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Grecia: Testo di Tasos Theofilou in vista del processo

1.
Nel Settembre 2009 cominciano i primi arresti realizzati con il pretesto di “disarticolare” la CCF, inaugurando così il processo di criminalizzare le relazioni personali tra anarchicx e distribuire mandati di arresti come fossero pillole. Una tattica che ha come obiettivo colpire non solo la CCF ma l’ambiente anarchico nel suo insieme. Di fatto, i meccanismi repressivi utilizzeranno specificatamente questa organizzazione come pretesto per attaccare l’intero ambiente anarchico, seminando la paura e l’incertezza al suo interno.

In Ottobre dello stesso anno, il Ministero dell’Ordine Pubblico cambia il suo nome, diventando Ministero di Protezione del Cittadino. Un fatto che, con una certa perplessità, sarà interpretato come un abbellimento. Tuttavia, il momento in cui avviene questo cambio di nome non è per niente casuale. Vale a dire, parliamo di un periodo in cui la classe media perde di colpo i suoi privilegi e i suoi diritti, cadendo di fatto dalla qualità di cittadino a quella di suddito. Il Ministero in questione infatti si incarica di proteggere solo una piccola corporazione di capitalisti e potenti che nemmeno ci pensano a perdere i loro privilegi.

Negli anni che seguono, moltissime cose cambieranno, la più importante sarà il congedo definitivo del modello keynesiano e la trasformazione del lavoro da un diritto a un privilegio. Il Potere del Capitale non è più in posizione di offrire il sogno piccolo-borghese e l’unico che regala è la repressione. Non ci sono sufficienti carote da servire come motivazione e solamente il bastone può offrire la soluzione.
La manifestazione della crisi, che era stata latente già dalla fine degli anni ’70, porta la classe capitalista, nel suo sforzo di mantenere i propri privilegi, alle tattiche dell’accumulazione primaria e della politica colonialista applicata anche all’interno del cosiddetto Mondo Occidentale. Visto che non è capace di ottenere i suoi profitti attraverso il Santo Progresso, si dà al puro saccheggio. In questo modo, il Potere del Capitale si sta militarizzando. Militarizza il lavoro reclutando impiegati.

Militarizza la repressione utilizzando le forze speciali dell’EKAM con qualunque pretesto. Militarizza la Giustizia, applicando le leggi speciali ai settori politici che resistono.

Leggi speciali, che per il momento si applicano all’ambiente anarchico e domani saranno applicate a qualunque variante brechtiana di questo. Leggi speciali secondo le quali basta essere anarchici per vedersi presi di mira dalla Sezione Antiterrorista e poi trovarsi accusati di accuse vuote ma voluminose.

2.
Il procedimento penale contro la mia persona si realizza in questo contesto politico. Si tratta di una persecuzione penale basata in idionymon* di anarchico e nella tattica di criminalizzare le relazioni politiche e personali.

Un processo penale che in una delle sue parti, quella che ha a che vedere con l’appartenenza alla CCF, si “basa” nel contatto che avevo con un mio amico, il compagno anarchico Kostas Sakkas. Ciò che è interessante è che anche lui stesso nega di essere membro della suddetta organizzazione. Inoltre, l’Antiterrorismo mi sta presentando – e questo non è altro che una menzogna – come qualcuno che “nella stazione degli autobus di Agrinio, con le sue misure di contro-inseguimento, copriva le spalle di un altro accusato nello stesso caso”, il quale, ovviamente, nega anch’egli la sua appartenenza alla CCF.

La seconda parte del processo penale ha a che vedere con il fatto che, secondo le fantasie dell’Unità Antiterrorista, io avrei partecipato alla rapina alla Alfa Bank nell’isola di Paros, che si è conclusa con la morte per colpo di arma di fuoco di un cittadino che cercava di impedire la fuga dei rapinatori. Si tratta di un processo penale in cui l’unica prova è una traccia di DNA in un oggetto (un cappello) che è stato trovato vicino alla banca; vale a dire una prova che in nessun caso implica la mia partecipazione nella rapina. In tutti i modi, ritengo di validità molto dubbiosa le modalità in cui è stata raccolta e analizzata quella prova.

Quindi il 10 Giugno sono citato a presentarmi nel Tribunale Terzo di Crimini Gravi (composto da 3 giudici) situato in via Loukareos di Atene, accusato di appartenenza alla CCF e inoltre perchè “come membro della suddetta organizzazione partecipò alla rapina dell’Alfa Bank nell’isola di Paros”.** Si tratta di accuse che, da parte mia, ho rifiutato fin dal primo momento.

