Il 3 giugno 2015, l’anarchico Rami Syrianos è stato scarcerato dalla prigione rurale di Cassandra (nella penisola calcidica, nel nord della Grecia).
Il compagno era stato arrestato a Tessalonica all’inizio del 2011, e si era assunto la responsabilità per l’espropriazione di un’impresa statale di aste di automobili confiscate dalla polizia (ODDY). Venne condannato a poco più di 8 anni di carcere, e dopo aver soggiornato 4 anni e mezzo in galera, gli hanno finalmente concesso la condizionale.
Il 31 Dicembre 2013, i compagni prigionieri Ergün Mustafa, Rami Syrianos e Michalis Ramadanoglou, in sciopero della fame da fine Novembre in solidarietà con il prigioniero in lotta Spyros Stratoulis, hanno termino lo sciopero a seguito di questo comunicato:
Oggi (30 Dicembre 2013), dopo 50 giorni di sciopero della fame, vedo che i meccanismi statali stanno cercando di sfinirmi tramite la loro negligenza. Io rispondo continuando la lotta. Ma non permetterò che la mia decisione metta in pericolo i miei compagni.
Gli scioperanti solidali Rami Syrianos, Ergün Mustafa e Michalis Ramadanoglou hanno seguito la mia decisione di fare lo sciopero della fame dal 11 Novembre, richiedendo il mio proscioglimento dalle accuse costruite a mio carico, al fine di riottenere i giorni di permesso.
Non voglio che tre veri guerrieri “cadano” proprio ora – Rami Syrianos dopo 40 giorni, Ergün Mustafa e Michalis Ramadanoglou dopo 36. Ora chiedo loro di darmi retta, di resistere e di mantenere vivi me e la nostra lotta. Ho chiesto con forza ai miei fratelli solidali di interrompere lo sciopero, visto che hanno già raggiunto il loro obiettivo; ovvero trasmettere il potere della solidarietà e il messaggio della resistenza collettiva stando dalla mia parte.
I nostri corpi e le nostre menti hanno agito all’unisono, e io riesco ad essere ancora fermo nella mia posizione grazie a loro. La loro decisione ferma di sostenere la mia lotta resterà per sempre impressa nel mio cuore. Le loro azioni dovrebbero restare nella memoria di tutti noi, per il loro apice di responsabilità politica nell’affrontare insieme e a testa alta il nemico.
La libertà ci appartiene; e ce la riprenderemo.
Mi sono sentito di far arrivare le mie richieste ai miei compagni attraverso questa lettera aperta.
Io continuo lo sciopero della fame; noi siamo INSIEME e resteremo INSIEME fino alla fine.
La passione per la libertà è più forte di tutte le celle!
La resistenza e la solidarietà ci uniscono e ci tengono vivi, ancora.
“Affrontando i nostri nemici dobbiamo dichiarare semplicemente la nostra attitudine. Non chiediamo pietà, e non scenderemo a patti.” (Terence MacSwiney)
Il 29/11 è cominciato il processo degli anarchici G.Michailidis, D.Politis, N.Romanos, A.D.Mpourzoukos, A.Ntalios e F.Charisis-Poulos per la doppia rapina al Velventòs di Kozani. Poche ore dopo l’inizio del processo, abbiamo posizionato un ordigno incendiario in una filiale della Banca del Pireo sulla Via Andreas Papandreou, alla zona di Neapolis a Salonicco, come un piccolo segno di solidarietà con i nostri compagni.
Le banche, come pilastri del capitalismo, costituivano e continueranno a costituire un bersaglio di espropriazione e di distruzione da parte degli uomini combattenti. Per resistere alla brutalità e al totalitarismo, per costruire una società libera di uguaglianza e di libertà.
Solidarietà ai compagni anarchici processati per la doppia rapina a Velventòs.
Non dimentichiamo i nostri compagni G.Naxakis e G.Sarafoudis che sono stati arrestati a N.Philadelfeia.
Immediato rilascio del compagno Sp.Stratoulis dalle accuse che gli negano il diritto al concesso di licenza temporanea dal carcere e si trova in sciopero della fame dal 11/11. Solidarietà al Rami Syrianos, Ergün Mustafa e Michalis Ramadanoglou che si trovano in sciopero della fame in solidarietà con Sp.Stratoulis.
L’11 novembre 2013 il fratello Spyros Stratoulis ha iniziato uno sciopero della fame chiedendo la fine delle sue accuse riguardanti il caso “organizzazione criminale squat di Salonicco”.
A questo punto potrei scrivere chi è Spyros, parlare delle sue lotte quotidiane in venti anni di carcere, del suo spirito indomabile, della sua integrità e umanità nonostante tutte le brutalità delle celle democratiche, ma tutto ciò catturerebbe solo un frammento dei motivi per i quali definisco questo umano come compagno e fratello. Per essere capaci di trasmettere l’essenza, dovrei trovare le parole che concretamente possono esprimere il periodo lungo più di un anno che abbiamo passato insieme nel carcere di Larissa; parole che possono illustrare l’esperienza densa di essere a contatto con un altro essere umano per 24 ore al giorno; condividere ogni momento, gioia, dolore, difficoltà, speranza; pensieri, idee, sogni. Dovrei trovare le parole che esprimono in modo conciso il significato unico di riuscire, anche nel particolare spazio e tempo della prigione, a dire: Io non sono solo.
