministero dell’Educazione.
La manifestazione è stata divisa in due dalla tattica della polizia, con una parte del corteo muoversi verso il Viale Alemada ed un’altro verso il Viale España. In entrambi i casi, i conflitti ed i blocchi stradali sono continuati.
Nella zona del Viale España si alzarono barricate e gruppi di incappucciati si sono scontrati con i poliziotti buttando delle pietre nella seconda stazione di polizia, sul Viale Toeska. Nella zona di Estación Central nel Viale Alameda, il traffico è stato bloccato per diverse ore e gli studenti si sono scontrati con la polizia dall’interno dell’Università Usach.
Durante la mobilitazione degli studenti del 27 Settembre, più di 20 poliziotti vennero feriti e sono state detenute più di 100 persone, di cui circa 70 minori. Tra i detenuti, 2 quindicenni sono stati trattenuti la notte in caserma, per passare la mattina dopo dalla Procura con l’accusa di possesso di molotov. I due ragazzi sono stati rilasciati con l’obbligo di presentarsi ogni mese alle autorità.
Dal 13 Settembre 2012 si conduce l’ennesima mobilitazione di massa dei carcerati in molte prigioni greche, includendo astinenza dal cibo della mensa e altre forme di protesta. In alcuni istituti si effettua uno sciopero totale ai lavori, mentre in altri uno sciopero parziale. Inoltre, in alcune carceri la partecipazione dei detenuti alle manifestazioni è universali, mentre in altre parziale.
La Domenica sera, 23 settembre-poco dopo il raduno di solidarietà e di sostegno da parte di amici, famigliari e solidali che sia stato chiamato alle 17:00 al di fuori della carcere maschile di Koridallos, i prigionieri si sono ribellati, lottando non solo per la loro dignità ma anche per la loro sopravvivenza basilare all’interno di questo inferno. Soprattutto nell’ala E, dove i prigionieri hanno rifiutato almeno fino al 22:00 di entrare nelle loro celle, è stato effettuato l’intervento della polizia antisommossa (MAT) con granate chimiche e bombe di lampo nella “zona morte” (tra il carcere e la zona residenziale).
Nel pomeriggio, circa 50 persone solidali sono rimaste per qualche tempo nel parco di fronte la via Grigoriou Lambraki, e poi sono riusciti a raggiungere la zona esterna dell’ala C della prigione (che vediamo solo da lontano il capodanno). Una volta che i prigionieri hanno realizzato la presenza della gente, hanno cominciato a gridare dei slogan e colpire le barre e le porte, e bruciare degli oggetti per buttare fuori dalle finestre.
[vimeo]http://vimeo.com/50091858[/vimeo]
In particolare, i solidali sono saliti su un vicolo al lato opposto delle carceri femminili, hanno girato a destra e sono usciti dietro dei campi di calcio e della scuola, a soli 50 metri dal muro. La squadra della polizia non è stata in grado di arginare la gente, che abbia marciato in una posizione elevata, il contatto quasi diretto con i detenuti ribelli. I detenuti hanno messo fuoco sui vestiti, lenzuola, coperte, ecc, salutando con pugni alzati dall’interno delle cellule, cantavano e fischiavano forte, per tutto il tempo che i solidali riuniti cantavano dei slogan per la libertà. Si intravedevano 5-6 teste dall’interno di ogni cella (è da chiedere come riescono a dormire o come c’entrano tutti in uno spazio così poco). I solidali sono rimasti nello stesso posto per mezz’ora, e quando si stavano allontanando, i prigionieri bruciavano ancora dei fogli, gridando slogan e salutando con i pugni alzati. Sembrava che avrebbero smantellato le ringhiere con le proprie mani.
Alle 19:30 la rivolta generalizzata nelle carceri di Koridallos era in evoluzione con le ali B e C in fiamme, mentre il fuoco era entrato anche nel cortile dell’ala A. Si sono realizzate alcune trattative iniziali con la gestione ed i prigionieri, ma gli spiriti erano già molto tesi. Poco dopo, sono arrivate nella zona una miriade di forze repressive (squadre antisommossa , unità meccanizzate, pattuglie, camionette , ecc) mentre i poliziotti sono rimasti in allerta per l’intervento- in attesa del procuratore.
Verso le 20:00 l’ala D è chiusa, mentre verso le 21:00 è stata bloccata anche l’ala A, della cui residenti erano rimasti un’ora fuori dalle loro celle, perché l’amministrazione aveva tentato di chiudere un’ora prima del previsto, e molti prigionieri hanno reagito al momento. Alle 21.40 i detenuti delle B e C erano entrati anche loro nelle celle.
Nell’ala E pero i disordini sono prevalsi, con lo sciopero del lavoro che continui. I prigionieri hanno rotto quasi tutto entro tale raggio. I detenuti sono saltati nella “zona morta” ed hanno cominciato a lanciare pietre sulla strada al di fuori del recinto. Decine di guardie umane con bastoni e caschi si precipitarono a sopprimerli. Alle 21.30 l’allarme era già cominciato a suonare. Presto si sono sentiti i rumori degli scatti dei primi lacrimogeni. Squadre dell’antisommossa sono state schierate nella “zona morta” del carcere, scatenando violenti attacchi, al fine di reprimere la rivolta dei prigionieri dell’ala E, dove si dice che ci sono stati tentativi di fuga.
Dalle 23:00 fino alle 01:00 la zona vicina (che era anche annegata dai prodotti chimici) e l’inferno della prigione erano in uno stato d’assedio da parte della polizia, mentre diversi prigionieri gridavano “mettete fuoco…”. Nel perimetro della prigione c’erano tutti i tipi di poliziotti, che non hanno mai smesso di farsi prendere dal panico i residenti: appena vedevano che alcuni vicini di casa uscivano sui balconi, urlavano che i prigionieri sarebbero venuti per ucciderli, che ci sarebbero dei disordini, le loro case sarebbero danneggiate ecc..
