Russia: CCF-Russia incendia un container in un cantiere dell’autostrada

A fine Luglio 2013 vicino Maikop (Adighezia) abbiamo realizzato un’azione ecologista nel cantiere dell’autostrada. Abbiamo scelto una notte senza luna per raggiungere il cantiere di questo abominio e individuato gli obiettivi: sia beni dei lavoratori-schiavi che della compagnia. Con un masso preso da una fossa vicina, abbiamo rotto una finestra e versato della benzina dentro il container mobile (assicurandoci prima dell’attacco che non ci fossero lavoratori dentro). Il resto della benzina è andato sulle ruote. Dopo la fiamma di un fiammifero ha mandato tutto all’inferno. Speriamo che la compagnia segua la sorte di questi veicoli. Il nostro ritiro è stato corredato dalle fiamme (come sempre). Nessuna guardia ci ha fermati (come sempre).

Non aspettare che ti si presenti il momento ottimale prima di passare all’attacco. Solo lo stato del conflitto permanente rafforzerà la tua personalità. Se segui il corso del tempo in attesa di raccogliere soldi e comprare della roba sofisticata per l’azione – stai inconsciamente lasciando la lotta. Nessun camuffamento o stivale stravagante realizzerà l’azione al tuo posto (anche se aiutano). Tutte le cose sono solo oggetti. Vai fuori e lotta adesso! All’inferno le lotte sindacali! La classe lavoratrice è morta cosi come la società attuale. È marcia. È in decadimento. Ancora dovremmo parlare con essa come con Lenin. Fai quello che vuoi nel modo in cui vuoi. Lotta per la tua libertà. Combattete per voi stessi. Per i vostri fratelli e sorelle. Per il futuro dei vostri figli. Nessuno vi darà la libertà tranne che ve la prendiate con la forza per voi stessi. Se adesso non è il momento di superare “la legge”, di guardare oltre agli schermi della consueta “resistenza”, allora scommettiamo che non avrete alcun coraggio quando inizierà la guerra civile. Vi auguriamo buona fortuna.

CCF-Russia 2013

in greco, in inglese

Atene: Comunicato del compagno anarchico Kostas Sakkas

Penso che arrendersi al nemico quando si è attaccati e negare la battaglia quando tocca farla è, semplicemente, una cosa stupida. Dire, nel momento in cui ti stanno attaccando, “non gioco al tuo gioco”, non allevia la sconfitta ma fa correre il rischio di essere sconfitti. Disprezzare il nemico nel momento della battaglia non ti rende superiore.

La mancanza della capacità elementare di capire le cose e l’incapacità di vedere e comprendere ciò che è ovvio, è anche un qualcosa di problematico. L’ossessione per varie scelte e attitudini che si è visto conduce verso la sconfitta è l’ossessione per l’errore. Quando queste scelte e attitudini hanno a che fare con posizioni individuali, di solito, chi ne soffre le conseguenze è chi commette l’errore. Senza dubbio, quando queste scelte si fanno a nome di un collettivo e si diffondono, ad esempio, come rivoluzionarie e, ancor più, come le uniche politicamente “pure” e degne, ci si rende conto che le conseguenze sono anche collettive.

Fin dall’inizio della mia prigionia, ho pensato che lo spazio pubblico dato agli/lle anarchici/che e ai/lle prigionieri/e politici/che, in generale, per esprimere opinioni e posizioni dovrebbe, in qualche modo, essere qualcosa che si guadagna e non qualcosa di dovuto a causa della carcerazione o alla dichiarazione di un’identità o appartenenza ad un’organizzazione. Dall’altro lato, nelle carceri, ci sono diversi/e prigionieri/e considerati/e “comuni” che sono capaci incendiari, rapinatori, abili con l’esplosivo, ecc. Non credo che, come anarchici, possiamo riconoscere alcun valore in questo. Credo che lo spazio politico dovrebbe essere qualcosa che ogni prigioniero/a politico/a si prende, in ogni occasione, con il suo discorso. Ovviamente non mi riferisco alla capacità retorica o di scrittura, ma l’essenza delle posizioni e opinioni. Con ciò che si dice e, naturalmente, con ciò che si fa, si caratterizza l’anarchico/a e il/la rivoluzionario/a, non per le etichette che si hanno.

Il 25 Luglio è stato pubblico un testo di Gerasimos Tsakalos, membro della Cospirazione delle Cellule di Fuoco che, almeno per me, rappresenta un uso sbagliato dello spazio pubblico. Secondo la logica del pesce che può essere chiamato carne, quindi un errore, un attacco apolitico e immorale si può chiamare critica! Una serie di errori e bugie, sia riguardo me che il mio sciopero della fame, come anche il movimento anarchico che lo ha appoggiato, non si può, in alcun modo, considerare una critica per chi leggerà il testo.

Non avrei risposto a questo attacco malintenzionato, come neanche ho fatto in passato, senza dubbio, in questo caso, credo che ci sia qualcosa che supera il personale. Non so fino a che punto c’è coscienza di ciò, ma il testo di cui parliamo è una provocazione nuda e cruda, che danneggia la credibilità e il peso politico del movimento anarchico. È sensazionalismo che apre il cammino ai suoi nemici ufficiali. Fa ciò che, fondamentalmente, non hanno osato fare i secondi, ma che hanno usato con piacere (grazie all’articolo del giornale di Alba Dorata su questo testo o attraverso i corvacci giornalisti del regime, ecc). Per questo, credo sia necessario dire qualcosa. Continue reading Atene: Comunicato del compagno anarchico Kostas Sakkas

Atene: Comunicato del compagno anarchico Gerasimos Tsakalos

Ora che il circo è finito…

Credo sia giunto il momento di dire la mia su alcuni eventi accaduti recentemente.

Per iniziare, voglio dire che sono in custodia preventiva da 33 mesi senza avere una condanna da qualsiasi tribunale. Secondo le loro leggi, questo è irregolare, illegale, arbitrario ecc. Il limite di tempo di questa misura cautelare, come si sa bene, è 18 mesi. Tuttavia e attraverso una strategia di nuovi processi iniziati contro la nostra organizzazione, nello specifico contro il compagno Haris Hatzimihelakis, il limite di custodia preventiva è aumentato a 30 mesi ogni volta che uno/a di noi stava per completarlo. Lo stesso è successo a me, cosi come a Giorgos Polydoros e Olga Ekonomidou che compieranno il termine dei 30 mesi a Settembre 2013. Questa misura non è stata applicata a nessun’altra organizzazione anarchica sul territorio greco.

In Aprile 2013, con la giustificazione della mia pericolosità in quanto membro della Cospirazione delle Cellule di Fuoco, hanno prolungato di altri 6 mesi la mia custodia, raggiungendo il limite di 36 mesi (3 anni). Da parte loro hanno fatto bene. Se avessero fatto l’”errore” di scarcerare qualunque membro della CCF era chiaro che costui/ei avrebbe utilizzato la propria libertà per continuare l’azione anarchica, fregandosene di qualunque misura cautelare.

Ma, vista l’incertezza del tribunale di finire i processi entro questi tempi, hanno fatto un passo oltre. Il 22 Maggio 2013 mi hanno accusato in un nuovo processo. Questo perché a Maggio 2012, quando c’era la possibilità di uscire dopo i primi 18 mesi di custodia in attesa della fine del processo, ho dato a delle persone delle mie fotografie, affinché falsificassero dei documenti di identità per poter andare direttamente in clandestinità. Queste persone, per impotenza o indifferenza, anche se non sono poi stato scarcerato e non abbiamo tenuto relazioni di amicizia o militanza, hanno ritenuto giusto conservare i miei documenti falsi per circa un anno in uno degli appartamenti che usavano.

