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Temuco, Cile: Corte d’Appello conferma la custodia cautelare per la compagna Yaritza

La libertà è il crimine che loro perseguono

In seguito al rifiuto della Corte di garanzia di cambiare la custodia cautelare per la compagna Yaritza Grandon il 26 aprile, la difesa ha deciso di presentare ricorso alla Corte d’Appello per cercare di tirare fuori alla compagna della prigione.

Il 2 maggio 2013, la Corte d’Appello conferma la custodia cautelare per la compagna Yaritza, ottenendo un solo voto (ministro Julio Cesar Grandon) di tre per cambiare e concedere l’uscita in strada.

Ricordiamo che Yaritza è stata arrestata insieme ad Roxana y Ariadna accusate di vari attentati dinamitardi a Temuco, formalizzate sotto la legge sul controllo delle armi. Yaritza, in particolare, ha una serie di problemi di psicomotricità fine, che l’ha portata a un trattamento nel Teleton e attualmente la impedisce di essere in grado di manipolare oggetti. La fiscalia, nel suo ridicolo, l’accusa di fare e piazzare bombe.

Solidarietà con le compagne Yaritza e Arianna!
Fino a frantumare le fantasie dello stato!

fonte

Solidarietà anarchica contro l’Europa delle polizie e contro tutte le autorità

gabriel-pombo-da-silvaIl 13 Giugno 2012, dopo diverse operazioni contro altri compagni, lo Stato italiano ha lanciato un giro di vite contro decine di anarchici, denominata  “Ardire”, portando avanti  40 perquisizioni, 24 rinvii a giudizio e 8 arresti. Questa volta, si avrebbe dato anche una dimensione supplementare, accusando inoltre a compagni già incarcerati in diversi paesi europei, tra cui Grecia, Svizzera e Germania. Come al solito, lo Stato intende vedere il suo volto autoritatio  nella sorrissa dei suoi nemici irriducibili, costruendo, ad esempio, dei ruoli di lider, esecutori e di coordinatori all’interno di un’ennesima “associazione terroristica”, lì dove ci sono affinità, corrispondenza con i prigionieri, lotta e voluntà di combattere. E così che Gabriel Pombo da Silva e Marco Camenish, imprigionati per molti anni, si trovano in questa indagine inseguito a uno sciopero della fame internazionale intrapreso nel dicembre del 2009, trattati come “simboli” e punti di riferimento di un nuovo progetto sovversivo” del cuale sarebbero “gli ideologi e sostenitori.”

Dopo 20 anni passati nelle carceri spagnole (di cui 14 in regime FIES) riesce a fuggire. Arrestato nel 2004, Gabriel rifarà altri nove anni supplementari in Germania, dopo un controllo e una sparatoria con la polizia in questo paese. Estradato in Spagna il 25 febbraio, per la purga della fine delle codanne, è già stato spostato tre volte in meno di due mesi. Ora è nella carcere di Valdemoro (Madrid), sarà chiamato a testimoniare al Tribunale Nazionale il Martedì 16 Aprile 2013, perché li sia notificato il mandato di arresto europeo ( euro- ordine)  emessa dall’Italia contro di lui nel marco dell’ Operazione “ardire”. Gabriel è deciso a respingere queste misure. Se invece la procedura viene convalidata, lui dovrà ripassare davanti a tre giudici per che prendano una decisione circa una settimana più tardi, questa volta nel corso di un’audizione pubblica …

Attraverso questo requisito contro Gabriel per inviarlo certo al modulo della prigione di Ferrara (Italia), costruito appositamente per sottomettere agli anarchici e dove vari compagni sono già in isolamento, rendono pubblica una avvertenza  contro tutti. Perché le teste rimangano abbassate, le bocche imbavagliate e gli occhi chiusi. Ma è un avvertimento che non lo seguiremo mai. In mezzo ai prigionieri di questo mondo,  tiriamo fuori la nostra forza ,anche, della non partecipazione, della ribellione, dell rifiuto di fronte a tutti gli obblighi che ci invitano ad osservare, e del conflitto permanente con le istituzioni. E continueremo a difendere che, se non possiamo sfuggire a questa realtà,  siamo in grado di attaccargli in tutte le sue sfaccettature. Da soli o in buona compagnia, di giorno e notte, con i fatti e con le parole.

Ora che il governo italiano ha chiesto che li sia consegnato Gabriel Pombo da Silva per continuare il loro sporco lavoro, dimostriamogli che se i potenti sanno concordare i suoi interessi, noi anche possiamo opporre una delle nostre armi, quella della solidarietà da entrambi i lati del muro, tra i prigionieri della guerra sociale, che anche lei tanto meno conosce i confini.

No al trasferimento di Gabriel  a Italia.
Giù tutti gli Stati, i loro recinti, la loro polizia, i loro tribunali e il suo traffico di prigionieri,
Libertà per tutti/e!

Alcuni anarchici internazionalisti
13 di aprile 2013 [volantino scritto per diverse iniciative pubbliche in solidarietà a Gabriel Pombo da Silva nello stato spagnolo ]
Martedì scorso, 16 aprile, Gabriel è andato dinanzi alla Audiencia Nacional. Non ha dichiarato nulla sui fatti di cui è accusato in Italia, rifiutando di essere conformi con le false categorie come l’innocenza o la colpevolezza. Così si è stato solo a parlare sulla validità del mandato d’arresto europeo nei suoi confronti. Gli argomenti presentati dalla difesa sono stati ricevuti dal Tribunale e sembra che l’ordine europeo non può essere eseguito in questo momento. Per ora non ci sono tempi per la prossima udienza.

Il compagno rimane fermo e forte. Da parte nostra continueremo attenti alle sporche stratagemme degli Stati che, con le loro leggi, con le sue guerre e la distruzione diffusa non esitate a diffondere terrore per ottenere il controllo su tutti gli aspetti della vita e di approfittare di tutto ciò.

Di rabbia e ribellione. Con l’anarchia!

Genova, Italia: Dopo lo sgombero di Giustiniani 19

giustiniani 19Liberarci tutti!

