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Brema, Germania: Pietre e vernice a ufficio GdP (Gewerkschaft der Polizei – sindacato di polizia)

Brema, 12 gennaio 2016

164918Dichiarazione per il danneggiamento dell’ufficio del sindacato di polizia (GdP) a Brema il 12 gennaio 2016.

Oury Jalloh e Laye-Alama Condè – erano omicidi! Resistenza ovunque!

Oury Jalloh non è l’unica persona che fu uccisa agli arresti di polizia in Germania. È però l’omicidio meglio noto al pubblico. Noto per il fatto che il chiarimento delle circostanze della morte di Oury Jalloh nella cella di polizia a Dessau è stato massicciamente ostacolato dagli interessati. Dove le contraddizioni, le menzogne e il silenzio vanno fino alla più alta ghenga politica. Ma la morte di Oury Jalloh è anche nota per l’instancabile lavoro attuato da 11 anni e malgrado una forte repressione per fare luce sul caso da parte dex amicx di Jalloh dell’Iniziativa in Commemorazione di Oury Jalloh.

Lo stesso 7 gennaio 2005 moriva Laye-Alama Condé per le conseguenze di una somministrazione coatta di un emetico agli arresti di polizia nella questura in der Vahr di Brema. Anche questa morta s’annovera tra gli omicidi razzisti commessi dagli sbirri nella BRD. In questo caso, il procedimento contro il medico responsabile e gli sbirri responsabili dell’uccisione di Condé è stato archiviato il 1° novembre 2013, dopo lunghi anni di lavoro per fare luce sul fatto.

Nel caso dell’omicidio di Oury Jalloh, nel 2014, dopo un’assoluzione rigettata dalla corte federale, il capogruppo Andreas S. è stato condannato per l’uccisione colposa di Oury Jalloh. Sia l’ammenda di 10.800 Euro sia tutte le spese processuali e legali di quasi 600.000 Euro furono prese in carico dal sindacato di polizia.

Perché il sindacato discolpa il 55enne che solamente 11 minuti dopo l’allarme del sensore antincendi andava alla cella d’arresto nella quale Oury Jalloh il 7 gennaio 2005 stava bruciando? Su richiesta, il presidente del Land del sindacato di polizia Uwe Petermann disse soltanto: “Dobbiamo pagarlo, all’occorrenza con la cassa dell’unione federale”.

Il sindacato di polizia è una tutela degli interessi degli sbirri. Protegge e rappresenta gli sbirri nei loro interessi. Tra questi interessi c’è evidentemente anche la protezione di chi ha commesso un omicidio e di sgravarli d’ogni carico economico.

Non vittime bensì colpevoli!

Il GdP tenta continuamente di minimizzare e di rinnegare la violenza di Stato il suo dispotismo esercitati dagli sbirri. Per cui descrive lx colpevoli sempre come vittime. Appena sono pestate, maltrattate o uccise delle persone come nel caso di Oury Jalloh, Laye-Alama Condé, Achidi John, Christi Schwundeck, Halim Dener, ecc., il GdP protegge lx colpevoli e minimizza i fatti.

A Brema, il GdP si distinse tra l’altro con buon esito chiedendo cuffie antisputo. Tenta di impedire per gli sbirri l’obbligo di portare un segno distintivo e non per ultimo protegge i responsabili della morte di Laye Condé affibbiando a lui stesso la colpa per la propria morte; non avrebbe dovuto rifiutarsi d’ingerire l’emetico.

Il GdP difende illimitatamente la coercizione e la violenza praticata dagli sbirri, rivendica e fornisce le basi per la necessità di una società autoritaria.

“Lo Stato deve dimostrare chiaramente a tuttx lx cittadinx che credono che per loro non esista l’autorità e che potrebbero scandagliare i limiti sociali per reinventarseli a proprio uso e costume che lo Stato imporrà il proprio diritto di stabilire l’ordine” (citazione homepage del GdP).

Un’istituzione come il sindacato di polizia è chiaramente contro il percorso che porta a una società come da noi concepita. Ecco i tanti motivi per la nostra visita notturna dell’ufficio del GdP e per aver rotto i vetri con varie pietre per poi cospargere l’interno di vernice.

Le azioni notturne come questo danneggiamento presso il GdP sono per noi parte importante delle nostre lotte che esprimono il nostro contegno privo di compromessi verso gli sbirri, l’ordine statale e la giustizia. Vogliamo una società senza dominio e autorità. Vogliamo una vita autodeterminata e non un’ubbidienza imposta con la forza. Vogliamo, all’interno di strutture decisionali collettive, decidere e concordare noi stessx le condizioni della nostra convivenza.

Contro ogni autorità! Contro ogni dominio!

ASB (Autonome Strassenbande – banda di strada autonoma)

Fonte: Linksunten

Berlino, Germania: Bruciata auto Flinkster

Berlino, 15 gennaio 2016

Motivatx dall’attacco dei porci al progetto casa Rigaer 94 e Liebig 34 del 13.01 e dai loro continui tentativi di pacificare la Rigaer Strasse con il manganello, questa notte è stata incendiata una vettura della flotta Flinkster (DB – Deutsche Bahn / Ferrovie Tedesche) nella Christianenstrasse.

Ax abitanti combattivx del vicinato nord di Friedrichshain mandiamo con questo i nostri saluti infiammati, in comunione ribelle con i vostri sforzi per un vicinato solidale e resistente.

Mentre nei prossimi giorni gli sbirri s’occuperanno di rubare sampietrini dai cortili interni di Friedrichshain, noi speriamo in altri attentati nelle strade di questa città.

Fonte: Linksunten

Traduzione dal tedesco mc, galera Salez, febbraio 2016

Atene: Striscioni in solidarietà con i/le prigionier* trans

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Trans & cis anormali; la forca per tutti gli autoritari | Libertà per il compagno anarchico Marius Mason
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“—Sei un maschio o una femmina?” “—No.” | Il genere è una costruzione sociale
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Fuoco alla normalità dei normali; per la liberazione totale di genere & sessualità | Forza all’anarchico incarcerato Marius Mason
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Siamo drapetomaniaci e trasgressori; bruceremo le città-prigioni fino alle fondamenta
In risposta all’appello internazionale in solidarietà con i/le prigionier* trans, il 22 e il 23 gennaio 2016, alcune individualità anarchiche hanno appeso degli striscioni in diversi luoghi del centro di Atene (al Politecnico, Monastiraki, piazza Vittoria).

Saluti anarchici al compagno Marius Mason, prigioniero di lunga data negli Stati Uniti. Fuoco alla normalità.

in inglese, tedesco, greco

Città del Messico: Azioni in solidarietà con i/le compagn* imprigionat*

Ricevuto il 3 febbraio, con l’immagine:

fireIl 31 gennaio abbiamo coordinato due azioni di solidarietà con i/le prigionier*. Non soltanto in solidarietà con i/le prigionier* anarchic* ma con chiunque sia stat* e sia incarcerat* dallo stato o che fugge da questa oppressione vigliacca.

Abbiamo effettuato due azioni simultanee. Abbiamo spiegato degli striscioni in viale Xola e Tlalpan (Città del Messico): “Solidarietà con i/le prigionier*anarchic*” e “Fuoco alle prigioni e a tutti i giodici”. Nello stesso momento, nella parte sud di Città del Messimo, abbiamo dato fuoco a un’automobile TELMEX, che appartiene al miliardario Carlos Slim.

Non siamo tornat* sul posto, e partiamo dal presupposto che le azioni siano andate a buon fine. Azioni che provengono da cuori impetuosi, con amore e rabbia, contro il viso delle orride strutture che minacciano di sopprimerci tutt*. Speriamo che la gente veda i nostri messaggi, il fuoco; che riproduca e intensifichi.

