Tag Archives: compagni incarcerati

Cile: Lettera di Jose Miguel Sánchez Jiménez alla comunità dei/lle guerrieri/e ribelli

Oggi scrivo con la rabbia e l’impotenza, la rabbia di sapere che da Gennaio a Vizcacha non è stato fatto altro, a quanto pare la lotta in inverno va in vacanza, e mi sento impotente nel vedere che da qui non posso fare o contribuire nulla per invertire l’interruzione degli attacchi, noto con tristezza che la nostra inattività è in aumento da un po’ di tempo a questa parte, e penso che sia un segno di stanchezza e poca voglia di credere in noi stessi, nelle nostre capacità e in quelle di chi ci sta attorno.

A volte penso che sono un illuso sognatore o qualcosa di simile, che non mi metto nei vostri panni, o penso così perché la realtà che io vivo è limitata, no, ma la verità è che qui ho un sacco di tempo per fare una distaccata analisi di questa guerra, e quello che noto è che il nemico sta continuamente guadagnando sempre più terreno e che la nostra inattività è più latente. Cosa accade davvero?

Io sogno di essere in strada e iniziare una guerra senza tregua, colpire su tutti i lati e non dare il tempo o luogo al nemico di reagire, sogno gli attacchi costanti e continui che possono distruggere ogni simbolo del potere, vedo cadere uno sbirro dopo l’altro nelle nostre azioni! Che i guardiani del potere ci temano! Questo è il sogno di ogni giorno. Perchè non c’è affinità tra di noi? O è cosi difficile sabotare la pace icone? Fratelli la nostra lotta ha la validità necessaria per essere reale! Che cos’altro aspettiamo? Al dominio non si dovrebbe dare tregua, non pecchiamo di innocenza, abbiamo molto da fare e non possiamo essere solo spettatori di una lotta che è anche la nostra, non c’è peggior cieco di chi non vuol vedere giusto? In ognuno di voi vi è la possibilità di decidere se combattere o starsene a casa, per essere coerente ed essere parte del contingente che nulla ha da temere.

Un abbraccio rivoltoso
con affetto fraterno,
Jose Miguel Sánchez Jiménez

Centro di sterminio carcere di Colina II, Modulo 4.

Giugno 2013

Atene: Lettera del compagno anarchico Giannis Mihailidis

Con questa lettera cerco di spiegare le mie posizioni e le mie scelte come parte dell’azione anarchica insurrezionale e spero che essa funzioni come incentivo per la sua diffusione. Non è stata scritta da una prospettiva ideologica precisa o una tendenza ben consolidata. Si tratta del risultato di furti al “supermercato delle ideologie” e mie riflessioni.

Senza dubbio, contiene i giudizi e i valori di uno che, spinto dal folgorante ideale dell’anarchia, partecipa alla guerra contro il Potere. Spinto da un ideale che sta tanto nelle comunità tradizionali del passato quanto in quelle insorte del passato e odierne. Un ideale al quale ci stiamo avvicinando fino ad ora e che forse mai potrà prevalere universalmente. Perché, come ha scritto il compagno Giannis Naxakis, “il Potere non è metafisico, è dentro di noi”. Cosi come lo è la passione per le relazioni libere e senza dominio.

La comprensione del fatto che la realtà capitalista è una guerra di tutti contro tutti e una lotta per la sopravvivenza, questo mi spinge a prender parte alla guerra contro questa realtà e a scegliere la mia posizione. E cosi, considerando i membri del partito dell’Ordine come assassini senza scrupoli, ho scelto l’insurrezione. L’anarchia è il modo in cui mi ribello, cercando allo stesso tempo di non riprodurre ciò che sto combattendo, vale a dire le relazioni autoritarie, e organizzare le comunità di lotta in modo antigerarchico. Continue reading Atene: Lettera del compagno anarchico Giannis Mihailidis

Cile: Confermata la custodia cautelare per Victor Montoya

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Il 18 Luglio 2013 c’è stata una nuova udienza in merito alla custodia cautelare di Victor che da Febbraio è accusato di aver guidato l’auto dove c’erano quelli che avevano attaccato un commissariato di polizia.

Il tribunale ha confermato la custodia, facendo restare il compagno Victor nel carcere di Puente Alto, con un’accusa basata su miseri testimoni anonimi e sulla nefasta legge antiterrorista.

Libertà per Victor Montoya!

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Cile: Lettera di Daniela, moglie di Hans Niemeyer

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A familiari e amici/che

Come saprete già la condanna è stata di 5 anni di pena effettiva più 300 giorni per i danni e vorrei parlarne brevemente in quanto moglie di Hans e madre di nostro figlio Pedro.

Innanzitutto un grande ringraziamento per il vostro appoggio durante questo processo, chi più chi meno, so che questa vicenda non ha lasciato indifferente nessuno, perché chi conosce me e Hans sa con certezza la sproporzione che c’è stata nel processo e nella condanna.