Spyros ha iniziato lo sciopero giorno 11 Novembre. Oggi, giorno 21 Novembre, è il decimo giorno della sua lotta.
Da oggi, inizio lo sciopero come atto solidale con Spyros; come atto che riflette nient’altro che la sua umanità merita, e si collega alle esperienze che abbiamo vissuto e che condividiamo ancora adesso anche se rinchiusi in posti diversi.
Solidarietà è chiamare compagno un altro umano, volendo dire con ciò: insieme nei momenti favorevoli, nelle lotte, nei momenti duri, fino alla fine.
Fratello, tieni i momenti buoni, il coraggio, e continua ad avanzare…
L’anarchico Rami Syrianos è stato arrestato nel 2011 dopo una rapina a mano armata contro un’ente statale che organizza le aste dei veicoli confiscati dalla polizia. Ha ammesso la responsabilità per l’espropriazione, chiarendo tra l’altro che egli nega il lavoro e si oppone alla schiavitù salariata. Rami è stato condannato a poco più di 8 anni di prigione, ed ha combattuto con forza dall’interno di essa.
Il 10 Luglio 2013, il compagno imprigionato é stato trasferito senza alcun avviso precedente dal carcere di Larissa al carcere di Domokos.
“Non ho imparato nella mia vita a chinare la testa o di ingoiare l’ingiustizia. Così, a partire da Lunedì, 4 Febbraio, conduco uno sciopero della fame fino a quando otterrò giustizia e il mio diritto sottratto per i giorni di congedo dal carcere mi venga restituito, in modo da recuperare un soffio di libertà che mi merito dopo tanti anni di soggiorno nelle infernali del sistema greco “penitenziario”.
-Estratto dalla recente lettera di Spyros Dravilas
Il dignitoso prigioniero Spyros Dravilas aveva già condotto con successo un’altro sciopero della fame nel mese di Aprile 2012, quando l’amministrazione penitenziaria, infine, gli aveva concesso il primo congedo temporaneo per il quale aveva diritto da molto tempo prima. Dopo qualche tempo, e secondo il regolamento carcerario, a Spyros è stato concesso un secondo permesso. Oggi, con il pretesto di un reato del 2007, un caso di rapina in banca nella città di Naflpion (nella cui Spyros non ha avuto alcun coinvolgimento di sorta), il pubblico ministero della prigione gli nega i giorni di concedo, anche se è chiaro che egli ha questo diritto proprio come nei mesi scorsi. L’amministrazione penitenziaria afferma che “ci sta un procedimento in corso contro di lui, così non può essere rilasciato nemmeno per un paio di giorni”. Tasos Theofilou, incarcerato nell’inferno di Domokos pure, e tutti i membri imprigionati dell’O.R. Cospirazione delle Cellule di Fuoco, sostengono la lotta di Dravilas. Di seguito è riportato un’altro messaggio di prigionieri in solidarietà:
“Siamo solidali con Spyros Dravilas che dal 4-2-2013 ha iniziato lo sciopero della fame scegliendo così di lottare dignitosamente per un respiro di libertà, come lui stesso dichiara.
La nostra solidarietà per Spyros e per ogni detenuto che sceglie di alzarsi in piedi di fronte alla politica repressiva dello stato , non è negoziabile.
Babis Tsilianidis, Kostas Sakkas, Alexandros Mitroussias, Giorgos Karagiannidis, Spyros Stratoulis, Rami Syrianos, Mustafa Ergün”
Inoltre, 94 detenute delle carceri femminili di Koridallos hanno inviato una lettera aperta al Ministero Greco della Giustizia, chiedendo che lo scioperante della fame Spyros Dravilas ricevesse i suoi giorni di congedo previsti dalla legge.
Negli ultimi tre anni, alcuni anarchici sono detenuti nelle prigioni greche e molti di più sono sotto un ostaggio giudiziario, come conseguenza dell’intensificazione della violenza anarchica rivoluzionaria che si è aumentata durante questo periodo.
Di fronte a un numero insolitamente elevato di casi, i quali sono anche lenti in termini di risoluzione legale, il dominio ha cercato dei modi per aggirare le limitazioni procedurali e giuridiche che dopo tutto sono svolte contro di esso.
Dopo il vicolo cieco giuridico in cui lo Stato si è trovato in alcuni casi recenti a causa della scadenza dei diciotto mesi che, in Grecia, è il periodo massimo di detenzione preventiva (con il caso più caratteristico dei tre compagni aderenti alla Lotta Rivoluzionaria) , la magistratura ha cercato e cerca ancora manovre per aggirare simili complicazioni legali.
Naturalmente, tutti i tipi di queste manovre si trovano nella natura della repressione democratica piuttosto che ad una sua deviazione, visto che la lingua morta delle leggi fallisce sempre nel suo tentativo di coprire la disposizione conflittuale e gli atti insurrezionali di coloro che non si arrendono con la rassegnazione.