Preoccupati, diversi abitanti sono rimasti sui balconi degli edifici vicini. Sono stati ascoltati dei colpi di pistola alle 03.00: le guardie carcerarie esterne di Koridallos hanno sparato circa 10 colpi in aria. (Gli aggiornamenti finiscono qui. La lotta continua…)
Prossimo incontro al di fuori delle carceri di Koridallos Domenica 30 Settembre alle ore 17.00
Soddisfazione immediata di tutti i requisiti dei prigionieri
Solidarietà agli ostaggi combattenti dello Stato Libertà per quelli e quelle che sono nelle celle
Il Sabato sera, 15 Settembre, 100 antifascisti anarchici con circa 50 motociclette hanno percorso il centro di Atene lanciando volantini e incollando manifesti contro gli attacchi neo-nazisti nelle zone del centro. La ronda antifascista attraversò le aree di Metaxourgeio, Aghios Pavlos, Piazza Vathis e Piazza Omonia.
Nel loro proclamo, i compagni hanno scritto: “La nostra azione mira alla mobilitazione dei riflessi antifascisti e dell’auto-difesa di classe […]. Le strade sono nostre, di coloro che lottano, dei poveri e degli esclusi.”
Video dell’azione diretta
Lo slogan che si sente dice “fascisti, bastardi, presto arrivano le forche.”
Migliaia di persone hanno partecipato alla manifestazione del 9 Settembre 2012 nel Santiago del Cile, 39 anni dopo il colpo di stato dell’11 Settembre 1973, che ha portato al potere il dittatore Pinochet. La marcia in memoria di tutte le persone cadute, uccise, e scomparse in seguito, è stata richiamata dalle associazioni dei parenti dei detenuti scomparsi ed associazioni per i diritti umani, mentre il punto di pre-concentrazione per i gruppi dei manifestanti provenienti da diverse aree politiche è stata la Plaza de Los Héroes / Piazza degli Eroi.
Poco dopo l’inizio della marcia, dei manifestanti incappucciati hanno cominciato i primi scontri. In via San Martin, è stato attaccato con pietre e vernice l’edificio appartenente al Ministero della Pubblica Istruzione, rompendo finestre e danneggiando parte degli interni. Inoltre, una molotov è stata lanciata al primo piano, causando un incendio che è stato spento dal personale del palazzo prima che si diffondesse.
I conflitti e gli attacchi ad i poliziotti sono continuati nella zona della vecchia stazione ferroviaria di Mapocho. In via Recoleta è avvenuto un attacco alla filiale della banca BCI, che è stata saccheggiata e parzialmente distrutta. E stato effettuato anche un tentativo di bruciarla, ma i carabinieri sono riusciti a spegnere le fiamme.
I giovani incappucciati hanno sferrato anche un nuovo attaccato contro le forze repressive a guardia di una pompa di benzina della compagnia Copec, mentre raggiungendo la via Valdivieso, al di fuori del cimitero generale, la gente a attaccato dei giornalisti che sono corsi a nascondersi dietro la polizia. Con pietre, legno, vernice e qualche cocktail di molotov, i manifestanti ribelli si lanciavano contro gli agenti della polizia ogni volta che le barricate sulle strade si rialzavano. Dal parte del nemico sono stati usati lacrimogeni, aure, manganelli e pistole di paintball (video correlato).
Gli attacchi della polizia hanno portato gli incappucciati all’interno del cimitero, dove le barricate sono risorte. Gli scontri nelle strade del cimitero sono continuate fino a circa le 15.00.
Durante la protesta, la polizia ha arrestato 13 persone, tra cui tre accusati del saccheggio della banca in via Recoleta, mentre due sedicenni per possesso di molotov. I due minorenni, che sono stati arrestati presso l’intersezione della via Recoleta con il viale Perù, avendo presumibilmente in possesso una scatola con 6 cocktail di molotov ed una borsa con maschere antigas, sono stati presentati al procuratore del ministero Lunedì mattina. Come detto dall’avvocato dei diritti umani che gli rappresenta i giovani hanno trovato la scatola e la borsa abbandonate ad un cero punto, apparentemente lasciate lì dai carabinieri per arrestare chiunque le avrebbe preso. Tuttavia, il giudice ha deciso di mettere ambedue sotto il controllo dell’Agenzia Nazionale dei Minorenni (SE.NA.ME.), per tutta la durata delle indagini. Ciò significa che, anche se non sono in stato di detenzione, quest’agenzia gli può imporre una serie di misure restrittive, come, tra l’altro, la supervisione dagli assistenti sociali.
Su gli altri arrestati non ci sono aggiornamenti più recenti, ad eccezione del fatto che nessuno sia stato detenuto.
La scorsa settimana, gruppi di giovani hanno effettuato un blocco stradale al di fuori dell’Università Cattolica di Concepcion, che si concluse con scontri con la polizia antisommossa. Inoltre, hanno sollevato barricate nella zona di Pratt, all’altezza del ponte che collega Concepcion con il quartiere Lorenso Arenas.
Le azioni sono state eseguite in memoria dei 16enne Manuel Gutiérrez Reinoso, che è stato assassinato a sangue freddo dai sbirri della polizia cilena il 25 Agosto 2011.
