Category Archives: Carcere-Reclusione

Atene: Lettera del compagno G. Sarafoudis

Forza agli anarchici catturati
Forza agli anarchici catturati

Ciò che è lampante in questa condizione storica di post-crisi è la guerra economica. Una guerra che sicuramente viene fatta dall’alto verso il basso, visto che negli ultimi decenni i “proletari” hanno sempre firmato patti di “pace sociale”, lacerando le proprie coscienze collettive e vivendo il sogno del consumismo e della prosperità costruita! Adesso, comunque, l’elite economica, in accordo con l’autorità politica e legale, mette la maschera del “diritto al lavoro” e mostra il suo vero lato terrificante “è
un privilegio essere schiavo nei moderni campi di lavoro”! Non facciamoci prendere ancora in giro, questa guerra economica possiamo e dobbiamo trasformarla in guerra sociale il cui fine non sia solo la sterile rivendicazione di “diritti salariali” ma a distruzione dell’odierno significato di lavoro cosi come di ogni struttura di autorità. In questa guerra lo stato vede il crescente scontento sociale, che cresce giorno dopo giorno, e vuole assoggettare ogni resistenza, tramite la paura, usando ogni mezzo a disposizione: la propaganda del terrore e l’insicurezza economica, forte oppressione violenta, leggi arbitrarie e modifiche costituzionali fatte senza costo politico e con chiari intenti politici.

“Nessuno può continuare a nascondersi dietro la routine della propria vita, dobbiamo abbandonare i nostri limiti e barriere, e andare all’attacco.”

La linea che separa i due campi è molto chiara. In uno abbiamo l’autorità economica, politica e legale pronta ad abbattere chiunque voglia sfidare l’assoggettamento, e nell’altro la gente che resiste, superando le paure e trasformando la vita quotidiana in azione violenta, creando fratture mirate alla distruzione di questo marcio sistema, cercando momenti di libertà assoluta, vivendo l’oggi e rischiando tutto. In questo campo ho scelto di starci anche io come parte del movimento anarchico, che indipendentemente dalle condizioni oggettive deve svegliare la coscienza collettiva, superando la paralisi al fine di usare ogni spazio e tempo con fini insurrezionali e battaglieri. I mezzi a nostra disposizione sono tanti e il nostro fine, oltre al raggiungimento dei nostri obiettivi, è la diffusione di essi. La condivisione di comunicati, gli spazi auto-organizzati e autogestiti, manifesti, azioni solidali, sabotaggi, incendi, cortei decisi e lotta armata sono le frecce per il nostro arco. Ogni azione ha la sua importanza e causa la sua frattura nella coesione sociale. Ovviamente c’è una scala di rischi che corriamo in ogni battaglia ed è una scelta personale che in qualche modo tutti devono fare.

L’unica cosa sicura è che tutti dobbiamo concretamente supportare l’ampia gamma di mezzi e diverse dialettiche nel movimento anarchico i cui interessi sono la rabbia sociale di massa e la transizione a struttura comuni di libertà individuale e collettiva.

In relazione al nostro caso (Nea Filadelfia) voglio condividere alcuni pensieri:

Riguardo alla clandestinità nella quale erano due dei miei compagni (F.H. e A.D.)

Il fine dell’autorità legale, quando emette mandati d’arresto, è principalmente isolare ogni anarchico. Come i compagni cercheranno di rompere questo regime di isolamento non dipende ovviamente solo da loro,
ma da tutti noi che dobbiamo mostrare la nostra solidarietà concreta, per restar loro vicini, come compagni e come amici!

Dopo un mese di detenzione le seguente frasi contengono una critica sul nostro arresto ma anche per tutti quelli che hanno il titolo di “infallibili”

“Un errore è stato sufficiente per far crescere i muri attorno a noi, per i giorni e le notti che diventano più brevi e cosi ci ritroviamo ostaggi… Ecco perché chi sta andando avanti dovrebbe guardare indietro ai propri errori e agli errori degli altri e usarli per fare un altro passo in avanti nel proseguimento dell’attacco quotidiano! Per chi rimane semplicemente inattivo o impegnato in chiacchiere e critiche al sicuro nei bar riguardo alle azioni e agli errori altrui, ho solo una cosa da riconoscervi – SI! VOI SIETE INFALLIBILI!-“

Concludo dicendo che noi restiamo UNITI e FORTI, pronti a combattere con qualunque mezzo avremo fino alla distruzione di ogni prigione reale e concettuale.

SOLIDARIETÀ AL COMPAGNO K.SAKKAS IN SCIOPERO DELLA FAME DAL 4/6/13

G. Sarafoudis
1° braccio della prigione di Koridallos
10/6/13

fonte, in inglese

Modena: Testo sugli arresti di domenica 16 giugno

Nel tardo pomeriggio di ieri (domenica 16 giugno) a Modena è stata fermata una macchina con quattro compagni a bordo e tre di loro sono stati arrestati.

Gli sbirri li accusano di danneggiamento, incendio doloso e lancio di materiale esplodente, in relazione a delle fiamme che si sarebbero sviluppate lungo la siepe della recinzione esterna del Cie, e che avrebbero danneggiato uno dei gabbiotti dei militari di guardia.

Le merde in divisa sostengono di essere state avvertite da un passante che ha segnalato una ventina di persone nei pressi del Cie. Una pattuglia della guardia di finanza accorsa ha fermato una delle macchine che a suo dire si stavano allontanando, e raggiunta da una volante della polizia, ha controllato i documenti e perquisito la vettura. Pur non avendo trovato nulla di rilevante, l’auto è stata sequestrata e i compagni portati in questura e chiusi in quattro celle separate, lasciati senz’acqua nonostante le ripetute richieste.

Dopo oltre un’ora (!) gli sbirri si sono accorti che uno dei compagni era minorenne e che quindi non avrebbe potuto essere trattenuto in cella. Quest’ultimo è stato rilasciato a piede libero. Per gli altri inizialmente si è fissato il processo per direttissima questa mattina (lunedì 17), in seguito questo è stato annullato e si attende entro 72 ore dal fermo la convalida o meno degli arresti.

Gli indirizzi per scrivere telegrammi sono:

Andreana Gabriele, Soru Salvatore, Vaccari Andrea
Casa Circondariale via S.Anna 370
41122 Modena

Libertà per Andrea, Gabriele e Sabbo! Libertà per tutti!
Basta Cie, basta galere, basta gabbie!

Seguiranno aggiornamenti.

Prigioni greche: Il prigioniero anarchico Kostas Sakkas è stato ricoverato in ospedale il 17 Giugno

Striscione di solidarietà ad Agrinio: "Rilascio immediato dell'anarchico Kostas Sakkas, che è in sciopero della fame dal 04/06/2013"
Striscione di solidarietà ad Agrinio: “Rilascio immediato dell’anarchico Kostas Sakkas, che è in sciopero della fame dal 04/06/2013”

La mattina del 17 Giugno, Kostas Sakkas è stato trasportato dall’ospedale del carcere di Koridallos all’ospedale generale di Nikaia, a Pireo. Il compagno è in condizioni critiche.

Messaggio da un compagno di prigionia in lotta, a Corfù, in solidarietà con Kostas Sakkas:

Io sto in solidarietà con la lotta del scioperante della fame, Kostas Sakkas, e come un minimo segno della mia solidarietà, non ricevo più i pasti della prigione a partire da oggi, 17 Giugno. Come è noto, Kostas Sakkas è in sciopero dal 4 Giugno, e si mette nell’ultima prova di non ricevere cibo, lottando contro il tentativo del Potere -mirato contro ogni militante anarchico- per distruggere i suoi nemici… L’estensione dei suoi 30 mesi di detenzione preventiva mostra l’audacia delle autorità di violare le proprie leggi al fine di servire il terrorismo e l’abolizione di ogni diritto individuale.