L’uso del campione di DNA come prova d’incriminante occupa un posto speciale tra i nuovi inganni repressivi che vengono testati da parte dello Stato. La scienza è stata stabilita nella coscienza comune come una nuova religione e il corpo della verità assoluta, e quindi il DNA è uno delle armi più ideali nelle mani dello Stato in quanto conferisce una imparzialità sfuggente ed un’obiettività scientifica superficiale per le azioni penali contro le persone che sono considerate a priori “colpevoli”.
Ci opponiamo al dipolo legale del “innocenza/colpevolezza’ che rafforza il ruolo dell’autorità giudiziarie parlando solamente il linguaggio del potere giudiziario, e riproducendo le false distinzioni della democrazia. Indipendentemente dall’accettazione da parte degl’imputati degli atti ad essi attribuiti, o meno, ogni processo costituisce un caso inventato, una costruzione premeditata con l’obiettivo primario di toglierli il contesto politico, nel tentativo di tagliare fuori dagli atti incentivi le cause politiche che li hanno dato vita, in modo di disarmarli alla fine, per portarli al giudizio del sistema giuridico. Un caso inventato non costituisce una deviazione di un caso particolare, ma l’essenza di ogni procedimento giudiziario, sul quale i politici impongono una tale macchinazione. Distanziandoci da tutti i dettagli legali che riguardano l’esistenza o meno di prove, per noi, ogni compagno che si trova nella posizione dell’accusato è sempre colpevole a causa della sua esistenza politica, della sua azione sovversiva e la natura selvaggia della sua coscienza.
Il 18 Luglio, l’anarchico Babis Tsilianidis viene chiamato alla Corte di Salonicco come accusato di una rapina a mano armata che ha avuto luogo presso il dipartimento di contabilità dell’ospedale AHEPA nel Luglio 2010. Unica prova del suo coinvolgimento nella rapina è un fazzoletto trovato vicino al luogo e sul quale, secondo le accuse della polizia, è stato trovato tra altri materiali genetici anche il materiale genetico di Babis.
I meccanismi repressivi orchestrano ancora una volta un procedimento penale -fuoco d’artificio- che mira ad intrappolare dei combattenti insubordinati come Babis in un labirinto di rinvii a giudizio, di pagine processuali e detenzioni preventive, pur essendo contemporaneamente un pilota di implementazione di nuovi metodi repressivi.
Siamo al suo fianco, in questa nuova macchinazione dello Stato contro di lui e gli mandiamo saluti di solidarietà.
“Ruotando e roteando nella spirale che sempre più si allarga,
Il falco non può udire il falconiere;
Le cose si dissociano; il centro non può reggere;
E la pura anarchia si rovescia sul mondo….” [William Butler Yeats]
SOLIDARIETÀ CON BABIS TSILIANIDIS
Giorgos Karagiannidis Spyros Stratoulis Ergün Mustafa Andrzej Mazurek Rami Syrianos
In seguito di un’ulteriore comunicato il compagno Babis Tsilianidis, imprigionato nel 1º braccio delle prigioni di Koridallos, ha dichiarato che non parteciperà a questa corte, nello stesso modo che egli non ha partecipato ai precedenti procedimenti giudiziari, in modo da “rifiutare di chiedere scusa ai miei giudici, ai procuratori della lotta multiforme per la libertà”, come spiega. Il suo testo si può trovare qui (in greco).
Inoltre, per l’occasione del processo contro Babis, dove l’ultimo si è rifiutato di essere presente, i compagni Babis Tsilianidis, Dimitris Dimtsiadis e Sokratis Tzifkas hanno rilasciato un comunicato congiunto (manifesto in greco) per quanto riguarda il lavoro salariato e la sua negazione, in quanto tematica della complessa lotta anarchica rivoluzionaria.
Il 18 Luglio, a Salonicco, il processo è stato annullato poiché la struttura della Corte non aveva alcuna competenza giuridica per questo caso. Guardie hanno custodito la porta centrale d’ingresso del tribunale e non hanno consentito ai solidali nemmeno l’ingresso nel posto.
Babis Tsilianidis è stato trasferito di nuovo nelle carceri di Koridallos, ad Atene, dopo essere stato tenuto una giornata intera in isolamento nelle carceri di Diavata perché ancora una volta ha rifiutato di sottoporsi al controllo corporale della prigione.
Questa traduzione del testo dei Gruppi Rivoluzionari per la Dispersione del Terrore che in precedenza era resa pubblica dal Contra Info qui è dedicata ai tutti/e compagni/e in Italia che nell’ultimo periodo vengono pressi di mira per l’ennesima volta da parte delle autorità. La solidarietà è l’arma del popolo!
Assunzione di responsabilità per gli attacchi incendiari da parte dei Gruppi Rivoluzionari per la Dispersione del Terrore (CCF/FAI-FRI)
La citazione seguente è dedicata agli rivoluzionari anarchici Giannis Michailidis e Dimitris Politis, che sono ricercati per la partecipazione all’organizzazione rivoluzionaria anarchica CCF e non si arrenderanno mai! Che i nostri incendi vi diano forza e le nostre ceneri nascondino le vostre tracce, fratelli.