Quando ne arrestarono uno per una rapina, e dato che nessuno si era preso la briga di farli sparire, quelle merde dell’antiterrorismo li hanno trovati. E cosi le autorità mi hanno accusato di istigazione di “atti terroristi” per il caso della rapina a Velventòs, Kozani. Cosi ora mi ritrovo in una situazione senza precedenti in Grecia. Arrestato a Novembre 2010, ho processi pendenti fino a Dicembre 2014. Vale a dire 4 anni di prigionia in attesa che si concludano i processi per casi di azione diretta anarchica. E ne arriveranno di processi…

È ovvio che non è colpa dell’incapacità o dell’inesperienza di chi teneva i miei documenti falsi se mi trovo in questa situazione. Sarebbe stupido e limitante crederlo. Se non era per i documenti falsi, avrebbero “scoperto” dell’altro. Però ritengo importante parlare di questo, affinché i/le compas siano più attenti con le tracce che lasciano.

Contro di noi, come organizzazione e corrente del movimento anarchico, applicano e cercano di applicare tutto il cosiddetto “arsenale” legale, in modo da non farci uscire in modo legale. Lo teniamo a mente e agiremo di conseguenza. Non abbiamo rispettato alcuna “civiltà giuridica” né lo faremo ora. Continue reading Atene: Comunicato del compagno anarchico Gerasimos Tsakalos

Carceri italiane: Censura nell’AS2 di Ferrara – Terza parte

Aggiornamenti I & II qui

Quelli che seguono sono i due scritti di Nicola Gai censurati e trattenuti dall’amministrazione penitenziaria, il secondo in particolare, è quello che ha provocato il procedimento per tentata istigazione a delinquere ai danni di Nicola, citando integralmente l’ineguagliabile prosa giudiziaria “per aver compiuto atti idonei diretti in modo non equivoco a istigare appartenenti a organizzazioni anarchiche a compiere atti violenti con finalità di terrorismo in particolare”, utilizzando la corrispondenza di Sergio Stefani, anch’egli detenuto presso la casa circondariale di Ferrara, invitava a seguire l’esempio degli appartenenti alle Cellule di Fuoco Fai/Fri greche che nel giugno 2013 hanno “fatto saltare in aria la macchina del direttore del carcere di Koridallos ad Atene” e indicando come obiettivo il direttore della Casa Circondariale di Ferrara (“informiamoci su dove parcheggia il direttore e agiamo di conseguenza” ) – fatto non verificatosi in quanto la missiva era fatta oggetto di censura in Ferrara nel giugno 2013. In data 29 luglio è stata poi ufficialmente disposta la censura della corrispondenza di Sergio e Stefano.

Per informazioni ed aggiornamenti : nidieunimaitres@gmail.com

UN CONTRIBUTO PER L’ INCONTRO DEL 3 AGOSTO ALLA RIOTTOSA

Care compagne e cari compagni, ho saputo con piacere degli incontri che si stanno tenendo per organizzare una presenza solidale in occasione del nostro processo. Vi invio questo scritto, anche se non pensato specificatamente per tali riunioni, ma penso che possa dare degli ulteriori spunti per la discussione. Sia Alfredo che io abbiamo trovato molto interessante che il documento “A testa alta”, che introduce gli incontri, non sia strettamente incentrato sul nostro caso, ma “usi” questo specifico episodio repressivo per tornare a discutere di temi importanti, quali la solidarietà rivoluzionaria, l’azione anarchica, il rapporto con le lotte sociali, ecc., di cui, purtroppo, ultimamente si ragiona, o meglio, non si ragiona che per frasi fatte. Noi non possiamo che augurarci che tutte queste discussioni non perdano mai di vista l’ aspetto pratico della lotta anarchica, crediamo che tutti i ragionamenti debbano essere indirizzati a rendere più incisiva e concreta la nostra azione. In merito a quello di cui siamo accusati, il ferimento dell’ A.D.di Ansaldo Nucleare, ci pronunceremo più avanti quando inizierà il processo il 30 ottobre.

Forza compagni c’è un intero mondo da demolire! Viva la nuova anarchia!

Nicola Gai
23/07/2013 Ferrara


Ferrara, giugno 2013

SULLA LOTTA ANTICARCERARIA

Da qualche tempo è evidente come sia tornata alla ribalta la lotta anticarceraria, nuove figure di “ribelli sociali” vengono spinte sul palcoscenico dal movimento allora si ricomincia: manifestazioni, presidi e proposte di bollettini per dare spazio alle lamentazioni che vengono dalle segrete di stato. Niente di nuovo all’ orizzonte, ciclicamente la trottola, cui troppo sovente somiglia il nostro movimento, rimbalza su di un diverso aspetto di questo mondo di merda e si rimette a girare. L’ interesse dei compagni si ridesta, si dà vita ad assemblee in cui si sostiene che bisogna approfondire l’argomento, capire quello che succede nei luoghi di tortura…e qual’ è il risultato? Si decide di andare a volantinare ai familiari dei detenuti nei giorni di colloquio e si organizza un presidio che sicuramente sarà un successo, in quanto i prigionieri “risponderanno” numerosi ed entusiasti. A dir la verità ultimamente, si è aggiunto al solito copione un nuovo atto, a dir poco sconcertante : un presidio “determinato e comunicativo” sotto il ministero di Giustizia a Roma. Per quanto ci abbia pensato non sono riuscito a capire cosa ci facciano degli anarchici, incazzati per i pestaggi avvenuti nel carcere di Tolmezzo, sotto il ministero se non sono lì per dargli fuoco.

Per quanto il carcere sia un problema permanente, le “mobilitazioni” contro di esso sono episodi che durano finché l’attenzione dei compagni non è richiamata da qualche altra “emergenza”. O finché l’oggetto delle nostre attenzioni (il ribelle sociale, il proletario recluso, ecc.) non cerca un interlocutore, più o meno istituzionale, che ritiene più adatto a soddisfare le sue necessità. Le mie considerazioni, ci tengo a chiarirlo non sono dettate da qualsivoglia astio personale o pretesa di particolare competenza del settore, ma dal semplice dato anagrafico : ho partecipato a diverse ondate di lotta anticarceraria, tutte nate con premesse simili e smorzatesi nello stesso modo. Mi ricordo molto bene la lotta degli ergastolani, anche in quel caso entusiasmo, assemblee, presidi, un bollettino anticarcerario, poi i protagonisti della protesta, spesso dipinti come ribelli indomiti, decidono di sospendere lo sciopero della fame ed i percorrere strade più istituzionali per risolvere il loro problema : fine di tutto e si riparte con un’altra lotta. Penso che sia necessario fermarsi a riflettere sul perché ciclicamente si ripresentino le stesse situazioni, sempre simili negli esiti. Perché non riusciamo a dare maggior continuità ed incisività al nostro agire? Sono certo che dobbiamo smetterla di farci trasportare dall’ emotività, dall’ emergenza del momento. Giochiamo troppo spesso in difesa, sembra quasi che il compito degli anarchici sia quello di risolvere i problemi dell’ ”oggetto” rivoluzionario di turno :carcerati, immigrati, sfruttati, ecc. Sono convinto che gli anarchici debbano “semplicemente” attaccare, ognuno con i propri metodi e tempi, cercando di vivere la [….], la gioia della distruzione senza cercare il “consenso” fra gli sfruttati di turno. A questo punto qualcuno potrebbe farmi notare che le mie sono enunciazioni di principio, da tutti condivisibili, ma praticamente cosa propongo di fare? Prendiamo spunto da quanto accade attorno a noi. Il carcere è una tale mostruosità che non abbiamo bisogno di conoscere ogni singolo sopruso che vi venga commesso per sapere che vada distrutto. Non impelaghiamoci in più o meno approfonditi studi sulle trasformazioni dell’ apparato carcerario, facciamo come i compagni greci della Cospirazione delle cellule di fuoco-Fai/Fri- Bande della Coscienza-Fai/Irf Cellula Sole-Baleno *: informiamoci su dove parcheggia il direttore ed agiamo di conseguenza. Imitiamo i compagni cileni della Cellula antiautoritaria insurrezionale -“Panagiotis Argirou”-Fai/Irf che il 12 maggio hanno colpito l’Associazione nazionale dei funzionari penitenziari a Santiago del Cile.Oppure prendiamo spunto dagli anonimi compagni che a Trento, alcuni mesi fa, hanno dato fuoco agli automezzi di una ditta che specula sul sopravvitto dei detenuti.