In secondo luogo, 5 anni per alcuni sembreranno una cosa barbara, ma io so che gli anni passano veloci e per alcuni ancora di più di quanto sia in realtà, credo che chi ha trasformato questa storia in un caso mediatico politico starà saltando di gioia e celebrando la condanna di 5 anni ad una persona, mio marito, al quale con grande difficoltà sono riusciti ad affibbiare la partecipazione ad un delitto che ha comportato niente meno che tre vetrine rotte di una banca, rimasta danneggiata al momento dell’incidente.

Ognuno è responsabile di assumersi le proprie vittorie, e questa senza dubbio è una di quelle per chi è capace di condannare non i veri nemici del popolo, oltre a fare processi politici altamente contestabili, la natura della vittoria non dice più delle sue prosaiche pretese, scarse capacità professionali e umane, di gente che in alcune parti della propria storia ha realizzato eliminazioni dei dissidenti tramite l’omicidio e la tortura fino ad oggi legittimizzata, oggi possibile solo grazie alla
prigione e al ministero pubblico che sono i risultati finali di queste aberrazioni. Mi rallegra non essere parte della loro felicità e per ora piango col cuore spezzato, però il mio morale è intoccabile e so che le mie lacrime prima o poi si trasformeranno in gioia e risate di mio marito e di mio figlio senza dovere nulla, senza considerare la storia orribile di quelli che hanno dato accuse di terrorismo tenendo nel cassetto crimini, morti e la responsabilità di tanto dolore e sangue sparso nella storia del paese in modo curioso, che dicono tanto di proteggere, ma il resto dei cittadini è stanco di essere abusato dai veri e potenti terroristi nella loro assoluta impunità.

Infine ringrazio enormemente gli avvocati Julio Cortes, Rodrigo Roman, le loro famiglie e la Defensoria Popular, per il tempo speso, la loro serietà e l’affetto instancabile.

E per Hans, tutto l’amore e la forza del mondo, la vita ci riserva tante felicità, cammini boscosi e mari. Ti amo.

Daniela Paz Rodriguez Salas

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Cile: Comunicato della Biblioteca Autónoma Sante Geronimo Caserio sulla condanna di Hans Niemeyer

Venerdì scorso, nel centro dell’ (in) giustizia è stato condannato il compagno Hans Niemeyer per il posizionamento di un ordigno esplosivo (cinque anni per l’applicazione della legge sul controllo degli armamenti), e danni (300 giorni per reato dell’codice penale). Con la somma di entrambe le pene, non è possibile l’applicazione di un “beneficio” alternativo stabilito dalle stesse leggi borghesi, e deve compiere la condanna effettiva, vale a dire, in carcere.

La nostra lettura della sentenza, è molto semplice: Hans è stato condannato ad una pena detentiva per la degna attitudine con cui si è affrontato al potere; per la sua decisione di agire e di fornire di contenuto il suo ideale rivoluzionario… senza sosta anche nel momento di confrontarsi alla prigione e decidendo anche di andare alla clandestinità, quando il suo processo è stato seminato di trappole mediante i trucchi dei persecutori. Hans no abbia mai chinato la testa ai suoi nemici, no abbia mai fatto dichiarazioni o seguito le logiche autoritarie, non abbia mai dato motivi di vederlo sconfitto.
Hans, in un atto di profondo amore, non ha abbandonato i suoi né loro hanno abbandonato a lui: scaparono insieme, nel tentativo di evitare le gabbie, gli ha difeso anche a proprio rischio, quando gli anfibi della polizia hanno cercato di imporsi nei successivi registri.

Ai potenti, non solo gli da fastidio l’atteggiamento di Hans, anche gli fa paura: vedono in lui un pericolo per le sue idee e per il suo attuare, perché il compagno mai li ha temuto, perché anche nelle avversità mai è stato solo, e perché altrx solidarizzammo con lui anche senza nemmeno conoscerlo… Perché non abbiamo bisogno delle sue parole per riconoscere in lui un compagno, il suo silenzio era un occhiolino e la testa alta, un altro, e perché quando le sue parole vennero, rimbalzando i muri, eravamo sicuri che non ci avevamo affatto sbagliato al sentire il suo odore: con le sue parole, molti cuori si alzarono, molte menti si sono mese a volare, molte idee sono state propagate e si sono fatte pratica, siamo cresciuti.

Il giorno che altri hanno deciso la sua libertà, Hans era accompagnato dalla sua famiglia, amici/che e dai suoi/e compagni/e che volevano fare reale la sua solidarietà, partecipando alla lettura della condanna, sapendo anche che dovevano affrontare l’esposizione mediatica, e ai boia che armati fino ai denti e sfruttando cani addestrati, si siedono con il potere per decidere se un (a) compagno (a) solidale entra o non senza problemi, perché naturalmente, la stampa borghese con tutto il suo arsenale entra senza problemi, ma chi va per appoggiare a Hans, non ci arriva.

Parole più o parole meno, oggi Hans resta in carcere, di nuovo da fronte alle gabbie che per qualche tempo era stato in grado di superare. La sua condanna è anche la rivincita del potere, per i casi dove altri/e compagni/e sono riusciti a scontare la pena in strada. Lui ha già dimostrato la sua forza, sappiamo che sta integro, ma quello non può essere la ragione perché le nostre dimostrazioni di solidarietà si consumino: il compagno è in carcere, e nel inverno è più fredda che mai.