“Se mi guardo attorno mi vien voglia di vomitare. Da una parte lo scienziato a cui devo credere per non essere ignorante. Dall’altra il moralista e il filosofo dei quali devo accettare i comandamenti per non essere un bruto. Poi viene il Genio che devo glorificare e l’eroe innanzi al quale devo inchinarmi commosso.
Poi viene il compagno e l’amico, l’idealista e il materialista, l’ateo e il credente e tutta un’altra infinità di scimmie definite e indefinite che vogliono darmi i loro buoni consigli e mettermi, finalmente, sulla buona via. Perché – naturalmente – quella su cui cammino io è una via sbagliata, come sbagliate sono le mie idee, il mio pensiero, il mio tutto.
Io sono un uomo sbagliato. Essi – poveri pazzi – sono tutti pervasi dall’idea che la vita li abbia chiamati ad essere sacerdoti officianti sull’altare delle più grandi missioni, poiché l’umanità è chiamata a dei grandi destini…
Questi poveri e compassionevoli animali deturpati da bugiardi ideali e trasfigurati dalla pazzia, non hanno mai potuto comprendere il miracolo tragico e giocondo della vita, come non hanno potuto accorgersi mai che l’umanità non è affatto chiamata da nessun grande destino. Se qualche cosa avessero compreso di tutto ciò, avrebbero almeno imparato che i cosiddetti loro simili non hanno voglia affatto di rompersi l’osso spinale per cavalcare l’abisso che l’uno dall’altro separa.
Ma io sono quel che sono, non importa cosa.
E il gracidare di queste multicolori cornacchie altro non serve che a rallegrare la mia personale e nobile saggezza. Non udite, o scimmie apostoliche dell’umanità e del divenire sociale, qualche cosa che romba al di sopra dei vostri fantasmi?
Udite, udite! È lo scrosciare saettante delle mie furibonde risate, che su, nell’alto rimbomba!”
[Renzo Novatore, con pseud. Brunetta l’Incendiaria]
Innanzitutto vogliamo chiarire che lo scopo di questa analisi non è affatto la formulazione di una teoria. Invece, si sceglie come mezzo per la diffusione della visione rivoluzionaria ed ha come scopo principale il consolidamento pratico e il rafforzamento delle resistenze collettive all’autorità, nello stesso modo in qui essa indebolisce i rapporti personali e priva di significato la vita quotidiana.
Il contesto storico odierno trova il capitalismo in tumulto ed i equilibri interni della società in mutazione. I meccanismi inerenti al sistema per la sua riproduzione ed auto-equilibrio funzionano sempre più intensamente. Così, i Stati, come il meccanismo di base per assicurare il totalitarismo, si impegnano a rafforzare tutti i loro mezzi di sottomissione pratici ed indiretti.
In questa condizione, come previsto, sempre più gruppi sociali entrano in contatto con il lato disgustoso dell’autorità. Questo non significa che le persone elaborano le loro esperienze nello stesso modo. Sono pochi quelli che finora concepiscono la vera natura disumana del capitalismo. La sua anima maliziosa. Ancora più meno sono quelli che hanno le palle per liberarsi nella prassi, anche se brevemente, dai quadri soffocanti del potere. Per questo motivo è assurdo di credere che sia possibile, così semplice, un cambiamento del mondo, una rivoluzione mondiale. Tuttavia, la guerra con il potere esiste ed esisterà per sempre, fino a quando anche un unico uomo si sente limitato ed evaderà dalla sua prigione.
Noi seguiamo il nostro cammino attraverso la rete caotica dell’autorità che si estende nella società. L’obiettivo è l’annullamento con la prassi della più profonda concezione di restrizione che possiamo identificare in qualsiasi situazione. Per raggiungere questo obiettivo scegliamo azioni che per la etica della società sono estreme. La legge della città è rimasta la stessa con la legge della giungla. Dopo quasi 4000 anni di evoluzione della civiltà, l’uomo non è riuscito ancora a superare con la sua logica il gioco contenzioso della dominazione del più forte. Allora attacchiamo furiosamente l’esistente, non per vincere in qualche battaglia di superiorità, ma per distruggerlo completamente. Proclamiamo, con ogni nostra azione, la guerra a qualsiasi cosa rafforzi o rappresenta il potere del cazzo per soddisfare i nostri desideri. Perché abbiamo capito che non c’è altra strada per recuperare la libertà al di là dell’infinita lotta dentro e fuori i confini del sé.