Alcun* anarchic* <3

in inglese, tedesco, spagnolo

Parigi, La Discordia : «Tags» sulla biblioteca anarchica La Discordia

Come previsto da tempo, martedì 26 gennaio si è svolto alla Discordia il dibattito intitolato «Islamofobia: dal racket concettuale al racket politico». Volevamo confrontarci con altre persone su un tema al crocevia della confusione attualmente diffusa tra condanna del razzismo e difesa della religione.

Le riflessioni comuni sono state interessanti, e la sessantina di compagn* che sono venut* (promesso, la prossima volta prenderemo una sala più grande e con più sedie!) hanno dimostrato che in molti si ritrovano in questa necessità della critica rivoluzionaria delle religioni, tutte le religioni, persino l’islam, che altri vorrebbero rifilarci come la «religione degli oppressi».

Eppure, arrivando martedì pomeriggio, abbiamo visto che la facciata della Discordia era stata taggata, probabilmente nella notte. Delle A cerchiate (grazie!) e degli insulti («fascisti» e «razzisti») particolarmente mal scritti e pensati con una bomboletta di vernice nera. Il tutto accompagnato da un foglietto di «rivendicazione» che affermava che diffonderemmo delle «teorie razziste e islamofobe» e che saremmo «la cinghia di trasmissione delle ideologie del potere», etc.
Insomma, non stiamo a ricopiare le stupidaggini che han fatto ridere tutti. Se volete leggerle passate a farvi una risata (o attaccare noi piuttosto che i muri) alla biblioteca durante le permanenze e le discussioni.
La risposta a questi insulti è stata il successo della discussione di martedì 26, ma anche quello di tutte le altre.

Per farla breve, i tags di insulti (difficilmente leggibili) sono stati cancellati in cinque minuti (a livello pratico non ci siamo ancora, ragazzi!), le A cerchiate restano! Anche i nostri vicini hanno riso delle vostre cazzate, tanto per dimostrare che le vostre prodezze non hanno assolutamente alcun impatto su niente e nessuno, a parte voi stessi e la vostra latteria rancida.

E ancora un’osservazione per i coraggiosi graffitari/umoristi: se non siete stati filmati dalla DGSI (direzione generale della Sicurezza interna) è perché abbiamo preso e distrutto la telecamera che ci sorvegliava (molto prima dell’emanazione dello stato di emergenza). Tutti potranno valutare la differenza tra chi se la prende (pateticamente) contro una biblioteca anarchica già minacciata dalla repressione e chi ha a che fare con problematiche più serie.

Nessun altro tag è stato trovato nel quartiere, né sulle banche, né sui commissariati, né le scuole che lavorano con la DGSI, né su chiese, sinagoghe o moschee. Un grande attacco rivoluzionario, quindi, contro degli anarchici. Se ci aspettavamo delle «attenzioni» di questo tipo (pensavamo a qualcosa di un po’ più «importante»), questo non ci frenerà in alcun modo nel nostro tentativo di elaborare, condividere e diffondere un discorso rivoluzionario chiaro, senza alcuna compiacenza con nessuna forma di potere, compresa la religione, e senza rimorsi nella critica dei compromessi dei politicanti di alcune frange dell’«ambiente», al contrario!

Un pensiero per quei «fascisti» di non credenti, da Téhéran a Saint-Denis, cui oggi si dà dell’«islamofobo» sia da parte di potenze temibili, sia della piccola borghesia universitaria arrivista francese che del razzismo non conosce che quello della propria classe, e che in una decina di anni per unica pratica non ha dimostrato che la capacità a scrivere un tag illeggibile sulla facciata di una biblioteca anarchica e d’organizzarsi con delle autorità religiose per… organizzare delle conferenze. Una pratica all’altezza del loro discorso.

Evidentemente, se si constata freddamente il trattamento riservato dallo Stato ai rivoluzionari atei da una parte, e alla sinistra razzialista/teocompatibile dall’altra, si capisce rapidemente chi può davvero essere qualificato come «cinghia di trasmissione delle ideologie del potere» : quelli che reprime abitualmente? O piuttosto quelli a cui offre delle cattedre nelle sue università e dei posti da dirigenti nelle sue istituzioni (in effetti, questa galassia è composta principalemente da universitari e dirigenti della media e alta borghesia, immigrata o meno).

Nessuna sorpresa quindi che il loro cuore di obiettivo politico non abbia rispetto né orecchie per questa casa chiusa post-moderna, come l’hanno provato tutte le recenti insurrezioni che non si sono curati dei ragionamenti contorti dei nostri pii universitari, dal Bahrein a Baltimora, passando per Durban.

Per finire, grazie a tutt* quell* che sono passati e che passeranno. Grazie anche a tutte le persone che hanno delle informazioni sui nostri artisti impegnati ma un po’ conigli, perché incapaci d’assumere le loro dichiarazioni di persona.

Facciamo appello a coloro per cui le idee e le pratiche rivoluzionarie contano, che siano anarchic* o no, a raddoppiare l’offensiva contro questa nuova reazione, e a esprimere la loro solidarietà con chi si ritrova nel mirino di questi reazionari New Born, prendendosi la loro parte di critica, e il poco coraggio di cui ha bisogno. E tagliando corto ai tentativi d’isolamento dei rivoluzionari anti-religione (quindi non è più un pleonasmo?).

Contro ogni forma di potere,
contro ogni religione e ogni razzismo,
viva la rivoluzione e viva l’anarchia!

Il 29/01/2016,
Qualche bibliotecari* della discordia.

Erfurt, Germania: Vernice a studio legale ETL

Erfurt, 10 gennaio 2016

Lo studio di Gregor Heiland a Erfurt si è beccato alcune uova alla vernice. Heiland è l’avvocato in tribunale del capo AfD e imitatore di Göbbels, Björn Höcke, ed è una delle figure centrali del “Bürgerbündnis für Thüringen” – Alleanza cittadina per la Turingia – appena fondata e vicina ad AfD, che in novembre aveva invitato Thilo Sarrazin a Erfurt.

Anche perché Heiland, in una città dove quasi settimanalmente i nazi mano nella mano con dex razzistx borghesi possono spandere il loro aizzamento, crede che esista un terrore virtuoso contro la destra, abbiamo adornato con molti bei colori lo studio legale nel quale lavora e che appartiene al rinomato gruppo revisore dei conti e fiscalista “ETL Gruppe”.

Heiland è uno che in cravatta e colletto aiuta a creare degli spazi per il terrore. Le sue attività creano un clima nel quale la vita per le persone che non corrispondono all’immagine di popolo che ne hanno le élite del populismo di destra e nazionaliste diventa sempre più difficile.

Il suo lavoro è il luogo giusto per richiamarlo alle sue responsabilità, poich* la sua associazione vicina a AfD, il “Bürgerbündnis für Thüringen” vi ha anche uno dei suoi indirizzi postali. Finché il gruppo ETL offre un tetto a Heiland e all’associazione cittadini è un legittimo bersaglio.

Fonte: Linksunten

Traduzione dal tedesco mc, galera Salez

Francoforte, Germania: Smontato recinto prima di sradicamento

Francoforte al Meno, 12 gennaio 2016

Nella notte dell’11 gennaio abbiamo smontato il recinto attorno al pezzo di bosco previsto allo sradicamento per la cava di ghiaia Sehring. Abbiamo svitato gli elementi di raccordo e sparso i pezzi del recinto nel bosco.

