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Agrinio, Grecia: Rivendicazione di responsabilità per attacco incendiario contro veicolo dell’Ente Pubblico di Energia

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RILASCIO IMMEDIATO DELL’ANARCHICO KOSTAS SAKKAS

Ieri sera, 29 Giugno 2013, abbiamo incendiato un veicolo dell’Ente Pubblico di Energia (DEI) nel centro di Agrinio.

Forza ai nostri fratelli e sorelle in cattività
Rabbia e coscienza

Cellule Irregolari

Lisbona, Portogallo: Azione in solidarietà con l’anarchico in sciopero della fame in Grecia, Kostas Sakkas

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Giovedì, 27 Giugno 2013, durante una marcia di protesta nel centro della città di Lisbona, nel contesto dello sciopero generale lanciato dai sindacati in Portogallo, abbiamo tenuto un’intervento di solidarietà con Kostas Sakkas, prigioniero anarchico in Grecia (dal Dicembre 2010). Il compagno ha iniziato uno sciopero della fame dal 4 Giugno, chiedendo il suo immediato rilascio dalla prigione. Il 4 Giugno è stato anche il giorno in cui il periodo della sua detenzione preventiva terminava -secondo la legge greca, 30 mesi sono il tempo massimo che un prigioniero accusato in due casi possa essere detenuto in attesa di giudizio.

Durante la manifestazione, 400 manifesti anarchici sono stati incollati e centinaia di volantini sono stati gettati o attaccati sulle mura, come minimo gesto di solidarietà al nostro compagno nella sua lotta in corso per la libertà e la vita.

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I pericoli della libertà valgono molto di più di quanto la sicurezza del servilismo.

Dal Brasile alla Turchia, organizziamo l’attacco contro l’apatia.

Dal sciopero selvaggio alla disoccupazione rivoluzionaria.

Non chiediamo niente, perché quello che vogliamo è la fine di un mondo in cui non si può avere tutto.

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La solidarietà, auto-organizzazione, attacco.

Rilascio immediato dell’anarchico Kostas Sakkas, in sciopero della fame dal 4 Giugno in Grecia.

Rabbia, pietre, barricate; per una vita senza padroni o schiavi. (A)

Salonicco: Barricate di fuoco per l’anarchico detenuto in sciopero della fame dal 4 Giugno, Kostas Sakkas

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Mercoledì pomeriggio, 26 Giugno, un gruppo di compagni si diresse alla Via Tritis Septemvriou a Salonicco, dove abbiamo posizionato dei pneumatici e bloccato il traffico in entrambi i sensi per qualche minuto. Non appena la strada barricata è stata avvolta dalle fiamme, abbiamo gettato volantini riguardanti lo sciopero della fame dell’anarchico Kostas Sakkas, e poi siamo andati via.

Abbiamo scelto di interrompere, anche per un po’, il flusso regolare della metropoli in questo modo, inviando di un segnale di solidarietà e di forza per il compagno.

Guerra con lo Stato e il capitalismo
Solidarietà con il prigioniero anarchico, Kostas Sakkas

PS. Compagno, la lotta continua…
Rimani forte.

fonte

Comunicato di Juan Aliste rispetto alla giornata in solidarietà con i detenuti di lunga condanna

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(Parole lette nella attività “Arrendersi Mai”, realizzata l’11 Giugno a sostegno dei prigionieri di lunga condanna)

La memoria è la munizione che carica l’arma della solidarietà, non siamo spettatori delle nostre vite, decidiamo su di esse. Dal carcere, la solidarietà fa rima con l’essere ribelle, non essendo questa condizione-ragione l’unica per mettere in pratica un valore intrinseco alla sfida della rivoluzione

Solidarietà fra pari davanti ad un vorace capitalismo.

Solidarietà di classe in questa guerra sociale.
Solidarietà attiva con chi lotta.

Rendere la parola non solo l’unità di lettere, ma una costante permanente che diventi pratica nella resistenza – facendo una rottura con il mediocre assistenzialismo o la rivendicazione. Un’azione propria o con altri che ci permette riconoscerci nella complicità libertaria, dove le vite fluiscono con l’intenzionalità specifica di emancipazione. Con l’idea di un mondo diverso nel quale l’ossigeno della solidarietà genera sovversione permanente.

La lotta ha un continuum storico e non è temporale, allo stesso modo la solidarietà non può essere una casualità, è l’ossigeno! Che rivitalizza la resistenza, la lotta e le nostre vite con la volontà di continuare combattendo la povertà e il capitalismo.

Un abbraccio fraterno a tuttx quellx che fanno il possibile per continuare a mantenere lo spirito rivoluzionario, a prescindere dalla sua condizione o luogo.

La memoria è la munizione che carica l’arma della solidarietà!
Solidarietà e lotta con tutti x prigionierx della guerra sociale!
Finché ci sarà miseria ci sarà ribellione!

Juan Aliste Vega
Prigioniero sovversivo – ostaggio dello Stato Capitale Cileno
Giunio 2013 Carcere di Alta Sicurezza

Altri scritti del compagno Juan (in spagnolo): qui

Maggiori informazioni sul Caso sicurezza (in spagnolo): qui

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Atene: Aggiornamento sulla situazione del prigioniero anarchico Kostas Sakkas, in sciopero della fame dal 4 Giugno

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Il 25 giugno, il Consiglio dei giudici d’appello ha respinto la mozione di Kostas Sakkas. Allo stesso tempo, che i giudici hanno ratificato la sua carcerazione preventiva prolungata per altri 6 mesi, un medico di trattamento dall’ospedale generale di Nikaia ha riferito che il scioperante della fame anarchico ha perso 10 kg di peso.

Una manifestazione per la liberazione immediata di Kostas Sakkas è stata convocata per Sabato 29 Giugno, dalle 11.30, a Piazza Monastiraki ad Atene. Il manifesto dell’assemblea di solidarietà recita: “2,5 anni imprigionato senza processo. Il compagno mette il suo corpo in prima linea per resistere al moderno totalitarismo dello Stato e del Capitale. La sua lotta è una lotta di tutto il movimento, una lotta di tutti gli oppressi”.

Grecia: Comunicato di Nikos Romanos in merito allo sciopero della fame di Kostas Sakkas

I miei riferimenti alla decisa scelta dello sciopero della fame non vogliono necessariamente dire che io la sceglierei come mezzo. Senza dire se concordo o no con il mezzo, perché non c’è giusto o sbagliato in situazioni come queste e tutto è rimesso in discussione continuamente. Sciopero della fame- Contraddizione in una battaglia di posizione.