Dovunque ti trovi, scava in profondità. La sorgente è là sotto. Non ti preoccupare, se la gente cupa griderà: “C’è l’inferno, là sotto!” [Friedrich Nietzsche]
Nella notte di Sabato, 12 Maggio, ad Atene, abbiamo scelto di colpire un veicolo delle Poste Elleniche (ELTA) che era parcheggiato nella Piazza Cyprou nel quartiere di Holargos con un semplice ordigno incendiario di 1,5 litro di benzina, e la chiesa di Aghios Ioannis (San Giovanni) all’incrocio di Via N.Dimitrakopoulou e Petmeza nel quartiere di Makrygiannis (vicino alla collina Filopappou) con 3,5 litri. Il furgone delle Poste Elleniche è distrutto completamente mentre nella casa di Dio sono stati causati danni ingenti. Queste azioni sono state “nascoste” da parte dei media. Per quanto riguarda se sono state fatte, è testimoniato dalle ceneri che abbiamo lasciato nei posti in questione. Quando effettuiamo azioni di questo genere o quando infrangiamo altre leggi, quando rompiamo gli imperativi sociali dissolvendo i confini predeterminati tra di noi per creare relazioni oneste, siamo felici perché siamo liberi. La cosa più importante è la consistenza naturale alle nostre azioni. Parallelamente consideriamo come dato di fatto che vi sia la necessità di dichiarare pubblicamente le nostre azioni rivoluzionarie, come anche il nostro modo di vivere, le nostre pratiche e il codice dei valori che abbiamo creato il quale ci “detta” di seguire questa strada personale verso la realizzazione del sé. Per il massimo livello di coscienza del Potenziale umano.
Il dubbio è fonte di conoscenza. Attraverso il dubbio, l’uomo può realizzare la miseria dell’esistente. Ma per incarnarsi e diventare un’arma utile contro il nemico questo dubbio, ha bisogno di persone decenti, coraggiosi e combattivi con progetti pertinenti. La violenza rivoluzionaria che viene esercitata da queste persone può, nelle circostanze esistenti, essere considerata l’esercizio più diretto ed efficace. Questo perché le “sane” posizioni politiche per noi non sono una mera conciliazione con il nemico, ma una guerra in cui, invece di dialogare con il tuo nemico, lo pugnali.
Infine, vogliamo l’intensificazione delle situazioni. Vogliamo avere contro di noi i padroni del mondo. Conosciamo il potere del nemico e non ci aspettiamo da lui compassione o comprensione. Lo vogliamo nemico, persecutore ovvio. Così, attraverso la nostra posizione pubblica per quello che riguarda le nostre azioni, ogni persona che lo desidera può trovare ragioni chiare per i nostri atti. Non desideriamo coalizioni ed unioni con chiunque indegno che nega il suo stesso potere personale. Non facciamo compromessi, non passiamo la nostra vita come miserabili. Vogliamo che i possessori ci chiamano ladri pisciando nei loro pantaloni.
Dentro e fuori le mura, la solidarietà tra gli anarchici della prassi esiste e si trova nell’intenzione comune delle nostre azioni: per indirizziarsi con passo fiammeggiante verso il culmine nelle nostre idee.
Pertanto, questa lettera di assunzione di responsabilità è dedicata specificamente al Rami Syrianos, il quale ha effettuato un sciopero della fame vittorioso dal 15 al 21 Maggio chiedendo la rimozione del regime speciale di detenzione imposto dai secondini delle carceri di Nigrita a Serres, come anche a tutti i prigionieri decenti.
Continuare a tenere forti, compagni, sempre coerenti. Abbiamo ancora molte esplosioni da dedicarvi.
COSPIRAZIONALITÀ – DIGNITÀ – SODALIZIO
Viva la Cospirazione delle Cellule di Fuoco
Viva l’Internazionale Nera
PS.1: Dobbiamo informare la cellula dei membri imprigionati della Cospirazione delle Cellule di Fuoco che l’oscurità la quale abbiamo scelto per il periodo precedente è dovuta alla ricerca di tecniche e infrastrutture. Restiamo sempre coerenti alle nostre scelte e alla ricerca di nuovi complici.
PS.2: Per quanto riguarda Roberto Adinolfi, direttore della società energetica Ansaldo Nucleare, controllata dal gigante dell’industria aerospaziale e della difesa, Finmeccanica, gli auguriamo delle belle passeggiate con la sedia a rotelle e le stampelle. Ora avrà tempo sufficiente per pensare ai risultati delle sue scelte.
Nucleo Olga, ti ringraziamo!
FAI/FRI
COSPIRAZIONE DELLE CELLULE DI FUOCO GRUPPI RIVOLUZIONARI PER LA DISPERSIONE DEL TERRORE
L’ODDY ( Agenzia di Gestione dell’Attività Pubblica S.A.) conduce una vasta gamma di aste ed è responsabile per la liquidazioni di autovetture, motocicli e di molti altri beni recuperati dalla polizia o dalle dogane. Rami Syrianos ha rivendicato la responsabilità di un furto all’ODDY, dopo un’asta a Salonicco il 31 Gennaio, 2011, affermando che è un’anarchico e che ha tentato una rapina a mano armata nel contesto del suo rifiuto al lavoro. Ha anche messo in chiaro fin dall’inizio che il co-imputato Kleomenis Savvanidis non ha assolutamente alcuna relazione con questo caso. Kleomenis fù liberato, ma è ancora sotto accusa. Rami è da allora incarcerato, ed è tra le poche persone che hanno mantenuto una posizione dignitosa all’interno delle mura, rifiutandosi costantemente di sottoporsi alle perquisizioni corporali carcerarie.
