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Grecia: Membro della “17 Novembre” in permesso esterno diventa fuggitivo

Il guerrigliero urbano Christodoulos Xiros sta attraversando con fierezza la terra della libertà. Una terra distante per quelli che dimenticano l’attacco e per chi ha perso la speranza del cambiamento, senza rischiare le proprie mani nel fuoco.

Una terra vicina a chi ha dato cosi tanto alla lotta e che ancora vive con il desiderio di dare di più.

Dove la vita, la vicinanza tra compagni e l’insurrezione sono nati… nelle negazioni e nelle decisioni forti.

Abbi cura di te compagno…

Forza ai fieri prigionieri della 17 Novembre

L’ERA DELL’ATTACCO È INIZIATA

PS. Giornalisti, corvi, le vostre bugie vi seppelliranno. Tenete le vostre lingue biforcute lontano dal compagno.

Cospirazione delle Cellule di Fuoco – FAI/FRI (cellula dei membri prigionieri)

Nota del blog Inter Arma : La O.R. 17 Novembre è stato un gruppo guerrigliero urbano di sinistra che ha agito in Grecia dal 1974 al 2002. Le azioni del gruppo hanno incluso rapine a mano armata, espropri di armi, omicidi, attacchi esplosivi ed armati contro obiettivi capitalisti, governativi ed imperialisti. Christodoulos Xiros è stato uno dei prigionieri membri del gruppo mai pentitosi. Ha violato la scorsa notte le restrizioni durante unpermesso di 9 giorni all’esterno del carcere ed ora è ricercato.

Grecia: Comunicato del blog Inter Arma

Bastardi-Infammi-Giornalisti

Negli ultimi due giorni, abbiamo letto in vari siti di spie poliziesche e di giornali, imboccati dalle notizie provenienti dall’antiterrorismo, articoli che collegano Inter Arma al “Progetto Phoenix” e “Green Nemesis” della FAI/FRI e si sostiene che tutto ciò è parte della stessa campagna di guerriglia.

Queste spie nello specifico sono note per prendere di mira i compagni che prendono parte alla diffusione militante della teoria e della pratica anarchica. Il nemico ha capito da tempo che il ruolo della controinformazione e dei progetti di traduzione in merito alla diffusione dell’Internazionale Nera e alla comunicazione tra formazioni di guerriglia in tutto il mondo. Questa strategia rapressiva non è altro che una tattica risaputa: mettere a tacere le notizie del nemico.

Progetti come Inter Arma sono già stati colpiti in passato. Ricordiamo che all’interno dell’operazione “Ardire” in Italia, due progetti di controinformazione (Culmine, ParoleArmate) e uno editoriale (Edizioni Cerbero) sono state bersaglio di repressione, situazione che ha portato per molti dei loro partecipanti a molti mesi di custodia cautelare. È risaputo inoltre che lo stato greco e italiano collaborano contro il comune nemico interno.

Noi non faremo un solo passo indietro rispetto alle nostre posizioni, né cambieremo la natura del nostro progetto. Prendiamo parte ad una rete internazionale si progetti simili e supportiamo i gruppi anarchici militanti, i prigionieri e le cellule guerrigliere. Abbiamo fatto la nostra scelta e terremo la parola data.

Per la Nuova Anarchia e l’Internazionale Nera!

Inter Arma

Grecia: Lettera dell’anarchico Spyros Mandylas, detenuto per accuse riguardanti il progetto Phoenix, in merito al vaglio della sua custodia cautelare

Questo testo contiene alcune riflessioni e osservazioni in occasioni del vaglio dei 6 mesi della mia custodia cautelare, udienza che avrà luogo il 7 Gennaio presso la Corte d’Appello a Loukareos.

Il mio arresto, la mia custodia e la sua proroga, hanno una caratteristica particolare. Se qualcuno studiasse il mio caso noterebbe che non c’è neanche la minima cosa per giustificare la mia detenzione.

Questo non è inspiegabile. Visto che lo stato capisce la forza e la diffusione della Nuova Anarchia, fa tutto ciò che può per sopprimerla, in ogni aspetto.

Questo pare ovvio, qualunque scusa si usi. Come ho già scritto, il desiderio dello stato di distruggere il ponte tra “legalità” e “illegalità” è primario.

Gli argomenti nel mio caso, per la precedente proroga della custodia, sono state, anche se ridicole, le seguenti:

I) La prima giustificazione viene dal pubblico ministero Apostolos Mkropoulos della Corte d’Appello secondo il quale “sembrano esserci collegamenti tra gli ordini impartiti dai prigionieri membri della Cospirazione delle Cellule di Fuoco in merito alle azioni del Progetto Phoenix e la loro realizzazione fuori dal carcere.” Le sue deduzioni si basano sul fatto che io ho visitato il mio amico e compagno, membro della CCF, Christos Tsakalos, varie volte durante l’anno passato.

II) La seconda ha a che fare con la mia lettera pubblica. Il procuratore speciale Eftyxios Nikopoulos dice che non ho descritto il contesto dei colloqui in carcere che ho fatto… inoltre sottolinea che ho applaudito le azioni di guerriglia, il che sarebbe un indizio speciale.

Da parte mia, dico ciò che segue: Non intendo, in alcun modo, rispondere alle congetture e alle pretese di qualunque procuratore, visto che tali “indizi” non sono bastevoli neanche per adduzioni, men che meno per un arresto e una custodia cautelare.

Il mio arresto può essere visto come parte di una strategia recentemente usata in Grecia contro il nemico interno: ovvero gli anarchici e soprattutto la corrente della Nuova Anarchia. Tale strategia replica le operazioni repressive e le tattiche usate in altri paesi. Lo stesso è accaduto in Italia con l’operazione “Ardire”, dove i partecipanti a progetti di traduzione e diffusione di testi e gestione di siti web sono stati arrestati insieme ad altri, ciò pare essere il piano di alcuni anche in Grecia. Lo stato sa bene che tali progetti e strutture non sono inferiori all’azione diretta piuttosto danno il loro enorme contributo alla costante insurrezione anarchica.