Lo sciopero della fame è il mezzo di lotta estremo di un rivoluzionario. Storicamente è stato usato da un ampio spettro di combattenti tenuti in ostaggio per la loro azione sovversiva principalmente contro i regimi democratici. Dagli scioperanti della O.R. RAF deceduti e le morti dei combattenti di IRA e ETA, fino a quelli risultati vittoriosi dei compagni anarchici come Christophoros Marinos e Kostas Kalaremas, i membri di Lotta Rivoluzionaria e della CCF. I punti in comune che li uniscono possono essere minimi rispetto all’esistente, ma c’è una decisione che rimane la stessa, “lotterò fino alla fine”.

Questa scelta è stata capace di creare un particolare ricatto contro lo stato. Un ricatto che potrebbe suonare come un ossimoro ma che ha ottenuto un forte potere negoziatore a causa della morte degli scioperanti. Ovviamente visto che parliamo di poteri negoziatori riconosciamo l’esistenza di equilibri all’interno della guerra rivoluzionaria che è formata da condizioni sociali, politiche ed economiche di ogni era e la polarizzazione che esiste tra gli uomini di stato e i rivoluzionari. Ciò non significa che li rispettiamo e l’obiettivo è attaccarli e distruggerli. Né comunque significa che non li localizziamo e sfruttiamo per il nostro vantaggio. Continue reading Grecia: Comunicato di Nikos Romanos in merito allo sciopero della fame di Kostas Sakkas

Cile: Aggiornamento sulla prima settimana di processo a Hans Niemeyer

Lunedi 17 Giugno nella sala 403 dell’edificio C del “Centro di Giustizia” è iniziato il processo al compagno Hans Niemeyer Salinas. Nell’occasione, quando il tribunale orale ha chiesto a Hans se voleva deporre, lui si è limitato a dire “non ho nulla da dire”. Dopo, è arrivato il momento delle dichiarazioni iniziali. Il pubblico ministero ha richiamato molto l’attenzione fasciandosi prima di cadere, insistendo sul fatto che si tratta di reati di terrorismo, nonostante i fallimenti passati e le modifiche alla legge che lo stesso governo ha promosso due anni e mezzo fa.

La difesa, in cambio, ha annunciato che non solo era chiaro che le collocazioni di esplosivi non sono per principio reati di terrorismo (questione chiarita in seguito agli errori fatti nella regione metropolitana: caso bombas, caso pitronello, caso Carla e Ivan), sono reati da trattare come comuni o secondo la legge sul controllo delle armi, inoltre ha detto che in questo caso le contraddizioni delle versioni poliziesche sono tali da non garantire alcuna prova valida per ritenere Hans come autore dell’attentato al BCI Macul, e ancora meno per la fabbricazione dei 3 artefatti a lui imputati (Camino Las Flores, Monumento di Jaime Guzman e Concessionaria One). Continue reading Cile: Aggiornamento sulla prima settimana di processo a Hans Niemeyer

Cile: Informazioni sul processo al compagno Hans Niemeyer

Il 17 Giugno è iniziato il processo al compagno Hans Niemeyer in base alla legge antiterrorista. Le udienze hanno luogo ogni giorno della settimana dalle ore 9 alle 14:30 nel 7° Tribunal Oral nel Penal di Santiago, dovrebbe terminare in 3-4 settimane.

Ricordiamo che Hans è accusato di fabbricazione di artefatti esplosivi collocati contro un segnale elettrico nel 2010, contro il monumento a Jaime Guzman il 13 Agosto 2011 e contro la concessionaria One il 16 Agosto 2011.

Tutti questi episodi secondo la legge sul controllo delle armi, ma in base alla legge antiterrorista i giudici lo accusano di aver collocato un artefatto esplosivo contro una filiale del BCI il 30 Novembre, data in cui venne arrestato. L’accusa chiede in totale 19 anni; 12 per il collocamento e 7 per la fabbricazione.

Come parti civili sono presenti la fondazione Jaime Guzman, la banca BCI e il Ministero degli Interni. All’inizio del processo l’accusa condotta dal procuratore Ettore Barros (lo stesso del processo a Carla e Ivan) ha sottolineato che l’uso di “bombe artigianali è un emblema del terrorismo nel mondo” aggiungendo nella requisitoria “ha proceduto a collocare, attivare e far detonare un artefatto esplosivo di tipo artigianale che aveva precedentemente fabbricato, composto da un estintore come contenitore, al cui interno c’era polvere nera, tnt e tetryl, con un sistema di innesco elettrico mediante uso di due timer meccanici e un portalampade cilindrico di plastica trasparente”.

La difesa del compagno ha negato che il gesto era terrorista, ricordando i tre casi precedenti dove i fatti trattati dall’accusa come terroristi sono poi stati considerati relativi alla legge sulle armi (caso combas, caso del compagno Luciano Pitronello e ultimamente quello di Carla e Ivan) oltre a segnalare che gran parte dei rilievi sono stati ampiamente manipolati per cercare forzatamente relazioni tra i diversi attentati.

Hans ha deciso di non parlare al processo, in seguito è iniziata la sfilata dei testimoni dell’accusa.

Secondo quanto trapelato dalla stampa, hanno deposto i membri della Polizia Investigativa (PDI) che lo hanno arrestato nei paraggi della banca. Romina Barros, sub commissaria avrebbe detto: “Fermandolo, gli ho chiesto: Che hai fatto? E lui non ha detto niente, mi ha solo guardato con aria molto minacciosa”. Il goffo copione di terrore che si cerca di costruire con tali dichiarazioni è grossolano e ridicolo. É stato riferito dalla stampa che questo processo sarà la chiava per le future indagini riguardo ad attentati esplosivi. Dai mesi precedenti al caso bombas nel 2010, il procuratore nazionale Sabas Chahuan pressato da motivi politici ha deciso di trasferire tutti i processi per esplosivi e/o simili alla Fiscalia Sur che sistematicamente ha optato per l’uso della legge antiterrorista. Secondo la stampa, andando male in questo caso i processi torneranno a tale procura. Poco tempo dopo tale pubblicazione, lo stesso procuratore Sabas Chahuan ha dovuto fare delle rassicurazioni in merito, cercando di non generare
discordie tra gli stessi procuratori: “Nulla è cambiato, tutto resterà nella Fiscalia Sur perché ha già la competenza, ha personale sufficientemente coeso e una longeva collaborazione con la polizia. Adesso, decidere se applicare o meno la legge antiterrorista, è un tema che è stato molto in vista in tutto il
Cile e ogni procura regionale lo tratta nei casi relativi. In questo caso la Fiscalia sur ne ha competenza”.

