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Santiago, Cile: Fine dello sciopero della fame del compagno Hans Niemeyer

foto_2-2COMUNICATO N ° 2: FINE SCIOPERO DELLA FAME

Alle menti coscienti, all’ambiente solidale, ai famigliari e agli amici.

Attraverso queste lettere, comunico la mia decisione di porre fine allo sciopero della fame liquido che ho mantenuto per 13 giorni, dal 12 agosto, dimagrendo di circa 7 chili di peso.

La ragione principale è stata le ragioni mediche legate a problemi di fegato che ho cominciato a presentare gli ultimi tre giorni dello sciopero. All’interno del protocollo della Gendarmeria per i prigionieri in sciopero della fame, mi sono state prese campioni d’urina e del sangue, presentando questi ultimi problemi con il metabolismo della bilirubina, ciò che ha causato un quadro di itterizia e potenzialmente avrebbe potuto causare danni irreparabili, così che Venerdì scorso ho dovuto essere trasferito all’ospedale della prigione, dentro l’ex carcere. A questo si aggiungono alcuni problemi renali e dolori all’ora di urinare, tutto in un contesto di molta debilità gli ultimi 2 giorni che incluso comprendeva un svenimento in cella, dopo il prelievo di sangue.

Tutto questo lo racconto non per victimizarmi, ma per spiegare che il mio obiettivo era la denuncia pubblica e non finire gravemente malato. Fuori c’è una famiglia e un piccolo cucciolo che mi aspetta.

La situazione di salute, il mio apprezzamento e quello del mio ambiente di sostegno, che era stato raggiunti i livelli considerati accettabili di diffusione dei tre punti delle mie richieste, mi hanno fatto mettere fine, alle 17 ore del Venerdì 23 Agosto, allo sciopero della fame liquido, essendo stato immediatamente trasferito al terzo piano del Modulo H-Nord Del Carcere di Alta sicurezza (CAS). Continue reading Santiago, Cile: Fine dello sciopero della fame del compagno Hans Niemeyer

Città del Messico: Arresto di compagni nel raduno di solidarietà a Hans Niemeyer

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Ieri, 20 Agosto, c’è stato un presidio solidale con il nostro compagno Hans Niemeyer presso l’ambasciata cilena. Dopo la protesta, mentre i compagni andavano via, sono stati seguiti e arrestati dalla polizia;
Jaime Alberto Aguilar Marroquin (membro della croce nera anarchica DF), Guarneros Tonatiuh Garcia, Jair Juarez Victorino e Mario Alberto Lopez Gutierrez.

I nostri compagni sono stati condotti dal pubblico ministero, accusati
di: vilipendio dell’autorità e danni a proprietà privata. Per quanto ne sappiamo il Comune, guidato da Miguel Angel Mancera, ha invitato il procuratore generale a farli rimanere in arresto.

Questo è un chiaro esempio della politica di persecuzione e assillo contro il movimento anarchico condotta dal governatore di Città del Messico Marcelo Ebrard, e continuata ora da Mancera. Consideriamo il comune e il potere giuridico come gli unici responsabili di questa repressione.

Oggi, 21 Agosto, dopo quasi 24 ore di detenzione, sono stati rilasciati dietro cauzione i compagni arrestati presso l’ambasciata cilena a Città del Messico. Per quanto si sa, i compas hanno presidiato il ministero pubblico per manifestare ed esigere la liberazione dei detenuti. Restando presenti tutta la notte per monitorare la situazione.

Nella mattinata, il procuratore ha annunciato la cifra delle cauzioni, le quali sono state prontamente coperte grazie al supporto economico di vari collettivi e individualità.

I compagni stanno bene. Seguirà un processo con le accuse di danneggiamento e oltraggio all’autorità, delitti considerati non gravi..

Continueremo a dare informazioni sul caso.

Libertà per tutt*!
Abbasso le mura delle prigioni!
Croce Nera Anarchica Messico

Mosca: ELF rivendica incendio di un escavatore

Circa due settimane fa abbiamo bruciato un escavatore dove gli operai stanno distruggendo il parco Izmailovo.

Il veicolo era parcheggiato dal lato dell’autostrada, dove stanno costruendo nuove corsie. Ci sono voluti 3-4 minuti. Ci siamo avvicinati. Abbiamo piazzato gli stracci, senza fretta (abbiamo colpito gli angoli tra la cabina, il motore e il braccio idraulico). Poi la benzina e l’incendio. Velocemente siamo andati dall’altro lato della strada, preso le bottiglie di birra dalla borsa per poi andare verso la vicina stazione della metro. Dopo 10 minuti abbiamo visto un mezzo dei pompieri (rumoroso e lampeggiante) che andava verso il luogo dell’azione (saranno arrivati in tempo per vedere il fumo).

Parole di incoraggiamento per i nostri fratelli ucraini che per ignoti motivi hanno sospeso le attività. Vogliamo anche comunicare la nostra rabbia per la condanna a Igor “Squash” Kharchenko.* Non ci sono dubbi, lo vendicheremo.

ELF, Mosca

* antifascista di Mosca condannato dopo un processo controverso con delle prove a favore della sua innocenza

Cile: Lettera di Marcelo Villarroel

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“E le frontiere esistono solo per chi le rispetta…”

Tramite questa lettera voglio salutare con tutto l’affetto ribelle di un prigioniero che si rifiuta di vivere secondo le regole del gran dio capitale, rinchiuso nel carcere capitalista dello stato cileno a causa di vari sotterfugi della legalità borghese che mi tiene adesso come ostaggio della democrazia, del suo stato e del suo dominio. Ad oggi, dopo 3 anni ed 8 mesi dalla nostra espulsione dall’Argentina, la nostra situazione giuridica continua ad essere in un limbo giustificato solo dalla ragion di stato, per la vendetta statale che giustifica qualsiasi azione o movimento del potere atto a mantenere la pace sociale…

La nostra custodia preventiva si è trasformata nella più lunga custodia nella storia della nuova riforma processuale cilena. 45 mesi per Freddy e anche per me. 37 mesi per Juan. Tempo durante il quale non siamo andati a processo ma abbiamo incontrato una infinità di irregolarità fatte dalle “teste rotte” capaci di tutto pur di farci restare dietro le sbarre. Anche se l’aspetto giuridico è la scusa formale con la quale lo stato perpetra la sua vendetta, il fatto di fondo è la repressione permanente per chi si ribella contro tutto l’esistente e non ha mai rinnegato un’alternativa di vita anticapitalista. È l’eterna battaglia per la liberazione totale che si scontra con gli sgherri dei carnefici sempre pronti ad arrestarci. In questa battaglia diventiamo tutti e tutte fratelli e sorelle da diversi territori ma con una stessa strada. Per questo è vitale preservare e rafforzare la nostra memoria di resistenza offensiva senza scordare nessun/a compagno/a e fratello e sorella in prigione…in Messico, Bolivia, Grecia, Indonesia, Italia, Cile ci sono ribelli sociali che fomentano, lottano, insistono e non dormono confortati dal benessere. L’idea e l’azione offensiva cresce e la rivolta continua ad essere contagiosa, e con essa anche la necessaria lotta anticarceraria come sfida per la trasformazione radicale di tutto ciò che ci opprime. Per questo è continuo l’invito a non cessare l’attività anche più semplice nel quotidiano fino a quelle più complesse tra chi lotta fuori dalle mura della prigione. Anche se passassero mille anni, in questo cammino di emancipazione non tornerei indietro… la nostra libertà non ha prezzo, i nostri cuori e le nostre coscienze nemmeno, per esse andiamo a prenderci tutto…

Un abbraccio rivoluzionario libertario!

