Category Archives: Immigrazione-Antifa

Patriottismo globale, un “dramma lirico” dopo il 12 Febbraio

In molti eventi e proteste nel mondo riguardo gli sviluppi recenti in Grecia, numerosi dimostranti hanno usato il presunto motto popolare, ma populista “Siamo tutti greci”. Che ragioni esprime questo motto e che impatto ha direttamente o indirettamente su quelli che conducono una lotta senza capi in Grecia?

Probabilmente, alcune persone sentono un qualche tipo di compassione per i “greci che soffrono” o anche hanno paura di cosa ci sia in serbo per loro nel prossimo futuro. Essi sono (dis)informati, soprattutto tramite la visione dei mass media e dei social network, riguardo al fatto che la Grecia è afflitta da misure di austerità “ingiuste e non democratiche” e tagli selvaggi; ed è questo tutto ciò che c’è… Possono essere stati il marketing politico o gli slogan “patriottici” che hanno reintrodotto nella scena politica globale uno dei patriottismo più famosi citati in inglese (attribuito a P.B. Shelley, dal suo “Hellas, a lyrical drama” del 1821. In ogni modo, la dichiarazione è stata ricordata ampiamente e pubblicamente, attraverso i social media e dopo nelle strade. Quindi, oggi la conseguente propaganda di massa sta crescendo, spesso accompagnata da simboli come bandiere nazionali, antiche figure greche, ecc. Varie entità (dall’estrema destra ai riformisti o patrioti di sinistra) stanno ancora promuovendo la “solidarietà” al popolo greco identificando questo con una qualità nazionale, una qualità di citadinanza, anche con specifiche radici. Certamente, il motto reca delle visioni pro-nazionaliste, e non solo termina intrappolando quelli che adottano la schifezza “tutti greci” in una progettualità di unità nazionale, ma anche rafforza la propaganda statale, che attacca e accusa ogni soggetto radicale politico attivo nelle varie lotte sociali, nel territorio controllato dallo stato greco e altrove.

Invece di rompere con i compartamenti stagni ai quali lo stato ci ha confinato fino ad ora, piuttosto che sostenere la causa rivoluzionaria molti passi oltre una lotta delimitata, questa “unica nazionalità” falsa cattura i suoi seguaci ingenui in movimenti reazionari che possono facilmente essere accorpati e controllati dal sistema. Ecco perché le forze neoliberali e di estrema destra hanno visto come “ottimiste” queste ondate di supporto, mentre i neonazisti si stanno rinforzando piuttosto indisturbati nella loro campagna elettorale o d’odio razzista in tutta la Grecia, raggiungendo anche tutti i greci…

In questa parte del mondo, come in tante altre, lo stato e i padroni attacco selvaggiamente gli oppressi. Le lite finanziarie e industriali conducono un attacco spietato contro le parti più deboli della società, privando il sistema borghese delle sue pretese “democratiche”, che sono state mantenute per motivi “tattici”, al fine di insabbiare, soffocare o pacificare ogni potenziale contrattacco. La gente vede sempre più dimostranti scendere nelle strade delle città greche, mentre molti si rifiutano di protestare rimanendo calmi, ma piuttosto attaccano direttamente le strutture che rendono le loro vite una mera sopravvivenza.

Quando il supporto agli altri, che si sforzano e lottano, è basato su un astratto lamento chiamato nazionalità, ciò riproduce schemi patriottici offerti in aiuto allo stato e ai padroni sopranazionali, per soffocare le intensificate lotte sociali; un aiuto per raggiungere o rinforzare ciò che vogliamo distruggere: la pace sociale. Più che altro, esso offre a gruppi molto eterogenei di dimostranti il “rifugio” dell’unità nazionale.  Nulla può unire i contrasti tanto efficentemente quanto può l’unità nazionale: un grande ideale che unifica le persone, verso un non esistente nemico interno o esterno o una minaccia. E ogni autorità usa queste armi in momenti di scontri e rivolte, in un periodo di tensioni che spesso sono espresse con le caratteristiche di una guerra civile interna. Nulla può riunirci ai nostri oppressori e sfruttatori. Nessun confine può limitare i nostri sogni. Nessuna bandiera di stato può neanche remotamente riflettere le nostre lotte. Il fattore unificante più forte per noi, anarchici/libertari, non solo in Grecia ma in tutto il mondo, è il fatto che viviamo lo stesso contesto di povertà generalzizata, che noi ci rendiamo conto di ciò, e la fiamma della nostra passione per la libertà brucia e brucerà fin quando vivremo; fino a quando, individualmente e collettivamente, getteremo via le abitudine, comportamenti e mentalità impostici per tanti anni, fino a quando aboliremo una volta per tutte lo stato e le sue leggi, il capitale e le sue strutture. Nel nostro cammino, il germe patriottico è un ostacolo che deve essere combattuto senza sosta.

Infatti, ogni supporto dimostrato con “slogan” orecchiabili e assimilabili risulta l’esatto opposto di ciò che significa una rivolta. Più che altro, ciò si rivela essere pericoloso per ogni senso di solidarietà tra gli oppressi. Non possiamo più guardare la solidarietà trasformata in un messaggio di supporto da svendere come risveglio nazionale. La solidarietà è la nostra arma, e noi la difendiamo costantemente nelle battaglie contro il potere, dentro e fuori le prigioni.

Né pro-nazionalisti, né patrioti;
Siamo traditori nazionali che vogliono diffondere la rivolta
.

CONTRO TUTTI GLI STATI E LE PATRIE

 Traduzione: ParoleArmate

Heraklion, Creta : Azione antifascista contro i neonazi

“Venite coi coltelli, venite con le lame; fascisti, vi romperemo le braccia e le gambe”

Venerdi, 2 Marzo, intorno alle ore 15, un gruppo di compagni ha attaccato i membri dell’Alba Dorata nella zona industriale di Heraklion, dopo aver ricevuto notizie che i bastardi si erano riuniti li. Sapevamo già della loro presenza in città dall’inizio della settimana. I fascisti erano a “Kriti TV” per via del discorso pubblico di uno dei capi della sezione di Creta del partito neonazista. Dopo una piccola rissa, i nazi sono fuggiti in un ristorante, adiacente alla stazione tv, dal quale le merde ci hanno guardato distruggere l’ingresso del posto nel tentativo di devastare l’edificio, e distruggere una delle loro auto. La reazione degli hitleriani si è limitata a minacce da una distanza di sicurezza, mentre hanno messo degli oggetti dietro la porta e chiamato i poliziotti per telefono.

La tentata presenza dei membri dell’Alba Dorata a “Kriti TV” segue la loro provocatoria presenza nel villaggio di Viannos, circa due settimane fa, dove membri di questo legale – come dicono loro – partito hanno attaccato un migrante e minacciato con la pistola.

Dopo questo incidente, dobbiamo rendere chiaro che

ai fascisti:
Come avete capito a Giugno, la vostra presenza pubblica o no a Heraklion non sarà tollerata, né ora, né mai. Riceverete una appropriata risposta ad ognuno dei vostri tentativi di mettere piede in città.

Ai mass media in generale e a “Kriti TV” in particolare:
dando voce agli eredi di Hitler – e riconoscendoli come un altro concetto politico, seppur estremo, moralmente legittimato – avete automaticamente supportato il fascismo. Da ora in poi, ognuno si assuma le responsabilità per le proprie azioni.

Alla comunità di Heraklion:
Visto che viviamo nel tempo dove tutti i tipi di fiori sbocciano e visto che alcuni di loro nascondono spine velenoso, anche l’espulsione di individui fascisti dalle scuole, dai cortili e dai quartieri è un compito di chiunque non condivide le visioni di Hitler.

I responsabili primari del fatto che la guerra contro il fascismo sia cosi a lungo termine, sono quelli che occasionalmente hanno offerto la pace al fascismo.

Antifascisti di Heraklion

trad. ParoleArmate

Patrasso, Grecia: Azione diretta Antifascista

Oggi, 15 Marzo, poco dopo le 13.00, un folto gruppo di anarchici ed antifascisti hanno preso d’assalto gli uffici locali del partito neonazista Chrissi Avgi/Alba Dorata, situato in via Germanou, nel centro di Patrasso. Il covo fascista, che era appena stato inaugurato Lunedi, 12 Marzo, è stato completamente distrutto. Inoltre, slogan antifascisti sono stati scritti sulla maggior parte delle pareti dell’edificio che era stato lasciato ai teppisti neo-nazisti, mentre il loro odioso materiale è stato dato alle fiamme e gettato per strada. I compagni hanno lasciato il luogo in corteo.