Ribadiamo l’invito ai compagni che cercassero o avessero più informazioni rispetto al processo di realizzare resoconti del processo sia per diffondere ciò che accade e comprendere i meccanismi legali/repressivi. Come già accaduto in altri processi (CCF, caso bombas, Tortuga, ecc)

Solidarietà al compagno Hans Niemeyer!

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Cile: Comunicato di Victor Montoya

Victor è prigioniero dal 9 Febbraio 2013 nel carcere di Puente Alto, accusato tramite la legge antiterrorista di attentato esplosivo contro una caserma di polizia nella città di las Vizcachas.

Il mio nome è VICTOR HUGO MONTOYA ENCINA, accusato di aver collocato un artefatto esplosivo a Reten Las Vizcachas il 9 Febbraio 2013. Dopo 4 mesi di custodia preventiva, posso affermare di essere la prova vivente di come lo stato cileno ancora una volta ha creato una nuova montatura grazie alla caccia alle streghe chiamata “legge antiterrorista”, basata sulla discriminazione e su processi farsa; stavolta sono io il bersaglio di accuse costruite con testimoni fasulli, che hanno fornito testimonianze incongruenti e con prove ridicole tipo cd con musica varia, sciarpe e materiale tratto da internet.

D’altra parte, va notato che oltre a queste tre testimonianze tra loro incongruenti, c’è un altro caposaldo fondamentale in questo processo e nel suo svolgersi discriminante, niente meno che il mio stile di vita, che cercano di sfruttare per ciò che serve loro, non essendo io per nulla una persona modello, in questo caso, il solo fatto di avere una coscienza sociale e di classe, rifiutare il consumo, l’uso e l’abuso di animali ed umani e non e una condotta decisa nel dichiararmi contrario a qualsiasi droga lecita o no, dando priorità alla mia lucidità e integrità come persona consapevole delle proprie azioni, è il presupposto e unico argomento utilizzato dalla polizia, dalla intelligence e dai giudizi per affiancarmi alla causa già conosciuta come “caso bombas”.

Dal 9 Febbraio mi trovo nel carcere di Puente Alto, qui è dove perdo il mio tempo, ho lasciato cose a metà fuori, ma la cosa peggiore è che a causa della prigionia le varie tensioni e l’esercizio improprio di potere da parte di coloro che detengono l’”ordine” e il “benessere” di noi detenuti, molti dei quali come me stanno qui ingiustamente vittime di processi “legali” e beghe burocratiche, stati depressivi e crisi di panico oltre a vari problemi di salute diventano parte della quotidianità e della “normalità” del posto.

Eppure, dopo aver visto, sentito e testimoniato quanto sopra, io resto me stesso! Il cosiddetto “terrorista”, il “pericolo per la società”, come tanti altri che sono stati e sono perseguitati solo per il loro pensare diversamente… Paghiamo il prezzo di tali accuse, le quali con il passare del tempo e del lavoro di persone ipocrite crolleranno, saranno vanificate come è già successo tante volte, nonostante le montature con buoni presupposti, pagate con le tasse dei lavoratori, gente comune, come chiunque di noi, questo mi fa pensare che domani potrebbe toccare a te essere la prossima vittima dei veri terroristi che vivono tra di noi e che ci accusano e perseguitano.

Infine, ringrazio la mia famiglia, gli amici, gli avvocati e chi non conosco ma che mi è stato vicino, tutta la scena hardcore del paese, la comunità vegan, vegetariana e straight edge del Cile e dei paesi vicini che mi appoggiano costantemente in questo processo, supportandomi e dandomi forza.

Con ciò, io e ognuno dei prigionieri politici privati della libertà dimostriamo che lo stato e le sue montature non fermeranno la verità.

Carcere di Puente Alto, 11 Giugno 2013, 123° giorno di prigionia nella Torre 4, 1° piano.

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Stato Spagnolo: Aggiornamento sui 5 compagni arrestati a Barcellona

Prigionieri sulla strada
Prigionieri sulla strada

La scorsa settimana 5 anarchici sono stati arrestati nella provincia di Barcellona e trasferiti in varie prigioni. Fino a questo punto, erano stati nella prigione di Soto del Real (Madrid) in carcerazione preprocessuale a causa del “rischio di fuga” in regime di FIES3, come stabilito dal giudice Pedraz, che ha in mano il caso.

Negli ultimi giorni, sono stati trasferiti:
Yolanda al C.P. Madrid V, Soto del Real
Silvia al C.P. Madrid VII, Estremera
Juan al C.P. Madrid II, Alcalà Meco
Jose Carlos al C.P- Madrid VI, Aranjuez
Xavis al C.P. Madrid IV, Navalcarnero.

Tutti restano in regime di FIES3.

Riguardo alle procedure giudiziarie, gli avvocati (di fiducia) hanno fatto appello contro l’ordine di custodia preprocessuale e aspettano l’esito. I colloqui con i familiari, che già sono andati nelle nuove destinazioni, hanno aiutato molto l’umore dei compagni. In più, pacchi con vestiti e effetti personali sono stati inviati, cosi come depositi settimanali per aiutarli con le spese (il carcere impone un massimo di spesa mensile di 30 euro).

Se volete e potete contribuire economicamente per supportare a coprire le spese dei compagni e delle loro famiglie (spesa interna, vestiario, soldi per andare a colloquio, ecc) potete fare un versamento al seguente conto:
2038 9252 63 3000365109 (Bankia).

Questo conto è stato aperto a tale fine, e la sua gestione è completamente affidabile (è stato aperto presso Bankia dato che ha molte filiali e non ci sono commissioni per depositi nazionali ed esteri).

Ci sono varie eventi benefit in diverse città cosi come molte azioni solidali. Inoltre, ci sarà un corteo solidale nella serata del 21 Giugno, e si richiede massima diffusione della notizia. Il nostro intento è di realizzare azioni simultanee in diverse città, in Spagna e all’estero.

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Germania: Manifesto solidale con Sonja Suder, Christian Gauger e Sybille S.

Questo è un nuovo manifesto anarchico solidale con Sonja, Christian e Sybille che è stato affisso in diversi muri di varie città tedesche. Sonja e Sybille sono prigioniere a Francoforte sul Meno e Christian è in libertà vigilata a causa dei suoi problemi di salute. La prima parte del processo continuerà dopo l’estate. Di seguito il poster e la sua traduzione. Es lebe die Anarchie!

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La solidarietà è la tenerezza della sovversione rivoluzionaria!