Il mio caso ha un secondo aspetto, oltre alla mia prigionia. Crea un contesto di terrore per chiunque sceglierà di muoversi come me in futuro, promuovendo la costante insurrezione anarchica, non mediando la teoria pratica e la solidarietà attiva attraverso progetti pubblici.

Dico tutto ciò per creare un dibattito pubblico riguardo a come l’apparato repressivo ragiona e opera. In nessun caso imploro solidarietà dalla sinistra o da un movimento che ha adottato i connotati riformisti della disobbedienza civile negli ultimi anni, che organizza feste ed è “sollevato” dal mio arresto.

PS: Vari momenti solidali sono accaduti negli ultimi sei mesi (azioni dirette, eventi, scritte, striscioni, manifesti, flyer ecc), in solidarietà con me e il mio compagno e amico Andreas Tsavdaridis. Questo tipo di solidarietà mi da molta forza e distrugge l’isolamento imposto dallo stato ai prigionieri di guerra anarchici.

FURIA E CONSAPEVOLEZZA

Spyros Mandylas
prigione di Koridallos, sezione A
4/1/2014

fonte

Grecia: Lettera dei compagni prigionieri per il caso di Nea Filadelfia

windowPensiamo sia necessario divulgare alcune informazioni riguardo alla nostra sorveglianza e al conseguente arresto fatto dagli agenti dell’antiterrorismo il 30/4/13 a Nea Filadelfia. La maggioranza delle notizie sono “ufficiali” e prese dalle accuse a nostro carico. Tramite ciò siamo giunti ad alcune conclusioni in merito alla conoscenza degli agenti dei nostri “movimenti” e sui metodi di sorveglianza diretta. Aggiungiamo anche alcune parole sulle conoscenze degli agenti che abbiamo “scoperto”, ma anche sulle loro tattiche. Il ritardo è dovuto all’esitazione e alla valutazione sul pubblicare queste informazioni col rischio di aiutare il futuro lavoro della polizia. L’abbiamo valutato e abbiamo deciso che è più importante, anche se con ritardo di qualche mese, condividere queste informazioni perché è più coscienziosamente “corretto” per noi che i compagni interessati sappiano un minimo come si muove la polizia, piuttosto che restarne ignoranti.

Per molti queste cose suoneranno ovvie, ma siamo convinti che non sarà cosi per tutti. Ovviamente non possiamo fare controproposte qui, solo avvertimenti. In nessun modo vogliamo spaventare qualcuno con l’ampiezza di informazioni e la dinamica del nemico, ma dire a chi sta “cercando” ciò di cui bisogna essere a conoscenza in strada per soddisfare i propri desideri d’attacco. L’”ombra” che molte volte copre i metodi e i movimenti dell’antiterrorismo porta la gente a sopravvalutarlo, quando è vero che oltre certe cose che vengono divulgate, molte altre restano nell’oscurità. Gli agenti stessi quasi mai rivelano i loro metodi. Dall’altro lato, sebbene abbiamo preso delle contromisure, un rischio a livello individuale o collettivo rimarrà sempre in un campo soggettivo. Non importa quanti errori si fanno e continueranno ad essere fatti nella battaglia contro i forti meccanismi d’oppressione. Gli errori che sempre “costeranno” di più vanno comparati agli errori degli agenti che sono “assorbiti”. Le situazioni devono essere valutare di nuovo e gli errori già successi, semplicemente, non dovrebbero ripresentarsi. L’esperienza accumulata in tanti anni va studiata e capita e visto che c’è la tendenza a prepararsi per le battaglie già avvenute e non per quelle che verranno, bisogna essere preparati e molto fortunati…

Per iniziare, diciamo che la nostra sorveglianza è iniziata alle 11:20 con la localizzazione di Grigoris (Sarafoudis) e finita alle ore 16:00 con il nostro arresto a Nea Filadelfia. Abbiamo motivo di credere che la nostra sorveglianza è iniziata in un momento specifico. Poco prima che il nostro compagno entrasse nell’internet cafe Palladium al 48 di Solomou street al confine del quartiere di Exarchia col centro di Atene. Crediamo che tale bar fosse/è sotto sorveglianza, dato che abbiamo saputo che altri compagni in passato sono stati pedinati da agenti in borghese all’uscita dal posto. Un altro motivo che più o meno definisce l’inizio è il fatto che nella prima mattinata il compagno ha fatto un “controllo” per assicurarsi di non essere seguito. Un controllo usuale che facevamo molto spesso e sempre prima di incontrare compagni ricercati o sconosciuti alla polizia, al fine di essere “puliti”. In altre parole, pensiamo che il “brutto momento” sia arrivato quando una persona “pulita” è entrata in un posto “sporco” e dato che era conosciuta dall’antiterrorismo a causa di passate sorveglianze, è stata riconosciuta e sottoposta a sorveglianza discreta. L’incontro di qualche ora dopo con i due compagni ricercati Argiris (Dalios) e Fivos (Harisis) è suonato come un allarme all’antiterrorismo e ha causato un immediato ordine d’arresto. Gli agenti come sempre, al fine di giustificare la sorveglianza, hanno detto nell’accusa che una “chiamata anonima” a loro fatta aveva rivelato che Grigoris ed un altro compagno avevano preso parte alla rapina a Velvedo e spesso transitavano nel quartiere di Exarchia. Cosi, hanno anche cercato di sviare sulla cooperazione dell’internet cafe al fine di non renderlo un obiettivo, infatti hanno scritto di aver trovato Grigoris per caso all’incrocio tra Patision e Solomou, 30 metri più in giù della strada! Sebbene sappiamo che questa storia ridicola della chiamata anonima non è vera, non escludiamo che Grigoris, per qualche motivo, poteva essere già stato tra i sospettati e poi diventato obiettivo dell’antiterrorismo. La storia, più o meno, dopo la visita di Grigoris all’internet cafe “sporco”, continua quando poco dopo in un’altra parte della città incontra il compagno Giannis (Naxakis), che aveva già fatto un “controllo”. I due compagni hanno poi frequentato zone diverse, per rivedersi dopo a Nea Fildelfia al punto di incontro con altri compagni, li la storia finisce poco dopo con l’arrivo dell’antiterrorismo. Durante quelle poche ore, i compagni sotto sorveglianza hanno fatto alcune mosse che da un punto di vista legale potrebbero essere indifferenti, ma comunque, sono riusciti a “nascondere” alcune caratteristiche cospirative di come ci muoviamo.