Chiediamo la libertà per i prigionieri del 1º Maggio [21 Luglio 2012]
Martedì, 10 Luglio 2012 la polizia fece irruzione nelle case di compagni. La maggior parte di loro hanno tra i 18 e 20 anni. È ovvio che la repressione mira ai giovani per mostrarli che la loro esistenza potrebbe essere in pericolo, per umiliarli e spaventarli mentre sono ancora a scuola o in formazione o in un posto di lavoro. I compagni sono stati arrestati e presi in custodia. Uno di loro è di nuovo libero dal Venerdì 13 Luglio. Tutti sono stati arrestati a causa delle attività del 1º Maggio, sia alla manifestazione del mattino, così come durante il pomeriggio attorno alla festa rivoluzionaria e intorno alla zona Kanzlei, a Zurigo.
Lo Stato, rappresentato dalla polizia, dai procuratori distrettuali e dal sistema giudiziario, sta mostrando la sua politica di potenza con insistenza, dimostrando che vuole il controllo totale di tutti gli spazi pubblici. Vogliono spaventare chiunque vuole essere in uno spazio pubblico e mostrare la sua politica e le proprie idee. Questo non è diventano chiaro solo il 1º Maggio, ma anche dopo con un aumento evidente del controllo e della sorveglianza degli spazi pubblici, con la caccia ai “gruppi indesiderati” con il pretesto di aumentare il valore della città (come viene quotidianamente fatto dalle pattuglie della polizia del Parco Bäcker) o perseguitando i partecipanti dei partiti illegali. In tutti questi casi gli attacchi dello Stato mirano ad esporre la politica di potenza ed a dimostrare che niente e nessuno è tollerato negli spazi pubblici quando gli usa al di fuori del controllo statale.
Non ci intimidiamo e non ci spaventiamo da questi attacchi. Sappiamo che gli spazi pubblici sono nostri e gli useremo e gli difenderemo. Per questo motivo dobbiamo lavorare insieme per combattere e difendere i nostri spazi.
Siete invitati a firmare questo appello di solidarietà. Se voi o la vostra organizzazione vuole firmare questo manifesto può scrivere una email a jugend [at] aufbau.org e inviarlo ad altri.
Arresti in occasione del 1º Maggio
Martedì, 10 luglio 2012 la polizia fece irruzione nelle case di compagni. Sono stati arrestati e presi in custodia. Sono stati accusati di aver partecipato ad azioni illegali il 1° Maggio.
Questi arresti si inseriscono perfettamente in altre azioni repressive della polizia negli ultimi mesi. Le autorità statali hanno reso chiaro che le attività in luoghi pubblici le quali sono al di fuori del controllo ufficiale sono considerate illegali e saranno fermate o addirittura sciolte dalle forze di polizia. Che si trattasse di una manifestazione d’un partito su la piazza pubblica di Zurigo nell’estate del 2011, o d’un partito illegale in un complesso industriale abbandonato a Basilea nel 2012, dei tifosi di calcio che hanno marciato per le strade verso lo stadio, o come ora, la gente per le strade il 1° Maggio nel 2012: Quando la gente scendere per le strade senza un permesso ufficiale, lo Stato (rappresentato dalla polizia, dai procuratori distrettuali e il sistema giudiziario) reagisce in modo duro. Ci sono custodie di lungo termine per le persone che vengono arrestate, una grande quantità di lavoro viene messa in atto per trovare colpevoli (con la polizia di spendere ore per guardare video e fotografie). Inoltre, vi è un numero immenso di poliziotti in tenuta antisommossa e un sacco di poliziotti infiltrati con abiti civili o sotto in giornate come il 1º Maggio, e tutto questo per cercare di dimostrare un reato che la legge chiama “violazione della pace del Paese” (Landfriedensbruch).
Useremo gli spazi pubblici – non ci fermeranno!
Lo spazio pubblico è vitale per noi, abbiamo bisogno di comunicare, di elaborare idee e di entrare in contatto con gli altri. È il luogo dove le idee politiche, sociali e culturali possono essere condivise con gli altri. Abbiamo bisogno di spazio che non può essere controllato dalla polizia, dove possiamo festeggiare senza la pressione di spendere soldi. Lo abbiamo bisogno per utilizzarlo per eventi e manifestazioni di solidarietà. Nessuno ci impedirà di utilizzare gli spazi pubblici.
Questo significa anche che dobbiamo essere consapevoli del significato che l’utilizzo dei spazi pubblici abbia per noi. Dobbiamo occupare questi spazi e di difenderli. In altre parole, non dobbiamo solo parlare di ciò che vogliamo fare, ma in realtà farlo. Lo spazio pubblico è lì per essere usato da noi, non è lì per essere controllato dalla polizia repressiva. Facciamo difendere il nostro spazio pubblico quando si tenta di sopprimere la resistenza come hanno fatto con questi arresti. Non fatevi ingannare quando lo Stato cerca di controllare le nostre attività distribuendo “permessi di partito” a Zurigo per feste (illegali) che prima erano fuori dal controllo dello Stato.
L’iniziativa deve rimanere nelle nostre mani.
I nostri compagni arrestati sono in buone condizioni. Uno di loro è di nuovo libero dal Venerdì 13 Luglio. Tutti sono stati accusati di disturbare la “quiete pubblica”. Stanno cercando di processare per alcuni di loro per uso di fuochi d’artificio ed anche per il ferimento di un poliziotto in abiti civili. I nostri compagni si rifiutano di testimoniare. Hanno buoni avvocati. La solidarietà è forte, stiamo buttando dei fuochi d’artificio regolarmente di fronte alle prigioni dove sono detenuti i nostri compagni prigionieri per farli sapere che non sono soli. Se siete interessati al lavoro di solidarietà scrivete a rotehilfe [at] aufbau.org. Posta per i prigionieri può essere inviata in via Rote Hilfe, Postfach 1121, CH-8026 Zurigo.