C’è ancora un ‘istanza di appello al tribunale per la richiesta della nullità della sentenza. È l’ultima strada legale per cercare che Hans sconti la sua pena in strada, vicino alla sua famiglia e ai suoi compagni/e. Se bene non crediamo nelle leggi che ci hanno imposto e non crediamo nella giustizia data dallo Stato che combattiamo, è in quel terreno legale dove oggi si gioca la libertà del compagno, e per lo stesso, continueremo a sostenerlo e accompagnarlo.

La chiamata è per la solidarietà, ma non ad una solidarietà di parola, sennò d’azione. Una solidarietà rivoluzionaria, che difendiamo al di sopra dei legami che possono o non creare i procuratori, la polizia e la stampa.

Una solidarietà che ci permetta di diffondere l’idea e la pratica anti carceraria, e agitare veramente per la libertà del compagno.

CHE NESSUN (A) COMPAGN (A) SIA SOLO (A)!
MAI BATTUTI!
HANS NIEMEYER SULLA STRADA!

Qui lasciamo un sito con una intervista (in spagnolo) con avvocato di Hans, Julio Cortés che spiega meglio la situazione Giudiziale del compagno.

Biblioteca Autónoma Sante Geronimo Caserio

Grecia: Aggiornamento sui due anarchici arrestati il 11/7 a Salonicco

Nessun ostaggio nelle mani dello Stato

Il 17 Luglio, alle 10:00, un raduno di solidali abbia avuto luogo presso la corte d’appello di Atene, dove i due anarchici arrestati sono apparsi all’interrogatore, che abbia emesso un ordine di custodia cautelare nei confronti di entrambi. I compagni sono stati trasferiti alle carceri maschili di Koridallos. Sono stati tenuti in carcere in attesa di giudizio con multiple accuse di terrorismo.

In particolare le accuse sono le seguenti:

i. Partecipazione ad organizzazione terrorista e preparazione, fornitura e possesso di materiale esplosivo a favore dell’organizzazione terrorista (riguarda la CCF).

ii. Azione terrorista di tentato omicidio non colposo.

iii. Azione terrorista di esplosione intenzionale con uso di materiale esplosivo che poteva e ha generato allarme a proprietà privata, a persone e strutture di pubblica utilità, oltre a provocare danno ripetutamente ad entrambe.

iv. Azione terrorista di preparazione, fornitura e possesso di materiale esplosivo e bombe con l’intento di causare allarme a proprietà privata e persone ripetutamente.

v. Azione terrorista di incendio dal quale potrebbe risultare pericolo per proprietà private e persone ripetutamente.

vi. Azione terrorista di danno criminale a proprietà privata realizzato con uno dei mezzi dell’articolo 270 del codice penale in modo ripetuto.

vii. Istigazione delle azioni ii, iii, iv, v, vi.

Inoltre come istigatori per le 4 azioni del progetto “Fenice” sono accusati anche i 10 prigionieri membri della Cospirazione delle Cellule di Fuoco.

SOLIDARIETÀ A TUTTI I COMPAGNI IN OSTAGGIO!

FORZA COMPAGNI

RABBIA E CONSAPEVOLEZZA!

fonti: a, b, c

Atene – Caso Lotta Rivoluzionaria: È stata ordinata la scarcerazione dell’anarchico Vaggelis Stathopoulos

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Lunedì, 15 Luglio 2013, è stato ordinato il rilascio dell’anarchico Vaggelis Stathopoulos dalla prigione con condizioni restrittive (2000€ di cauzione monetaria, obbligo di presentarsi due volte al mese alla stazione di polizia più vicina alla sua residenza, divieto di uscire dal paese).

Solidarietà con l’anarchico Kostas Gournas, imprigionato membro della Lotta Rivoluzionaria, e tutti i compagni condannati nello stesso processo.

Libertà per tutti i prigionieri in lotta!

Cile: Assolto e rilasciato Jose Miguel Ramirez

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Il 27 Maggio, durante un corteo interno davanti alla USACH finito in scontri con la polizia, fu arrestato Jose Miguel Ramirez con l’accusa di aver lanciato molotov contro i cani del Potere.

Il giorno dopo presso la 6° corte di Santiago, vennero dati 50 giorni alla procura per investigare il caso, confermando la custodia preventiva nel centro di sterminio Santiago 1.

Dopo quasi 50 giorni di prigionia, oggi alle 18:00 il compagno è stato assolto e rimesso in libertà.

LIBERTÀ PER TUTTI I/LE PRIGIONIERI/E POLITICI/CHE E SOCIALI

PER LA DISTRUZIONE DI TUTTE LE CARCERI!

fonte

Cile: Condannato a 5 anni il compagno Hans Niemeyer

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Il 12 Luglio 2013 il compagno Hans Niemeyer è stato condannato a 5 anni di carcere per porto di artefatto esplosivo (BCI Macul) in base alla legge sul controllo delle armi e 300 giorni di reclusioni per i danni subiti dalla banca in questione.

