Category Archives: Ecologia-Salute

11 giugno 2014 – Giornata internazionale di solidarietà con Marie Mason, Eric McDavid e tuttx i/le prigionierx anarchichx di lunga data

L’11 giugno si sta rapidamente avvicinando. Come rivitalizzazione della giornata di supporto per i/le prigionierx ecologistx, la Giornata Internazionale di Solidarietà con Marie Mason, Eric McDavid e i/le Prigionierx Anarchichx di Lunga Data ha visto negli ultimi 3 anni un’enorme diffusione del supporto e dell’amore per Marie ed Eric in tutti gli angoli del mondo.

Significativamente, oltre al fiorire del supporto sia materiale che immateriale, abbiamo visto la proliferazione di azioni di solidarietà in molti diversi contesti, che ha diffuso lo spirito e i contributi alle nostre lotte di chi lo Stato ha cercato di far sparire. La solidarietà coordinata internazionale ha cominciato a diffondersi, con informazioni sui/le prigionierx anarchichx di lunga data ed ecologisti, superando molte barriere geografiche e linguistiche.

Questi sforzi hanno avuto effetti molto tangibili sulle vite di Marie ed Eric (e moltx altrx). Le iniziative benefit li hanno aiutati a rimanere fedeli ai loro valori vegan, le persone care sono state in grado di far loro visita regolarmente nonostante le lunghe distanze, nuove generazioni di persone radicali in tutto il mondo li hanno raggiunti con la solidarietà. Insomma, l’11 giugno è stato molto efficace nell’aiutare a mantenere Marie, Eric e moltx altrx prigionierx anarchichx ed ecologisti di lunga data nei nostri cuori e nelle nostre menti, e mantenerli vivi nelle nostre lotte.

Ma questo processo del ricordare – del “mantenere vivi” – è una cosa infida.

Le nostre lotte e i nostri movimenti sono spesso colpiti da una mancanza di memoria, e da una mancanza di comprensione e connessione con il passato come modo di informare le nostre azioni nel presente. Questo è sia una conseguenza dell’alienazione tecnologica della nostra epoca che una conseguenza della repressione strategica da parte delle forze dello stato. Lo stato, al presente, ha la capacità di rapire i/le nostrx compagnx e seppellirlx vivx, di forzarlx a languire tra cemento e freddo acciaio per decenni o per sempre. Sono strappatx via dalle nostre comunità, dalle nostre vite. E al loro posto rimane un vuoto doloroso.

Lo stato, da parte sua, sta banchettando sulla veridicità del vecchio detto “il tempo guarisce tutte le ferite”; sperando che questo vuoto si stringerà e che “dimenticheremo”. Se mantenutx prigionierx per abbastanza tempo, così pensa lo stato, le azioni dei/le nostrx coraggiosx compagnx svaniranno nell’oblio della storia e noi fuori rimarremo senza la loro presenza costruttiva e appassionata nelle nostre lotte. Dobbiamo combattere contro questa tendenza repressiva; non dobbiamo mai dimenticare.

Negli ultimi anni abbiamo visto un netto incremento nelle azioni di difesa ecologica e di liberazione animale in tutto il mondo. In questa resistenza sempre maggiore è importante che riconosciamo le azioni e le lotte del passato, dei/le compagnx che oggi dobbiamo purtroppo chiamare “prigionierx anarchichx di lunga data”. La continuazione delle loro lotte – ricordarli in maniera attiva – dev’essere mantenuta viva.

A questo scopo, per l’11 giugno di quest’anno vogliamo fare una chiamata specifica. Mentre negli scorsi anni possiamo aver enfatizzato alcuni aspetti del supporto per i/le prigionierx di lunga data (per es. supporto materiale, la costruzione di legami internazionali, ecc.), quest’anno vogliamo che sia esplicito.

Come gruppo che organizza l’11 giugno, abbiamo spesso usato il termine “ricordo attivo” per descrivere un processo che sentiamo sia cruciale nel fare supporto ai/le prigionierx di lunga data. Ovvero, siamo arrivatx a vedere la necessità di non portare semplicemente avanti una serie di nomi da “onorare e ricordare”, ma di lavorare verso una modalità di supporto che lega le nostre relazioni con i/le prigionierx anarchichx ed ecologisti di lunga data all’azione nelle nostre/loro lotte in corso.

Marie ed Eric, essendo al centro dei nostri sforzi organizzativi per l’11 giugno, sono entrambi vegani convinti imprigionati per aver agito in diretta opposizione alla distruzione della terra. In uno sforzo di “ricordarli attivamente” e di coinvolgerli nel presente connettendoli a una continuazione della loro lotta, stiamo incoraggiando le persone a legare le loro iniziative dell’11 giugno alle lotte in corso ecologiste e di liberazione animale.

Questa chiamata non è proscrittiva in nessun modo; leggete quello che volete in queste parole e mettetelo in azione come voi e il vostro gruppo credete sia meglio. Ma ricordate, quella che stiamo chiedendo non è un’espressione ritualistica di solidarietà, una festa una volta l’anno in cui, per solo un istante, richiamiamo alla mente quellx catturatx dallo Stato. Piuttosto, la nostra è una chiamata a vivere la storia dei/le nostrx compagnx imprigionatx, a prendere i loro nomi, le loro azioni, e le loro lotte e restituirli al mondo che li imprigiona. La nostra è una chiamata all’azione.

In solidarietà con Marie e Eric, con tuttx i/le prigionierx anarchichx di lunga data; in difesa della terra; finchè ogni gabbia non sarà vuota!

June11.org

Mosca: Fronte di Liberazione della Terra FAI/FRI rivendica incendio di due escavatori

ELF vs tagliaboschi 2:0

Nella notte del 14 Febbraio 2014 ci siamo infiltrati, come ombre, nel campo dei tagliaboschi.

Erano le tre di notte, ma i lavoratori non dormivano ancora. Un escavatore stava lavorando, i lavoratori facevano su e giu nel campo e la guardia stava guardando la televisione e bevendo la sua birra. Secondo la nostra esperienza, questo era un grande campo con circa 5-6 baracche, un magazzino del legname con stanze, 2 auto, 3 escavatori e una livellatrice. Dopo esserci inoltrati, tra baracche e auto, abbiamo scelto due escavatori come obiettivi più rappresentativi della fauna locale. Dopo tutto come programmato. I loro motori a scoppio e le coperture sono stati coperti di stracci imbevuti di molta benzina. Dopo siamo andati via dal posto con successo, e ci siamo posizionati per goderci lo spettacolo per qualche minuto. Due nere colonne di fumo sono salite dai veicoli. Crediamo che il danno ammonti tra i 6 e gli 8 milioni di rubli.