Mercoledì 12 dicembre 11 compagni hanno ricevuto la notifica di una serie di misure cautelari (4 arresti domiciliari, 7 obblighi di firma giornalieri), nominalmente per atti compiuti durante lo sgombero di Giustiniani 19 avvenuto il 7 agosto. Le misure vengono date non in quanto “sanzione” dei reati commessi, ma come “prevenzione” di reati ancora da compiere: si tratta infatti di misure cautelari preventive, disposte per impedire la reiterazione del reato e per “sorvegliare e punire” coloro che dimostrano di avere un comportamento che non può essere “corretto” altrimenti.

Diciamo “nominalmente” perchè, da una parte, gli atti di cui si parla, gli atti per cui si sottrae la libertà alle persone e si sottraggono le persone ai propri compagni sono… cosa? Si parla di sputi, cori, insulti… addirittura il lancio di pericolose bottigliette d’acqua! Atti criminosi della peggior specie, che rivelano quello che sembra essere il delitto più efferato di tutti: resistere. Resistere allo sgombero, resistere alla polizia, alla violenza dello Stato. Un altro reato ignominioso si profila: ribellarsi, esprimere la propria rabbia e la propria determinazione.

Ma nell’Italia del 2012, in questo terreno che vorrebbero pacificare e sedare, quando prendon vita i semi del dissenso bisogna diserbare: sradicare le persone dalla loro vita e dalle loro pratiche. Dalle loro passioni e dai loro affetti.

Diciamo “nominalmente” anche perchè queste accuse non sono che un chiaro pretesto che maschera, e neanche tanto bene, la realtà che si nasconde dietro questa mossa repressiva. Una realtà espressa senza mezzi termini dalla notifica stessa, che elenca nei minimi particolari i “curricula” delle persone incriminate, tracciando un minuzioso profilo psicologico di quei soggetti che rappresenterebbero una minaccia per il quieto vivere della società.

Digos, questura e magistratura si sono unite di buon grado per questa manovra epuratrice, per questa eugenetica del conflitto: eliminare i devianti, storpiare le lotte, cercare di riuscire finalmente a far tacere le voci dissonanti. Poco importa che l’intera manovra sia stata costruita ad arte, sproporzionata rispetto alle misure cautelari imposte. Quel che conta è colpire e disgregare le realtà che si stanno muovendo nelle varie situazioni di conflitto: occupazioni, Terzo Valico, NoTav, contro tutte le situazioni di oppressione che quotidianamente ci troviamo davanti.

Viviamo in un mondo dove regna il capitale, dove chi non ha non è, dove la scelta è fra morire di fame e morire di lavoro: e chi dice di no, chi si ribella, chi cerca di costruire momenti liberi dalle relazioni quotidiane di sopraffazione che subiamo tutti giorni viene allora colpito drasticamente. Il messaggio è chiaro: accettare la dose di merda giornaliera o subire la punizione. Punizione che viene con grazioso eufemismo chiamata “misura afflittiva”, l'”afflizione” costituendo nella limitazione, più o meno “blanda” (come dicono loro) della libertà. Ma questa libertà non ci viene tutti i giorni negata, limitata… afflitta? Non è questa misura la conferma palese ed esplicita della realtà in cui viviamo, della società carceraria che ci circonda, dove ognuno è rinchiuso nel suo piccolo recinto fatto di lavoro alienante (chi ce l’ha), di affitti da pagare, di lotta per la sopravvivenza…? Noi non vogliamo lottare per sopravvivere, vogliamo lottare per vivere.

Quello che qui si vorrebbe far passare è una spoliazione del valore ideale e materiale del nostro agire: come se la nostra, presunta o meno, commissione di reati si avvicini alla patologia, visto che si giustifica la misura sostenendo che “gli indagati non sono in grado di trattenersi dal delinquere”.

Il problema è che se delinquere è resistere ad uno sgombero (peraltro davvero poco efficacemente), resistere o reagire alla violenza poliziesca, dire “assassini” e “servi” a degli assassini e dei servi, cacciare razzisti e fascisti di varia sorta dai luoghi in cui abitiamo, occupare case per vivere e sottrarsi alla rapina dell’affitto e spazi per incontrarsi e autorganizzarsi, se delinquere é solidarizzare con altri compagni detenuti o con gli immigrati reclusi, bloccare il traffico o le stazioni quando lo Stato occupa militarmente un’intera valle col proposito di violentarla, bloccare fisicamente l’arroganza di chi vuole espropriare case e terreni per opere devastanti….se tutto questo significa delinquere, se resistere significa essere criminali, diciamo chiaramente che i “moniti” punitivi e pseudoeducativi della Procura non serviranno a nulla.

Diciamo chiaramente che continueremo a resistere ma anche che di fronte alla situazione sociale che viviamo, resistere non basta più. Occorre imparare a difendersi e praticare la solidarietà. Occorre immaginare come costruire momenti di rottura e percorsi di liberazione, condividerli, estenderli, generalizzarli. Percorsi dove tutti ed ognuno, in autonomia e libertà, possano trovare il proprio spazio e dare il proprio contributo. Occorre combattere.
Che nessuno si trattenga.

Solidarietà a tutti gli inquisiti.
Libertà per Francesco.
Libertà per Sofia, Enrico, Mattia, Christian.

compagne e compagni solidali

È stato celebrato un presidio solidale lo scorso mercoledì (19 dicembre) in piazza San Lorenzo, Genova

$ile: A proposito della repressione in Bolivia

Bruciando le streghe.
Contro l’indifferenza, la delazione e la complicità con lo Stato.
A proposito della repressione in Bolivia

Lo scorso 29 maggio nelle terre dominate dallo Stato Plurinazionale di Bolivia, è stata portata a termine un’operazione repressiva contro i circoli “libertari” e anarchici, cercando di colpire i presunti responsabili delle azioni dirette perpetrate contro simboli del Potere.
Con una strategia identica alle razzie repressive di altre latitudini, si perquisiscono una decina di abitazioni. Una battuta di caccia che aveva più l’intenzione di creare un precedente, che di seguire una pista in particolare. Come già sta diventando abitudine e dettaglio poco fantasioso, si arresta in massa per poi vedere cosa apporta ogni detenutx.

Così facce note e molto identificabili nei circuiti anarchici sono state arrestate , con la classica scusa  del profilo da neutralizzare. Così sono state presentate tre persone come i capibanda degli attacchi.