L’esperienza dimostra che ha senso rimanere attivo dopo essere stato arrestato. Una persona in stato di arresto che si rifiuta rigorosamente a testimoniare ed ha un avvocato ha maggiori possibilità di non essere condannato. Questi sono diritti che ogni persona che venga arrestata abbia e dovrebbero essere usati. Un bel po delle persone che sono state arrestate la scorsa estate alle feste illegali nel frattempo – con l’aiuto di avvocati – sono state assolte. Altri compagni che sono stati arrestati il 1° Maggio non siano stati condannati in quanto si sono rifiutati di testimoniare e non hanno accettato alcun ordine penale. Siamo sicuri che i nostri compagni che sono stati arrestati combatteranno collettivamente, rimarranno militanti e non saranno spaventati dalle minacce.
Rivolgiamo i ruoli – Portiamo il capitalismo al processo!
Video dal “bazar gratuito del Sabato”, basato sullo scambio e il riutilizzo, che ha avuto luogo il 9 Giugno al cancello centrale di Alsos Pangratiou ad Atene.http://youtu.be/UQngFNzbS3w
Prossimi bazar all’aperto nei quartieri di Vyronas, Kaisariani e Pangrati: Sabato, 14 Luglio, nella Piazza Tsirakopoulou a Vyronas alle 19.30 (GMT +2) Sabato, 8 Settembre alla Piazza di Varnava a Pangrati alle 19.00 (GMT +2)
Non scrivete alla mail di radioazione[chiocciola] autistici.org nel prossimo periodo. La mail potrebbe essere stata clonata, ma quello che è sicuro è che stata manomessa da qualcuno che ha cancellato tutta la posta inviata e arrivata e cancellato anche tutti i contatti.
Nulla da dire in quanto accaduto perchè è nella quotidianietà che ci controllano, ci spiano…quindi niente di nuovo!
Per l’anarchia, per l’azione diretta “col fatto”, per l’insurrezione
Il testo che si sente nel video riguarda gli eventi che sono avvenuti durante l’operazione di sgombero effettuata il 26 maggio, in particolare lungo gli edifici del vecchio ospedale Hatzikosta, dove si trova l’occupazione Antiviosi (Antibiotico). Esso include anche scene dalla liberazione di 6 immigrati, che sono stati “sigillati” dai poliziotti all’interno di uno degli edifici in cui abitavano. Si prega di diffonderlo…
Breve introduzione: Per 15 anni gli edifici del vecchio ospedale “Hatzikosta” erano stati abbandonati. Con il tempo la zona ha cominciato a prendere una vita da parte di immigrati e anti-autoritari, coprendo in questo modo le esigenze basilari della vita e delle esigenze politiche, culturale e sociale. Con grande sforzo e lavoro collettivo gli edifici sono stati riqualificati. Questo processo non è completato definitivamente. Tuttavia, la comunità di persone bisognose che usa gli edifici crea lentamente le strutture anti-gerarchiche dell’auto-organizzazione auto-gestione delle nostre vite, gettando nel cestino le divisioni razziali, le istituzioni di mediazione, la repressione e il potere.
Questo e il testo che si sente nel video:
Alle ore 7 di Sabato mattina un corteo di veicoli si prepara a circondare il campus del vecchio Hatzikosta. Procuratori, poliziotti di grado superiore in giacca e cravatta, giornalisti, una squadra antisommossa “verde” da Salonicco, una “blu” dalla città di Grevenà, una “blu” e una squadra di sbirri OPKE da Ioannena, una decina di macchine della polizia borghese, tutta la squadra DIAS in allerta (alcuni anche con le loro motociclette personali), motorini con poliziotti in borghese, il gruppo con i cani, tre furgoni per il trasferimento degl’immigrati, un grande furgone per i trasferimenti giudiziari, macchina dei pompieri, squadre di operai di lamiera e di pittura. Il governatore e il sindaco dispersi, mentre il prefetto ci ha concesso l’onore di passare di nascosto con il suo jeep… questo vuol dire presenza di uomini della politica.
Un’abominevole custodia che è venuta per turbare la nostra comunità, ad arrestare i nostri compagni e amici, a distruggere la casa dei nostri vicini, sperando in questo modo di alimentare l’affamata e lobotomizzata dalla televisione folla razzista.
Durante l’operazione (che durò 14 ore) si sono sigillate le case dei nostri vicini. Durante questo periodo l’occupazione Antiviosi ( Antibiotico ) si trovava sotto un regime di ostaggio peculiare dai poliziotti. Le figure più vergognose del giorno erano le squadre degli operai. A parte dei loro capi, i quali hanno guadagnato dei soldi, lavoratori non assicurati, senza alcuna traccia di coscienza di classe, alcuni dei quali immigrati albanesi, hanno sigillato con lamiere le case di altre persone per ottenere una paga di 30 euro che molto probabilmente la spenderanno alla banca per il proprio mutuo. Altrettanto vergognosi tutti i membri della Croce Rossa e dell’organizzazione dei medici, ambedue alloggiati all’interno del campus, i quali non si sono fatti vedere nemmeno per un minuto. Piuttosto, la loro sensibilità agli immigrati e alle persone finisce quando la videocamera di SKY si spegne o quando i loro misericordiosi donatori ricchi si arrestano. Da vicino anche il chiasso giornalistico, pronto a riprodurre le notizie rilasciate dalla polizia.
Da tempo ormai si costruisce la propaganda che gli immigrati costituiscono un problema sociale, sanitario e politico. L’unico problema che noi riconosciamo è il razzismo dilagante che impedisce lo sviluppo delle relazioni di solidarietà e di uguaglianza tra le persone. Che costruisce separazioni basate su identità culturali, razziali e religiose.
