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Brema, Germania: Bruciata vettura dell’ufficio per l’assistenza ai lavoratori (AWO)

8 dicembre 2017

Nessuna pace con la sicurezza interna – nessuna pace con la consulenza di rimpatrio – Lo scorso fine settimana si celebrava a Lipsia la conferenza dei ministri degli interni. Di nuovo tutti i porci dell’intero territorio federale si riunirono per normalizzare e formalizzare in legge le condizioni autoritarie e razziste nella BRD.

Brillava anzitutto Ulrich Mäurer, senatore degli interni di Brema, e non era in primissima fila non solo sulle foto ma anche con la sua contribuzione. La sua richiesta è: Una galera centrale per le espulsioni e un tribunale per i Gefährder, vale a dire per “persone che rappresentano un pericolo per la sicurezza pubblica, in modo particolare in rapporto all’eventualità di una partecipazione al compimento ed alla progettazione di attentati di stampo islamista”.

Questa richiesta non la lasciamo senza commento. Abbiamo un’altra contribuzione. Il nostro contributo è inconciliabile e pieno di rabbia contro lo Stato e la sua manovalanza. Ecco perché nella notte da giovedì a venerdì (8 dicembre 2017) abbiamo incendiato una vettura di AWO.

AWO non è un’associazione antirazzista. Fa gioco di squadra con Mäurer e combriccola. Con la sua sporca consulenza di rimpatrio offre una parte dell’infrastruttura per espellere le persone o per costringerle a lasciare “volontariamente” il paese.

Lotta allo Stato di polizia tedesco. Lotta alle condizioni razziste.
Eravamo noi, i Gefährder.

Fonte: Indymedia

Traduzione dal tedesco mc, CH

Francoforte sul Meno: Incendiate tre auto della finanza

21 aprile 2017

A Francoforte Höchst abbiamo incendiato tre autocivette della finanza. Una settimana dopo l’attacco degli sbirri alla casa dello studente di Francoforte e al caffè Koz, la nostra rabbia si è scaricata così. Non è diretta solo contro questa operazione concreta degli sbirri, ma contro il regime razzista dei confini di tutta la repubblica federale. In una società benestante come la nostra, gran parte della gente ha deciso di prendere la via più facile e preferisce prendere a calci lx suppostamente più deboli e di dare libero sfogo alle loro idee misantropiche. Ma chi fugge ha delle ragioni che sono da ricercare nella nostra storia, nel rapporto degli Stati occidentali con le società e gli Stati nel cosiddetto sud globale. A Berlino è imminente la cd G20-African-Partnership-Conference, dove si riuniranno lx rappresentanti delle cd potenze guida globali per accordarsi sui propri interessi capitalisti e militari. Ma la resistenza c’è.

Un’alleanza vasta prepara una grande manifestazione antirazzista e anticapitalista per il 10 giugno. Attivatevi – solidarizzatevi!
(…) I cacciatori di teste hanno il sistema – difendiamoci contro il sistema!

La finanza fa parte di queste “autorità per la protezione dei confini”. Perciò è addetta anche alla protezione delle frontiere e coinvolta nella supposta “Agenzia per la protezione delle frontiere Frontex” e perciò diretta corresponsabile per la strage ai confini esterni europei. La loro politica è la morte.
Inizio giugno ad Amburgo ci sono delle azioni contro il vertice G20. Abbiamo collocato il nostro attacco negli actiondays per la mobilitazione contro il G20.

Mandiamo saluti solidali a chi è colpitx dalla violenza razzista e statale.

Mandiamo saluti solidali ax anarchicx in prigione ad Aachen accusatx di esproprio di una banca – i nostri cuori ardono.