La magistratura pur rifiutando l’applicazione della legge sul terrorismo, in questo caso, non ha voluto togliersi la possibilità di imprigionare chi si oppone e mette in discussione l’ordine dominante, in base alla legge che è … I giudici non hanno potuto resistere alla tentazione di vendicarsi per la sua clandestinità e l’atteggiamento di fronte al processo.

Sia all’interno dell’aula che fuori ci sono stati vari momenti solidali con il compagno.

Attualmente il compagno Hans si trova nel modulo di massima sicurezza del carcere di alta sorveglianza, non sappiamo se verrà trasferito o se cambierà la sua situazione detentiva, come sempre l’invito è a restare attenti.

La difesa ha detto che si appellerà alla decisione e la procura si appellerà anche nel tentativo di applicare la legge antiterrorista.

Forza indomita per Hans e la sua famiglia!

Affinché nessun rivoluzionario resti da solo ora e mai: Solidarietà attiva!

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Grecia-FAI: Rivendicazione di responsabilità per l’invio di un pacco bomba ad un comandante dell’unità antiterrorismo

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PROGETTO FENICE

ATTO IV

Siate orgogliosi e fieri della vostra azione, perché e solo dalla disubbidienza e dalla rivolta che nasce un fulgido raggio di bellezza umana!” Salve a voi o anarchici del fatto! Salve a voi o uomini fratelli!   Renzo Novatore

Alcuni hanno pensato che abbiamo sollevato la bandiera bianca. Alcuni hanno pensato che ci siamo dimenticati dei nostri fratelli imprigionati e siamo affondati nel pantano sociale, accanto al gregge bipede. I padroni, i sbirri, i magistrati, i giornalisti, i politici, la società e gli indegni “anarchici” burocrati hanno pensato che ci sono liberati di noi.

Per tutti questi, il Progetto Fenice è un pugno nello stomaco. Pugno nello stomaco, perché la nuova guerriglia urbana anarchica è qui e distrugge le voglie di tutti questi vermi per il termine della nostra azione. Vecchi gruppi vengono attivati ​​e nuovi vengono creati, con la promessa di dare soffio agli incubi del potere e dei suoi sudditi.

Il compagno G. Tsakalos si trova in custodia cautelare per 30 mesi, mentre il limite superiore è di 18 mesi. Non ci interessano le normative della Costituzione. Non desideriamo la catarsi delle istituzioni, ma lottiamo per la loro distruzione. Sappiamo che la legge è un’arma nelle mani del dominio, come sappiamo che i nostri dieci fratelli imprigionati non saranno rilasciati attraverso delle procedure legali. Crediamo che il potere è un insieme di valori dove nel loro nucleo si trova il cittadino-uomo di massa, il quale giace nella stagnazione del pantano sociale di massa dove tutti dimenticano il proprio nome e le proprie responsabilità. Ma anche all’interno di questo disgusto alcuni hanno un nome e cognome. Uno di loro è Dimitris Chorianopoulos.

Durante il suo incarico come un ex comandante dell’unità antiterrorismo, è stata effettuata un’operazione contro l’O.R. CCF. Chorianopoulos non è null’altro che un rifiuto del complesso di sicurezza, e il fatto che sia stato ritirato non significa che l’abbiamo dimenticato. Lo stesso vale anche per il resto degli infami del suo servizio. Che sappiano bene che si trovano in una posizione di rilievo nella lista degli obiettivi della FAI / FRI. Assumiamo la responsabilità per l’invio di un pacco bomba a questo infame, che purtroppo è stato localizzato.

Dedichiamo il nostro attacco agli IMPENITENTI e ORGOGLIOSI membri della CCF, come anche a tutti gli anarchici della prassi imprigionati, ovunque si trovino. Il nostro AMORE e RISPETTO per tutti gli Anarcho-individualisti, i Nichilisti, i Iconoclasti che hanno scoperto la fonte della vita durante l’attacco.

NON INCHINIAMO LA TESTA A NESSUNO!

PS. È stato annunciato che il pacco è stato attivato dopo una caduta nella stazione postale. Il pacco che abbiamo inviato era assolutamente sicuro per chiunque non fosse un’obiettivo. Il meccanismo si attiva SOLO se il pacco viene aperto e non da cadute o vibrazioni. Non sappiamo cosa è successo. L’unica cosa sicura è che il pacco è stato aperto.