Speriamo che questo sabotaggio interrompa temporaneamente lo sviluppo della cava di sabbia. Ci sono già altre cave abbandonate nella zona. Dalla nostra ultima esplorazione li, una grande porzione di foresta è andata distrutta, per far espandere le cave. La sabbia di questa zona viene esportata per essere venduta, dato che l’edilizia è un settore di profitto, che non ha tempo per piccole cose come la natura, l’aria fresca, ecc.

Buona fortuna a tutti quelli che sono in gioco. Pieghiamo le loro linee.

Mosca 2014, ELF/FAI/FRI (Fronte di Liberazione della Terra/Federazione Anarchica Informale/Fronte Rivoluzionario Internazionale)

Grecia: Solidarietà ai prigionieri del carcere di Koridallos, Atene

6/3/2014

Dal 17 Febbraio, 178 prigionieri nostri compagni nell'”ospedale” carcerario San Paolo fanno lo sciopero del vitto e stanno rifiutando la terapia fermaceutica. Alcuni hanno iniziato anche lo sciopero della fame.

I nostri compagni prigionieri con il loro annuncio di inizio della lotta hanno mostrato le condizioni da incubo in questo inferno che il ministero della giustizia abusivamente e con un eufemismo definisce ospedale.

Come scrivono loro stessi: “tutti noi soffriamo ogni sorta di malattia (pazienti sieropositivi, malati di cancro, o infortunati) sono stipati in stanze – STALLE – MAGAZZINI a dozzine, in una situazione senza precedenti per gli standard globali medici e umani e che da tempo hanno superato i limiti della logica e della tolleranza umana, comportando la nostra quotidiana tortura fisica e psicologica. Ogni giorno lottiamo per SOPRAVVIVERE ed evitiamo la trasmissione di pandemie a causa delle suddette malattie, ma sfortunatamente quando, in stanze di 30 metri quadri, vengono trattati 16-18 pazienza sembra uno scenario di fantascienza e annulla ogni concetto di cura elementare.”

Comunque, le immagini dell’inferno-“magazzino di anime” pubblicate in internet dimostrano l’accuratezza di quanto dicono i nostri compagni prigionieri e mostrano chiaramente quale è la verità.

Questa lotta riguarda ogni prigioniero visto che ognuno di noi potrebbe essere ricoverato durante lo sconto della pena.

Siamo solidali con la lotta dei nostri compagni prigionieri nell'”ospedale” San Paolo.

Ci riserviamo per reazioni più forti se le loro richieste non venissero accolte.

Testo firmato da:
219 prigionieri del 1° padiglione,
351 del 3° padiglione,
320 del 4° padiglione del carcere di Koridallos.

Solidarietà a tutti i prigionieri dell’ospedale di Koridallos.

fonti: athens indymedia, act for freedom now

Atene, Grecia: Striscione solidale con i detenuti ricoverati nell’ospedale del carcere di Koridallos

Dal 17 Febbraio 2014, circa 180 detenuti ricoverati nell’“ospedale” Aghios Pavlos nel carcere di Koridallos sono in sciopero, rifiutano vitto e medicazioni, per protestare contro le tremende condizioni.

Gli anarchici del quarto padiglione del carcere maschile di Koridallos hanno esposto uno striscione fuori dalle finestre delle “loro” celle, poste proprio davanti all’ospedale del carcere. Lo striscione recita: “Forza, ragazzi! Rompete la condizione indegna che state vivendo (A)”. I pazienti hanno visto lo striscione e l’hanno gradito molto.

Forza ai prigionieri in lotta nell’ospedale di Koridallos!

(1 Marzo 2014)

Berlino: Una tentata azione incendiaria

Nella notte del 10 Febbraio 2014 abbiamo fatto visita ad un parco nel sudest di Berlino dove, lungo il fiume, una compagna edilizia sta costruendo nuovi hotel di lusso.

Abbiamo provato a dar fuoco a parte dell’edificio, ma sfortunatamente il fuoco ha spento la miccia quando eravamo già andati via.

Per i bastardi: non ridete e festeggiate troppo presto, torneremo!

Fronte di Liberazione della Terra

Istanbul: Fronte di Liberazione della Terra FAI/FRI rivendica incendio di un escavatore

Abbiamo illuminato una scura e nera notte bruciando un palo d’acciaio, le fiamme sono state viste da lontano, e oltre al piacere che ciò ci ha dato, l’azione è stata fatta in nome dell’ecovandalismo – il cui nome non è mai stato sentito prima.

Giovedi 20 Febbraio 2014 a Poyraz, nella regione rurale della parte anatolica di Istanbul, abbiamo attaccato un escavatore lasciato al confine di un cantiere, e abbiamo imbrattato diversi luoghi intorno al sito con la firma “ELF-FAI/FRI”. Mentre questo distruttore della natura veniva neutralizzato con un semplice, munito di timer, dispositivo incendiario autocostruito, il messaggio che abbiamo voluto dare è chiaro: “Se lo costruite, noi lo bruceremo e distruggeremo!”.

Le nostre motivazioni per questa azione:

Vogliamo sottolineare che l’attacco definitivo alla dittatura, che si legittima conducendo progetti ecocidi come il “Terzo Ponte sul Bosforo” e il “Canale Istanbul”, non deve più concretizzarsi negli stereotipi liberali-pacifisti come le “campagne di sensibilizzazione” e i “processi giuridici”. Questo tipo di organizzazioni cercano solo di rallentare l’inevitabile, e intralciare la ragionevole eco-difesa contro la distruzione ecologica in corso. Cercando di avere una risposta positiva da parte del sistema giudiziario statale, che è in verità l’appaltatore degli ecocidi, essi aiutano a smontare la rabbia indirizzandola verso le elezioni o i social media.

La civilizzazione industriale capitalista si sta diffondendo con ponti e autostrade sulla Terra, sta avanzando dentro le foreste di cemento che costruisce, considerando la natura solo come risorsa, si sta diffondendo riducendo la natura selvaggia ogni giorno nel nome della mancanza di energia, e sta diventando dominante. Per questo motivo, agiamo contro una società che crede che costruire, sviluppare ed espandersi sia una virtù, rivendichiamo quindi la responsabilità di eliminare tutto ciò riguarda questo processo, e come parte di una lotta di liberazione totale globale scegliamo di farlo mettendo in pratica semplici metodi incendiari, sabotaggi e azione diretta.

Dedichiamo questa notte, nella quale abbiamo illuminato i castelli del dominio con le fiamme, ai compagni caduti, prigionieri e latitanti.

A Sebastián Oversluij Seguel, ucciso da un vigilantes mentre faceva una rapina in banca a Santiago, capitale del Cile, l’11 Dicembre 2013; a Alfonso Alvial e Hermes González, arrestati; a Tamara Sol Farías Vergara, arrestata e accusata di aver sparato ad un vigilantes il 21 Gennaio 2014 in Cile.