La cava di ghiaia Sehring presso Langen attualmente s’espande per 60 ettari. Vi s’opposero i comuni locali e il BUND (il trad.: organizzazione ambientale tedesca) ma per vie giuridiche non riuscirono a impedire il progetto. Ecco perché e con copertura da parte della presidente verde del governo di Darmstadt il bosco viene abbattuto inverno dopo inverno.

La ghiaia estratta dalla Sehring sotto la copertura boschiva di un tempo va poi a finire nei megaprogetti inutili del capitale tipo la pista d’atterraggio Nord-Ovest ed il terminale 3 nell’aeroporto di Francoforte o nel nuovo edificio BCE nell’Ostend (il trad.: Banca centrale Europea e quartiere di Francoforte).

Noi vogliamo che il bosco rimanga come contributo alla protezione del clima e spazio pubblico ricreativo vicino alla città. Per tuttx e gratis. Ecco perché lo abbiamo ridato al pubblico.

Fonte: Linksunten

Traduzione dal tedesco mc

Rennes, Francia: Blocco contro l’aeroporto e il suo mondo, la sua linea ad alta velocità e la sua prigione

jailVenerdì 22 gennaio all’alba, alcune persone hanno deciso di bloccare la strada che attraversa il cantiere della nuova stazione Eurorennes e passa davanti all’entrata principale della prigione femminile.

È stata sparsa della spazzatura, versato dell’olio e il testo che segue è stato incollato sulle mura del carcere e la staccionata del cantiere.

Stamattina blocchiamo questa strada con l’aiuto di un po’ di bidoni della spazzatura rovesciati e di olio versato…

Perché, incastrata tra il cantiere megalomane del quartiere affaristico che è Euro-Rennes, la sua futura TAV e la più grande prigione femminile europea, rappresenta da sola la «città di domani» che viene sognata negli uffici di Rennes Métropole.

Perché non abbiamo gli stessi sogni.
Perché qualche minuto di ingorgo rimangono ridicoli in confronto alle ore, i mesi e gli anni passati nelle gabbie. Che quei pochi minuti possano permettere di sollevare la testa dal proprio quotidiano e rendersene conto.

Perché troviamo divertente immaginare un secondino che non riesce a tornare a casa dopo aver passato la notte a rinchiudere persone, come un dirigente dinamico che perde 120€ di TGV per andare alla riunione aziendale a Parigi.

Perché dall’altro lato della strada, Euro-Rennes butta fuori i poveri per costruire alberghi, uffici, cinema alternativi, loft e bar alla moda.

Perché le immagini create al computer che fioriscono sui pannelli giganti del quartiere danno un’idea precisa della popolazione corteggiata: giovani in completo e cravatta, bianchi, ricchi, che camminano a buon passo sui piazzali lisci.

Perché vogliono che tutta la città somigli a questo, e che ci fa vomitare.

Stamattina blocchiamo la strada.

Perché a pochi chilometri da qui, a Notre Dame des Landes, lo Stato e Vinci vogliono costruire un aeroporto.
Perché hanno deciso di espellere chi vi si oppone oggi come contanto espellere domani, coi loro aerei, chi non ha i documenti giusti.

Perché lo Stato impone ovunque i suoi progetti a colpi di soldi, a colpi di polizia e di propaganda mediatica schiacciando al passaggio come sempre i più poveri e gli indesiderabili.
Perché con lo stato d’urgenza si dota degli strumenti per sfogarsi un po’ più ancora.

Perché in questo momento un sacco di persone si mobilitano contro l’aeroporto e il suo mondo, moltiplicano le azioni, e vogliamo contribuire. Perché è possibile lottare, ovunque e direttamente, in modi diversi, in pochi o in tanti, contro le strutture istituzionali e le società che ci rovinano la vita.

Perché il mondo che costruiscono non è il nostro mondo, e non intendiamo lasciarli fare.

Perché siamo incompatibili, perché i nostri desideri fanno disordine e perché non molleremo!

Perché preferiamo mille volte un quartiere vivo in cui ci si incontra, ci si aiuta e si discute fra vicini in un terreno abbandonato durante una grigliata a una sfilata di trolley che trainano i loro completi sull’asfalto videosorvegliato.

Perché preferiamo mille volte degli spazi in cui si sperimentano modi di vivere, di abitare, di nutrirsi, di lottare e relazionarsi diversamente alla prospettiva di torri di controllo e di vasti hangar eco-labellizzati e i loro portici vigipirate.

Contro l’aeroporto e il suo mondo, la sua TAV e la sua prigione.

in inglese

Melbourne, Australia: Disturbi a Vinci e al consolato francese

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Z(A)D ovunque
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Vinci fuori dai piedi

mebourne3-768x461melbourne4-768x576melbourne5-768x576melbourne6-768x437Ricevuto il 23 gennaio:

A chi difende la ZAD

Solidarietà degli/lle anarchic* della cosiddetta Melbourne, Australia, territorio indigeno del popolo Wurundjeri della nazione Kulin, territorio che non hanno mai ceduto, ma è stato rubato e occupato dallo Stato coloniale genocidario.

In risposta alle recenti minacce di espulsione violenta da parte dello Stato francese, numerose azioni sono state effettuate in diversi luoghi di Melbourne. Le azioni hanno preso di mira il consolato francese e gli uffici di compagnie legate a Vinci, responsabile della proposizione di distruzione delle terre della ZAD. Il consolato francese è stato attaccato con della vernice e le serrature bloccate e incollate.

Agli uffici di Menard-Bachy e Fressynet (entrambe di proprietà di VINCI) sono state spaccati i vetri e degli slogan sono stati taggati sulla facciata in sostegno alla ZAD.
L’ufficio di Melbourne di Electrix (compagnia posseduta da VINCI) è stato redecorato con diversi slogans che celebrano la resistenza ai progetti di VINCI.

Per informazioni: zad.nadir.org

in inglese, tedesco

Helsinki, Finlandia: Saluti neri al governo francese

zadhelsinkiRicevuto il 25 gennaio:

18.1 – 24.1.2016: Numerosi pannelli pubblicitari JCDecaux alle fermate degli autobus lungo una delle strade più trafficate di Helsinki sono stati dipinti con slogan per la ZAD.

Vogliamo esprimere la nostra solidarietà a chi difende la ZAD e la nostra indignazione nei confronti dei media francesi che trasmettono propaganda anti-ZAD.

Non ci sarà nessun aeroporto!

in inglese, tedesco, francese

Bruxelles: Appello a solidarietà con i/le 4 accusat* della distruzione del plastico della maxi-prigione

maxi-modelNella sua folle corsa ai profitti, il capitalismo getta sempre più gente nella precarietà e rende il nostro ambiente sempre più invivibile. Di fronte alla miseria seminata a destra e a manca e alla collera che ribolle, lo Stato investe nel mantenimento dell’ordine e costruisce nuove prigioni.
All’ora in cui il popolo è costretto a stringere la cinghia, il governo riesce a trovare i miliardi per stringerla ancora di più costruendo prigioni high-tech dove sperimenta nuove forme di tortura (privazioni sensoriali e di contatto umano).
Per la classe dominante il vantaggio è doppio: i contratti di costruzione gli assicurano benefici succulenti e l’apparato securitario ultra-sviluppato gli permette di mantenere i propri privilegi e far durare questo sistemo oppressivo e distruttore.

Il Masterplan del governo federale prevede la costruzione di 7 nuove prigioni in Belgio. Una di queste, la maxi-prigione, da qualche anno cristallizza tutte le opposizioni. Il governo prevede di costruire quel mastodonte carcerario sul terreno di Keelbeek, a Haren, nella periferia nord di Bruxelles.

