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Messico: Cade l’accusa di terrorismo per Carlos, Amelie e Fallon

Fine delle indagini per Carlos, Amelie e Fallon, denunciati per danni e attacco alla quiete pubblica. Cade la montatura di terrorismo.

Il 17 Febbraio 2014 sono scaduti i 40 giorni di indagine che la Procura Generale della Repubblica aveva deciso per il nostro compagno Carlos Lopez e le nostre compagne Amelie Pelletier e Fallon Poisson.

Durante questi quaranta giorni hanno tentato di accusarle/i di terrorismo e delinquenza organizzato, senza dubbi, usando metodi intimidatori e inquisitori, tuttavia non sono riusciti a montare il caso, quindi sono stati scarcerate/i per mancanza di prove; tuttavia la polizia locale del distretto federale li ha nuovamente arrestati per l’accusa pendente di danni e attacchi alla quiete pubblica.

Le compagne si trovano al Reclusorio Femenil di Santa Martha e hanno ricevuto la visita degli avvocati, mentre Carlos ha informato che sta nel Reclusorio Oriente, e a breve riceverà le visite.

I reati dei quali sono accusate/i non sono gravi, quindi dovrebbero ottenere la cauzione, ma ricordiamo che nella stessa situazione c’è il compa Mario González al quale è stata sempre negata la cauzione col pretesto del pericolo sociale.

Continuiamo a solidarizzare con le nostre sorelle e i nostri fratelli sequestrati/e dallo Stato!

Libertà per Carlos, Amelie e Fallon!
Libertà per Mario, Salvador e Fernando!

Libertà per tutti/e!
Abbasso le mura delle prigioni!

Croce Nera Anarchica Messico

Grecia: Comunicato sulle recenti perquisizioni ad Atene e Salonicco

Di seguito un comunicato fatto dall’Assemblea degli anarchici per l’unione delle lotte nella società-galera (“Sasta”), a Salonicco, riguardo alle recenti perquisizioni domiciliari nel contesto dell’”operazione tenaglia” antiterrorista condotta dalla polizia greca a danno di individualità anarchiche/antiautoritarie dal 21 Gennaio 2014.

Ultimamente, nelle città di Salonicco e Atene, gli agenti dell’antiterrorismo e della sicurezza statale hanno perquisito le case di combattenti e dimore dei loro amici, in base al pretesto di aver ricevuto “anonime denunce” riguardo ad armi ed esplosivi, mentre poi dichiarano -alla televisione- che questa operazione è legata alla fuga di Christodoulos Xiros (membro dell’organizzazione rivoluzionaria “17 Novembre” recentemente evaso grazie a un permesso). Queste perquisizioni tendono ad essere solo un altro fenomeno ordinario; solo nell’ultimo mese, 60 perquisizioni domiciliari, con la polizia greca che fa spettacolo… Agenti incappucciati occupano i nostri spazi personali, disturbano i nostri quartieri, e arrestano i nostri compagni, realizzando una “super operazione” antiterrorista come già altre volte in passato…

Questa operazione non può essere vista solo come un’azione rivolta al movimento anarchico. Siamo stati testimoni di mosse simili un anno fa, anche su larga scala, con le perquisizioni agli abitanti della penisola di Halkidiki (nord della Grecia), che resistevano contro la miniera d’oro. Inoltre, l’obiettivo dello stato era colpire il contesto sociale e interrompere la lotta.

Questa specifica pratica può essere vista solo come dimostrazione di forza del potere che mira a intimidire e terrorizzare chi resiste; chi è contro il potere, chi non accetta di far parte del regime schiavista che le autorità vogliono imporci. Una pratica affine al resto dei piani repressivi dello stato: creare prigioni di massima sicurezza per i rivoluzionari, vietare i permessi carcerari e rafforzare le conseguenze legali per i combattenti, conducendo guerre chimiche durante i cortei, effettuando pogrom contro migranti, sgomberando squat ecc.

Questa “spettacolare” operazione repressiva è un attacco -stavolta contro gli anarchici- che mira ad essere un esempio contro chi resiste allo stato e ai suoi meccanismi, ma anche un avvertimento per chiunque voglia opporsi alle sue regole.

In un tempo dove la nostra vita quotidiana è strangolata dai doveri di lavoro, scuola e università, addossati negli autobus, in corda presso i supermercati, e sottomessi ai “desideri” dei dominatori, non possiamo chiudere gli occhi.

In un tempo dove la nostra vita quotidiana è consumare paura dai telegiornali delle 20, nutrendosi di pubblicità e psicofarmaci, socializzando sui social media online, e confinati in gabbie di cemento, considerarsi liberi è allarmante. E ugualmente preoccupa adattarsi alle catene che indossiamo e restare passivi, inguiando le percezioni della purezza sociale che ci forniscono senza neanche masticarle.

Nel nostro tempo, dove il volto della democrazia è più chiaro che mai, anche al necessità della lotta contro la democrazia diventa chiara. La necessità di agire e organizzarci, stando lontani da mediazioni e gerarchie, al fine di creare strutture di resistenza, comunità di autorganizzazione e solidarietà in ogni quartiere, posto di lavoro, scuola e università, in ogni carcere. Non possiamo lasciare che poliziotti, fascisti, giornaliste, spie e ogni sorta di lacché faccia il proprio lavoro senza problemi.

Dobbiamo ritornare, in ogni modo possibile, la violenza che loro impongono ogni giorno alle nostre vite.

Non dobbiamo permettere che chi ci mangia sia completamente sazio.

SOLIDARIETÀ – AUTORGANIZZAZIONE – ANARCHIA

USA: Brian Vaillancourt condannato a 9 anni di carcere

Brian Vaillancourt, attivista per i diritti animali di lungo corso e vegano, è stato arrestato il 9 Febbraio 2013 per un presunto tentato incendio di un macello noto come McDonald’s a Chicago.

Dopo aver scontato un anno di pena al Cook County, ha accettato un patteggiamento non cooperativo. Il 3 Febbraio 2014 è stato trasferito al carcere di Stateville, per scontare i 9 anni di condanna.

Quando venne arrestato fu accusato di incendio aggravato, uno dei reati più seri in Illinois. Visto che Brian non si è potuto permettere un avvocato di fiducia, na ha avuto uno d’ufficio che non aveva le competenze adatte per rappresentarlo. Cosi, alla fine ha accettato un patteggiamento a 9 anni temendo che andando a processo con l’avvocato d’ufficio avrebbe rischiato una condanna fino a 30 anni.

Brian ha meno di 30 giorni per ricorrere in appello. “Earth First!” sta cercando di raccogliere denaro per dargli un avvocato di fiducia. Il sito di supporto è http://www.gofundme.com/6s3pvg

Brian Vaillancourt
#M42889, Stateville Correctional Center, P.O. Box 112, Joliet, Illinois 60434, USA

Messico: Perquisite due abitazioni di anarchici/che

Nella notte del 31 Gennaio, agenti della Polizia Federale hanno fatto irruzione in due abitazioni per eseguire mandati di perquisizione. Una volta entrati non hanno trovato nessuno in entrambe le case. I vicini di casa hanno capito cosa stava succedendo, risultandogli strana la presenza di circa 20 persone vestite di nero all’ingresso, le quali non ricevendo alcuna risposta agli appelli, hanno forzato la porta di una casa e la serratura dell’altra.