Odio e rabbia verso ogni razzista

Fonte

Grecia, Creta: Primo manifesto dell’assemblea pancretese degli Anarchici/Antiautoritari

L’assemblea pancretese delle collettività anarchiche/antiautoritarie dell’isola e’ iniziata nell’autunno 2011 e ha come obiettivo il coordinamento e l’organizzazione del movimento anarchico/antiautoritario cretese. Le collettività attive dell’isola appoggiano quest’assemblea mirando ad una migliore coordinazione e ad un processo di elaborazione politica ed ideologica tra le diverse correnti anarchiche/antiautoritarie e per fare in modo che le nostre azioni e mobilitazioni siano piu eficaci, diffuse sul territorio e meglio mirate. Contemporaneamente vogliamo arrivare ad un discorso comune costruito e modificato nel tempo tramite procedure orizzontali.

L’assemblea pancretese non ha un carattere occasionale ma si basa su degli incontri regolari e su questioni e problematiche ben precise.

Per maggiori informazioni e contatti ci si puo rivolgere alle collettività isolane.

Segue il testo del primo manifesto dell’assemblea pancretese.

DEMOLIRE IL VECCHIO MONDO

Le promesse del potere per il benessere sociale sono finite.
Stiamo vivendo in un regime di emergenza e le promesse sono sostituite dallo sfruttamento intenso del lavoro, dal controllo feroce su tutti i livelli della vita sociale, dal rafforzamento della repressione e dalla demolizione di tutte le conquiste sociali ad ogni livello (lavoro,assistenza sanitaria, pensioni, educazione, sanità, ecc…)
I padroni ordinano il consenso nazionale cioè la pace tra sfruttati e sfruttatori e il nostro consenso pieno al saccheggio totale delle nostre vite.
I sindacati, controllati dai partiti politici tramite i sindacalisti collusi con il potere, hanno da sempre funzionato e funzionano tutt’ora come valvola di sfogo delle lotte sociali e, nello stesso tempo, cercano di proteggere il sistema dalla rabbia popolare.

ORGANIZZARE LA RESISTENZA, I NOSTRI DESIDERI E I NOSTRI BISOGNI

Organizziamo collettivamente delle lotte sociali senza intermediazioni nelle assemblee popolari dei quartieri, nei sindacati di base auto organizzati, in strutture autonome nelle scuole e nelle facoltà.
Affiniamo le lotte con dei cortei selvaggi e scioperi, occupazioni, sabotaggi della produzione e dei servizi, scambio di prodotti e servizi, mense collettive, rifiuto di massa dei pagamenti dell’elettricità-acqua-tasse e dazi-debiti-trasporti.
La lotta contro l’intensificazione dello sfruttamento e della repressione deve essere sociale, di classe, antiautoritaria e anticapitalista.
Per il contrattacco sociale e di classe.
Per la riorganizzazione della vita sociale dal basso.

Assemblea pancretese degli Anarchici/Antiautoritari.

fonte

Atene : Perché abbiamo combattuto i fascisti a Kalithea il 24 Febbraio…

Rendiamo impenetrabile ogni quartiere ai fascisti

Un gruppo di fascisti si è presentato giornalmente per qualche tempo in Kyprou square, nel distretto di Kalithea, graffitando slogan, attaccando dimostranti e immigrati; con teste rasate, anfibi, svastiche, tatuaggi nazisti… una compagnia di bastardi nostalgici dell’era di Hitler.

Il 24 Febbraio siamo andati a Kalithea, e abbiamo visto che il gruppo di stronzi da 6-7 che erano si è allargato anche con altre merde dei quartieri vicini (Attiki square, Aghios Panteleimonas square). Venerdi notte, abbiamo contato 15-20 fascisti riuniti su un lato di Kyprou square. Cosi, abbiamo fatto ciò che era ovvio. Un uguale numero di compagni, uomini e donne, li hanno colti di sorpresa, distruggendone alcuni, mentre il resto di loro è fuggito, come i disertori attuali che gettano via i loro scudi, lasciandosi alle spalle gli altri che sanguinano.

L’azione antifascista è una parte fondamentale della lotta per una società di uguaglianza e solidarietà; per una società dove non ci sia più posto per discriminazioni di razza e genere. Fino ad allora, è compito di tutti i combattenti non lasciare un centimetro di terra, in ogni quartiere, ai complici del regime. Ed ogni “purosangue” che cercherà di fare “operazioni di pulizia” nelle piazze e nelle strade dovrebbe sapere che le ronde antifasciste aspettano in ogni angolo di questa città… Vi sconfiggeremo…

Fascisti, non vi stiamo aspettando, vi stiamo cercando.

* Questa azione è dedicata alla memoria del compagno Nikita Kalin, ucciso il 9 Febbraio 2012 in Russia per mano dei fascisti.

Fonte —trad. ParoleArmate

Atene: Manifesto del centro sociale Villa Amalias per una chiamata di protesta Sabato, 3 Marzo 2012

In tempi in cui i poveri sono battezzati come dei “mendicanti” e i ricchi come “filantropi”… in tempi di crisi generalizzata, quando il totalitarismo avanza, quando il centro di Atene è sotto uno stato di polizia per essere ricostruito, e le persone che lottano e provengono dagli strati sociali più bassi sono stigmatizzate come criminali, quando i migranti sono oggetto dell’accelerazione della società verso il fascismo e dagli attacchi razzisti… In questi tempi i centri sociali, come collinette di resistenza e lotta contro la barbarie, sono minacciati dalla repressione di stato…

OCCUPIAMO LE CASE VUOTE
PRENDIAMO LA VITA NELLE NOSTRE MANI

Solidarietà al centro sociale Lelas Karagianni 37
e all’occupazione del mercato municipale di Kypseli
 

Giù le mani dai centri sociali, dagli spazi auto gestiti e dalle lotte fatte senza tutela

Dimostrazione: Sabato, 3 Marzo, ore 12.00

Ritrovo al mercato municipale di Kypseli (via Fokionos Negri 42)

Villa Amalias

Grecia: Cronaca dei recenti attacchi contro gli immigrati ed alcune prime considerazioni sui recenti avvenimenti a Patrasso

23 Gennaio, 2012

La vecchia fabbrica della Peiraiki-Patraiki (ex produttore tessile più grande della Grecia) è una vasta area di edifici abbandonati proprio di fronte l’ultima Entrata/Uscita del nuovo porto di Patrasso. Negli ultimi mesi poche centinaia di immigrati provenienti dall’Afghanistan, Sudan e altri provenienti dall’Algeria, Somalia e dal Marocco hanno cominciato a vivere in questa zona. E’ una sede “precaria” per le persone che cercano di uscire dalla Grecia tutti i giorni, attraverso il porto, verso una nuova vita.

Non è solo un sogno quotidiano ed un aspirazione di andarsene, però, ma anche una continua lotta per la sopravvivenza; una quotidiana lotta con tutto ciò che comporta. I camion corrono attraverso gli immigrati uccidendoli, e gli immigrati muoiono all’interno dei camion in cerca di un riparo, oppure muoiono dal freddo; devono affrontare gli elementi ed alcuni congelano fino alla morte. Poi c’è sempre la polizia portuale, che li picchia, tortura ed umilia.

Negli ultimi 20 giorni, durante le vacanze di Natale, ci siamo ritrovati accanto ai migranti, dopo ripetuti incidenti, qua riassumiamo le condizioni di miseria e barbarie che vengono riservate loro a Patrasso, come un confine, come un passaggio per il loro transito verso l’Europa. Per essere più specifici :

20-12/2011 : Un 27 enne Afghano si è ferito seriamente alla testa dopo essere saltato dal secondo piano di un palazzo in costruzione nel tentativo di evitare i poliziotti che lo stavano inseguendo a Rio (una zona della città di Patrasso). Gli stessi poliziotti, nonostante il fatto abbiano visto la caduta, hanno lasciato il 27 enne dove si trovava, per terra ferito. Dopo un pò alcuni residenti della zona hanno chiamato un’ambulanza. I medici ospedalieri hanno negato le cure (perchè non aveva i documenti). Quando si sono accorti che aveva un’emorragia interna, lo hanno operato. Dopo l’operazione è rimasto sedato per 15 giorni. Oggi si trova nella clinica neurologica dell’ospedale generale di Patrasso in condizioni stabili.

Patrasso, 23 Dicembre, 2011

23-12/2011 : I migranti che vivono nella Peiraiki-Patraki hanno fatto una manifestazione verso il centro della città e ritorno, con il supporto della gente che mostrava solidarietà, per protestare riguardo l’incidente del 27 enne ed in generale per le loro condizioni di vita.