Se siamo tutti concordi che non ci sia niente di più bello che un carcere che bruci, armiamo i nostri desideri e diamoci da fare.

Nicola Gai

* Ai primi di giugno è stata fatta saltare in aria la macchina del direttore del carcere di Koridallos ad Atene. Tale azione è stata la prima del “Progetto Fenice”, è stata poi seguita dall’attacco contro l’auto di un secondino del carcere di Nafplio, sempre in Grecia, ad opera dei compagni della Cospirazione internazionale per la vendetta-Fai/Fri. Il progetto Fenice ha avuto un ulteriore seguito con due azioni, in Indonesia e, nuovamente in Grecia.

Messico: Lettera di Braulio Duran ringraziando per la solidarietà

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Saluti compagni, spero tutti vi trovate bene e ciascuno degli individui che rimangono in costante lotta e in continuo conflitto con lo Stato / Capitale ricevano un grande e caldo abbraccio da parte mia, fin dove sono i vostri corpi indisciplinati.

Mi sono preso del tempo, o più che altro, è stata data l’opportunità di condividere con voi alcune lettere. Da qualche tempo già lo volevo fare, ma le circostanze di ogni tipo, fisico-esistenziali non lo permettevano, ma buono, fortunatamente ora si è data l’opportunità.

Con sincerità, ringrazio di cuore a tutti i/le compagnx che hanno preso del tempo per regalarmi alcune parole per continuare a resistere nella situazione in cui mi trovo.

In realtà vorrei dire tante cose, ma la verità è che non c’è molta rilevanza qui. Come sapete, è la stessa merda che imprigiona tutti i giorni, ma buono, in qualche modo qui siamo dando il volto ad ogni situazione.

Sarebbe assurdo dire che questo non mi ha colpito, già che mi è costato lacrime di tristezza, rabbia e disperazione, ma tutto sommato posso dirvi che ora mi sento molto meglio, più pieno e con un enorme desiderio di essere di nuovo con la mia gente.

A volte mi faccio conflitti su quello che potrebbe accadere in un (non) futuro per quanto riguarda la mia lotta e miei affetti, e la verità è molto difficile da affrontare ciò, già che non intendo lasciare le mie lotte, ma né anche allontanarmi dai miei affetti.

Non ho idea se qualcuno di voi è mai stato in un posto come dove sono io, ma sicuramente non c’è bisogno di ciò per capire cosa succede a me.

Beh, speriamo che presto possa trovare la soluzione, così, da poter continuare a camminare.

Come ho già detto qui non c’è molto da dire, quindi preferisco meglio cogliere l’occasione per ringraziare infinitamente ogni personaggio che mi ha dimostrato solidarietà, so che forse nella vita mai ci siamo visti, ma onestamente, non mi interessa; l’unico che può arrivare ad interessare è che siete brave persone che lottano per i vostri sogni e desideri.

Grazie a tuttx, vorrei dire più di mille parole, ma in questo momento si mescolano nella mia testa, quindi voglio solo dire che spero presto di essere con voi per poterci abbracciare e parlare di ciò che ci venga in mente.

Per ora vi lascio, ma non prima di dirvi che vi porto nel mio cuore, vi ricordo in ogni momento.

Abbiate cura di voi e un sacco di forza per tutto.

Come sempre, vi mando abbracci antidominatrici e baci insorti ovunque vi trovate.

Forza e molto Fuoco !

Sinceramente,
Braulio Duran
prigioniero anarchico Straight edge
Per la distruzione del sistema carcerario!

Agosto 2013

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Cile: Per Niko e tutti i nostri fratelli e sorelle

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Da circa un mese, el Niko è sequestrato dallo stato cileno a causa della costante criminalizzazione verso chi lotta nelle strade e si ribella. Il nostro compagno e fratello di lotta è da un mese in custodia preventiva con l’accusa di porto di artefatto incendiario e attentato contro gli sbirri. Il costante affanno dello stato per criminalizzare le lotte sociali di strada è ciò che oggi tiene nelle bastarde carceri Niko come anche molti/e altri/e compagni/e di lotta; e senza elencare tutte le azioni dei nostri fratelli e sorelle in prigione, le loro azioni nell’insieme hanno scosso i/le borghesi e ciò è inaccettabile per chi ci molesta ogni giorno, permettendo l’esistenza di un sistema che ha sempre dato benefici alla classe “potente”. Per questo oggi è urgente riprendere la solidarietà attiva, l’essere presenti per i nostri compagni e le nostre compagne di lotta, per dar loro appoggio e sostegno a chi è nostro affine; e anche verso chi ci opprime e reprime per dimostrare che nessuno/a è solo/a.

Inoltre vogliamo precisare il nostro odio profondo verso chi si è riempito la bocca di critiche distruttive verso nostro fratello Niko, intendiamo l’essere umano come un errore nella sua essenza, senza dubbio crediamo di non essere nessuno per fare critiche costruttive verso chi sta nella nostra stessa trincea, considerando questo atto come una mancanza di vicinanza e una totale attitudine bastarda davanti ad una situazione critica come questa; sono i/le nostri/e nemici/che che dobbiamo distruggere e non i nostri fratelli e le nostre sorelle.

Se dovessimo dichiararci colpevoli di qualcosa sarebbe il voler distruggere le ingiustizie fatte dallo stato bastardo e dai suoi sistemi nefasti, insieme al voler contrastare gli sbirri che puniscono ogni giorno chi attiva, non siamo d’accordo con la realtà afflitta dalle evidenti disuguaglianze che a loro volta sono più violente di noi.

Libertà senza condizioni per tutti i nostri fratelli e le nostre sorelle sequestrati/e dallo stato e distruzione di ogni tipo di carcere. Basta criminalizzazione della lotta sociale di piazza, fine delle accuse nei confronti di coloro che si mobilitano contro le disuguaglianze odierne.

Compagni/e, tutti nelle strade! Compagno Niko speriamo in un tuo pronto ritorno con il desiderio più vivo!