Un ultima nota ma molto importante: durante il sigillo degli edifici, 6 immigrati sono stati “sepolti” in uno di essi. Non possiamo credere che il cane della polizia non è stato capace a scoprirli durante l’ispezione degli edifici. A quanto pare una loro morte lenta di fame o di sete è adatta ai progetti che abbia il potere per tutti e tutte noi siamo in eccesso. I immigrati sono stati liberati da noi appena i poliziotti hanno lasciato il posto.
PS : Qualcuno sarebbe così gentile da informarci il costo esatto dell’operazione del 26 Maggio 2012? In realtà, se tutti quei soldi erano spesi per farmaci e medicazioni per l’ospedale, non sarebbe meglio?
La solidarietà fra gli oppressi e gli sfruttati sarà destinata a condannare in fallimento ogni piano dello stato.
Il razzismo non ha posto nelle nostre vite, le nostre comunità, nei nostri quartieri.
In Grecia, Senegal, Sudan, Marocco, Pakistan, Turchia, Albania. Il NEMICO è il fascismo, le banche, i ministeri, il potere.
Il video A Guerrilla Signal è stato recentemente diffuso via internet. Esso racchiude la cronistoria delle attività della Cospirazione delle Cellule di Fuoco tramite l’uso dei comunicati del gruppo oltre alle immagini prese dai mass media. Il video è stato mostrato per la prima volta a Salonicco il 15 Aprile 2011 durante un incontro organizzato dall’Assemblea Anarchica per l’Azione Sovversiva. Una versione aggiornata è poi stata diffusa l’8 Dicembre 2011 allo squat anarchico Nadir a Salonicco. Il vodeo è in greco, ed i sottotitoli potrebbero essere aggiunti in futuro. In ogni caso, il seguente è un testo scritto dai membri della Cospirazione delle Cellule di Fuoco per accompagnare una di queste visioni:
Le immagini sottomettono i significati e quindi la gente, trasformando essa in spettatori. Il linguaggio dell’immagine è un linguaggio superficiale che produce emozioni mediate e artificiali. La sfida in atto qui nella presentazione fatta dai compagni che hanno scelto queste istanze dell’azione della Cospirazione delle Cellule di Fuoco è di liberare i significati dal giogo dell’immagine. Oltre agli incendi di banche e concessionarie, oltre ai vapori tossici di dozzine di litri di benzina, oltre alla gioia di assemblare un dispositivo con timer e la distruzione degli edifici del nemico, oltre alle arme e ai proiettili, la decisione presa da poche persone è la cosa più importante che c’era ed è – la decisione di stare l’uno con l’altro come veri compagni al fine di trasformare il mondo dell’ordine in una maceria antica. Queste persone sono ognuna una di noi, ognuna di voi che osate vivere pericolosamente e rischiare per la libertà. Li, dove tutto è possibile.
Mao Zedong ha detto:
E’ un bene se siamo attaccati dal nemico, questo prova che abbiamo tracciato una chiara linea di demarcazione tra l’enemico e noi stessi. E’ ancora meglio se il nemico ci attacca violentemente e ci dipinge assolutamente cattivi e senza una sola virtù; ciò dimostra che non solo abbiamo tracciato una chiara linea di demarcazione tra noi e il nemico ma abbiamo raggiunto un importante obiettivo nel nostro operato
Noi, Cospirazione delle Cellule di Fuoco, dalle prigione dove ci hanno sparpagliato, mandiamo un saluto rivoluzionario alla visione di oggi e un segnale di guerriglia ai compagni che guarderanno questo documentario riguardante la nostra breve ma intensa storia con gli occhi degli autori, non spettatori. Perché questi compagni sanno che le azioni nascoste sono spesso le più genuine. Quando sappiamo che hanno luogo queste azioni, sentiamo che stiamo scoprendo fratelli e sorelli mai incontrati prima. La cosa più bella è che neanche chi proietta lo spettacolo può riuscire ad assimilarli, né i giudici possono riuscire a sopprimerli. Essi sono atti di esplosione, fuoco, e sabotaggio che recano il messaggio puro di una nuova rivoluzione sperimentata qui e ora. Perché la guerra non si ferma mai.
Lunga vita alla nuova guerriglia urbana.
LUNGA VITA ALLA RIVOLUZIONE.
Cospirazione delle Cellule di Fuoco: Giorgos Nikolopoulos, Damiano Bolano, Panayiotis Argyrou, Gerasimos Tsakalos, Michalis Nikolopoulos, Olga Economidou, Christos Tsakalos, Giorgos Polydoros, Haris Hatzimichelakis
Questo è l’ottavo giorno d’occupazione del palazzo dell’amministrazione della Prefettura di Chania, Creta. Abbiamo appena tradotto il nostro principale comunicato in Inglese e ve lo mandiamo, per informarvi e condividere il messaggio delle occupazioni in tutto il mondo. C’è anche una traduzione in francese disponibile qui. Abbiamo pure un blog e una radio in internet, in diretta dall’occupazione. Oggi alle 18.00 abbiamo organizzato una marcia per le strade nei principali quartieri di Chania. A Creta ci sono edifici occupati anche a Rethimno e Lasithi. Inoltre, gli studenti giorno dopo giorno stanno occupando le scuole. Ci sono almeno 11 scuole occupate a Chania a tutt’oggi.