Una pomposa conferenza della stampa è servita da scenario per mostrare come agiscono i potenti quando vedono attaccati i loro interessi. Le prove ancora una volta erano riviste, libri, manifesti, toppe e maschere.

All’inizio, e in assenza di informazione, nessuna aveva sufficienti certezze di come avessero avuto origine le manovre repressive, ma con il passare delle settimane comincia a passare nelle pagine di controinformazione la notizia della collaborazione di 3 detenuti, tutti membri di una organizzazione di taglio piattaformista chiamata OARS, la cui pagina internet dà chiari segnali dei suoi principi, per nulla anarchici e per nulla “libertari”.

Sottoposte agli interrogatori, queste tre persone hanno fornito nomi, indirizzi e relazioni di amicizia tra il resto degli/lle arrestatx e hanno segnalato apertamente due persone come responsabili, facendo i nomi di Nina Mancilla e Henry Zegarrundo. Così è come sono stati incarcerati, avvolti in un’onda di accuse, mormorii e confusione. Più tardi anche una terza persona, Mayron Mioshiro, è stata arrestata e portata nel carcere della città.

Tramite testi anonimi, carichi di prepotenza e alcuni di altezzosità, con il coraggio di discutere altro, abbiamo scoperto che nessunx dex detenutx formava parte di alcuna cellula di azione diretta ma che si rivendicavano anarchici. Così leggemmo che il nome di Mauricio Morales citato in alcune azioni, bastò per scatenare l’isteria, così abbiamo saputo che il nome di Luciano Pitronello, dipinto su un lenzuolo bastò perchè si parlasse di terrorismo e immaginarie organizzazioni internazionali.

Ma con il correre dei giorni l’informazione cominciò a spegnersi e quello è stato il terreno di coltura della confusione regnante, è così che poche persone hanno capito nella giusta prospettiva quello che si nasconde dietro l’attacco repressivo in Bolivia e da uno e dall’altro lato si fomenta la confusione.

Così l’OARS nei suoi testi accusa altrx compagnx di essere i collaboratori, nel tentativo di sganciarsi dalle responsabilità. Hanno anche avuto il coraggio di fare una chiamata di solidarietà per gli arrestati (che loro stessi hanno consegnato alla polizia) e di passaggio farsi pubblicità come un’organizzazione repressa e “vittima” dell’attuale “desmedido” della polizia, arrivando perfino a pubblicare un numero di conto corrente dove depositare denaro in solidarietà con i propri membri che si trovano agli arresti domiciliari.

Come anarchici, non riconosciamo frontiere e non accettiamo che ci siano temi nei quali possiamo partecipare solo come semplici spettatori, per questo ci decidiamo a scrivere questo testo, come messaggio solidale carico di forza verso gli incarcerati.

Spiacevolmente abbiamo trovato più informazioni nella stampa del capitale che nelle pagine di controinformazione, così ne approfittiamo per invitare i compagnx di là a tenere un ruolo più attivo nella diffusione delle notizie sul caso.
Comincia la caccia alle streghe…

Tramite internet ci siamo imbattuti in una lettera recente di Nina Mancilla (1) sulla sua situazione giuridica e ci sembra rilevante esprimerci al riguardo.
Nella sua lettera si può identificare chiaramente che il messaggio che sta portando è dimostrare la sua innocenza in base alla presunta colpevolezza di un’altra persona che sarebbe libera, proponendo così una sorta di scambio, consegnando l’identità di quest’altra persona per ottenere la sua liberazione. Nina non identifica come responsabili della sua incarcerazione lo Stato, l’istituzione della polizia o la dichiarazione di Renato Vincenti che la incolpa direttamente, lei preferisce addossare la responsabilità alla persona che presumibilmente appare in un video e che non ha alcuna somiglianza con lei. Le sue parole ripetono le logiche poliziesche più basilari, inoltre non avere alcuna somiglianza non è prova concludente di nulla.

Capiamo l’angoscia che provoca la prigione, poiché quello è l’obiettivo che persegue fin dai suoi inizi, distruggere chi sopravvive al suo interno, in maniera morale così come fisica, emozionale e politica. Capiamo il dolore, l’angoscia e la rabbia, ma come anarchici mai capiremo né giustificheremo che questo dolore porti all’atto di collaborare o consegnare su un vassoio le identità di altrx.

Storicamente la prigione è stata la punizione per quelli che si sono opposti al dominio, storicamente quelli che si sono ribellati hanno ricevuto condanne di vendetta e la storia ci ha trasmesso anche che dietro le mura delle prigioni sono esistite persone che non si arrendono, che non si zittiscono e che continuano a lottare, senza vacillare nelle loro convinzioni.

Per essere anarchici non basta enunciarlo, ma bisogna tenere una posizione coerente con i principi anarchici, in quel senso la lotta per la distruzione delle prigioni è un asse centrale nella difesa della libertà. Quindi, protestare perchè il/la prigionierx sia un altro/a e non sé stessi è un atto denigrante, però è ancora peggio fare una chiamata aperta e una provocazione senza trucco perchè questa persona si consegni o sia consegnata da altrx.

Questo costituisce un ricatto, un’attitudine servile al Potere, agli interessi dello Stato e porta a un evidente autoritarismo, poiché mediante la pressione mediatica si impone a un’altra persona un cammino da prendere, quale consegnarsi agli organismi polizieschi. In definitiva è una posizione poliziesca e delatrice.

Purtroppo questa attitudine ripudiabile non ha ricevuto alcuna risposta e si diffonde come una verità. Così troviamo un altro testo (2) in cui una tale  Virginia Aillón non perde occasione di segnalare che chi ha portato a termine le azioni dirette, dovrebbe mantenere un’attitudine “coerente” e consegnarsi. Questo tipo di chiamate non ce le saremmo mai aspettate da un Garcia Linera (3) né da qualunque persona si rivendichi parte dello spettro “libertario” o anarchico.

Per il resto, nessuno si aspetta che chi si trova in prigione assuma come proprie azioni che non ha realizzato, nessuno deve accettare invenzioni e infamità che il Potere si incarica di imporre come verità. Ma questo non equivale a consegnare identità di altrx e menchemeno di fare un’aperta citazione-accusa contro un’altra persona, accusandola incredibilmente di essere falsamente anarchica perchè non si consegna.