Il processo contro entrambi i compagni è ancora in sospeso ed è stato rifissato per il 21 Maggio, 2012. L’ultima volta, Rami è stato trasferito presso la corte di Salonicco per il processo ( fissato per il 26 Marzo, dopo numerosi rinvii). E’ ora trattenuto in cella d’isolamento a causa del rifiuto di sottoporsi alla tortura della perquisizione corporale al rientro dalla corte.
In particolare, il 28 Marzo il compagno è stato punito con una misura disciplinare di trasferimento dopo l’ordine del procuratore. Nonostante il fatto che i prigionieri debbano essere tenuti dentro una cella del braccio in attesa di subire i trasferimenti disciplinari, in questa circostanza le autorità giudiziarie hanno verbalmente annunciato a Rami che sarebbe stato tenuto in isolamento per un “periodo indeterminato”, finche il processo del suo trasferimento fosse stato attivato (ciò potrebbe richiedere mesi) o fintanto che egli si fosse sottoposto all’umiliante perquisizione corporale. A causa delle continue cancellazioni del processo, questa è la quarta volta che Rami si trova di fronte a questa situazione.
Martedi sera, 3 Aprile, un presidio microfonico si è svolto fuori la porta del carcere di Nigrita ( nel distretto regionale di Serres), come solidarietà d’emergenza verso Rami. Abbiamo partecipato alla manifestazione fuori la prigione di Serres in dozzine di compagni, provenienti da diverse parti del nord della Grecia – principalmente da Salonicco, dove era stato organizzato un pullman per il trasporto.
Abbiamo intonato slogan in sostegno al compagno imprigionato e per la distruzione di tutte le prigioni, come “La bomba di Nigrita è stata solo l’inizio; esplosioni e fuoco per ogni prigione” e “La nostra passione per la libertà è più forte di tutte le prigioni”. Inoltre, sono stati lanciati fuochi d’artificio e petardi e un di avviso per le prigioni è stato scritto sull’asfalto del viale che porta all’inferno. Un testo di solidarietà per Rami Syrianos e tutti i prigionieri politici è stato letto più volte attraverso l’impianto audio. Anche se Rami non ha potuto sentire cosa stava succedendo fuori, dal momento che è tenuto in isolamento, i compagni sapevano che era consapevole della loro presenza ed ha ricevuto il nostro sostegno, amore e rabbia.
Dopo quasi un’ora e mezza, il presidio, si è trasformato in una piccola manifestazione ler le strade della città di Nigrita, con più slogan, ditribuendo volantini e facendo graffiti richiedenti il rilascio di Rami (le foto realizzate sono qui).
Dall’11 Aprile Syrianos Rami si astiene dal prendere il cibo del carcere in solidarietà con tutti compagni imprigionati che sono in sciopero della fame.
Libertà ora per Rami Syrianos! Giù le mura delle prigioni!
4 Aprile : Testo di dichiarazione di sciopero della fame da Spyros Dravilas (prigioniero di Carcere di Domokos, attualmente all’interno dell’Ospedale di Carcere di Koridallos) col titolo “Lo Stato e le sue istituzioni vendicano coloro che non soccombono al Sistema, privandoli del loro diritto acquisito di uscire temporaneamente dal carcere”. Le autorità negano a Spiros Dravilas l’uscita temporanea dal carcere di cui ha diritto da due anni e mezzo ormai.
6 Aprile : Dichiarazione di sciopero della fame da Giorgos Karagiannidis, Alexandros Mitrousias e Kostas Sakkas – “A partire da oggi 6/4 scendiamo in sciopero della fame chiedendo la revoca della nostra arbitraria e vendicativa custodia cautelare e l’immediato rilascio della nostra coimputata Stella Antoniou per motivi di salute”. (S. Antoniou attualmente sta protestando con astensione dall’assunzione dal cibo del carcere.)
6 Aprile : Dichiarazione di sciopero della fame dai membri carcerati della Cospirazione delle Cellule di Fuoco (CCF), Panagiotis Argirou e Gerasimos Tsakalos, che chiedono il loro trasferimento definitivo e rimanente nel Carcere di Koridalos, in modo di porre fine ai ripetuti trasferimenti vendicativi nei quali vengono sottoposti nell’ambito di una guerra fisica e psicologica contro di loro.
7 Aprile : Astensione dall’assunzione dal cibo di carcere in segno di solidarietà dall’anarchico Vaggelis Kailoglou (uno dei quattro arrestati del 12 Febbraio rimasti ancora in prigione in custodia cautelare)
7 Aprile : Astensione dall’assunzione dal cibo del carcere dai prigionieri combattenti anarchici Sokratis Tzifkas (Carcere di Diavata), Giannis Skouloudis (Carcere di Avlona), Babis Tsilianidis e Dimitris Dimtsiadis (Carcere di Koridallos)
8 Aprile : Dichiarazione di sciopero della fame da Christos Tsakalos, membro imprigionato della CCF, in solidarietà con i due compagni della CCF che sono già in sciopero della fame.