Il 15 Febbraio, dopo una decisione unanime, l’assemblea pubblica aperta dell’amministrazione della prefettura occupata di Chania , ha occupato il canale TV pubblico “Nea Tileorasi Kritis” (NEA TV). Ecco il relativo video:
Comunicato dell’amministrazione della Prefettura occupata di Chania
Facciamo parte anche noi delle persone che lottano, che si sono precipitate in strada per le dimostrazioni dello sciopero di 48 ore e nelle massicce proteste di Domenica, 12 Febbraio, contro la svalutazione del nostro lavoro e la depauperazione della nostra vita. Venerdi, 10 Febbraio, dopo il corteo per le vie della città, abbiamo occupato l’edificio della Prefettura di Creta a Chania. L’occupazione serve come centro di incontro e coordinamento di uno sforzo collettivo per organizzare la lotta per una vita che sia caratterizzata dalla solidarietà, dalla resistenza e per la dignità. Bloccando l’ordinaria funzione del palazzo centrale dell’amministrazione, poniamo una pressione politica contro l’attuazione delle recenti decisioni degli sfruttatori stranieri e locali. Ci riferiamo al voto fatto da parte del parlamento Greco del secondo Memorandum e alle nuove misure d’austerità basate richieste della Troika (UE/FMI/BCE) e del capitalismo mondiale.
Salutiamo le centinaia di migliaia di manifestanti che nei giorni scorsi, e specialmente Domenica, 12 Febbraio, hanno lottato contro la barbarie e il saccheggio dei beni sociali di base quali la sanità, l’istruzione, l’elettricità e l’acqua.
Siamo una parte delle dozzine di occupazioni di palazzi delle amministrazioni statali, delle strutture scolastiche e delle fabbriche, che si sono diffuse in tutto il paese nei giorni scorsi. Contro uno spirito di lotta in declino e in disfatta, dopo la votazione del parlamento delle nuove leggi, continuiamo a combattere contro i falsi dilemmi che essi ci impongono, come quello del “default o consenso”. Chiediamiamo ai sindacati di base dei lavoratori di Chania di prendere decisioni per uno sciopero generale a lungo termine. Invitiamo i cittadini di Chania e della campagna, gli studenti, i lavoratori e i disoccupati, gli immigrati e i residenti, ad unire le nostre idee, agonie e creatività.
Per difendere la dignità del nostro lavoro e delle nostra vita
No alla persecuzione verso gli arrestati nelle manifestazioni dello sciopero
Solidarietà – Vittoria al lungo sciopero delle “Acciaierie Greche” e a tutte le lotte dei lavoratori
Tutti avanti per uno sciopero selvaggio permanente
Invitiamo tutte le persone a partecipare all’assemble pubblica aperta tutti i giorni alle ore 20.00 nella Prefettura occupata di Chania e nelle azioni che vengono decise. Negli ultimi giorni centinaia di persone hanno partecipato alle decisioni prese in queste assemblee.
23.58 Ad Atene, gli occupanti della Facoltà di Giurisprudenza sfidano di fatto qualsiasi concetto istituzionale sulla concessione dell’asilo universitario, e richiamano per un’incremento di simili centri di resistenza in tutta la Grecia. Anche se abbiamo sperimentato un’assedio brutale e lo sfratto solo un’anno fà, con il caso dei 300 lavoratori immigrati, in queste ore lo stesso edificio è di nuovo occupato e difeso pubblicamente. I compagni della radio libera 98 FM trasmettono onde radio di ribellione dall’interno della Facoltà occupata, in modo che si diffonda l’agitazione. I prossimi saranno dei lunghi giorni, pieni di speranza e disperazione allo stesso tempo. Oggi, non molte persone sono scese per strada in questa cagata di città. Oggi, e nei giorni successivi, potremmo essere sia più determinati che in una situazione tipo “aspettando Godot”, non solo qui, non solo ora, ma in tutto il mondo.
La solidarietà internazionale dimostrerà ancora una volta di essere la chiave per la continuazione della nostra lotta
20.45 Creta: Una dimostrazione con molti partecipanti (circa 15000!) si è tenuta in serata ad Heraklion. Scontri sono scoppiati mentre i manifestanti stavano marciando verso Piazza Eleftherias. La dimostrazione è terminata.
I padroni dei media corporativi hanno ordinato ai loro lacchè di far circolare la notizia che il nuovo “salvataggio” sarà votato Lunedi (invece che Domenica), diffondendo anche notizie di dimissioni dei membri di governo. Qualunque possa essere la loro “verità”, la mobilitazione del popolo andrà avanti.
20.00 I compagni della Facoltà di Giurisprudenza occupata hanno ricevuto notizia dagli avvocati in merito agli arrestati ad Atene finora: 7 persone sono state arrestate oggi (a parte le decine fermate e in seguito rilasciate) mentre c’è una persona arrestata nella protesta di ieri – due di questi arrestati sono giovani, molti di loro sono stati ferocemente picchiati dalla polizia ( con costole rotte, ecc.) e il più giovane degli arrestati è un quindicenne. Saranno probabilmente accusati di crimini e per la legge “anti cappucci”. Dovranno comparire davanti al procuratore domani, 11 Febbraio, presso la corte di Evelpidon (nell’edificio 16).