Il progetto di maxi-prigione in qualche cifra:
# una capacità di 1200 detenut* (uomini, donne, minorenni e persone psichiatrizzate)
# 19 ettari di terreni agricoli e di natura cementificati
# un partenariato pubblico-privato di 25 anni che costerà allo Stato più di 3 miliardi di euro. Cioè un costo quotidiano di 275 euro minimo per detenut*. Più di 275 euro al giorno dedicati a spezzare un essere umano!
# un luogo lontano dal cuore di Bruxelles, difficilmente accessibile per le famiglie dei/lle detenuti

Dall’annuncio della costruzione della maxi-prigione, le reazioni sono numerose. A Haren, il comitato di quartiere informa gli/le abitanti e si mobilita contro il progetto. Nelle strade di Bruxelles, la maxi-prigione riaccende la rabbia anti-carceraria e dei gruppi ben ispirati si sforzano di porre fine al progetto con una serie di azioni dirette. Ad Anderlecht è stato aperto un locale di lotta contro la maxi-prigione per informarsi, discutere e organizzarsi.

Durante l’estate 2014, il terreno di Keelbeek è stato occupato per impedire che il progetto avanzasse. Così è nata la ZAD (Zone à Défendre) di Haren. Tra le capanne sugli alberi e l’orto, gli/le oppositori/trici vi sperimentano un modo di vita diverso, solidale e auto-gestito. L’occupazione de terreno ha avuto fine nel settembre 2015 in seguito all’espulsione energica degli/lle occupanti eseguita dalla polizia di Bruxelles. Ma ancora oggi, un pugno di irriducibili occupano un terreno vicino a quello di Keelbeek e diverse case abbandonate di Haren.

Quest’agitazione popolare in aumento ostacola i progetti del governo che sguinzaglia la sua muta di cani da guardia per cercare di soffocare la contestazione. Divers* compagn* di lotta subiscono  perquisizioni, pedinamenti, intercettazioni, intimidazioni e tentativi d’infiltrazioni. Ma di fronte alla determinazione e la solidarietà, la repressione si dimostra impotente.

Il 20 maggio 2015 si svolse l’udienza pubblica della commissione di concertazione relativa al progetto di maxi-prigione a Haren. L’opinione della commissione non è nemmeno vincolante, quindi questa farsa di consultazione popolare non inganna nessuno. Lo stesso giorno una quindicina di persone decidono quindi di esprimere la loro opposizione al progetto fuori dal percorso tracciato dal potere e manifestano all’interno dell’Agenzia dell’edilizia. Durante l’azione viene distrutto il plastico della maxi-prigione esposto nella hall d’entrata.

L’Agenzia dell’edilizia, istituzione corrotta fino al collo, è incaricata della gestione del patrimonio immobiliare dello Stato belga e del coordinamento della costruzione delle nuove prigioni. Senza attendere i permessi, l’Agenzia dell’edilizia ha cercato più volte di dare il via ai lavori sul terreno di Keelbeek. Ma ogni volta le macchine di cantiere sono state respinte dagli/lle oppositori/trici.
Mentre il progetto è minacciato da ogni parte, il potere coglie quest’occasione per cercare di indebolire la resistenza e oggi siamo in quattro a ritrovarci sul banco degli/lle accusat* per “distruzione organizzata di beni mobili”. Si tratta del primo processo per un’azione contro la maxi-prigione. Dopo un rinvio, la prima udienza è fissata per il 22 gennaio 2016 al Palazzo di giustizia di Bruxelles.
Per questo tipo d’azione, le pene previste vanno da 1 a 5 anni di carcere e l’Agenzia dell’edilizia pubblica reclama 40.000 euro di danni e interessi.

Lungi dal paralizzarci, questo processo è un’opportunità di riaffermare la nostra posizione anti-autoritaria contro ogni forma di potere, che sia politico, mediatico o giudiziario. Fanno parte del problema, non della soluzione.
E con la vostra complicità, questo processo sarà un’occasione supplementare di buttare qualche sanpietrino nella palude carcerale e mettere qualche bastone nelle ruote.

Continuiamo la lotta contro le prigioni e il mondo che proteggono!

E per affrontare le spese processuali, facciamo appello anche alla vostra solidarietà economica.
Se trovate qualche monetina frugandovi le tasche o facendo girare una cassa di solidarietà durante le vostre riunioni militanti, grazie di farle arrivare da queste parti: BE66 5230 4745 8943 (numero di conto bancario a nome del «sostegno processo plastico»).

Mattone dopo mattone
Muro dopo muro
Distruggiamo tutte le prigioni!

I/Le 4 accusat*

in inglese

[Italia] Settimana di agitazione contro le tecnoscienze – Presidio contro l’EFSA

Ecco il testo della settimana di agitazione contro le tecnoscienze, scaturito dall’assemblea in solidarietà a Silvia, Billy e Costa.

(Corteo contro l’ingegneria genetica e l’EFSA a Parma)

Dal 22 al 28 FEBBRAIO
SETTIMANA DI AGITAZIONE in tutta Italia
contro le tecnoscienze e il mondo che le produce

26 Febbraio
PRESIDIO CONTRO l’EFSA
Ente europeo di sicurezza alimentare
Dalle 12.00 alle 17.00
Davanti alla sede dell’EFSA, Viale Piacenza, Parma

Il 2 Marzo si terrà al tribunale di Torino la nuova udienza contro Silvia, Billy e Costa accusati del tentato sabotaggio con esplosivi a firma Earth Liberation Front ad un centro di ricerche internazionale sulle nanotecnologie in Svizzera della multinazionale IBM. Continuare questa solidarietà significa per noi continuare ad ascoltare quell’urlo di un pianeta morente, che come scrisse un gruppo dell’ELF statunitense li aveva motivati nel loro cammino di resistenza, da non confondersi con la passività ma con l’ira bruciante durante la lotta.

Assemblea solidale

Aggiornamento processo Billy, Silvia e Costa

[Trento] La potenza di un incompiuto

Postfazione dell’opuscolo “DICEMBRE NON È FINITO A DICEMBRE…” (raccolta di testi sulle lotte in Grecia in occasione dell’incontro del 13 dicembre 2015 alla Nave Assillo Occupata):La potenza di un incompiuto

La Grecia, fra il 2008 e il 2013, è stata attraversata dal conflitto sociale più intenso e più duraturo che abbia toccato un Paese europeo da parecchi anni a questa parte.

Per descrivere e comprendere quel ciclo di lotte, almeno nelle sue linee essenziali, ci vorrebbe un intero libro. Se materiali e riflessioni sulla rivolta generalizzata del dicembre 2008 sono circolati in Italia, si deve registrare invece una notevole carenza per il periodo successivo, soprattutto in termini di “bilancio” e di riflessione. Carenza tanto più grave in quanto il calderone greco è, per gli anarchici, una fonte ricchissima di questioni rivoluzionarie da approfondire.

L’impasse che trattiene e divide da tempo compagne e compagni è frutto di quel senso di incompiuto che segue i periodi di assalto al cielo, ma forse anche dello scarso confronto critico sulle prospettive, sui metodi, sui mezzi con cui quel ciclo di lotta è stato affrontato.

Non vi rimedieremo certo noi con qualche nota. Tuttavia, come anarchici e internazionalisti, sentiamo l’esigenza e l’urgenza di non limitarci a raccogliere contributi, ma di farne un arsenale teorico e pratico per il presente e per il futuro.

I pochi testi raccolti in questo opuscolo sono di per sé sufficienti per cogliere, sia pure a pennellate, il contesto di cui sono espressione e il senso del possibile che contengono.