Dunque:

1)   Dopo circa quattro ore di sorveglianza ci hanno visti andare in quattro diversi internet cafe. Il primo è stato il “Paladium” dove è andato Grigoris. Poi il Patision 382 vicino la stazione ferroviaria di Ano Patissia, vicino al negozio “Everest” dove Grigoris e Giannis si sono incontrati. I due poi sono andati al “Gnet” a Marousi (Tsaldari e Aristidou street), mentre l’ultimo è stato il “Bits&Bites” a Nea Filadelfia (Dekelias 138) dove hanno incontrato Argiris e Fivos. Con questi fatti gli agenti hanno creduto che usavamo internet per comunicare tra di noi. Hanno saputo che “scaricavamo” e usavamo Tor (un testo esaustivo verrà diffuso riguardo al funzionamento e alla sicurezza di Tor) un programma per far perdere le tracce dell’indirizzo IP, in modo da navigare più “sicuri”, visto che l’indirizzo IP (che svela la provenienza geografica dell’utente) appare come se fosse localizzato in un’altra parte del mondo. Anche con ciò, gli hacker della polizia greca non hanno l’abilità di “decriptare” la nostra navigazione su Tor perché non è una questione di decifrare ma di vagliare un grande insieme di indirizzi IP. E trovarlo è veramente dispendioso a livello di tempo ed è una procedura complessa che nel nostro caso va fatta a ritroso. Generalmente, con Tor ci siamo sentiti sicuri fino a quando recentemente (il 6 Agosto) gli hacker del FBI hanno “craccato” per la prima volta molte pagine Tor, riuscendo a tracciare ed arrestare una vasta rete di pedofili, fatto che ha creato timori riguardo alla sicurezza. Un errore che abbiamo sicuramente fatto è aver “scaricato” Tor sul pc dell’internet cafe dove eravamo, piuttosto che averlo in una chiavette usb, cosa che può essere vista dal pc centrale del negozio, che teoricamente può avvisare subito i poliziotti, tramite un programma, se c’è un accordo apposito. Riguardo agli internet cafe, ci sono arrivate brutte notizie dato che della gente è stata pedinata da agenti in borghese dopo aver lasciato diversi internet cafe ad Atene (Exarchia, Monastiraki, Neos Kosmos, Kallithea) cosa che ci fa pensare che molti negozi ad Atene sono sotto sorveglianza. Non dimentichiamo che le abilità degli agenti sono sufficienti se consideriamo che solo il DAEEB (antiterrorismo) ha 600 impiegati, come è stato detto da loro stessi durante un processo.

2)   Ci hanno visto al parco Sygrou a Kifissia. Due di noi (Grigoris-Giannis) prima di andare verso Nea Filadelfia hanno fatto sosta al parco, andando verso il campo da calcio, per poi sedersi su una panchina vicino al campo e parlare a lungo.

Da notare che in tutte queste ore siamo stati seguiti, sebbene effettuavamo controlli e teoricamente credevamo di essere puliti, guardandoci le spalle, per abitudine, non abbiamo notato nulla di preoccupante mentre ci muovevamo con diversi mezzi (treno,bus,taxi).

Altre cose che abbiamo imparato e capito dal giorno dell’arresto in merito all’agire della polizia.

Ci hanno veramente sorpreso quando a 80 metri dalla strada del bar a Nea Filadelfia mentre due di noi (Grigoris-Giannis) camminavano, gli agenti del DIAS ci hanno fatto segno per un controllo. Se qualcosa era da aspettarsela di certo non era la presenza del DIAS in un incrocio centrale del quartiere, ma un altro tipo di “assalto”. Dopo il segnale, e dopo essersi avvicinati a piedi, abbiamo visto, qualche secondo dopo, l’arrivo di molti altri agenti che ci circondavano fino a metterci in trappola, qualcosa che ci ha fatto capire che se anche fossimo stati armati avremmo avuto veramente poche possibilità di fuggire. Dall’altro lato, come si sa già, nel bar dove è avvenuta l’operazione qualche minuto dopo, la loro tattica di usare la DIAS come esca non ha dato risultati visto che una persona è fuggita.

Inoltre, qualcosa di cui non eravamo certi, che ora sappiamo, è l’abilità degli agenti di qualsiasi caserma nel paese di confrontare subito i dati di una carta di identità falsa con quelli del vero possessore tramite la fotografia. Giannis, che inizialmente è stato portato alla caserma di Nea Filadelfia, è riuscito a vedere gli agenti digitare i dati del documento falso nel computer e vedere la foto del vero possessore apparire sullo schermo.

E’ importante sottolineare le differenze di base delle tattiche dell’antiterrorismo nel caso dei nostri arresti, a confronto di passate operazioni a danno dei gruppi armati (CCF, LR, gli arresti a Pireo, Nea Smirni, Vironas-Tavros). In tutti questi casi passati la tattica è stata: analizzare prima il profilo e le interazioni dei compagni ricercati con quelli “legali”, poi mettere questi sotto sorveglianza per scovare gli illegali. Ovviamente, l’antiterrorismo non svolge indagini “in un solo senso”, né restano fermi ad uno schema, tramite l’esperienza degli ultimi tre anni abbiamo visto che nonostante differenze occasionali, il nucleo dell’indagine e del suo successo stanno in un modello “semplice”.

Nei precedenti casi, quando il DAEEB “ha scoperto” i compagni ricercati non ha cercato di arrestarli subito, al contrario li ha sorvegliati molti giorni mirando alla ricerca dei “covi” e delle armi dei compagni e in secondo luogo i loro contatti. Gli esempi sono evidenti: nel caso dei compagni arrestati a N. Smirni-Pireo, la sorveglianza, secondo i documenti ufficiali, è durata 17 giorni. Secondo le fonti, l’antiterrorismo ha osservato le abitazioni dei compagni a Salonicco e a Vironas – Tavros cosi come quelle a Volos dove vivano i membri della O.R. CCF… al contrario nel nostro caso l’antiterrorismo ha scelto di arrestarci subito e non di seguirci, per due motivi. Il primo e più importante è che nel passato diversi compagni (tra i quali alcuni di noi) sono sfuggiti ad operazioni dell’antiterrorismo grazie ai metodi di contro sorveglianza applicati. Gli agenti o li hanno persi, o al fine di non far scoprire l’intera operazione, li hanno lasciati andare. Il secondo motivo è che a causa dei moderni strumenti di oppressione (vedi DNA) gli agenti sono più sicuri che in passato e noi saremo imprigionati e condannati anche senza “covi”, “armi” ecc.