Mi trovo ad affrontare le gravi accuse che formano parte di alcuni atti di accusa voluminosi, che, da una parte sono pieni di supposizioni dell’Unità Antiterrorista sul mio modo di vivere, e dall’altra, risultano completamente vuoti – naturalmente – per quel che riguarda qualunque prova.

3.
I processi non sono rappresentazioni teatrali. Però sono dei rituali. Rituali in cui il Potere del Capitale restituisce quello che definisce come Giusto quando ritiene che questo è stato alterato. Rituali nei quali si cristallizzano le correlazioni sociali. In questo processo in concreto, quello che – tra altre cose – è in gioco, è sia la legislazione della criminalizzazione di ambienti e lotte politiche intere, sia anche la criminalizzazione delle relazioni personali che i lottatori sociali mantengono tra di loro. Il consolidamento di una situazione in cui chi resiste dovrebbe rendere conto al Potere non solo per la sua qualità di “resistente” ma anche per tutti gli aspetti della sua vita sociale. O, detto con altre parole, il consolidamento di una situazione in cui il fatto di essere anarchici già in sé costituisce indizio di colpevolezza.

Manca solo che qualunque amicizia tra anarchici abbia il carattere di appartenenza all’organizzazione terrorista.

Tasos Theofilou

fonti: i, ii

Note di traduzione:
* Legge speciale (delictum sui generis) introdotta in Grecia nel 1929 e il cui obiettivo fu la penalizzazione delle cosiddette “idee insurrezionali”, vale a dire comunismo, anarchismo ma anche sindacalismo radicale.
** Il processo è stato rinviato al 11 Novembre 2013.

Cile: Sebastian Saldaña in carcere dal 29 Marzo 2013

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Siamo stati brevemente informati del fatto che durante gli avvenimenti del 29 Marzo 2013, Sebastian è stato arrestato ed accusato secondo la legge per il controllo delle armi per aver trasportato una bottiglia molotov. Sebastian, un compagno anti-autoritario, è attualmente rinchiuso nel carcere/business di Santiago 1.

Speriamo che chi ha più informazioni le condivida, scrivendoci al (publicacionrefractario @ gmail.com) o le renda pubbliche in modo da espandere la solidarietà.

Per non abbandonare i prigionieri della lotta nelle strade!

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Santiago, Cile: Giornata “Arrendersi Mai” a sostegno dei/le prigionierx di lunga condanna

Arrendersi Mai Giornata di solidarietà con gli/le anarchici/che di lunga condanna Se il tempo e le mura usurano la solidarietà....Che facciamo? musica, ci sarà cibo vegano dolce e salato biblioteca Sante Geronimo Caserio e Biblioteca La Hiedra  attività libera di alcol e fumo.
Arrendersi Mai
Giornata di solidarietà con gli/le anarchici/che di lunga condanna
Se il tempo e le mura usurano la solidarietà….Che facciamo?
musica, ci sarà cibo vegano dolce e salato
biblioteca Sante Geronimo Caserio e Biblioteca La Hiedra
attività libera di alcol e fumo.

Da questo luogo del mondo, abbiamo voluto rispondere alla chiamata internazionale di solidarietà con gli/le anarchici/che detenutx di lunga condanna, a sostegno di Marie Mason ed Eric McDavid, compagnx americani incarceratx il 2008 e 2006 rispettivamente. Marie viene catturata per due incendi commessi nel 1999 e nel 2000. Dopo il tradimento del suo ex marito, Frank Ambrose.

Eric senza aver raggiunto alcuna azione è condannato per il delito di cospirazione con l’aiuto di un’infiltrata che ha compilato prove contro di lui. I due si sono rifiutati a collaborare con la polizia e consegnare dei compagnx, con questo come aggravante lo Stato gli/le ha condannatx a più di 20 anni di carcere.

Però perché il 11 Giugno? È iniziato come una giornata internazionale di solidarietà con l’anarchico Jeff “Free” Luers, prigioniero nel 2004 con una condanna di più di 22 anni di carcere. Dopo anni di lotta, e insieme al suo equipe legale, è riuscito a ridurre la sua pena e nel 2009 è stato rilasciato. Ma negli anni trascorsi tra l’arresto di Jeff e il suo rilascio, l’FBI, nel tentativo di devastare le comunità ecologiste radicali e anarchiche, abbia accusato e arrestato Eric McDavid e Marie Mason.

In questa linea è che viene agitata questa data, per ricordarci quanto sia importante essere solidali attivamente, in quanto ci serve a sollevare il morale dei/le compagnx rapitx dallo Stato e raggiungere la loro uscita sulla strada.