Per motivi di sicurezza, i nomi degli abitanti delle case non verranno diffusi, senza dubbio, riteniamo importante far sapere questi fatti, visto che sicuramente fanno parte della caccia alle streghe che lo stato messicano ha avviato contro gli anarchici.

Questi mandati sono relazionati ad indagini in corso che la PGR sta conducendo per terrorismo. Ci preoccupa soprattutto il fatto che questi mandati siano stati fatti in modo irregolare; senza la presenzia degli/le abitanti, loro possono dire di aver trovato qualsiasi cosa durante la perquisizione.

Per il momento non si sa altro, non dubitiamo che le perquisizioni continueranno.

Croce Nera Anarchica Messico

fonte

Savona: Presidio Anticarcerario, Sabato 15 Febbraio 2014

15 FEBBRAIO

Sabato 15 Febbraio dalle ore 13.30 PRESIDIO ANTI-CARCERARIO sotto il carcere SANT’AGOSTINO di SAVONA.

Di seguito il manifesto dell’iniziativa!

“La legge è fatta esclusivamente per lo sfruttamento di coloro che non la capiscono, o ai quali la brutale necessità non permette di rispettarla”* B.
Brecht

Il 28 settembre 2013 Francesco, accusato della partecipazione alla rivolta del 15 ottobre 2011 a Roma, viene tradotto dagli arresti domiciliari al carcere Sant’Agostino di Savona con un infame stratagemma dei Carabinieri di Varazze e del giudice romano Zaira Secchi, rivelatosi illegittimo di fronte ai loro stessi Codici.

In quei giorni un pugno di compagni/e, amici e solidali si recarono più volte fuori dalle mura di quella prigione per portare la propria solidarietà e vicinanza a Francesco e un caloroso saluto a tutti i detenuti.

Dopo 3 mesi di carcerazione (con il trasferimento prima a San Remo e poi a Rebibbia) la vendetta dei servi dello Stato verso chi, come lui, si rifiuta di abbassare la testa, ha una parziale attenuazione e Francesco torna ai domiciliari tra i suoi affetti ed amici.

Ma migliaia di individui continuano ad essere rinchiusi ed isolati nelle patrie galere. La situazione dei penitenziari italiani è oggi, più che mai, sulla bocca di tutti.

La miseria sociale e la povertà economica dilagano e di conseguenza le maglie della repressione diventano sempre più strette. Sempre più persone possono molto facilmente finire in galera da un momento all’altro. Le condizioni delle carceri sono ai limiti dell’indigenza e della tortura, omicidi/suicidi e condotte autolesionistiche non si contano più ogni giorno che passa.

Ci parlano dell’ennesima “emergenza” tanto per giustificare lo stato di eccezione permanente in cui il Potere è licenziato a prendere qualsiasi provvedimento ritenga opportuno per rafforzare la sua autorità; ci parlano di soluzioni per affrontare il sovraffollamento e magicamente dopo 5 anni dall’applicazione del reato di clandestinità ci si accorge delle disumane condizioni in cui gli immigrati vengono rinchiusi nei C.I.E.

Indulto, indultino, svuota-carceri, amnistia, depenalizzazione del reato di immigrazione, legalizzazione della marijuana.

Tutti argomenti con i quali, di fronte all’innegabile e alle rivolte (molti C.I.E. sono stati distrutti o parzialmente distrutti da rivolte interne), vorrebbero servire contentini per placare animi focosi e coscienze turbolente.

Ciò che non ci raccontano è che da sempre il carcere serve a controllare la società, al fine di conservare il loro potere e privilegio, al fine di lasciare padroni e governanti commettere indisturbati i propri crimini.

Chi è inutile, chi non serve più a produrre merce o capitale, o peggio ancora chi non si rassegna a questa vita indegna, va emarginato, talvolta eliminato.

Per tutti questi motivi e mille altri, per un’incontrollabile passione per la libertà, abbiamo deciso di tornare al carcere di Sant’Agostino per portare un nostro saluto a chi vi è rinchiuso e rompere l’isolamento a cui ci vorrebbero costringere, dentro e fuori da quelle mura.

SOLIDARIETÀ A CHI RESISTE ALL’INFAME REGIME PENITENZIARIO!

CONTRO IL CARCERE E LA SOCIETÀ CHE LO NECESSITA!

Atene: Aggiornamento sul processo e dichiarazioni dei compagni accusati

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Un altro processo-terrore è iniziato oggi, 3 Febbraio 2014, nel carcere di Korydallos, con 7 compagni anarchici accusati di partecipazione alla CCF e rapine a Pirgetos e Filota. 5 dei compagni sono già stati accusati di far parte della CCF, sebbene anche gli stessi prigionieri membri della CCF hanno più volte negato il loro coinvolgimento. L’antiterrorismo cosi come i giudici comunque insistono di proposito nel presentarli come membri della CCF.

I compagni accusati G. Mihailidis e G. Naxakis hanno dichiarato di non volere difesa legale. La corte ha nominato dei legali d’ufficio.

In queste processo sono riuniti tre casi. Due per le rapine a Pirgetos e Filota, e anche l’ordinanza 207, che è sotto processo contemporaneamente in un altro processo a Koridallos e presso la corte d’appello a Via Loukareos. Infatti, non si è mai visto che un’ordinanza viene aggiudicata tre volte (e non sappiamo quante altre ancora), perché questo adesso è il metodo del capo dell’antiterrorismo E. Hardalias.
L’avvocato dei compagni F. Harisis e A. Ntalios ha detto che ad un certo punto bisognerà esaminare la questione del rinvio del processo e che non si potranno fare processi in posti che sembrano delle baracche. Appena nominati gli avvocati, la corte si è ritirata.

I compagni G. Sarafoudis, A. Ntalios, F. Harisis, N. Romanos e G. Mihailidis hanno fatto le loro dichiarazioni. Continue reading Atene: Aggiornamento sul processo e dichiarazioni dei compagni accusati

Atene, Grecia: Condannato l’anarchico comunista Tasos Theofilou

Il 7 Febbraio 2014 l’anarchico comunista Tasos Theofilou è stato condannato a 25 anni di carcere, anche se lui abbia negato tutte le accuse fin dall’inizio. Una corte di tre membri ha raggiunto una sentenza di maggioranza (invece di un verdetto unanime) presso il tribunale di Atene.

Tasos Theofilou è stato prosciolto da accuse gravi in relazione alla “formazione di e appartenenza ad una organizzazione terroristica” (cioè il suo presunto coinvolgimento nel gruppo di guerriglia urbana Cospirazione delle Cellule di Fuoco), nonché dal possesso di esplosivi e ordigni (queste accuse erano anche cadute, dal momento che i giudici hanno stabilito che non è mai stato un membro della CCF), falsificazione di cinque carte d’identità, l’uso di un’arma da fuoco e due tentativi di omicidio.

Tuttavia egli è stato trovato colpevole di due accuse penali: partecipare ad una rapina con le sue caratteristiche fisiche coperte, e di essere complice in omicidio colposo commesso in uno stato di calma mentale. È stato anche giudicato colpevole di tre reati: di portare un arma da fuoco, forgiatura ripetuta (accusa relativa ai veicoli dei ladri), e ricezione di proventi di reato (la macchina di fuga dei ladri).