La passione per la libertà è più forte di tutte le celle di prigione!
Solidarietà con il scioperante della fame Kostas Sakkas!

Elias Karadouman
Carcere di Corfù

Atene: Comunicato in merito agli scontri con gli agenti a Koridallos

6120_1205055122898_1124225717_30647Ci muoviamo in libertà, ma tra virgolette, e per questo abbiamo riempito i nostri occhi con esplosivi

Il 13 Giugno – mentre il nostro compagno K. Sakkas è al 10° giorno di sciopero della fame per ottenere l’immediato rilascio, noi quattro per diversi casi siamo stati al tribunale di Loukareos. Durante il nostro trasferimento e comparizione al tribunale ci sono state provocazioni dagli agenti del EOM (unità speciale di trasferimento). Il “compito” di queste merde dell’EOM è di trasferire gli anarchici come anche i prigionieri pericolosi che potrebbero fuggire.

Mentre lasciavamo il tribunale tra i cori dei compagni, uno di noi è stato attaccato dagli agenti. Questi codardi lo hanno buttato a terra a 10 metri dal blindato, trascinato fino a questo a suon di calci e pugni per poi metterlo in gabbia ancora ammanettato. Tornati a Koridallos, e dopo altre provocazioni, abbiamo attaccato 13 agenti dell’EOM con tutto ciò che avevamo a tiro (sedi, telefoni, estintori, cassetti, posaceneri) distruggendo la sala d’ingresso e respingendo gli agenti.

La prigione è il mondo delle convenzioni e noi in larga parte l’abbiamo sistemato. Formalità, diritti democratici, “servizi” giornalieri, chiusure e aperture, “piacevoli” trasferimenti. L’inoffensività sulla quale la funzione della prigione è basata non ci fa dimenticare il ruolo ostile di chi abbiamo davanti. Dalla nostra parte sceglieremo l’attacco quando i limiti della dignità che abbiamo stabilito saranno sorpassati. Devono sapere che qualsiasi mossa faranno ci troveranno davanti.

RABBIA E CONSAPEVOLEZZA

Gli anarchici Dimitris Politis, Argyris Ntalios, Fivos Harisis, Kostas Sakkas

fonte, in inglese

Atene: Lettera del compagno Stefanos Amilitos

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CANI, SALVAGUARDATE I VOSTRI PADRONI

Nella notte del 19 Aprile ad Exarchia qualcuno ha deciso di dimostrare praticamente che l’antisommossa (MAT) non è gradita nella zona. Sono seguiti scontri e inseguimenti. Ho lasciato i miei amici al bar, eravamo seduti con lo sguardo verso via Tzavella, per prendere la moto che un amico mi aveva prestato. Lì sono stato attaccato dalle squadre Delta, come dei moderni bouradades*, il cui unico compito è localizzare ed eliminare i dissidenti o chiunque sembri non andare loro a genio. Dissero che dovevano controllare la mia identità.

Al GADA (stazione centrale della polizia di Atene) la storia cambia. La detenzione si trasforma in arresto e come prove spuntano guanti, uno scaldacollo e un accendino trovato in mio possesso sebbene il verbale non riporti ciò. Dopo vengo a sapere che ci sarebbero dei testimoni (tutti agenti Delta) che sostengono di avermi riconosciuto da lontano (ma più alto e con diversi capelli) con… il volto coperto e intento a “prenderli in giro” agitando una molotov in mano.

Il resto era da aspettarselo. Resto in custodia cautelare sebbene le loro leggi dicano che le condizioni per questa misura non ci sono. Questi casi sono conosciuti, non sono il primo caso nel quale il giudice fa a pezzi la legge che dovrebbe onorare al fine di condannare uno di noi, un proletario, uno di quelli ai margini di questo mondo.

Aspettando per 2 mesi di vedere quando e se intendevano rilasciarmi, considerando anche il tentativo di incriminarmi tramite un controverso esame del dna, ho capito che i cani dell’Autorità hanno ragione: sebbene non ci “siano” gli estremi per l’arresto e la custodia, ce ne “sono” altri, più importanti. La mia condanna come occupante del Politecnico nel 1995, la mia partecipazione a lotte e progetti, la mia solidarietà a chi dalle strade, squat, stadi, posti di lavoro, tribunali, grida forte “Indietro infami, avanti compagni”, quelli che sfidano il monopolio statale della violenza, quelli che non accettano di farsi sterminare per accumulare denaro per le elite nazionali e internazionali…

Colpevole senza essere stato processato, colpevole in base a delle testimonianze di fascisti chiamati Delta e non Gruppo X (paramilitari fascisti greci durante l’occupazione nazista), visto che chiunque non si sottomette allo stato, ai padroni e ai fascisti, agli occhi di chi ci opprime e cerca di distruggerci, come nemici interni o semplicemente come “merce” per le loro numerose galere. Colpevole perché anche io, come molti ad Exarchia, non bevo solo il vino nei bar della piazza, ma col volto scoperto e a poca distanza, in molti casi abbiamo urlato a chi ci rompeva la testa e la dignità di insorti: CANI, SALVAGUARDATE I VOSTRI PADRONI!

Stefanos Amilitos
1° braccio della prigione di Korydallos
12 Giugno 2013

PS : Solidarietà al compagno K. Sakkas in sciopero della fame dal 4 Giugno e a G. Tsakalos in custodia nelle galere della democrazia da 30 mesi.

* I bouradades erano le forze paramilitari fasciste durante l’occupazione nazista e la guerra civile, istituite dopo che Nikos Bourandas venne nominato comandante della polizia di Atene

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Atene: Aggiornamento sul processo del compagno T. Theofilou

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Il processo a Tasos Theofilou è stato rinviato all’11 Novembre 2013.

La decisione è stata presa dai giudici della corte dopo la richiesta della difesa (S. Fitrakis e A. Paparousou), d’accordo anche con l’accusa.

“La solidarietà è l’arma della gente, guerra alla guerra dei padroni” è stato il coro che dozzine di compagni riuniti in aula hanno urlato a Tasos, mentre lo stesso coro si sentiva all’esterno quando il blindato è ripartito.

Thasos ha salutato i compagni con un largo sorriso mentre le forze speciali dell’EKAM lo ammanettavano.

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Cile: Arrestato José Miguel Ramirez per lancio di molotov

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Lunedì, 27 Maggio, durante un corteo interno all’entrata della USACH finito in scontri con la polizia, José Miguel Ramirez è stato arrestato, accusato di aver lanciato molotov ai cani del Potere.

Il giorno dopo è stato portato alla 6° Corte di Santiago, la quale ha dato all’accusa un mese di proroga per le indagini, lasciandolo in custodia preventiva a Santiago 1.

Queste misure sono prese per criminalizzare la lotta sociale e confinare in gabbia chi cerca di rivoltarsi contro la quotidiana violenza dello Stato-Capitale.

Affinché la solidarietà non sia solo una parola…

fonte, in inglese

Barcellona: Attacchi in solidarietà con i/le 5 anarchici/che detenutx in Sabadell

Abbiamo partecipato attivamente come gruppo da circa un anno, tempo durante il quale abbiamo visto un leggero aumento nel tipo delle azioni con cui ci identifichiamo. Abbiamo anche adottato misure simili e abbiamo deciso di renderle pubbliche attraverso questo indymedia, per favorire la sua riproduzione.

Manteniamo la nostra strategia e ferma linea politica: Vediamo le azioni da parte della Federazione Anarchica Informale (FAI) e altre azioni anonime come strizzatine d’occhio. Cogliamo l’occasione per inviare un abbraccio di solidarietà a tuttx coloro che hanno deciso passare dalla teoria alla pratica, in relazione con l’azione diretta del materiale.