FEDERAZIONE ANARCHICA INFORMALE
FRONTE RIVOLUZIONARIO INTERNAZIONALE
COMMANDO MAURICIO MORALES

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Atene: Resoconto delle ultime udienze del 3° processo contro la CCF

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Udienza 52

In questa udienza si sono presentati 6 testimoni dell’accusa, impiegati presso il corriere che ha ricevuto i pacchi bomba. I testimoni hanno detto di essere stati pressati dall’antiterrorismo al fine di riconoscere anche individui estranei alla Cospirazione delle Cellule di Fuoco. Dopo ciò, la corte e più nello specifico la presidente e l’accusa hanno fatto domande in merito a come il pacco bomba spedito in Germania non fosse stato trovato ai raggi x, arrivando cosi a destinazione. Gli impiegati hanno risposto dicendo che il modo in cui era stato confezionato insieme al carico di lavoro hanno fatto si che esso non venisse rintracciato e che potesse viaggiare in aereo. Da notare che questo pacco specifico è stato alla fine bloccato all’ultimo minuto da un poliziotto tedesco dentro l’ufficio…

Udienza 53

L’udienza è stata breve. Degli ultimi due testimoni, è comparso uno solo e ha detto di non riconoscere nessuno degli accusati. Poi, l’accusa e gli avvocati hanno discusso in merito al convocare altri testimoni dell’accusa, tra cui il capo dell’antiterrorismo.

Udienza 54

Nell’udienza sono stati stabiliti i termini legali riguardo all’estensione della carcerazione preventiva di un compagno della CCF e di un altro compagno. Da notare che il compagno della CCF è in custodia da 32 mesi ormai, quando il limite è 18 (persone accusate di aver fatto parte di altre organizzazioni sono state scarcerate alla fine dei 18 mesi). Questo compagno della CCF ha avuto due proroghe (la seconda durante uno sciopero della fame nell’anno scorso). Ora, ha avuto un’altra proroga di 6 mesi, per motivi di “grande pericolosità”. Inoltre è stato oggetto di un’altra custodia per concorso morale nel caso delle rapine a Velventòs. Il processo è stato interrotto con l’uscita dei membri della CCF e degli altri compagni accusati.

Udienza 55

All’inizio dell’udienza i membri della CCF hanno “salutato” l’attacco esplosivo realizzato ai danni della direttrice della prigione di Koridallos fatto dalla cellula Sole-Baleno della Cospirazione delle Cellule di Fuoco. Nello specifico un compagno della CCF, a nome di tutti, ha detto: “Compagni, con questo incontro ci rivediamo di nuovo. Avete cancellato la nostra prigionia. Ci avete offerto momenti di vera libertà. Ci siamo seduti di nuovo tutti allo stesso tavolo. Abbiamo discusso, scelto l’obiettivo, pianificato l’operazione, attaccato, rivendicato… Tutti insieme complici nella rinascita della NOSTRA Cospirazione, tutti fedeli alla promessa che questo è solo l’inizio. La Cospirazione delle Cellule di Fuoco resta salda nei nostri cuori, sorrisi, nei proiettili delle nostre pistole. Fino alla fine, per sempre… Lunga vita alla CCF, Gangs of Conscience, cellula Sole-Baleno. Lunga vita all’Internazionale Nera degli anarchici d’azione.” L’udienza è stata interrotta poi dopo una richiesta di uno dei compagni accusati non membro della CCF.

Udienza 56

L’udienza è finita prima di cominciare. Uno dei compagni accusati non membro della CCF è in sciopero della fame e cosi tutti i compagni accusati che negano di far parte della CCF hanno lasciato l’aula. I compagni della Cospirazione hanno fatto lo stesso dicendo “tutto ciò che sabota la normale procedura giuridica è accettato”. Come essi hanno detto più volte, non si curano del risultato del processo dato che restano impenitenti guerriglieri urbani anarchici.

Udienza 57

L’udienza è stata interrotta per lo stesso motivo. Ad un certo punto la presidente della corte si è riferita ai membri della CCF, chiedendo loro se l’ostruzione fatta alla corte è “il vostro modo di vendicarvi?”, ricevendo in risposta “non è vendetta, la vendetta è qualcosa di completamente diverso…”

A cura di alcuni solidali

Prigioni greche: Trasferimento improvviso dell’anarchico Rami Syrianos

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L’anarchico Rami Syrianos è stato arrestato nel 2011 dopo una rapina a mano armata contro un’ente statale che organizza le aste dei veicoli confiscati dalla polizia. Ha ammesso la responsabilità per l’espropriazione, chiarendo tra l’altro che egli nega il lavoro e si oppone alla schiavitù salariata. Rami è stato condannato a poco più di 8 anni di prigione, ed ha combattuto con forza dall’interno di essa.

Il 10 Luglio 2013, il compagno imprigionato é stato trasferito senza alcun avviso precedente dal carcere di Larissa al carcere di Domokos.

Italia: Aggiornamenti sul caso dei compagni incarcerati, Nicola Gai e Alfredo Cospito

Nell’udienza preliminare tenutasi stamattina 5 Luglio a Genova è stato richiesto e fissato in data 30 Ottobre 2013 il giudizio abbreviato in pubblica udienza per gli anarchici Nicola Gai ed Alfredo Cospito sotto processo per 280 bis, attentato con finalità di terrorismo, per il ferimento del’amministratore delegato di Ansaldo Nucleare, Roberto Adinolfi, azione rivendicata dal Nucleo Olga Fai/Fri.

L’udienza del 30 Ottobre sarà quindi a porte aperte e si conferma quindi l’invito alla presenza solidale. Seguiranno a breve gli aggiornamenti su ulteriori date ed indirizzi di riferimento per organizzare la presenza ed i momenti di discussione, come già prospettato in precedenti incontri.