In altre parole, la corte ha deciso che presumibilmente Theofilou (senza essere un membro della CCF o di un’altra organizzazione) abbia partecipato alla rapina nella banca all’isola di Paros nel mese di Agosto 2012, ma non era quello che abbia ucciso Dimitris Michas (il cittadino che aveva tentato di bloccare la fuga dei ladri). Secondo uno dei suoi avvocati difensori, questa è una decisione presa sulla base di una ed unica indicazione (un campione di DNA discutibile su un cappello che presumibilmente è caduto ad uno dei rapinatori). Almeno l’imposizione di ergastolo è stata impedita, perché non è stato condannato per omicidio colposo intenzionale…

Molti fatti del caso e le prove presentate al tribunale sono state a favore della sua assoluzione (ad esempio nessuno dei testimoni oculari abbia riconosciuto Theofilou durante il processo). Tuttavia, come era accaduto nel caso del prigioniero anarchico Babis Tsilianidis, anche in questo procedimento l’imputato è stato trovato colpevole esclusivamente sulla base del DNA, che sarebbe stato trovato su un oggetto mobile.

La corte di primo grado ha imposto: 16 anni per favoreggiamento ad omicidio colposo, 15 anni per aver commesso la rapina, tre anni per forgiatura, due anni per porto di un’arma da fuoco (più una multa di 5.000 euro) e due anni per aver ricevuto proventi di reato; un totale di 38 anni. La sentenza aggregata è di 25 anni di carcere. Il compagno ha il diritto di appello contro la sua condanna, ma l’appello non ha effetto sospensivo, cioè, deve rimanere in carcere fino al suo prossimo processo in corte d’appello (ma nel frattempo egli può richiedere che la sua pena detentiva sia sospesa).

PIENA ASSOLUZIONE E RILASCIO IMMEDIATO DEL COMPAGNO TASOS THEOFILOU.

tradotto dall’inglese

Atene: Dichiarazione di Nikos Romanos alla prima udienza (3/2/2014) del tribunale speciale del carcere femminile di Koridallos

Il fine di questa dichiarazione è chiarire le intenzioni a voi e alle vostra corte.

Le azioni, che non sono unite alle parole, affinché il loro contenuto concettuale sia chiaro, portano alla confusione, mentre le parole, che non sono seguite dalle azioni sono significati vuoti di un dilungarsi inoffensivo.

Sono qui come vostro nemico dichiarato e irriducibile, non imploro la vostra clemenza, non cerco il dialogo con voi e i vostri simili. I miei valori sono in guerra coi vostri, quindi ogni frase che mi esce contro di voi è una lama che colpisce le vostre maschere di ipocrisia e chiarifica la posizione e il ruolo di ognuno di noi.

Scrivete centinaia di pagine e create continuamente nuovi casi, per seppellirci nelle carceri della vostra democrazia, per decenni.

Vi state preparando ad imporci “speciali condizioni detentive”, ovvero l’unico colpo mancante nel pantheon del “trattamento speciale” (trasferimenti, processi, leggi), che create per combatterci.

Le semplici leggi della fisica dicono che una reazione è la conseguenza di un’azione.

Fuori dai vostri tribunali nelle terre libere, ci sono persone ribelli, compagni per me, terroristi per voi, che non intendono tollerare il nostro sterminio, volendo far sanguinare prima voi e i vostri supervisori politici.

Potete prendere ciò come una minaccia se vi va.

Io credo che questa sia la realtà cinica. Ogni opzione ha un suo costo. Suppongo che, come giudici e servi della legge, sarete d’accordo con me su questo.

Ma diamo una breve occhiata al vostro meraviglioso mondo. Siamo nell’era della velocità. Tutto si muove velocemente, creando continuamente stati di emergenza. La velocità del tempo storico è deragliata adesso, informazioni e notizie viaggiano in millisecondi, la tecnologia e la scienza stanno avanzando a passi da gigante.

Vicino ad esse, le contraddizioni della moderna civilizzazione esplodono sempre più spesso. Dozzine di fuochi vengono appiccati nelle città, dove tutto sembra calmo, e minacciano di diffondere il caos nell’organizzato ordine del sistema.

Questi eventi creano le condizioni che servono ai nostri propositi. Creiamo ponti di comunicazione con gente dietro le barricate cosicché gli atti di violenza diventino parte di un contesto politico più specifico, aprendo la prospettiva del loro superamento nella lotta per la rivoluzione anarchica.

Lì, dove la rabbia si combina alla consapevolezza.

Lì, dove la gente, le cui budella sono bruciate dal fuoco della libertà, si incontra.

Da qualche parte ci sono le impronte della mia insurrezione.

Anarchica, perché essa è ostile verso ogni tipo di autorità riprodotta dall’uomo, continua perché non cerca di riformare ma distruggere, esistenziale perché attraverso l’insurrezione esprimiamo tutti queste bellissime sensazioni che vogliamo diffondere nei cuori degli insorti.

Inoltre, la qualità della vita viene misurata in momenti e sensazioni.

Sulla base di questa descrizione schematica, dovreste capire che non avete modo di fermare l’inevitabile. La collisione dei nostri mondi.

Ecco perché dichiarazioni come queste hanno questo proposito, mandare un messaggio chiaro.

Non potete piegarci, non potente fermare la tempesta in arrivo.

Questi tempi richiedono riflessione, cautela e continua lotta con ogni mezzo.

Nessun passo indietro!

Più violente contro stato e capitale.

Forza ai guerriglieri urbani anarchici Nikos Maziotis e Pola Roupa, che hanno una taglia sulle loro teste.

Forza a tutti i compagni in clandestinità.

Ficcatevi i soldi delle taglie su per il culo!

LUNGA VITA ALL’ANARCHIA!

Nikos Romanos
3 Febbraio 2014

Nota : Il processo, iniziato il 3 Febbraio, contiene diversi casi. Leggi di più qui.

Prigione di Koridallos, Atene: Aggiornamento sulla 4 udienza per il caso della doppia rapina a Velventòs-Kozani (20 Gennaio 2014)

Dopo le procedure di rito per avvocati e accusa, l’avvocato A. Paparousou ha chiesto di intervenire per fare una dichiarazione riguardo al suo cliente A.-D. Bourzoukos. Il suo cliente, oltre al presente processo, è accusato di azioni avvenute nel 2012 verso le quali non ha alcuna implicazione e per le quali un secondo mandato d’arresto è stato spiccato a suo carico. In questo sono menzionate le azioni per le quali è accusato e sono le stesse del processo in corso. Questa è una pratica che viene fatta dall’antiterrorismo negli ultimi anni, ha notato l’avvocato.

I compagni presenti A. Ntalios e A. D. Bourzoukos, ai quali il presidente ha chiesto se volessero rilasciare dichiarazioni, hanno risposto di aver già reso pubblica la loro posizione. Dopo gli interventi degli avvocati Paparousou e Fytrakis, A.-D. Bourzoukos ha fatto una dichiarazione, dicendo di rifiutare tutte le accuse a suo carico, aggiungendo che nel suo codice di valori la rapina in banca è un momento di lotta, mentre per i giudici è un crimine, così come le sue idee anarchiche, e che i giudici sono una parte del meccanismo oppressivo che agisce senza scrupoli, spesso fabbricando accuse o colpendo in modo spropositato, in base agli ordini dell’antiterrorismo. “Fino a quando ci saranno persone come voi, ci saranno anche quelli che combatteranno per la sovversione e la distruzione del sistema che servite”, ha concluso.