8 Aprile : Astensione dall’assunzione dal cibo del carcere da parte di 130 detenuti del Primo Braccio del Carcere maschile di Koridalos, in segno di solidarietà
9 Aprile : Assemblea di solidarietà all’Università Politecnico di Atene, nel palazzo Ghini, con l’intervento telefonico da parte dei scioperanti della fame all’interno delle prigioni
9 Aprile : Il resto dei membri imprigionati della CCF e l’anarchico rivoluzionario Theofilos Mavropoulos, dichiarano la loro graduale adesione allo sciopero della fame dei loro fratelli Panagiotis Argirou, Gerasimos Tsakalos e Christos Tsakalos.
11 Aprile : Dichiarazione di Stella Antoniou sugli sviluppi recenti : Le autorità della persecuzione penale non hanno ordinato il rinnovo della custodia cautelare di Stella, tuttavia, hanno ordinato il rinvio di Sakkas, Mitroussias e Karagiannidis, sulla base delle accuse fabbricate contro di loro riguardanti la loro partecipazione ai 250 attacchi incendiari della CCF. Alla luce di questi fatti, e in accordo con i suoi tre compagni, Stella ha spiegato che interromperà lo sciopero della fame e nonostante i suoi problemi di salute si asterrà dall’assunzione dal cibo del carcere finchè le loro richieste non saranno accolte.
11 Aprile : Astensione dall’assunzione dal cibo del carcere dal carcerato anarchico Rami Syrianos.
11 Aprile : L’assemblea di solidarietà con G.Karagiannidis, A.Mitroussias, K.Sakkas e S.Antoniou tra l’altro ha rilasciato la seguente notizia : “Attualmente i tre compagni Karagiannidis, Mitroussias e Sakkas sono stati accusati per il caso dei 250 attacchi esplosivi della CCF e chiamati in appello da parte dei esperti interrogatori Mokkas e Baltas, i quali hanno ordinato che tutti e tre così come i membri dell’O.R. CCF dovranno rimanere detenuti in custodia cautelare, ancora una volta. Stella Antoniou è stata accusata per lo stesso caso, ma non è stata rimandata in custodia cautelare di nuovo, e così dovrebbe essere rilasciata alla fine del periodo dei 18 mesi della sua detenzione preventiva (nel Giugno del 2012), mentre alla sua quinta richiesta di rilascio per motivi di salute non è ancora data risposta”. Ricordiamo che Stella è tenuta in detenzione preventiva per 16 mesi ormai, con unica prova contro di lei il possesso di una carta d’intensità falsa.
14 Aprile : Notizie sui tre compagni della CCF imprigionati dopo una settimana in sciopero della fame
15 Aprile : Tre compagni imprigionati della CCF, Haris Hadjimihelakis, Damiano Bolano e Giorgos Polidoros, scenderanno in sciopero della fame dal 17 Aprile.
Sabato 17 Marzo, un presidio microfonato e altre azioni di solidali hanno avuto luogo a Salonicco in vista del processo politico ai compagni Giannis Skouloudis, Sokratis Tzifkas, Babis Tsilianidis, Dimitris Dimtsiadis e Dimitris Fessas, cosi come anche a Rami Syrianos e Kleomenis Savvanidis – Il 26 de Marzo il processo al compagno anarchico e bandito Syrianos e al compagno Savvanidis è stato rinviato al 21 Maggio 2012. Questo è un enorme striscione di solidarietà che è stata posto sul tetto di un edificio abbandonato sulla via Egnatia (vicino Iasonidou Street). / Qui altri striscioni di solidarietà e uno stencil per quanto riguarda i due processi politici
Il 26 de Marzo la sentenza della corte per Giannis Skouloudis, Sokratis Tzifkas, Babis Tsilianidis, Dimitris Dimtsiadis, Dimitris Fessas riguardo all’incendio di veicoli della compagnia pubblica elettrica (DEI) è stata:
Skouloudis – 5 anni e 5 mesi di prigionia.
Il compagno ha scontato 2/5 della pena, e quindi dovrebbe essere rilasciato nei prossimi giorni. A livello processuale, prima va presentata la richiesta al concilio giudiziario, e poi aspetteremo il responso in merito al suo ufficiale rilascio.
Tslianidis, Dimtsiadis – 2 anni e 10 mesi (condanna sospesa)
Fessas, Tzifkas – 2 anni e 5 mesi (condanna sospesa)
Va detto che i “4 di Vyronas” (Tsialinidis, Fessas, Dimtsiadis e Tzifkas) avranno un altro processo ad Atene, accusati di partecipazione ad una “organizzazione terrorista” ecc. Il compagno Tsialinidis è anche accusato di rapina a mano armata all’ospedale AHEPA di Salonicco, per la quale è stata decisa la custodia cautelare. Maggiori informazioni verranno rilasciate nei prossimi giorni (riguardo alla decisione di oggi in merito al caso dell’incendio dei veicoli della DEI).