Mi chiedete: “Cosa dovremmo fare? Come possiamo resistere contro tutta questa eteronomia, controllo, repressione, violenza, considerata normalità? Come possiamo far fronte a tutta la burocrazia, le uniformi e le armi, le mostruosità della tecnologia, le loro leggi e la loro moralità basata sulle costrizioni, colpa e paura?” Vi rispondo: “Non conosco la soluzione, il modo giusto o la strategia perfetta e neanche penso esista. Ma so che è l’aiuto reciproco, il rispetto, l’amore e la solidarietà che renderanno ancora una volta pericolose e ribelli le nostre relazioni. So che l’unica cosa più forte della nostra urgenza di libertà è l’odio per quelli che ce la rubano! So che non c’è bisogno di alcuna giustificazione per l’insurrezione e non c’è un minuto da perdere! So che prima e adesso ci sono migliaia di motivi per rivoltarsi!

Solidarietà a Sonja e Christian accusati e detenuti per la loro posizione contro Stato e Giustizia. Accusati per la loro partecipazione alle Cellule Rivoluzionarie (RZ) e le loro battaglie negli anni ’70.

Solidarietà a Sybille, detenuta per lo stesso processo a causa del suo rifiuto di cooperare con le autorità!

Un abbraccio a tutti gli accusati e detenuti per le loro idee e lotte!

Un abbraccio a tutti quelli che non svendono o dimenticano le loro idee di una vita libera!

Per una vita libera senza autorità!

Anarchici

fonte, pdf

Cile: Parole del compagno José Miguel Sánchez Jiménez

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Perché le nostre vite sono compromesse per cercare la libertà totale, per distruggere ogni tipo di autorità, perché odiamo l’ordine stabilito e la “pace sociale dei ricchi”, perché non riconosciamo autorità alcuna. E continueremo la guerra!

Continueremo attaccando il potere in tutte le sue forme, audaci e senza paura di ribellarci, attaccando i simboli del potere e chi lo detiene, finché ognuno/a di noi non sarà un esercito consapevole con capacità combattiva al 100% non fermeremo il nostro affanno libertario fino ad abbattere e distruggere il capitale e la sua classe privilegiata, fino a quando non ci saranno più schiavi di nessun tipo.

Siamo figli della ribellione, senza dio, legge, altari, maestri, liberi di prendere decisioni e agire e scontrarci fino alle conseguenze estreme, mettendo in gioco tutta la nostra esistenza di lotta, orgogliosi/e di non essere sottomessi e agire di conseguenza combattendo ogni forma di dominio e assoggettamento.

NON pretendiamo di migliorare il sistema ma distruggerlo, per questo lottiamo e siamo dove siamo, affrontiamo la mole fetida del potere e chi se ne nutre.

Arrivano i combattenti
Nessun passo indietro
Finché ci sarà miseria ci sarà ribellione
Distruggere il sistema carcerario e lo status quo.

Dal centro di sterminio Carcel Colina II Modulo 4
Josè Miguel Sanchez Jimenez
Maggio 2013

in spagnolo

Atene: Lettera di Giannis Naxakis

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Ad un mese dal mio arresto rimango ancora perso nei miei pensieri cercando di trovare momenti di calma e chiarezza, cosi ho potuto prendere la penna e buttar giù qualche parola. Il mio umore cambia alla velocità della luce, va su e giù no stop ed è difficile trovare un punto fermo da cui ripartire. Ciò che è successo a Nea Filadelfia mi fa star male, le nuove conclusioni che vengono fuori mi feriscono, la comprensione di quanto è precisamente successo mi uccide. Ci ricado quando ascolto la noia quotidiana e le discussioni infinite valutando i mesi, gli anni, le accuse e tutto ciò che è rilevante. Sappiamo molto bene perché siamo qui e il motivo non è certo per alcune comuni pratiche criminali come sappiamo che da adesso in poi il tempo non scorrerà necessariamente insieme a noi facendo il conto alla rovescia per uscire.

Quel pomeriggio di Aprile, un dannato nostro errore è stato più che sufficiente per farci rinchiudere e star qui a tormentare i nostri sogni. In un momento l’universo è stato destabilizzato, le lancette dell’orologio sono tornate indietro e il flusso è andato al contrario. Una fottuta regola cospirativa non seguita quel giorno – in una serie di altre seguite – e questo è stato più che sufficiente affinché gli scagnozzi dell’antiterrorismo ci prendessero. In – per quanto sia permesso il terno – un momento insospettabile i bastardi hanno avuto la meglio. Quattro persone, un circolo di anarchici, una cella a Koridallos. Una serie di arresti che è avvenuta negli ultimi anni davanti a noi è stata sufficiente per farci preoccupare ma non per farci capire l’accuratezza chirurgica e la disciplina dei nostri movimenti necessari nell’ambito della sicurezza.

Ciò che si richiede sicuramente in questi casi è l’assetto rigoroso dell’attacco e la sicurezza e ovviamente non sto parlando di fare sconti alla prima parte. Abbiamo visto arresti, numerose indagini arrivare alla gente dal nulla, sapevamo molto bene della sorveglianza discreta e non ma ancora il brutto momento doveva venire. Lasciate che io sia l’ultimo stronzo che finisce catturato, ne sarei felice, lo accetterei come l’onore di riuscire a scrivere l’epilogo di una storia cosi lunga. Ecco perché voi compagni fuori, mentre cospirate i vostri piani, dovete guardarvi e dire: “Faremo meglio di loro. Hanno ottenuto l’impossibile, noi oseremo l’impensabile!” E questa promessa potrebbe garantirvi il biglietto per il cielo… Continue reading Atene: Lettera di Giannis Naxakis

Atene: Rivendicazione di responsabilità per attacchi incendiari in solidarietà con l’anarchico scioperante della fame Kostas Sakkas

Sciopero della fame dal 4 Giugno – Rilascio immediato dell’anarchico Kostas Sakkas

L’anarchico Kostas Sakkas è in sciopero della fame dal 4 Giugno 2013, chiedendo il suo immediato rilascio dalla detenzione preventiva, dal momento che egli è tenuto in custodia più di 30 mesi a causa di un giudiziario colpo di stato, mentre abbia già scontato due termini di custodia cautelare . Ci troviamo vicino al nostro compagno passando all’offensiva, come riteniamo opportuno, date le circostanze. Così, per quattro giorni, dal 15 al 18 Giugno, abbiamo incendiato i seguenti obiettivi:
– L’ufficio locale del principale partito di governo, Nuova Democrazia, a Keratsini,
– 2 ATM a Paleo Faliro,
– 1 ATM ad Ano Kypseli,
– La moto privata di uno sbirro a Zografou,
– Il veicolo privato di uno sbirro ad Ano Glyfada,
– La moto privata di uno sbirro ad Ano Petralona.