Le misure repressive – dalle leggi cosiddette antiterrorismo alla detenzione speciale – si inseriscono in quel contesto, e si renderebbe un ben magro servizio ai compagni e alle compagne colpiti dallo Stato per le loro pratiche di rivolta facendo della solidarietà contro la repressione un terreno separato dalla più ampia prospettiva di sovvertire la società.

Come spesso accade, ciò che si verifica dopo l’entusiasmo incendiario di quasi cinque anni di scioperi selvaggi, di sommosse, di espropri, di attacchi, di scontri con tutti i servitori dell’ordine statale illumina a ritroso elementi importanti trascurati prima e durante la battaglia.

Quel ciclo di lotte, che ha anticipato e accompagnato i moti insurrezionali che hanno attraversato il Mediterraneo e le sommosse che hanno rotto la pace sociale in Scandinavia, in Francia, in Inghilterra, in Spagna, in Italia, in Turchia (per rimanere in Europa), ha prodotto in ambito rivoluzionario degli effetti su cui è fondamentale riflettere.

Da un lato, una generazione di giovani compagni cresciuti in fretta con una noteveole disponibilità allo scontro (il coraggio è fatto anche dell’aria che si respira) e un’acuta coscienza della posta in gioco. Dall’altro, la frammentazione di desideri e di pratiche che prima convivevano nella stessa comunità di lotta.

Se ogni esperienza storica ha le sue specificità e i suoi slanci creativi, nei momenti di riflusso ci sono anche delle costanti. Vediamone alcune.

Una parte di compagni riconduce i limiti dell’intervento anarchico alla mancanza di un’organizzazione, che deve essere unitaria, forte, riconoscibile, formale (con tutte le differenze del caso, era la stessa lettura che davano Makchno e Archinov dopo il 1921 in Russia).

Una parte di compagni cede all’illusione che scendere a patti momentaneamente con alcuni settori della classe dominante faccia guadagnare spazi di agibilità (ci riferiamo al fatto che non pochissimi libertari hanno votato per Syriza).

Una parte di compagni, delusi e disgustati da atteggiamenti rinunciatari, compromissori o “accentratori”, accentua l’importanza dell’aspetto “militare” dello scontro con il potere, di cui declina poi in questa o in quella maniera i modi organizzativi.

Il dibattito ristagna e le posizioni si polarizzano. Non c’è invito ecumenico che tenga. Il solo modo di uscirne è precisare le prospettive e riconoscere, a partire da quelle, le affinità e le divergenze.

Nel frattempo, si perdono le occasioni.

Per fare un esempio, il testo di Maziotis è stato, a nostra – sicuramente parziale – conoscenza, uno dei pochi contributi usciti su Syriza-referendum-memorandum, una situazione che potenzialmente riapriva una partita che lo Stato cercava di sigillare, e la rilanciava su un piano ancora più alto.

Non vorremmo cedere agli anacronismi dei paralleli storici, ma quella situazione – in un contesto in cui quasi tutto il ciclo internazionale di lotte 2011-2013 si stava chiudendo – meritava un’analisi e un intervento rivoluzionari non tanto diversi, almeno per complessità e portata, di quelli proposti da Bakunin di fronte alla guerra franco-prussiana del 1870-1871.

Davanti all’avanzata delle truppe di Bismarck e alla proclamazione della Repubblica in Francia, Bakunin scrive alcune delle sue pagine migliori.

Il ragionamento del rivoluzionario russo è dettagliato e allo stesso tempo essenziale ai fini della propaganda (la propaganda è anche semplificazione, è anche retorica). Ridotta all’osso, l’analisi-progetto bakuniniana era questa: la neonata Repubblica è incapace – per la sua natura borghese e per la corruzione dei suoi rappresentanti più noti – di salvare la Francia dalla guerra e dalla restaurazione monarchica; solo l’armamento generale del popolo può riuscirci, se il proletariato urbano si alleerà con i contadini e se insieme spezzeranno la macchina governativa. Per Bakunin – che scrive le sue lettere sette mesi prima della Comune di Parigi – la sconfitta del prussiano invasore è tutt’uno con un moto insurrezionale contro il prussiano interno (il funzionario statale, il padrone e il proprietario terriero). La federazione rivoluzionaria dei liberi Comuni è allo stesso tempo condizione e obiettivo dello “scatenamento delle passioni” e dell'”anarchia popolare”. I primi atti insurrezionali dovrebbero essere bruciare carte e titoli di proprietà, da un lato, e distribuire la terra ai contadini, dall’altro. Il tutto partendo dalle province e non da Parigi (per questo Bakunin andrà a Lione. Che il problema fosse proprio l’accerchiamento di Parigi, in assenza di sollevazioni nelle altre città, lo si vedrà sette mesi dopo con la repressione della Comune).

Fra le mille differenze di contesto storico, ci interessano qui le analogie che emergono con la situazione greca di oggi. Syriza è andata al potere con alcune promesse (e una parte della società ci ha creduto perché, se può ottenere certi risultati senza scontri e rischi, delega – nessuna sorpresa). Nel rapido e grottesco balletto elezioni-referendum-accettazione del memorandum, la cosiddetta alternativa di sinistra ha dimostrato che nessun governo può davvero rifiutare i piani della Troika e mettere significativamente le mani nella borsa degli industriali e della classe dominante. Ad arrivarci con le proposte e con le energie giuste, una situazione ideale per gli anarchici. Nelle sue linee essenziali, l’analisi di Maziotis ricalca quella bakuniniana: il governo di sinistra è un vassallo delle truppe della Troika; solo il popolo in armi può togliersi il cappio dal collo, organizzandosi in senso comunista (esproprio del capitale) e anarchico (libera federazione dei quartieri, dei comuni, dei consigli).

Alcune misure rivoluzionarie che andassero in quel senso (presa e distruzione dei municipi, espropri di ciò che la Troika e i suoi collaborazionisti stanno svendendo, autodifesa nei quartiere) avrebbero potuto diventare, con dei “proclami” adeguati, esempi a livello internazionale. E avrebbero spinto un po’ tutti a pensare in modo meno “ideologico” e separato lo stesso rapporto fra gruppi di guerriglia e prospettiva insurrezionale (cioè armamento generale degli insorti), fra movimento specifico e “popolo”, fra l’organizzazione come “bandiera” e l’organizzazione come fatto.

Se poi pensiamo che già durante lo sciopero generale del 19-20 ottobre 2011 alcune detenute si erano ammutinate in solidarietà con i manifestanti, si può intuire come lo stesso problema delle carceri speciali si sarebbe posto ben diversamente.

Cosa si possa intendere oggi per “autorganizzazione della produzione industriale” o per “consigli dei lavoratori” andrebbe precisato e approfondito. Così come l’uso del denaro nelle prime fasi di una rivoluzione, o il rapporto con la “piccola proprietà”. Ma non è questo lo scopo delle nostre note. E nemmeno quello di sottolineare le nostre divergenze su alcuni aspetti. Vogliamo solo suggerire a che livello urge ragionare oggi.

Rileggendo i testi raccolti, questi e altri problemi sono presenti, anche se sparpagliati. Non lasciamoli riposare in pace.

Forse mai come oggi utopia (cos’è l’anarchia? cos’è il comunismo libertario? come si abbatte lo Stato? come si distrugge il Capitale? cos’è l’autogestione?) e contenuti-metodi-mezzi dell’intevento quotidiano vanno pensati insieme.

La solidarietà con i compagni ostaggi del nemico è per noi anche questo: partecipare su un piano di reciprocità a elaborare le basi teoriche e materiali di un progetto anarchico, insurrezionalista, rivoluzionario.