In altri comunicati, abbiamo fatto richiami ad integrare la strategia di sabotaggio e / o il benessere della guerriglia urbana nella vita e le parole che vengono identificate con il pensiero anti-statale, anti-capitalista, anti-autoritario e anti-dominazione, che è ciò che alcuni di noi vedono nell’anarchismo e altri come anarco-nichilismo.

Oggi, faciamo una chiamata alla coerenza in ciò che concierne a i/le 5 prigionierx relazionatx con l’Ateneo di Sabadell.

Al momento, non abbiamo nessuna informazione diretta da loro, solo parole di persone vicine a loro e alle loro famiglie. Ma sembra che, già molte persone si sono precipitate a posizionarsi sui/lle detenutx. La mancanza di solidarietà o di reazione in Barcellona è preoccupante.

Tutti gli occhi si rivolgono a qualsiasi altro luogo, mentre i detenuti sono in regime FIES. La lettura dei media e l’ordine giudiziale, l’analisi è stata se erano spacciatori di droga o no, se avevano tradito o non. Sembra che, entrando nel sistema di giustizia penale e / o di prigione spagnola, la storia dei detenuti o processati si mette in discussione per motivi politici, morale, emotivi e estetici.

Nel frattempo, lo Stato sta imprigionando 5 persone che, a quanto pare, si sono descritti come anarchici/che. Non si tratta di supportare ciecamente (l’anarchismo) a chiunque. Ma il fatto è che sono stati arrestati a causa di qualcosa che ci riguarda tutti. Sembra che, a volte, la coerenza scompare dalla chiesa anarchica, soprattutto quando la realtà rompe le linee nelle cuali si inquadrano, in questo caso la risposta dello Stato all’anarchismo.

Lo Stato non solo tiene traccia di come ci guadagniamo da vivere – questo è quasi irrilevante – ma cerca di andare contro di noi al colpire dove meno ce lo aspettiamo, cercando di creare paranoia, e dove i compagni sono più visibili nella speranza di paralizzarci.

Ultimamente, sta diventando sempre più comune nei media puntare il dito verso gli anarchici, i loro legami con gruppi terroristici e le persone che aspirano a creare dei “disturbi” nel movimento di protesta “pacifica” – come la Piattaforma di Vittime dei Mutui (PAH) gli “indignati” del 15M, ecc, energia sta testando le acque, preparando il contesto di sciopero, e si sta facendo in pubblico, mostrando i manifestanti “cattivi” e “buoni”. Questa non è una nuova strategia, ma dobbiamo essere attenti e rispondere coerentemente agli Stati. Ignorare la situazione non è una risposta, né pure il silenzio.

La risposta agli arresti è l’inizio, la nostra lotta è un atto di solidarietà, la continuazione dei nostri attacchi è un atto di solidarietà.

Solidarietà con i/le 5 prigionieri/e!

Di fronte all’attacco dello stato ad un luogo di incontro e per il movimento anarchico, abbiamo distrutto 5 banche nella zona periferica di L’Hospitalet.

Salute, per la anarchia e il nihilismo rivoluzionario!
Lupi Neri

Grecia: Testo del compagno anarchico imprigionato, Panagiotis Argirou

Come è noto, nei primi giorni di Gennaio ho subito un grave trauma cranico dopo un incidente. Si sono seguiti due interventi chirurgici successivi sulla mia testa e la mia permanenza per tre mesi in vari ospedali. Da tempo, ormai, sono fuggito dal pericolo, e mi trovo in fase di guarigione, in attesa di un intervento chirurgico definitivo di restauro sulla mia testa. Ora sono tornato tra i miei compagni e i miei fratelli della CCF, che di per sé mi fa sentire meglio.

Lentamente ottengo un’immagine dell’interesse espresso durante la mia ospedalizzazione e sento il bisogno di ringraziare tutti quelli che sono stati accanto a me in vari modi, dalla donazione di sangue (che era necessaria) fino al sostegno finanziario per coprire le spese mediche.

Un posto speciale nel mio cuore, però, hanno i compagni della Cospirazione Internazionale per la Vendetta FAI / IRF che hanno incendiato un veicolo privato in Indonesia e i compagni della Cellula Insurrezionale Anti-autoritaria FAI / IRF che hanno attaccato con ordigni incendiari l’edificio dell’Associazione Nazionale delle Guardie e precedentemente delle strutture delle guardie cilene, in Cile, per il grande onore che mi hanno fatto dando il mio nome nei nuclei di azione diretta che hanno assunto la responsabilità di questi attentati anarchici contro il dominio. Fratelli, sappiate che siete nei miei pensieri e che queste azioni mi hanno commosso profondamente. Che possa il fuoco della Ribellione e dell’Anarchia mantenere sempre caldi i vostri cuori e le vostre mani armate contro i nemici della libertà.

Infine vorrei ringraziare tutti quei gruppi di azione diretta in Grecia e all’estero che si sono interessati sulla mia situazione e mi hanno augurato una buona guarigione.

Sono felice di vedere che in tutto questo tempo la causa della FAI / FRI rimane dinamica ed attiva. Mi auguro che in futuro la sua intensità crescerà enormemente e la sua diffusione provocherà paura tra governanti in tutto il mondo.

VIVA LA FAI/ FRI

VIVA L’INTERNAZIONALE NERA DEGLI ANARCHICI DELLA PRASSI

Panagiotis Argirou
Membro della Cospirazione delle Cellule di Fuoco

Atene: Annuncio dei membri imprigionati della CCF per l’attacco esplosivo contro la direttrice del carcere maschile di Koridallos

Questo testo è stato letto dai membri della CCF il 10/6 al tribunale all’inizio del processo

Vogliamo ricambiare, da parte nostra da qui dentro, il segnale di guerriglia ai fratelli della collaborazione della Cospirazione delle Cellule di Fuoco e delle Bande di Coscienza e salutare il fronte comune di tutti gli anarchici della prassi che sostengono la rete internazionale della FAI-FRI. COMPAGNI, con questo attacco ci siamo incontrati di nuovo. Avete cancellato lo stato della nostra prigionia. Ci avete offerto momenti di vera libertà. Siamo trovati insieme intorno allo stesso tavolo, di nuovo. Abbiamo discusso, abbiamo scelto il bersaglio, abbiamo progettato l’operazione, abbiamo attaccato, abbiamo rivendicato la responsabilità…

Tutti insieme complici nel rinascimento della NOSTRA Cospirazione, tutti insieme coerenti con la promessa che abbiamo fatto che questo è solo l’inizio. La Cospirazione delle Cellule di Fuoco rimane libera nei nostri cuori, nei nostri sorrisi, nelle pallottole dei nostri armi fino alla fine, per sempre…

VIVA LA COSPIRAZIONE DELLE CELLULE DI FUOCO / BANDE DI COSCIENZA
Nucleo Sole – Baleno.

VIVA L’INTERNAZIONALE NERA DEGLI ANARCHICI DELLA PRASSI.