Dopo l’esame di uno “strano” testimone da parte di giudici e avvocati, i compagni Harisis, Ntalios e Bourzoukos hanno fatto alcune domande. Il testimone ha dato un misto di risposte contraddittorie, tra le quali due bugie rilevanti: che avrebbe riconosciuto Michailidis in base agli occhi (che erano gonfi e quindi chiusi a causa dell’infame pestaggio) e che non ha ricevuto pressioni da parte degli agenti per riconoscerlo!

Queste risposte sono state l’ultima goccia per la pazienza dei compagni, i quali gli hanno detto che il suo comportamento è da infame. La risposta del testimone sugli occhi del compagno ha causato la reazione della madre di Michailidis che era in aula. Sua madre ha ricordato che, a causa del pestaggio ricevuto da suo figlio in caserma, quando venne portato in manette ad Atene, neanche lei stessa riuscì a riconoscerlo.

Il processo riprenderà martedi 4 Febbraio 2014, con l’esame dei testimoni dell’accusa.

fonti : 1, 2

Atene, Grecia: Dichiarazione letta al processo da Nikos Romanos e Giannis Michailidis (29/11/2013)

Oggi inizia il teatro delle ombre che voi chiamate processo. È più che evidente che si tratta di un processo dove si stanno giudicando gli anarchici rivoluzionari che hanno rigettato il sistema e i suoi benefici per passare all’attacco contro di esso. Perciò hanno operato decine di questi “colpi di stato speciali” per affrontarci. Tribunali speciali, trasferimenti speciali, leggi speciali antiterroriste, “protezione” speciale da parte della polizia. Tutti questi esempi sono delle ammissioni segrete che vengono nascoste dietro la flessibilità e i duplici discorsi che ci offre il sistema ma in realtà sono cosi codardi che coprono tutta questa parodia con argomenti ancora più ridicoli, negando di ammettere l’ovvietà.

Il fatto che siamo in guerra, che siamo nemici e che ci divide una linea divisoria. Rivoluzione e Controrivoluzione.

Ah, non siamo cosi ingenui da credere che voi adorate il vostro ruolo “speciale” per qualche sacro dovere. Le condanne che ci darete sono dettate politicamente dai vostri superiori politici che state fedelmente servendo per salire in questa gerarchia mafiosa e occupare i ranghi importanti che tanto desiderate.

Siete degli “esperti” ordinari nominati nel loro interesse personale in questa epoca malvagia. Oggi sono venuti qui con tutta la loro solennità e maestà richieste per tali circostanze “speciali”. Inoltre non si tratta solo di fare giustizia e salvaguardare la legalità. I vostri superiori politici sicuramente vi ricompenseranno. Continue reading Atene, Grecia: Dichiarazione letta al processo da Nikos Romanos e Giannis Michailidis (29/11/2013)

Stati Uniti d’America: Rebecca Rubin condannata a 5 anni

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Dopo essersi consegnata nel 2012 a seguito di 7 anni in clandestinità, accettando la condanna nello scorso Ottobre, questa settimana Rebecca Rubin è stata condannata a 5 anni di carcere federale. La condanna è minore dei 7 anni e mezzo che il governo aveva chiesto.

Per i media, gli attacchi incendiari a lei attribuiti hanno messo in ombra le due azioni che ha rivendicato di liberazioni di cavalli selvaggi dai recinti BLM, dove i cavalli erano messi all’asta per il macello.

Rebecca è stata condannata per quattro azioni di ALF e ELF:

– Liberazione di 400 cavalli selvaggi da un recinto in Oregon e incendio della proprietà (1998)
– Aver portato della benzina in un resort di montagna in costruzione a Vail, Colorado, usata poi per appiccare il fuoco che ha distrutto il complesso sciistico (1998)
– Avert portato dispositivi incendiari a Medford, Oregon, presso l’ufficio delle US Forest Industries, usati poi per appiccare il fuoco (1998)
– Liberazioni di cavalli selvaggi da una struttura BLM in California e incendio di un fienile

“Gli animali e il mondo naturale sono sempre stati per me una fonte di profonda gioia, meraviglia e conforto, e il loro maltrattamento e annientamento una fonte di infinito dolore. Cercando di spiegare – e non scusare – le mie azioni, ho raggiunto un punto intorno ai venti anni dove non ho potuto più contenere o indirizzare appropriatamente il dispiacere, la disperazione e l’impotenza che sentivo verso il maltrattamento subito dagli animali e dal mondo naturale.”

Inoltre lei sarà in libertà vigilata dopo aver lasciato il carcere, e dovrà pagare mensilmente una quota per restituire danni per un totale di circa 13 milioni di dollari.

Durante la sentenza, il giudice ha anche chiesto alla Rubin di leggere l’ultimo libro di Malcom Gladwell, Davide e Golia, che le potrebbe insegnare i mezzi “non violenti” di protesta.

fonte

Stati Uniti d’America: Liberato Jerry Koch

Martedì 28 Gennaio, l’anarchico Gerald “Jerry” Koch che si è rifiutato di prender parte al Grand Jury è stato liberato dal Centro Correzionale federale metropolitano a Manhattan. Il rilascio di Koch arriva dopo otto mesi di prigionia dovuti al suo rifiuto di testimoniare al Grand Jury riguardo all’indagine sul cosiddetto caso del bombarolo in bicicletta.

Il giudice John Keenan, che presiedeva il caso di Jerry, ritiene che la posizione di un governo fuori controllo, che usa il grand jury come una caccia alle streghe, è un “delirio di grandezza”. Il giudice Keenan ha proseguito:

“Semplicemente non ci sono prove che il governo, minacciato dall’abilità sovversiva di Koch, riesca a portarlo davanti al grand jury con un pretesto, o di avere accesso al tesoro rappresentato dal circolo dei suoi amici o mandare un messaggio minaccioso ai dissidenti politici.”

In realtà, il governo degli Stati Uniti stava seguendo lo schema di usare i grand juries come stratagemma nel tentativo di capire le reti sociali e politiche degli anarchici. Questa tattica è stata usata recentemente nel Pacific Nortwest e in California. Comunque, il rilascio di Jerry non arriva perché un giudice ha “visto la luce” e ha fatto aprire i cancelli. Arriva a causa della diligenza del suo supporto legale che ha fatto una complessa mozione. Dice il giudice:

“La posizione di Koch è lineare. Dato che lui continua ad opporsi al governo in generale e al grand jury nello specifico, sottolinea che la prigionia prolungata non lo indurranno a testimoniare. Infatti, dice che la sua detenzione al MCC hanno radicalizzato le sue idee riguardo alla repressione governativa.”