27-12/2011 : Due giovani immigrati Afghani, che erano scomparsi il giorno precedente, sono tornati alla vecchia fabbrica pieni di ferite alla testa e alle gambe dopo essere stati duramente picchiati dalla guardia costiera dentro il nuovo porto.

03-01/2012 : Tre immigrati (di età compresa tra i 15 ed i 19 anni), che erano appena arrivati alla Peiraiki-Patraiki e non erano riusciti ha trovare un posto dove stabilirsi, hanno trovato rifugio nella cabina di un camion abbandonato all’interno della fabbrica. Hanno fatto un piccolo fuoco in un bidone di metallo per tenersi in caldo, ma sono rimasti bloccati all’interno del veicolo. Ciò ha portato uno di loro alla morte per mancanza di ossigeno e gli altri due sono finiti all’ospedale con gravi problemi di salute. I media locali hanno completamente distorto l’incidente ed hanno detto che il migrante è stato trovato morto nella zona del porto, all’interno di un camion che aveva l’Italia come destinazione finale.

04-01/2012 : Il giorno dopo il decesso all’interno del camion, circa 10 fottuti della DIAS (poliziotti in moto) sono entrati nella fabbrica all’alba. Hanno svegliato coloro che dormivano con calci e pugni, ed hanno proceduto a strappare e bruciare i documenti, rubandogli i soldi e i telefoni cellulari, insultandoli ed umiliandoli.

05-01/2012 : Le forze di polizia hanno fatto irruzione nella vecchia fabbrica ed hanno arrestato più di 50 immigrati, hanno poi raccolto e bruciati i loro averi con l’ausilio dell’OLPA SA (Autorità Portuale di Patrasso-OLPA, l’organizzazione che gestisce il porto di Patrasso) e probabilmente anche con l’aiuto del Comune di Patrasso. In particolare, hanno radunato vestiti, scarpe, coperte e quant’altro hanno potuto scoprire appartenere agli immigrati in cumuli, per gettarli nel fuoco o nell’immondizia.

Secondo i rapporti della polizia, 25 degli arrestati sono stati rilasciati mentre gli altri sono stati trasferiti nei centri di detenzione della polizia regionale ( a Pyrgos, Aigio, ecc.). Mentre il fuoco ardeva nei tre diversi luoghi che i poliziotti avevano appiccato, e distruggeva i beni dei migranti, le persone dell’OLPA sigillavano la fabbrica per rendere difficile ai migranti la permanenza.

Dopo l’arrivo nella zona di persone in solidarietà con gli immigrati, i poliziotti se ne sono andati. I vigili del fuoco sono arrivati 2-3 ore più tardi. Quel pomeriggio, anarchici, anti autoritari ed altri solidali hanno fatto una manifestazione nel centro di Patrasso come prima risposta per l’azione oppressiva contro i migranti.

Dopo l’arrivo nella zona di persone in solidarietà con gli immigrati, i poliziotti se ne sono andati. I vigili del fuoco sono arrivati 2-3 ore più tardi. Quel pomeriggio, anarchici, anti autoritari ed altri solidali hanno fatto una manifestazione nel centro di Patrasso come prima risposta per l’azione oppressiva contro i migranti.

Per noi è molto importante sottolineare lo speciale ruolo che L’OLPA, la polizia, la guardia costiera e i media ufficiali giocano nelle operazioni repressive contro i migranti della Peiraiki-Patraki. Vorremmo iniziare dall’OLPA, il proprietario di questo luogo che usa la scusa del poter fare soldi nella zona della fabbrica per giustificare questi attacchi contro gli immigrati.L’OLPA ha la responsabilità politica per i fatti del 5 Gennaio, così come per qualsiasi altra operazione potrebbe accadere in futuro in questo specifico ambito. Per questa organizzazione, il porto è una zona rossa ed un confine della fortezza Europa che dev’essere protetta con intensi controlli (dalle guardie di sicurezza e dai poliziotti portuali), in modo che il porto di Patrasso non perda l’immagine del moderno sistema di porto europeo. Come risultato, si distinguono contro la presenza dei migranti sia all’interno del porto che all’interno degli edifici della Peiraiki-Ptatraiki, dal momento che la loro presenza vicino i loro ingressi influenza, sia la credibilità del trasporto passeggeri e merci, che la sua immagine come potenziale zona turistica. L’obbiettivo del l’OLPA è quello di far scomparire gli immigrati da questa zona. Ciò può essere ottenuto attraverso la collaborazione della guardia costiera e della polizia, che sono da anni i responsabili di umiliazioni, pestaggi, torture e morte dei migranti.

Il modo come lavorano i meccanismi per l’applicazione della legge lo conosciamo ampiamente ormai da anni. Allo stesso tempo partecipano al traffico a pagamento degli immigrati, facendo finta di adempiere al loro ruolo istituzionale di ordine e legalità. Con tattiche tipicamente mafiose, hanno permesso ad alcuni di loro di passare ogni qualvolta ciò risulti favorevole ai loro traffici, mentre li hanno picchiati duramente ogni volta che non seguivano la “corretta” via per accedere al porto. Per noi, il loro ruolo istituzionale ed il ruolo mafioso sono due facce della stessa medaglia. Essi confermano la loro esistenza come istituzione che perpetua le condizioni di oppressione e sfruttamento. Fondamentalmente, questo è quello che fanno ogni volta che picchiano gli immigrati, attaccare coloro che resistono, mentre proteggono i padroni e le loro strutture. Questo è anche esattamente quello che fanno quando torturano i migranti, quando tengono le loro teste nel mare gelido, quando rubano loro il denaro e i telefoni cellulari, quando maledicono il loro paese ed il loro dio, quando bruciano le loro scarpe, i vestiti e le coperte…

Naturalmente non dobbiamo mai dimenticare in tutto questo i mass media. Dalla morte del migrante all’interno del camion per mancanza di ossigeno, causato dal suo tentativo di scaldarsi, fino all’attacco che ha avuto luogo il 5 Gennaio, i mass media hanno nascosto o distorto i fatti. Sono le stesse istituzioni la cui retorica si basa sullo sforzo di creare una società basata sulla paura degli immigrati e propone l’aumento della polizia come soluzione. Durante il tentativo di legittimare moralmente questo loro discorso, ogni tanto si ricordano le terribili condizioni di vita e la “tragedia di queste persone“, al fine di vestire il lavoro dei meccanismi repressivi di un mantello umanitario.

Siamo solidali con i migranti, non come proveniente da un senso di carità, ma di riconoscimento che in una società strutturata in classi, completa di relazioni autoritarie, l’unica scelta per coloro che sono in basso è quello di creare una comunità di lotta, senza gerarchie e divisioni nazionalistiche. Ai nostri occhi, il nemico non è quello della migrazione, ma le guerre, i saccheggi dell’economia, l’emorragia di interi paesi e persone, e , infine, il significato di capitalismo, tutto ciò che causa la migrazione…

POLIZIOTTI, GUARDIA COSTIERA, AUTORITA’ PORTUALI, MASS MEDIA

SAREMO SEMPRE CONTRO DI VOI.

GIU’ LA MANI DAI MIGRANTI ! LA SOLIDARIETA’ E’ LA NOSTRA ARMA !

Collettivo partecipativo di parola e azione di Perasma (passaggio) dell’occupazione Maragopouleio, via Gournari 102, Patrasso

Russia: Antifascista anarchico assassinato a Samara – Amici e familiari hanno bisogno del vostro sostegno!

Il 9 Febbraio 2012, alle ore 06.30 del mattino nella zona dell’Istituto FIAN, un bidello ha trovato il corpo di Nikita Kalin, nato nel 1991. Alle 08.00 è arrivata la polizia, e alle ore 11.00 i poliziotti finalmente hanno contattato la madre dell’assassinato. Secondo sua madre, Nikita è stato accoltellato 61 volte; oltre a questo, le costole hanno subito fratture multiple, e la testa a pure delle ferite. Nessun oggetto personale è stato rubato. Attualmente, è stato arrestato un sospetto per l’omicidio, siccome è stato trovato del sangue di Nikita sui vestiti dell’arrestato.

E’ ovvio che Nikita sia stato attaccato da un gruppo. La polizia ha anche detto alla madre (in via ufficiosa) che l’indagato detenuto è un’attivista dei socialisti nazionali (neo-Nazi), e si rifiuta di fare i nomi di altri sospetti. Nonostante la brutalità dell’omicidio, l’investigazione non ha ancora proceduto a nessun interrogatorio, nè alla madre di Nikita, nè ai suoi amici, che sono state le ultime persone ad averlo visto. A causa di questo fatto, si presume che ci sarà un tentativo di insabbiare il caso, come spesso accade in Russia. Tuttavia, l’indagato ha già assunto un’avvocato.