Atene: Rivendicazione di responsabilità per l’attacco esplosivo contro la macchina della direttrice del carcere maschile di Koridallos, nel quartiere di Dafni, il 7 Giugno 2013

PROGETTO FENICE
LIBERTÀ AGLI ANARCHICI DELLA PRASSI ITALIANI

i. Il ritorno della Cospirazione delle Cellule di Fuoco dalle ceneri

Solo nei momenti in cui la nostra tensione per la libertà si incontra con la prassi riusciamo realmente a vivere l’ anarchia, qui ed ora. Purtroppo il sogno che portiamo nel cuore è troppo grande per non rischiare di scontrarsi contro il mostruoso muro dell’autorità eretto a difesa di stato e capitale. Quando realmente mettiamo in gioco la nostra vita, inevitabilmente finiamo per scontrarci con la durezza insita nella lotta: la morte e il carcere.
Nicola Gai

La Cospirazione delle Cellule di Fuoco – FAI/IRF, in collaborazione con i compagni delle Bande di Coscienza, onorando la nostra vecchia e diacronica amicizia, abbiamo fatto saltare l’auto della direttrice delle carceri maschili di Koridallos, Maria Stefi, come segno di genuina solidarietà verso i nostri dieci imprigionati fratelli e sorella, Giorgos P., Olga, Gerasimos, Christos, Michalis, Giorgos, Haris, Teofilos, Panagiotis, Damiano, che hanno assunto la responsabilità per la loro partecipazione alla Cospirazione.

Dopo quasi due anni di silenzio nel territorio greco, la CCF ritorni. In fronte comune con le Bande di Coscienza, i nuclei della FAI (fronte antifascista, nucleo illeso di vendetta, Lupo Solitario, ecc) e la Setta dei Rivoluzionari, sosteniamo e rafforziamo la cospirazione internazionale della Federazione Anarchica Informale (FAI) – Fronte Rivoluzionario Internazionale (FRI) .

La bomba piazzata nel veicolo della direttrice delle carceri maschili di Koridallos è la goccia prima della tempesta. Come è stato scritto, inoltre, nell’ultima rivendicazione della CCF contro il ministro della Giustizia… Continue reading Atene: Rivendicazione di responsabilità per l’attacco esplosivo contro la macchina della direttrice del carcere maschile di Koridallos, nel quartiere di Dafni, il 7 Giugno 2013

Grecia: Testo di Tasos Theofilou in vista del processo

1.
Nel Settembre 2009 cominciano i primi arresti realizzati con il pretesto di “disarticolare” la CCF, inaugurando così il processo di criminalizzare le relazioni personali tra anarchicx e distribuire mandati di arresti come fossero pillole. Una tattica che ha come obiettivo colpire non solo la CCF ma l’ambiente anarchico nel suo insieme. Di fatto, i meccanismi repressivi utilizzeranno specificatamente questa organizzazione come pretesto per attaccare l’intero ambiente anarchico, seminando la paura e l’incertezza al suo interno.

In Ottobre dello stesso anno, il Ministero dell’Ordine Pubblico cambia il suo nome, diventando Ministero di Protezione del Cittadino. Un fatto che, con una certa perplessità, sarà interpretato come un abbellimento. Tuttavia, il momento in cui avviene questo cambio di nome non è per niente casuale. Vale a dire, parliamo di un periodo in cui la classe media perde di colpo i suoi privilegi e i suoi diritti, cadendo di fatto dalla qualità di cittadino a quella di suddito. Il Ministero in questione infatti si incarica di proteggere solo una piccola corporazione di capitalisti e potenti che nemmeno ci pensano a perdere i loro privilegi.

Negli anni che seguono, moltissime cose cambieranno, la più importante sarà il congedo definitivo del modello keynesiano e la trasformazione del lavoro da un diritto a un privilegio. Il Potere del Capitale non è più in posizione di offrire il sogno piccolo-borghese e l’unico che regala è la repressione. Non ci sono sufficienti carote da servire come motivazione e solamente il bastone può offrire la soluzione.
La manifestazione della crisi, che era stata latente già dalla fine degli anni ’70, porta la classe capitalista, nel suo sforzo di mantenere i propri privilegi, alle tattiche dell’accumulazione primaria e della politica colonialista applicata anche all’interno del cosiddetto Mondo Occidentale. Visto che non è capace di ottenere i suoi profitti attraverso il Santo Progresso, si dà al puro saccheggio. In questo modo, il Potere del Capitale si sta militarizzando. Militarizza il lavoro reclutando impiegati.

Militarizza la repressione utilizzando le forze speciali dell’EKAM con qualunque pretesto. Militarizza la Giustizia, applicando le leggi speciali ai settori politici che resistono.

Leggi speciali, che per il momento si applicano all’ambiente anarchico e domani saranno applicate a qualunque variante brechtiana di questo. Leggi speciali secondo le quali basta essere anarchici per vedersi presi di mira dalla Sezione Antiterrorista e poi trovarsi accusati di accuse vuote ma voluminose.

2.
Il procedimento penale contro la mia persona si realizza in questo contesto politico. Si tratta di una persecuzione penale basata in idionymon* di anarchico e nella tattica di criminalizzare le relazioni politiche e personali.

Un processo penale che in una delle sue parti, quella che ha a che vedere con l’appartenenza alla CCF, si “basa” nel contatto che avevo con un mio amico, il compagno anarchico Kostas Sakkas. Ciò che è interessante è che anche lui stesso nega di essere membro della suddetta organizzazione. Inoltre, l’Antiterrorismo mi sta presentando – e questo non è altro che una menzogna – come qualcuno che “nella stazione degli autobus di Agrinio, con le sue misure di contro-inseguimento, copriva le spalle di un altro accusato nello stesso caso”, il quale, ovviamente, nega anch’egli la sua appartenenza alla CCF.

La seconda parte del processo penale ha a che vedere con il fatto che, secondo le fantasie dell’Unità Antiterrorista, io avrei partecipato alla rapina alla Alfa Bank nell’isola di Paros, che si è conclusa con la morte per colpo di arma di fuoco di un cittadino che cercava di impedire la fuga dei rapinatori. Si tratta di un processo penale in cui l’unica prova è una traccia di DNA in un oggetto (un cappello) che è stato trovato vicino alla banca; vale a dire una prova che in nessun caso implica la mia partecipazione nella rapina. In tutti i modi, ritengo di validità molto dubbiosa le modalità in cui è stata raccolta e analizzata quella prova.

Quindi il 10 Giugno sono citato a presentarmi nel Tribunale Terzo di Crimini Gravi (composto da 3 giudici) situato in via Loukareos di Atene, accusato di appartenenza alla CCF e inoltre perchè “come membro della suddetta organizzazione partecipò alla rapina dell’Alfa Bank nell’isola di Paros”.** Si tratta di accuse che, da parte mia, ho rifiutato fin dal primo momento.

Mi trovo ad affrontare le gravi accuse che formano parte di alcuni atti di accusa voluminosi, che, da una parte sono pieni di supposizioni dell’Unità Antiterrorista sul mio modo di vivere, e dall’altra, risultano completamente vuoti – naturalmente – per quel che riguarda qualunque prova.

3.
I processi non sono rappresentazioni teatrali. Però sono dei rituali. Rituali in cui il Potere del Capitale restituisce quello che definisce come Giusto quando ritiene che questo è stato alterato. Rituali nei quali si cristallizzano le correlazioni sociali. In questo processo in concreto, quello che – tra altre cose – è in gioco, è sia la legislazione della criminalizzazione di ambienti e lotte politiche intere, sia anche la criminalizzazione delle relazioni personali che i lottatori sociali mantengono tra di loro. Il consolidamento di una situazione in cui chi resiste dovrebbe rendere conto al Potere non solo per la sua qualità di “resistente” ma anche per tutti gli aspetti della sua vita sociale. O, detto con altre parole, il consolidamento di una situazione in cui il fatto di essere anarchici già in sé costituisce indizio di colpevolezza.

Manca solo che qualunque amicizia tra anarchici abbia il carattere di appartenenza all’organizzazione terrorista.

Tasos Theofilou

fonti: i, ii

Note di traduzione:
* Legge speciale (delictum sui generis) introdotta in Grecia nel 1929 e il cui obiettivo fu la penalizzazione delle cosiddette “idee insurrezionali”, vale a dire comunismo, anarchismo ma anche sindacalismo radicale.
** Il processo è stato rinviato al 11 Novembre 2013.