A Ali İsmail Korkmaz, Ethem Sarısülük, Abdullah Cömert, Medeni Yıldırım, Mehmet Ayvalıtaş e Ahmet Atakan, uccisi dallo stato turco, e a Berkin Elvan (un ragazzo di 16 anni), colpito alla testa da un lacrimogeno, in terapia intensiva dal 15 Giugno 2013, durante gli scontri di Gezi Park iniziati nell’estate 2013.

A Hans Niemeyer, prigioniero dal 30 Novembre 2011 e accusato di un attacco esplosivo contro una banca in Cile.

A tutti gli attivisti “No TAV”, nelle montagne del nordovest italiano da circa 20 anni, e a Nicco, Claudio, Chiara e Mattia, arrestati per la lotta contro l’alta velocità (TAV).

A Mónica Caballero e Francisco Solar, arrestati per un attacco incendiario alla cattedrale del Pilar a Saragoza, e a tutto il movimento d’azione diretta contro la Chiesa in Spagna.

A Fallon Poisson, Amelie Pelletier e Carlos López Marín, arrestati per un attacco al Ministero delle Comunicazioni e Trasporto e alla concessionaria Nissan in Messico il 5 Gennaio.

A Ilya Romanov, ferito da una granata esplosa tra le sue mani, e arrestato in quanto sospettato di aver attaccato dei poliziotti il 26 Ottobre 2013.

Agli anarchici prigionieri e ribelli per i casi della Cospirazione delle Cellule di Fuoco, Lotta Rivoluzionaria, Velventòs-Kozani in Grecia, e a tutti i prigionieri del mondo.

Ai ribelli, anarchici e black bloc che agiscono attivamente nelle esplosioni sociali (Egitto, Brasile, Ucraina, Bosnia e altre parti del mondo), e a chi urla gli slogan “Insurrezione, Sovversione, Anarchia”, lottando contro i poliziotti e attaccando le istituzioni sfruttatrici nelle strade di Istanbul, Izmir e Ankara.

All’eco-combattente Marco Camenisch, prigioniero in Svizzera da più di 21 anni.

Mandiamo la nostra solidarietà, amore e rabbia a tutte le cellule della Federazione Anarchica Informale che hanno organizzato attacchi informali e cospirazioni in tutto il mondo, al Fronte Rivoluzionario Internazionale, a ITS, a tutte le cellule del Progetto Fenice, a tutte le cellule ELF e ALF e a tutti i lupi solitari che camminano nell’oscurità della notte, a tutti i compagni, ribelli i cui nomi dimentichiamo mentre scriviamo queste righe.

ELF-FAI/FRI (Fronte di Liberazione della Terra-Federazione Anarchica Informale/Fronte Rivoluzionario Internazionale)

Stato spagnolo: Presidio per i detenuti in Salamanca

Presidio nel carcere di Salamanca il venerdì 28 febbraio 2014; atto nel contesto della chiamata per una settimana di azioni decentrate per i/le detenutx in lotta, scioperi della fame, e per i morti in prigione.

CONCENTRAZIONE VENERDÌ 28 FEBBRAIO ALLE 20.00 ORE
nella piazza del Liceo

Solidarietà con i/le detenutx in lotta
Contro i morti e le torture in prigione

Tre morti in due mesi

CARCERE=TORTURA=MORTE

Prigione di Koridallos, Atene: Testo collettivo sullo sciopero della fame e della sete di Dicembre 2013

Il seguente testo è una presentazione di ciò che è seguito dopo l’incidente e anche alcuni pensieri generali riguardo all’istituzione del carcere e a come ci rapportiamo ad esso in quanto anarchici. Il nostro desiderio era di farlo prima, ma il nostro trasferimento in un altro padiglione, il pestaggio di Yannis Naxakis da parte della CCF e altre questioni carcerarie lo hanno rallentato.

Il 13/12/2013 quando è stato chiuso il cortile abbiamo ridato alla guardia di persone Yannis Milonas una piccola parte della violenza che lui applica quotidianamente tenendo una chiave. Questa persona specifica aveva insistito col suo atteggiamento litigioso quando alcuni compagni lo avevano richiamato per dei commenti ironici fatti il giorno prima.

L’incidente è stato, per l’amministrazione, il motivo per rompere la nostra comunità che era diventata una spina costante per essa. In tempi recenti ci sono stati numerosi scontri che abbiamo cercato in vari modi e per motivi che riteniamo nodale per (sciopero della fame dei comunisti turchi, collocamento del filo spinato sopra i cortili) sabotare, in modo possibile, il funzionamento del carcere.

La prima mossa dell’amministrazione è stata trasferire cinque di noi nelle celle punitive, due nel 4° padiglione, uno nel 5° e i tre rimasti nel 1°. Le prime ore sono state acute e abbiamo capito subito le intenzioni dell’amministrazione di romperci e indebolirci. I compagni che si sono trovati nelle anguste celle punitive del 3° padiglione, in celle dove neanche un cane starebbe, hanno deciso di iniziare uno sciopero della fame e della sete per richiedere la riunione immediata della nostra comunità e cosi non c’è stato tempo per l’amministrazione di pianificare mosse successive.

La richiesta era di tornare tutti al 1° padiglione dato che li stavano la maggioranza dei compagni (oltre a quelli nelle celle punitive), le persone con cui abbiamo relazioni amichevoli e anche le nostre cose. Inoltre venne proposto il 1° padiglione per assicurarci contro un possibile nostro trasferimento in un padiglione di isolamento. La condizione complicata che si è creata ha mostrato che sarebbe stato più saggio non proporre questo padiglione specifico ma uno qualsiasi. Spiegheremo perché. Continue reading Prigione di Koridallos, Atene: Testo collettivo sullo sciopero della fame e della sete di Dicembre 2013

Inghilterra: Cellula FAI rivendica attacco contro base della marina reale

11 Febbraio 2014, base della riserva della marina militare del Regno Unito (Royal Marines Reserve) a Clifton, Bristol.

La propaganda militare dipinge le forze armate come protettori “del popolo”. Fin dalla prima civilizzazione ciò è stato usato per giustificare la conquista e l’occupazione di territori a vantaggio della classe dominante, sacrificando i propri lacché per costruire imperi grandi o piccoli.

Si aspettano che crediamo (o che comunque agiamo come se ci credessimo) che ciò che è negli interessi degli politici, generali e economisti è davvero nel nostro interesse.