Temiamo che le indagini della polizia stiano già lavorando in difesa degli interessi dell’arrestato, così è necessario il vostro supporto. A questo punto, un’organizzazione dei diritti umani ha fornito un’avvocato, ma altri fondi sono necessari per le spese funerarie. Nikita veniva da una semplice famiglia di operai, e non ha mai nascosto la sua visione antifascista ed anarchica. Se volete aiutare i suoi amici e la famiglia per i costi del funerale, potete donare alla Croce Nera Anarchica di Mosca, qui.

Nikita in una riunione locale contro la frode elettorale, mentre tiene un cartello su cui si legge: "Non abbiamo bisogno di alcuna autorità! Liberta o morte! Il nostro candidato è l'auto-governo!"

Atene: Comunicato dell’Assemblea per l’Azione Antispecista

Sul diritto all’aborto, non si negozia.
Risposta alla posizione ufficiale di Walter Bond sull’aborto.

Con grande sorpresa abbiamo letto, lo scorso novembre, la posizione ufficiale contro l’aborto che ha pubblicato il combattente imprigionato dell’ALF, Walter Bond. Si tratta di un testo i cui argomenti sono stati estratti dalle più vili tendenze del conservatorismo cristiano, mescolate con un po’ di presupposto antirazzismo ed ecologismo. Gli altri suoi argomenti consistono, meramente, in un’inversione della realtà.

Anzitutto, dobbiamo chiarire che l’aborto non è una pratica scoperta e diffusa con la civilizzazione industriale, così come pretende di farci credere Walter, tutt’altro. Si tratta di una pratica diffusa tra le donne che ha le sue radici ai primordi della Storia e addirittura della preisotria. Per molti anni, il fatto che le donne controllassero quanti figli avrebbero avuto e quando, era considerato normale e completamente accettabile. Con l’espansione del patriarcato e delle oppressive religioni monoteiste, che avevano come obiettivo proteggere la proprietà privata, le donne diventarono un oggetto di riproduzione di successori-eredi. Nonostante ciò e durante i secoli, le donne continuarono, in segreto, gli aborti effettuati a vicenda e soffrendo, naturalmente, le rispettive persecuzioni, sia per l’Inquisizione, sia per i loro mariti arrabbiati. Bond vuole che torniamo a queste pratiche? Considera che la lotta contro i vivisettori ed i cacciatori debba svolgersi contro le donne che lottano per la loro autodeterminazione?

Negli ultimi due secoli, le donne, come gli schiavi, hanno lottato eroicamente per ottenere diritti fondamentali che non furono loro regalati. La pratica comune dell’aborto, prima della sua legalizzazione, e che continua a praticarsi oggi nei paesi dove l’aborto è illegale, viene eseguita in spazi inappropriati, senza trattamento farmaceutico e col grande rischio per la vita e la salute di queste donne, avendo come conseguenza la loro esclusione sociale e pene di prigione, nel caso in cui fossero scoperte. Nell’Italia cattolica, fino alla metà dei ’70, l’aborto era un crimine che veniva punito col carcere. Non è un caso che la legalizzazione del diritto all’aborto sia arrivata contemporaneamente alla legalizzazione dei diritti che riteniamo evidenti e necessari per le donne. Continue reading Atene: Comunicato dell’Assemblea per l’Azione Antispecista

Grecia: Saluti da Creta occupata

Questo è l’ottavo giorno d’occupazione del palazzo dell’amministrazione della Prefettura di Chania, Creta. Abbiamo appena tradotto il nostro principale comunicato in Inglese e ve lo mandiamo, per informarvi e condividere il messaggio delle occupazioni in tutto il mondo. C’è anche una traduzione in francese disponibile qui. Abbiamo pure un blog e una radio in internet, in diretta dall’occupazione. Oggi alle 18.00 abbiamo organizzato una marcia per le strade nei principali quartieri di Chania. A Creta ci sono edifici occupati anche a Rethimno e Lasithi. Inoltre, gli studenti giorno dopo giorno stanno occupando le scuole. Ci sono almeno 11 scuole occupate a Chania a tutt’oggi.

Il 15 Febbraio, dopo una decisione unanime, l’assemblea pubblica aperta dell’amministrazione della prefettura occupata di Chania , ha occupato il canale TV pubblico “Nea Tileorasi Kritis” (NEA TV). Ecco il relativo video:

Comunicato dell’amministrazione della Prefettura occupata di Chania

Facciamo parte anche noi delle persone che lottano, che si sono precipitate in strada per le dimostrazioni dello sciopero di 48 ore e nelle massicce proteste di Domenica, 12 Febbraio, contro la svalutazione del nostro lavoro e la depauperazione della nostra vita. Venerdi, 10 Febbraio, dopo il corteo per le vie della città, abbiamo occupato l’edificio della Prefettura di Creta a Chania. L’occupazione serve come centro di incontro e coordinamento di uno sforzo collettivo per organizzare la lotta per una vita che sia caratterizzata dalla solidarietà, dalla resistenza e per la dignità. Bloccando l’ordinaria funzione del palazzo centrale dell’amministrazione, poniamo una pressione politica contro l’attuazione delle recenti decisioni degli sfruttatori stranieri e locali. Ci riferiamo al voto fatto da parte del parlamento Greco del secondo Memorandum e alle nuove misure d’austerità basate richieste della Troika (UE/FMI/BCE) e del capitalismo mondiale.

Salutiamo le centinaia di migliaia di manifestanti che nei giorni scorsi, e specialmente Domenica, 12 Febbraio, hanno lottato contro la barbarie e il saccheggio dei beni sociali di base quali la sanità, l’istruzione, l’elettricità e l’acqua.

Siamo una parte delle dozzine di occupazioni di palazzi delle amministrazioni statali, delle strutture scolastiche e delle fabbriche, che si sono diffuse in tutto il paese nei giorni scorsi. Contro uno spirito di lotta in declino e in disfatta, dopo la votazione del parlamento delle nuove leggi, continuiamo a combattere contro i falsi dilemmi che essi ci impongono, come quello del “default o consenso”. Chiediamiamo ai sindacati di base dei lavoratori di Chania di prendere decisioni per uno sciopero generale a lungo termine. Invitiamo i cittadini di Chania e della campagna, gli studenti, i lavoratori e i disoccupati, gli immigrati e i residenti, ad unire le nostre idee, agonie e creatività.

Per difendere la dignità del nostro lavoro e delle nostra vita
No alla persecuzione verso gli arrestati nelle manifestazioni dello sciopero

Solidarietà – Vittoria al lungo sciopero delle “Acciaierie Greche” e a tutte le lotte dei lavoratori

Tutti avanti per uno sciopero selvaggio permanente

Invitiamo tutte le persone a partecipare all’assemble pubblica aperta tutti i giorni alle ore 20.00 nella Prefettura occupata di Chania e nelle azioni che vengono decise. Negli ultimi giorni centinaia di persone hanno partecipato alle decisioni prese in queste assemblee.

Aspropyrgos, Attica: I neo-Nazi “appoggiano” gli scioperanti delle Acciaierie Greche, e il portavoce dei lavoratori e molti altri scioperanti accolgono calorosamente la feccia, invece di prenderli a calci in culo

Da sinistra a destra dell’immagine: Ilias Kasidiaris (scagnozzo di Alba Dorata), un’altro portavoce del sindacato, Ilias Panagiotaros (scagnozzo di Alba Dorata) e Giorgos Sifonios (presidente del sindacato dei lavoratori, sembra completamente amichevole sia con gli Stalinisti che con i neo-Nazi)

In un’articolo sul sito web ufficiale dei neo-Nazi si legge “Alba Dorata (Chrissi Avgi)dalla parte degli scioperanti delle Acciaieri Greche!” I neo-Nazi hanno pagato la visita alla fabbrica e hanno distribuito beni di consumo su cui hanno messo degli adesivi con il loro nome e la bandiera nazionale, su cuisi legge il loro motto razzista “…per pulire il luogo per bene”. E cosa hanno fatto gli scioperanti? Hanno accettato la loro “offerta” ed hanno anche permesso loro di diffondere la loro vomitevole propaganda. Abbiamo visto il relativo video; sappiamo che ciò è vero; non ci interessa mostrarvi questo sudiciume, Quello che vogliamo dire è che questa è una completa vergogna per ciò che riguarda il concetto di lotta sindacale. Non solo i metalmeccanici di Aspropyrgos non hanno finora tagliato i loro legami con gli stalinisti del KKE e del PAME, ma ora alcuni di loro hanno avuto il coraggio di applaudire gli assassini di Alba Dorata. Anche se questi scioperanti potessero ritrovare quel poco di dignità che gli è rimasta e denunciassero pubblicamente la visita dei neo-Nazi nella fabbrica (17-02), noi chiariamo che non tollereremo nessun altro discorso dei neo-Nazi al riguardo delle lotte dei lavoratori. Non è solo assurdo, ma ci fà fottutamente incazzare. La forte ondata della stessa solidarietà, mostrata ai metalmeccanici dalla gente attraverso la nazione e il mondo durante tutti i passati 108 giorni del loro sciopero, domanda loro di non peggiorare le cose.