Cile: Sebastian Saldaña in carcere dal 29 Marzo 2013

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Siamo stati brevemente informati del fatto che durante gli avvenimenti del 29 Marzo 2013, Sebastian è stato arrestato ed accusato secondo la legge per il controllo delle armi per aver trasportato una bottiglia molotov. Sebastian, un compagno anti-autoritario, è attualmente rinchiuso nel carcere/business di Santiago 1.

Speriamo che chi ha più informazioni le condivida, scrivendoci al (publicacionrefractario @ gmail.com) o le renda pubbliche in modo da espandere la solidarietà.

Per non abbandonare i prigionieri della lotta nelle strade!

fonte

Italia: Cronaca dal presidio al tribunale di Perugia (6.6.2013)

Il 6 Giugno 2013, si è tenuta al tribunale di Perugia l’udienza preliminare del processo a carico di alcune delle persone indagate in seguito all’operazione repressiva anti-anarchica detta “Ardire”, che nel giugno del 2012 aveva portato all’arresto di 10 persone (alcune delle quali non si erano mai viste, né conosciute e due erano da tempo già detenute), accusate di partecipazione ad “associazione sovversiva con finalità di terrorismo” (art. 270 bis c.p.).

Ciò che all’epoca balzò agli occhi fu l’evidente contraddizione fra la titolarità dell’inchiesta della Procura di Perugia e l’inchiesta stessa, dal momento che tutti i principali episodi sottoposti ad indagine (come, ad esempio, l’invio di pacchi bomba alla sede di Equitalia a Roma, al Cie di Gradisca di Isonzo e il ritrovamento di un pacco bomba dentro l’Università Bocconi di Milano) erano avvenuti ben lontano dal territorio umbro.

Per questo motivo gli artefici dell’inchiesta (la Pm Comodi della Procura di Perugia – già nota per aver condotto nel recente passato altre due operazioni antianarchiche in Umbria, nel 2007 “Brushwood”, rivelatesi poi di consistenza nulla, e nel 2009 “Sherwood”, il cui processo è tuttora in corso; e il Generale dei carabinieri del ROS Giampaolo Ganzer, lo stesso che è stato condannato nel luglio 2010 in primo grado a 14 anni per traffico internazionale di droga) si dovettero ben ingegnare per inventarsi una cellula terroristica umbra affiliata alla “FAI informale” (senza la quale l’inchiesta stessa non avrebbe potuto reggere), accusandola di aver… effettuato scritte sui muri, esposto striscioni e imbrattato un bancomat.

Ma se all’epoca l’operazione ebbe grandissima rilevanza mediatica, grazie soprattutto al supporto della stampa asservita (basti pensare all’enfasi con la quale venne presentato il risultato di alcune perquisizioni, che avevano permesso il ritrovamento di… lampadine, chiodi, mollette di legno e fermacarte, indicando il tutto come pericoloso materiale atto all’imminente fabbricazione di ordigni esplosivi), ben poca attenzione si è data alla successiva suddivisione dell’inchiesta in due parti, una passata alla procura di Milano, l’altra, il filone umbro/perugino, rimasta alla procura di Pg: così che per parlare di terrorismo in Umbria restano davvero solo scritte e striscioni.

La mattina del 6 giugno si è dunque tenuta a Perugia l’udienza preliminare del processo per il solo filone umbro/perugino, che riguardava 4 persone (una ancora detenuta nel carcere di Ferrara, due ai domiciliari e una a piede libero), mentre, per quanto riguarda le persone sotto inchiesta per la parte passata a Milano, il giudice titolare delle indagini ha purtroppo recentemente richiesto la proroga delle misure cautelari in carcere per altri 6 mesi.

L’udienza vera e propria non si è però tenuta, da momento che gli avvocati della difesa hanno evidenziato l’incompatibilità del Gup (giudice per l’udienza preliminare), in quanto aveva a suo tempo partecipato all’inchiesta stessa ponendo la sua firma ad alcuni decreti di autorizzazione delle intercettazioni.

Ciò che a questo si spera e ci attendiamo è che, al di là di ogni considerazione sulla (poca) consistenza dell’inchiesta stessa, il 13 giugno, ad un anno dagli arresti e alla scadenza dei termini di custodia cautelare, i compagni sotto inchiesta in Umbria possano tornare in libertà.

Santiago, Cile: Giornata “Arrendersi Mai” a sostegno dei/le prigionierx di lunga condanna

Arrendersi Mai Giornata di solidarietà con gli/le anarchici/che di lunga condanna Se il tempo e le mura usurano la solidarietà....Che facciamo? musica, ci sarà cibo vegano dolce e salato biblioteca Sante Geronimo Caserio e Biblioteca La Hiedra  attività libera di alcol e fumo.
Arrendersi Mai
Giornata di solidarietà con gli/le anarchici/che di lunga condanna
Se il tempo e le mura usurano la solidarietà….Che facciamo?
musica, ci sarà cibo vegano dolce e salato
biblioteca Sante Geronimo Caserio e Biblioteca La Hiedra
attività libera di alcol e fumo.

Da questo luogo del mondo, abbiamo voluto rispondere alla chiamata internazionale di solidarietà con gli/le anarchici/che detenutx di lunga condanna, a sostegno di Marie Mason ed Eric McDavid, compagnx americani incarceratx il 2008 e 2006 rispettivamente. Marie viene catturata per due incendi commessi nel 1999 e nel 2000. Dopo il tradimento del suo ex marito, Frank Ambrose.

Eric senza aver raggiunto alcuna azione è condannato per il delito di cospirazione con l’aiuto di un’infiltrata che ha compilato prove contro di lui. I due si sono rifiutati a collaborare con la polizia e consegnare dei compagnx, con questo come aggravante lo Stato gli/le ha condannatx a più di 20 anni di carcere.

Però perché il 11 Giugno? È iniziato come una giornata internazionale di solidarietà con l’anarchico Jeff “Free” Luers, prigioniero nel 2004 con una condanna di più di 22 anni di carcere. Dopo anni di lotta, e insieme al suo equipe legale, è riuscito a ridurre la sua pena e nel 2009 è stato rilasciato. Ma negli anni trascorsi tra l’arresto di Jeff e il suo rilascio, l’FBI, nel tentativo di devastare le comunità ecologiste radicali e anarchiche, abbia accusato e arrestato Eric McDavid e Marie Mason.

In questa linea è che viene agitata questa data, per ricordarci quanto sia importante essere solidali attivamente, in quanto ci serve a sollevare il morale dei/le compagnx rapitx dallo Stato e raggiungere la loro uscita sulla strada.

In tutto il mondo esistono compagnx imprigionatx, noi quelli che siamo fuori dobbiamo supportare ed essere solidali con loro; è per questa ragione che, come biblioteca Sante Geronimo Caserio e Biblioteca La Hiedra abbiamo voluto realizzare quest’attività anticarceraria, come un umile gesto di solidarietà con tuttx i/le compagnx in carcere per confrontarsi alla dominazione.

Marie Mason, Eric McDavid, José Miguel Sánchez, Alberto Olivares Fuenzalida, Justin Solondz, Marco Camenisch, Freddy Fuentevilla, Juan Aliste, Marcelo Villarroel, Mumia Abu-Jamal, Ted Kaczinsky e Gabriel Pombo da Silva per citarne algunx.

Né breve né lunga condanna: Non vogliamo nessuna sentenza

Vogliamo finire con le Carceri!