RILASCIO IMMEDIATO DELL’ANARCHICO KOSTAS SAKKAS
Tutto continua…

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Brema, Germania: Incendiato furgone della Deutsche Telekom e distrutto auto della Siemens

Nella notte dal 29 al 30 di Maggio 2013 abbiamo dato fuoco al parcheggio della Telekom che si trova sulla Mary-Somerville-Str. (Vicino all’università), per bruciare un veicolo della Telekom.

La Deutsche Telekom è solo una delle tante aziende disumane. Ha acquisito rilevanti quote dell’OTE greca già anni fa, e poi ha cacciato 2.000 persone in un tempo che la Telekom stava facendo enormi profitti. Ha anche intrapreso il ruolo di autorità di sicurezza, con diversi tentativi dell’OTE contro Indymedia Atene, fino a quando la connettività del progetto multimediale al suo server è stato spenta nel mese di Aprile 2013 nell’ambito di minacce ed estorsioni. Indymedia Atene è stata una piattaforma importante soprattutto per le rivolte sociali.

Telekom ha anche il suo posto nella cooperazione civile-militare. La società controllata al 100% di T-System svolge un ruolo chiave nella macchina militare, ed è stata responsabile per il settore della tecnologia della difesa per decenni. Inoltre, la T-System fornisce informazioni e tecniche di comunicazione per l’uso di armi, e si prende cura delle reti telefoniche della Bundeswehr (l’esercito tedesco), così come della comunicazione satellitare militare e dei cavi in ​​fibra ottica nelle navi da guerra.

Allo stesso tempo, nel distretto di Walle, un veicolo appartenente alla compagnia Siemens è stato colpito in un angolo di Brabantstr. con Osterlingerstr., ed è stato reso inutile con bombardamento di vernice.

Siemens è un altro attore nel settore degli armamenti. Ad esempio, ha fatto un contratto con la Bundeswehr e l’IBM al fine di portare in vita il Progetto Ercole. Un aspetto di questo progetto è di sostenere l’esercito tedesco con tecnologie di informazione per la sua attività in materia di amministrazione e di logistica.

Aziende come Deutsche Telekom e Siemens guadagnano profitti con la guerra, la sofferenza, l’estorsione e la soppressione. Questo non sarà accettato.

Siamo solidali con tutte le azioni contro Telekom. Salutiamo i compagni di Atene. Attaccare le corporazioni di armamento e i profittatori di guerra a Brema e ovunque!

LA GUERRA INIZIA QUI – FERMIAMOLA QUI!
gruppi autonomi

Italia: Resoconto e dichiarazioni delle revoche degli avvocati – Udienza processo No Tav, 7 giugno 2013 aula bunker carcere Le Vallette Torino

Quella di oggi è stata un’udienza diversamente interessante. Noi “imputate/i” siamo stati/e presenti in otto. Subito dopo l’appello tre di noi hanno dichiarato, ognuno con proprie parole, estraneità a ogni riconoscimento nei confronti del tribunale, del processo unita alla decisione di revocare l’avvocato nominato al momento dell’arresto. Il tribunale si è immediatamente ritirato in camera di consiglio per trovare un avvocato d’ufficio cui affidare la difesa dei tre compagne/i che avevano fatto la revoca. Il processo è ripreso circa un’ora e mezza dopo, presente l’avvocato d’ufficio. Abbiamo ripreso la parola per ribadire che ci saremmo autodifesi, che perciò non riconoscevamo nulla all’avvocato d’ufficio, il quale ha chiesto i termini per poter leggere le carte ecc.; gli sono stati concessi 10 giorni. Tuttavia, la corte, decisa a riprendere a tutti i costi l’udienza, ha dato mandato agli avvocati di fiducia revocati di “assistere” noi per il tempo dell’udienza. Gli avvocati hanno tentato di respingere l’incarico anche appellandosi alla legislazione dell’Unione Europea che prevede l’ “autodifesa”. Un pastrocchio evidente, “imbarazzo tangibile” come dichiarano gli avvocati. I pm intervengono precisando che la legge italiana non riconosce l’autodifesa, che quindi la “difesa tecnica è irrinunciabile… che la normativa europea è stata riconosciuta in Italia negli ultimi decenni, concedendo all’imputato la possibilità della ‘dichiarazione spontanea’.” La corte, riparatasi anche dietro queste argomentazioni, è così riuscita a far proseguire l’udienza.

La prossima udienza, rinviata al 21 giugno, dati i termini di 10 giorni concessi all’avvocato d’ufficio, si svolgerà nell’aula-bunker vicina al carcere.

Di seguito la dichiarazione di Mau, Marta e Juan con alcune riflessioni. Continue reading Italia: Resoconto e dichiarazioni delle revoche degli avvocati – Udienza processo No Tav, 7 giugno 2013 aula bunker carcere Le Vallette Torino

Atene: Lettera del compagno G. Sarafoudis

Forza agli anarchici catturati
Forza agli anarchici catturati

Ciò che è lampante in questa condizione storica di post-crisi è la guerra economica. Una guerra che sicuramente viene fatta dall’alto verso il basso, visto che negli ultimi decenni i “proletari” hanno sempre firmato patti di “pace sociale”, lacerando le proprie coscienze collettive e vivendo il sogno del consumismo e della prosperità costruita! Adesso, comunque, l’elite economica, in accordo con l’autorità politica e legale, mette la maschera del “diritto al lavoro” e mostra il suo vero lato terrificante “è
un privilegio essere schiavo nei moderni campi di lavoro”! Non facciamoci prendere ancora in giro, questa guerra economica possiamo e dobbiamo trasformarla in guerra sociale il cui fine non sia solo la sterile rivendicazione di “diritti salariali” ma a distruzione dell’odierno significato di lavoro cosi come di ogni struttura di autorità. In questa guerra lo stato vede il crescente scontento sociale, che cresce giorno dopo giorno, e vuole assoggettare ogni resistenza, tramite la paura, usando ogni mezzo a disposizione: la propaganda del terrore e l’insicurezza economica, forte oppressione violenta, leggi arbitrarie e modifiche costituzionali fatte senza costo politico e con chiari intenti politici.

“Nessuno può continuare a nascondersi dietro la routine della propria vita, dobbiamo abbandonare i nostri limiti e barriere, e andare all’attacco.”