"Dei rischi e degli effetti collaterali delle sfilate naziste, leggete un libro di storia o chiedete ai vostri nonni"

In culo ai neo-Nazi. Non comprare la loro merda.
Guerra civile sociale!

fonte

Kavala, Nord della Grecia : Comunicato di alcuni anarchici/antiautoritari riguardo al recente attacco contro l’Autonomous Hangout

Vorremmo “ringraziare” quelli che hanno partecipato alla distruzione della facciata del nostro posto, che siano agenti di polizia o “patrioti” parastatali. In questo modo, hanno confermato di nuovo che stiamo recando disturbo all’attuale regime di povertà, impoverimento e accellerazione del fascismo.

Abbiamo visto arrivare un attacco come la rottura delle finestre o anche qualcosa di più serio. La storia recente e la situazione degli spazi antiautoritari dimostra che i manganelli della polizia, i coltelli dei “patrioti” parastatali, le accuse e i proiettili, che hanno ucciso Alexandros Grigoropoulos e Lambros Foundas, hanno fallito nel piegare il desiderio di una società senza sfruttamento dell’uomo sull’uomo, di un mondo di libertà. Piuttosto, essi sono serviti solo per renderci più consapevoli, decisi e maturi in come possiamo pianificare la sovversione sempre più con efficacia.

Nessuno ci farà entrare in uno stato di panico, o di risposte spasmodiche o “emergenziali”. Questi concetti  appartengono al regime che sta collassando, mentre negli spazi rivoluzionari la consapevolezza e la stabilità sono capaci di ostacolare il loro cammino.

Il nostro posto continuerà ad essere aperto, i nostri eventi continueranno normalmente, e noi stessi saremo presenti nelle strade e nei processi sociali.

Kavala Autonomous Hangout
anarxikoikavalas.squat.gr

[L’Autonomous Hangout a Kavala è operativo dal 1985]

fonte – trad. ParoleArmate

Grecia: Riguardo allo squat Orfanotrofeio a Salonicco

La proprietà dell’immobile è passata dal Ministero della Salute al Metropolita (capo della chiesa).

Il 31 Gennaio è stata pubblicata sul sito web “Diavghia” (trasparenza) la decisione del ministero della salute, la quale annunciava la cessione dello squat Orfanotrofeio al Metropolita di Salonicco, con lo scopo di creare una fondazione per i degenti di lungo termine.
In un periodo di crisi, mentre i padroni attaccano la parte più ampia della società, avendo come obiettivo la massimizzazione dei profitti, in un periodo dove sempre più gente va verso povertà e miseria, dove i senza casa e i disoccupati crescono di numero ogni giorno, lo stato e la chiesa iniziano la loro “carità”. Mentre la chiesa moltiplica costantemente i suoi sacri profitti, attraverso la gestione di un’immensa quantità di beni, e mentre molti edifici della chiesa e dello stato restano vuoti, alcuni giudicano e decidono che l’unico edificio adatto per la carità è quello occupato dalla gente del movimento antiautoritario, per abitare e gestire le proprio necessità. Dopo il primo attacco contro lo “scholeio” squat, che ospita numerose attività giornaliere, e lo sgombero dello “epiviosi” squat, dove alcune persone avevano trovato un posto per far fronte ai bisogni primari, arriva il turno dell’Orfanotrofeio, per completare il lavoro “umanitario” di chiesa e stato.
Noi, gente del Orfanotrofeio squat, non abbiamo intenzione di lasciare l’edificio nelle mani di qualunque autorità, statale o religiosa. Da 6 anni abbiamo imparato ad organizzare le nostre vite collettivamente, difendere i nostri rifiuti, lottare e imparare. E continueremo su questo cammino, del quale l’Orfanotrofeio è la direzione di base. Difenderemo questo spazio come difenderemo e supporteremo ovunque gli spazi dove un mondo senza sfruttamento e dominio viene costruito.

NEANCHE UN SOLO CENTIMETRO AI PROPRIETARI E AI TRUFFATORI DI STATO E CHIESA

Ofanotrofeio Squat

fonte – trad. ParoleArmate

[Barcellona] “Non sono lavoratori, sono scagnozzi in uniforme!”

Volantino diffuso nelle strade di Barcellona contro la polizia catalana, una forza repressive responsabile dell’omicidio di molte persone:

ASSASSINI

1/1/2012 – Un giovane arrestato a Manresa dalla polizia catalana, muore in ospedale dopo esser stato picchiato mentre era ammanettato.

7/1/2012 – Muore un giovane prigioniero in un Centro di Detenzione per Immigrati nella Free Zone, dopo che gli agenti della polizia nazionale gli hanno negato le cure mediche che aveva chiesto…

E questi sono solo gli ultimi due casi.

Quelli che difendono un ordine di miseria con la tortura e l’omicidio non sono lavoratori, sono scagnozzi in uniforme. Alziamo la testa dinnanzi agli assassini del sistema che proteggono!

Vogliono picchiare i manifestanti, torturare e uccidere la gente nelle caserme, quelli che abusano e umiliano gli altri, e difendono un ordine di miseria attraverso l’intimidazione e la violenza… NON SONO LAVORATORI, SONO SCAGNOZZI IN UNIFORME!

Barcellona libertaria
trad. ParoleArmate

Atene: Scontri fuori l’Università di Economia e Commercio

Martedi’ 7 Dicembre, alle 13:00 circa, è scattata un’altra operazione della polizia contro gli ambulanti immigrati, di fronte il cancello dell’Università di Economia e Commercio (ASOEE), che si trova sulla via Patission nel centro di Atene.

Una squadra degli YMET (le forze anti-sommossa dalle uniformi blu) hanno attaccato gli immigrati, che frequentano questo luogo per vendere le loro merci, ma questa volta il loro tentativo non ha avuto successo.

Gli immigrati insieme con gli studenti solidali si sono scontrati con quest’organo del regime, anche con delle lotte corpo a corpo e sono riusciti a respingerli verso Via Heiden. Una pattuglia della polizia arrivata sul posto per dare supporto all’operazione di “pulizia” non è stata fortunata e si è ritrovata il parabrezza rotto.

Per molti mesi le autorità municipali hanno lasciato liberi i loro cani per dare la caccia a tutti quelli che “sporcano” le strade del cosiddetto “centro storico” di Atene.

La loro speculazione immobiliare puzza di morte!
Solidarietà tra gli oppressi!

fonte
notizie relative: 1, 2

Stoccolma, Svezia: “Noi siamo il 94%” – Dimostrazione antifascista

Originale in svedesemotkraft.net

Nella notte tra l’8 e il 9 Dicembre del 2000, un diciassettenne dell’estrema destra svedese venne ucciso nella zona di Salem a Stoccolma, Svezia.

La sua morte divenne una forza unificante per il movimento svedese “Potere Bianco”, e nel Dicembre dell’anno seguente i fascisti hanno tenuto la loro prima marcia di Salem, per onorare il ragazzo e per protestare contro ” l’ostilità verso l’etnia svedese”, come dicono loro. La marcia e’ diventata la più importante manifestazione neo-nazista, ma e’ sempre accompagnata da numerose contro-manifestazioni. Quest’ anno, l’organizzazione svedese ” Allt åt alla! ” (Tutto per Tutti) ha pubblicato il presente invito per una dimostrazione anti-nazista per il 10 Dicembre.

” Cospirazione Soundish – Rumore contro la marcia Nazi
(Nota: in svedese, sound-ish e’ un gioco di parole. La parola suono(sound) e’ “ljud” e la parola Ebreo (Jewish) e’ “Judisk”, così’ il nome suona anche come ” cospirazione degli Ebrei “, cosa che, normalmente gli stessi Nazisti si impegnano a ricercare.)

I Nazional Democratici e l’ Associazione dei Giovani Nazionalisti si riuniranno al di fuori del parlamento per una “manifestazione contro l’ostilità verso l’etnia svedese”. Con i Democratici Svedesi appena eletti in Parlamento e’ cresciuto il coraggio dei Nazisti per le strade, e la loro manifestazione annuale, che per dieci anni e’ rimasta nascosta in un comune fuori Stoccolma, sarà ora politicizzata e si terra’ nel pieno centro di Stoccolma. Quando l’Europa si trova in una difficile crisi economica i nazisti vedono la loro occasione per rinverdire i loro capri espiatori: i musulmani, gli omosessuali, gli ebrei, i figli adottivi e gli attivisti all’interno dei sindacati.