Ma non ci facciamo prendere in giro. Stamattina il fumo si è alzato sopra Clifton dai due furgoni e da un grande mezzo di trasporto personale bianco che abbiamo incendiato con esche rudimentali dopo essere entrati nel campo del distaccamento della Royal Marines Reserve di Bristol, che è impegnata in Iraq e Afghanistan. È disgustoso come questi commando part-time pensino di poter operare qui impunemente mentre altrove i loro colleghi uccidono, violentano e terrorizzano. Alexander Blackman – il marine britannico omicida scoperto recentemente per le sue azioni in Afghanistan – è solo un esempio della loro sistematica e ampia brutalità, e non la pietosa aberrazione tramite la quale viene descritto. Inoltre, ovunque ci sono militari essi sono il simbolo del dominio statale che rinforzano. Forse per chi ha a che fare con questo campo il simbolo adesso è stato un pò scosso. Per gli ingranaggi della macchina da guerra questi colpi guerriglieri oltre le linee restano una minaccia costante.

Li vediamo reclutare nelle città, collegi e agenzia di reclutamento, attirare sfruttati e classi marginalizzate con denaro sporco di sangue, patriottismo idiota e la promessa di un avventura che rimpiazzi la miseria, con campi d’addestramento macho o sale di controllo per controllo remoto di tecnologie omicide simili a videogiochi. Nonostante i tagli la Gran Bretagna ha il quarto budget militare più grande nel mondo visto che gestisce un operato imperiale di genocidio e schiavitù. Oggi gli eserciti occidentali sono flessibili per le guerre democratiche-espansioniste, interventi di “peacekeeping” per facilitare la nuova epoca coloniale della globalizzazione delle corporation, la controinsurrezione, le manovre geopolitiche e il controllo delle risorse, o si preparano per operazioni di polizia interna e crumiraggio. I loro fini sono i soliti di sempre, come in Afghanistan, Mali o Libia – i potenti mentono, i poveri muoiono, il capitalismo guadagna.

La guerra è una caratteristica permanente del sistema globale, foraggiato in una scala prima impensabile dalle nuove tecnologie e dall’organizzazione sociale di massa, ed è necessario per i potenti sia per il controllo sociale che per il benessere economico. La guerra del terrore, guerra della droga, guerra del petrolio, prima o poi la guerra per l’acqua potabile – questo è il corteo funebre della civilizzazione industriale. La schiavitù della “pace” ingabbiata nella Gran Bretagna “post-industriale” è davvero solo una sottile patina di ghiaccio che copre lo sfruttamento dei vari conflitti all’estero per terre, minerali e lavoro. Ampliando le fratture ci troviamo in questa situazione, situiamo i nostri attacchi in una ricca tradizione di rivolte e insubordinazione. La guerra sociale, che è tra noi e ogni coercizione e lo sfruttamento della terra, è l’unica guerra che accettiamo e conduciamo. Abbiamo il fine di sottolineare le chiare opportunità per lasciare la passività in un ordine sociale fondato sulla nostra collaborazione con ciò che ci reprime. Possiamo rivoltarci con ogni mezzo disponibile per la possibilità di una vita libera dall’autorità, individualmente o con chi ci sta vicino, sopraffacendo chi costantemente stravolge le nostre menti, le nostre relazioni e l’ambiente. Il sistema – che include l’aspetto militare e altro – cerca di trasformare ciò che amiamo in un regime di obbedienza, alienazione e comodità prive di vita. Per questo motivo devono allearsi con l’intolleranza e l’ostilità ovunque si trovano. Dovrebbero aspettarci.

Contro i giochi di potere dell’elite globale – solidarietà internazionale!
Contro la pace militarizzata della regina – guerra sociale!

Gruppo di Ammutinamento della Federazione Anarchica Informale (FAI)

NB.: Questo è il modo che conosciamo per onorare la tragica breve vita del nostro compagno Darko Mathers. In “questo mondo che dobbiamo lasciare”, Darko è scappato presto. Desideriamo solo che ci aspetti cosi un giorno potremmo ballare insieme sulle rovine. Lo teniamo vicino non per un minuto di silenzio ma per una vita di combattimento. Ancora una volte, le parole di Bruno Filippi:

“Per questo anime in pena del mondo, io vi chiamo a raccolta.
Il vessillo è già al vento.
È nero: lutto vuol dire. Avanti dunque, forsennati Prometei. L’urlo della vendetta è una musica dolce e cara.”

La controparte delle nostre forze di sicurezza in Russia si stanno riunendo per le Olimpiadi Invernali. Ricordando l’enorme spettacolo di truppe e guardie per i Giochi di Londra e tenendo sempre a mente che l’evento comporta sempre repressione militare tra le altre atrocità, il nostro incendio dimostra che la fiamma anti-olimpica continua a bruciare. Con forza nei nostri pensieri mentre andavamo in azione c’era Ilya Romanov che è rimasto ferito ad Ottobre 2013 in Russia e ora è di nuovo prigioniero dei fottuti sbirri.

Il nostro pieno supporto va agli indomiti Mónica Caballero e Francisco Solar in attesa di processo per l’azione diretta a Saragoza (Spagna) – nessuna ritirata, nessuna resa. Infine questo attacco da il benvenuto all’esplosione anarchica del black-bloc in Brasile e alle cellule incendiarie internazionaliste (tra le quali la FAI), e un saluto di cuore al Gruppo di Azione Diretta Internazionale–GADI in Francia, e ai prigionieri che lo scorso mese si sono ribellati nel carcere di Sua Maestà di Oakwood qui, in Inghiltterra, meravigliosi nella loro rivolta. Avanti, più fuoco allo stato, agli eserciti, alle scuole, alle chiese, alle burocrazie, alle carceri e alla civilizzazione che li crea.

USA: Brian Vaillancourt condannato a 9 anni di carcere

Brian Vaillancourt, attivista per i diritti animali di lungo corso e vegano, è stato arrestato il 9 Febbraio 2013 per un presunto tentato incendio di un macello noto come McDonald’s a Chicago.

Dopo aver scontato un anno di pena al Cook County, ha accettato un patteggiamento non cooperativo. Il 3 Febbraio 2014 è stato trasferito al carcere di Stateville, per scontare i 9 anni di condanna.

Quando venne arrestato fu accusato di incendio aggravato, uno dei reati più seri in Illinois. Visto che Brian non si è potuto permettere un avvocato di fiducia, na ha avuto uno d’ufficio che non aveva le competenze adatte per rappresentarlo. Cosi, alla fine ha accettato un patteggiamento a 9 anni temendo che andando a processo con l’avvocato d’ufficio avrebbe rischiato una condanna fino a 30 anni.