La linea che separa i due campi è molto chiara. In uno abbiamo l’autorità economica, politica e legale pronta ad abbattere chiunque voglia sfidare l’assoggettamento, e nell’altro la gente che resiste, superando le paure e trasformando la vita quotidiana in azione violenta, creando fratture mirate alla distruzione di questo marcio sistema, cercando momenti di libertà assoluta, vivendo l’oggi e rischiando tutto. In questo campo ho scelto di starci anche io come parte del movimento anarchico, che indipendentemente dalle condizioni oggettive deve svegliare la coscienza collettiva, superando la paralisi al fine di usare ogni spazio e tempo con fini insurrezionali e battaglieri. I mezzi a nostra disposizione sono tanti e il nostro fine, oltre al raggiungimento dei nostri obiettivi, è la diffusione di essi. La condivisione di comunicati, gli spazi auto-organizzati e autogestiti, manifesti, azioni solidali, sabotaggi, incendi, cortei decisi e lotta armata sono le frecce per il nostro arco. Ogni azione ha la sua importanza e causa la sua frattura nella coesione sociale. Ovviamente c’è una scala di rischi che corriamo in ogni battaglia ed è una scelta personale che in qualche modo tutti devono fare.

L’unica cosa sicura è che tutti dobbiamo concretamente supportare l’ampia gamma di mezzi e diverse dialettiche nel movimento anarchico i cui interessi sono la rabbia sociale di massa e la transizione a struttura comuni di libertà individuale e collettiva.

In relazione al nostro caso (Nea Filadelfia) voglio condividere alcuni pensieri:

Riguardo alla clandestinità nella quale erano due dei miei compagni (F.H. e A.D.)

Il fine dell’autorità legale, quando emette mandati d’arresto, è principalmente isolare ogni anarchico. Come i compagni cercheranno di rompere questo regime di isolamento non dipende ovviamente solo da loro,
ma da tutti noi che dobbiamo mostrare la nostra solidarietà concreta, per restar loro vicini, come compagni e come amici!

Dopo un mese di detenzione le seguente frasi contengono una critica sul nostro arresto ma anche per tutti quelli che hanno il titolo di “infallibili”

“Un errore è stato sufficiente per far crescere i muri attorno a noi, per i giorni e le notti che diventano più brevi e cosi ci ritroviamo ostaggi… Ecco perché chi sta andando avanti dovrebbe guardare indietro ai propri errori e agli errori degli altri e usarli per fare un altro passo in avanti nel proseguimento dell’attacco quotidiano! Per chi rimane semplicemente inattivo o impegnato in chiacchiere e critiche al sicuro nei bar riguardo alle azioni e agli errori altrui, ho solo una cosa da riconoscervi – SI! VOI SIETE INFALLIBILI!-“

Concludo dicendo che noi restiamo UNITI e FORTI, pronti a combattere con qualunque mezzo avremo fino alla distruzione di ogni prigione reale e concettuale.

SOLIDARIETÀ AL COMPAGNO K.SAKKAS IN SCIOPERO DELLA FAME DAL 4/6/13

G. Sarafoudis
1° braccio della prigione di Koridallos
10/6/13

fonte, in inglese

Prigioni greche: Il prigioniero anarchico Kostas Sakkas è stato ricoverato in ospedale il 17 Giugno

Striscione di solidarietà ad Agrinio: "Rilascio immediato dell'anarchico Kostas Sakkas, che è in sciopero della fame dal 04/06/2013"
Striscione di solidarietà ad Agrinio: “Rilascio immediato dell’anarchico Kostas Sakkas, che è in sciopero della fame dal 04/06/2013”

La mattina del 17 Giugno, Kostas Sakkas è stato trasportato dall’ospedale del carcere di Koridallos all’ospedale generale di Nikaia, a Pireo. Il compagno è in condizioni critiche.

Messaggio da un compagno di prigionia in lotta, a Corfù, in solidarietà con Kostas Sakkas:

Io sto in solidarietà con la lotta del scioperante della fame, Kostas Sakkas, e come un minimo segno della mia solidarietà, non ricevo più i pasti della prigione a partire da oggi, 17 Giugno. Come è noto, Kostas Sakkas è in sciopero dal 4 Giugno, e si mette nell’ultima prova di non ricevere cibo, lottando contro il tentativo del Potere -mirato contro ogni militante anarchico- per distruggere i suoi nemici… L’estensione dei suoi 30 mesi di detenzione preventiva mostra l’audacia delle autorità di violare le proprie leggi al fine di servire il terrorismo e l’abolizione di ogni diritto individuale.

La passione per la libertà è più forte di tutte le celle di prigione!
Solidarietà con il scioperante della fame Kostas Sakkas!

Elias Karadouman
Carcere di Corfù

Atene: Comunicato in merito agli scontri con gli agenti a Koridallos

6120_1205055122898_1124225717_30647Ci muoviamo in libertà, ma tra virgolette, e per questo abbiamo riempito i nostri occhi con esplosivi

Il 13 Giugno – mentre il nostro compagno K. Sakkas è al 10° giorno di sciopero della fame per ottenere l’immediato rilascio, noi quattro per diversi casi siamo stati al tribunale di Loukareos. Durante il nostro trasferimento e comparizione al tribunale ci sono state provocazioni dagli agenti del EOM (unità speciale di trasferimento). Il “compito” di queste merde dell’EOM è di trasferire gli anarchici come anche i prigionieri pericolosi che potrebbero fuggire.

Mentre lasciavamo il tribunale tra i cori dei compagni, uno di noi è stato attaccato dagli agenti. Questi codardi lo hanno buttato a terra a 10 metri dal blindato, trascinato fino a questo a suon di calci e pugni per poi metterlo in gabbia ancora ammanettato. Tornati a Koridallos, e dopo altre provocazioni, abbiamo attaccato 13 agenti dell’EOM con tutto ciò che avevamo a tiro (sedi, telefoni, estintori, cassetti, posaceneri) distruggendo la sala d’ingresso e respingendo gli agenti.

La prigione è il mondo delle convenzioni e noi in larga parte l’abbiamo sistemato. Formalità, diritti democratici, “servizi” giornalieri, chiusure e aperture, “piacevoli” trasferimenti. L’inoffensività sulla quale la funzione della prigione è basata non ci fa dimenticare il ruolo ostile di chi abbiamo davanti. Dalla nostra parte sceglieremo l’attacco quando i limiti della dignità che abbiamo stabilito saranno sorpassati. Devono sapere che qualsiasi mossa faranno ci troveranno davanti.

RABBIA E CONSAPEVOLEZZA

Gli anarchici Dimitris Politis, Argyris Ntalios, Fivos Harisis, Kostas Sakkas

fonte, in inglese

Atene: Lettera del compagno Stefanos Amilitos

riot

CANI, SALVAGUARDATE I VOSTRI PADRONI

Nella notte del 19 Aprile ad Exarchia qualcuno ha deciso di dimostrare praticamente che l’antisommossa (MAT) non è gradita nella zona. Sono seguiti scontri e inseguimenti. Ho lasciato i miei amici al bar, eravamo seduti con lo sguardo verso via Tzavella, per prendere la moto che un amico mi aveva prestato. Lì sono stato attaccato dalle squadre Delta, come dei moderni bouradades*, il cui unico compito è localizzare ed eliminare i dissidenti o chiunque sembri non andare loro a genio. Dissero che dovevano controllare la mia identità.