Arrestare qualcuno per vilipendio civile al fine di costringerlo a testimoniare, per lo stato, non è un atto punitivo. Quando diventa punitivo e perde ogni potere coercitivo, l’individuo deve essere rilasciato. Il contenuto della mozione presentata dal team legale sosteneva che il fine della detenzione di Jerry – costringerlo a testimoniare al grand jury, fosse fallimentare e di fatto era diventato meramente punitivo. In base a ciò, il giudice ha dato il proprio assenso. Ed ecco perché ha deciso di liberare Jerry.

La decisione del giudice Keenan rivela anche l’importanza del supporto fuori. Articoli scritti su Jerry, lettere, una petizione online aggiunta alla forza della mozione presentata. Una forte solidarietà dagli amici e dai familiari ha contribuito al rilascio di Jerry.

Nel leggere la decisione del giudice Keenan, è chiaro che l’unica gioia che è in grado di provare nella sua misera vita è l’invettiva lanciata contro Jerry e gli anarchici in generale. E alla fine del giorno, gli insulti infantili del giudice non contano nulla. Ciò che conta è che il nostro compagno è tornato tra noi.

Ancora le parole del giudice Keenan, Jerry “ha deciso di restare un oppositore – infatti ha promesso di continuare eternamente la sua protesta.” E per questo ti applaudiamo Jerry. Bentornato a casa.

fonte : anarchist news

Pireo, Grecia: Attacco fascista allo spazio sociale anarchico “Resalto” a Keratsini

Abbattere il fascismo della vita quotidiana
Abbattere il fascismo della vita quotidiana

Sabato mattina, 25 Gennaio, nel quartiere di Keratsini a Pireo (porto di Atene), una numerosa milizia d’assalto di neonazisti ha profanato l’intera zona dove Pavlos Fyssas è stato assassinato da un membro dell’Alba Dorata nel mese di Settembre 2013. Subito dopo, circa 80 membri dell’Alba Dorata hanno attaccato lo spazio auto-organizzato “Resalto”. I neo -nazisti sono stati respinti da 15 compagni che si trovavano all’interno di Resalto. Secondo le prime stime, i fascisti si sono presentati presso il quartiere in gruppi di tre ed hanno attaccato l’esterno di Resalto con pietre, mattoni e vernici sotto la supervisione di agenti di polizia. Tutto questo è durato pochi minuti. I teppisti nazionalisti sono andati via non appena un poliziotto della squadra motorizzata “DIAS” è stato sentito dire a loro: “avete finito da qui”… Di seguito la polizia ha aiutato i fascisti di fuggire dalla scena dell’attacco attraverso la Via Lambraki. Durante l’attacco fascista sul Resalto, le finestre della porta di casa accanto sono state distrutte, ed inoltre dei mattoni sono stati gettati in camera da letto di un bambino. Alcuni dei fascisti sono stati riconosciuti; le loro squadre sono state arrivate dalle zone di Pireo, Perama, Nikaia e Atene. La maggior parte di loro erano giovani, ed alcuni portavano dei caschi con loro. Tutti i compagni sono in buona salute, mentre molti fascisti sono stati probabilmente colpiti alla testa con vari oggetti. L’incidente è durato per dieci minuti al massimo, in presenza dei poliziotti della DIAS che hanno offerto protezione ai neonazisti dell’Alba Dorata per tutto il tempo. Nel frattempo, gruppi di compagni anarchici ed altri antifascisti dal Pireo ed Atene sono stati informati di quanto accaduto e sono arrivati a Keratsini infuriati e pronti a scacciare via i neo- nazisti, ma i teppisti erano già spariti dalla zona. Mezz’ora dopo che i fascisti fossero andati, ulteriori unità motorizzate della DIAS così come dei squadroni anti- sommossa “MAT” sono stati dispiegati nel quartiere. Il collettivo di Resalto ha richiamato ad una manifestazione locale spontanea in Piazza Laou, in risposta all’attacco. Il corteo, con più di 400 manifestanti, è iniziato dopo 14:00 ed abbia attraversato le strade di Keratsini, passando anche dal luogo dove l’antifascista Pavlos Fyssas è stato accoltellato a morte.

Fascisti assassini vi schiacceremo
Fascisti assassini vi schiacceremo

Di seguito è riportato un testo (presente nel video seguente) circa le provocazioni fasciste a Keratsini:

Quattro mesi dopo l’omicidio di Pavlos Fyssas ad Amfiali da un battaglione d’assalto del partito dell’Alba Dorata, circa 100 squadristi fascisti hanno fatto la loro comparsa ancora una volta a Keratsini, presso i quartieri di Amfiali e di Tabouria. Marciando per la Via Tsaldari, i fascisti hanno profanato il luogo dove Pavlos Fyssas è stato accoltellato a morte -un omicidio che essi stessi hanno commesso- hanno cancellano gli slogan dipinti, le poesie e le dediche di decine di persone in suo ricordo abbassando lo striscione dell’associazione locale “Ploumpidis” degli insegnanti della scuola. Questa è stata una chiara rivendicazione di responsabilità dell’omicidio da parte loro, un assassinio che non avevano confessato pubblicamente prima, “scaricando” il loro assassino Roupakias.

Nella loro cammino, hanno abbassato molti altri striscioni degli insegnanti dell’associazione locale, hanno coperto graffiti antifascisti e dipinto le mura con abominevoli slogan fascisti-nazionalisti, e quando hanno raggiunto la piazza Laou (Piazza del Popolo) a Tabouria si sono mossi in modo aggressivo verso lo spazio auto-organizzato di solidarietà e di lotta “Resalto” (situato a 100m da quella piazza). A quanto pare, nel tentativo di riemergere nei quartieri del Pireo nel corso delle ultime settimane e riaprire i loro uffici a Nikaia, sono stati profondamente infastiditi dalla forte resistenza che hanno incontrato da parte delle persone in lotta (ecco perché hanno lanciato le loro provocazioni già dalla settimana precedente, dipingendo uno slogan sul ​​muro dello spazio sociale autogestito “Pasamontaña” a Koridallos, mostrando i loro volti ancora nelle aree di Nikaia e Koridallos durante una delle loro solite sfilate patetiche).

Quasi la metà dei fascisti sono saliti dalla Via Ermou ed hanno attaccato lo spazio sociale, causando allo stesso tempo danni alle case, alle auto e alle moto degli abitanti, mentre il resto di loro aveva bloccato la Via Konstantinoupoleos, impedendo ai veicoli il passaggio e coprendo così il loro gruppo d’assalto. I 15 compagni, uomini e donne che erano dentro il Resalto in quel momento hanno difeso se stessi e il progetto e dopo cinque minuti di scontro sono riusciti a respingere i fascisti. Hanno dimostrato che la lotta collettiva tra compagni, senza le classificazioni della propria “capacità di combattimento” o del sesso è in grado di affrontare i battaglioni d’assalto nazisti quando le forze della repressione non li danno attivamente una mano. Inutile dire che le molte motociclette della polizia DIAS, che scortavano i fascisti dopo il loro attacco fino al loro ritiro da Keratsini, non fecero alcuna detenzione nonostante il fatto che le prime forze di polizia sono arrivate ​​al posto mentre l’assalto-scontro era in corso ed anche anche se molti fascisti (quelli che sono stati in prima linea) si sono ritirati con vernice sui loro vestiti. È importante notare che il fatto principale che conferma la natura antisociale, pezzente e omicida degli fascisti fu la distruzione delle finestre e della facciata della casa accanto con delle pietre, anche se il proprietario stava urlando che si tratta di una casa e c’è un piccolo bambino dentro. La maggior parte delle decine di pietre che sono state gettate in questa casa sono cadute nella stanza del bambino e se la bambina non fosse stata subito spostata dai suoi genitori sarebbe stata gravemente o mortalmente ferita.