Non accettiamo questa condotta e ci sembra disprezzabile, poiché non solo confonde il reale nemico ma anche perchè incarna tutti i valori della cultura dei potenti, questo tipo di azioni non hanno niente a che vedere con valori “libertari” o femministi secondo l’autodefinizione che queste fanno di loro stesse.

Più in là della discussione sui metodi, crediamo che sia importante mantenere sempre alta una morale anarchica, sapere identificare il nemico, e quindi, tenere chiaro che chi realizza azioni illegali, non è “colpevole” degli attacchi repressivi che lo Stato può portare, questo lo hanno capito dai tempi remoti tuttx queglx anarchicx che difesero a viva voce i cosiddetti illegalisti in prigione. Se esiste difesa per l’innocenza e ghigliottina per i “colpevoli”, si ha posto fine alla visione anarchica ed è rimasta solo una dissidenza amichevole con le logiche statali.

Entrambi i testi di queste supposte femministe boliviane, accendono solo il falò su cui bruciare la strega. Con queste chiamate a consegnarsi al Potere, l’ordine patronale, statale, poliziesco e patriarcale non riceve alcun colpo, ma al contrario si riafferma e si garantisce la propria continuità. Quello che dobbiamo stimolare tra tuttx quellx che hanno ricevuto colpi dallo Stato è la solidarietà, mai la delazione né l’isolamento.

Si è molto paragonato il processo boliviano con il caso Bombas in Cile, ma forse c’è una differenza sostanziale, più in là delle similitudini ed è che qui, i compagnx incarceratx, pur rischiando condanne fino a 25 anni, non sono mai entrati nel gioco dello Stato, mai hanno chiesto che chi aveva compiuto le azioni dirette si consegnasse. Lasciarono in chiaro che loro non avevano partecipato e che non formavano parte di nessuna associazione illecita terrorista, ma mai chiesero a qualcuno di sottomettersi al Potere e e questo è forse il maggior atto di solidarietà.

Il messaggio per noi è chiaro: solidarietà senza frontiere con i perseguitati dal Potere, distruzione delle carceri e liberazione fino alla fine.
Un abbraccio complice per Henry e Mayron, libertà per tuttx, per la fine delle carceri, dei suoi carcerieri e dei suoi falsi critici.

Alcuni anarchici della regione cilena.
Santiago, inizio di ottobre 2012.

Note:
(1) La lettera integrale di Nina Mancilla si può trovare qui
(2) Per chi vuole leggere il testo di “Virginia Aillon”, si trova qui in spagnolo
(3) Alvaro Garcia Linera è l’attuale vice-Presidente della Bolivia, che come tanti altri ex-lottatori dell’America latina, ha fatto un salto da un passato guerrigliero (fu membro fondatore dell’Esercito Guerrigliero Tupak Katari) a occupare un posto importante in una sede dello Stato che fino a ieri aveva combattuto. Ricordato tra i suoi ex compagni per aver consegnato informazioni sui membri dell’organizzazione e l’infrastruttura, è forse il personaggio più influente oggi nell’attuale governo di Evo Morales. Si potrebbe dire che è “il cervello pensante”, mentre Evo è “l’immagine carismatica”.

in spagnolo

Buenos Aires, Argentina: Rivendicazione dell’attacco incendiario ad auto di lusso ed ad una camionetta dell’ambasciata italiana

I difensori dell’ordine e i sostenitori del sistema hanno dato un nuovo colpo contro i/le compagn* anarchici/che in Italia, l’ennesima operazione repressiva, con una serie di raid che mirano a porre fine alle pratiche ribelli degli/delle insort* che continuano a estendersi in tutto il mondo per un’idea di libertà che sono benvenute per gli/le altr* compagn*, con la particolarità della lotta che si svolge in ogni area.

Essa è riuscita a coordinare una linea d’azione che sta dando buoni frutti per noi che pensiamo che niente è meglio che passare all’azione e attaccare in molteplici modi l’autorità che si impone  in ogni angolo del pianeta.

E’ valida la critica che si può fare sull’efficacia dei nostri colpi contro lo Stato e il Capitale mondiale, però sempre tenendo presente come obiettivo l’estensione dell’insurrezione non solo nell’aumento della forza di cui disponiamo, ma anche dell’agilità e  della costanza con cui alimentiamo insperati fuochi di resistenza prima dell’avanzare della dominazione in tutte le sue forme .
Ci assumiamo la responsabilità per aver generato il caos e la distruzione nella città di Buenos Aires, per aver bruciato le auto in Recoleta il 25 e 26 di Agosto.

Il 2 settembre alle 2, abbiamo bruciato una camionetta dell’ambasciata italiana davanti alla sua fortezza.

Amic* della Terra / Federazione Anarchica Informale

spagnolo

Lettera della compagna Felicity Ann Ryder, da qualche parte fuori delle gabbie…

Compagni, amici,

Mi sarebbe piaciuto di aver scritto in precedenza, ma per varie circostanze non ho avuto la possibilità di farlo ancora. Voglio inviare un caloroso saluto e dire grazie a tutti coloro che si sono preoccupati per me e la mia situazione, a coloro che hanno mostrato solidarietà con Mario e com me. In questi momenti difficili significa molto avere gente che stia in solidarietà da vicino o da lontano, anche senza avermi mai incontrato. Mando un abbraccio rivoluzionario a tutti voi.

Voglio precisare che, nonostante tutte le bugie delle forze di polizia della città del Messico e dei mass media, non sono mai stata arrestata e che non sono mai stata detenuta in una delle loro prigioni. Ho cercato di capire perché avrebbero detto e diffuso tali informazioni false in tutto il Messico ed in Australia, ma alla fine dei conti, come una persona libera non penso come un agente di polizia, e non sarò in grado di capire. Se fosse per tentare invano di rompere o manipolare Mario, di manipolare la mia famiglia, o per cercare di apparire mezzo competenti nel fare il loro lavoro, non lo so.
Quello che so è che io sono fiera di essere un’anarchica, ed orgogliosa di essere un nemico per l’autorità e per lo Stato.

Al mio fratello Mario, gli mando un abbraccio gigante e molta forza e salute. So che manterrà sempre le sue convinzioni forti, così come il suo desiderio di raggiungere la Liberazione Totale. Sarò sempre al tuo fianco, compagno. Ricorda, sempre faccia a faccia con il nemico!