Rovereto-Trento, 10 dicembre 2015

Notre-Dame-des-Landes, Francia: 27 febbraio – Mobilitazione generale per l’abbandono del progetto d’aeroporto – Preparatevi!

zad-768x511La mobilitazione degli ultimi giorni è stata fantastica: grazie alla forza della manifestazione sulla tangenziale di Nantes, ma anche alla moltiplicazione delle azioni e dei presidi in decine di altre città francesi. È chiaro che il movimento anti-aeroporto è più fitto e vivo che mai. Perché è diventato emblematico di tante altre lotte contro le distruzioni ambientali e sociali, la sparizione dei terreni agricoli, il mutamento climatico, la mercificazione del territorio e delle nostre vite. E anche perché spinge a inventarsi nuovi modi di abitare il mondo.

Ma il governo si ripiega sulla sua sordità. Gli/Le agricoltori/trici e abitanti della zad sono ancora minacciati di espulsione. L’inizio dei lavori del progetto dell’aeroporto è sempre annunciato a breve.

Quindi il movimento fa appello a continuare le azioni durante le settimane che vengono e a essere particolarmente attenti al verdetto che sarà reso il 25 gennaio.

Tutti gli elementi che compongono la lotta chiamano ugualmente a una giornata di mobilitazione massiccia e generale per il 27 febbraio. Questa mobilitazione avrà come parola d’ordine la fine delle minacce d’espulsione per gli/le agricoltori/trici e abitanti della zad, così come l’abbandono definitivo del progetto d’aeroporto.

Invitiamo tutti i comitati e i sostegni a mobilitarsi già da ora in vista di quella data.

Facciamo appello a tutt* perché fin da oggi venga data la maggiore eco possibile alla mobilitazione.

Invitiamo gli/le un* e gli/le altr* della regione, dei quattro angoli dell’esagono e oltre, a organizzare convogli e pullman per raggiungere la grande mobilitazione.

Le forme e gli appuntamenti per il 27 febbraio verranno definiti dal movimento in funzione del contesto. Un appello più preciso arriverà dopo il risultato del processo del 25 gennaio.

Chi abita e coltiva la zad non se ne andrà!

A Notre-Dame-des-Landes non ci sarà mai un aeroporto!

L’AG del movimento del 19 gennaio

Prossima AG di preparazione della mobilitazione del 27 febbraio: martedì 26 gennaio alle 20h, alla Vacherit. Appuntamento alle 19h per preparare l’AG.

in inglese

Germania: Analisi provvisoria del Dicembre Nero

Redatto da Jan Uar (Genn Aio) il 05 gennaio 2016

Senza voler anticipare un’analisi più approfondita, ecco una prima impressione sulla risonanza dell’appello di Nikos Romanos e Panagiotis Argirou. Già nel mese di novembre, persone di vari paesi accolsero questo tentativo di un coordinamento informale dell’anarchia e scatenarono una sequela d’interventi nello spazio pubblico, di attacchi incendiari e contributi scritti, come negli ultimi tempi solo pochi degli appelli all’azione, in gran parte ignorati, hanno saputo innescare. La più cospicua delle liste in lingua tedesca si trova su urbanresistance.

Da altri tentativi simili di campagna, il “Dicembre Nero” si differenzia per suoi ragionamenti e per la scelta delle parole, che apparentemente correlano con lo stato attuale della discussione di tanti contesti anarchici e nel contempo propongono una visione temporale praticabile. Al contrario di molti appelli per campagne monotematiche e a breve termine, per esempio alla solidarietà in un caso di repressione, che quando sono noti sono spesso già datati oppure non offrono che pochi spunti d’attacco.

Il testo “Per una nuova posizione di lotta dell’insurrezione anarchica – Per un Dicembre Nero” fu subito tradotto in varie lingue e, documentabile, diffuso sulle pagine internet usate dall’ambiente di riferimento; ecco un’indicazione sulle mancanze d’altri appelli diffusi troppo lentamente e poco tradotti.

Le traduzioni hanno in ogni caso una grande importanza per l’attacco ampio sull’esistente, la conoscenza della teoria e prassi dex nostrx alleatx è un fattore importante per il proprio agire. Quanto aderenti all’originale siano davvero le dichiarazioni tradotte nel mese di dicembre non è di facile valutazione. Su tanti testi dallo spagnolo è impellente il sospetto che le traduzioni non sono delle migliori o che, tuttavia, tanti gruppi per es. in Sudamerica si muovono focalizzando punti molto diversi.

Ecco già arrivati alla direzione verso la quale punterà l’insurrezione informale anarchia. Come obiettivi si sono nettamente delineati i profittatori e gli artefici dell’oppressione e della guerra, sia come multinazionali come anche sotto forma di responsabilità individuale e d’organi statali. Le banche, le vetture di imprese della sicurezza e delle autorità erano spesso l’obiettivo dei gruppi militanti, e in tanti luoghi anche negli scontri ci si riferiva all’appello. Un logoramento dei singoli attori è assolutamente alla portata della capacità d’azione anarchia e quel che non si deve ignorare è il fatto che insieme agli attacchi che si riferivano al Dicembre Nero sono continuati attacchi simili con altre motivazioni oppure anonimi.

Analizzare i tanti testi, dei quali alcuni non sono ancora tradotti, per passare a un’ondata di sabotaggio permanente in tutto il mondo, potrebbe diventare un esercizio per questo inverno.

Chi è portato per le lingue può provarci qui:

Dicembre Nero ovunque | Μαύρος Δεκέμβρης, Diciembre Negro, Black December, Dezembro Negro, Schwarzer Dezember, Kara Aralık

Traduzione dal tedesco mc, galera Salez, CH

Stoccarda, Germania: Rotti i vetri di una sala per manifestazione AfD

164332164333Stoccarda, 6 gennaio 2016

Nella notte dal 5 al 6 gennaio abbiamo provveduto alla rottura dei vetri della sala dello stabilimento termale di Stoccarda Bad-Cannstadt. L’associazione circondariale Stoccarda della AfD usa la sala manifestazioni per un cosiddetto “incontro alternativo dei tre re” per il quale il 6 gennaio, data di inizio della campagna elettorale per le elezioni parlamentari del Land Baden-Württemberg, i razzisti hanno invitato pubblicamente. Ospite, oltre ai candidati per il Landtag di Stoccarda, è anche il duro e puro della destra Alexander Gauland di Brandenburgo.

Per scaldarci per la campagna elettorale dei razzisti abbiamo rotto alcuni vetri direttamente della sala manifestazioni sul retro dell’edificio dello stabilimento termale. Procura aria fresca e rammenta alla feccia le risposte antifasciste sulle arringhe all’odio che tanto volentieri plaude.

Avanti nella stagione elettorale: di notte, sulle strade, dappertutto dove possiamo incontrare i destri!

Fight AfD!

Fonte: Linksunten

Traduzione dal tedesco mc, galera Salez, gennaio 2016

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Kassel, Germania: Auto del presidente di “Pegida Kassel e.V.*” rotta

Kassel, 4 gennaio 2016

Questa notte abbiamo messo fuori servizio l’auto del presidente di “Pegida Kassel e.V.”, Mario Beck.

Finora serviva da vettura importante per il trasporto di persone per Pegida Kassel, per l’organizzazione e il trasporto di utensili da manifestazione come l’impianto sonoro, e oggi i vetri sono distrutti e le gomme e l’interno sono coperti di pece.