Brian ha meno di 30 giorni per ricorrere in appello. “Earth First!” sta cercando di raccogliere denaro per dargli un avvocato di fiducia. Il sito di supporto è http://www.gofundme.com/6s3pvg

Brian Vaillancourt
#M42889, Stateville Correctional Center, P.O. Box 112, Joliet, Illinois 60434, USA

Bielorussia: Cellula FAI rivendica incendio di un escavatore

Nella notte di capodanno ci siamo uniti ai festeggiamenti bruciando simboli dell’oppressione. Un escavatore è stato bruciato in una delle cave attive nel distretto di Krasnoselsky. Dieci litri di benzina e molti stracci sono stati usati per l’azione dato che il bersaglio era grosso, delle dimensioni di una baita. Le guardie avevano invitato una prostituta (questo è accaduto davanti ai nostri sguardi sorpresi). Cosi dopo una mezzora che socializzavano, abbiamo illuminato la notte di passione e gioia con fiamme che bruciano un veicolo.

Felice crisi e buona nuova paura ai borghesi!

Amici della Libertà, FAI-FRI

Roma: Azione in solidarietà con i/le compagnx arrestatx il 9 decembre

Roma. Alle 5.15 di mercoledi 29 gennaio una catena con due mattoni è finita sui cavi della corrente della linea AV in un tratto urbano in solidarietà con i compagni e la compagna arrestati il 9 dicembre scorso, ai quali sono stati bloccati i colloqui. Contemporaneamente è stato attaccato uno striscione sul cavalcavia con scritto:

NO TAV LIBERI/E
TUTTI/E LIBERI/E
TERRORISTA è LO STATO

Stati Uniti d’America: Rebecca Rubin condannata a 5 anni

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Dopo essersi consegnata nel 2012 a seguito di 7 anni in clandestinità, accettando la condanna nello scorso Ottobre, questa settimana Rebecca Rubin è stata condannata a 5 anni di carcere federale. La condanna è minore dei 7 anni e mezzo che il governo aveva chiesto.

Per i media, gli attacchi incendiari a lei attribuiti hanno messo in ombra le due azioni che ha rivendicato di liberazioni di cavalli selvaggi dai recinti BLM, dove i cavalli erano messi all’asta per il macello.

Rebecca è stata condannata per quattro azioni di ALF e ELF:

– Liberazione di 400 cavalli selvaggi da un recinto in Oregon e incendio della proprietà (1998)
– Aver portato della benzina in un resort di montagna in costruzione a Vail, Colorado, usata poi per appiccare il fuoco che ha distrutto il complesso sciistico (1998)
– Avert portato dispositivi incendiari a Medford, Oregon, presso l’ufficio delle US Forest Industries, usati poi per appiccare il fuoco (1998)
– Liberazioni di cavalli selvaggi da una struttura BLM in California e incendio di un fienile

“Gli animali e il mondo naturale sono sempre stati per me una fonte di profonda gioia, meraviglia e conforto, e il loro maltrattamento e annientamento una fonte di infinito dolore. Cercando di spiegare – e non scusare – le mie azioni, ho raggiunto un punto intorno ai venti anni dove non ho potuto più contenere o indirizzare appropriatamente il dispiacere, la disperazione e l’impotenza che sentivo verso il maltrattamento subito dagli animali e dal mondo naturale.”

Inoltre lei sarà in libertà vigilata dopo aver lasciato il carcere, e dovrà pagare mensilmente una quota per restituire danni per un totale di circa 13 milioni di dollari.

Durante la sentenza, il giudice ha anche chiesto alla Rubin di leggere l’ultimo libro di Malcom Gladwell, Davide e Golia, che le potrebbe insegnare i mezzi “non violenti” di protesta.

fonte

Roma: Blocco stradale in solidarietà ai 4 compagni arrestati il 9 dicembre

In solidarietà con i compagni arrestati il 9 dicembre 2013 per alcune azioni contro l’alta velocità, lunedì 27 Gennaio, verso sera, un gruppo di una ventina di anarchici ha interrotto il traffico sulla tangenziale est nei pressi della nuova stazione Tiburtina, che presto sarà dedicata ai T.A.V.

Rallentando il traffico con fumogeni e torce in una strada a percorrenza veloce abbiamo messo in mezzo alla strada dei cassonetti legati tra loro con un filo d’acciaio al quale è stato legato uno striscione in solidarietà e contro le condizioni di isolamento in cui si trovano ora i prigionieri rivoluzionari. I cassonetti infine hanno preso fuoco!

Un saluto a tutti i prigionieri rivoluzionari!
Libertà per tutti!
Terrorista è lo stato!

Stati Uniti d’America: Kevin Olliff condannato a 2 anni e mezzo

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Martedì, Kevin Olliff ha accettato di patteggiare la pena ed è stato condannato a 2 anni e mezzo. L’unica prova a sua carico è stata il possesso di strumenti che per l’accusa erano pronti per essere usati per “danneggiare” un allevamento di volpi.

Con i benefici per la pena scontata, e quelli relativi al Illinois, Kevin dovrebbe essere rilasciato tra 10 mesi.

Questa è una condanna significativamente più pesante rispetto a quella ricevuta dal coimputato Tyler Lang, che è uscito a Novembre. Si è detto che i trascorsi di Kevin con i suoi arresti per la militanza animalista lo abbiano reso un bersaglio per l’accusa, traducendosi con una condanna più lunga (Kevin ha scontato in California per delle accuse di “stalking” riguardo al suo ruolo nella vittoriosa compagna contro POM Wonderful).

La storia

Tyler Lang e Kevin Oliff sono due attivisti animalisti di Los Angeles che sono stati arrestati in Illinois in Agosto per “possesso di strumenti per vandalismo”. Dopo un primo momento dove si sono rifiutati di far effettuare la perquisizione dalla polizia, la loro automobile è stata comunque perquisita. Dentro, la polizia ha trovato cesoie, acido muriatico, maschere da sciatori, tronchesi, abbigliamento mimetico. Secondo l’accusa tali strumenti erano utili per colpire un vicino allevamento per pellicce.

Un caso che parte dal generico vandalismo e finisce nella liberazione animale

Questo caso ha avuto numerose svolte, incluso l’accusa che ha sostenuto di avere immagini di sorveglianza di un attacco ad un allevamento di visoni in Illinois avvenuto la notte prima del suo arresto (insieme a Tyler Lang).

Mentre è stato chiaro dall’inizio che l’accusa stava usando le loro storie di attivisti animalisti contro Tyler e Kevin, solo alla fine ciò è stato esplicito.

Prima, l’accusa ha detto di usare Morris, la liberazione di visoni in Illinois (avvenuta la notte prima dell’arresto) per costruire un caso circostanziale e sostenere che Kevin Olliff volesse usare gli strumenti trovati in auto per colpire un allevamento per pellicce.