Invio anche un caloroso saluto ai compagni fuggitivi Diego Rios e Gabriela Curilem in Cile. Un caloroso abbraccio ai compagni delle CCF e Lotta Rivoluzionaria in Grecia, per i compagni anarchici in carcere in Italia, a Braulio Duran, Luciano Pitronello, Gabriel Pombo da Silva, ed a tutti i prigionieri anarchici e fuggiaschi di tutto il mondo.

Que viva la Anarquia!
Felicity.

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La Paz, Bolivia: Comunicato da Henry Zegarrundo, che viene tenuto in detenzione preventiva nel carcere di San Pedro

Il terrore cerca di imporsi attraverso la persecuzione, la repressione e la carcerazione per tutti noi che rompiamo la sua ideologia della paura, un’ideologia rafforzata dalle media della “comunicazione”, un’ideologia rinforzata da coloro che servilmente l’accettano anche se non sono d’accordo.

Il Potere cerca la MORTE SOCIALE attraverso il carcere, cerca di diminuire un individuo attraverso l’ANNIENTAMENTO MORALE. Ma fino ad ora non ho provato nessuno di questi due “fenomeni” disegnati da parte dello Stato, l’unica cosa che sono riusciti a fare è farmi sentire più libero che mai nonostante fossi rinchiuso dietro queste mura spesse.

Il più delle volte pensiamo che il Potere è un unico nemico, ma abbiamo altri nemici mascherati da anarchici; tali nemici sono quelli che formano accuse o false asserzioni sulla base di supposizioni contro quelli di noi che siamo imprigionati; poi questi soggetti senza etica rilasciano dichiarazioni di sostegno e negano di aver fatto dichiarazioni contro di me, in modo di accontentare tutti, continuando a mentire ed inventare storie per salvare il loro culo sporco, sporco come la loro stessa esistenza.

Nina e io siamo stati accusati da Renatto Vincenti (che è uno tra gli arrestati del 29 Maggio e membro) dei OARS (“Organizzazione Anarchica per la Rivoluzione Sociale”), il quale ha persino promesso di continuare a “collaborare” con l’inchiesta, mentre la cosa peggiore di tutto ciò è che i funzionari dello Stato lo credono ciecamente. Alla fine, tutti hanno disperatamente optato per le dichiarazioni basate su ipotesi; sono stati sconfitti senza aver mai combattuto. Spero che Vico non sia entrato in questo gioco di paura.

Voglio chiarire una cosa: politicamente, mi sono sempre distanziato da organizzazioni gerarchiche, patriarcali, speciste e organizzazioni di attivisti (tipiche dei partiti politici). Io non credo nei dogmi, nei martiri o nei eroi, quindi non faccio parte dell’OARS, io non faccio parte del RED VERDE (“Rete Verde”), come quelli al Potere piace credere, sulla base di quanto affermato nella sua dichiarazione Renatto, dal momento che i membri dell’OARS partecipano anche in RED VERDE. Che contraddizione, giusto?

Conosco solo FAI-FRI attraverso i comunicati che rilasciano. Sicuramente, però, la scrittura con ‘x’ (un uso del linguaggio inclusivo in spagnolo) rimarrà come un’ulteriore prova contro di me, una volta che gli investigatori leggeranno questo comunicato.

L’anarchia non si tratta di mantenere se stessi in isolamento teorico, è di mettere la libertà in pratica nella nostra vita quotidiana. Dobbiamo scindere dai traditori e dai soggetti infidi, perché tradire la lotta anarchica vuol dire inginocchiarsi, mentire, dare la colpa agli altri, causare sedazione con la paura, in teoria, il tradimento è tradire qualcuno che aveva qualcosa a che fare con te ma, in questo caso particolare, il tradimento attraverso la menzogna che sia lo stesso o forse peggio ancora, è tradire se stessi pur avendo un discorso prima, che è rimasto solo in parole.

Ciò che mi rende felice è che, là fuori, si respira la solidarietà, la libertà e lo spirito di lotta, che deve andare avanti a dispetto di queste incarcerazioni. È ora più che mai importante continuare a combattere, dibattere, diffondere, discutere e pubblicare. È abbastanza spiacevole sapere che alcuni si sono distanziati anche se usavano discorsi radicali, ma questo non mi addolora affatto dal momento che sia meglio essere pochi che essere un gregge che segue semplicemente le decisioni degli altri.

Questo è tutto per il momento, esprimo la mia solidarietà a tutti gli ostaggi degli Stati, li mando un sacco di forza, saluti, baci ed abbracci.

L’eco dei solidali in Perù, Ecuador e in altre parti del mondo ha raggiunto questo luogo.

Forza a Tipnis (lotta in difesa della “Fortezza Isiboro Parco Nazionale di Sicurezza e Territorio Indigeno”), anche se non sono d’accordo con la realizzazione della nona (“nazionale indigena”) marcia, guardo tutto ciò che accade da qui dentro, sperando che sagge decisioni saranno prese, perché sappiamo che lo Stato sta per ingannare e seminare la discordia, al fine di imporre le sue leggi pro-capitaliste. La migliore strategia che vedo è quella di combattere sulla scena stessa del conflitto, nella Fortezza Isiboro stessa.

Grazie alla mia famiglia, agli amici, ben noti e sconosciuti ad altri, che mi hanno concesso una visita, ribadisco i miei saluti a tutti coloro che hanno scelto di essere i guerrieri di tutti i giorni che sono stati in grado di affrontare la paura e il terrore.

Henry Zegarrundo
Anarchico anti-autoritario

Fonte: Croce Nera Anarchica del Messico
Alcune informazioni di base al caso: 12

Atene: Attacchi incendiari da parte della nuova Cospirazione delle Cellule di Fuoco/FAI-FRI

Questa traduzione del testo dei Gruppi Rivoluzionari per la Dispersione del Terrore che in precedenza era resa pubblica dal Contra Info qui è dedicata ai tutti/e compagni/e in Italia che nell’ultimo periodo vengono pressi di mira per l’ennesima volta da parte delle autorità. La solidarietà è l’arma del popolo!