A testa alta.

per info ed aggiornamenti nidieunimaitres@gmail.com

Atene – Caso Lotta Rivoluzionaria: Rilascio dell’anarchico, Christoforos Kortesis, dal carcere – Petizione per la liberazione condizionale di Vaggelis Stathopoulos da esaminare il 15/7

Il 5 Luglio 2013, si è saputo che la mozione di Christoforos Kortesis per la sua liberazione condizionale è stata accettata. Il compagno é uscito dalla prigione di Koridallos sotto ordini restrittivi (2000€ di cauzione monetaria, l’obbligo di presentarsi due volte al mese alla stazione di polizia più vicina alla sua residenza, divieto di uscire dal paese).

Libertà per coloro che sono ancora nelle celle della prigione!

Sul manifesto si legge:

RILASCIO IMMEDIATO DEL COMPAGNO VAGGELIS STATHOPOULOS

In un processo politico per il caso della Lotta Rivoluzionaria, lo Stato ha imposto un totale di 165 anni di carcere, senza uno straccio di prova. Il combattente anarchico, Vaggelis Stathopoulos, che ha negato tutte le accuse contro di lui, ha difeso le sue relazioni con i compagni, e la giustezza dell’azione sovversiva, la necessità di resistere e della rivolta. Per queste ragioni, il compagno è stato condannato a 7,5 anni di carcere. Lunedì, 15 Luglio 2013, la sua mozione per la liberazione condizionale sarà esaminata da un consiglio di cinque giudici d’appello.

Raduno di solidarietà, il 15/07/2013 presso la corte d’appello di Atene (Efeteio), sulla Via Loukareos, dalle 09:00

Compagni per la sovversione

fonte / aggiornamenti in greco: ipothesi-ea

Atene: Rivendicato attacco al Ministero della Cultura in solidarietà con Kostas Sakkas

“Non riesco più a sentire l’odore delle medicine, né il tanfo dell’infermeria, – i garofani fioriranno, – sia benedetto il tempo – E se finisci in prigione? – Non piegarti! Questo è tutto. Non ci sono altre raccomandazioni.” Nâzım Hikmet

Ieri 2 Luglio abbiamo attaccato il ministero della Cultura dalla parte da via Zaimi (Exarchia). I compagni hanno scavalcato il cancello, e dato alle fiamme tutti i veicoli del ministero nel parcheggio per poi andar via insieme al resto del gruppo.

Un’azione di solidarietà e supporto alla lotta dell’anarchico Kostas Sakkas, che sta mettendo il proprio corpo in prima linea, avendo già fatto 1 mese di sciopero della fame per la propria liberazione immediata.

Kostas Sakkas è in prigione da ormai 30 mesi senza essere stato condannato. La battaglia che fa al suo sterminio fisico e politico è una parte della più ampia resistenza contro la ristrutturazione capitalista e il regime di emergenza imposto dal dominio nazionale e internazionale in Grecia e nel mondo. Le risposto all’attacco del nuovo totalitarismo sono date in molti modi e ovunque: dagli attacchi da Atene a Skouries (Halkidiki) alle città in fiamme della Turchia, Brasile, Egitto, Cile.

Se il compagno non verrà rilasciato subito, gli attacchi saranno aumentati al massimo livello.

Tutto continua.

PS1. In merito agli arresti che abbiamo saputo dai media, seguiti al nostro attacco dopo un’operazione di polizia ad Exarchia, chiariamo che noi siamo andati e tornati con successo e secondo i piani, pertanto gli arresti non hanno nulla a che fare con noi e l’azione.

PS2. Solidarietà agli arrestati antifascisti degli scontri a Patrasso.

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[Attica, Grecia] Nikos Romanos, “Conto alla rovescia”


Questo testo non contiene riflessioni complete in merito a ciò di cui tratta. Espone solamente dei pensieri, conclusioni e valutazioni. Mira a fornire nutrimento per il pensiero e desiderio per l’azione. Fino alla prossima volta.

Ai nuovi compagni…

Se qualcosa ci disturba e ci inquieta, oltre alla privazione della nostra libertà, è la nostra preoccupazione se la vita che abbiamo dato e che diamo alla lotta toccherà il livello che desideriamo.

Quelli che decidono che l’anarchia non è un concetto congelato, un’ideologia o qualcosa di contagiato dalla diplomazia. La nostra anarchia è espressione di una vita autentica e libera da schiavitù. Si può vederla nelle molotov lanciate contro l’antisommossa durante i cortei e negli attacchi notturni, nel fumo degli attacchi incendiari, negli attacchi ai fascisti e ad ogni nemico della libertà.

Per quelli di voi che la vedono e non ne parlano come un’ideologia, al contrario essa non vi risponderebbe e disprezzerebbe i vostri discorsi rigidi. Continue reading [Attica, Grecia] Nikos Romanos, “Conto alla rovescia”

Cile: Hans Niemeyer non sarà condannato secondo la legge antiterrorista

Oggi 3 Luglio, è stata letta presso il 7° tribunale orale penale la lettura della condanna contro il nostro fratello Hans Niemeyer Salinas, che ha già scontato 1 anno e 4 mesi.