Un raduno antifascista fu subito chiamato in piazza Laou, e più di 400 antifascisti hanno effettuato una manifestazione spontanea a Tabouria e Amfiali (passando per le strade dove i fascisti avevano fatto la loro comparsa in precedenza), spazzando via anche gli slogan fascisti dalle mura. Molte persone della zona hanno partecipato al corteo, che è stato sostenuto anche da persone di solidarietà e di lotta dai quartieri circostanti del Pireo e di diversi quartieri di Atene.

I fascisti sono i cani fedeli dello Stato e del Capitale -non importa se continuano a presentarsi come “anti-sistemici”- che sono caduti in disgrazia insieme ai loro padroni (probabile una fase temporanea) a causa di tendenze autonomistiche e una serie di proprie scelte-mosse incontrollabili, come ad esempio il tentativo di omicidio dei sindacalisti del PAME [organo sindacale stalinista] a Perama e l’omicidio di Pavlos Fyssas a Keratsini. Diremo ancora una volta: nelle zone dei profughi, della resistenza, della dignità e della solidarietà, i fascisti, i loro battaglioni d’assalto e i loro sostenitori non sono solo indesiderati ma nemici. Assassini fascisti, non c’è posto per voi nelle nostre zone. Lo confermeremo ogni istante, in ogni modo.

Sabato 25/01/2014
Spazio auto-organizzato di solidarietà e di Lotta “Resalto”
Assemblea antifascista autonoma di Keratsini
Assemblea di piazza di Keratsini-Drapetsona

Di seguito è riportato una ripresa da un vicino di casa (i neo- nazisti gridano “sangue-onore-Alba Dorata” e “anarchici figli di puttana”), riprese dall’interno di Resalto , e momenti dalla manifestazione spontanea a Keratsini:

[dailymotion]http://www.dailymotion.com/video/x1abj6v_25012014-ker_videogames[/dailymotion]

Link video: dai.ly/x1abj6v. Ulteriori foto, che mostrano i manifestanti dall’ambiente anarchico/antiautoritario ma anche dallo spettro della sinistra, a fianco con alcuni vicini del quartiere: Social-Revolution

PROSSIMA AZIONE:
Corteo antifascista a Keratsini – Venerdì, 31 Gennaio 2014, alle 18:00
Raduno a piazza Nikis, in via Tsaldari, Amfiali

tradotto dall’inglese

Italia: Aggiornamenti sulla censura in AS2 del carcere di Ferrara

28 gennaio 2014 – Continuano la censura ed il sequestro arbitrario di corrispondenza e stampa anarchica, in entrata ed in uscita, dalla sezione di Alta Sorveglianza di Ferrara: lettere e aggiornamenti informativi stampati dai siti e blog di movimento consegnati con settimane di ritardo, stampa anarchica di lingua inglese trattenuta e sequestrata da due mesi, corrispondenza con alcuni compagni in carcere all’estero bloccata e sequestrata dalla censura.

Va ricordato che nella sezione AS2 ferrarese sono rinchiusi unicamente tre anarchici [Adriano Antonacci, Nicola Gai e Alfredo Cospito] e che non hanno alcuna possibilità di contatto con il resto dei prigionieri, tutto questo concorre ad ostacolare se non impedire di fatto qualsiasi intervento attivo nelle discussioni fuori, visto che le notizie arrivano tardi e con il contagocce.

Alfredo in particolare chiede di far presente la situazione (l’ultimo episodio –di cui ha ricevuto notizia la scorsa settimana dall’amministrazione penitenziaria– è il sequestro di una sua lettera/intervista indirizzata ai compagni in carcere in Grecia delle CCF, bloccata due mesi fa e mai uscita dalle mura del carcere) e ribadisce solidarietà e vicinanza ai quanti continuano ad agire, in Italia ed all’estero, ai compagni prigionieri ed in particolare alla compagna Tamara Sol Vergara, sequestrata dallo stato cileno per aver attaccato un guardiano del BancoEstado, in solidarietà a Sebastian Oversluij, anarchico ucciso durante un esproprio.

Per scrivere ai compagni …
Alfredo Cospito – Nicola Gai
C.C. Ferrara, Via Arginone 327, 44122 Ferrara (Italia)

Più d’informazione : nidieunimaitres@gmail.com

Stati Uniti d’America: Kevin Olliff condannato a 2 anni e mezzo

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Martedì, Kevin Olliff ha accettato di patteggiare la pena ed è stato condannato a 2 anni e mezzo. L’unica prova a sua carico è stata il possesso di strumenti che per l’accusa erano pronti per essere usati per “danneggiare” un allevamento di volpi.

Con i benefici per la pena scontata, e quelli relativi al Illinois, Kevin dovrebbe essere rilasciato tra 10 mesi.

Questa è una condanna significativamente più pesante rispetto a quella ricevuta dal coimputato Tyler Lang, che è uscito a Novembre. Si è detto che i trascorsi di Kevin con i suoi arresti per la militanza animalista lo abbiano reso un bersaglio per l’accusa, traducendosi con una condanna più lunga (Kevin ha scontato in California per delle accuse di “stalking” riguardo al suo ruolo nella vittoriosa compagna contro POM Wonderful).

La storia

Tyler Lang e Kevin Oliff sono due attivisti animalisti di Los Angeles che sono stati arrestati in Illinois in Agosto per “possesso di strumenti per vandalismo”. Dopo un primo momento dove si sono rifiutati di far effettuare la perquisizione dalla polizia, la loro automobile è stata comunque perquisita. Dentro, la polizia ha trovato cesoie, acido muriatico, maschere da sciatori, tronchesi, abbigliamento mimetico. Secondo l’accusa tali strumenti erano utili per colpire un vicino allevamento per pellicce.

Un caso che parte dal generico vandalismo e finisce nella liberazione animale

Questo caso ha avuto numerose svolte, incluso l’accusa che ha sostenuto di avere immagini di sorveglianza di un attacco ad un allevamento di visoni in Illinois avvenuto la notte prima del suo arresto (insieme a Tyler Lang).

Mentre è stato chiaro dall’inizio che l’accusa stava usando le loro storie di attivisti animalisti contro Tyler e Kevin, solo alla fine ciò è stato esplicito.

Prima, l’accusa ha detto di usare Morris, la liberazione di visoni in Illinois (avvenuta la notte prima dell’arresto) per costruire un caso circostanziale e sostenere che Kevin Olliff volesse usare gli strumenti trovati in auto per colpire un allevamento per pellicce.

Dopo, l’accusa ha citato uno specifico allevamento che credeva fosse l’obiettivo di Kevin e Tyler la notte del loro arresto.

Alla fine, il governo è stato esplicito: Hanno voluto processare Kevin e Tyler per l’aver cospirato in piena regola di attaccare un allevamento.