Assunzione di responsabilità per gli attacchi incendiari da parte dei Gruppi Rivoluzionari per la Dispersione del Terrore (CCF/FAI-FRI)

I lupi non possono essere imprigionati, non possono essere domati

La citazione seguente è dedicata agli rivoluzionari anarchici Giannis Michailidis e Dimitris Politis, che sono ricercati per la partecipazione all’organizzazione rivoluzionaria anarchica CCF e non si arrenderanno mai! Che i nostri incendi vi diano forza e le nostre ceneri nascondino le vostre tracce, fratelli.

“Se mi guardo attorno mi vien voglia di vomitare. Da una parte lo scienziato a cui devo credere per non essere ignorante. Dall’altra il moralista e il filosofo dei quali devo accettare i comandamenti per non essere un bruto. Poi viene il Genio che devo glorificare e l’eroe innanzi al quale devo inchinarmi commosso.

Poi viene il compagno e l’amico, l’idealista e il materialista, l’ateo e il credente e tutta un’altra infinità di scimmie definite e indefinite che vogliono darmi i loro buoni consigli e mettermi, finalmente, sulla buona via. Perché – naturalmente – quella su cui cammino io è una via sbagliata, come sbagliate sono le mie idee, il mio pensiero, il mio tutto.

Io sono un uomo sbagliato. Essi – poveri pazzi – sono tutti pervasi dall’idea che la vita li abbia chiamati ad essere sacerdoti officianti sull’altare delle più grandi missioni, poiché l’umanità è chiamata a dei grandi destini…

Questi poveri e compassionevoli animali deturpati da bugiardi ideali e trasfigurati dalla pazzia, non hanno mai potuto comprendere il miracolo tragico e giocondo della vita, come non hanno potuto accorgersi mai che l’umanità non è affatto chiamata da nessun grande destino. Se qualche cosa avessero compreso di tutto ciò, avrebbero almeno imparato che i cosiddetti loro simili non hanno voglia affatto di rompersi l’osso spinale per cavalcare l’abisso che l’uno dall’altro separa.

Ma io sono quel che sono, non importa cosa.

E il gracidare di queste multicolori cornacchie altro non serve che a rallegrare la mia personale e nobile saggezza. Non udite, o scimmie apostoliche dell’umanità e del divenire sociale, qualche cosa che romba al di sopra dei vostri fantasmi?

Udite, udite! È lo scrosciare saettante delle mie furibonde risate, che su, nell’alto rimbomba!
[Renzo Novatore, con pseud. Brunetta l’Incendiaria]

Innanzitutto vogliamo chiarire che lo scopo di questa analisi non è affatto la formulazione di una teoria. Invece, si sceglie come mezzo per la diffusione della visione rivoluzionaria ed ha come scopo principale il consolidamento pratico e il rafforzamento delle resistenze collettive all’autorità, nello stesso modo in qui essa indebolisce i rapporti personali e priva di significato la vita quotidiana.

Il contesto storico odierno trova il capitalismo in tumulto ed i equilibri interni della società in mutazione. I meccanismi inerenti al sistema per la sua riproduzione ed auto-equilibrio funzionano sempre più intensamente. Così, i Stati, come il meccanismo di base per assicurare il totalitarismo, si impegnano a rafforzare tutti i loro mezzi di sottomissione pratici ed indiretti.

In questa condizione, come previsto, sempre più gruppi sociali entrano in contatto con il lato disgustoso dell’autorità. Questo non significa che le persone elaborano le loro esperienze nello stesso modo. Sono pochi quelli che finora concepiscono la vera natura disumana del capitalismo. La sua anima maliziosa. Ancora più meno sono quelli che hanno le palle per liberarsi nella prassi, anche se brevemente, dai quadri soffocanti del potere. Per questo motivo è assurdo di credere che sia possibile, così semplice, un cambiamento del mondo, una rivoluzione mondiale. Tuttavia, la guerra con il potere esiste ed esisterà per sempre, fino a quando anche un unico uomo si sente limitato ed evaderà dalla sua prigione.

Noi seguiamo il nostro cammino attraverso la rete caotica dell’autorità che si estende nella società. L’obiettivo è l’annullamento con la prassi della più profonda concezione di restrizione che possiamo identificare in qualsiasi situazione. Per raggiungere questo obiettivo scegliamo azioni che per la etica della società sono estreme. La legge della città è rimasta la stessa con la legge della giungla. Dopo quasi 4000 anni di evoluzione della civiltà, l’uomo non è riuscito ancora a superare con la sua logica il gioco contenzioso della dominazione del più forte. Allora attacchiamo furiosamente l’esistente, non per vincere in qualche battaglia di superiorità, ma per distruggerlo completamente. Proclamiamo, con ogni nostra azione, la guerra a qualsiasi cosa rafforzi o rappresenta il potere del cazzo per soddisfare i nostri desideri. Perché abbiamo capito che non c’è altra strada per recuperare la libertà al di là dell’infinita lotta dentro e fuori i confini del sé.

Dovunque ti trovi, scava in profondità.
La sorgente è là sotto.
Non ti preoccupare, se la gente
cupa griderà: “C’è l’inferno, là sotto!”
[Friedrich Nietzsche]

Nella notte di Sabato, 12 Maggio, ad Atene, abbiamo scelto di colpire un veicolo delle Poste Elleniche (ELTA) che era parcheggiato nella Piazza Cyprou nel quartiere di Holargos con un semplice ordigno incendiario di 1,5 litro di benzina, e la chiesa di Aghios Ioannis (San Giovanni) all’incrocio di Via N.Dimitrakopoulou e Petmeza nel quartiere di Makrygiannis (vicino alla collina Filopappou) con 3,5 litri. Il furgone delle Poste Elleniche è distrutto completamente mentre nella casa di Dio sono stati causati danni ingenti. Queste azioni sono state “nascoste” da parte dei media. Per quanto riguarda se sono state fatte, è testimoniato dalle ceneri che abbiamo lasciato nei posti in questione. Quando effettuiamo azioni di questo genere o quando infrangiamo altre leggi, quando rompiamo gli imperativi sociali dissolvendo i confini predeterminati tra di noi per creare relazioni oneste, siamo felici perché siamo liberi. La cosa più importante è la consistenza naturale alle nostre azioni. Parallelamente consideriamo come dato di fatto che vi sia la necessità di dichiarare pubblicamente le nostre azioni rivoluzionarie, come anche il nostro modo di vivere, le nostre pratiche e il codice dei valori che abbiamo creato il quale ci “detta” di seguire questa strada personale verso la realizzazione del sé. Per il massimo livello di coscienza del Potenziale umano.