Giornata di solidarietà con gli/le anarchici/che di lunga condanna

Martedì 11 Giugno
ore 18:00.
ZTA Cueto con Andes: Cueto 993 esquina Andes – Metro Cumming

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Parole del prigioniero sovversivo, Juan Aliste, per i 4 anni dalla morte di Mauri

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Testo letto nell’attività del 20 MAGGIO 2013: La nostra memoria è nera, il nostro cuore pure

È necessario essere sordo di anima, cieco di pelle, schiavo Yanakona o senza classe per ignorare che viaggiamo davanti ad una inquisizione sociale di ordine capitalista e incorporata di polizia.

Questa inquisizione sociale funziona a piena potenza in possesso dei suoi apparati e forze coercitive. Così si esauriscono le vite al suono dell’alienazione e dell’indolenza. Il risultato transitorio è un popolo abituato ad obbedire e senza capacità di meravigliarsi, senza tempo per la riflessione e limitato nella’azione.

Rompere con quello che ci presentano, imposto come un modo di vita, ci dà l’ossigeno per prenderci la nostra vita così da essere attori in resistenza guardando con occhi scintillanti e libertari le lontananze degli impossibili, in ciò va tutto quello che abbiamo: l’amore, la tenerezza, la rabbia.

Come combattenti popolari, sotto un braccio le armi sotto un altro i libri e gli slogan rivoluzionari nella mente le idee libertarie, nell’azione sovversiva permanente e nel cuore le nostre stelle e amori. Nella decisione-azione sempre presenti tutti i Mauricios, tutte le norme. Sempre!

Mentre ci sarà miseria ci sarà Rebellione!

Juan Aliste, Prigionero Sovversivo. C.A.S-Chile

Maggio 2013

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Parole del prigioniero libertario, Marcelo Villarroel, per i quattro anni dalla morte del Punky Maury

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Testo letto nell’attività del 20 MAGGIO 2013: La nostra memoria è nera, il nostro cuore pure

Punky Maury: vive e torna in ogni resistenza allo Stato-Carcere-Capitale, insegnando la sovversione l’insurrezione insieme a tutte e tutti i caduti per la liberazione totale.

4 anni sono passati da quando una mattina di chiusura nella Patagonia mi portò la terribile notizia della tua morte. Ero nel padiglione 4 dell’unità 11 di Newken e come era solito, dopo un paio di mate all’avviare la giornata, la corrispondente comunicazione telefonica data cinicamente per l’istituzione Argentina ad ogni prigioniero, e con questa la frustrazione.

Quando si vive la lotta contro l’esistente con onesta consegna, senza comodità né convenienze, la possibilità della prigione, la clandestinità o la morte è elevata. E quando nonostante le incomprensioni, si ama ciò che si fa per essere libero, sempre ci travolge il dolore della perdita quando unx dei/le nostrx parte all’infinita trincea delle stelle. Senza essere vicini né simpatizzare con più di unx dei tuoi affini, in quei freddi giorni di reclusione a Newken sentì la tua morte come un pugnale nel cuore che era accompagnato dalla riaffermazione sovversiva di andare, di continuare, di non evitare i combattimenti contro la paura e la miseria, la diffamazione e la dimenticanza… “perché la memoria non è spazzatura e il sangue non è acqua” dicono con tagliente lucidità i compas greci delle CCF e nelle mie orecchie si sente alto e forte ogni volta che penso in tuttx i/le mie/i fratelli/sorelle che ho visto partire e che non sono solo nomi nella lunga lista ma vivenze compartite di una guerra senza pause che si porta ed ha portato i/le piu’ belli/e esseri umani che mi è toccato conoscere…

Le continue discursioni con Ariel, gli scherzi clandestini con Papi e Pablito, la silenziosa compagnia del mono Sosa, l’intimo amore di Norma, il massacro televisivo di Fabian, la pioggia di proiettili che ha attraversato José Luis… E ancora ricordo il tuo invito per riunirci con gli anarchici organizzati nel 2004 e il mio rifiuto per non avere l’empatia per l’iniziativa né con chi partecipava konkurrían, sembra erano i tuoi tempi d’organizzazione.

Chiaro, con la tua morte lo Stato-Capitale-Carcere fece il festino ed aveva gioito fino alla nausea, lo stesso show di vittoria così spesso ripetuto ogni volta che cade un ribelle, ma questa volta, la tua partenza si è trasformata in un incontro mondiale nel bellissimo linguaggio della polvere da sparo facendo un sabotaggio all’intento di condannarti al oblio.

Allora, non c’è morte per chi è stato capace di colpire il centro del dominio attraverso la continuità multiforme dell’insurrezione permanente che pianta oggi il selvaggio seme della ribellione.

Che la memoria storica seppellisca chi codanna la violenza proletaria contro lo sfruttamento capitalista! Prigionieri della guerra sociale: alla strada! Mentre ci sarà miseria ci sarà Rebellione!

Marcelo Villarroel S.

Prisionero Libertario, 20 Maggio 2013 CAS/Stgo

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Madrid: Cronaca dalla concentrazione anti-repressione e solidale con i/le 5 di Barna

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Lentamente, a partire dalle 12:00 del mattino, la gente si stava avvicinando alla concentrazione anti-repressiva in solidarietà con i/le 5 anarchici/che prigionierx di Sabadell e per denunciare la diffusa repressione nella cuale ci vediamo coinvolti.

La piazza di Madrid, Tirso de Molina, indossava il suo aspetto tipico delle domeniche con le bancarelle di libri politici, propaganda, abbigliamento o musica. Ciò che in un primo momento sembrava che sarebbe stata una concentrazione di 20-30 persone, con un paio di striscioni nella piazza antistante la metropolitana, a poco a poco è cresciuta nei numeri e nel rumore. I vicini del quartiere, i/le compagnx di tutta Madrid, stavamo insieme per rivendicare la libertà e la solidarietà. Visto l’aumento della concentrazione si è deciso di trasformarla in una manifestazione per il quartiere di Lavapiés, circa 300 persone sono uscitx in atteggiamento allegro e combattivo. Cantando slogan anti-autoritari, contro lo Stato, il capitale e le prigioni per tutto il percorso.

Non vi è stato nessun incidente, la presenza della polizia era pari a zero (o almeno non visibile) e la complicità dei vicini quando si sono scandito slogan contro la polizia si è vista, non è sorprendente che il quartiere è stanco della polizia con i suoi molteplici episodi di violenza eccessiva e i raid razzisti che avvengono ogni mese.

Di ritorno a Tirso de Molina è stato letto un comunicato ed è finita la manifestazione.

La sensazione generale dei/le compagnx rispetto a questa chiamata è abbastanza positiva, giacche con poco tempo e poche risorse siamo riusciti a mettere insieme un buon numero di solidali, oltre ad essere una chiamata che viene dall’intorno anti-autoritario gli slogan e le parole d’ordine andavano oltre il comune delle grandi mobilitazioni, ciò ci ha fatto sentire più comodi e con più forza per tirare avanti.

Ci auguriamo che questo gesto raggiungerà i/le compagni/e sotto la repressine e imprigionati/e, soprattutto a i/le 5 di Barcellona: Yolanda, Juan, Silvia, Jose e Xavier.

Che la solidarietà non si stenda e che la repressione non ci ferme .
Le carceri sono centri di sterminio.
Continuammo a volere tutto. Viva l’anarchia.

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Italia: Volantino sull’operazione Ardire

9_d527e097b2Un anno fa i carabinieri del ROS, comandati dal generale Ganzer, entravano in molte abitazioni della penisola dando inizio alla più grossa operazione repressiva degli ultimi anni contro gli anarchici. Le indagini dei ROS, convalidate dalla Procura di Perugia nella persona della PM Manuela Comodi hanno portato all’arresto di 10 persone, più altre indagate a piede libero, per 270bis (associazione sovversiva con finalità di terrorismo anche internazionale) oltre a 280 e 280bis (attentato con finalità di terrorismo e con ordigni esplosivi).