Sono alla ricerca di cospirazioni Ebree – Noi rispondiamo con una cospirazione soundish. Vogliono spaventare la gente per le strade, noi rispondiamo riempiendole.

Esortiamo quindi tutti a partecipare al “Noi siamo il 94% ” – Dimostriamo, visto che siamo il 94% della popolazione e non abbiamo dato la nostra voce ai razzisti (i democratici svedesi hanno ottenuto il 6% alle elezioni dello scorso anno). Ora dobbiamo usare la voce, alzare la voce! Ci riuniremo presso la statua di Carlo XII nel parco centrale di Kungsträddgården (il giardino del re) il 10 Dicembre, alle ore 12.00. Dopo la dimostrazione, si effettuerà’ un’ azione di disobbedienza civile, alla quale ognuno sarà libero di partecipare e prendere l’iniziativa.

Spargi la voce tra i tuoi amici, venite insieme. Se vuoi vai il più vicino possibile ai cordoni, come ti senti di fare; se vuoi tenerti a distanza, e’ anche facile fare dei suoni attraverso l’acqua. Porta fischietti, coperchi, campane, vuvuzelas – tutto ciò che possa annegare la voce dei nazisti. Lasciamoli isolati tra il parlamento e il palazzo reale, nella piazza più noiosa di Stoccolma.

Ora suona di nuovo! Vogliamo vedere gli elfi contro la feccia nazista.* Vogliamo vedere i cori degli anarchici cantare canti natalizi, l’orchestra delle vuvuzelas della Gioventu’ Sindacalista tirar fuori i polmoni, le bande di klezmer (musica tradizionale ebrea) e le bande di samba annegare i tamburi della marcia nazista, i dimostranti contro “Attacco Brutale” ( band neonazista), sferzanti colpi di poesia, le brigate di Tomas Tranströmers e i manifesti della feccia letti ad alta voce. Tutto quello che può’ rompere il silenzio! I fuochi d’ artificio del Nobel, Black Boom Block, il cabaret decadente di Weimar e i cigolanti musicisti folk.

Il silenzio non e’ mai la soluzione. Che migliaia di campane anneghino l’odiosa manifestazione nazista

/ La Cospirazione Soundish “

Video dello scorso anno, quando i manifestanti impedirono ai Democratici Svedesi di farsi propaganda 

* Nu är det ljud igen! Vi vill se nissar mot nassa: In Svezia c’e’ una famosa canzone natalizia chiamata “Nu är det jul igen! che significa “Ora e’ di nuovo Natale”. Qui e’ stata cambiata in “Nu är det ljud igen” che significa “Ora e’ di nuovo rumore”. “Nissar” e’ il piccolo aiutante di Santa Claus mentre “nassar” e’ il nome che in gergo di usa per Nazista.

Atene: Nuova operazione di polizia contro i venditori ambulanti

La mattina del 29 Novembre, alle 11.15 circa, un nutrito gruppo di poliziotti della Polizia Municipale ha attaccato i venditori ambulanti immigrati posti fuori l’Università di Economia e Commercio di Atene (ASOEE) nella via Pathission. I bastardi della Polizia Municipale indossavano passamontagna, caschi e bastoni metallici telescopici, mentre alcuni di loro portavano anche distintivi fascisti. L’operazione repressiva ha portato al risultato della distruzione della merce degli ambulanti che è stata buttata dentro ad camion dell’immondizia.

Dopo l’attacco, la banda di poliziotti teppisti ha continuato la sua marcia verso Omonia e hanno attaccato verbalmente un gruppo di manifestanti di Iniziativa di Lotta per la Terra e la Libertà che erano concentrati di fronte al Museo Archeologico Nazionale di Atene ( anch’esso ubicato sulla via Pathission). I manifestanti stavano protestando contro l’abolizione della linea pubblica di autobus che unisce la città di Atene con il monte Parnitha.

Parallelamente a quest’azione repressiva, il sindaco di Atene, Girogos Kaminis, ha ordinato inoltre di smontare le panchine in Piazza Klafthmonos dove dormivano i senzatetto. Il numero totale dei senzatetto in Atene si stima superi le 20.000 unità.

Come abbiamo già menzionato in precedenti interventi, la dichiarata guerra sociale nel centro di Atene si sta intensificando. Uno dei cambiamenti che si verificano durante questa intensificazione è il mutato ruolo dei diversi meccanismi repressivi. La polizia municipale, un gruppo che fino ad ora veniva considerato una forza “leggera”, si sta convertendo ogni giorno sempre più uno dei principali attori dell’ imborghesimento del centro di Atene e della cacciata dei venditori ambulanti immigrati.

Violenza contro la violenza
della dittatura democratica!
Lotta contro tutti i tipi di polizia!

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Atene: Presidio antifascista in Holargos

Venerdi 18 Novembre, giusto il giorno dopo la manifestazione commemorativa del 17 Novembre, il partito fascista LAOS, che fà parte del nuovo governo di “salvezza nazionale” o “unità nazionale”, ha organizzato un dibattito per le ore 20:00 presso il municipio di Holargos. Membri dell’assemblea popolare di Holargos, e persone solidali dei vicini quartieri, si sono riuniti fuori il municipio per protestare contro i membri fascisti del nuovo governo e chiedere l’annullamento di questo incontro. Alle 18: circa, le forze di polizia che avevano già bloccato la zona, sono venute a contatto con quasi 200 persone e quasi subito si sono registarti piccoli scontri. Per più di due ore le persone hanno scandito slogan anti fascisti ed hanno cercato di impedire ai militanti fascisti di entrare nel palazzo. Verso le 21.30, spontaneamente, una marcia è partita verso la stazione del metrò di Holargos dove ha avuto termine l’azione anti fascista.

Fascisti e il Protocollo vanno mano nella mano. Merda sul Laos e Karatzaferis(presidente del LAOS). Assemblea popolare di Holargos-Papagou.

Il testo che segue è stato distribuito durante il presidio antifascista:

Niente è più lo stesso. Le illusioni cadono a pezzi ad una velocità senza precedenti. Sotto la spinta popolare (sciopero generale del 19-20 Ottobre, scontri con la polizia fuori il parlamento, striscioni politici durante le partite di calcio, le parate nazionali trasformate in proteste di rabbia), e sotto l’incontrollabile processo della crisi globale del sistema capitalista, ci è stata imposta una giunta. Ci riferiamo all’aggressiva riorganizzazione del potere borghese che mira ad imporre, con qualsiasi mezzo ed a qualsiasi costo, gli interessi del capitale nazionale ed internazionale.

Ci è stato imposto un governo di unità nazionale, con un primo ministro che è l’ex vice direttore della Banca Centrale Europea, ex governatore della Banca Nazionale di Grecia e, fino a poco tempo fà, membro del ramo europeo di Goldman and Sachs e consigliere economico ad honorem di George Papandreou. Pasok (Partito Socialista), Nea Dimokratia (partito di destra), LAOS (partito di estrema destra), Bakogianni (partito politico centrista-liberale), Federazione Greca delle Imprese (SEV), e tutti i media sono d’accordo che è venuto per il nostro bene… Continue reading Atene: Presidio antifascista in Holargos

Belgio: Ostenda NoBorder


Ostenda ha perso i suoi confini. La classe media si lamenta del fatto che gli “immigrati clandestini” scolorano il loro idilliaco arredo urbano e danneggiano l’immagine turistica. Vande Lanotte li definisce “complici” dei “contrabbandieri”. La “giungla” è sommersa dalla “piaga dei ratti”, da “criminali”, che rubano per combattere la fame, la sete e il freddo. Queste insignificanti paure sono valutate maggiormente che le statistiche criminali.

Cosi’ viene eretta la recinzione intorno al porto. Il sistema di video sorveglianza rinnovato. La sorveglianza aumentata. La città chiama forze di polizia da altre zone. Sono i benvenuti. Sessanta nuove squadre sono state formate. C’è denaro per questo. Più di 1.000.000 di euro per essere precisi.

La magistratura ed i politici, solitamente lenti e sordi, improvvisamente cercano di correre più veloci dei terribili eventi. Le prossime elezioni locali fanno di ogni uomo politico un’eroe coraggioso. Liberali, socialisti, fiammingo-nazionalisti e cristiano-democratici stanno lavorando su una nuova legge che renda ogni tentativo di “entrata illegale ” nel porto, punibile fino a due anni di reclusione.