Finché c’è miseria ci sarà ribellione!

Marcelo Villarroel Sepúlveda
Prigioniero libertario
Carcere di Alta Sicurezza, Santiago/Cile

Sabato 10 Agosto 2013

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Atene: Resoconto delle ultime udienze del 3° processo alla CCF

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Udienza 58

Questa udienza è stata interrotta di nuovo a causa dello sciopero della fame di uno dei compagni accusati che non fa parte della CCF.

Udienza 59

L’udienza è iniziata con delle tensioni. La corte spesso segna le udienze nei giorni in cui i compagni della CCF hanno le ore di colloquio in carcere. Quindi l’udienza inizia con ritardo, dato che i membri della CCF hanno chiarito che non faranno a mano delle ore di colloquio per andare in aula. Per vendetta, i giudici hanno convocato l’ispettore del carcere, al fine di fare fretta ai compagni per essere “in tempo” in aula. Appena l’hanno saputo i compagni, hanno inveito contro i giudici sottolineando che “il ricatto non passerà”, sbraitando contro il presidente della corte. I giudici hanno fatto marcia indietro sulla questione dei colloqui e l’udienza è stata nuovamente rinviata.

Udienza 60

Udienza rinviata a causa dello sciopero della fame.

Udienza 61

Il processo è continuato dopo la decisione della corte d’appello di rilasciare il compagno accusato in sciopero della fame. L’accusa in una delle dichiarazioni ha fatto riferimento al contenuto politico dei
comunicati della CCF riguardo all’invio dei pacchi bomba contro le ambasciate. Dato che c’è una confusione riguardo alla separazione tra responsabilità politica e penale, un compagno della CCF è subito intervenuto, dichiarando che i compagni della CCF supportano ogni parola e azione della Cospirazione, senza distinzioni tra politico e penale.

Udienza 62

Il processo è continuato con l’antiterrorismo che costantemente produce nuova documentazione per gli attacchi della Cospirazione avvenuti tre anni fa.

Udienza 63

In questa udienza si sono presentati gli impiegati della compagnia di consegne come testimoni dell’accusa. Nello specifico una è quello che aprì il pacco (a causa della curiosità poliziesca degli impiegati), è apparsa molto stressata (la compagnia di consegne per la quale lavora è stata attaccata con un ordigno dalla FAI qualche mese fa, come vendetta per la collaborazione). Ha testimoniato di essere stata spinta dai poliziotti dato che non ricordava molte cose e che i poliziotti l’hanno aiutata nella testimonianza scrivendone direttamente loro stessi delle parti.

Udienza 64

Nessuno dei testimoni dell’accusa convocati si è presentato. La corte ha annunciato nuove date, la presidente ha detto di avere già i biglietti per le vacanze, pertanto che c’era bisogno di una pausa di 3 settimane. A questo punto, due compagni della CCF sono intervenuti e tra le urla dirette ai giudici, hanno fatto presente i trasferimenti punitivi a loro carico con la scusa dell’interruzione del processo, il che consiste con la loro separazione in varie prigioni della Grecia.

Udienza 65

Due testimoni dell’accusa si sono presentati, dei quali uno ha testimoniato, mentre l’altro testimonierà in futuro. Il testimone ha riferito della sparatoria tra un membro della CCF e i poliziotti. Ha detto
che i proiettili volavano e quando lei è arrivata ha visto due poliziotti a terra feriti e il compagno che si teneva la gamba ferita. Secondo quanto ha detto, ciò che le ha fatto impressione fu la calma e la serietà del compagno che non parlava o urlava in confronto ai due poliziotti che, come lei ha detto, “piagnucolavano”. La descrizione dei fatti ha fatto ridere i compagni della CCF e imbarazzare i poliziotti.

Udienza 66

Questa udienza è stata breve dato che il testimone era il corriere che consegnò il pacco bomba all’ambasciata bulgara. Non ha detto altro e l’udienza prossima è stata fissata al 27 Agosto.

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Santiago, Cile: Hans Niemeyer inizia lo sciopero della fame

DICHIARAZIONE DELL’INIZIO DELLO SCIOPERO DELLA FAME

“Come una conseguenza del mantenimento dell’ordine interno si rende necessario emettere precetti per garantire il completo e perfetto esercizio di libertà individuali e di tutti i diritti che specialmente garantisce la Costituzione; giacchè senza l’esercizio di questi diritti, l’ordine diventerebbe tirannia e dispotismo”
(Messaggio del codice penale cileno, 29 Ottobre 1873)

“Dite quello che volete, la cosa fondamentale è mantenere e preservare il buon ordine dello Stato”
(Napoleone, Commentari su Il Principe, di Machiavelli)

Venerdì 12 Luglio di quest’anno, il settimo tribunale orale penale di Santiago ha emesso una condanna contro di me per un attentato esplosivo avvenuto nel Novembre del 2011 a 5 anni e 300 giorni di prigionia effettiva, senza diritto ai benefici per la violazione della legge di controllo di armi ed esplosivi e il delitto di danni.

Questa condanna ha suscitato la gioia e gli applausi dalla destra, il governo e il duopolio della stampa, dove anche il giornale El Mercurio si è permesso di dare un giro di chiave in più nel suo sibilino e velenoso stile, mentendo spudoratamente in un articolo della giornalista Leslie Ayala e in un successivo editoriale segnalando che il mio DNA era presente in altri 3 attentati esplosivi per i quali sono stato processato ed assolto. Il Ministro dell’Interno Andrés Chadwick, un fascista di Chacarillas, ha descritto la sentenza come esemplare e ha applaudito furiosamente. Queste reazioni solo mostrano una confluenza delle diverse fazioni del potere nella strategia contro quelli che loro denominano come il nuovo nemico interno, fazioni come UDI, il Ministero dell’Interno, il Dipartimento di Giustizia e la grande stampa, ognuna compiendo la sua missione.

Può essere ignorato il fatto della vendetta da parte dello stato per essere stato quasi cinque mesi latitante, dal 7 Dicembre 2012 fino al 26 Aprile 2013, esercitando il mio diritto alla rivolta e ad evitare il processo sospeso nella Corte Costituzionale che pretendeva di confermare la custodia preventiva, ciò costituiva una situazione arbitraria e illegale che la maggior parte della stampa ignorò. Continue reading Santiago, Cile: Hans Niemeyer inizia lo sciopero della fame

Cile: La corte d’appello conferma la sentenza per Ivan e Carla

Il 7 Agosto 2013 la corte d’appello si è espressa sul ricorso di nullità fatto dall’accusa. Ricordiamo che i compagni Carla Verdugo e Ivan Silva sono stati condannati a 6 anni di libertà vigilata in base alla legge sul controllo delle armi, la procura si era appellata per chiedere un nuovo processo dove applicare la legge antiterrorista.