Fonte: Linksunten

Traduzione dal tedesco mc, CH

Torino: Da qui non ce ne andiamo!

da macerie

I dodici divieti di dimora arrivati il 25 maggio pesano non solo sulla testa dei compagni direttamente colpiti. Oramai è chiaro che quando la repressione riesce a togliere di mezzo così facilmente chi lotta, a essere minata alla base è la possibilità stessa di portar avanti alcune pratiche – ahinoi a volte persin piccole – indispensabili in qualsiasi percorso che voglia combattere i programmi di governanti e padroni.

Di fronte a questo scenario l’unica alternativa è quella tra stare zitti e subire, o puntare i piedi.

La nostra scelta è chiara: da qui non ce ne andiamo!
Vogliamo che i nostri compagni e amici rimangano qui a vivere e a LOTTARE!

Mercoledì 8 giugno alle ore 21 ci vediamo alla sede di Radio Blackout in via Cecchi 21/A per un’assemblea per lanciare le iniziative in solidarietà ai compagni banditi.

Sabato 18 giugno alle ore 16 in Piazza Castello ci troviamo per partire in corteo contro questi ennesimi dettami tribunalizi.

Qui un contributo andato in onda durante la trasmissione Bello come una prigione che brucia su Radio Blackout.

traduzioni del testo Puntare i piedi in francese & inglese

Atene: Nuovo squat in via Themistokleous 58 a Exarchia

Occupazione internazionale. Morte ai patrioti. Per i/le rifugiat*.

Nella serata di domenica 10 gennaio 2016 abbiamo occupato l’edificio vuoto in via Themistokleous 58, a Exarchia, Atene. L’intenzione è di aprire un luogo dove i/le migrant*, che sono bloccati qui in Grecia a causa delle politiche migratorie europee, possano vivere e auto-organizzarsi liber* dal controllo di stato. Siamo un gruppo di individui di luoghi e contesti diversi, uniti dalla lotta contro Stati, nazioni, confini, lager, prigioni, capitalismo; contro, alla fin fine, ogni parte di questo sistema marcio di dominazione che ci opprime. Siamo apert* a chiunque sia d’accordo con i nostri principi base e voglia partecipare al progetto senza secondi fini politici.

Questo squat non ha l’intenzione di essere un servizio pubblico. Non siamo “volontar*” e non trattiamo i/le migrant* come vittime. Una delle sfide di questo progetto sarà di superare nella pratica la separazione che ci viene imposta dai confini e la cittadinanza. Questa casa cerca di diventare un luogo dove le persone si organizzano e imparano gli uni dagli altri, a prescindere dalle proprie origini.

Si tratta di un gesto contro il sistema e la politica migratoria. Non abbiamo l’intenzione di aiutare l’assistenza umanitaria fornita dallo Stato. L’assistenza umanitaria non-critica, integrata e/o assimilata, aiuta infatti lo Stato a concentrarsi sulle misure repressive per perseguitare e controllare la migrazione. Ci rifiutiamo fermamente di collaborare non solo con lo Stato e i partiti politici, ma anche con le ONG e altre organizzazioni od organismi che (ufficialmente o no) fanno la stessa cosa. Tutti questi farabutti approfittano della situazione dei/lle migrant* per lucro, per proteggere i propri interessi, guadagnare potere politico o costruire un profilo sociale.

Il controllo delle migrazioni è uno strumento nelle mani di chi ha il potere. In questo preciso momento lo Stato greco sta utilizzando la situazione dei/lle migrant* bloccat* qui per esercitare una pressione durante i negoziati per ottenere migliori condizioni che rendano possibile la realizzazione del terzo memorandum. Allo stesso tempo gli Stati europei regolano il flusso di migrant* secondo il loro bisogno di forza lavoro a basso costo, e il resto dei/lle migrant* vengono assassinat* (ai confini terrestri e marittimi e nelle strade delle città europee), incarcerat* o deportat*. L’Unione Europea potenzia le politiche repressive alle frontiere e negozia degli accordi con gli Stati all’interno e all’esterno dei confini europei per continuare e intensificare la guerra contro la migrazione con mezzi più efficaci.