Mentre le manifestazioni Pegida in loco dopo oltre un anno ormai non attirano che poca gente, lx organizzatorx attorno a Viehmann e Beck si orientano sempre di più verso eventi sovraregionali. Ambedue parlavano per esempio dell’azione “noi aiutiamo nella costruzione della recinzione del confine” a Schirnding in Baviera e possono perciò tranquillamente considerarsi degli attori sovraregionali.

Finché “cittadini preoccupati” come questi non indietreggiano quando si tratta del continuo aizzamento per inasprire il clima che nell’anno passato ha portato a perlomeno 730 attacchi contro i ripari per lx profughx, finché i porci della polizia impongono violentemente le manifestazioni degli aizzatori, noi non ci tireremo indietro quando si tratta di portare l’escalation nella loro sfera privata.

Non starete comodi nei vostri letti di sera come se non avreste nulla da rimproverarvi, mentre alle persone in fuga non concedete alcun riposo.

Continueremo ancora e ancora ad attaccarvi insieme alla vostra infrastruttura, non perché vogliamo ma perchè dobbiamo.

Per la fine della violenza – conquistare il comunismo.

Fonte: Linksunten

*associazione registrata

Traduzione dal tedesco mc, galera Salez, gennaio 2016

Würzburg, Germania: Vernice e pietre a posto di sbirri

164443Würzburg, 8 gennaio 2016

Nella notte di oggi attacco con pietre e vernice a stazione di polizia nella Nürnbergerstrasse. Quest’azione è espressione della resistenza contro gli organi di repressione statali e un’azione di solidarietà con le persone che ogni giorno devono subire l’arbitrio e la violenza degli sbirri. Con il loro “monopolio della violenza”, gli organi di potere mantengono attivo il sistema capitalista e sprezzante l’umanità quando per esempio procedono contro lx profughx o disperdono violentemente le manifestazioni, quando rubano la libertà alle persone, vogliono smantellare i movimenti emancipati, sorvegliano la popolazione, ecc.

Contro questo monopolio della violenza si deve lottare con determinazione e ogni mezzo. Inoltre quest’azione vorrebbe ricordare l’11. giornata della morte di Oury Jalloh, che il 07 gennaio 2005 è stato bruciato in una cella degli sbirri a Dessau. A ogni forma di violenza sbirresca ci deve essere una risposta!

Fonte: Linksunten

Traduzione dal tedesco mc, galera Salez, gennaio 2016

Prigioni statunitensi: Dichiarazione di Marius Mason per la giornata d’azione e di solidarietà con i/le prigionier* trans il 22 gennaio 2016

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Buon anno, famiglia e amic*! Un enorme grazie per il sostegno e l’attenzione ricevuti tutto l’anno, da parte sia di amic* di lunga data sia di nuov* corrispondent*. Sono riconoscente e commosso dall’incoraggiamento e le risorse che mi vengono inviati da persone che fanno già tanto per aumentare le nostre chance collettive di sopravvivenza. I notiziari [negli Stati Uniti] sono pieni di storie sulle persone che hanno vinto il grande «montepremi in denaro» accumulato dalla Lotteria americana – ma la «vincita» più importante non ha niente a che vedere con i soldi. Scommetto sul fatto che il movimento guadagnerà parecchio quest’anno: ottenendo più potere per la propria comunità e difendendosi di fronte alla brutalità poliziesca e contro le diseguaglianze razziali, conquistando più vittorie ancora per gli animali e in difesa delle specie selvagge, creando dei rapporti sociali basati sul rispetto, la dignità e la compassione per tutt*… indipendentemente dalla loro razza, dal loro orientamento, fede o apparenza di genere.

Vi ringrazio di riunirvi oggi per sostenere quei membri della nostra comunità che lottano così duramente dietro le mura per mantenere intatte le loro coscienze. La nostra autonomia su noi stess*, sui nostri corpi è essenziale perché sia possibile qualsiasi altro tipo di libertà. Tendendo la mano ai/lle prigionier* trans, affermate il loro diritto a definirsi da sé e per sé – e l* difendete dalle voci opprimenti che fingono che non esistono, che dovrebbero lasciare che gli altri l* definiscano. Nell’ambiente d’isolamento della prigione è qualcosa di tossico e intimidante, ed è la forma più crudele di tortura psicologica. Offrendo il vostro aiuto e la vostra solidarietà potreste davvero salvare una vita. Lo so perché nell’ultimo anno e mezzo mi sono battuto per affermarmi in quanto uomo trans, mi sono battuto per ottenere il sollievo di un aiuto medico appropriato alla mia disforia di genere – ed è stato il pensiero tenero e affettuoso della famiglia allargata delle persone che mi sostengono a darmi la forza e il coraggio di continuare. Per favore, unitevi a me per offrire questo aiuto a tante personne che ne hanno bisogno per andare avanti. Non sottovalutate mai il potere salvifico di una lettera, quelle lettere mi hanno permesso di andare avanti… e voglio trasmettere questo regalo, se accettate di aiutarmi.

Vi ringrazio ancora di riunirvi oggi, di unirvi a chi, dentro, ha davvero bisogno di voi, bisogno di voi perché l* vediate come sono veramente, e che lottano per essere vist* in questo modo. Finché le prigioni non spariranno, abbiamo bisogno di lavorare duro per sostenere quell* di noi che sono all’interno – soprattutto chi non è sempre così visibile agli occhi del mondo. Insieme siamo sempre più forti.

Marius Mason

Gennaio 2016

in francese, portoghese, inglese

Lille, Francia: Azione di sostegno al blocco della tangenziale di Nantes

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Contron l’Ayrault-port* de Notre-Dame-Des-Landes. Vinci, fuori dalle nostre vite
*Jean-Marc Ayrault è l’ex sindaco di Nantes e successivamente è stato Primo Ministro

Sabato 9 gennaio:

In questo momento a Lille si tiene una giornata/serata di sostegno alla ZAD di Notre Dame des Landes e gli abitanti che affrontano un processo mercoledì 13 gennaio. Più di 100 persone riunite in Assemblea Generale hanno deciso di mostrare il loro sostegno ai dimostranti che stanno bloccando il ponte Cheviré in questo momento.
Siamo quindi partiti in corteo fino all’autostrada dove abbiamo srotolato uno striscione.

Quest’azione simbolica e spontanea prova anche la nostra determinazione all’autorganizzazione, per evitare lo sgombero della ZAD con ogni mezzo.

Vinci smamma, resistenza e sabotaggio!

Nota di Contra Info: 400 trattori, 1,000 ciclisti e 20,000 manifestanti sono arrivati sulla tangenziale di Nantes per protestare contro il progetto di aeroporto di Notre-Dame-Des-Landes (NDDL), e per sostenere l’occupazione in corso sulla ZAD.

lillezadsoli2lillezadsoli3in inglese

Nantes, Francia: Commissariato di polizia ridipinto in sostegno alla ZAD

nantes1nantes2nantes3nantes4nantes5Mentre il caso degli ultimi occupanti legali della ZAD veniva trattato in tribunale questo mercoledì [13 gennaio 2016], abbiamo deciso di ridipingere la facciata rossa del commissariato del quartiere di Beaujoire, nella migliore tradizione del greenwashing di Nantes.

Non siamo stupidi: sappiamo bene che ogni sconfitta in tribunale implica una maggiore sicurezza dei cementificatori per avanzare col loro progetto di aeroporto.

Lontano dai discorsi sommessi dei tribunali, le milizie poliziesca torneranno nella zona e attaccheranno il movimento di occupazione e le forme di vita che sviluppa da anni.

Si tratta di un avvertimento. Non li lasceremo fare.

Non ci sarà un aeroporto a Notre-Dame-des-Landes.