In tutto il mondo esistono compagnx imprigionatx, noi quelli che siamo fuori dobbiamo supportare ed essere solidali con loro; è per questa ragione che, come biblioteca Sante Geronimo Caserio e Biblioteca La Hiedra abbiamo voluto realizzare quest’attività anticarceraria, come un umile gesto di solidarietà con tuttx i/le compagnx in carcere per confrontarsi alla dominazione.

Marie Mason, Eric McDavid, José Miguel Sánchez, Alberto Olivares Fuenzalida, Justin Solondz, Marco Camenisch, Freddy Fuentevilla, Juan Aliste, Marcelo Villarroel, Mumia Abu-Jamal, Ted Kaczinsky e Gabriel Pombo da Silva per citarne algunx.

Né breve né lunga condanna: Non vogliamo nessuna sentenza

Vogliamo finire con le Carceri!

Giornata di solidarietà con gli/le anarchici/che di lunga condanna

Martedì 11 Giugno
ore 18:00.
ZTA Cueto con Andes: Cueto 993 esquina Andes – Metro Cumming

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Parole del prigioniero sovversivo, Juan Aliste, per i 4 anni dalla morte di Mauri

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Testo letto nell’attività del 20 MAGGIO 2013: La nostra memoria è nera, il nostro cuore pure

È necessario essere sordo di anima, cieco di pelle, schiavo Yanakona o senza classe per ignorare che viaggiamo davanti ad una inquisizione sociale di ordine capitalista e incorporata di polizia.

Questa inquisizione sociale funziona a piena potenza in possesso dei suoi apparati e forze coercitive. Così si esauriscono le vite al suono dell’alienazione e dell’indolenza. Il risultato transitorio è un popolo abituato ad obbedire e senza capacità di meravigliarsi, senza tempo per la riflessione e limitato nella’azione.

Rompere con quello che ci presentano, imposto come un modo di vita, ci dà l’ossigeno per prenderci la nostra vita così da essere attori in resistenza guardando con occhi scintillanti e libertari le lontananze degli impossibili, in ciò va tutto quello che abbiamo: l’amore, la tenerezza, la rabbia.

Come combattenti popolari, sotto un braccio le armi sotto un altro i libri e gli slogan rivoluzionari nella mente le idee libertarie, nell’azione sovversiva permanente e nel cuore le nostre stelle e amori. Nella decisione-azione sempre presenti tutti i Mauricios, tutte le norme. Sempre!

Mentre ci sarà miseria ci sarà Rebellione!

Juan Aliste, Prigionero Sovversivo. C.A.S-Chile

Maggio 2013

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Parole del prigioniero libertario, Marcelo Villarroel, per i quattro anni dalla morte del Punky Maury

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Testo letto nell’attività del 20 MAGGIO 2013: La nostra memoria è nera, il nostro cuore pure

Punky Maury: vive e torna in ogni resistenza allo Stato-Carcere-Capitale, insegnando la sovversione l’insurrezione insieme a tutte e tutti i caduti per la liberazione totale.

4 anni sono passati da quando una mattina di chiusura nella Patagonia mi portò la terribile notizia della tua morte. Ero nel padiglione 4 dell’unità 11 di Newken e come era solito, dopo un paio di mate all’avviare la giornata, la corrispondente comunicazione telefonica data cinicamente per l’istituzione Argentina ad ogni prigioniero, e con questa la frustrazione.

Quando si vive la lotta contro l’esistente con onesta consegna, senza comodità né convenienze, la possibilità della prigione, la clandestinità o la morte è elevata. E quando nonostante le incomprensioni, si ama ciò che si fa per essere libero, sempre ci travolge il dolore della perdita quando unx dei/le nostrx parte all’infinita trincea delle stelle. Senza essere vicini né simpatizzare con più di unx dei tuoi affini, in quei freddi giorni di reclusione a Newken sentì la tua morte come un pugnale nel cuore che era accompagnato dalla riaffermazione sovversiva di andare, di continuare, di non evitare i combattimenti contro la paura e la miseria, la diffamazione e la dimenticanza… “perché la memoria non è spazzatura e il sangue non è acqua” dicono con tagliente lucidità i compas greci delle CCF e nelle mie orecchie si sente alto e forte ogni volta che penso in tuttx i/le mie/i fratelli/sorelle che ho visto partire e che non sono solo nomi nella lunga lista ma vivenze compartite di una guerra senza pause che si porta ed ha portato i/le piu’ belli/e esseri umani che mi è toccato conoscere…

Le continue discursioni con Ariel, gli scherzi clandestini con Papi e Pablito, la silenziosa compagnia del mono Sosa, l’intimo amore di Norma, il massacro televisivo di Fabian, la pioggia di proiettili che ha attraversato José Luis… E ancora ricordo il tuo invito per riunirci con gli anarchici organizzati nel 2004 e il mio rifiuto per non avere l’empatia per l’iniziativa né con chi partecipava konkurrían, sembra erano i tuoi tempi d’organizzazione.