Dopo, l’accusa ha citato uno specifico allevamento che credeva fosse l’obiettivo di Kevin e Tyler la notte del loro arresto.

Alla fine, il governo è stato esplicito: Hanno voluto processare Kevin e Tyler per l’aver cospirato in piena regola di attaccare un allevamento.

Governo alla disperata ricerca di un arresto

Negli ultimi 6 mesi del 2013 10 allevamenti sono stati attaccati e nessuno è stato arrestato. È chiaro che il governo ha avuto un particolare interesse per Kevin e Tyler in assenza di poter arrestare membri del ALF. Nonostante quasi tutti gli attacchi siano avvenuti dopo il loro arresto, il governo è sembrato voler rochestrare qualcosa di simbolico (arrestando
attivisti animalisti di notte nel Midwest) contro gli attuali successi del Fronte di Liberazione Animale.

Trasporto in carcere

Kevin è stato trasferito dal tribunale di Woodford quasi subito dopo la sentenza, e trasferito in una struttura a Joliet. Dovrebbe star li un mese, prima di essere portato in una vera prigione. Durante il prossimo mese, avrà limitazioni sulle telefonate, potrà ricevere (ma non inviare) mail. Il suo nuovo indirizzo verrà postato appena possibile.

Cosa si può fare

Questo risultato, anche se non ideale, non sarebbe stato possibile senza le manovre legali del team legale di Kevin, un gruppo di duramente impegniati avvocati attivisti da Chicago (ed un avvocato dal Woodford County). Il fondo di sostegno di Kevin è ancora in rosso dalle sconfinanti spese legali, e diverse migliaia di dollari sono ancora necessari per pagare gli avvocati. Considerate di organizzare una raccolta di fondi per Kevin, o donare direttamente alla sua difesa legale.

Per donazioni qui.

Controllate il sito del supporto Kevin & Tyler per aggiornamenti frequenti, per donare, e per tutte le ultime novità.

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Stato spagnolo: La solidarietà con Gamonal si fa sentire in Donosti

ScreenShot0094La concentrazione è iniziata alle ore 20, circa 300 persone si sono radunate gridando slogan in sostegno del quartiere di Gamonal in Burgos [Spagna centrale], tra il rumore prodotto dai petardoni che sono stati lanciati. Dopo circa 20-25 minuti, la manifestazione è iniziata, uno striscione portato da giovanx incappucciatx è partito verso le principale strade della città, un altro striscione partecipante nella concentrazione non si è mosso rimanendo nel Boulevard di Donostia.

Il corteo si è svolto in un ambiente combattivo, diversi slogan si potevano sentire in basco e castigliano insieme al rumore dei petardoni, “Tuttx siamo Gamonal”, “Libertà a Gamonal”, “Gamonal in lotta”, “A- anti-anticapitalista”, “Nessun passo indietro contro il terrorismo del capitale “, tra molti altri, come quelli che chiedevano la liberazione dei detenuti. All’altezza della via Hernani una succursale del banco BBVA è stata attaccata ed è stata spaccata la finestra, ciò ha causato una piccola fuga precipitosa della parte posteriore della manifestazione verso i marciapiedi e poi una piccola discussione tra i manifestanti, senza importanza, il corteo ha continuato il suo corso con tutte le persone insieme. Dopo qualche minuto si sono presentati due furgoni di sbirri che finora non si erano visti, almeno non in divisa, dal quel momento hanno seguito tutto il corteo insieme alla manifestazione, senza “abbandonarci”, sono stati accolti al grido di “Cani guardiani dell’ordine e la legge, assassini stipendiati. Abuso di potere” [vecchio pezzo da una canzone punk degli anni ’80]. Passando anche accanto ad un furgone della polizia si è gridato “Si può. Sì, si può, con pietre e picchetti i maiali retrocedono”.

Quando si lasciava indietro l’Avenida della Libertà le prime linee della manifestazione si sono arrestate ed è stato rovesciato un contenitore sulla strada, non siamo stati molto tempo tagliando il traffico giacche le persone che stavano al fondo del corteo erano quelle che si trovavano più vicine ai furgoni della polizia che ci seguivano, quindi si è esortato a continuare il corteo e tornare di nuovo al Boulevard, anche in questo punto si è creata un piccola lite fra i manifestanti per il contenitore rovesciato.

Già nel Boulevard si è fatto una breve assemblea di circa 100 persone, megafono in mano, e un po’ tesa e caotica. Alcuni incoraggiavano a “fare qualcosa di più”, una ragazza ha ricordato che 8 donne sono state uccise (dai loro familiari) e non si aveva fatto nessuna manifestazione, un’altra donna ha approfittato dell’opportunità per mettere la notizia delle marce convocate a Madrid Per il 22 marzo, altri interventi sono stati intorno alla violenza-non violenza, altri con l’intenzione di proseguire la protesta il sabato/domenica, o tentare di dare una continuità il fine settimana successivo. Non ci sono stati arrestatx ni identificazioni.

Da qui, un saluto a tutti coloro che abbiano attivamente solidarizzato con il quartiere Gamonal di Burgos, in particolare con quelli/e detenuti/e in tutto lo Stato spagnolo e a quelli/e che lottano lasciando di lato la paura, l’esclusività delle vie democratiche e legalistiche. Così come denunciare il silenzio dei giornali “dell’area” e dei blogs e le pagine web “alternative” che hanno tentato di silenziare e hanno trascurato, lo poco però interessante accaduto a Donostia il venerdì.

Aupa Gamonal! Kalea gurea da! Borroka da erantzuna, anarkia irtenbidea!
Aupa Gamonal! La strada è nostra! La lotta è la risposta, l’anarchia è la soluzione!

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Atene, Grecia: Testo di dieci anarchici detenuti nella quarta sezione del carcere di Koridallos

In seguito ai recenti fatti avvenuti a Koridallos, crediamo sia necessario chiarire alcune questioni. Pensiamo sia importante non condannare o isolare politicamente la CCF nel suo insieme (ci riferiamo qui solo alle cellule dei prigionieri, dato che altre cellule firmano azioni compiute all’estero con la stessa sigla, e probabilmente non sono al corrente né sono responsabili delle azioni compiute da qualcun altro); meno che mai pensiamo che non si debba parlare di questi fatti per via dell’orientamento teorico della CCF. Condannare un’intera tensione anarchica per delle azioni e scelte che riguardano solo una parte di essa rappresenta la peggiore forma di politica. Che si tratti di anarco-sindacalisti o anarco-nichilisti, la critica dev’essere indipendente. Ciò di cui vogliamo parlare riguarda il comportamento autoritario che esiste all’interno del movimento anarchico, comportamento che spesso si esprime attraverso violenza fisica/verbale. Consideriamo la violenza una parte inseparabile della vita e dell’azione politica quando essa è diretta contro lo stato, il capitale e l’autorità; ma la consideriamo improduttiva, dannosa e auto-distruttiva quando viene usata come mezzo di mediazione nelle relazioni tra anarchici. Infatti l’obiettivo oggettivo della violenza è l’imposizione e l’instaurazione, nel modo peggiore possibile, di relazioni autoritarie tra persone che si suppone siano ostili a tutto questo. Gli unici risultati che tale uso della violenza ottiene sono trinceramento di posizioni, la distruzione della dialettica e l’annullamento pratico della nostra proposta anarchica.