Nel frattempo, 20 persone al giorno vengono rinchiuse per 12 ore. Per disturbo della quiete pubblica. Stazionare attorno la zona del porto è diventato un reato. Essere senza tetto è diventato un crimine. Il sindaco ha annunciato che “non ci sarebbe più divertimento” per i profughi nel venire ad Ostenda.

… non ci sarebbe più divertimento…

Centinaia di persone sopportano le notti invernali nella giungla. Anche minori. Il più giovane ha appena nove anni. Stanno controllando le generalità presso i centri di distribuzione del cibo e dei vestiti.

Un deposito è stato chiuso.Un rifugio per senzatetto è stato chiuso con la scusa di essere un pericolo d’incendio. Il consiglio comunale è attivo nell’ostacolare ogni iniziativa di solidarietà che non possa essere venduto come servizio politico. Il presidente del consiglio comunale Tommelein ha dichiarato essere lui stesso un’assoluto avversario dell’aiuto umanitario e dei centri di asilo in città, perchè incoraggerebbe i barboni ancor di più.

… non ci sarebbe più divertimento…

Coloro che scalano la recinzione rischiano un’accusa. Coloro che fanno l’attraversata, rischiano la vita.

La repressione non risolverà nulla. Aumenterà solo il risentimento. Quando la Francia chiuse il centro per rifugiati di Sangatte, la gente cominciò a dormire fra i cespugli.Una volta che Ostenda viene trasformata in una prigione, dove la prossima? Ostenda si rivolge a Bruxelles. Bruxelles si rivolge all’Europa. L’Europa si rivolge verso i paesi d’origine. Tutti deplorano la miseria, delegano le loro responsabilità, contano impauriti i loro soldi.

Ma povera piccola Ostenda, con i rifugiati che cercano di passare il confine. Poveri piccoli rifugiati.

Senza confini, Ostenda NoBorder è un movimento di individui. Noi non affidiamo la libertà, l’uguaglianza e la solidarietà alle istituzioni o alle organizzazioni. Se nessuno prende la parola, il mondo intero tace. Vuoi aiutare? Donare? Dimostrare il tuo supporto?…

onbegrensdoostende@yahoo.com

fonte: bxl.indymedia.org / traduzione dall’inglese

Atene: Ali Mohammed Rasul rilasciato dal carcere minorile

Dopo numerosi interventi di solidarietà e di assistenza legale, il dodicenne immigrato Ali Mohammed Rasul, arrestato mentre frugava nella spazzatura il 5 Ottobre ed imprigionato nel carcere minorile di Amygdaleza, e’ finalmente stato rilasciato ed e’ in possesso di documenti regolari. Il passo successivo e’ il ricongiungimento familiare visto che i genitori sono attualmente in Germania.

fonte: athens.indymedia.org

Aigio, Grecia: Povertà, miseria e case bruciate “per caso”

Il 3 Novembre ad Aigio,una cittadina a nord-est di Patrasso, delle fecce sconosciute (probabilmente dei neo-nazi) hanno bruciato le case di decine di immigrati. Poco prima delle 02.00, alcune baraccopoli nelle vie Farazouli e Platonos, note come “baracche Rodopoulou” sono state avvolte dalle fiamme. Quasi 30 immigrati abitavano li’ (ironia della sorte sono conosciuti per avere i documenti). Il fuoco ha completamente bruciato queste baracche. Almeno 3 immigrati residenti hanno riportato ustioni e sono stati trasferiti all’ospedale della città. Ora decine di immigrati sono rimasti senza casa, senza cibo e molti di loro con pochi abiti, etc. Molti abitanti locali hanno offerto loro un’aiuto.

Il seguente testo è stato distribuito dagli anarchici riguardo l’attacco incendiario.

Spieghiamo le cose fin dall’inizio. L’11 Maggio dei fascisti organizzati hanno gettato una bomba artigianale (fatta di bombole di gas da campeggio) in una baracca affittata da degli immigrati pakistani, nei pressi del campo sportivo della città di Aigio.

I fascisti non sono riusciti a dar fuoco alla baracca ma il quartiere, e gli immigrati, furono terrorizzati dall’esplosione. Inoltre, i fascisti hanno distribuito dei volantini con il logo Chrissi Avgi (Alba d’Oro) per rendere nota la loro presenza nella zona.

Dopo tutto questo è ovvio chi ha appiccato il fuoco che ha bruciato la stessa casa nella notte del 3 Novembre. Non è stato un’incidente (alcuni giorni prima dell’incendio è stato lanciato un razzo nel cortile della casa) ma il terzo attacco fascista. Queste persone dormono ora nel cortile della casa bruciata; il loro unico riparo dal freddo sono delle coperte e dei vestiti donati da alcuni di noi,cittadini solidali.

Per noi la solidarietà con gli immigrati non è una questione di umanità. E’ una questione di classe sociale; la solidarietà che viene applicata tra gli oppressi e i poveri, all’interno di una condizione sociale che impone il silenzio, il consenso ai piani dello Stato, la diffamazione di tutte le resistenze sociali da parte del sistema politico attraverso i mass media.

Sempre più spesso c’è chi capisce che la retorica della “salvezza della patria” e “dell’unità nazionale” ha il solo scopo di nascondere il fatto che lo Stato e ogni governo in carica (di cooperazione, di “salvezza nazionale” o come lo si voglia chiamare) sono stati, sono e saranno sempre al lavoro per servire gli scopi dei datori di lavoro.

L’unica missione nazionale è il salvataggio delle banche, il ripristino della redditività del business e la realizzazione di esperimenti per lo sfruttamento più brutale dei lavoratori da parte dei padroni, greci o stranieri. Alla fine della giornata, in Grecia c’è la realizzazione di un’esperimento politico-economico che viene utilizzato dai potenti anche come una minaccia verso gli altri lavoratori in Europa che sono “cattivi” e “stravaganti”. I padroni, mentre fanno questo tipo di attacco, misurano le reazioni, le forze e le tattiche ora che il gioco è cominciato in tutto il mondo.

Ma non è necessario andare lontano per vedere questo. L’impoverimento imposto ai lavoratori del paese, insieme con la privatizzazione,fa assomigliare sempre più la figura dei lavoratori poveri, dei disoccupati e dei pensionati a quella dell’immigrato. Le decine di migliaia di famiglie povere senza elettricità, salari da fame, un milione di persone senza lavoro, il furto attraverso la tassazione, le tassa pro-capite, lo stato di polizia non concedono interpretazioni. Dobbiamo resistere ad ogni tentativo di quelli “in alto” di convincerci che condividiamo gli stessi loro interessi.

Dobbiamo sradicare ogni visione nazionalista per cui i nostri fratelli e sorelle di classe -gli immigrati- ci vengono mostrati come nemici.

Di fronte a tutti questi fatti, lo Stato e il dominio impongono un’apatia sociale generalizzata, l’individualizzazione, la guerra del “tutti contro tutti”, il cannibalismo sociale, la sottomissione e ruoli sociali prestabiliti. Attraverso la nostra azione quotidiana, noi “dal basso” dobbiamo creare delle comunità di lotta che promuovano i valori della resistenza, dell’auto-organizzazione e della solidarietà.

La nostra battaglia infatti non è nelle mani di “esperti” o lacchè dei boss. Attraverso assemblee, di quartiere o di piazza, di disoccupati, lavoratori, immigrati, studenti universitari e delle scuole secondarie, pensionati, dobbiamo connetterci e interagire attraverso l’auto-organizzazione, lo sviluppo di lotte sia nella forma che nel contesto.

Le nostre armi sono gli scioperi, le occupazioni, le manifestazioni. La negazione sociale dei pagamenti “dal basso”; perchè ci rifiutiamo di pagare la loro crisi cosi’ come ci rifiutiamo di pagare per diritti sociali che ci appartengono.

Resistenza, solidarietà e auto-organizzazione in tutto il mondo
Lotte comuni tra popolazione locale e immigrati
Solidarietà sociale e di classe contro la paura,
il razzismo e il cannibalismo sociale

Espellere i fascisti e il capitale

fonte: athens.indymedia.org
altre foto qui

Atene: Scacciamo la “spazzatura umana”

Qui’ evidenziamo alcuni dei più recenti attacchi contro le parti più vulnerabili della società greca. Questi sono solo alcuni dei casi che si verificano quotidianamente nella città di Atene, la culla della “cultura e della democrazia”, come la definiscono gli agenti di viaggio. Una guerra è stata dichiarata contro poveri, immigrati, tossicodipendenti e senzatetto ed ogni giorno si fa più acuta ed intensa. Gli apparati del comune, dei gruppi statali e parastatali, in collaborazione, applicano le loro misure repressive per mantenere le strade pulite dai “rifiuti umani”.