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Bristol, Regno Unito: Attaccato club complice dei fascisti

Unknown

Alle 3 del 6 Agosto è stato attaccato il County Sports Club sulla strada Colston: quattro finestre rotte (ciascuna finestra con due vetri), oltre alla scritta SMASH FASCISM tracciata sul muro. Il 13 Luglio il County Sports Club ha ospitato i Close Shave, una band punk fascista che ha sempre suonato con gli Skrewdriver e per il Rock Against Communism. I loro testi tra le altre cose propagandano la pena di morte per gli stranieri e i gay.

Che sia un monito quando le richieste formali falliscono. Chiunque supporta o promuove il razzismo, l’omofobia e il totalitarismo d’estrema destra (o sinistra) merita questo trattamento.

Per la libertà di movimento e sessuale!
Per la libertà.

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Ercilla, Cile: Ucciso un giovane mapuche

Il werken Luis Melinao conferma che Rodrigo Elicer Melinao Lucan è stato raggiunto da due proiettili di grosso calibro. I comuneros della zona hanno riferito una grande operazione di agenti dei Carabineros e PDI arrivati sul posto, ma i residenti vietano l’ingresso dove sta il corpo per evitare manipolazioni.

Stupore e sconcerto si vivono ora all’interno delle comunità mapuche di Ercilla, dopo che è stata data la notizia della morte del comunero e weichafe Rodrigo Elicer Melinao Lican di soli 26 anni membro della
comunità di Rayen Mapu lof Loloco.

La morte è stata confermata dal werken della comunità e fratello Hugo Melinao, il quale non ha potuto fornire ulteriori notizie dato che si attende il pronunciamento ufficiale della comunità.

Va detto che Rodrigo Melinao Lican era stato condannato insieme a Cristian Levinao lo scorso 24 Luglio a 5 anni e un giorno per incendio forestale e 541 giorni per danni a due bus e un autocisterna, fatti accaduti nel 2011 nella zona di Chiguaihue. Da allora non si sapeva dove fosse, dato che non
aveva presenziato all’udienza.

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Santiago, Cile: Alcune parole per il nostro compagno Hans Niemeyer

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Da una parte di questa creazione scenica del “progresso borghese” chiamata Cile, abbiamo deciso di dedicarti un paio di righe, che non sono tante, ma sappiamo le apprezzerai. La decisione di assaltare armati di desidero e solidarietà un tempo e uno spazio che abbiamo definito la locomotiva del dominio ci conduce da te attraverso queste parole fraterne. Lo spettacolo moralizzante della “cittadinanza” agisce come una grande gabbia per chi cerca di espandere la critica all’esistente, il primo carceriere che dobbiamo bruciare. Rompere con la caricatura dell’uomo dai comportamenti industrializzati dal potere vuol dire rompere anche con il soffocamento delle nostre peculiarità attraverso la logica dell’abitudine e della “normalità”, insieme ad altre invenzioni della civilizzazione come nostro aguzzino sanguinario. Prima di iniziare queste calde parole per te, dobbiamo dirti che schifiamo ciò che hai schifato, che schifiamo ciò che le cloache “democratiche” assolutiste impongono come organo indispensabile per la vita del tessuto sociale; schifiamo la cittadinanza e le fabbriche “esemplari”! Noi non abbiamo nome, etichette, siamo solo noi.

Circondati da macchine umane che parafrasano i media, che vociferano un ordine che non esiste e annusano alienate la putrefazione del capitalismo e il suo funzionamento schiavizzante, i nostri pensieri e riflessioni si sono universalizzati per fornirti un caldo ululato di fratellanza. Ci dirigiamo verso te, compagno, che in questo preciso istante sei limitato fisicamente dietro le sbarre del potere; il carcere, luogo che sappiamo mai rinchiuderà le tue idee, a meno di non sentire il profondo amore che cerca la libertà. Sicuramente la tua carcerazione ha generato orgasmi per l’autorità, che era decisa a “prenderti” e “giudicarti”, che si masturba con l’idea di danneggiare le tue idee tramite il castigo, cercando col tuo caso di dare un “avviso” a chi si ribella contro i riti e i codici della sottomessa società moderna e i simboli del nefasto sistema carcere/capitale. È evidente che la tua prigionia è stata uno stimolo per i fabbricanti dell’articolazione sociale – concepita come un ordine “naturale”. Hai saputo burlarti di loro, e il tuo tempo in clandestinità gli ha fornito amare espressioni e continue speculazioni, soprattutto perché ti stavi godendo l’amore della tua famiglia. Fatto che non possono concepire possibile per chi viene considerato “terrorista”. Hanno digrignato i denti nel tentativo di rintracciarti; bestie codarde che hanno usato i propri sgherri per arrivare a te!

Tra corpi miserabili ancorati da compiti, una presenza come la tua è incombente. Ogni colpo che inceppa il transito paradossale delle cose è l’essenza minima che teniamo per vivere, qualcosa per cui sorridere e morire. Il nemico cerca di far detonare l’ideologia cannibale della domesticazione. Gli uomini divorano altri uomini. Gli spazi della città sono la piattaforma di una distruzione invisibile. La quale sentiamo nelle mattinate, fino a quando andiamo a dormire la sera. La proprietà è sinonimo di rovina e il nostro affetto per essa è il crollo della nostra essenza emotiva. Non abbiamo distrutto nulla, perché niente è ciò che è stato costruito. Per questo sappiamo che parlano di un ordine, ma sappiamo che non esiste alcun ordine.

In mezzo ad una massa puzzolente e alienata incapace di avere libere riflessioni su cosa indossare ogni giorno e la passività, cercano di far crollare la tua presenza tramite la prigionia, lo desidera il seguito del potere, una squadra di infami con cupole di libri chiamati “leggi”. Nel corso della scorrere dei giorni avanza il nostro amore profondo per il disturbo, il desiderio di presenziare in questa pseudo realtà cresce. Le loro regole toccano le nostre anime per poi essere sputate via!! Governanti, giudici e poliziotti: i figli e le figlie di una libertà conquistata accumulano rabbia tra le ombre della loro voracità!! Amiamo con forza la distruzione del falso equilibrio sociale, il grido degli/lle impavidi/e reclama un fratello, amante e sorridente viandante.

Solidarizziamo con te per le strade e nella negazione del prestabilito. Eri, sei e sarai con noi! Ti salutiamo con amore, compa.

SOLIDARIETÀ ATTIVA CON HANS NIEMEYER!

Individualità anonime

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Angol, Cile: Il DIPOLCAR sequestra illegalmente un prigioniero politico mapuche

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Il giovane prigioniero mapuche è stato sequestrato dalle forze di polizia e intelligence, in modo completamente irregolare, senza avviso o ordino del tribunale, vale a dire che la procura viola le stessi leggi cilene che dice di difendere. Ciò dimostra – ancora una volta – che la comunità mapuche affronta uno scenario di tipo bellico causato dallo stato cileno alleato con i grandi interessi d’impresa che occupano la Wallmapu.

COMUNICATO PUBBLICO DAL CARCERE DI ANGOL

Informiamo il popolo mapuche e l’opinione pubblica nazionale e internazionale, che ancora una volta il nostro peni Luis Marileo Cariqueo è stato vittima di persecuzione da parte dello stato cileno, come
conseguenza del progetto di recupero territoriale che la comunità Cacique Jose Guinon ha portato avanti negli anni.