Il dubbio è fonte di conoscenza. Attraverso il dubbio, l’uomo può realizzare la miseria dell’esistente. Ma per incarnarsi e diventare un’arma utile contro il nemico questo dubbio, ha bisogno di persone decenti, coraggiosi e combattivi con progetti pertinenti. La violenza rivoluzionaria che viene esercitata da queste persone può, nelle circostanze esistenti, essere considerata l’esercizio più diretto ed efficace. Questo perché le “sane” posizioni politiche per noi non sono una mera conciliazione con il nemico, ma una guerra in cui, invece di dialogare con il tuo nemico, lo pugnali.

Infine, vogliamo l’intensificazione delle situazioni. Vogliamo avere contro di noi i padroni del mondo. Conosciamo il potere del nemico e non ci aspettiamo da lui compassione o comprensione. Lo vogliamo nemico, persecutore ovvio. Così, attraverso la nostra posizione pubblica per quello che riguarda le nostre azioni, ogni persona che lo desidera può trovare ragioni chiare per i nostri atti. Non desideriamo coalizioni ed unioni con chiunque indegno che nega il suo stesso potere personale. Non facciamo compromessi, non passiamo la nostra vita come miserabili. Vogliamo che i possessori ci chiamano ladri pisciando nei loro pantaloni.

Dentro e fuori le mura, la solidarietà tra gli anarchici della prassi esiste e si trova nell’intenzione comune delle nostre azioni: per indirizziarsi con passo fiammeggiante verso il culmine nelle nostre idee.

Pertanto, questa lettera di assunzione di responsabilità è dedicata specificamente al Rami Syrianos, il quale ha effettuato un sciopero della fame vittorioso dal 15 al 21 Maggio chiedendo la rimozione del regime speciale di detenzione imposto dai secondini delle carceri di Nigrita a Serres, come anche a tutti i prigionieri decenti.

Continuare a tenere forti, compagni, sempre coerenti. Abbiamo ancora molte esplosioni da dedicarvi.

COSPIRAZIONALITÀ – DIGNITÀ – SODALIZIO

Viva la Cospirazione delle Cellule di Fuoco
Viva l’Internazionale Nera

PS.1: Dobbiamo informare la cellula dei membri imprigionati della Cospirazione delle Cellule di Fuoco che l’oscurità la quale abbiamo scelto per il periodo precedente è dovuta alla ricerca di tecniche e infrastrutture. Restiamo sempre coerenti alle nostre scelte e alla ricerca di nuovi complici.

PS.2: Per quanto riguarda Roberto Adinolfi, direttore della società energetica Ansaldo Nucleare, controllata dal gigante dell’industria aerospaziale e della difesa, Finmeccanica, gli auguriamo delle belle passeggiate con la sedia a rotelle e le stampelle. Ora avrà tempo sufficiente per pensare ai risultati delle sue scelte.

Nucleo Olga, ti ringraziamo!

FAI/FRI
COSPIRAZIONE DELLE CELLULE DI FUOCO
GRUPPI RIVOLUZIONARI PER LA DISPERSIONE DEL TERRORE

Italia: Federico Buono in solidarietà ai arrestati ed indagati

Il testo qua presente è stato vergato nei giorni convulsi del mio processo per furto aggravato. Non ho mai voluto sapere nulla, e non ho chiesto aiuto a nessuno per sapere l’esito.

Nella mia esperienza il mio modo d’agire e un tentativo di negare il diritto e viverlo nell’incertezza -ha reso queste parole più forti… Parole che dedico al mio affine Maurizio e a tutti quelli che nell’indagine messa in piedi dalla suora Manuela Comodi-sceglieranno un modo antigiuridico.

L’attacco Nichilista

Mi muovo nell’ombra.Sento la percezione di un eventualità come il non percorso. Vaghi ricordi.L’insicuro incedere scalfisce la strada in verticale davanti a me stesso.
Sento i miei passi in una frenetica convulsione nel non sapere.
Ricalco il mio spazio essenziale e pongo un cerchio concentrico tra me e la stanzialità temporale.
Divengo l’uno e io in solitudine.
Inseparabile in un assunto continuo nel divenire che annienta il remissivo redimere stanziale dell’evento.
L’evento e in me o davanti a me?
L’immediabilità muove attorno in me individuo.
La mia ombra arma il suo desiderio misantropico ed espone nel proiettarsi in una luce dai continui riflessi:la luce della passività ama la mia ombra.Io mi armo contro di essa.
Esco da un interstizio.Sento delle voci:percepisco,vogliono il mio desiderio nell’affermarmi.Lontano da tutto sono anche accanto in un angolo nascosto nelle arterie maleodoranti delle necropoli  della società umana.
Ho scelto,tengo lontano i ricordi,la passività espande la sua luce e vuole masticare la mia essenza.
Io sono sospinto  contro di essa.Ho deciso di non cedere al “certo”  che completa l’avvicendarsi delle regole della società umana.
Ogni giorno è un momento diverso e lo spazio che racchiude la mia avidità di affermazione tende in un proteso distruggere il passato di un istante prima.
L’istante negato distrugge la normalità..
Ad ogni angolo nascosto sono la mia ombra ed essenza volitiva.
Mi pongo al centro spezzando la speranza di ricordi insignificanti.
Il Tempio della profezia-catalizzatore di eventi ed esperienze-mi richiama e il Demiurgo aspetta un cenno di disperazione.
Non cedo e non l’ho fatto fin dall’inizio.
Il potere Egoista attacca e frammenta a  brandelli la morale,nè vuole il cadavere ancora caldo-per bruciarlo e farlo cenere..
In questo giorno esco allo scoperto-geloso della mia ombra-e dedico queste poche parole ai miei fratelli di sangue e affini inquisiti dalla suora Manuela Comodi.
L’attacco Nichilista non abdica e si rivendica in un continuo incedere delle proprie pulsioni vitali!