Naturalmente tutto questo non è partenogenesi. Inoltre, un’inclinazione naturale all’autorità e all’imposizione esiste in tutti noi, così come esistono passione per la libertà e desiderio di uguaglianza nelle relazioni tra compagni. Spesso questa inclinazione sorge spontanea quale espressione di istinti contraddittori e si esplicita con o senza pretesti morali o politici, ma solitamente a causa di ovvie ragioni. Non è il caso qui di parlare della violenza manifestata per motivi personali all’interno di relazioni interpersonali, diremo solo che evitare tali metodi autoritari è una questione di coscienza e coerenza di valori.

Parleremo invece dell’uso della violenza come strumento di imposizione politica che, quando non diretto contro gli autoritari ma contro gli anarchici, distrugge letteralmente il significato della nostra visione anarchica: se, per esempio, l’uso della violenza viene esercitato durante una manifestazione contro compagni che scelgono una strategia di scontro con gli sbirri quando altri hanno una strategia diversa; oppure quando tale uso concerne una critica che qualcuno considera insultante o diffamatoria. Nel primo caso l’unica soluzione possibile è la sintesi di strategie diverse, e se questa non è possibile a causa di differenze di organizzazione, la soluzione è la creazione di traiettorie di lotta diverse. Nel secondo caso, le analisi abbondano. E’ luogo comune che una realtà qualsiasi viene vissuta diversamente da ciascuno in quanto le verità soggettive di ciascun compagno differiscono. Perciò, quando qualcuno muove una critica, è molto probabile che la persona oggetto di critica si senta calunniata. Il limite tra critica e diffamazione è molto sottile. L’unico modo di ripristinare la verità soggettiva della persona oggetto di critica è la parola. Nessuna imposizione violenta indica chi dice la verità, tale imposiziome indica solo chi ha più forza (fisica, organizzativa o armata). Continue reading Atene, Grecia: Testo di dieci anarchici detenuti nella quarta sezione del carcere di Koridallos

Stati Uniti d’America: FBI spicca mandati di perquisizioni in relazione ad attacchi ALF e ELF

animalliberation22-300x238Quando azioni anonime hanno fatto chiudere un allevamento di visoni in Colorado lo scorso mese, non era una sorpresa che nessuno fosse stato catturato. In più di 30 anni di azioni del Fronte di Liberazione Animale, ci sono stati meno di 40 arresti per circa 1500 azioni.

Ciò non significa che FBI non si impegni. Due settimane fa, FBI ha perquisito un’abitazione a San Diego in cerca di prove relative all’attacco in Colorado. Diffondo di seguito il mandato, cosi come un altro relativo alla perquisizione di un veicolo nella Bay Area.

Alcune note sui mandati:

Ci sono due mandati: il primo è per una abitazione a San Diego. Il secondo per un veicolo e un “mandato per collocare un dispositivo tracciante” a San Diego. Presumibilmente il “mandato per collocare un dispositivo tracciante” si riferisce al piazzare un dispositivo tracciante sul veicolo.

Specificamente hanno cercato prove di Animal Enterprise Terrorism. Mentre sembrerebbe si stiano concentrando su Craig, l’allevamento di visoni attacco in Colorado, cercano prove per ogni crimine commesso tra “Luglio e Novembre 2013”. Un periodo dove ci sono stati 10 liberazioni di visoni in tutta la nazione. Hanno cercato una serie oggetti della cassetta degli attrezzi del Fronte di Liberazione Animale, inclusi tronchesi, cesoie e guanti. Ma anche documenti riguardanti allevamenti di animali da pelliccia e indirizzi di compagnie che usano animali. Il secondo mandato specifica che sono stati rubati alcuni oggetti dall’allevamento in Colorado, soprattutto armi. Non solo un furto in casa sarebbe lontano dagli standard del protocollo del Fronte di Liberazione Animale, inoltre spesso gli allevatori sono soliti ingigantire le perdite dopo intrusioni del ALF (presumibilmente per vantaggi assicurativi).

fonte : animal liberation frontline

Mosca: Cellula ELF-FRI rivendica incendio di escavatore e bulldozer

Nella notte tra 31 Dicembre e 1 Gennaio sono stati incendiati due mezzi nel cantiere vicino la foresta, all’incrocio tra Ring Road e Kaluga. La sicurezza ovviamente non si aspettava la nostra visita in questa notte, così abbiamo tranquillamente bruciato i loro veicoli. Cogliendo il momento giusto, abbiamo usato molti stracci e due contenitori di benzina. Nessuno è rimasto ferito, tranne ovviamente gli interessi del proprietario.

Vogliamo dedicare il nostro attacco agli anarchici prigionieri in Bielorussia. Ragazzi, non vi dimentichiamo. Chiediamo ai membri della CroceNera locale di trasmettere le notizie e le parole di sostegno ai nostri amici e compagni. Speriamo che questo porti un po di luce e calore nelle vostre giornate grigie.

Per quanto riguarda le nostre attività, nella difesa dell’ambiente, non abbiamo intenzione di lasciare il nostro percorso e cambiare il nostro metodo di lotta. A differenza del signor Chirikov, non stando nella comoda posizione dell’amministrazione, possiamo permetterci di fare tutto ciò che crediamo necessario. Non accettiamo piagnistei, come “la violenza è una brutta cosa, non si può dar fuoco ai veicoli, dobbiamo raccogliere firme e farci ascoltare a livello federale…”. Questo dicono i fantocci che hanno paura di lasciare la comodità di un posto in ufficio. Dare a chiunque il diritto di usare violenza a proprio svantaggio, significa automaticamente alzare la bandiera bianca. Basta solo pensare alle loro parole: questa violenza, questo machismo, è illegale, ecc. Elemosinando il permesso di protestare, stai vendendo te stesso. Possono esistere solo forme incontrollate di resistenza in forma libera. Protestare sotto l’egida delle organizzazioni liberali condanna al fallimento. Non sprecate la vostra forza, restate liberi, selvaggi, per la miseria!