Alla fine la conclusione che traiamo è che il nemico si conforma velocemente alle condizioni ed evolve di continuo, ma molte volte il nemico stesso crea le condizioni nelle quali ha l’iniziativa delle azioni. Dal nostro lato non è sufficiente restare nei modi testati e vincenti del passato ma bisogna guardare sempre avanti, essere come dicono loro un passo avanti. Aspettandoci il peggio non possiamo che migliorare sempre. Attraverso questo testo, cerchiamo l’evoluzione dell’azione tramite la condivisione di questa esperienza. Crediamo che tali comunicazioni siano necessarie, anche se in questo modo (il contatto immediato tra interessati è impossibile e pericoloso) e generalmente è essenziale che gli accusati e i prigionieri diffondano tali notizie. Le cose che il nemico sa non dovrebbero essere un segreto nei nostri giri, visto che possono tornare utili. C’è ovviamente il caso in cui alcune informazioni restano segrete per via di una strategia, un piano, o un nuovo attacco a sorpresa ai danni del nemico.

I prigionieri per il caso di Nea Filadelfia:
Argyris Ntalios
Fivos Harisis
Giannis Naxakis
Grigoris Sarafoudis

dal inglese, originale in greco

Temuco, Cile: Assolta la compagna Roxana Marín

La compagna Roxana Marín è stata arrestata il 28 Marzo a seguito di un’operazione simultanea nella città di Temuco. La polizia la accusava di fabbricazione e collocazione di artefatti esplosivi in base alla legge sul controllo delle armi, trasferendola poi nel carcere femminile di Temuco insieme a Yaritza e Ariadna.

Il 2 Maggio la compagna ha ottenuto i domiciliari a causa dell’avanzata gravidanza (6° mese) mentre il processo era ancora in corso. In questo contesto è nato il figlio, tra controlli di polizia a casa, fascicoli, montature e tentativi di mediazione da parte della procura.

Dopo la condanna di Yaritza e Ariadna, avvenuta il 3 Settembre tramite giudizio abbreviato dove le due hanno rivendicato il possesso e la collocazione di artefatti esplosivi, la compagna Roxana Marin ha rifiutato la proposta della procura continuando a rigettare le accuse.

Il 3 Ottobre la compagna è stata prosciolta definitivamente da tutte le accuse. Salutiamo Roxana, la sua forza, suo figlio e la sua condotta ostile alle proposte della procura.

fonte

Atene: Rivendicato incendio di un mezzo diplomatico

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Nelle prime ore di Venerdi 11 Ottobre 2013, abbiamo bruciato un furgone del corpo diplomatico, con targa DC 93-3, all’incrocio tra Pyrras e Delacroix nella zona di Neos Kosmos, Atene.

L’azione è dedicata con tutto il cuore ai nostri compagni accusati per la doppia rapina a Valventòs e Kozani, processo che inizierà a fine Novembre* ed anche in memoria dell’antifascista ucciso Pavlos Fyssas.

Non dobbiamo farci condizionare dall’idea della paura e della morte. Dobbiamo resistere con ogni mezzo al totalitarismo contemporaneo.

Creiamo le nostre strutture, rafforziamoci ed estendiamo le relazioni tra compagni, facendo spazio all’anarchia e al comunismo. Rivoluzione sociale, l’unica alternativa…

Incendiari consapevoli

*Il processo per la doppia rapina a Velventos è previsto per il 29 Novembre 2013 presso la corte d’appello in Loukareos street ad Atene. I compagni accusati sono: Andreas-Dimitris Bourzoukos, Dimitris Politis, Nikos Romanos, Yannis Michailidis, Fivos Harisis-Poulos, and Argyris Ntalios.

in inglese

Perugia: Inchiesta “Shadow”, chieste pene dai 4 ai 10 anni

In data 9/10/13, presso la corte d’assise di Perugia, la PM Manuela Comodi ha chiesto le seguenti condanne per i/le compagni/e accusati nel cosiddetto processo “Shadow”:

Sergio Maria Stefani – 10 anni e 1200 euro di multa
Alessandro Settepani – 8 anni
Alfredo Cospito, Anna Beniamino e Stefano dal Moro – 5 anni e 6 mesi
Maria Ludovica Maschietto – 4 anni

Il 16 Ottobre sono previste le repliche della difesa, mentre la sentenza è programmata per il 22 Ottobre.

Solidarietà a tutti i/le compagni/e accusati!

Grecia: Lettera del compagno anarchico Spyros Mandylas

4 Settembre 2013

“Alcuni senza pensarci seguono i percorsi imparati una volta per tutte, verso il loro lavoro e la loro casa, verso il loro futuro prevedibile. Per loro il dovere è già diventato una abitudine, e l’abitudine un dovere. Essi non vedono la carenza della loro città. Ritengono che la carenza delle proprie vite sia naturale. Noi vogliamo rompere questo condizionamento, (…) alla ricerca di nuove passioni.”
Guy Debord

Una breve cronaca del mio arresto

Nella notte di Giovedi 11 Luglio 2013, gli agenti dell’unità antiterrorismo hanno fatto nuovamente irruzione nello squat anarchico Nadir, a Salonicco. Sono stato arrestato e subito trasferito agli uffici dell’antiterrorismo ad Atene dove mi è stato detto che, tre ore prima del mio arresto, era stato catturato fuori dalla sua abitazione nel quartiere di Stavroupoli a Salonicco il mio compagno e amico Andreas Tsavdaridis. Mi è stato chiesto di dare le impronte, un campione di DNA e le foto ma mi sono rifiutato, cosi le hanno avuto con la forza. Poco dopo, mi hanno notificato l’accusa in merito al Progetto Fenice (azioni #1#2#3#4). Mi sono rifiutato di firmare qualunque cosa o di dire nulla. Sei giorni dopo, ho potuto comunicare con Andreas, che mi ha raccontato le stesse cose che erano successe a me. In più, la polizia ha annunciato che i dieci membri della Cospirazione delle Cellule di Fuoco sono accusati come istigatori del Progetto Fenice.