15.05 E’ stato confermato che almeno un manifestante è stato ferito gravemente dalla polizia a Syntagma.
“Chiunque si sia fermato davanti alle mura di qualsiasi carcere e non si è vergognato della degradazione della storia umana, dev’essere una guardia o un cieco”
Nel frattempo, le manifestazioni di protesta nei carceri maschili e femminili si stanno diffondendo in tutta la Grecia. Un progetto di legge di “giustizia”, promosso tra l’altro per il cosiddetto decongestionamento delle carceri Greche, è stato recentemente respinto in parlamento. Ci si aspettava avesse una funzione positiva per almeno 1.500 detenuti uomini e donne, che avrebbe potuto portare la liberazione di molti di loro. Sono attualmente in corso proteste collettive dei prigionieri che riguardano le condizioni legislative e di vita. Le prigioni che attualmente partecipano alla mobilitazione nazionale fino ad ora sono Grevena, Trikala, Larissa, Koridallos, Nea Alikarnassos-Creta, Corfù, Malandrino, Patrasso, Domokos, Nafplion, Tebe (prigioni femminili), lo speciale centro di detenzione giovanile di Avlona (carceri minorili), Chios, Nigrita-Serres, Komotini. All’interno di questi sovraffollati inferni della democrazia, i prigionieri che protestano stanno conducendo sia l’astensione dal prendere il cibo e i pasti di mezzogiorno della prigione, sia rifiutandosi di rientrare nelle celle dopo l’ora d’aria, mentre in molte carceri seguiranno scioperi nei lavori carcerari (già in Alikarnassos e Patrasso i detenuti lavoranti sono già scesi in sciopero). Tutti i detenuti in protesta sono consapevoli di rischiare sia i giustificati rilasci con la condizionale, o l’uscire dalla prigione, e sono costantemente minacciati di punizioni disciplinari e torture (al di là della già drammatica mancanza di cibo, riscaldamento, ecc.).
chi dimentica gli ostaggi della lotta sociale
dimentica la lotta stessa
15.00 Dimostrazioni e proteste si sono svolte in altre parti della Grecia, come Salonicco, Kozani, Volos, Trikala, e l’isola di Skopelos. La prefettura della città di Larissa è stata occupata, come la prefettura di Corfù. Sull’isola di Creta, gli studenti hanno occupato il Politecnico della città di Chania, chiamando i cittadini ad unirsi a loro nella manifestazione per lo sciopero. Le persone hanno occupato il municipio di Rethymno, Ad Heraklion, Creta, circa 50 anarchici hanno bloccato il supermercato “Ariadni” in solidarietà con la lotta dei lavoratori del magazzino dell’impresa stessa, che sono in sciopero da 15 giorni. I manifestanti hanno anche bloccato una filiale dell’Alpha Bank, di cui è azionista Manesis – il grande industriale, anche proprietario delle “Acciaierie Greche” di Aspropyrgos, dove i metalmeccanici stanno ancora combattendo, arrivati al loro 101 esimo giorno di sciopero.
14.45 La Facoltà di Giurisprudenza è sotto occupazione. Un’assemblea aperta si terrà alle 18.30
14.30 Scontri davanti Propylaea. I poliziotti riescono a sgombrare le strade e a disperdere la folla che fuggiva correndo verso Omonia.
14.14 Un blocco di dimostranti rimane a Propylaea, in Via Panepistimiou. La Facoltà di Giurisprudenza è circondata dalle forze di polizia.
14.11 Secondo un testimone oculare, 4 o 5 manifestanti sono stati arrestati in Via Servias Karageorgi.
13.52 Dopo un massiccio attacco della polizia, la parte più grande dei blocchi dei dimostranti sono stati respinti verso Via Panepistimiou. Piazza Syntagma è stata occupata dalla polizia. Un blocco di manifestanti è rimasto davanti al Monumento al Milite Ignoto. La gente sta combattendo, saltando le pietre, in Via Ermou.
13.42 Continuano gli scontri nella parte bassa di Syntagma. Squadre di polizia hanno fatto irruzione nella piazza spingendo i manifestanti nella parta alta, inseguendo le persone sul lato dell’Hotel Grande Bretagne in Via Vasileos Georgiou.
13.31 Come riportato da un compagno nella diretta della radio libera di Atene FM 98, è stato effettuato un’attacco verso una banca in Via Mitropoleos. Un contrattacco dei manifestanti insorti ha avuto seguito, con molte pietre e molotov contro i maiali in uniforme, in Via Filellinon. I poliziotti hanno risposto con gas lacrimogeni.
13.26 Corfù: Dopo la fine della dimostrazione, circa 200 manifestanti hanno occupato i locali della Prefettura delle Isole Ioniche, chiedendo che non passino le nuove misure d’austerità.
13.25 Un gruppo di fascisti ha attaccato dei venditori ambulanti Pakistani in Piazza Syntagma. I manifestanti antifascisti hanno inseguito le fecce naziste lungo Via Mitropoleos. Piccoli scontri sono scoppiati al bivio delle strade Filellinon e Othonos quando un gruppo di manifestanti ha lanciato almeno una molotov contro le squadre della polizia.
12.50 Circa 4000 manifestanti a Piazza Syntagma fino ad ora, una partecipazione piuttosto deludente, date le circostanze. Squadre della polizia hanno transennato il patio di fronte il Monumento al Milite Ignoto.
12.47 Mytilini, Isola di Lesbo: La dimostrazione è finita. Circa 200 manifestanti hanno marciato per le strade della città, mentre gli stalinisti del PAME hanno occupato il municipio. C’è una chiamata per una dimostrazione per domani alle ore 11.00 e per Domenica alle ore 16.00.
12.28 L’assemblea popolare di Holargos-Papagou, periferia a nord di Atene, ha occupato il municipio di Holargos, al fine di diffondere le azioni e le manifestazioni dei prossimi giorni.
Ecco il loro comunicato:
Fottetevi !
Niente più bugie, fratelli e sorelle….Abbiamo lottato con forza molte volte, ci siamo scontrati anche con noi stessi, ma la piaga dei misantropi ha dimostrato di essere più decisiva… La nostra vita si è deteriorata, i nostri sogni sono stati spazzati via, la nostra anima ci è stata strappata… E che cosa abbiamo fatto? Dobbiamo rimanere scettici e miti? Questo è il nostro appuntamento con la storia, per le generazioni a venire. E’ ora il tempo di mandarli al diavolo! Lasciamo che il fiume in piena li anneghi!
“E le acque del fiume non sono da biasimare perchè sono rapide fratelli e sorelle…Le banche sono quelle che le stanno limitando!”