Da quel giorno la libertà di questi ragazzi e ragazze, compagni e amici, è stata annientata dalla rappresaglia dello Stato all’indomani di alcuni attacchi a persone e strutture del dominio, determinato a intimidire e scongiurare le voci di dissenso nel momento in cui la sopportazione degli oppressi è al culmine. Questo unitamente alla voglia di carriera della Comodi e dei vertici dei ROS.

Oggi si svolge in tribunale qui a Perugia il primo atto di questo teatrino chiamato “Operazione Ardire”, che pomposamente si pubblicizza come l’intervento che ha “decapitato i vertici della Federazione Anarchica Informale”. Tutto ciò sarebbe ridicolo se non fosse che Alessandro, Sergio, Stefano, Peppe ed Elisa si trovano ancora in carcere e Paola e Giulia agli arresti domiciliari.

E’ sempre più evidente la violenza di questo Stato e del Capitalismo che rappresenta che ci costringe a vite inaccettabili, che sparge terrore sui posti di lavoro e nella disumanità di tasse e prezzi insostenibili per continuare ad alimentare i privilegi di pochi sulle spalle dei molti che non ce la fanno più. Che picchia e stupra con la sua polizia e rinchiude nelle sue galere. Uno Stato che attacca chi gli si oppone, utilizzando i manganelli e le leggi di cui dispone. Indipendentemente dall’innocenza o dalla colpevolezza dei nostri compagni, quello che li vede indagati è l’utilizzo da parte degli inquirenti del reato associativo, ormai sistematico per reprimere i ribelli, che consente di ovviare alla mancanza di prove attraverso la strumentalizzazione di parole, azioni o idee funzionali all’impianto accusatorio. Accade quindi che appendere uno striscione, gestire un sito internet o semplicemente discutere di come si vede il mondo venga trasformato nel filo conduttore che lega insieme individui che neanche si conoscono bene in un’associazione a carattere sovversivo. Tutto ciò etichettando come “terrorista” chi si oppone al terrorismo e alla violenza di Stato, in modo da sminuire e delegittimare la sua giusta rabbia.

Ribellarsi diventa una condizione vitale e necessaria se non vogliamo soccombere, se vogliamo difendere la nostra dignità, la nostra libertà e i nostri bisogni.

SOLIDARIETA’ CON ALESSANDRO, PAOLA, GIULIA E BENEDETTA PROCESSATI OGGI NEL TRIBUNALE DI PERUGIA.
SOLIDARIETA’ CON STEFANO, SERGIO, PEPPE, ELISA PER CUI SONO STATI CHIESTI SEI MESI DI PROROGA PER LA CONCLUSIONE DELLE INDAGINI E ANCORA NELLE CARCERI DELLO STATO.

Granada, Stato Spagnolo: Noelia Cotelo in sciopero della fame dal 29 Maggio

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Noelia Cotelo, prigioniera in lotta, ha iniziato uno sciopero della fame il 29 Maggio come mezzo di lotta contro gli ultimi attacchi che ha subito nel carcere di Albolote (Granada, Spagna meridionale).

Gli ultimi esempi di maltrattamento che sta subendo consistono in parecchie vecchie punizioni di fila, oggetti personali che lei non ha ricevuto dopo il suo trasferimento da Ávila, o la mancata consegna della posta.

Allo stesso tempo, è stata convocata per processi e testimoniare senza preventiva notifica al suo avvocato ed il tempo sufficiente per la preparazione. Il 6 Giugno, è stata portata alla Corte di Granada, al fine di testimoniare come accusata, dopo una denuncia dai suoi carcerieri. C’è stata una chiamata per un raduno di solidarietà fuori dal tribunale.

Solidarietà con Noelia Cotelo e tutti i prigionieri in lotta!
Abbasso le mura delle prigioni!

Atene: Terzo processo contro la CCF – Udienze 42-45

Udienza 42
In questa udienza, tra gli altri testimoni dell’accusa, è anche comparso un poliziotto dell’antiterrorismo. Questo sbirro nello specifico ha dichiarato di servire nel “dipartimento contro gli anarchici”, causando tensione nell’aula. Nella sua testimonianza ha detto inoltre che portava su di sé le foto di alcuni dei ricercati per la CCF (per aiutare a localizzarli) e ha sottolineato che prendeva ordini direttamente dal “quartiere generale” dell’antiterrorismo.

Durante la rassegna del resto dei testimoni, a un certo punto il procuratore ha affermato che sembrava l’attitudine dei/le compagnx della Cospirazione sembrava mostrare che fossero indifferenti rispetto alle accuse, poiché loro stessx hanno rivendicato la responsabilità per le azioni della CCF e parlano della continuazione e intensificazione della guerriglia urbana anarchica.

Udienza 43
Questa udienza è stata rimandata perchè uno dei giudici era malato. La prossima udienza è fissata per il 29 aprile.

Udienza 44
Questa udienza è iniziata con della tensione perchè nei giorni precedenti la carcerazione di un compagno membro della CCF e di un altro compagno accusato è stata prolungata di 6 mesi. Continue reading Atene: Terzo processo contro la CCF – Udienze 42-45

Atene: Lettera del compagno Grigoris Sarafoudis arrestato il 30 aprile e accusato di rapine

Riguardo al caso di Nea Filadelfia

Il giorno 30 aprile intorno alle 3.00 di pomeriggio vengo arrestato insieme a 4 altri compagni e dopo un procedimento molto rapido mi portano al 12° piano del Commissariato Centrale di Atene. Una volta lì, iniziano le solite procedure (DNA, impronte digitali), chiaramente senza la nostra autorizzazione, qualcosa comunque di molto comune. Più tardi, la notte, mi informano che sono accusato di “favoreggiamento”, “resistenza contro l’autorità” e “spergiuro”. La mattina del giorno seguente mi informano che a queste accuse si aggiunge anche “gruppo criminale con la finalità di commettere rapine”, e questo senza che esista nessuna rapina in concreto per accusare questo presunto gruppo.

Allo stesso tempo mi informano che oltre a queste accuse, io stesso sono accusato di una rapina a una banca realizzata nella località di Filota vicino alla città di Florina e anche di un’altra rapina, questa volta nella località di Pyrgeto vicino a Larissa. Tutto questo secondo un qualche tipo di identificazione del DNA, senza che mi consegnino l’informativa che corrisponde a questa identificazione. A partire da questo momento, dato che il caso della rapina di Filota, per la sua presunta implicazione nella cosiddetta “cassa rivoluzionaria”, si trova nelle mani del giudice istruttore Nikopoulos, le mie accuse risultano ancora più “ingrassate”, ora anche per l’accusa di “appartenenza a organizzazione terrorista”, nello specifico alla Cospirazione delle Cellule di Fuoco.

A questo punto mi piacerebbe mettere in chiaro che ho negato le accuse che mi stanno attribuendo e non sono mai stato membro della CCF. Essendo anarchico solidarizzo, in maniera rivoluzionaria, con l’azione e il contributo dell’organizzazione CCF come anche solidarizzo con gli anarchici rivoluzionari che hanno rivendicato la responsabilità politica di appartenenza a questa organizzazione e per le loro azioni, e con gli anarchici che, in vari momenti, sono stati accusati di appartenere alla stessa organizzazione ma che hanno negato la loro appartenenza.