L’esito è stato l’assoluzione del compagno in riferimento alla legge antiterrorista, ma la condanna per “danni” e infrazione della legge sul controllo delle armi ed esplosivi (creata dal governo socialista di Allende ad inizio anni ’70).

I giudici hanno detto che esiste prova solo della manipolazione da parte di Hans dell’ordigno della banca BCI a Macul, ma non della sua fabbricazione. Inoltre, è stato assolto in merito agli attacchi alla concessionaria One, al monumento di Jaime Guzman e ad un trasformatore elettrico a Camino Las Flores. Nonostante la batosta per la Procura Sud (oltre alle assoluzioni di Luciano, Carla e Ivan in merito alla legge antiterrorista), diretta da Cristian Toledo, l’accusa ha chiesto 10 anni di prigionia per il compagno.

Il verdetto finale lo si avrà venerdi 12 Luglio nella sala 403 dell’edificio C del Centro di Giustizia. Invitiamo a presenziare, solidarizzando con il compagno e la sua famiglia (madre, compagna e figlio).

CHE NESSUN/A PRIGIONIERO/A RESTI DA SOLO/A!
SOLIDARIETÀ ATTIVA CON HANS NIEMEYER

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Grecia: Rilascio immediato dell’anarchico Kostas Sakkas, in sciopero della fame dal 4 Giugno

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“In Grecia, Turchia, Brasile …lotta con il corpo e l’anima fino alla liberazione sociale”
(striscione dalla grande manifestazione nel centro di Atene, il 29 Giugno, in solidarietà con il compagno)

Venerdì il 5 Luglio: Richiamo per un corteo motorizzato verso l’Ospedale Generale Statale di Nikaia, a Pireo, dove lo scioperante della fame è ancora detenuto in attesa di giudizio (in attesa di risposta per la sua seconda mozione di rilascio)

Raduno presso Propilea (Via Panepistimiou, Atene), entro le ore 18.00
Raduno di solidarietà presso l’Ospedale Generale Statale di Nikaia dalle 19.30

Di seguito alcuni tra i gesti di solidarietà con il prigioniero anarchico in Grecia e Cipro.

ATENE
ATENE

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Cile: Aggiornamento sulla seconda settimana di processo a Hans Niemeyer

Nota di Refractario: Secondo la stampa il 1 Luglio la difesa termina di far parlare suoi testimoni e periti. Si spera che in questi giorni venga fissata la data per la sentenza nei confronti del compagno.

La prova della Procura e dei tre accusanti è arrivata infine tra il 24 e il 28 Giugno. Si è trattato principalmente di periti che hanno parlato un giorno a testa, e della lettura di documenti tra cui “El fuego en la oscuridad” [“Il fuoco nell’oscurità”] nella sua totalità, inoltre un’antologia di testi di Alfredo Maria Bonanno (particolarmente interessante è risultato ascoltare l’avvocato della UDI che ha letto per intero “Malattia e Capitale”.)

Esperti del GOPE e del LABOCAR si sono sforzati al meglio per cercare di collegare le polveri dei 3 attentati (BCI Macul, monumento a Jaime Guzman e concessionaria One), il perito Hidalgo ha sottolineato importanti manomissioni e arbitrarietà nel processo, al punto da dover riconoscere che in realtà non sono sicuri che si tratti nemmeno di polvere nera. Da parte sua Cares, uno dei capi della squadra multidisciplinare antibombe, dice che può assicurare che il fabbricante dei meccanismi di attivazione di BCI e Camino Las Flores è il medesimo, ma crederlo o meno è un atto di fede, visto che non c’è alcuna prova emersa dal confronto dei dati riguardo ai famosi 150 attentati esplosivi verificatisi nella regime metropolitana dal 2006.

Lo stesso Perez Mancilla, che sorprendentemente non è più nel DIPOLCAR ma è stato trasferito a Punta Arenas e sembra si sia dedicato al tacchino arrosto e al whisky esentasse. Non era cosi feroce come un anno fa al processo del caso bombas. Adesso non si ricorda di molte cose dette in precedenza durante le indagini, e scarica responsabilità di varie conclusioni del “rapporto di intelligence n 01” ad altri membri della squadra che erano firmatari (soprattutto Cares e Mediavilla).

Durante queste due settimane risulta anche chiaro che nulla è riuscito a dimostrare l’elemento del “terrore” proprio dei delitti di terrorismo, e che uno simile ad una “intenzionalità terrorista” ritengono sia, oltre alla abbondante pubblicistica anarchica relativa, quello rivendicato contro BCI. La rivendicazione è stata diffusa qualche giorno dopo il 30 Novembre, ovviamente questo testo non può essere giunto da Hans Niemeyer. Nulla di simile o relativo alla pianificazione di questi fatti è stato trovato nel computer del posto di lavoro.