TUTTI A PIAZZA SYNTAGMA NEL GIORNO DEL VOTO DEL SECONDO MEMORANDUM! TUTTI AI PRESIDI, AGLI SCIOPERI, ALLE OCCUPAZIONI! PRONTI E DECISI.
Assemblea popolare aperta di Holargos-Papagou
12.07Veria, nord della Grecia: Compagni, solidarizzanti e cittadini di Veria hanno occupato lo stabile dell’ “Unione delle Province” (un’organo di gestione) nella regione Imathia, lanciando il seguente comunicato:
Dalle 11.00, del 10 Febbraio, abbiamo occupato l’edificio dell’unione delle provincie di Imathia, nel contesto della lotto contro la miseria generalizzata, che viene imposta dalla giunta dei banchieri, in collaborazione con l’elitè politica ed economica locale.
Noi non pretendiamo un ritorno allo stato precedente, che ci ha solo portato all’attuale situazione. Ci impegnamo per il rovesciamento completo del sistema politico ed economico che è supportato dall’individualizzazione, il consumare, la fine della vita collettiva e il nostro intrappolamento in un referendum-come un oligarchia di una presunta democrazia.
Noi lottiamo per una società di solidarietà, eguaglianza e libertà.
Attraverso l’auto organizzazione creiamo istituzioni di democrazia diretta, per il soddisfacimento dei bisogni quotidiani e le volontà di ogni cittadino.
Solidarietà – Dignità – Auto organizzazione
11.24 Quasi 100 persone sono all’interno della Facoltà di Giurisprudenza occupata. Sono disponibili materiali di primo soccorso, ma sono nessari più medicinali (antiacidi,antisettici, garze,ecc.), cosi come maschere antigas. E’ disponibile, dalla scuola occupata, un numero di telefono di Legal Aid: +30 6944521071
11.22 Un numeroso gruppo di poliziotti in borghese è vicino la chiesa di Aghios Dionisios su Via Skoufa, in Kolonaki. Un compagno segnala 4 “fermi preventivi”.
11.17 Ingenti forze di polizia attorno alla Facoltà di Giurisprudenza occupata. Principalmente sono in borghese, due autobus della polizia in Via Kolokotroni e due autobus tre vicoli più lontano.
11.07 poliziotti fermano le persone allo svincolo delle vie Akadimias e Solonos, come ci riferiscono i compagni che stanno a pochi passi dalla Facoltà di Giurisprudenza occupata. Sembra, però, vi sia facile accesso da Via Panepistimiou a Propylaea, uno dei punti di pre raccolta di oggi.
Nel contesto delle proteste sociali contro le nuove misure d’austerità promosse da quegli stronzi del governo che promuovono la loro versione di “unità nazionale” al servizio della Troika (UE/BCE/FMI), diverse manifestazioni sono state annunciate per i prossimi tre giorni, 10-11-12 Febbraio, mentre i due principali sindacati del settore pubblico e privato (GSEE e ADEDY) hanno indetto uno sciopero generale di 48 ore da oggi. Il nuovo accordo della Troika chiamato “salvezza/pacchetto di salvataggio” dovrebbe essere votato al parlamento greco Domenica, 12 Febbraio.
Anche se all’ultimo momento, i collettivi, le varie organizzazioni, sindacati e movimenti sociali stanno spingendo la gente a scendere in piazza, per bloccare il voto delle nuove misure finanziarie. La parola che esce da molte labbra è quella di rivolta, ma è ancora da vedere se la gente si ribellerà con ogni mezzo possibile, o i piani del regime per una completa devastazione sociale continuerà ad andare avanti senza grossi problemi. Tutti gli ingranaggi del meccanismo repressivo dello stato girano contro i manifestanti, visto che un’esplosione di rabbia della gente è probabile nelle prossime ore e giorni.
Da ieri, 9 Febbraio, la Facoltà di Giurisprudenza nel centro di Atene è stata occupata dagli anarchici/antiautoritari e dagli scioperanti, in modo da poter operare come base di lotta e contro informazione, cosi’ come centro di pronto soccorso.
Evento/Discussione
Informazione Ufficiale vs Controinformazione
Media riconosciuti-alternativi vs Media collettivi autorganizzati
La necessità della controinformazione nelle lotte sociali
Le radio autorganizzate di oggi: Contributi e prospettive
Seguirà una festa di finanziamento per la creazione di un nuovo sistema di antenne.
3 Febbraio, ore 18, Atene, Facoltà di Economia (ASOEE, Patision 76).
Testo che accompagna la locandina
La controinformazione nel suo senso politico non fornisce solo un’amministrazione antiautoritaria dell’informazione. Essa (in verità) presuppone l’autorganizzazione come struttura amministrativa per la realizzazione dello strumento. Viene utilizzata e si evolve tanto quanto si collega e si relaziona con le parti della società che cercano di collettivizzare in modo antigerarchico le proprie vite contro il individualismo cannibalista e lo sfruttamento di classe. Con l’infuriare della guerra sociale/di classe, i media di controinformazione rappresentano un metodo avanzato di attacco contro il degrado dei media.
Un tentativo di rafforzare il potere della controinformazione in questi tempi turbolenti che viviamo.
Scambiarsi idee, proposte e commenti critici tra la gente più (o meno) coinvolta nell’informazione dal basso, sia diffondendo news, riportando proteste dal vivo, o prendendo nelle nostre mani i microfoni.
Ci sarà la partecipazione di reti di controinformazione e stazioni radio autorganizzate da tutta la Grecia.
Venerdi, 3 Febbraio, ore 18, alla Facoltà di Economia (ASOEE)
ci sarà un’iniziativa sulla controinformazione.
Seguirà una festa di finanziamento per la creazione di un nuovo sistema di antenne per l’aggiornamento della stazione radio nelle onde hertz della metropoli!