ELF-FRI – Mosca 2014

Stati Uniti d’America: Una visione del futuro – Dove tutti i Roberto Adinolfi camminano con le stampelle

Tornando al Maggio 2012, Roberto Adinolfi era a capo di Ansaldo Nucleare, che costruisce centrali nucleari in tutta l’Europa, inclusa una a Kroko, Slovenia, e Cernadova, Romania. Adinolfi ha potere, soldi, prestigio e influenza. Per lui, le sofferenze e le morti a Fukushima, Giappone, non sono state neanche lontanamente vicine quanto l’ufficio con il climatizzatore o la sua lussuosa casa a Genova o i suoi abiti costosi.

Alcune volte, devi rompere qualche uovo per fare una frittata. E inoltre, ancora nessuna delle sue trappole mortali si è sciolta.

Ancora. Parola chiave. Ancora.

Roberto Adinolfi col suo potere, denaro, prestigio e influenza non ha neanche notato il mezzo che lo seguiva davanti casa. Ha creduto con arroganza che avrebbe fatto un’intera carriera guadagnando denaro a palate facendo rotolare il dado radioattivo e scommettendo milioni di vite altrui, e che mai avrebbe dovuto rispondere a nessuno, in ogni caso.

Cosi la mattina del 7 Maggio, Adinolfi è uscito dalla sua lussuosa abitazione a Genova e si è diretto verso il suo ampio ufficio con l’aria condizionata – quando un proiettile anarchico lo ha azzoppato. Ha perso sangue ed ha urlato.

Il suo vestito costoso si era rovinato.

Alfredo Cospito e Nicola Gai si sono assunti questo servizio pubblico umanitario di consegnare un chiaro messaggio ad Adinolfi da parte di milioni di future vittime del suo olocausto nucleare. Non hanno ricevuto premi o encomi, ma rispettivamente 10 anni e 8 mesi e 9 anni e 4 mesi.

Risulta chiaro che il governo italiano reputa più importante il vestito macchiato di Adinolfi rispetto alle milioni di vite che tremano all’ombra dell’incubo nucleare. Data la lunga esperienza di delusi gerarchi, questo probabilmente non suonerà strano.

I comunicati ispiranti e decisi di Alfredo Cospito e di Nicola Gai si trovano, in inglese, su Act For Freedom Now.

Il 30 Ottobre, quando Cospito ha cercato di leggere il proprio comunicato in aula, i giudici lo hanno interrotto e poi mediante l’intervento della polizia hanno espulso i due anarchici dall’aula.

Vedendo tutti i resoconti, l’indirizzo di casa dei giudici è ancora sconosciuto. Il giudice non sembra camminare con una stampella.

I pubblici ministeri Nicola Piacente e Silvio Franz, che hanno arringato a lungo e ottenuto un milione di euro come danni (da pagare senza dubbio per il vestito di Adinolfi) camminano con spensieratezza e passo simmetrico. Questi funzionari chiaramente non hanno ancora ricevuto un proiettile nelle ginocchia.

Ancora. Parola chiave. Ancora.

Oltre alla reale, penetrante, ferita giustizia che è piuttosto ovvia, c’è anche una sorta di giustizia poetica in tutto ciò. Non solo il povero e l’impotente che si svegliano spaventati ogni giorno – non più. Cosi come la gente che teme di sentire la sirena dalla vicina centrale, i funzionari in Italia adesso trattengono il respiro quando escono dalle loro case e si dirigono a commettere la loro quota giornaliera di atrocità mondane.

Quando le auto gli sgommano vicino, loro si pisciano un po addosso, e accelerano, rovesciando il caffè. In quel momento di panico e terrore, intravedono un frammento del futuro, una visione, dove i dirigenti aziendali e i legislatori, banchieri e magnati del petrolio, vertici militari e capi di stato, zoppicano su e giu per i marciapiedi appoggiandosi ai bastoni o incespicando con le stampelle, sorridono e annuiscono gli uni con gli altri mentre passano, ma con sorrisi terribili e occhi spiritati.

Credo che questo momento gli sembri molto reale, e rabbrividiscono quando contemplano tutti questi spari ben mirati, espressamente non letali … perché i tiratori li vogliono vivi.

Se li uccidi, non capiranno nulla.

Ci sono parcheggi in tutti il mondo, dove tanti miseri e infami Adinolfi passano per andare a casa dopo una giornata di lavoro passata ad uccidere il futuro. Parlano ai loro cellulari con le loro mogli mentre mandano messaggi alle amanti e pianificano le fosse comuni che orchestreranno l’indomani.

Non fanno mai caso alle auto alle loro spalle. Non sospendono mai nulla.

Quanti Alfredo Cospito e Nicola Gai potrebbero esserci?

Quanti davvero.

Sean Swain 243205
Ohio State Penitentiary
878 Coitsville-Hubbard Road
Youngstown, Ohio 44505, USA

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Prigione di Koridallos, Atene: Lettera di Stefanos Amilitos in riguardo al suo pestaggio il 3 Gennaio

Molto è stato detto e scritto negli ultimi giorni. Pertanto, credo necessario chiarire alcune cose e dire che io sto bene, fisicamente e psicologicamente.

Nel mio lungo corso, nel quale sono stato arrestato venti anni fa nella rivolta del Politecnico di Atene nel 1995, ho incontrato molti compagni, membri della Resistenza e della Lotta. In questo corso sono stato in disaccordo con tanta gente, ma sempre faccia a faccia. Mai dietro le spalle e attraverso “rappresentanti”. Ecco perché credo che la recente ingiuria fatta a me non è stata causata da compagni, da gente che lotta contro l’Autorità. Il diffondere una “rivendicazione” per l’attacco alla mia persona, da parte di “alcuni (anonimi…) prigionieri” che vagamente mi diffamano, sul sito internet della “nuova anarchia”, non può ma sollevare questioni e dubbi.

Da molti anni, dentro e fuori il carcere, resisto e lotto contro i nemici veri — i nostri oppressori, le loro guardie armate e i loro fascisti — non quelli immaginari. Quindi trovo necessario non contribuire ancora alla polarizzazione e alla frammentazione di chi continua a lottare e resistere. Invito tutti i compagni all’esterno a fare lo stesso.

Il 19 Marzo 2014 inizierà il mio processo. Ed esso sarà la battaglia più diretta che intendo combattere con tutta la mia forza. Li, spero che la montatura fatta a mio carico collassi e di ritornare un’altra volta libero con il sostegno della Solidarietà. Libero di condividere le mie opinioni e i miei pensieri in modo più analitico.

PS: Grazie a tutti quelli che continuano a supportarmi, un pugno alzato a chi continua a resistere contro lo stato e i suoi cani, senza dimenticare neanche per un momento il fine.

Stefanos Amilitos
10 Gennaio 2014
Carcere di Koridallos

traduzione dal inglese