Operazione “Gioia Armata”

Dal trasferimento ad Atene fino alle prime ore del giorno dopo, gli agenti hanno perquisito il Nadir… Hanno confiscato i server dello squat, tra le altre cose. Comunque, si sono concentrati sulla libreria, dove hanno “scoperto” il testo “La gioia armata” con una pistola raffigurata in copertina (edizione in greco di La gioia armata di Alfredo M. Bonanno stampata dallo squat Nadir in Giugno 2013, i cui ricavati erano benefit per gli anarchici prigionieri). Cosi c’è stata una grande perquisizione, nella libreria e nel resto dello squat. Hanno preso impronte, cicche di sigarette per il dna, bottiglie di birra vuote e altri piccoli oggetti dalla libreria, nel tentativo di cercare la stessa pistola raffigurata sulla copertina del libro…

“Sorveglianza discreta”

Il Progetto Fenice è iniziato il 7 Giugno 2013. È stato un appello della Cospirazione delle Cellule di Fuoco/Bande di Coscienza/Nucleo Sole–Baleno/FAI-FRI per l’intensificazione dell’azione guerrigliera urbana. Da quel giorno fino al 12 Luglio (giorno della mia formale accusa), varie cellule della rete FAI-FRI hanno rivendicato attacchi.

In questo stesso periodo, sono stato sorvegliato dagli agenti dell’antiterrorismo. Questa infame “sorveglianza discreta” dell’antiterorrismo era tutto tranne che segreta. Ben prima del mio arresto, gli agenti avevano “avvertito” i miei compagni del Nadir che “la polizia era sulle loro tracce”, “ditelo a Spyros”, eccetera. Come dato di fatto, durante una sorveglianza “discreta” nella centrale strada Aghiou Dimitrou a Salonicco, gli agenti hanno bloccato più di cinque veicoli per farmi sapere che avevano scoperto “cosa volevo fare”, insinuando cose e mostrando quanto volevano mettermi fuori gioco. Questo è stato dimostrato anche da un altro evento. A metà Giugno sono andato ad Atene per far visita al membro della CCF Christos Tsakalos nella prigione di Koridallos. Il ministero della giustizia è intervenuto e mi ha vietato la visita, con una decisione dell’ultimo minuto. Da quel momento la sorveglianza è stata ancora più stretta, e spesso ho notato agenti in borghese proprio fuori dal Nadir.

Sto dando rilievo a questi eventi per dimostrare che per una persona che agisce pubblicamente (in quel periodo uscivo spesso per attacchinaggi, ho parlato a presentazioni librarie, e altro) ed è monitorata cosi da vicino (come gli stessi agenti hanno ammesso) sarebbe quasi impossibile prendere parte a quattro attacchi esplosivi. Sia la pista accusatoria che il senso comune implicano che ciò non può accadere. Inoltre, il giorno dell’invio del pacco incendiario a Chorianopoulos (1 Luglio 2013) io ero ad Atene per il colloquio a Koridallos. Il fatto che la mia custodia preventiva sia stata decisa senza lo straccio di una prova non mi sorprende, né dovrebbe sorprendere qualcun altro. Lo stato riconosce una guerra tra due parti e agisce di conseguenza, e noi dobbiamo essere consapevoli che esso conduce la guerra senza alcuna moralità. È l’altro lato che deve ancora capirlo. Io non voglio che il mio caso venga presentato come è stato fatto con altri, con prigionieri etichettati come “combattenti innocenti”. Mi riferisco ovviamente ai casi nei quali il cosiddetto movimento fa qualunque cosa necessaria per il rilascio di un compagno innocente, tralasciando chi ha rivendicato le proprie azioni ed è ostaggio dello stato. Continue reading Grecia: Lettera del compagno anarchico Spyros Mandylas

Grecia: CCF rivendica pacco bomba contro il procuratore Mokkas

Progetto Fenice: Atto Sesto
Attaccare i giudici

Ancora una volta ci incontriamo nel fuoco con vecchi/ie compagni/e, decisi/e a far crollare le considerazioni poliziesche che vorrebbero mettere il capitolo finale di una storia finita. Senza dubbio, la Cospirazione delle Cellule di Fuoco non è terminata per niente. È la fiamma interiore che arde dentro di noi, è la Fenice che risorge ancora una volta dalle sue ceneri… È il fuoco della Negazione e del Nichilismo che grida: “Non riesco a smettere, non posso bruciarmi, nulla può spegnermi…”

Circa un mese fa, i nostri due fratelli Andres e Spyros sono stati arrestati a Salonicco, accusati dell’invio del pacco esplosivo all’ex comandante dell’unità antiterrorista. Le parole vengono meno. Fratelli, voi sapete che il sole continuerà a sorgere ancora per tutti/e noi, la cui unica patria è la nuova anarchia. La Fenice rinasce dalle proprie ceneri e ride della tranquillità dei/lle codardi/e, offrendo il fuoco di Prometeo agli/lle eterni/e insorti/e. Cosi, l’invio del pacco bomba all’inquisitore Mokkas è una prima risposta minima e riflessiva: l’unica via d’uscita è dar fuoco alle tesi riformiste della difensiva ed essere i/le primi/e ad attaccare.

Inoltre, Olga Ekonomidou, Damianos Bolano, Charis Chatzimichelakis, Giorgos Polydoros, Panagiotis Argirou, Theofilos Mavropoulos, Christos Tsakalos, Gerasimos Tsakalos, Giorgos Nikolopoulos, Michalis Nikolopoulos, vale a dire i dieci fratelli della CCF che sono in cattività con doppie, triple e quadruple custodie preventive superiori ai 36 mesi (quando il limite è 18), e ora sotto processo per vari casi, stavolta, accusati anche di istigazione.