La corte d’appello ha respinto il ricorso dell’accusa, confermando la sentenza emessa secondo la legge sul controllo delle armi. Il compagno Ivan ha 6 anni di libertà vigilata, mentre si attende nei prossimi mesi l’esito di un altro ricorso della procura affinché non venga riconosciuto il “beneficio della libertà vigilata” a Carla.

Salutiamo la decisa attitudine di tutti/e e due che adesso sono liberi.

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Ravenna, Italia: Operazione Thor, chiuse le indagini

Oggi, 14 Agosto 2013, è stata notificata la chiusura delle indagini preliminari in riferimento all’Operazione Thor portata avanti della Procura di Bologna dai pm Antonio Guastapane e Antonella Scandellari. Sei in tutto i/le compagni/e indagati/e, con l’aggiunta dei compagni Stefano Fosco (attualmente prigioniero nel carcere di Ferrara per l’operazione “Ardire”) e Giuseppe Lo Turco (i quali, ad Agosto 2012, non risultavano indagati per questi fatti). Forse cosi si potrebbe spiegare la “visita informale” ricevuta nel carcere di Ferrare dai due compagni a metà Aprile 2013, proprio da personale della ps di Ravenna. Visita finita chiaramente con un buco nell’acqua da parte degli sbirri.

Il reato contestato a tutti gli indagati è il sempre presente 270bis, in merito alla costituzione di un presunto gruppo aderente alla FAI/FRI. Poi ad alcuni vengono contestati episodi specifici, tra cui:

– La distruzione di un bancomat Unicredit a Ravenna (21 Settembre 2011): rivendicazione

– Il danneggiamento di una decina di veicoli (di ENI, CMC, suv di lusso ecc) a Ravenna (19-20 Novembre 2011): rivendicazione

– L’incendio dell’ingresso di una filiale Unicredit (3-4 Dicembre 2011) a Ravenna: rivendicazione

Solidarietà ai/alle compagni/e indagati/e!

Atene: Comunicato del compagno anarchico Gerasimos Tsakalos

Ora che il circo è finito…

Credo sia giunto il momento di dire la mia su alcuni eventi accaduti recentemente.

Per iniziare, voglio dire che sono in custodia preventiva da 33 mesi senza avere una condanna da qualsiasi tribunale. Secondo le loro leggi, questo è irregolare, illegale, arbitrario ecc. Il limite di tempo di questa misura cautelare, come si sa bene, è 18 mesi. Tuttavia e attraverso una strategia di nuovi processi iniziati contro la nostra organizzazione, nello specifico contro il compagno Haris Hatzimihelakis, il limite di custodia preventiva è aumentato a 30 mesi ogni volta che uno/a di noi stava per completarlo. Lo stesso è successo a me, cosi come a Giorgos Polydoros e Olga Ekonomidou che compieranno il termine dei 30 mesi a Settembre 2013. Questa misura non è stata applicata a nessun’altra organizzazione anarchica sul territorio greco.

In Aprile 2013, con la giustificazione della mia pericolosità in quanto membro della Cospirazione delle Cellule di Fuoco, hanno prolungato di altri 6 mesi la mia custodia, raggiungendo il limite di 36 mesi (3 anni). Da parte loro hanno fatto bene. Se avessero fatto l’”errore” di scarcerare qualunque membro della CCF era chiaro che costui/ei avrebbe utilizzato la propria libertà per continuare l’azione anarchica, fregandosene di qualunque misura cautelare.

Ma, vista l’incertezza del tribunale di finire i processi entro questi tempi, hanno fatto un passo oltre. Il 22 Maggio 2013 mi hanno accusato in un nuovo processo. Questo perché a Maggio 2012, quando c’era la possibilità di uscire dopo i primi 18 mesi di custodia in attesa della fine del processo, ho dato a delle persone delle mie fotografie, affinché falsificassero dei documenti di identità per poter andare direttamente in clandestinità. Queste persone, per impotenza o indifferenza, anche se non sono poi stato scarcerato e non abbiamo tenuto relazioni di amicizia o militanza, hanno ritenuto giusto conservare i miei documenti falsi per circa un anno in uno degli appartamenti che usavano.

Quando ne arrestarono uno per una rapina, e dato che nessuno si era preso la briga di farli sparire, quelle merde dell’antiterrorismo li hanno trovati. E cosi le autorità mi hanno accusato di istigazione di “atti terroristi” per il caso della rapina a Velventòs, Kozani. Cosi ora mi ritrovo in una situazione senza precedenti in Grecia. Arrestato a Novembre 2010, ho processi pendenti fino a Dicembre 2014. Vale a dire 4 anni di prigionia in attesa che si concludano i processi per casi di azione diretta anarchica. E ne arriveranno di processi…

È ovvio che non è colpa dell’incapacità o dell’inesperienza di chi teneva i miei documenti falsi se mi trovo in questa situazione. Sarebbe stupido e limitante crederlo. Se non era per i documenti falsi, avrebbero “scoperto” dell’altro. Però ritengo importante parlare di questo, affinché i/le compas siano più attenti con le tracce che lasciano.

Contro di noi, come organizzazione e corrente del movimento anarchico, applicano e cercano di applicare tutto il cosiddetto “arsenale” legale, in modo da non farci uscire in modo legale. Lo teniamo a mente e agiremo di conseguenza. Non abbiamo rispettato alcuna “civiltà giuridica” né lo faremo ora. Continue reading Atene: Comunicato del compagno anarchico Gerasimos Tsakalos

Carceri italiane: Censura nell’AS2 di Ferrara – Terza parte

Aggiornamenti I & II qui

Quelli che seguono sono i due scritti di Nicola Gai censurati e trattenuti dall’amministrazione penitenziaria, il secondo in particolare, è quello che ha provocato il procedimento per tentata istigazione a delinquere ai danni di Nicola, citando integralmente l’ineguagliabile prosa giudiziaria “per aver compiuto atti idonei diretti in modo non equivoco a istigare appartenenti a organizzazioni anarchiche a compiere atti violenti con finalità di terrorismo in particolare”, utilizzando la corrispondenza di Sergio Stefani, anch’egli detenuto presso la casa circondariale di Ferrara, invitava a seguire l’esempio degli appartenenti alle Cellule di Fuoco Fai/Fri greche che nel giugno 2013 hanno “fatto saltare in aria la macchina del direttore del carcere di Koridallos ad Atene” e indicando come obiettivo il direttore della Casa Circondariale di Ferrara (“informiamoci su dove parcheggia il direttore e agiamo di conseguenza” ) – fatto non verificatosi in quanto la missiva era fatta oggetto di censura in Ferrara nel giugno 2013. In data 29 luglio è stata poi ufficialmente disposta la censura della corrispondenza di Sergio e Stefano.