I Verdi di Rabbia

in inglese, tedesco

Québec, Canada : Fuochi d’artificio di Capodanno alla prigione femminile di Joliette

joliette-768x432La sera del 31 dicembre ci siamo recati alla prigione federale femminile di Joliette (l’unica prigione per donne che scontano pene oltre i due anni nel cosiddetto Québec), nela regione di Lanaudière. Avevamo due striscioni con scritto: L'(A)MORE PER LA LIBERTÀ CI RENDE NEMIC* DELL’AUTORITÀ e LA LIBERTÀ È LA NOSTRA ARMA ASSOLUTA. Abbiamo lanciato qualche fuoco d’artificio, siamo riusciti a comunicare con le ragazze detenute e a cantare la nostra solidarietà. Parecchie di loro sono uscite sulle porte delle loro unità (delle casette nel cortile della prigione), o si sono affacciate alle finestre. È stata una première in questa prigione.

Solidarietà con tutt* i/le prigionier* in lotta

Finché non saremo tutt* liber*

DISTRUGGIAMO TUTTE LE PRIGIONI E QUESTO MONDO CHE NE HA BISOGNO

in francese, inglese

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L’amore per la libertà ci rende nemici dell’autorità

Atene: Nuovo squat in via Themistokleous 58 a Exarchia

Occupazione internazionale. Morte ai patrioti. Per i/le rifugiat*.

Nella serata di domenica 10 gennaio 2016 abbiamo occupato l’edificio vuoto in via Themistokleous 58, a Exarchia, Atene. L’intenzione è di aprire un luogo dove i/le migrant*, che sono bloccati qui in Grecia a causa delle politiche migratorie europee, possano vivere e auto-organizzarsi liber* dal controllo di stato. Siamo un gruppo di individui di luoghi e contesti diversi, uniti dalla lotta contro Stati, nazioni, confini, lager, prigioni, capitalismo; contro, alla fin fine, ogni parte di questo sistema marcio di dominazione che ci opprime. Siamo apert* a chiunque sia d’accordo con i nostri principi base e voglia partecipare al progetto senza secondi fini politici.

Questo squat non ha l’intenzione di essere un servizio pubblico. Non siamo “volontar*” e non trattiamo i/le migrant* come vittime. Una delle sfide di questo progetto sarà di superare nella pratica la separazione che ci viene imposta dai confini e la cittadinanza. Questa casa cerca di diventare un luogo dove le persone si organizzano e imparano gli uni dagli altri, a prescindere dalle proprie origini.

Si tratta di un gesto contro il sistema e la politica migratoria. Non abbiamo l’intenzione di aiutare l’assistenza umanitaria fornita dallo Stato. L’assistenza umanitaria non-critica, integrata e/o assimilata, aiuta infatti lo Stato a concentrarsi sulle misure repressive per perseguitare e controllare la migrazione. Ci rifiutiamo fermamente di collaborare non solo con lo Stato e i partiti politici, ma anche con le ONG e altre organizzazioni od organismi che (ufficialmente o no) fanno la stessa cosa. Tutti questi farabutti approfittano della situazione dei/lle migrant* per lucro, per proteggere i propri interessi, guadagnare potere politico o costruire un profilo sociale.

Il controllo delle migrazioni è uno strumento nelle mani di chi ha il potere. In questo preciso momento lo Stato greco sta utilizzando la situazione dei/lle migrant* bloccat* qui per esercitare una pressione durante i negoziati per ottenere migliori condizioni che rendano possibile la realizzazione del terzo memorandum. Allo stesso tempo gli Stati europei regolano il flusso di migrant* secondo il loro bisogno di forza lavoro a basso costo, e il resto dei/lle migrant* vengono assassinat* (ai confini terrestri e marittimi e nelle strade delle città europee), incarcerat* o deportat*. L’Unione Europea potenzia le politiche repressive alle frontiere e negozia degli accordi con gli Stati all’interno e all’esterno dei confini europei per continuare e intensificare la guerra contro la migrazione con mezzi più efficaci.

Chi detiene il potere spera di difendere proprietà e privilegi da chi viene sfruttato dal sistema capitalista e subisce le loro guerre. Società private e pubbliche cercano di ottenere il maggior profitto possibile dalla situazione. Le ONG rappresentano gli interessi dei propri datori di lavoro, principalmente lo Stato, e sono ben pagate per quello che fanno.

A causa dei diritti di proprietà, ci sono persone che dormono per strada mentre migliaia di case restano vuote. Ci sono abbastanza beni per tutti. Dobbiamo soltanto prenderci da soli quello di cui abbiamo bisogno.

Dichiariamo la nostra solidarietà e sostegno a tutte le forme di azioni che attaccano i confini, le nazioni, le prigioni, le infrastrutture fondamentali che riproducono l’esistente, e tutt* quell* che direttamente o indirettamente difendono lo status quo!

No razzismo
No sessismo
No omofobia
No discriminazione
No sfruttamento
No oppressione
No gerarchia
No autorità
No patriottismo

NON sono i benvenuti:
Giornalisti/media
Politici
Poliziotti
Tutte le organizzazioni che collaborano con lo Stato

Tutte le persone che voglio autorganizzarsi sono le benvenute, a prescindere dal fatto che abbiano o no i documenti in regola, e che abbiano lo statuto di rifugiat* o meno. La precedenza per l’alloggio viene data a chi non ha la possibilità di stare altrove.

Primo aggiornamento Facciamo appello alla solidarietà per sostenere lo squat fuori dall’edificio. Annunceremo appena possibile la data e l’ora dell’assemblea amministrativa del progetto.

Secondo aggiornamento Verso le 22h di domenica 10 gennaio 2016, poche ore dopo aver occupato lo stabile vuoto in via Themistokleous 58 a Exarchia, un tizio che ha dichiarato di rappresentare ‘ANASKEVI M EPE’ si è presentato fuori dall’edificio e ha detto che lo stabile appartiene a quella compagnia immobiliare. In pratica quello che ci ha detto è che se non sgomberiamo il campo noi stessi entro domattina (lunedì 11 gennaio), chiamerà la polizia.

Che sia chiaro: non riconosciamo la proprietà privata e non abbiamo alcuna intenzione di lasciare lo squat.

Chiediamo la presenza continua di persone in solidarietà, all’interno e all’esterno dell’edificio, per  difendere il progetto con tutti i mezzi a disposizione.

Themistokleous 58 squat

in inglese, tedesco, greco, portoghese

Tolosa, Francia: barricate incendiarie in sostegno alla ZAD di Notre-Dame-Des-Landes

flamingtyreIl 13 gennaio a Nantes si svolgerà uno dei processi degli/lle abitant* della ZAD di Notre-Dame-des-Landes, che si concluderà sicuramente con una decisione di espulsione accompagnata da penalità giornaliere. È tutti i giorni che inquilin*, occupant*, rroms, sans-papiers e altr* subiscono questa violenza di stato tramite i suoi giudici, i suoi poliziotti e i suoi ufficiali giudiziati che decidono di chi deve vivere dove e come.

Quindi samedi 9 gennaio 2016 alle 9h, la bretella autostradale che porta all’aeroporto di Tolosa e il tram sono stati bloccati con l’aiuto di barricate incendiarie. Le due linee di tram sono state ferme in tutta Tolosa per un’ora.

Finché queste espulsioni continueranno, finché questo mondo di merda esisterà, resteremo determinat* a prendercela con il flusso incessante di merci, passegger* e lavorator* indispensabili al buon funzionamento del capitalismo, e questo malgrado lo stato di emergenza.

Non c’è fumo senza pneumatico!

in inglese