Dimitris Mokkas è l’unico responsabile per i casi di terrorismo in Grecia. Ovvero, esclusivamente della nostra organizzazione. La carriera di questo infame non differisce molto da quella di un qualsiasi funzionario di giustizia: omuncoli senz’anima, che diventano giudici per soddisfare i propri complessi. Questo pagliaccio concretamente si è solo mostrato più efficace degli altri vermi del tribunale d’appello nel tornare la palla ai suoi superiori. Il suo desiderio di far carriera è stato esaudito. Ora è responsabile di cento mandati di comparizione, interrogatori e custodie preventive, sempre col sorriso vendicativo sulle labbra. Il culmine della sua disprezzabile condotta e vigliaccheria è stata l’estensione della custodia preventiva al nostro compa della CCF, Gerasimos Tsakalos, un’ora prima della sua fine, mentre il compa era a letto e stava al 23° giorno di sciopero della fame.

Per tutto ciò che ha fatto, abbiamo scelto di inviargli il nostro regalo di vendetta. Naturalmente, non è stato inviato alla torre di vetro del tribunale d’appello, dove firma, dalla sua scrivania, i fascicoli giudiziari di merda contro i nostri fratelli e le nostre sorelle, con l’attitudine del magistrato, ma l’abbiamo inviato a casa sua, dove si sente sicuro. Sappiamo che stronzi come Mokkas, dopo aver svolto il loro compito sacro di incarcerare decine di persone, tornano al calore di casa, fingendosi bravi sposi e buoni padri. Cosi, puntato l’obiettivo, abbiamo trovato la casa e inviato il pacco a quell’indirizzo. Ecco qual è il risultato delle nostre indagini, firmate dalla Cospirazione delle Cellule di Fuoco. Continue reading Grecia: CCF rivendica pacco bomba contro il procuratore Mokkas

Bolivia: Aggiornamento sulla situazione di Henry Zegarrundo

Oggi, 25 Settembre 2013, era in programma un’udienza chiesta dalla procura per richiedere ulteriore tempo di indagini affinché non si chiuda il caso in cui è coinvolto il compagno Henry.

L’udienza è stata nuovamente sospesa, a causa dell’assenza dell’accusa -recentemente rimpiazzata- e di due dei cinque imputati, quelli che hanno misure restrittive.

È il terzo rinvio per questa udienza. La prossima data è il 16 Ottobre 2013.

Inviamo il nostro appoggio al compa Henry che resta fermo e deciso davanti ai giudici e alla burocrazia giudiziaria. Speriamo che presto cada questa montatura repressiva.

Forza e animo Henry!

Continueremo ad aggiornarvi sul caso.

Solidaridad Negra

Savona: Volantino di solidarietà con Francesco

scritte anarchiche

SEMPRE AL FIANCO DI CHI LOTTA

Da quasi un anno Francesco si trovava sottoposto agli arresti domiciliari in attesa del processo che lo vede imputato per aver partecipato alla rivolta del 15 Ottobre 2011 di Roma. In quei giorni si lottava contro i governi e le loro politiche che hanno portato il Paese intero ad una disastrosa crisi. Una crisi che non abbiamo creato noi, ma di cui sentiamo gli effetti quotidianamente, che ci costringe a vivere condizioni sempre più difficili con l’acqua alla gola, venendo sempre più sfruttati, sempre più alienati, animati da sogni finti e bisogni indotti, sempre più divisi in una guerra fra poveri.

Ieri pomeriggio mentre Francesco si trovava in compagnia di qualche amico nella casa dove era costretto a scontare la detenzione si è visto fiondare in casa i carabinieri, che per incompetenza o peggio, per una premeditata infame e subdola vendetta sbirresca, lo hanno trasferito in carcere con un provvedimento cautelare che prevede un inasprimento della misura con l’accusa di non aver rispettato degli obblighi e delle restrizioni che in realtà nemmeno aveva.

Di barzellette sui carabinieri ne conosciamo tante, ma ci fa proprio strano che il comandante dei carabinieri di Varazze sia talmente stupido da non saper leggere due semplici provvedimenti, tanto da arrivare a chiedere la carcerazione per una persona che non aveva limiti di frequentazione nella misura cautelare, in quanto gli erano stati tolti già da febbraio.

Senza dubbio si tratta di una vendetta da parte dei carabinieri,che “semper fidelis” difendono le istituzioni e lo Stato, colpendo chi si dimostra ostile a questo ordine sociale imposto.

È un chiaro atto intimidatorio teso a colpire il coraggio di chi ha portato avanti con dignità la propria situazione anche nelle difficoltà, rivendicando in ogni momento le proprie idee e le proprie scelte. Inutile dire che non sarà certo una carcerazione a scoraggiare Francesco e il desiderio di libertà che ci anima e ci spinge ogni giorno a metterci in gioco e batterci.

SOLIDARIETÀ A FRANCESCO

In questi giorni i detenuti di molte carceri italiane sono in lotta contro le condizioni di detenzione, anche a loro va la nostra solidarietà.

PER UN MONDO SENZA GALERE LIBERI TUTTI

Solidali15ottobregenova@gmail.com

Resistenza al Pacific Northwest Grand Jury: Supporto a Steve, che si trova in fuga

28 Settembre 2013 – Un aggiornamento sulla situazione di Steve

Ci rattrista di annunciare che l’indagine della grande giuria ha ricevuto una proroga di sei mesi e molto probabilmente si concluderà il 4 Marzo del 2014. Nel corso degli ultimi sei mesi ci sono state poche notizie sullo stato attuale o sulla portata delle indagini e sulla successiva repressione . L’unica novità è quella che è già stata detta, la grande giuria continuerà.

Steve sta ancora lottando contro la giuria. Si sta adeguando alla vita in una nuova città, circondato da buoni amici che sono fonte sia d’ispirazione e di supporto. Tuttavia, la scorsa settimana, Steve ha sperimentato molteplici istanze di molestie da parte della polizia; molestie di grado superiore da quelle sperimentate finora.