Luis Marileo Cariqueo, giovane prigioniero politico mapuche, è in custodia preventiva da 11 mesi nel carcere di Angol, accusato ingiustamente di un delitto non commesso, il 30 Luglio 2013 alle 7 è stato trasferito nella città di Temuco, fortemente sorvegliato e ammanettato mani e piedi per più di 8 ore, nella sede del DIPOLCAR dei Carabineros.

Questo trasferimento a sorpresa è totalmente irregolare, in più non è stato avvisato l’avvocato e neanche c’è stato un ordine del tribunale. Questa situazione irregolare obbedisce agli interessi e ai capricci del giudice antimapuche Luis Chamorro, il quale voleva avere impronte dei piedi e del corpo, cosi gli ha offerto nuove scarpe al posto delle sue che portava, per continuare con le sue montature, che stavolta consistono nel coinvolgere il nostro giovane peni in un attacco incendiario accaduto diversi mesi fa.

Luis Marileo Cariqueo dichiara categoricamente che non permetterà ad alcun organismo dello stato cileno né alla polizia di prendergli impronte digitali o del corpo, sapendo bene che il popolo mapuche è stato
perseguitato e criminalizzato per anni attraverso processi giuridici arbitrati e indebiti, e che la giustizia cilene obbedisce ai suoi padroni delle multinazionali e ai latifondisti.

LUIS MARILEO CARIQUEO
DALLA PRIGIONE DI ANGOL
LIBERTÀ PER TUTTI I PRIGIONIERI POLITICI MAPUCHE
MARICHIWEW

fonte

Angol, Cile: Chiuse le indagini contro Daniel Melinao, mapuche accusato dell’omicidio di un poliziotto

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Il 29 Luglio 2013 si è chiusa l’indagine contro Daniel Melinao accusato di “coautore” dell’omicidio dell’agente del GOPE Hugo Albornoz durante gli scontri in una comunità mapuche di Ercilla nell’Aprile 2012.

Da adesso la procura rappresentata da Luis Chamorro ha 10 giorni per presentare le accuse (prove, testimoni e pena richiesta) per poi realizzare la preparazione del processo orale e poi quello vero e proprio.

Attualmente il comunero mapuche è prigioniero nel carcere di Angol, nel modulo dei prigionieri politici mapuche.

fonte

Cile: Rilasciato Sebastian Saldana

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Il compagno antiautoritario Sebastian Saldana Zapata è stato prigioniero con l’accusa di aver tenuto e lanciato una molotov il 29 Marzo di quest’anno.

Il 1° Agosto 2013 Sebastian è stato rilasciato. A quanto abbiamo saputo avrà un processo con rito abbreviato.

Saluti compagno!

Difendiamo e appoggiamo i prigionieri e gli accusati per gli scontri di piazza!

fonte

Francoforte: Liberata Sibylle S.

Sibylle S. (testimone non cooperativa con le autorità) è rimasta 4 mesi in carcere a causa del suo ripetuto rifiuto di testimoniare come testimone contro Sonja Suder. Il 6 Agosto 2013 è divenuto evidente che la sua detenzione non avrebbe modificato la sua attitudine decisa, cosi è stata rilasciata.

Ma Sonja resta ancora in custodia.

LIBERTÀ E FELICITÀ PER SONJA E CHRISTIAN!

fonti: i, ii

Atene: Striscioni di solidarietà con i tre spazi occupati di Patrasso

Giù le mani dalle occupazioni. Solidarietà all'occupazione Parartima
Giù le mani dalle occupazioni. Solidarietà all’occupazione Parartima
Il fuoco non ci brucia, il fuoco brucia dentro di noi!  Solidarietà a: Parartima, Maragkopouleio e lo spazio autogestito all'interno dei TEI di Patrasso
Il fuoco non ci brucia, il fuoco brucia dentro di noi!
Solidarietà a: Parartima, Maragkopouleio e lo spazio autogestito all’interno dei TEI di Patrasso

Venerdì mattina, 9 Agosto, dei compagni hanno effettuato un intervento di solidarietà con le occupazioni Parartima e Maragopouleio e lo spazio autogestito dei TEI a Patrasso che sono stati preso d’assalto dalle forze dello Stato nelle prime ore del 5 Agosto.

Durante l’intervento, dei striscioni sono stati collocati all’ingresso del sito archeologico di Acropoli, interrompendo l’immagine falsa di una città “rispettabile” di Atene ed hanno attirato l’attenzione dei visitatori.

Abbiamo scelto questa posizione sapendo che la nostra presenza in un “ambiente di primo piano” (vale a dire una delle attrazioni turistiche della città) sarebbe stata una spina che fa male allo Stato.

Nulla rimarrà senza risposta …
Avete seminato il vento, e raccogliete la tempesta.

Anarchicx

Intervista al blog incarcerato “Culmine”

(Tratto da “Aversión”–publicación anarquista, n°8, Maggio 2013)

1.-AVERSIÓN: Negli ultimi anni. Per ragioni che rifuggono da quest’analisi e che hanno a che vedere più che altro con l’indirizzo che sta prendendo il sistema, ma che evidentemente colpiscono la nostra maniera di relazionarci, ci sono nati blog e siti web che hanno rimpiazzato il compito che fino ad ora veniva svolto dalle nostre pubblicazioni. Come credete che ciò influenzi le lotte e la loro percezione?.

-CULMINE: siamo sicuramente convintx che stiamo vivendo un periodo nuovo all’interno dell’anarchismo. I blog ed i siti web permettono la diffusione di comunicati, scritti, elaborazioni in maniera veloce in tutte le parti del pianeta, e permettono lo scambio di idee e proposte tra compagnx che probabilmente non avranno mai la possibilità di incontrarsi fisicamente. Si tratta di una vera e propria rivoluzione all’interno dei rapporti tra anarchicx. Siamo ben consci dei grandi limiti presenti in questo nuovo modo di rapportarsi, sia perché lo strumento utilizzato non è neutro, ma gestito e controllato dal nemico, sia perché i rischi che si corrono sono molto elevati, come è accaduto con “Culmine”, che comunque non ha scelto l’anonimato. Il blog anarchico “Culmine” è stato ingabbiato il 13 Giugno 2012 anche per il suo lavoro di controinformazione.

Piuttosto complesso è il discorso relativo alle lotte ed alla loro percezione. Bisogna partire dal dato di fatto che, attualmente – nel 2013 – , tutti movimenti utilizzano internet: politici, ecologisti, culturali e persino antitecnologici (questo paradosso meriterebbe un approfondimento ma non in questa sede). Anche all’interno dell’anarchismo praticamente tutti i gruppi di qualsiasi tendenza hanno a che vedere con la rete, ma negli ultimi tempi c’è stata l’irruzione delle reti sociali, come twitter o facebook. Con effetti deleteri. Ad ogni modo non abbiamo mai pensato che i blog di controinformazione debbano sostituire le pubblicazioni in cartaceo.

2. A: Sembra che attualmente internet abbracci molti aspetti della nostra esistenza influendo in maniera radicale nelle relazioni umane, contribuendo enormemente all’isolamento, all’atomizzazione e all’alienazione. Non credete che manchino delle posizioni critiche dall’ambiente anarchico su questo strumento?.