La mattina di Lunedi’, 5 Dicembre, un gruppo di compagni hanno occupato per un’ora la radio municipale di Ioannina (nord est della Grecia) ed hanno interrotto la normale programmazione, trasmettendo messaggi di solidarietà verso l’anarchico Rami Syrianos, che si trova attualmente in carcere in attesa di giudizio per espropriazione di denaro da una società statale di aste, come anche il compagno Kleomenis Savvanidis, perseguitato per lo stesso caso con accuse false.
Lo stesso giorno nella città di Patrasso, si è svolta una manifestazione di solidarietà fuori lo spazio occupato Parartima, dove sono stati distribuiti centinaia di volantini controinformativi e sono stati trasmessi messaggi di solidarietà attraverso gli altoparlanti.
A Xanthi, i compagni dell’ Università Autonoma hanno appeso un grande striscione nel Politecnico della città, per mostrare la loro solidarietà verso i due perseguitati.
Il Sabato, 3 Dicembre, hanno distribuito a loro volta centinaia di volantini nella piazza centrale.
Libertà per l’anarchico Rami Syrianos
Solidarietà per il compagno Kleomenis Savvanidis
2 EVENTI DI SOLIDARIETÀ per i compagni incarcerati
Martedì 22 novembre 2011 – ore 20.00
Cucina compagna “Mangia il ricco! (o almeno mordilo un po)”
Delta squat, via Egnatias, 13 (fermata del bus Colombou)
Martedì 29 novembre 2011 – ore 20.00
Trattoria italiana: pasta, antipasti e stuzzichini, pizza
Orfanotrofio squat, via Lambraki, 186 (Ano Toumpa)
Il ricavato servirà per le spese giudiziarie dell’ anarchico Rami Syrianos, che andrà a processo il 5 dicembre 2011 per espropriazione di denaro ai danni dell’ ODDY, curatori delle proprieta’ confiscate.
Nota: La ODDY, agenzia pubblica di gestione dei beni, effettua una vasta gamma di aste ed è responsabile per la liquidazione di auto, moto e molti altri beni sequestrati dalla polizia e dai doganieri.
Poco dopo le 22.55 del 14/11, un ordigno incendiario artigianale fatto di bombole di gas è esploso nella sede politica del Ministero degli Esterni, Mariliza Xenogianakapoulou.
Ignoti sono riusciti a entrare nell’edificio a Solonos street, andare al 4° piano dove c’è l’ufficio e piazzare l’ordigno fuori l’ingresso.
L’ordigno è esploso causando danni alla porta e al corridoio.
Rifiutata la richiesta di rilascio per Stella Antoniou
Le autorità giudiziarie hanno deciso di rifiutare la richiesta di rilascio per Stella Antoniou ignorando platealmente le sue condizioni di salute e ovviamente la mancanza di prove, dimostrando ancora una volta che i verdetti sono prestabiliti.
Il compagno Babis Tsilianidis in isolamento
Oggi il compagno Babis Tsilianidis è stato trasferito alla prigione di Diavata dopo essersi presentato stamattina agli investigatori del dipartimento giudiziario di Salonicco per un caso sconosciuto. A seguito del suo ingresso nella prigione e mentre andava incontro alla perquisizione corporale, ovviamente si è rifiutato di togliersi gli slip. La direzione carceraria lo ha spedito subito nelle celle di punizione della prigione di Diavata.
Questo incidente specifico è stato ripetuto qualche giorno fa dai compagni G. Polydoros, D. Bolano e R. Syrianos che sono in isolamento rispettivamente nelle prigioni di Halkida, Trikala e Diavata.
Appello 16/11/11 al tribunale di Salonicco ore 10.00
Udienze in calendario per alcuni/e prigionieri/e
14 novembre : Continua il processo a Lotta Rivoluzionaria nel tribunale dentro la prigione di Koridallos ad Atene.
15 novembre : Continua il processo a Maria Eoconomou, Alexandros Kosivas, Venos Polykretis, e Michalis Traikapis a Halkida.
5 dicembre : Inizio del processo a Rami Syrianos e al coimputato K.S. a Salonicco.
7 dicembre : Udienza alla Corte Suprema di Atene per esaminare la richiesta di sospensione della pena per Panayiotis Masouras e Konstantina Karakatsani. L’udienza precedente di Masouras è stata rinviata dopo soli 10 minuti a causa di piccoli errori burocratici.
12 dicembre : Inizio del processo finale (speriamo) di Simos Seisidis.
14 Dicembre : Inizio del secondo processo alla Cospirazione delle Cellule di Fuoco. Gli accusati saranno i membri della CCF Damiano Bolano, Giorgos Nikolopoulos, Michalis Nikilopoulos, e Christos Tsakalos, e affronteranno le stesse accuse rivolte agli accusati nel primo processo alla Cospirazione che si è concluso a luglio: l’attacco esplosivo contro il Ministero di Macedonia-Tracia, la casa dell’ex vice-ministro dell’interno Panayiotis Hinofotis, e la casa deputato del PASOK Louka Katseli e Gerasimos Arsenis.