Circa due settimane fa, all’una della notte, mentre stava camminando verso il negozio d’angolo, Steve è stato avvicinato da due agenti di polizia locale che gridando il suo nome lo hanno gettato alla loro macchina e sul sedile posteriore. Dopo alcuni minuti di domande e insulti, in cui Steve rimase in silenzio, la vettura ha guidato Steve fuori dal parcheggio. L’episodio è durato un’ora, mentre i due poliziotti hanno continuato a insultare e molestare Steve. Continue reading Resistenza al Pacific Northwest Grand Jury: Supporto a Steve, che si trova in fuga

Cile: Trasferimento di modulo per Freddy Fuentevilla

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Il compagno Freddy Fuentevilla ha sollecitato il trasferimento al modulo H-sur del Carcere di Alta Sicurezza.

Ora i prigionieri rivoluzionari al C.A.S sono suddivisi cosi:

H-Norte : Marcelo Villaroel e Hans Niemeyer
H-Sur : Freddy Fuentevilla
J : Juan Aliste Vega

Supporto e solidarietà ai prigionieri rivoluzionari!

fonte

Grecia: Fissato il processo per il caso della doppia rapina a Velventos-Kozani

Young males of the black rock prideIl processo per la doppia rapina a Velventos-Kozani è stato fissato per il 29 Novembre 2013. I compagni accusati sono: Andreas-Dimitris Bourzoukos, Dimitris Politis, Nikos Romanos, Giannis Michailidis, Fivos Harisis e Argyris Ntalios.

Il processo si terrà al tribunale d’appello di Atene (Efeteio), sulla Via Loukareos.

Solidarietà ai compagni. Nessun ostaggio nelle mani dello stato.

fonti: i, ii

Cile: Confermata la condanna a Hans Niemeyer

Oggi 25 Settembre 2013 la corte suprema si è espressa in merito alla revisione della condanna proposta dalla difesa. È stata rifiutata la possibilità di fare un nuovo processo a Hans annullando la condanna a 5 anni e 300 giorni di carcere.

Ricordiamo che il compagno Hans Niemeyer è stato condannato a 5 anni e 300 giorni per la collocazione di un artefatto esplosivo nella filiale della banca BCI. La condanna è arrivata in base alla legge sul controllo delle armi e non per quella antiterrorista, ma il tribunale ha rigettato di concedere il beneficio della “libertà vigilata”.

L’avvocato di Hans, Julio Cortes ha dichiarato alla stampa: “La condanna ci sembra sproporzionata e ingiusta, considerando che si tratta di un diritto contro la proprietà e che ci sono delitti ben più gravi, una volta il calciatore o l’altra il figlio di un politico, dove ci sono morti, e neanche scatta la custodia preventiva (…) in cambio, la distruzione dell’ingresso di una filiale bancaria, che non era aperta in quanto era notte, ha una pena più alta dei delitti contro la vita e l’integrità delle persone”.

Fuori dal tribunale c’è stato un presidio solidale con striscioni e volantini di appoggio a Hans.

Chiediamo di rafforzare la solidarietà permanente col compagno Hans, affinché gli animi non si raffreddino col passare del tempo e che la solidarietà resti viva senza cadere nell’apatia e nell’indifferenza dell’abitudine.

Forza e solidarietà permanente a Hans Niemeyer!

fonte

Besancon, Francia: Azioni in solidarietà con Sonja Suder

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Nella notte tra il 14 e 15 Settembre 2013, l’agenzia interinale Randstad, situata all’inizio di Carnot Avenue nella città di Besancon, ha subito il danneggiamento di una delle sue vetrine.

Ciò è stato fatto all’interno della campagna internazionale per il rilascio di Sonja Suder, imprigionata da due anni in un braccio di alta sicurezza del carcere di Preungesheim a Francoforte, accusata di vari
attacchi negli anni ’70.

Qualche notte fa, “Libertà per Sonja Suder” è stato scritto sul muro di un settore vicino, e la filiale del Credito Agricolo davanti al cimitero di Chaprais è stata attaccata con dei sassi, danneggiando la facciata.

Per Sonja e tutti quelli che si rifiutano di sottomettersi al Dominio!

Un nottambulo indesiderato

Prigioni greche: Aggiornamento sul caso dell’anarchico Babis Tsilianidis

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Il compagno imprigionato, Babis Tsilianidis, aveva chiesto una sospensione della sua detenzione. Il 18 Settembre, l’udienza è stata rinviata per il 15 Gennaio 2014 a causa di uno sciopero del personale giudiziario. Tuttavia la domanda di libertà vigilata è stata ripresentata, quindi una nuova udienza è stata fissata per la fine dell’anno.

Un consiglio giudiziario esaminerà la richiesta del compagno per una interruzione della sua detenzione Mercoledì, 20 Novembre 2013, a Salonicco.

in inglese

Cile: Comunicato solidale con Victor Montoya

Il nefasto sistema giudiziario mantiene il nostro compagno e fratello Victori Hugo Montoya Encina in prigione da più di sette mesi; sette mesi di prove chiaramente inesistenti, sette mesi di dolore verso chi conosciamo o semplicemente condividiamo quell’anonimato che gli è stato bruscamente strappato. Colpevole di amare i suoi amici e le sue amiche, di amare la sua famiglia; colpevole di essere un compagno ad ogni costo; di sognare e cercare di vivere in un mondo dove è colpevole di essere un compagno; di questo è colpevole Victor, il resto è solo parte dell’assurda montatura fatta grazie alla meschina legge antiterrorista.

“… Perché nessuna condanna sarà infinita…”

Sappiamo che Victor presto sorriderà con noi, correndo verso chi lo aspetta; presto ci abbraccerà e ci mostrerà che le sbarre le ha già lasciate alle spalle. L’energia è sempre viva per accompagnare e aspettare il compagno Victor, la solidarietà non cesserà mai; Victor tornerà libero mostrando con fermezza la sua totale innocenza rispetto a quanto gli viene contestato; Victor tornerà alle sue attività; tornerà a volere, sognare e cercare di vivere con la stessa forza di sempre; perché lui è “Forza”.

Il 4 Settembre c’è stata una proroga di un mese di indagini, vale a dire, un mese in più di bastarda galera per Victor; è il momento in cui la solidarietà e l’appoggio attivo devono mostrare la stessa fermezza che Victor ha dimostrato durante questo ingiusto processo.