Per informazioni ed aggiornamenti : nidieunimaitres@gmail.com

UN CONTRIBUTO PER L’ INCONTRO DEL 3 AGOSTO ALLA RIOTTOSA

Care compagne e cari compagni, ho saputo con piacere degli incontri che si stanno tenendo per organizzare una presenza solidale in occasione del nostro processo. Vi invio questo scritto, anche se non pensato specificatamente per tali riunioni, ma penso che possa dare degli ulteriori spunti per la discussione. Sia Alfredo che io abbiamo trovato molto interessante che il documento “A testa alta”, che introduce gli incontri, non sia strettamente incentrato sul nostro caso, ma “usi” questo specifico episodio repressivo per tornare a discutere di temi importanti, quali la solidarietà rivoluzionaria, l’azione anarchica, il rapporto con le lotte sociali, ecc., di cui, purtroppo, ultimamente si ragiona, o meglio, non si ragiona che per frasi fatte. Noi non possiamo che augurarci che tutte queste discussioni non perdano mai di vista l’ aspetto pratico della lotta anarchica, crediamo che tutti i ragionamenti debbano essere indirizzati a rendere più incisiva e concreta la nostra azione. In merito a quello di cui siamo accusati, il ferimento dell’ A.D.di Ansaldo Nucleare, ci pronunceremo più avanti quando inizierà il processo il 30 ottobre.

Forza compagni c’è un intero mondo da demolire! Viva la nuova anarchia!

Nicola Gai
23/07/2013 Ferrara


Ferrara, giugno 2013

SULLA LOTTA ANTICARCERARIA

Da qualche tempo è evidente come sia tornata alla ribalta la lotta anticarceraria, nuove figure di “ribelli sociali” vengono spinte sul palcoscenico dal movimento allora si ricomincia: manifestazioni, presidi e proposte di bollettini per dare spazio alle lamentazioni che vengono dalle segrete di stato. Niente di nuovo all’ orizzonte, ciclicamente la trottola, cui troppo sovente somiglia il nostro movimento, rimbalza su di un diverso aspetto di questo mondo di merda e si rimette a girare. L’ interesse dei compagni si ridesta, si dà vita ad assemblee in cui si sostiene che bisogna approfondire l’argomento, capire quello che succede nei luoghi di tortura…e qual’ è il risultato? Si decide di andare a volantinare ai familiari dei detenuti nei giorni di colloquio e si organizza un presidio che sicuramente sarà un successo, in quanto i prigionieri “risponderanno” numerosi ed entusiasti. A dir la verità ultimamente, si è aggiunto al solito copione un nuovo atto, a dir poco sconcertante : un presidio “determinato e comunicativo” sotto il ministero di Giustizia a Roma. Per quanto ci abbia pensato non sono riuscito a capire cosa ci facciano degli anarchici, incazzati per i pestaggi avvenuti nel carcere di Tolmezzo, sotto il ministero se non sono lì per dargli fuoco.

Per quanto il carcere sia un problema permanente, le “mobilitazioni” contro di esso sono episodi che durano finché l’attenzione dei compagni non è richiamata da qualche altra “emergenza”. O finché l’oggetto delle nostre attenzioni (il ribelle sociale, il proletario recluso, ecc.) non cerca un interlocutore, più o meno istituzionale, che ritiene più adatto a soddisfare le sue necessità. Le mie considerazioni, ci tengo a chiarirlo non sono dettate da qualsivoglia astio personale o pretesa di particolare competenza del settore, ma dal semplice dato anagrafico : ho partecipato a diverse ondate di lotta anticarceraria, tutte nate con premesse simili e smorzatesi nello stesso modo. Mi ricordo molto bene la lotta degli ergastolani, anche in quel caso entusiasmo, assemblee, presidi, un bollettino anticarcerario, poi i protagonisti della protesta, spesso dipinti come ribelli indomiti, decidono di sospendere lo sciopero della fame ed i percorrere strade più istituzionali per risolvere il loro problema : fine di tutto e si riparte con un’altra lotta. Penso che sia necessario fermarsi a riflettere sul perché ciclicamente si ripresentino le stesse situazioni, sempre simili negli esiti. Perché non riusciamo a dare maggior continuità ed incisività al nostro agire? Sono certo che dobbiamo smetterla di farci trasportare dall’ emotività, dall’ emergenza del momento. Giochiamo troppo spesso in difesa, sembra quasi che il compito degli anarchici sia quello di risolvere i problemi dell’ ”oggetto” rivoluzionario di turno :carcerati, immigrati, sfruttati, ecc. Sono convinto che gli anarchici debbano “semplicemente” attaccare, ognuno con i propri metodi e tempi, cercando di vivere la [….], la gioia della distruzione senza cercare il “consenso” fra gli sfruttati di turno. A questo punto qualcuno potrebbe farmi notare che le mie sono enunciazioni di principio, da tutti condivisibili, ma praticamente cosa propongo di fare? Prendiamo spunto da quanto accade attorno a noi. Il carcere è una tale mostruosità che non abbiamo bisogno di conoscere ogni singolo sopruso che vi venga commesso per sapere che vada distrutto. Non impelaghiamoci in più o meno approfonditi studi sulle trasformazioni dell’ apparato carcerario, facciamo come i compagni greci della Cospirazione delle cellule di fuoco-Fai/Fri- Bande della Coscienza-Fai/Irf Cellula Sole-Baleno *: informiamoci su dove parcheggia il direttore ed agiamo di conseguenza. Imitiamo i compagni cileni della Cellula antiautoritaria insurrezionale -“Panagiotis Argirou”-Fai/Irf che il 12 maggio hanno colpito l’Associazione nazionale dei funzionari penitenziari a Santiago del Cile.Oppure prendiamo spunto dagli anonimi compagni che a Trento, alcuni mesi fa, hanno dato fuoco agli automezzi di una ditta che specula sul sopravvitto dei detenuti.

Se siamo tutti concordi che non ci sia niente di più bello che un carcere che bruci, armiamo i nostri desideri e diamoci da fare.

Nicola Gai

* Ai primi di giugno è stata fatta saltare in aria la macchina del direttore del carcere di Koridallos ad Atene. Tale azione è stata la prima del “Progetto Fenice”, è stata poi seguita dall’attacco contro l’auto di un secondino del carcere di Nafplio, sempre in Grecia, ad opera dei compagni della Cospirazione internazionale per la vendetta-Fai/Fri. Il progetto Fenice ha avuto un ulteriore seguito con due azioni, in Indonesia e, nuovamente in Grecia.

Messico: Lettera di Braulio Duran ringraziando per la solidarietà

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Saluti compagni, spero tutti vi trovate bene e ciascuno degli individui che rimangono in costante lotta e in continuo conflitto con lo Stato / Capitale ricevano un grande e caldo abbraccio da parte mia, fin dove sono i vostri corpi indisciplinati.

Mi sono preso del tempo, o più che altro, è stata data l’opportunità di condividere con voi alcune lettere. Da qualche tempo già lo volevo fare, ma le circostanze di ogni tipo, fisico-esistenziali non lo permettevano, ma buono, fortunatamente ora si è data l’opportunità.