Se facessimo un breve ripasso del passato recente, potremmo osservare facilmente che decine di compagni anarchici sono stati accusati di appartenenza all’organizzazione rivoluzionaria CCF, mentre sia loro che i membri stessi di questa organizzazione lo negavano (visti i disaccordi politici – dall’uno o dall’altro lato – sempre in una cornice di complementarsi dentro al movimento anarchico, e non di rottura tra di noi). Da una parte perchè così piace al sistema legale che in questo modo può accusare più compagni anarchici e aggiungere un tocco di “terrorismo” a ognuno dei casi, e dall’altra parte perchè così rende un miglior servizio al meccanismo dello Stato mettendo sotto un “ombrello” chiamato CCF (una organizzazione rivoluzionaria molto specifica, con un forte agire fuori e dentro il carcere) ogni tipo di azione forte o “violenta” e questo con l’obiettivo di impedire all’anarchico la possibilità di definirsi da sé e dimostrare la multiforme dialettica e proposta che c’è nel movimento anarchico.

Niente è terminato, tutto continua
Solidarietà a tutti i lottatori anarchici dentro e fuori le mura

Grigoris Sarafoudis
Ala A di Koridallos
18/5/2013

fonti : a, b

Santiago: Attacco incendiario contro l’Associazione Nazionale delle Guardie Carcerarie

Chi credeva che maggio sarebbe passato senza azione diretta?
Con il fuoco abbiamo risposto ancora.

Ricordando il guerriero Mauricio Morales e mostrando solidarietà alle compagne imprigionate a Temuco, abbiamo dato fuoco all’ingresso dell’Associazione Nazionale delle Guardie Carcerarie (ANFUP), situata sui gradini di Santa Monica nel centro di Santiago, domenica 12 maggio. Con questa aggiungiamo una nuova azione a quelle che sono già state rivendicate da altri gruppi nei “media alternativi” ma passate sotto silenzio sulla “stampa ufficiale”.

Abbiamo detto nel nostro precedente attacco a una proprietà della Gendarmeria del Cile in gennaio di quest’anno, che non lasceremo che i torturatori siano tranquilli nelle loro tane. La critica al sistema autoritario e alle strutture penitenziarie non può essere separata dall’attacco diretto a coloro che cercano di rompere la volontà dei/le nostrx compagnx ribelli imprigionatx. Le guardie carcerarie hanno deciso volontariamente di vivere come nemici della libertà e contribuiscono attivamente al dominio, in cambio di quote di potere che materializzano nella reclusione e nell’umiliazione verso i/le nostrx prigionierx e le loro famiglie.

In aprile, la compagna anti-autoritaria Ariadna Torres è stata punita nella Prigione Femminile di Temuco per aver insultato un giudice e i carcerieri che hanno sequestrato una lettera di unx compagnx dall’esterno. Abbiamo mandato una copia di questa e-mail ancora una volta ai carcerieri del Cile cosicchè sappiano che i/le nostrx compagnx anarchicx, i/le prigionierx anti-autoritarx e rivoluzionarx in Cile non sono giocattoli per le autorità, e per ogni attacco la risposta arriverà con il fuoco, con gli esplosivi e le granate.

Chiediamo ai/le compagnx d’azione, perchè c’è stato un calo nell’attività violenta contro il nemico? Una cosa è l’eccitazione del combattimento di strada, ma in maggio ci sono stati meno attacchi diretti ed esplosivi pianificati, incendi e sabotaggi contro i ricchi, e anche contro il loro sistema di miseria. Che gli attacchi anti-autoritari vengano sostenuti nel tempo e non per storie di polizia, dipende da noi. Che l’opzione per la violenza rivoluzionaria e la sua connessione con la lotta anti-autoritaria (e le sue varie forme di essere implementata) non sia solo una moda giovanile, dipende da noi. Vantarsi e moltiplicare le azioni dirette in quantità e qualità dipende solo dal nostro volere.

In maggio, ricordiamo quei compagni assassinati dallo Stato a Chicago nel 1886; Daniel Menco, giovane uomo ucciso nel 1999; il giovane Rodrigo Cisternas, lavoratore ucciso dalla polizia in Cile nel 2007 dopo essere stato schiacciato da un veicolo della polizia; il compagno Henry prigioniero da maggio dello scorso anno in Bolivia [attualmente agli arresti domiciliari]; e Nicola Gai e Alfredo Cospito, prigionieri in Italia, imprigionati da un anno accusati dello sparo alla gamba di un capo di una azienda scientifica nucleare.

Saluti ai/le compagnx clandestinx e ai/le prigionierx in tutto il mondo.

MAURICIO MORALES VIVE NELL’AZIONE DIRETTA.

Cellula Insurrezionale Anti-autoritaria Panagiotis Argyrou, affine alla FAI/FRI. Cile

fonti : a, b

Atene: Lettera dei prigionieri anarchici Fivos Harisis-Poulos e Argyris Ntalios

Il 30 aprile 2013 nel quartiere di Nea Filadelfia (Atene) sono stati arrestati 5 anarchici. Due di essi, Fivos Harisis e Argyris Ntalios erano latitanti dal 15 febbraio quando, nella cornice delle indagini legate alla doppia rapina di Velvedo (1 febbraio 2013, terminata con l’arresto di 4 compagni anarchici Giannis Mihailidis, Dimitris Politis, Nikos Romanos e Andreas-Dimitris Bourzoukos), erano stati emessi mandati di cattura contro di loro. Adesso, sia Fivos e Argyris come due degli altri compagni (Giannis Naxakis e Grigoris Sarafoudis) si trovano in carcere accusati di varie rapine in banca, mentre il quinto, Dimitris Hatzivasiliadis, è uscito con accuse minori (resistenza all’arresto, ecc.).

Quella che segue è la lettera che hanno fatto uscire Fivos e Argyris:

“A te che la notte vai a dormire disperato per quanto è vana la lotta, per la repressione che ci sta “rubando” i nostri compagni, case occupate e che travolge al suo passaggio tutto quanto si trovi di fronte a sé. Vestiti, porta con te una decisione e lotta. Che la storia scriva di coloro che lottano fino alla fine, fino a che gli ultimi rivoluzionari si trasformino in polvere al passaggio della repressione tecnologica avanzata. Che la fottuta storia scriva delle grida di rabbia che gli Esseri Umani hanno lanciato prima di essere giustiziati. Sì, a te che la notte conti le stelle e il cui cuore batte più velocemente, più velocemente, sempre più velocemente aspettando pazientemente l’alba per continuare il proposito e la lotta… TUTTO PER TUTTO”

In quel mezzogiorno nella zona di Nea Filadelfia è arrivato alla fine un bel viaggio di libertà che abbiamo iniziato subito dopo che è stata proclamata ufficialmente la nostra clandestinità. Il tempo si è congelato, perfino i secondi sono stati messi sotto vigilanza e il cielo si è nascosto dietro i passamontagna dei nostri persecutori. Siamo caduti nelle loro mani e la sensazione amari della sconfitta che comporta una prigionia ci continuerà a perseguire anche dietro le mura, così come i ricordi della nostra vita in libertà continueranno a rivivere nella nostra memoria. Il viaggio della nostra clandestinità, lotta e libertà non è comunque affatto cominciato a metà febbraio – quando sono stati emessi i mandati di cattura -, e nemmeno è terminato con le manette sulle auto private degli sbirri.

Quello che siamo arrivati a vivere in questi anni in cui abbiamo deciso di prendere una posizione di combattimento nella lotta anarchica, sono stati momenti importanti di scontri, violenza, agitazione e dibattito, di sforzi e di perdite. Ma soprattutto è il sorriso che lascia la sensazione di aver ottenuto qualcosa, quel sassolino che insieme ai nostri compagni abbiamo posto per costruire una vita vera e non schiavizzata. Continue reading Atene: Lettera dei prigionieri anarchici Fivos Harisis-Poulos e Argyris Ntalios