Libertà per Victor e tutte e tutti i/le sequestrati/e dallo stato meschino!

Solidarietà attiva e appoggio costante verso tutti i nostri fratelli e le nostre sorelle!

Libertà per Victor Montoya!

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Stato Spagnolo: Liberati/e i/le cinque anarchici/che catalani/e

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I/le cinque anarchici/che catalani/e sono usciti in libertà provvisoria dopo più di 100 giorni in carcere per il capriccio della (in)giustizia spagnola e senza motivi reali se non per aver scritto dei commenti “politicamente scorretti” su Facebook.

Le 5 persone detenute da quattro mesi a Sabadell e Avinyonet del Penedes, saranno liberate in serata. Oggi, la Audiencia Nacional ha ordinato la scarcerazione. Da quanto riferito dagli avvocati, Jaume Asens e Mateo Segui, il tribunale di Madrid ha deciso in merito.

Il tutto dopo 123 giorni di carcere a causa di una operazione fatta dalla Division de Informacion dei Mossos d’Esquadra, che ha perquisito e danneggiato vari domicili e anche l’ateneo libertario di Sabadell. L’accusa era di aver creato un gruppo su facebook tramite il quale si faceva apologia della violenza e per questo la giustizia ha deciso di configurarlo come terrorismo.

Il giudice Santiago Pedraz stamattina ha deciso che l’accusa contro queste persone è ancora valida ma non c’è bisogno della custodia cautelare. Dovranno firmare una volta alla settimana in tribunale.

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Helsinki, Finlandia: Striscione di solidarietà per Sonja Suder

Libertà per Sonja
Libertà per Sonja

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Il 14 Settembre abbiamo organizzato una attività di supporto per Sonja, la quale è imprigionata in Germania, come contributo al richiamo di solidarietà per questo giorno. Abbiamo appeso uno striscione con la richiesta del suo rilascio davanti al Goethe-Institut nel centro della città di Helsinki (Finlandia), e distribuito volantini a circa 200 persone per informare circa la sua situazione.

Solidarietà, felicità e libertà per Sonja!

Isola di Lesbos, Grecia: Striscione anarchico per la liberazione di Sonja Suder

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Sullo striscione si legge: “Gli Stati sono gli unici terroristi. Rilascio del 80enne Sonja Suder”

Il 14 Settembre, nel contesto della solidarietà internazionale e della lotta anti-statale/dissidente che non conosce confini, abbiamo risposto al richiamo della liberazione di Sonja Suder. Così abbiamo fatto un piccolo intervento nella sede universitaria (ex ATEbank) nella città di Mytilini, dispiegando il nostro striscione sulla facciata come minimo segno di solidarietà. Abbiamo voluto ricordare che qualsiasi repressione dello Stato e qualsiasi macchinazione del regime contro il movimento anarchico-antiautoritario, in ogni parte della Terra, ci riguarda tutti, sempre e ovunque. Per di più, la lotta per la vita e la libertà non conosce (e non dovrebbe conoscere) alcun confine.

Nemmeno un passo indietro. Di fronte al terrorismo di Stato, costruiamo tumuli contro qualunque cosa ci vuole schiavi o tenta di commercializzare la nostra vita e infrangere i nostri sogni. Non ci arrenderemo senza combattere.

Fino alla notte in cui l’ultima frontiera e l’ultima prigione crollerà. Fino al giorno in cui nessuno dominerà e nessuno sarà dominato. E non fate l’errore di dire che siamo in pochi, perché non lo siamo; ma anche se eravamo… siamo sicuramente decisi. Stiamo arrivando…

Organizzazione Informale Anarchica- Cellula di Lesbos

Temuco, Cile: Condannate Ariadna e Yaritza

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Il 7 Settembre Yaritza e Ardiadna sono state condannate in seguito al processo abbreviato riguardo al possesso di materiale esplosivo durante la collocazione di una bomba contro una caserma delle forze speciali e della direzione regionale della Gendarmeria.

Yaritza Grandon: 541 giorni in base alla legge sul controllo delle armi.
Ariadna Torres: 541 giorni in base alla legge del controllo sulle armi.

La procura deciderà se fare appello o meno, chiedendo la nullità del processo dato che chiedeva 5 anni e 1 giorno di condanna.

Ricordiamo che in questo processo c’è anche la compagna Roxana che è rimasta decisa, rifiutando di accettare la colpa e avere cosi una riduzione della pena.

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Cile: Prolungata di un mese la custodia preventiva per Victor Montoya

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Il 4 Settembre 2013 c’è stata una nuova udienza nel caso della procura sul compagno Victor Montoya secondo la legge antiterrorista. Questa volta la procura ha sollecitato il tribunale affinché venisse esteso il tempo per indagare e di conseguenza la custodia preventiva, chiedendo due mesi aggiuntivi. La difesa si è opposta e, alla fine, i giudici hanno concesso un altro mese per chiudere le indagini e andare a processo.

Dall’altro lato, la famiglia ha informato che la difesa è uscita ad ottenere dal tribunale l’autorizzazione per far lavorare un perito riguardo al commissariato di las Vizcachas (dove c’è stato l’attacco esplosivo attribuito a Victor) dopo vari rifiuti da parte della procura.

Basta con la legge antiterrorista e i suoi processi!

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Cile: Aggiornamento sulla situazione di Hans Niemeyer

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È stata finalmente fissata per giorno 25 Settembre 2013 alle ore 13 l’udienza dove la corte suprema deciderà in merito alla revisione del processo che è finito con la condanna di 5 anni e 300 giorni per il compagno Hans Niemeyer.

Il ricorso presentato dalla difesa, dato che la procura è d’accordo con la condanna data al compagno per collocazione di artefatto esplosivo. Secondo la difesa, la condanna non ha motivato perché il beneficio della “libertà vigilata” non è stato concesso al contrario di altri casi riguardanti dei compagni, inoltre i giudici hanno dato credito alle testimonianza di agenti di polizia che non avevano testimoniato in precedenza.

Solidarietà ai/lle prigonieri/e della guerra sociale!
Solidarietà con Hans Niemeyer!

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