Con sincerità, ringrazio di cuore a tutti i/le compagnx che hanno preso del tempo per regalarmi alcune parole per continuare a resistere nella situazione in cui mi trovo.

In realtà vorrei dire tante cose, ma la verità è che non c’è molta rilevanza qui. Come sapete, è la stessa merda che imprigiona tutti i giorni, ma buono, in qualche modo qui siamo dando il volto ad ogni situazione.

Sarebbe assurdo dire che questo non mi ha colpito, già che mi è costato lacrime di tristezza, rabbia e disperazione, ma tutto sommato posso dirvi che ora mi sento molto meglio, più pieno e con un enorme desiderio di essere di nuovo con la mia gente.

A volte mi faccio conflitti su quello che potrebbe accadere in un (non) futuro per quanto riguarda la mia lotta e miei affetti, e la verità è molto difficile da affrontare ciò, già che non intendo lasciare le mie lotte, ma né anche allontanarmi dai miei affetti.

Non ho idea se qualcuno di voi è mai stato in un posto come dove sono io, ma sicuramente non c’è bisogno di ciò per capire cosa succede a me.

Beh, speriamo che presto possa trovare la soluzione, così, da poter continuare a camminare.

Come ho già detto qui non c’è molto da dire, quindi preferisco meglio cogliere l’occasione per ringraziare infinitamente ogni personaggio che mi ha dimostrato solidarietà, so che forse nella vita mai ci siamo visti, ma onestamente, non mi interessa; l’unico che può arrivare ad interessare è che siete brave persone che lottano per i vostri sogni e desideri.

Grazie a tuttx, vorrei dire più di mille parole, ma in questo momento si mescolano nella mia testa, quindi voglio solo dire che spero presto di essere con voi per poterci abbracciare e parlare di ciò che ci venga in mente.

Per ora vi lascio, ma non prima di dirvi che vi porto nel mio cuore, vi ricordo in ogni momento.

Abbiate cura di voi e un sacco di forza per tutto.

Come sempre, vi mando abbracci antidominatrici e baci insorti ovunque vi trovate.

Forza e molto Fuoco !

Sinceramente,
Braulio Duran
prigioniero anarchico Straight edge
Per la distruzione del sistema carcerario!

Agosto 2013

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Cile: Per Niko e tutti i nostri fratelli e sorelle

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Da circa un mese, el Niko è sequestrato dallo stato cileno a causa della costante criminalizzazione verso chi lotta nelle strade e si ribella. Il nostro compagno e fratello di lotta è da un mese in custodia preventiva con l’accusa di porto di artefatto incendiario e attentato contro gli sbirri. Il costante affanno dello stato per criminalizzare le lotte sociali di strada è ciò che oggi tiene nelle bastarde carceri Niko come anche molti/e altri/e compagni/e di lotta; e senza elencare tutte le azioni dei nostri fratelli e sorelle in prigione, le loro azioni nell’insieme hanno scosso i/le borghesi e ciò è inaccettabile per chi ci molesta ogni giorno, permettendo l’esistenza di un sistema che ha sempre dato benefici alla classe “potente”. Per questo oggi è urgente riprendere la solidarietà attiva, l’essere presenti per i nostri compagni e le nostre compagne di lotta, per dar loro appoggio e sostegno a chi è nostro affine; e anche verso chi ci opprime e reprime per dimostrare che nessuno/a è solo/a.

Inoltre vogliamo precisare il nostro odio profondo verso chi si è riempito la bocca di critiche distruttive verso nostro fratello Niko, intendiamo l’essere umano come un errore nella sua essenza, senza dubbio crediamo di non essere nessuno per fare critiche costruttive verso chi sta nella nostra stessa trincea, considerando questo atto come una mancanza di vicinanza e una totale attitudine bastarda davanti ad una situazione critica come questa; sono i/le nostri/e nemici/che che dobbiamo distruggere e non i nostri fratelli e le nostre sorelle.

Se dovessimo dichiararci colpevoli di qualcosa sarebbe il voler distruggere le ingiustizie fatte dallo stato bastardo e dai suoi sistemi nefasti, insieme al voler contrastare gli sbirri che puniscono ogni giorno chi attiva, non siamo d’accordo con la realtà afflitta dalle evidenti disuguaglianze che a loro volta sono più violente di noi.

Libertà senza condizioni per tutti i nostri fratelli e le nostre sorelle sequestrati/e dallo stato e distruzione di ogni tipo di carcere. Basta criminalizzazione della lotta sociale di piazza, fine delle accuse nei confronti di coloro che si mobilitano contro le disuguaglianze odierne.

Compagni/e, tutti nelle strade! Compagno Niko speriamo in un tuo pronto ritorno con il desiderio più vivo!

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Santiago, Cile: Alcune parole per il nostro compagno Hans Niemeyer

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Da una parte di questa creazione scenica del “progresso borghese” chiamata Cile, abbiamo deciso di dedicarti un paio di righe, che non sono tante, ma sappiamo le apprezzerai. La decisione di assaltare armati di desidero e solidarietà un tempo e uno spazio che abbiamo definito la locomotiva del dominio ci conduce da te attraverso queste parole fraterne. Lo spettacolo moralizzante della “cittadinanza” agisce come una grande gabbia per chi cerca di espandere la critica all’esistente, il primo carceriere che dobbiamo bruciare. Rompere con la caricatura dell’uomo dai comportamenti industrializzati dal potere vuol dire rompere anche con il soffocamento delle nostre peculiarità attraverso la logica dell’abitudine e della “normalità”, insieme ad altre invenzioni della civilizzazione come nostro aguzzino sanguinario. Prima di iniziare queste calde parole per te, dobbiamo dirti che schifiamo ciò che hai schifato, che schifiamo ciò che le cloache “democratiche” assolutiste impongono come organo indispensabile per la vita del tessuto sociale; schifiamo la cittadinanza e le fabbriche “esemplari”! Noi non abbiamo nome, etichette, siamo solo noi.

Circondati da macchine umane che parafrasano i media, che vociferano un ordine che non esiste e annusano alienate la putrefazione del capitalismo e il suo funzionamento schiavizzante, i nostri pensieri e riflessioni si sono universalizzati per fornirti un caldo ululato di fratellanza. Ci dirigiamo verso te, compagno, che in questo preciso istante sei limitato fisicamente dietro le sbarre del potere; il carcere, luogo che sappiamo mai rinchiuderà le tue idee, a meno di non sentire il profondo amore che cerca la libertà. Sicuramente la tua carcerazione ha generato orgasmi per l’autorità, che era decisa a “prenderti” e “giudicarti”, che si masturba con l’idea di danneggiare le tue idee tramite il castigo, cercando col tuo caso di dare un “avviso” a chi si ribella contro i riti e i codici della sottomessa società moderna e i simboli del nefasto sistema carcere/capitale. È evidente che la tua prigionia è stata uno stimolo per i fabbricanti dell’articolazione sociale – concepita come un ordine “naturale”. Hai saputo burlarti di loro, e il tuo tempo in clandestinità gli ha fornito amare espressioni e continue speculazioni, soprattutto perché ti stavi godendo l’amore della tua famiglia. Fatto che non possono concepire possibile per chi viene considerato “terrorista”. Hanno digrignato i denti nel tentativo di rintracciarti; bestie codarde che hanno usato i propri sgherri per arrivare a te!