-C: sì, è vero che internet è fortemente presente nelle nostre vite esistenti ma noi tuttx, anarchicx compresx, utilizziamo questo strumento nella vita quotidiana anche per viaggiare o leggere un quotidiano. Non ci sono posizioni di forte e dura critica e distacco nei confronti di tale tecnologia e non crediamo bastino alcune analisi di critica e distacco nei confronti della rete, con un atteggiamento di snobismo elitista da parte dei pochi che tutto hanno compreso. Condividiamo l’urgenza del problema, ossia che corriamo il rischio di isolarci sempre più e di rendere virtuale qualsiasi aspetto della lotta, anche il confronto umano, ma al contempo noi non cessiamo di immaginare le potenzialità insite in una diffusione in tutti gli angoli del pianeta delle nostre idee e pratiche iconoclaste. Più che altro manca una doverosa riflessione su come impostare la nostra esistenza totalmente fuori dalla virtualità. Si tratta, in fin dei conti, del dilemma dell’anti civilizzazione, ancora troppo ancorato all’attuale modello della nostra società. A tal proposito “Culmine” più di una volta ha dimostrato di apprezzare questa tematica rimandando però ad un futuro indefinito un proprio scritto di riflessione. Premessa l’attuale estrema difficoltà di poterlo stilare congiuntamente in tempi celeri, non esclude di farlo prossimamente.

3. A: Concretamente, “Culmine” è il primo caso che si sappia di repressione contro un blog anarchico di controinformazione. A cosa credete si debba questo?. Perché “Culmine” e non altri blog e siti?.

-C: in primo luogo la repressione contro “Culmine” ha a che vedere con la legislazione antiterrorista italiana. Erede delle leggi speciali utilizzate nei cosiddetto “anni di piombo”. Bisogna specificare che noi di “Culmine” non siamo solo accusatx di violazione delle leggi sull’informazione o sull’apologia, ma di aver progettato, finanziato ed effettuato materialmente degli attentati esplosivi. Perché “Culmine” e non altri blog?. Perché, a nostro avviso, “Culmine” negli anni della sua esistenza s’è caratterizzato nel non censurare comunicati di azioni dirette da tutto il mondo, dando anche spazio alla voce dex tantx prigionierx anarchicx. Non siamo i soli a farlo, abbiamo visto nascere tanti altri blog o siti con i quali abbiamo condiviso riflessioni ed esperienze. L’ingabbiamento di “Culmine” è un brutto segnale da parte della repressione in quanto rappresenta uno scenario che potrebbe ripetersi anche per altre esperienze simili a livello controinformativo. È significativo, per esempio, che secondo l’accusa riprova della nostra non resipiscenza dopo la perquisizione del 29 Marzo 2012 (che già preannunciava una repressione crescente) sia stata la nostra immediata diffusione di un comunicato per avvertire altri blog dell’accaduto e della violazione dello stesso “Culmine”. Continue reading Intervista al blog incarcerato “Culmine”

Marco Camenisch: Nanotecnologia e trasparenza

nanoargento

Di seguito una traduzione del compagno Marco Camenisch dal lager Lenzburg di Svizzera sulle nanotecnologie e il nano argento. Lasciamo la sintesi, la traduzione e i commenti così come li abbiamo ricevuti:

Dalla WOZ n. 22, 30 Maggio 2013, cultura/scienze, trad. M.C., Lenzburg, Maggio 2013

NANOARGENTO PERICOLO MUTANDE

L’industria produce sempre di più beni di consumo che contengono del nanoargento. Ma la maggior parte di questi beni di consumo non sono né utili né sensati. Semmai sono una minaccia per l’ambiente.
Di Franziska Meister

È calato il silenzio sul clamore attorno alla nanotech. Nuovi materiali con nuove proprietà dovrebbero diffondersi grazie a minuscole nanoparticelle. Molto reattive. Dove sono finiti, questi nuovi materiali?.

La risposta sorprende: i nanomateriali sono approdati nel nostro quotidiano già da tanto tempo, anzi, sono penetrati nella sfera più intima. Per esempio il nanoargento. Con il nanoargento ci laviamo, ci puliamo i denti, lo spalmiamo sotto le ascelle ed in faccia e su tutto il corpo fin nelle zone più intime, e ce ne vestiamo dai calzini fino alla biancheria intima e le scarpe. Lo usiamo per cucinare ed imballare gli alimenti. Poiché il nanoargento disinfetta, uccide i funghi. I batteri ed altri micro-organismi. La carne dura più a lungo sotto una pellicola di nanoargento, sterilizza le stoviglie, i nostri calzini non puzzano – noi non puzziamo.

Con l’igiene si fa buoni affari. A livello mondiale, nessun altro nanomateriale è utilizzato in tanti prodotti di consumo come il nanoargento. Negli anni più recenti, il tasso di crescita del suo utilizzo ha avuto un’impennata mai vista. L’impiego annuo mondiale di nanoargento è valutato più di le trenta tonnellate, in Svizzera ci sarebbe una produzione annua di circa tre tonnellate. Un terzo è lavorato nell’industria tessile. Questo in Europa fa, dopo la Germania, della Svizzera la seconda produttrice di nanoargento per tessili.

Ma l’affare con le nostre esigenze igieniche ha il suo rovescio. Un numero sempre più grande di studi dimostrano che, seppur con velocità diverse, il nanoargento è completamente slavato. Come ha dimostrato l’Empa, l’istituto federale di collaudo e di ricerca dei materiali, per certi tessuti possono bastare pochi lavaggi in lavatrice ed il nanoargento non c’è più. Anche le facciate perdono subito il loro strato anti-putredine che dovrebbe tener lontano i parassiti: secondo uno studio svizzero circa il trenta % del nanoargento entro un anno si ritrovava nello scolo della facciata, dopo due anni e mezzo il nanoargento era assente.

Che succede nell’acqua?

Perciò gran parte del nanoargento proveniente dai beni di consumo finisce nell’acqua: passando per le canalizzazioni finisce negli impianti di depurazione o direttamente nel laghi e fiumi. E questo è un problema. Poiché il principio attivo del nanoargento è basato sul fatto che in soluzione acquosa isola degli ioni d’argento. L’effetto tossico vero e proprio sui batteri viene da questi ioni e non si ferma nemmeno davanti ad altre vite acquatiche. “Abbiamo collaudato delle particelle di nanoargento di diverse misure in diversi rivestimenti” dice una ricercatrice della ETH (politecnico federale), “ il risultato era sempre uguale: gli ioni d’argento delle nanoparticelle hanno un effetto tossico acuto sulle alghe”. E le alghe stanno sempre all’inizio della catena alimentare acquatica.

Nell’ambito del programma nazionale di ricerca “Chances e rischi dei nanomateriali” il suo team esamina in ambiente reale l’effetto delle particelle di nanoargento sulle comunità acquatiche come le alghe, le muffe ed i micro-organismi. “Osserviamo una grande suscettibilità delle alghe verso gli ioni d’argento” dice la ricercatrice. Nelle comunità di alcune muffe e di alcuni funghi nei tempi più lunghi cambiarebbe la varietà dei funghi e dei batteri. Le ricerche di tale complessità sono finora molto rare, come anche gli studi fatti su varie generazioni d’organismi acquatici – mentre senza questi studi non si può valutare la possibile pericolosità ambientale del nanoargento, sottolinea la ricercatrice.

