Nota di Solidaridad Negra: Grazie ad alcunx compagnx che sono statx in grado di viaggiare da una città all’altra per visitare il compagno Henry Zegarrundo, siamo statx in grado di fare un’intervista con lui. Per superare le difficoltà, l’intervista è stata realizzata nel corso di due visite, in cui nella prima è stata fatta la proposta e gli è stata lasciata l’intervista scritta, così che potesse rispondere allo stesso modo. La seconda visita era per avere le sue risposte scritte e anche condividere opinioni-criteri riguardo alla situazione repressiva e alla solidarietà dei circuiti, collettivi e movimenti anarchici-libertari.
L’intervista ha diverse parti, che pubblicheremo in maniera periodica. In questa prima parte volevamo parlare di come ha influito sul compagno vivere le circostanze e le conseguenze del colpo repressivo. Volevamo che fossero le sue stesse parole ad incaricarsi di analizzare un argomento specialmente delicato: la complicità con lo Stato da parte di alcune persone che chiamano sé stesse anarchiche.
Dev’essere chiaro che se lui ha deciso di non raccontare nei dettagli ognuno dei tradimenti alla dignitosa lotta anarchica, è dovuto in primo luogo all’esistenza di un procedimento giudiziario aperto, un’inchiesta in corso. E’ anche importante dire che questa intervista è stata realizzata nel 2012, ecco perchè ci sono alcune date (come la mobilitazione all’interno delle carceri in tutto il paese) che dovevano ancora arrivare.
Solidaridad Negra: Spiegaci un po’ del tuo caso e del procedimento che è sfociato nella tua carcerazione. Cosa è previsto per il futuro?
Henry: Il 29 maggio sono stato arrestato da agenti dei servizi segreti, mentre altri individui dello spettro libertario, qui nella città di La Paz, Bolivia, sono stati arrestati anch’essi simultaneamente – 13 in totale. Hanno perquisito le nostre case, e nel pomeriggio ci hanno portato a testimoniare di fronte al pubblico ministero, Patricia Santos. In questo modo è trascorso il pomeriggio, e dopo aver testimoniato gli altri sono stati rilasciati. Ma gli ultimi quattro no. Quella notte ci hanno portato nelle celle del FELCC (Forza Speciale della Lotta contro il Crimine). Due alla città di El Alto (Vico ed io) e due nella città di La Paz (Nina e Renato). Continue reading Bolivia: Intervista con Henry, compagno prigioniero accusato del caso FAI