Tra corpi miserabili ancorati da compiti, una presenza come la tua è incombente. Ogni colpo che inceppa il transito paradossale delle cose è l’essenza minima che teniamo per vivere, qualcosa per cui sorridere e morire. Il nemico cerca di far detonare l’ideologia cannibale della domesticazione. Gli uomini divorano altri uomini. Gli spazi della città sono la piattaforma di una distruzione invisibile. La quale sentiamo nelle mattinate, fino a quando andiamo a dormire la sera. La proprietà è sinonimo di rovina e il nostro affetto per essa è il crollo della nostra essenza emotiva. Non abbiamo distrutto nulla, perché niente è ciò che è stato costruito. Per questo sappiamo che parlano di un ordine, ma sappiamo che non esiste alcun ordine.

In mezzo ad una massa puzzolente e alienata incapace di avere libere riflessioni su cosa indossare ogni giorno e la passività, cercano di far crollare la tua presenza tramite la prigionia, lo desidera il seguito del potere, una squadra di infami con cupole di libri chiamati “leggi”. Nel corso della scorrere dei giorni avanza il nostro amore profondo per il disturbo, il desiderio di presenziare in questa pseudo realtà cresce. Le loro regole toccano le nostre anime per poi essere sputate via!! Governanti, giudici e poliziotti: i figli e le figlie di una libertà conquistata accumulano rabbia tra le ombre della loro voracità!! Amiamo con forza la distruzione del falso equilibrio sociale, il grido degli/lle impavidi/e reclama un fratello, amante e sorridente viandante.

Solidarizziamo con te per le strade e nella negazione del prestabilito. Eri, sei e sarai con noi! Ti salutiamo con amore, compa.

SOLIDARIETÀ ATTIVA CON HANS NIEMEYER!

Individualità anonime

fonte

Cile: Rilasciato Sebastian Saldana

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Il compagno antiautoritario Sebastian Saldana Zapata è stato prigioniero con l’accusa di aver tenuto e lanciato una molotov il 29 Marzo di quest’anno.

Il 1° Agosto 2013 Sebastian è stato rilasciato. A quanto abbiamo saputo avrà un processo con rito abbreviato.

Saluti compagno!

Difendiamo e appoggiamo i prigionieri e gli accusati per gli scontri di piazza!

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Francoforte: Liberata Sibylle S.

Sibylle S. (testimone non cooperativa con le autorità) è rimasta 4 mesi in carcere a causa del suo ripetuto rifiuto di testimoniare come testimone contro Sonja Suder. Il 6 Agosto 2013 è divenuto evidente che la sua detenzione non avrebbe modificato la sua attitudine decisa, cosi è stata rilasciata.

Ma Sonja resta ancora in custodia.

LIBERTÀ E FELICITÀ PER SONJA E CHRISTIAN!

fonti: i, ii

Intervista al blog incarcerato “Culmine”

(Tratto da “Aversión”–publicación anarquista, n°8, Maggio 2013)

1.-AVERSIÓN: Negli ultimi anni. Per ragioni che rifuggono da quest’analisi e che hanno a che vedere più che altro con l’indirizzo che sta prendendo il sistema, ma che evidentemente colpiscono la nostra maniera di relazionarci, ci sono nati blog e siti web che hanno rimpiazzato il compito che fino ad ora veniva svolto dalle nostre pubblicazioni. Come credete che ciò influenzi le lotte e la loro percezione?.

-CULMINE: siamo sicuramente convintx che stiamo vivendo un periodo nuovo all’interno dell’anarchismo. I blog ed i siti web permettono la diffusione di comunicati, scritti, elaborazioni in maniera veloce in tutte le parti del pianeta, e permettono lo scambio di idee e proposte tra compagnx che probabilmente non avranno mai la possibilità di incontrarsi fisicamente. Si tratta di una vera e propria rivoluzione all’interno dei rapporti tra anarchicx. Siamo ben consci dei grandi limiti presenti in questo nuovo modo di rapportarsi, sia perché lo strumento utilizzato non è neutro, ma gestito e controllato dal nemico, sia perché i rischi che si corrono sono molto elevati, come è accaduto con “Culmine”, che comunque non ha scelto l’anonimato. Il blog anarchico “Culmine” è stato ingabbiato il 13 Giugno 2012 anche per il suo lavoro di controinformazione.

Piuttosto complesso è il discorso relativo alle lotte ed alla loro percezione. Bisogna partire dal dato di fatto che, attualmente – nel 2013 – , tutti movimenti utilizzano internet: politici, ecologisti, culturali e persino antitecnologici (questo paradosso meriterebbe un approfondimento ma non in questa sede). Anche all’interno dell’anarchismo praticamente tutti i gruppi di qualsiasi tendenza hanno a che vedere con la rete, ma negli ultimi tempi c’è stata l’irruzione delle reti sociali, come twitter o facebook. Con effetti deleteri. Ad ogni modo non abbiamo mai pensato che i blog di controinformazione debbano sostituire le pubblicazioni in cartaceo.

2. A: Sembra che attualmente internet abbracci molti aspetti della nostra esistenza influendo in maniera radicale nelle relazioni umane, contribuendo enormemente all’isolamento, all’atomizzazione e all’alienazione. Non credete che manchino delle posizioni critiche dall’ambiente anarchico su questo strumento?.

-C: sì, è vero che internet è fortemente presente nelle nostre vite esistenti ma noi tuttx, anarchicx compresx, utilizziamo questo strumento nella vita quotidiana anche per viaggiare o leggere un quotidiano. Non ci sono posizioni di forte e dura critica e distacco nei confronti di tale tecnologia e non crediamo bastino alcune analisi di critica e distacco nei confronti della rete, con un atteggiamento di snobismo elitista da parte dei pochi che tutto hanno compreso. Condividiamo l’urgenza del problema, ossia che corriamo il rischio di isolarci sempre più e di rendere virtuale qualsiasi aspetto della lotta, anche il confronto umano, ma al contempo noi non cessiamo di immaginare le potenzialità insite in una diffusione in tutti gli angoli del pianeta delle nostre idee e pratiche iconoclaste. Più che altro manca una doverosa riflessione su come impostare la nostra esistenza totalmente fuori dalla virtualità. Si tratta, in fin dei conti, del dilemma dell’anti civilizzazione, ancora troppo ancorato all’attuale modello della nostra società. A tal proposito “Culmine” più di una volta ha dimostrato di apprezzare questa tematica rimandando però ad un futuro indefinito un proprio scritto di riflessione. Premessa l’attuale estrema difficoltà di poterlo stilare congiuntamente in tempi celeri, non esclude di farlo prossimamente.