Ma in quale misura il nanoargento penetra davvero l’ambiente?. Anche su questo non esistono dati attendibili, tra l’altro perché è molto difficile rilevare le nanoparticelle nell’ambiente e di misurarne la quantità Tuttavia un collega della ricercatrice ha potuto dimostrare in uno studio recente che gli impianti di depurazione possono ritenere circa il 95% del nanoargento. Già nell’acqua di scarico una parte delle nanoparticelle si trasforma in solfuro d’argento salino. “Grazie a questo la loro tossicità cala molto, poiché non emanano quasi più nessuno ione d’argento” dice il ricercatore. “le nostre preoccupazioni iniziali erano proprio che, tuttora antibatteriche, le particelle di nanoargento danneggiassero il residuato”.

Infatti, vari studi hanno dimostrato che le particelle di nanoargento rimangono attive anche nel residuato. Dove ostacolano il lavoro dei batteri nitrificanti che sono addetti all’eliminazione della sostanza tossica nell’acqua. Se al contrario che in Svizzera, questi residuati non sono bruciati bensì sparsi sui campi come fertilizzante, secondo uno studio USA possono essere addirittura più tossiche ancora. “Facendo questi esperimenti il nanoargento è direttamente versato nel residuato”, dice il ricercatore. “Questi esperimenti non si possono equiparare alle condizioni reali, poiché le nanoparticelle d’argento hanno una storia, e quella inizia già nella canalizzazione”: Continue reading Marco Camenisch: Nanotecnologia e trasparenza

Brasile: Cumplicidade, nuovo progetto di contro-informazione contro il Potere e verso la Liberazione Totale

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CONTRO-INFORMAZIONE. COSPIRAZIONE. SOLIDARIETÀ. AZIONE DIRETTA.

Compagni,

Vi invitiamo a visitare e condividere le informazioni tramite il nuovo blog di contro-informazione dalla regione controllata dallo Stato Brasiliano: Cumplicidade (“Complicità”).

Questa iniziativa sta emergendo nel contesto effettivo in cui la guerra sociale si sta intensificando di giorno in giorno, e la rabbia accumulata di coloro che sono oppressi su una base quotidiana è scaturita come uno tsunami sulle strade di numerose città, da nord a sud del Brasile. Riteniamo che, in mezzo a questa tempesta, la presenza di un nodo di contro-informazione è di estrema importanza, cercando di comunicare notizie da una prospettiva anti-autoritaria, rompendo con ogni discorso moderato o di neutralità, al fine di dare voce alla guerra contro il Potere e verso la Liberazione Totale.

Pensiamo anche che è molto importante che i progetti online possano servire come canali di comunicazione e di solidarietà tra gli insorti che sono attivi in diverse latitudini e longitudini di questo territorio, pertanto sottolineiamo la necessità di ricevere le vostre riflessioni, analisi, notizie, foto, video, ecc in modo che possiamo pubblicarle.

Sottolineiamo inoltre che rifiutiamo in modo assoluto l’uso irresponsabile di Internet come strumento di comunicazione, e di conseguenza non siamo interessati a qualsiasi tipo di collegamento in rete per questo blog attraverso i social media come Facebook o Twitter. Apprezziamo l’uso di strumenti virtuali che rispettano l’anonimato e la sicurezza dei loro utenti e non facilitano la sorveglianza della polizia.

Speriamo che si possa diffondere questo messaggio, e che questo piccolo sforzo potrebbe diventare una scintilla in più scintilla che dia vita all’anarchia!

Marco Camenisch: 5º Update non- liberazione

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5° Update non- liberazione

7 Maggio 2013: ricevo ordinanza 30 aprile 2013 della direzione di giustizia ed interiore ZH con il previsto rigetto del ricorso contro la 2. non-liberazione da parte del DAP di detta direzione.

28 Maggio 2013: inoltrato apello al TAR ZH contro detta ordinanza. Ovviamente chiedendo il gratuito patrocinio e processo, finora sempre “concesso”.

29 Maggio 2013: arriva l’atteso rigetto DAP dell’istanza per il traferimento in “regime aperto” .

Come già esposto nei miei precedenti Update, i contenuti di queste ordinanze e di quest’appello sono in pratica le fotocopie delle precedenti tarantelle giuridiche ed anche questi atti li ho diffusi (in tedesco, in copia) a pubblica disposizione. Lo stesso con ordinanza TAR riguardante l’appello 28 maggio 2013, dove il TAR ha ordito la seguente infamia.

6 Giugno 2013, infamia ordita dal TAR

Cito dall’ordinanza firmata dal presidente 3. sezione TAR, Rudolf Bodmer…Nell’appello il ricorrente chiede tra l’altro la concessione del gratuito patrocinio e preocesso. per la mancanza di mezzi adduce che questa sarebbe nota al tribunale. e non la prova. Solo dal fatto che il ricorrente è da molto tempo in esecuzione penale non risulta per forza che è sprovvisto di mezzi. Perciò gli è da fissare un termine (30 giorni) per provare la sua mancanza di mezzi….In caso contrario si supporrebbe rinuncia al trattamento dell’appello…(sic!!!).

Si tratta anzitutto del meschino tentativo di sbarazzarsi del trattamento di un appello politicamente e giuridicamente scottante. E d’ulteriore “spese”. Che sono sempre più massicce grazie a questo tipo di malefatte sempre più costose e frequenti della giustizia di classe.

“Stato di diritto” docet…! Con un altro capitolo esemplare “di lezione civica” dello stato che alla faccia della sua facciata “liberaldemocrata occidentale” si mostra sempre più apertamente fascista e totalitario.

Chi ora con roboante certezza reazionaria, opportunista, contro ogni evidenzia, o per vile ipocrisia vorrebbe liquidare la defenizione fascista e totalitario come voce ” estremista e violenta” aberrante, o peccando d’ingenuità anche solo come esagerazione, rimando (p. es. !!!) all’articolo della NZZ del 17.06.2013 (Mentalità da polizza casco nel diritto penale / Professori, avvocati e psichiatri dell’area linguistica tedesca a Zurigo mettono in guardia da un’isteria sicuritaria) sul congresso d’esperti in diritto penale di tre paesi (CH, Austria, Germania) tenutosi il 14.06.2013. Che termina (sottolineature mie):

….Sicurezza e non libertà sarebbe oggi il primo obiettivo, e nel contempo sarebbe diminuita la tolleranza nei confronti di deviazioni e trasgressioni della norma. (Un perito forense) rimanda come ammonimento ed esortazioni all’esperienza nel Terzo Reich: allora sarebbe stato in primo piano non il diritto penale secondo reato ma il diritto penale preventivo ed i potenti ne avrebbero fatto un massiccio abuso.

Mentre, nell’attuale precipitazione della crisi globale del capitalismo imperialista tecnoscientifico, è abusato, ampliato ed accelerato a livello mondiale dai potenti attuali in modo ancora più massiccio e senza precedenti: per la controinsurrezione e controrivoluzione preventiva e contro ogni dissenso e resistenza!.

Con il marchio antiterrorismo. In realtà autentico diritto penale contro il nemico – Feindstrafrecht

Marco Camenisch, lager Lenzburg, Svizzera, Giugno 2013

Cile: Nuovo rinvio dell’udienza del caso Security

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L’udienza fissata per il 1° Agosto 2013, per il nuovo inizio della preparazione del processo contro Juan Aliste, Freddy Fuentevilla e Marcelo Villaroel per il cosiddetto Caso Security è stata nuovamente rinviata.