Governo alla disperata ricerca di un arresto

Negli ultimi 6 mesi del 2013 10 allevamenti sono stati attaccati e nessuno è stato arrestato. È chiaro che il governo ha avuto un particolare interesse per Kevin e Tyler in assenza di poter arrestare membri del ALF. Nonostante quasi tutti gli attacchi siano avvenuti dopo il loro arresto, il governo è sembrato voler rochestrare qualcosa di simbolico (arrestando
attivisti animalisti di notte nel Midwest) contro gli attuali successi del Fronte di Liberazione Animale.

Trasporto in carcere

Kevin è stato trasferito dal tribunale di Woodford quasi subito dopo la sentenza, e trasferito in una struttura a Joliet. Dovrebbe star li un mese, prima di essere portato in una vera prigione. Durante il prossimo mese, avrà limitazioni sulle telefonate, potrà ricevere (ma non inviare) mail. Il suo nuovo indirizzo verrà postato appena possibile.

Cosa si può fare

Questo risultato, anche se non ideale, non sarebbe stato possibile senza le manovre legali del team legale di Kevin, un gruppo di duramente impegniati avvocati attivisti da Chicago (ed un avvocato dal Woodford County). Il fondo di sostegno di Kevin è ancora in rosso dalle sconfinanti spese legali, e diverse migliaia di dollari sono ancora necessari per pagare gli avvocati. Considerate di organizzare una raccolta di fondi per Kevin, o donare direttamente alla sua difesa legale.

Per donazioni qui.

Controllate il sito del supporto Kevin & Tyler per aggiornamenti frequenti, per donare, e per tutte le ultime novità.

fonte

Santiago, Cile: Rivendicazione del tentato attacco contro la prefettura di Santiago Est e il 18° commissariato di Nunoa

bomba

Quando un/a compagno/a cade non possiamo restare indifferenti, bendarci e restare a legger per sempre cosi da dare il nostro piccolo contributo in dibattiti e discussioni. Le nostre lacrime per i/le compagni/e caduti/e in guerra diventano lava che fuoriesce dai nostri corpi, trasformandosi nel fuoco interno che ci da la fiamma per dare tutto in ogni azione contro il nostro nemico e i bastardi che lo proteggono.

Nuovamente riempiti di orgoglio perché siamo scivolati sotto ai loro nasi e abbiamo superato le loro mura qualche minuto prima di mezzanotte pronti ad agire a mezzanotte, quando tutti stavano celebrando (anche i “rivoluzionari”) dimenticando che ci sono compagni/e prigionieri/e, accusati e uccisi per aver dato la propria vita cosicché queste parole si sono trasformate in azioni concrete contro la morale, il comfort e la vita del nemico.

Il nostro fine come Amici della Polvere nera è demoralizzare le forze dell’ordine e farle sentire vulnerabili in modo che sempre più individui senza paure faranno ciò che vogliono contro i protettori dell’ordine e della pace sociale. Sebbene ciò possa non essere il nostro obiettivo definitivo, sappiamo che ci sono bracci armati del vero nemico, ed perché le nostre azioni sono state duplici e di qualità. Da un lato, facendo soffrire e morire questo mondo obbediente. Dall’altro, dirigendoci contro ingegneri, scienziati, padroni e uomini d’affari che finanziano, amministrano e creano progetti che rendono questo mondo sempre più artificiale, dando una supposta sempre più grande libertà e vita a questa razza disgustosa, riuscendo solo a ridurre la sfera della libertà al fine di ottenere il controllo globale a livelli insostenibili.

In questo nostro comunicato (1. Ufficio del Procuratore a La Florida; 2. Tribunale di Puento Alto; 3. Caserma a Las Vizcachas) siamo fieri e frustrati allo stesso tempo, visto che il nostro sistema a tempo era perfettamente funzionante tranne che, a causa di un’incertezza al momento di attivare la componente elettrica, abbiamo tagliato il filo che chiudeva il circuito; per motivi logici non abbiamo potuto risolvere l’errore dato che l’entrata e l’uscita dal posto era stata stimata in 30 secondi in modo da non farsi scoprire; siamo andati via pensando che la fortuna sarebbe stata dalla nostra, ma stavolta è stata dalla loro, visto che se tutto fosse andato bene, avremmo ferito o ucciso i bastardi che erano dall’altro lato della porta, distratti e confusi come sempre, cosi come avremmo causato grandi danni materiali, visto che la nostra pentola conteneva 3 chili di polvere nera pressata, 250 grammi di tnt, tre bombolette di gas, delle esche per accendere, mezzo chilo di tondi d’acciaio di 1 pollice, oltre ai frammenti che avrebbe fatto la pentola. Era un buon piano, tutto o niente; i fini fisici e materiali che avevamo non sono stati raggiunti ma la parte psicologica si, e ora stiamo sorridendo nell’aver creato uno stato di massima allerta in tutte le caserme di polizia che è durato fino al 10 Gennaio, facendogli capire che siamo pronti a tutto, che possiamo essere agli inizi ma la nostra rabbia ci fa crescere in questo cammino di lotta per la libertà e l’autonomia.

Dedichiamo questa azione al Pelato Angry perché capiamo e condividiamo il coraggio del compagno di voler vivere in un mondo libero e selvaggio. Speriamo che tu venga vendicato prima o poi…

Forza a Monica Caballero e a Francisco Solar
Forza a tutti/e i/le compagni/e prigionieri/e e accusati/e nel mondo

Dopo la calma arriva la tempesta…

Amici/che della Polvere nera

fonte

tradotto dall’inglese

Messico: Rilasciato su cauzione il compagno Mario Lopez

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Abbiamo saputo dagli avvocati che il compagno Mario Lopez è stato scarcerato su cauzione dopo essere stato arrestato lo scorso 20 Gennaio con l’accusa di aver violato la legge federale sulle armi e gli esplosivi, per fabbricazione di esplosivi.

Ciò ci rallegra molto, senza dubbio, ma è chiaro che prosegue la caccia alle streghe contro gli anarchici; arrestati, deportazioni, minacce, montature giuridiche, ecc. La detenzione di Mario è parte di questa strategia terrorista dello Stato.

Al momento non sappiamo altro.

Abbasso le mura delle prigioni!

Libertà per tutti/e!

Croce Nera Anarchica México

fonte ~ in inglese

Brasile: Cellula FAI attacca sottostazione elettrica

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Per una Internazionale Nera

Intorno alle 2 di notte del 20 Gennaio, con la complicità del buio, le urla dei devoti ci hanno segnalato, ma esse non erano rauche o sufficienti per i lupi solitari che hanno visitato la sottostazione di energia Celesc vicino a Balneario Camboriù, nel sud del Brasile. Questa azione è stata fatta in risposta all’appello per una internazionale nera e per segnare l’inizio delle attività di quest’anno. Non abbiamo avuto nessun problema durante l’attacco, visto che i porci stavano mangiando durante un raid
inatteso del gruppo tattico delle operazioni speciali e altri veicoli, guardie municipali e polizia militare, un giorno di grandi manovre per la polizia. Ci siamo dotati di due dispositivi esplosivi pieni di schegge, uno non ha avuto successo perché si è disintegrato senza raggiungere l’obiettivo e ferire nessuno. Ma l’altro ha raggiunto lo spazio della sottostazione elettrica dove c’erano i trasformatori, senza fare molti danni. I dispositivi sono stati lanciati come si nota dalle immagini.