Al GADA (stazione centrale della polizia di Atene) la storia cambia. La detenzione si trasforma in arresto e come prove spuntano guanti, uno scaldacollo e un accendino trovato in mio possesso sebbene il verbale non riporti ciò. Dopo vengo a sapere che ci sarebbero dei testimoni (tutti agenti Delta) che sostengono di avermi riconosciuto da lontano (ma più alto e con diversi capelli) con… il volto coperto e intento a “prenderli in giro” agitando una molotov in mano.

Il resto era da aspettarselo. Resto in custodia cautelare sebbene le loro leggi dicano che le condizioni per questa misura non ci sono. Questi casi sono conosciuti, non sono il primo caso nel quale il giudice fa a pezzi la legge che dovrebbe onorare al fine di condannare uno di noi, un proletario, uno di quelli ai margini di questo mondo.

Aspettando per 2 mesi di vedere quando e se intendevano rilasciarmi, considerando anche il tentativo di incriminarmi tramite un controverso esame del dna, ho capito che i cani dell’Autorità hanno ragione: sebbene non ci “siano” gli estremi per l’arresto e la custodia, ce ne “sono” altri, più importanti. La mia condanna come occupante del Politecnico nel 1995, la mia partecipazione a lotte e progetti, la mia solidarietà a chi dalle strade, squat, stadi, posti di lavoro, tribunali, grida forte “Indietro infami, avanti compagni”, quelli che sfidano il monopolio statale della violenza, quelli che non accettano di farsi sterminare per accumulare denaro per le elite nazionali e internazionali…

Colpevole senza essere stato processato, colpevole in base a delle testimonianze di fascisti chiamati Delta e non Gruppo X (paramilitari fascisti greci durante l’occupazione nazista), visto che chiunque non si sottomette allo stato, ai padroni e ai fascisti, agli occhi di chi ci opprime e cerca di distruggerci, come nemici interni o semplicemente come “merce” per le loro numerose galere. Colpevole perché anche io, come molti ad Exarchia, non bevo solo il vino nei bar della piazza, ma col volto scoperto e a poca distanza, in molti casi abbiamo urlato a chi ci rompeva la testa e la dignità di insorti: CANI, SALVAGUARDATE I VOSTRI PADRONI!

Stefanos Amilitos
1° braccio della prigione di Korydallos
12 Giugno 2013

PS : Solidarietà al compagno K. Sakkas in sciopero della fame dal 4 Giugno e a G. Tsakalos in custodia nelle galere della democrazia da 30 mesi.

* I bouradades erano le forze paramilitari fasciste durante l’occupazione nazista e la guerra civile, istituite dopo che Nikos Bourandas venne nominato comandante della polizia di Atene

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Atene: Aggiornamento sul processo del compagno T. Theofilou

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Il processo a Tasos Theofilou è stato rinviato all’11 Novembre 2013.

La decisione è stata presa dai giudici della corte dopo la richiesta della difesa (S. Fitrakis e A. Paparousou), d’accordo anche con l’accusa.

“La solidarietà è l’arma della gente, guerra alla guerra dei padroni” è stato il coro che dozzine di compagni riuniti in aula hanno urlato a Tasos, mentre lo stesso coro si sentiva all’esterno quando il blindato è ripartito.

Thasos ha salutato i compagni con un largo sorriso mentre le forze speciali dell’EKAM lo ammanettavano.

fonte

Cile: Arrestato José Miguel Ramirez per lancio di molotov

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Lunedì, 27 Maggio, durante un corteo interno all’entrata della USACH finito in scontri con la polizia, José Miguel Ramirez è stato arrestato, accusato di aver lanciato molotov ai cani del Potere.

Il giorno dopo è stato portato alla 6° Corte di Santiago, la quale ha dato all’accusa un mese di proroga per le indagini, lasciandolo in custodia preventiva a Santiago 1.

Queste misure sono prese per criminalizzare la lotta sociale e confinare in gabbia chi cerca di rivoltarsi contro la quotidiana violenza dello Stato-Capitale.

Affinché la solidarietà non sia solo una parola…

fonte, in inglese

Marco Camenisch: Mauri, “quattro anni dalla sua morte in combattimento”

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Quattro anni?. Mi sembra un’infinità, ma anche un nulla da quando Culmine mi mandò la notizia di quel 22 Maggio, insieme a un ritaglio di giornale con la sua foto. Solo un pezzo di carta, un’immagine già segnata dal tempo, destinata presto a scomporsi?.

Si, ma anche molti di più!.

É il simbolo di un ricordo indelebile, è una cara ed intima immagine, una delle davvero pocche che ho finora sempre attaccato al muro della cella. É il simbolo di un legame con il guerriero Mauri, e con la sua tribù guerriera, impresso a fuoco sempre fermo e saldo nel mio cuore e nella mia mente.
Oltre ogni confine, distanza, repressione, e morte!

Nei giorni, nelle settimane, negli anni tanto isolati quanto irrimediabilmente e profondamente vissuti nel cerchio intimo e mondiale della nostra resistenza e guerra sociale, quando mi scorre in mente o mi scorrono gli occhi al punky Mauri, ogni volta mi fermo colmo d’amore, e fieramente saluto e sorrido a questo nostro fratello e compagno guerriero.

E poi, ma quante volte succede!, ci narriamo le nostre vite e lotte contro questa putrefatta società…SOCIETÀ tanto imperante quanto sempre traballante sotto il timore che incutiamo al sistema letale con la nostra fermezza ed azione solidale!.

Parliamo, il punky Mauri ed io, del nostro amore e del loro timore di chi ben sa dove sta la forza della ragione e dell’amore, di chi ben sa che ha solo la ragione della forza senza cuore, senza vita e distruttiva della tecnologia, del denaro, del potere sul mondo schiavo.

Parliamo della mia gratitudine, enorme, di come sempre mi aiuta a rimanere uniti tra noi e con voi tuttx, uniti con questo nostro mondo guerriero in lotta per un mondo e un futuro giusto per tuttx ed in tutto. Per un mondo liberato dal loro potere, dal loro denaro, liberato dalla loro tecnologia e schiavitù, dalla loro distruzione totale!

Ecco di cosa parliamo, Mauri ed io, sempre. Di vita, di lotta. D’irrimediabile fermezza!