Dal mio Inferno Personale
Federico Buono

Italia, Edizioni Cerbero: “Il trionfo del Genio Distruttore”

Ah! l’odore e la puzza si mescolano.

Per scalare il vertice ci vogliono unghie affilate e mani pronte alle ferite più dolorose.

Mentre si scala il vertice di un’umanità decadente, cadono, cadono le rocce che si sgretolano sotto le dita…

Ardire! Osare! Ecco scatenarsi i timori popolari mescolati al Ressentiment verso la nostra sovranità dell’individuo

I sogni e gli incubi di Filippi mi vengono incotro…

Un diavolo indomito si erge sopra le moltitudine nate dal caso.

Un diavolo che non accetta di essere messo a giudizio dalla vostra autorità prossima alla fine…

Dalle vostre chiese ortodosse avete emesso mandati di arresto contro noi, vagabondi del pensiero e dell’azione, noi diavoli del terrore, coloro che sputano e vomitano sopra le vostre statue sacre… noi diavoli del terrore, gli iconoclasti, i nichilisti illegalisti e i rivoluzionari senza un nome…

Tutto quello che nasce è giusto che rovini! Tuonava dalla sua vetta il Goethe!

La vostra unione dei Deboli che chiamate Stato e Società non è immune a questa legge delle cose…

Il Trionfo del Genio Distruttore è quello che vi aspetta…

Non basteranno le scomuniche e i roghi allestiti dai servi di suor.Manuela Comodi…

“Una risposta dello Stato” è stato detto… un riso sacrilego rimbomba nelle celle, per ogni arrestato ci sarà un nuovo rivoluzionario nichilista pronto ad attaccare.

Il fuoco non ci brucia, veniamo da un posto molto più caldo e ci siamo allenati per l’inferno.

Saluto gli affini, i compagni dell’Internazionale Nera i senza nome e gli arrestati e indagati nell’operazione “Ardire”.

Omertà totale e nessuna delega.
Per l’Anarchia e il trionfo dell’Io.

Il trionfo del Genio Distruttore – Maurizio De mone

contatti: VerticeAbisso(chiocciola)distruzione.org

Italia: Niente di cui stupirsi (sull’inchiesta “Ardire” ed i porci Comodi)

L’ennesima inchiesta, portata avanti dall’ennesima procura, contro i compagni anarchici non ci stupisce minimamente perché era nell’aria.

Tutto era stato annunciato specialmente negli ultimi mesi sulle pagine dei media nazionali che stendevano il tappeto rosso per la passerella del pm di turno. A sfilare sotto i riflettori questa volta , e per l’ennesima volta, è la pm Manuela Comodi, sostituto procuratore della Procura di Perugia, già nota sia da molti compagni anarchici sia dagli assidui telespettatori di alcune trasmissioni “tribunali”televisive per quanto riguarda l’omicidio di Meredith Kercher e per cui aveva mandato dietro le sbarre un ragazzo dello Zaire, Patrick Lumumba, giusto perché era di pelle “nera”.

Erano mesi che l’inquisitore di turno mandava “veline” alla stampa cercando di preparare bene l’evento che l’avesse portata sul piedistallo, o al massimo su una poltrona di “Porta a Porta” o “Matrix”.

Il 13 giugno, alle ore 04:00, sotto richiesta della stessa pm Comodi venivano arrestati 8 compagni; perquisiti circa 40 compagni in tutta Italia, in Svizzera, Germania e Grecia e un totale di 24 indagati tutti per 270bis, tranne i compagni arrestati che vengono accusati anche per reati specifici.

Tutti indagati nell’inchiesta “Ardire” contro la Federazione Anarchica Informale.

L’operazione ha avuto la collaborazione dei R.O.S. (reparto operativo speciale dei carbinieri) guidati dal noto comandante Gianpaolo Ganzer (o semplicemente “Escobar”. Il capo caramba gestiva alcuni spostamenti nel traffico di droga e per questo era stato anche condannato a 14 anni).

Nelle prime ore del pomeriggio, dello stesso giorno, gli inquisitori erano già davanti alle telecamere a decantare la loro impresa per aver messo fine alla storia della Federazione Anarchica Informale.

Parole già sentite dagli inquisitori romani qualche anno fa, per quanto riguardava l’inchiesta “Operazione Cervantes”, e nella consecutiva inchiesta contro i compagni che all’epoca erano redattori di “Croce Nera Anarchica”.

Quindi niente di nuovo… se non che a veder negata la propria libertà fisica oggi sono altri compagni e che dall’operazione Cervantes in poi la F.A.Informale si è sparsa come un tumore nei corpi degli stati mondiali e man mano colpisce qualche organo.

Fortunatamente mai nessuna inchiesta ha spento il fuoco di ribellione che vive dentro qualsiasi anarchico che lotta per la distruzione dell’esistente e per una società libera.

In passato c’erano compagni come Bresci, Severino Di Giovanni e Sante Caserio, oggi c’è la Federazione Anarchica Informale e moltissimi altri individui che, anche se non condividono alcuni contenuti della F.A.I., portano avanti l’azione diretta contro gli stati e le loro istituzioni mondiali con i propri contenuti.

Quindi “ad ognuno il suo”; il necessario è che l’azione diretta diventi sempre di più una pratica quotidiana e che un po’ di libri di teorie sull’insurrezione vadano in soffitta insieme ai loro teorici.

SOLIDARIETÀ E COMPLICITÀ CON I COMPAGNI ARRESTATI!
SOLIDARIETÀ CON TUTTI GLI INDAGATI E PERQUISITI!
PER L’AZIONE DIRETTA “COL FATTO”, PER L’ANARCHIA

RadioAzione

Italia: La mail di RadioAzione è stata manomessa

A tutti i compagni,

Non scrivete alla mail di radioazione[chiocciola] autistici.org nel prossimo periodo. La mail potrebbe essere stata clonata, ma quello che è sicuro è che stata manomessa da qualcuno che ha cancellato tutta la posta inviata e arrivata e cancellato anche tutti i contatti.

Nulla da dire in quanto accaduto perchè è nella quotidianietà che ci controllano, ci spiano…quindi niente di nuovo!

Per l’anarchia, per l’azione diretta “col fatto”, per l’insurrezione

RadioAzione