Il 1 Luglio tocca ai periti della difesa, principalmente un perito chimico che invaliderà i procedimenti e le conclusioni della “polizia scientifica”, e martedi le conclusioni finali. Da qui, il verdetto lo si potrebbe avere in uno o due giorni.

Solidarietà attiva con Hans!
h.n.d.l.

Cile: Appello ai/lle prigionieri/e a partecipare ad un libro anticarcerario

DA DIFFONDERE!!!

Nell’era moderna le esistenti forme di comunicazioni si sono sviluppate e specializzate. Ugualmente le relazioni sono state militarizzate e le pene aumentate in proporzione alla speculazione del sistema…

Ostacolando due dei suoi grandi strumenti, facendogli mordere la coda con nuovi progetti e idee interessanti. Utilizzando la rete che ci da una onnipresenza innegabile, invitiamo a solidarizzare e a cospirare. In questa occasione (sfruttando un’idea molto buona di alcuni/e compagni/e) apriamo un canale per fare circolare nuovi articoli e autori/trici selvaggi/e, cosi anche per aumentare le nostre possibilità di solidarizzare concretamente…

Facciamo un appello. E stavolta lo facciamo per i fratelli e le sorelle per cui abbiamo la creatività per agire…i/le prigionieri/e. Chiediamo di prendere parte ad un libro anticarcerario, nel quale concentriamo una causa e un effetto; una causa e qualsiasi idea di come fare in relazione al tema; un convergere in un progetto di autoapprendimento e solidarietà in relazione a ciò… Questo libro sarà un legame (nella sua totalità e permanenza) che aiuti a creare piccole situazioni per i/le nostri/e compagni/e nelle segrete delle odierne e future infamie del sistema repressivo. Da qui facciamo un appello a tutti i posti raggiunti dove arriva questo testo, a farlo circolare con il fine di raccogliere nuovo materiale anticarcerario; invitiamo a trovare, trascrivere, creare o citare materiale sul tema, da inviare a edicionesingobernables@riseup.net

L’appello si estende fino al raggiungimento del materiale necessario per l’edizione del progetto, speriamo non oltre Ottobre 2013.

… mandiamo un abbraccio sperando che l’interesse si moltiplichi…

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Cile: La procura si appella alla sentenza contro Carla e Ivan

Venerdi 14 Giugno, in aula è stata letta la condanna al compagno Ivan Silva e ala compagna Carla Verdugo. Entrambi condannati per la legge sulle armi a 6 anni di “libertà vigilata” (ciò comporta che non torneranno in prigione).

Dopo un processo durato circa una settimana, i compagni Carla Verdugo e Ivan Silva sono stati condannati a 6 anni di libertà vigilata in base alla legge del controllo delle armi. I deliri della procura puntavano all’uso della legge antiterrorista per dare condanne ma hanno fallito dato che il “delitto” è stato considerato relativo alla legge del controllo delle armi.

Lunedì, 24 Giugno, la procura si è appellata alla decisione, sottolineando che si faccia un nuovo processo dove applicare stavolta la legge antiterrorista, e nel caso tale proposta non venga accettata richiede che nessun beneficio venga dato alla compagna Carla Verdugo in modo da farle scontare la pena in prigione. Sarà la corte d’appello ha stabilire il futuro giudiziario di entrambi i compagni.

Solidarietà a Carla e Ivan!
Fine della legge antiterrorista!

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Supportiamo Dmitri Zvanko, prigioniero antifascista bielorusso

Unknown

Dmitri Zvankp è un antifascista di Brest. É stato arrestato il 9 Maggio 2013, insieme ad altri 4 antifascisti, accusati di essersi scontrati con attivisti di estrema destra il giorno precedente. Gli antifascisti arrestati sono stati pestati e messi sotto pressione psicologica da parte degli sbirri. Dmitri ha sporto querela riguardo al trattamento che ha subito, anche se aveva subito pressioni per non farlo. Il 19 Maggio quattro degli arrestati sono stati rilasciati, ma Dmitri è accusato dell’articolo 339.3 del codice penale bielorusso (hooliganismo premeditato con un gruppo di persone), che prevede una pena in carcere da 3 a 10 anni. Gli avvocati hanno paura che venga aggiunto anche l’articolo 147.2 (violenza fisica grave), il che significherebbe una sentenza tra i 5 e i 10 anni.

Per supporto per i costi legali degli arrestati, contattate ABC-Belarus:
belarus_abc(A T)riseup.net

Indirizzo per lettere di supporto:
Dmitri Nikolayevich Zvanko
SIZO-7, ul. Sov. Pogranichnikov 37
Belarus

Manda una lettera online: abc-belarus

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Parigi: Azione solidale con Henry Zegarrundo

sabotage

Nelle ultime notti a Parigi, sono stati rotti gli schermi di due bancomat, pensando al compagno anarchico Henry Zegarrundo, imprigionato dallo Stato Boliviano da un anno (è stato arrestato il 29 Maggio 2012, tenuto in carcere e recentemente messo agli arresti domiciliari).

Tutti gli Stati, le prigioni, tutte le banche sono parte di questo mondo che odiamo, attacchiamole!

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