Mauri, non sarai mai solo un ricordo, fratello e compagno mio!

Sarai sempre con noi, sarai vivo nella nostra vita, sarai vivo nella nostra fermezza, sarai vivo nella nostra lotta!

Mauri, esempio e forza guerriera oltre ogni tempo, confine, distanza, repressione, e morte!

Marco Camenisch, dalla galera Svizzera, fine Maggio 2013 e sempre!

Barcellona: Attacchi in solidarietà con i/le 5 anarchici/che detenutx in Sabadell

Abbiamo partecipato attivamente come gruppo da circa un anno, tempo durante il quale abbiamo visto un leggero aumento nel tipo delle azioni con cui ci identifichiamo. Abbiamo anche adottato misure simili e abbiamo deciso di renderle pubbliche attraverso questo indymedia, per favorire la sua riproduzione.

Manteniamo la nostra strategia e ferma linea politica: Vediamo le azioni da parte della Federazione Anarchica Informale (FAI) e altre azioni anonime come strizzatine d’occhio. Cogliamo l’occasione per inviare un abbraccio di solidarietà a tuttx coloro che hanno deciso passare dalla teoria alla pratica, in relazione con l’azione diretta del materiale.

In altri comunicati, abbiamo fatto richiami ad integrare la strategia di sabotaggio e / o il benessere della guerriglia urbana nella vita e le parole che vengono identificate con il pensiero anti-statale, anti-capitalista, anti-autoritario e anti-dominazione, che è ciò che alcuni di noi vedono nell’anarchismo e altri come anarco-nichilismo.

Oggi, faciamo una chiamata alla coerenza in ciò che concierne a i/le 5 prigionierx relazionatx con l’Ateneo di Sabadell.

Al momento, non abbiamo nessuna informazione diretta da loro, solo parole di persone vicine a loro e alle loro famiglie. Ma sembra che, già molte persone si sono precipitate a posizionarsi sui/lle detenutx. La mancanza di solidarietà o di reazione in Barcellona è preoccupante.

Tutti gli occhi si rivolgono a qualsiasi altro luogo, mentre i detenuti sono in regime FIES. La lettura dei media e l’ordine giudiziale, l’analisi è stata se erano spacciatori di droga o no, se avevano tradito o non. Sembra che, entrando nel sistema di giustizia penale e / o di prigione spagnola, la storia dei detenuti o processati si mette in discussione per motivi politici, morale, emotivi e estetici.

Nel frattempo, lo Stato sta imprigionando 5 persone che, a quanto pare, si sono descritti come anarchici/che. Non si tratta di supportare ciecamente (l’anarchismo) a chiunque. Ma il fatto è che sono stati arrestati a causa di qualcosa che ci riguarda tutti. Sembra che, a volte, la coerenza scompare dalla chiesa anarchica, soprattutto quando la realtà rompe le linee nelle cuali si inquadrano, in questo caso la risposta dello Stato all’anarchismo.

Lo Stato non solo tiene traccia di come ci guadagniamo da vivere – questo è quasi irrilevante – ma cerca di andare contro di noi al colpire dove meno ce lo aspettiamo, cercando di creare paranoia, e dove i compagni sono più visibili nella speranza di paralizzarci.

Ultimamente, sta diventando sempre più comune nei media puntare il dito verso gli anarchici, i loro legami con gruppi terroristici e le persone che aspirano a creare dei “disturbi” nel movimento di protesta “pacifica” – come la Piattaforma di Vittime dei Mutui (PAH) gli “indignati” del 15M, ecc, energia sta testando le acque, preparando il contesto di sciopero, e si sta facendo in pubblico, mostrando i manifestanti “cattivi” e “buoni”. Questa non è una nuova strategia, ma dobbiamo essere attenti e rispondere coerentemente agli Stati. Ignorare la situazione non è una risposta, né pure il silenzio.

La risposta agli arresti è l’inizio, la nostra lotta è un atto di solidarietà, la continuazione dei nostri attacchi è un atto di solidarietà.

Solidarietà con i/le 5 prigionieri/e!

Di fronte all’attacco dello stato ad un luogo di incontro e per il movimento anarchico, abbiamo distrutto 5 banche nella zona periferica di L’Hospitalet.

Salute, per la anarchia e il nihilismo rivoluzionario!
Lupi Neri

Grecia: Testo del compagno anarchico imprigionato, Panagiotis Argirou

Come è noto, nei primi giorni di Gennaio ho subito un grave trauma cranico dopo un incidente. Si sono seguiti due interventi chirurgici successivi sulla mia testa e la mia permanenza per tre mesi in vari ospedali. Da tempo, ormai, sono fuggito dal pericolo, e mi trovo in fase di guarigione, in attesa di un intervento chirurgico definitivo di restauro sulla mia testa. Ora sono tornato tra i miei compagni e i miei fratelli della CCF, che di per sé mi fa sentire meglio.

Lentamente ottengo un’immagine dell’interesse espresso durante la mia ospedalizzazione e sento il bisogno di ringraziare tutti quelli che sono stati accanto a me in vari modi, dalla donazione di sangue (che era necessaria) fino al sostegno finanziario per coprire le spese mediche.

Un posto speciale nel mio cuore, però, hanno i compagni della Cospirazione Internazionale per la Vendetta FAI / IRF che hanno incendiato un veicolo privato in Indonesia e i compagni della Cellula Insurrezionale Anti-autoritaria FAI / IRF che hanno attaccato con ordigni incendiari l’edificio dell’Associazione Nazionale delle Guardie e precedentemente delle strutture delle guardie cilene, in Cile, per il grande onore che mi hanno fatto dando il mio nome nei nuclei di azione diretta che hanno assunto la responsabilità di questi attentati anarchici contro il dominio. Fratelli, sappiate che siete nei miei pensieri e che queste azioni mi hanno commosso profondamente. Che possa il fuoco della Ribellione e dell’Anarchia mantenere sempre caldi i vostri cuori e le vostre mani armate contro i nemici della libertà.

Infine vorrei ringraziare tutti quei gruppi di azione diretta in Grecia e all’estero che si sono interessati sulla mia situazione e mi hanno augurato una buona guarigione.

Sono felice di vedere che in tutto questo tempo la causa della FAI / FRI rimane dinamica ed attiva. Mi auguro che in futuro la sua intensità crescerà enormemente e la sua diffusione provocherà paura tra governanti in tutto il mondo.

VIVA LA FAI/ FRI

VIVA L’INTERNAZIONALE NERA DEGLI ANARCHICI DELLA PRASSI

Panagiotis Argirou
Membro della Cospirazione delle Cellule di Fuoco