Martedì 8 Novembre, attorno alle 13.00, una squadra della polizia anti-sommossa (MAT), in collaborazione con le forze della polizia municipale di Atene, hanno attaccato decine di venditori ambulanti immigrati fuori la centrale Facoltà di Giurisprudenza (Nomiki). Le forze di repressione, sotto gli ordini del sindaco di Atene, Giorgios Kaminis (che è stato sostenuto come candidato dal PASOK, dalla Sinistra Democratica, dai Verdi Ecologisti e da altre forze politiche “progressiste”), hanno brutalmente picchiato gli immigrati che vendevano le loro merci in Akadimias strada. Alcuni studenti hanno allora lasciato la facoltà per protestare contro questo attacco omicida e ci sono stati piccoli scontri.

Striscione dei venditori ambulanti immigrati: NON VIVREMO COME ANIMALI DA CACCIARE

Quella stessa mattina una decina di fascisti ha attaccato la casa di un’uomo Siriano di mezza età a Neos Kosmos, non lontano dal centro di Atene. La banda fascista ha usato delle mazze per rompere le finestre della casa mentre gridava slogan razzisti contro i Curdi(!) minacciando che se non avessero lasciato il quartiere sarebbero tornati per bruciarli.

Giovedì 10 Novembre 2011, i membri dell’organizzazione neo-nazista Chrissi Avgi (Alba d’Oro) sono apparsi nel quartiere di Victoria, che dallo scorso Maggio è diventato teatro di violenza razziale contro gli immigrati, minacciando che avrebbero lanciato un’altro attacco il giorno seguente. La scusa che è stata data per questa intimidazione è stata quella che i proprietari di un caffè hanno avuto “l’audacia” di mettere insieme la bandiera greca e quella egiziana sulle loro vetrine.

Lo stesso giorno, verso le 09.25, un’operaio della nettezza urbana del comune di Atene ha aggredito un senzatetto ad Agisilaou strada n.20, nel centro della città. Come ha testimoniato un testimone oculare, l’operaio ha cominciato a spruzzare acqua da un tubo ad alta pressione contro un’uomo che dormiva dentro delle scatole di cartone. Quando la persona che ha subito l’attacco ha protestato contro questo atto inumano, l’operaio ha cominciato a urlargli maledizioni ed ha continuato a spruzzargli addosso l’acqua. Inoltre, questo lavoratore ha risposto contro la persona che ha riferito di questo attacco dicendogli: “se tu avessi dei sentimenti di umanità, porteresti quest’uomo (probabilmente ammalato di epatite) a casa tua e lo cureresti tu stesso”.

Siamo di fronte ad attacchi contro le fasce più deboli e non sono incidenti isolati, ma parte di un’operazione coordinata dai padroni e dai loro lacchè per imporre miseria e produrre morte. Nuove misure di austerità porteranno una repressione più diffusa. I fascisti al governo e le bande parastatali nelle strade faranno tutto il possibile per farci tacere e terrorizzarci. Per noi c’è solo la via di contrattaccare con qualsiasi mezzo.

SOLIDARIETÀ TRA GLI OPPRESSI
MORTE ALLO STATO E AI SUOI TIRAPIEDI

Nel video vedete un’attaco molto simile da parte
di un poliziotto bastardo nel 2010

“Noi non commemoriamo la resistenza con le parate, ma con le insurrezioni”

Il 26 e 27 Ottobre 2011 sono stati fatti degli interventi nelle scuole a Elliniko, Ano Glyfada e Argyroupoli (centri a sud di Atene, rinomati per il loro stampo capitalista). Gli studenti medi hanno scritto e distribuito il seguente testo contro le parate del 28 Ottobre:

Un-Due! Un-Due! Parate (o greggi) prove generali per l’esercito?

Siamo nati e cresciuti considerando le parati degli anniversari nazionali come qualcosa di scontato…COMUNQUE, le cose non stanno proprio cosi. Questo delirio nazionalista non è sempre stato fiorente. I piani del militarismo e del nazionalismo vengono fuori galla germania nazista di Hitler e dalla società fascista di Mussolini, e sono state innestate in Grecia dalla dittatura di Metaxa, mentre altri regimi totalitari (Corea del Nord, Unione Sovietica, Cuba) hanno anche stabilito delle parate al fine di modellare il morale e disciplinare gli studenti.

Le parate sono tradizionalmente contraddistinte da una forma compatta e un’apparenza uniforme (uniformi, andatura, e allineamento) e cercano di uniformare l’individualità, generando discriminazioni allo stesso tempo – ad esempio, i ragazzi marciano davanti alle ragazze, gli alti davanti ai bassi, e soprattutto gli studenti meritevoli dietro alla plebe. Infatti, solo i sei studenti del corpo d’elite di solito secondo la dossologia della chiesa ortodossa marciano sempre davanti, separati dal resto della “massa” studentesca.

La scuola, da parte sua, crea un clima di terrorismo verso gli studenti cosicché questi partecipino alle parate – visto che molti studenti ignorano che la propria partecipazione è opzionale, piuttosto che obbligatoria. Quindi, gli viene promesso, se partecipano, che le assenze verranno azzerate, o vengono minacciati, se non lo fanno. In casi estremi, la scuola minaccia gli studenti con sospensioni o espulsioni.

Ciò in definitiva indica che la scuola serve come strumento della preservazione dei metodi e delle pratiche fasciste, invece di focalizzare sulla soluzione dei problemi pratici degli studenti, come la mancanza di insegnanti e libri.

E’ ovvio che come anarchici stiamo dalla parte opposta rispetto a questa assurdità nazionalisti che difende un’istituzione che semina odio e guerra contro gli esseri umani in base a criteri nazionali e razziali.

Noi non commemoriamo la resistenza con le parate, ma con le insurrezioni.

Anarchici del sud

fonte
tradotto da Cenere

Nicosia, Cipro: Appello di solidarietà con gli immigrati in sciopero della fame

Da lunedì 24 ottobre, 52 (su 65 in totale del loro blocco) immigrati detenuti hanno cominciato uno sciopero della fame nel blocco 10 della prigione centrale. Il loro crimine: la loro residenza illegale a Cipro. Cosa chiedono: di fermare la violazione dei loro diritti primari da parte dello Stato.

Queste persone sono detenute per poter essere poi deportate, ma non sono criminali condannati. Al contrario il criminale in questo caso non può essere che lo Stato che in molti casi li detiene in carcere per un periodo maggiore dei 6 mesi che è il periodo massimo stabilito dalla direttiva 115/2008 (visto che non esiste una legge nazionale che definisce le eccezioni a questa direttiva nell’ articolo 15 paragrafo 6). Inoltre, in molti casi, non sono rispettate neanche le corrette procedure e la loro detenzione viene messa in atto senza una ordinanza di arresto.

Giovedì 20 ottobre, davanti alla propria cella nel blocco 10, un 46enne algerino ha tentato il suicidio con un rasoio. Il video del tentato suicidio è nelle mani della polizia. Quest’ uomo è sposato e padre di 2 bambini, aveva chiesto ripetutamente di ritornare nel suo Paese ma non gli è stato concesso. Per oltre 2 settimane ha rifiutato di accettare cibo e la sua disperazione ha spinto anche gli altri immigrati detenuti ad iniziare uno sciopero della fame.

Venerdì 28 ottobre, un altro detenuto ha tentato il suicidio facendo un cappio con le lenzuola ed è stato salvato all’ ultimo momento. Quest’ uomo, un siriano, è detenuto da oltre un anno e anche lui voleva ritornare al proprio Paese ma non lo deportano. Questo è un uomo che è stato detenuto per oltre un anno, violando ogni legge pertinente e non viene deportato e neppure rilasciato.

Il fatto che questa situazione ripugnante non riceve nessuna attenzione da parte dei mass media, rispecchia lo stato della nostra società che coscientemente permette di nascondere “sotto al tappeto” la questione dei residenti illegali. Lo Stato, che si sta preparando per la presidenza europea, viola i diritti umani con tutta la sua brutalità e i cittadini europeizzati rimangono indifferenti di fronte alla totale umiliazione della dignità umana, mentre sostengono la loro immagine di umanisti.

Diamo la più totale solidarietà con gli immigrati in sciopero della fame e con tutti quelli i cui diritti umani sono stati calpestati dai governi. Invitiamo tutti quelli che ancora hanno un briciolo di umanità a partecipare all’ assemblea per decidere le azioni da intraprendere, martedì (01/11) alle 18.00 sulla scalinata della scuola Faneromeni a Nicosia.

Persone in solidarietà con gli immigrati in sciopero della fame