La difesa del compagno Marcelo era impegnata in un processo al sud, per questo non ha potuto presenziare. Perciò il tribunale ha spostato l’udienza al 11 Novembre 2013 dove si riproverà a fare l’udienza di preparazione del processo.

Solidarietà e affetto rivoluzionario per Freddy, Juan e Marcelo!

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Santiago, Cile: Trasferito il compagno Hans Niemeyer

Il compagno Hans Niemeyer condannato a 5 anni e 300 giorni per la collocazione di un artefatto esplosivo in una succursale bancaria del BCI era nella sezione di massima sicurezza, a causa della cattura in seguito alla clandestinità.

Dopo la condanna, i/le compas ci hanno detto che Hans è stato trasferito nel modulo H-Norte del carcere di alta sicurezza, con un regime di isolamento minore rispetto alla sezione di massima sicurezza.

Solidarietà al compagno Hans Niemeyer!

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Grecia: Riguardo lo sgombero delle occupazioni nella città di Patrasso, 05/08/2013

Nell’alba di Lunedì, 5 Agosto, alle 06:30, si è effettuata a Patrasso una vasta operazione di polizia con l’obiettivo di evacuare lo spazio autogestito occupato “Spazio TEI – N.Gyzi”, l’occupazione “Maragopouleio” e la storica “Occupazione Parartima“. All’interno di un clima di polizia e di repressione assoluta, con l’arresto da parte dei poliziotti di cinque compagni che si trovavano in quel momento a Maragkopouleio e con la detenzione di molti altri in solidarietà all’esterno dell’edificio, ma anche da altre parti della città, lo Stato ha fatto un’altra prova di forza e di “pugno democratico” come conseguenza della sua mossa di pochi mesi fà contro le occupazioni e i luoghi di lotta in tutto il territorio greco.

Di fronte all’assalto della sovranità a coloro che scelgono di combattere e di definire se stessi la loro vita, quello che abbiamo da contrapporre è la solidarietà e la nostra lotta sociale e di classe quotidiana e multiforme. Le occupazioni, come parte integrante di questa lotta, non costituiscono per noi delle isole di libertà utopiche ma bensì dei focolai di rottura e di resistenza, delle basi di affinità nella nostra guerra contro lo Stato e il Capitale, contro ogni genere di oppressori. Le occupazioni non sono delle mura, per essere prese d’assedio e spegnersi. Come parte della nostra lotta, sono le stesse persone che le costituiscono, le fanno diventare spazi vivi di creazione, di espressione, di solidarietà e di resistenza. Finché queste persone non smetteranno di combattere, gli attacchi contro le occupazioni non riusciranno di far altro che infuriarci e di raggrupparci ulteriormente. Gli edifici possono essere evacuati e sigillati, ma le idee restano salde e forti nel tempo. Se abbiamo qualcosa da dire ai padroni di questa grottesca operazione è che non abbiamo paura, non ci terroriziamo e continueremo ad essere qui.

SOLIDARIETÀ A TUTTI I PERSEGUITATI DELLE OCCUPAZIONI

NON CI SPAVENTANO – CI INFURIANO

Anarchici/e, Solidali/e

Argentina: Assolti 4 compas arrestati 3 anni fa durante iniziativa solidale per G. Dimitrakis

buenos-aires

Oggi, 30 Luglio 2013, nel tribunale “Comodoro Py” sono stati “assolti” 4 compagni/e arrestati fuori dall’ambasciata greca di Buenos Aires 3 anni fa. In quella occasione l’infame giudice Bonadio li aveva accusati di “prepotenza ideologica”.

Nel 2010 la solidarietà espressa dai/lle compagni/e nell’ambasciata greca era per il compagno Giannis Dimitrakis. Per motivi sfavorevoli in quell’occasione i 4 erano stati arrestati e tenuti dieci giorni nel carcere di Ezeiza, con un processo durato fino ad oggi.

Con la volontà di essere più accorti e attenti, e che l’azione solidale continui. Costruendo complicità che ci affratella nella rivolta.

Andiamo avanti e con allegria salutiamo i/le compagni/e “assolti/e”, raddoppiando le forze e continuando insieme in questo cammino di libetà.

Con grande vicinanza continuiamo la lotta dei nostri fratelli greci.

SOLIDARIETÀ E AZIONE DIRETTA!

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Cile: Ai compagni del mondo dall’ex penitenziario. Scritto di Alberto, el nico, Olivares

Fratelli e sorelle, da tanto tempo la realtà dell’impero continua essendo ancora più forte in ogni angolo della nostra vita, tutto trascorre in un corso di bassa intensità nella ribellione, “l’idea” ci reclama, ogni giorno, non ci dimentichiamo dei sogni, dei/le liberatori/e, e della rabbia contenuta x anni di ingiustizia sociale. Vedo dalla mia cella che i giochi politici si fanno realtà, che le carceri sono immuni, che nelle strade seguono a metà le volontà ribelli. fratelli e sorelle, questa non è la soluzione alla sottomissione umana, ma voglio esprimere quello che sento in ogni atto di casino e di poca azione diretta, continuo rapito da un sistema di polizia e ho la urgenza di muovermi, perché senza di voi, noi detenuti rimaniamo solx, in ogni bomba un invito al sistema a non abusare dei/le prigionieri/e, un furto al ricco è una fessura al sistema istituito.

Voi siete l’idea, voi siete la mia libertà e quella di tutti i rapiti del mondo

Distruggere per costruire

Facciamo tutto per tutti e niente per noi

GIÙ LO STATO DI POLIZIA
GIÙ LE PRIGIONI

COLLETTIVO 22 Gennaio

CENTRO DI STERMINO EX PENITENZIARIO MODULO A

ALBERTO OLIVARES FUENZALIDA

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Grecia: Invasione della polizia a tre spazi occupati nella città portuale di Patrasso

Il 5 Agosto 2013, alle 06:30 circa, poliziotti in divisa e in borghese hanno fatto irruzione e sfrattato tre spazi occupati a Patrasso, in particolare l’occupazione PARARTIMA all’angolo di Via Corinthou ed Aratou, l’occupazione Maragopouleio sulla Via Gounari, e lo spazio autogestito all’interno dell’Istituto dell’Educazione Tecnologica (TEI) di Patrasso. Tutti e tre gli spazi occupati sono stati sfrattati e sigillati dalla polizia.

Le forze repressive, aiutate dalle autorità comunali, hanno confiscato vari materiali dai centri sociali, e anche sigillato l’ingresso dell’occupazione PARARTIMA con mattoni.

Un totale di 16 compagni sono stati detenuti: 5 occupanti che hanno resistito all’invasione dal tetto dell’occupazione Maragopouleio, così come 11 solidali che hanno cercato di avvicinarsi alla casa occupata, mentre lo sgombero era in corso. Poco dopo, i 11 solidali sono stati rilasciati, ma i 5 occupanti di Maragopouleio affrontano accuse e sono stati tenuti in custodia presso il quartier generale della polizia sulla Via Ermou, dove i compagni hanno tenuto un raduno di solidarietà prima al mattino. Inoltre, a mezzogiorno, un raduno di contro-informazione abbia avuto luogo presso la Piazza Olgas.

Più tardi i 5 arrestati sono apparsi davanti al pubblico ministero e sono stati tutti rilasciati, con l’obbligo di comparire in tribunale il 6 Agosto. [Aggiornamento: Il processo contro i cinque compagni è stato rinviato al 13 Agosto.]

Ulteriori aggiornamenti appena disponibili.