3. A: Concretamente, “Culmine” è il primo caso che si sappia di repressione contro un blog anarchico di controinformazione. A cosa credete si debba questo?. Perché “Culmine” e non altri blog e siti?.

-C: in primo luogo la repressione contro “Culmine” ha a che vedere con la legislazione antiterrorista italiana. Erede delle leggi speciali utilizzate nei cosiddetto “anni di piombo”. Bisogna specificare che noi di “Culmine” non siamo solo accusatx di violazione delle leggi sull’informazione o sull’apologia, ma di aver progettato, finanziato ed effettuato materialmente degli attentati esplosivi. Perché “Culmine” e non altri blog?. Perché, a nostro avviso, “Culmine” negli anni della sua esistenza s’è caratterizzato nel non censurare comunicati di azioni dirette da tutto il mondo, dando anche spazio alla voce dex tantx prigionierx anarchicx. Non siamo i soli a farlo, abbiamo visto nascere tanti altri blog o siti con i quali abbiamo condiviso riflessioni ed esperienze. L’ingabbiamento di “Culmine” è un brutto segnale da parte della repressione in quanto rappresenta uno scenario che potrebbe ripetersi anche per altre esperienze simili a livello controinformativo. È significativo, per esempio, che secondo l’accusa riprova della nostra non resipiscenza dopo la perquisizione del 29 Marzo 2012 (che già preannunciava una repressione crescente) sia stata la nostra immediata diffusione di un comunicato per avvertire altri blog dell’accaduto e della violazione dello stesso “Culmine”. Continue reading Intervista al blog incarcerato “Culmine”

Marco Camenisch: 5º Update non- liberazione

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5° Update non- liberazione

7 Maggio 2013: ricevo ordinanza 30 aprile 2013 della direzione di giustizia ed interiore ZH con il previsto rigetto del ricorso contro la 2. non-liberazione da parte del DAP di detta direzione.

28 Maggio 2013: inoltrato apello al TAR ZH contro detta ordinanza. Ovviamente chiedendo il gratuito patrocinio e processo, finora sempre “concesso”.

29 Maggio 2013: arriva l’atteso rigetto DAP dell’istanza per il traferimento in “regime aperto” .

Come già esposto nei miei precedenti Update, i contenuti di queste ordinanze e di quest’appello sono in pratica le fotocopie delle precedenti tarantelle giuridiche ed anche questi atti li ho diffusi (in tedesco, in copia) a pubblica disposizione. Lo stesso con ordinanza TAR riguardante l’appello 28 maggio 2013, dove il TAR ha ordito la seguente infamia.

6 Giugno 2013, infamia ordita dal TAR

Cito dall’ordinanza firmata dal presidente 3. sezione TAR, Rudolf Bodmer…Nell’appello il ricorrente chiede tra l’altro la concessione del gratuito patrocinio e preocesso. per la mancanza di mezzi adduce che questa sarebbe nota al tribunale. e non la prova. Solo dal fatto che il ricorrente è da molto tempo in esecuzione penale non risulta per forza che è sprovvisto di mezzi. Perciò gli è da fissare un termine (30 giorni) per provare la sua mancanza di mezzi….In caso contrario si supporrebbe rinuncia al trattamento dell’appello…(sic!!!).

Si tratta anzitutto del meschino tentativo di sbarazzarsi del trattamento di un appello politicamente e giuridicamente scottante. E d’ulteriore “spese”. Che sono sempre più massicce grazie a questo tipo di malefatte sempre più costose e frequenti della giustizia di classe.

“Stato di diritto” docet…! Con un altro capitolo esemplare “di lezione civica” dello stato che alla faccia della sua facciata “liberaldemocrata occidentale” si mostra sempre più apertamente fascista e totalitario.

Chi ora con roboante certezza reazionaria, opportunista, contro ogni evidenzia, o per vile ipocrisia vorrebbe liquidare la defenizione fascista e totalitario come voce ” estremista e violenta” aberrante, o peccando d’ingenuità anche solo come esagerazione, rimando (p. es. !!!) all’articolo della NZZ del 17.06.2013 (Mentalità da polizza casco nel diritto penale / Professori, avvocati e psichiatri dell’area linguistica tedesca a Zurigo mettono in guardia da un’isteria sicuritaria) sul congresso d’esperti in diritto penale di tre paesi (CH, Austria, Germania) tenutosi il 14.06.2013. Che termina (sottolineature mie):

….Sicurezza e non libertà sarebbe oggi il primo obiettivo, e nel contempo sarebbe diminuita la tolleranza nei confronti di deviazioni e trasgressioni della norma. (Un perito forense) rimanda come ammonimento ed esortazioni all’esperienza nel Terzo Reich: allora sarebbe stato in primo piano non il diritto penale secondo reato ma il diritto penale preventivo ed i potenti ne avrebbero fatto un massiccio abuso.

Mentre, nell’attuale precipitazione della crisi globale del capitalismo imperialista tecnoscientifico, è abusato, ampliato ed accelerato a livello mondiale dai potenti attuali in modo ancora più massiccio e senza precedenti: per la controinsurrezione e controrivoluzione preventiva e contro ogni dissenso e resistenza!.

Con il marchio antiterrorismo. In realtà autentico diritto penale contro il nemico – Feindstrafrecht

Marco Camenisch, lager Lenzburg, Svizzera, Giugno 2013

Cile: Nuovo rinvio dell’udienza del caso Security

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L’udienza fissata per il 1° Agosto 2013, per il nuovo inizio della preparazione del processo contro Juan Aliste, Freddy Fuentevilla e Marcelo Villaroel per il cosiddetto Caso Security è stata nuovamente rinviata.

La difesa del compagno Marcelo era impegnata in un processo al sud, per questo non ha potuto presenziare. Perciò il tribunale ha spostato l’udienza al 11 Novembre 2013 dove si riproverà a fare l’udienza di preparazione del processo.

Solidarietà e affetto rivoluzionario per Freddy, Juan e Marcelo!

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Santiago, Cile: Trasferito il compagno Hans Niemeyer

Il compagno Hans Niemeyer condannato a 5 anni e 300 giorni per la collocazione di un artefatto esplosivo in una succursale bancaria del BCI era nella sezione di massima sicurezza, a causa della cattura in seguito alla clandestinità.

Dopo la condanna, i/le compas ci hanno detto che Hans è stato trasferito nel modulo H-Norte del carcere di alta sicurezza, con un regime di isolamento minore rispetto alla sezione di massima sicurezza.

Solidarietà al compagno Hans Niemeyer!

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Cile: Ai compagni del mondo dall’ex penitenziario. Scritto di Alberto, el nico, Olivares

Fratelli e sorelle, da tanto tempo la realtà dell’impero continua essendo ancora più forte in ogni angolo della nostra vita, tutto trascorre in un corso di bassa intensità nella ribellione, “l’idea” ci reclama, ogni giorno, non ci dimentichiamo dei sogni, dei/le liberatori/e, e della rabbia contenuta x anni di ingiustizia sociale. Vedo dalla mia cella che i giochi politici si fanno realtà, che le carceri sono immuni, che nelle strade seguono a metà le volontà ribelli. fratelli e sorelle, questa non è la soluzione alla sottomissione umana, ma voglio esprimere quello che sento in ogni atto di casino e di poca azione diretta, continuo rapito da un sistema di polizia e ho la urgenza di muovermi, perché senza di voi, noi detenuti rimaniamo solx, in ogni bomba un invito al sistema a non abusare dei/le prigionieri/e, un furto al ricco è una fessura al sistema istituito.