Fino alla completa distruzione dell’esistente, del Capitale, dello Stato!

Libertà per i combattenti caduti nelle mani dello stato, nulla rimarrà impunito.

Stiamo aspettando le loro azioni repressive, i militari e voi dovreste sapere che niente e nessuno è intoccabile. La città di Balneario Camboriù è un continuo processo di gentrificazione/pulizia sociale, cosi come il resto del paese.

Che la polvere nera attraversi le strade e raggiunga ogni compa anarchico in Brasile, Portogallo, Messico, Cile, Argentina, Grecia, Spagna, Francia, Regno Unito, Indonesia, Peru, Stati Uniti, Australia, Turchia, Germania e ovunque nel mondo.

Movimento di Disobbedienza Civile (MDC) – Cellula della Federazione Anarchica Informale (FAI)

in portoghese

Stato spagnolo: Trasferimento a Cordoba per il compagno Francisco Solar

Sembra che il potere, vuole fare ancora una mossa, cercando di distruggere la solidarietà e l’amicizia che ci unisce.

Per la seconda volta, Francisco Solar, sarà trasferito di carcere. Dopo settimane senza alcun contatto con un altro prigioniero, Francisco è da una settimana che condivide il cortile con un altro detenuto, con il quale congiuntamente sarà trasferito alla prima prigione. Oggi stesso (25 Gennaio) sarà trasferito al carcere di Valdemoros, dove starà per quattro giorni, fino a Mercoledì, quando sarà trasferito al carcere di Córdoba. Il compagno rimane forte e con la testa alta!

Cogliamo l’occasione per aggiornare e diffondere la direzione di Monica, che continua imprigionata nel carcere di Brieva.

Monica Andrea Caballero Sepulveda
C. P. Avila
Ctra. Vicolozano-Brieva S/N
05194 Brieva-Vicolozano (Avila).

Morte allo stato e viva l’anarchia!

fonte

Brutte notizie dal Messico: “Paulina”, la tua morte ha molti Mi piace

O: Perché la disinformazione dovrebbe riguardarci tutti, visto il nostro tentativo di produrre controinformazione…

Alla fine, il 25 Gennaio 2014, l’infame fino ad ora “facebook.com/Bloque.Anarko.Oriente” ha rilasciato un comunicato dove dichiara che loro (ma chi sono realmente?) si scusano per l’errore di aver diffuso la notizia della brutale morte di Maria Paulina Inefavel Lorandi; si scusano di aver diffuso delle cavolate fin dall’inizio. Non faremo ulteriori riferimenti allo schifo di facebook; comunque, l’account pubblico di “Bloque Anarko Oriente” è stato la fonte originale del disgustoso nonsense riguardo alla morte di Maria Paulina, mai accaduta.

Tristemente, questa storia è stata diffusa dal 21 Gennaio (fino ad oggi) anche sui siti di controinformazione. Perché esattamente tali siti hanno diffuso questa notizia non verificata che, per quanto ne sapevano, arrivava direttamente da un account facebook (anche quelli che erano stati avvisati della sua probabile falsità, senza però oscurarla)? Perché si è ritenuto cosi necessario diffondere la notizia di un’anarchica stuprata e uccisa in Messico senza essere sicuri della realtà di questo atroce fatto, senza prendersi un momento per controllare la storia con gli anarchici degni di fiducia che sono attivi nel territorio controllato dallo stato messicano, al fine di evitare che la credibilità crolli a causa delle falsità su facebook? Perché le notizie su facebook si impongono sulla ampia diffusione di controinformazione? E cosa alcuni di questi siti, i vari media di sinistra, e ogni sorta di blogger pensavano quando hanno diffuso le false foto di “Paulina”? Fin dal primo momento della diffusione di questa notizia, alcuni utenti facebook(!) avevano espresso forti dubbi riguardo alla veridicità dei fatti. Il “Bloque Anarko Oriente” ha avuto ripetutamente segnalazioni riguardo al fatto che le foto messe sul loro account come foto “della compagna messicana Paulina” erano invece di un’altra donna cilena, che non ha un bambino di 7 mesi ma uno di 5 anni… Chiunque sia la donna nella foto, il “Bloque Anarko Oriente” non solo ha insistito senza sforzarsi di confermare la notizia, e senza ammettere che nessuno di loro avesse conosciuto di persona “Paulina”, ma hanno persino organizzato un corteo il 25 Gennaio a Città del Messico in ricordo della “loro compagna”, per poi annullare tutto e smentire l’intera notizia all’ultimo minuto.

Ovviamente gli errori capitano. Ma ad un livello più pratico, dobbiamo tutti cercare di nascondere ogni traccia di tutto ciò subito, e per la miseria togliere le foto di quella donna, che è stata super esposta su internet come presunta deceduta. La controinformazione è un’arma; non va trasformata in un cattivo scherzo.

Atene: Testo in merito al processo che inizierà nel tribunale speciale del carcere femminile di Koridallos

ΑIl 3 Febbraio 2014 inizierà un altro processo nel tribunale speciale del carcere femminile di Koridallos, e includerà diversi casi. Alcuni di noi sono accusati nel caso delle abitazioni a Volos e Kallithea (Michalidis, Ntalios, Romanos), lo scontro con gli sbirri a Pefki (Michalidis), altri per la rapina alla ATEbank a Filotas, Florina (Sarafoudis, Michalidis, Politis, Ntalios, Harisis) e per quella alla ATEbank a Pyrgetos, Larissa (Sarafoudis).

Non diremo nulla in relazione alle accuse che “pesano” su di noi. Ognuno di noi ha fatto le proprie scelte e segue la propria strategia riguardo alla gestione del processo sia a livello legale che politico. Alcuni di noi hanno già scritto questo in precedenza rispetto al processo per il caso Velvedo e lo diciamo di nuovo: L’AMICIZIA E LA VICINANZA TRA COMPAGNI che ci legano non saranno colpite dalle scelte legali e politiche del processo.

Con o senza avvocati, rivendicando o meno, noi CONTINUIAMO a guardare il cielo INSIEME da dietro le mura e INSIEME lottiamo contro la prigionia.

BUONA FORTUNA A TUTTI QUELLI CHE STANNO PREPARANDO I LORO ATTACCHI.

Giannis Michailidis, Dimitris Politis, Grigoris Sarafoudis, Argyris Ntalios, Fivos Harisis, Nikos Romanos

fonti: i, ii

Grecia, Corfù: Rivendicato attacco contro bancomat in solidarietà con K. Sakkas

freedom-for-kostas-sakkas

Solidarietà da Corfù

Il 18 Gennaio abbiamo distrutto un bancomat della Emporiki Bank (Banca Commerciale Greca) nella zona di Messonghi nell’isola di Corfù, in solidarietà con Kostas Sakkas e contro tutte le pratiche vendicative dello stato e di ogni potente.

GIÙ LE MANI DAI NOSTRI COMPAGNI

anarchici

PS1. Forza e salute al prigioniero Spyros Stratoulis
PS2. Buona fortuna al fuggitivo Christodoulos Xiros

in inglese