Chi detiene il potere spera di difendere proprietà e privilegi da chi viene sfruttato dal sistema capitalista e subisce le loro guerre. Società private e pubbliche cercano di ottenere il maggior profitto possibile dalla situazione. Le ONG rappresentano gli interessi dei propri datori di lavoro, principalmente lo Stato, e sono ben pagate per quello che fanno.

A causa dei diritti di proprietà, ci sono persone che dormono per strada mentre migliaia di case restano vuote. Ci sono abbastanza beni per tutti. Dobbiamo soltanto prenderci da soli quello di cui abbiamo bisogno.

Dichiariamo la nostra solidarietà e sostegno a tutte le forme di azioni che attaccano i confini, le nazioni, le prigioni, le infrastrutture fondamentali che riproducono l’esistente, e tutt* quell* che direttamente o indirettamente difendono lo status quo!

No razzismo
No sessismo
No omofobia
No discriminazione
No sfruttamento
No oppressione
No gerarchia
No autorità
No patriottismo

NON sono i benvenuti:
Giornalisti/media
Politici
Poliziotti
Tutte le organizzazioni che collaborano con lo Stato

Tutte le persone che voglio autorganizzarsi sono le benvenute, a prescindere dal fatto che abbiano o no i documenti in regola, e che abbiano lo statuto di rifugiat* o meno. La precedenza per l’alloggio viene data a chi non ha la possibilità di stare altrove.

Primo aggiornamento Facciamo appello alla solidarietà per sostenere lo squat fuori dall’edificio. Annunceremo appena possibile la data e l’ora dell’assemblea amministrativa del progetto.

Secondo aggiornamento Verso le 22h di domenica 10 gennaio 2016, poche ore dopo aver occupato lo stabile vuoto in via Themistokleous 58 a Exarchia, un tizio che ha dichiarato di rappresentare ‘ANASKEVI M EPE’ si è presentato fuori dall’edificio e ha detto che lo stabile appartiene a quella compagnia immobiliare. In pratica quello che ci ha detto è che se non sgomberiamo il campo noi stessi entro domattina (lunedì 11 gennaio), chiamerà la polizia.

Che sia chiaro: non riconosciamo la proprietà privata e non abbiamo alcuna intenzione di lasciare lo squat.

Chiediamo la presenza continua di persone in solidarietà, all’interno e all’esterno dell’edificio, per  difendere il progetto con tutti i mezzi a disposizione.

Themistokleous 58 squat

in inglese, tedesco, greco, portoghese

Parigi: E uno, e due, e tre…

Nella notte da domenica 30 a lunedì 31 agosto le finestre del centro Emmaüs-Solidarité al numero 47 di via Raymond-Losserand nel XIV° Arrondissement di Parigi sono state ridecorate con la scritta “Emmaüs collaborazionista“. Collaborazionista con la polizia, perché durante l’occupazione del centro nel giorno di mercoledì 11 agosto da parte di migranti che chiedevano condizioni di vita migliori, il personale di Emmaüs chiamò la polizia con il risultato della detenzione di quattro persone che a inizio ottobre affronteranno un processo con l’accusa di sequestro.

Due passi più in là, una succursale della banca LCL finiva con la vetrina e il bancomat copiosamente distrutti mentre sulla parete a lato il giorno dopo i/le passanti potevano leggere il seguente messaggio: “Il capitalismo uccide – Abbasso tutte le frontiere”.

Inoltre le vetrine della sede del Partito Socialista al numero 2 divia Ernest Lefévre nel XX° arrondissment di Parigi sono finite a pezzi e sulla parete vicina appariva la scritta “Abbasso tutte le frontiere”.

È sempre l’ora di ribellarsi.
Abbasso lo Stato, il capitalismo e gli amministratori umanitari.
Libertà per tuttx.

traduzione dal castigliano mc, galera Menzingen, CH, ottobre 2015

in spagnolo