Voi siete l’idea, voi siete la mia libertà e quella di tutti i rapiti del mondo

Distruggere per costruire

Facciamo tutto per tutti e niente per noi

GIÙ LO STATO DI POLIZIA
GIÙ LE PRIGIONI

COLLETTIVO 22 Gennaio

CENTRO DI STERMINO EX PENITENZIARIO MODULO A

ALBERTO OLIVARES FUENZALIDA

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Atene: Quarto processo contro la CCF (26/07/2013) – Cospirazione delle Cellule di Fuoco: Dichiarazione letta alla corte da Christos Tsakalos

Questa dichiarazione è stata letta in una udienza del 4° processo alla CCF (quello dei 250 attacchi).

Prima di dire la mia riguardo alle obiezioni legali sollevate dagli avvocati, voglio chiarire alcune cose. In questo processo ci sono quattro posizioni. Quella dei giudici, degli avvocati, degli accusati innocenti e quella nostra, la parte di chi ha rivendicazione le azioni della rete della Cospirazione delle Cellule di Fuoco.

Da parte degli avvocati c’è stata una puntuale risposta in merito alla presentazione delle obiezioni alla corte durante le scorse udienze. Gli avvocati, tra i quali c’è anche il nostro amico personale Franciscos Ragkousis, parlano il linguaggio della legge, non sottolineano solo le contraddizioni del processo ma ne mostrano anche l’ipocrisia.

Stiamo parlando di uno spettacolo che non ha neanche la pretesa di rappresentare uno scenario democratico. Ma questa farsa chiamata processo ci lascia totalmente indifferenti. Spesso i nostri avvocati nominati dalla corte si trovano in un vicolo cieco. Come dicono loro stessi, il modo ostile e deciso con cui affrontiamo questo processo li blocca e azzera delle parti della difesa legale. Cancello la presunzione d’innocenza, le scuse e la linea difensiva cosi come i benefici legali o qualunque attenuante.

Per essere precisi, le vostre leggi per noi sono spazzatura. La nostra visione sulla giustizia sta scritta nella distruzione del tribunale di Salonicco, nell’esplosione della facciata del tribunale di Atene, delle case dei giudici che abbiamo bruciato… Nulla è cambiato solo perché alcuni di noi sono stati catturati. La prigionia non riduce la nostra decisione di lottare contro leggi e istituzioni, neanche di un centimetro.

Allora ci si potrebbe chiedere ragionevolmente perché ci presentiamo alle udienze. La risposta è semplice. Quando eravamo liberi/ricercati i nostri attacchi erano il nostro modo di esprimerci e ora che siamo prigionieri, le nostre parole, anche nelle aule del nemico, rompono il silenzio. Il silenzio non è accettabile per un guerrigliero urbano anarchico. Continue reading Atene: Quarto processo contro la CCF (26/07/2013) – Cospirazione delle Cellule di Fuoco: Dichiarazione letta alla corte da Christos Tsakalos

Cile: Settimane di agitazione ed azione mondiale, in solidarietà attiva e combativa con Freddy, Marcelo e Juan.

Con la motivazione dell’appello alla solidarietà ed azione globale con i compagni del “Caso Security” abbiamo deciso di svolgere un’attività politica / controculturale nella popolazione Simon Bolivar nella comuna di Quinta Normal per questo 10 Agosto dalle ore 15:00.

I compagni sono accusati di numerosi assalti e della morte del poliziotto Moyano, e attualmente sono da tre anni e nove mesi in carcere preventiva senza nessuna condanna.

Questa è un’ulteriore prova che lo stato/carcere/capitale usa le prigioni e il confinamento come una forma in più di punizione, controllo e annientamento per coloro che si ribellano contro l’ordine stabilito.

Da qui un invito aperto ad essere presenti, che facciamo della solidarietà la nostra arma più fedele, che i compagni Freddy, Marcelo e Juan e tantx compagnx che sono nelle segrete in tutto il mondo possano sapere che non sono solx, che fuori c’è chi si agita per la loro libertà.

Questo è un appello per prendere tutte le forme di solidarietà e lotta con tutti i prigionieri della guerra sociale.

Perché chi dimentica i/le cautivx della guerra, finisce dimenticando la guerra stessa.

Freddy, Marcelo e Juan alla strada!

fonte manifesto

Amburgo: Attaccata sede ThyssenKrupp in solidarietà con Sonja e Sibylle in Germania, e con la rivolta in Turchia

ESTATE PER SONJA E SIBYLLE!

Nella notte tra 31 Luglio e 1 Agosto, l’edificio della ThyssenKrupp Industrial Solutions AG ad Amburgo è stato attaccato. Le finestre dell’entrate e le porte sono state distrutte e circa due dozzine di bottiglie sono state lanciate contro l’edificio per contrassegnarlo. La strada di fronte l’edificio è stata bloccata da barricate in fiamme.

ThyssenKrupp è una delle più grandi compagnie produttrici di armamenti. Consegna armi in tutto il mondo.

L’attacco è stato fatto in solidarietà alle compagne prigioniere Sonja e Sibylle, che tengono un comportamento incorruttibile contro lo stato e la sua giustizia. Sonja è accusata di attacchi e partecipazione alle “Revolutionäre Zellen”/Cellule Rivoluzionarie (RZ) negli anni ’70. Sibylle è imprigionata per il suo atteggiamento non collaborativo con la giustizia. Il processo è ancora in corso.

L’attacco è stato dedicato anche alla rivolta di Giugno in Turchia. Saluti militanti ad Istanbul, Ankara, Amed, Eskisehir, … e a tutti i ribelli accusati e imprigionati, e in ricordo dei caduti.

in tedesco

Santiago, Cile: Rivendicata barricata in solidarietà ad Hans Niemeyer e in ricordo di Carlo Giuliani

Solidarizziamo tramite delle barricate realizzate la scorsa domenica (28/7) al calar del sole all’incrocio di General Bulnes con Bulmaceda, vicino al Parque Los Reyes. Continuiamo la propaganda in solidarietà con Hans Niemeyer, sequestrato dallo stato cileno, e per un nuovo anniversario della morte del compagno Carlo Giuliani uccido dai cani da guardia dello stato italiano nel 2001. Senza dimenticare i nostri compagni caduti e chi si ritrova prigioniero, senza arrendersi mai. Non scordiamo gli 81 compagni del centro di tortura San Miguel, Freddy, Marcelo, Juan, Carla, Ivan, Diego e tanti altri.

Rompiamo le regole con il fuoco, partecipi e complici della distruzione, non ci fermeremo fino alla distruzione dell’ultima gabbia.

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