Chiaro, con la tua morte lo Stato-Capitale-Carcere fece il festino ed aveva gioito fino alla nausea, lo stesso show di vittoria così spesso ripetuto ogni volta che cade un ribelle, ma questa volta, la tua partenza si è trasformata in un incontro mondiale nel bellissimo linguaggio della polvere da sparo facendo un sabotaggio all’intento di condannarti al oblio.

Allora, non c’è morte per chi è stato capace di colpire il centro del dominio attraverso la continuità multiforme dell’insurrezione permanente che pianta oggi il selvaggio seme della ribellione.

Che la memoria storica seppellisca chi codanna la violenza proletaria contro lo sfruttamento capitalista! Prigionieri della guerra sociale: alla strada! Mentre ci sarà miseria ci sarà Rebellione!

Marcelo Villarroel S.

Prisionero Libertario, 20 Maggio 2013 CAS/Stgo

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Madrid: Cronaca dalla concentrazione anti-repressione e solidale con i/le 5 di Barna

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Lentamente, a partire dalle 12:00 del mattino, la gente si stava avvicinando alla concentrazione anti-repressiva in solidarietà con i/le 5 anarchici/che prigionierx di Sabadell e per denunciare la diffusa repressione nella cuale ci vediamo coinvolti.

La piazza di Madrid, Tirso de Molina, indossava il suo aspetto tipico delle domeniche con le bancarelle di libri politici, propaganda, abbigliamento o musica. Ciò che in un primo momento sembrava che sarebbe stata una concentrazione di 20-30 persone, con un paio di striscioni nella piazza antistante la metropolitana, a poco a poco è cresciuta nei numeri e nel rumore. I vicini del quartiere, i/le compagnx di tutta Madrid, stavamo insieme per rivendicare la libertà e la solidarietà. Visto l’aumento della concentrazione si è deciso di trasformarla in una manifestazione per il quartiere di Lavapiés, circa 300 persone sono uscitx in atteggiamento allegro e combattivo. Cantando slogan anti-autoritari, contro lo Stato, il capitale e le prigioni per tutto il percorso.

Non vi è stato nessun incidente, la presenza della polizia era pari a zero (o almeno non visibile) e la complicità dei vicini quando si sono scandito slogan contro la polizia si è vista, non è sorprendente che il quartiere è stanco della polizia con i suoi molteplici episodi di violenza eccessiva e i raid razzisti che avvengono ogni mese.

Di ritorno a Tirso de Molina è stato letto un comunicato ed è finita la manifestazione.

La sensazione generale dei/le compagnx rispetto a questa chiamata è abbastanza positiva, giacche con poco tempo e poche risorse siamo riusciti a mettere insieme un buon numero di solidali, oltre ad essere una chiamata che viene dall’intorno anti-autoritario gli slogan e le parole d’ordine andavano oltre il comune delle grandi mobilitazioni, ciò ci ha fatto sentire più comodi e con più forza per tirare avanti.

Ci auguriamo che questo gesto raggiungerà i/le compagni/e sotto la repressine e imprigionati/e, soprattutto a i/le 5 di Barcellona: Yolanda, Juan, Silvia, Jose e Xavier.

Che la solidarietà non si stenda e che la repressione non ci ferme .
Le carceri sono centri di sterminio.
Continuammo a volere tutto. Viva l’anarchia.

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Granada, Stato Spagnolo: Noelia Cotelo in sciopero della fame dal 29 Maggio

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Noelia Cotelo, prigioniera in lotta, ha iniziato uno sciopero della fame il 29 Maggio come mezzo di lotta contro gli ultimi attacchi che ha subito nel carcere di Albolote (Granada, Spagna meridionale).

Gli ultimi esempi di maltrattamento che sta subendo consistono in parecchie vecchie punizioni di fila, oggetti personali che lei non ha ricevuto dopo il suo trasferimento da Ávila, o la mancata consegna della posta.

Allo stesso tempo, è stata convocata per processi e testimoniare senza preventiva notifica al suo avvocato ed il tempo sufficiente per la preparazione. Il 6 Giugno, è stata portata alla Corte di Granada, al fine di testimoniare come accusata, dopo una denuncia dai suoi carcerieri. C’è stata una chiamata per un raduno di solidarietà fuori dal tribunale.

Solidarietà con Noelia Cotelo e tutti i prigionieri in lotta!
Abbasso le mura delle prigioni!

Atene: Lettera del compagno Grigoris Sarafoudis arrestato il 30 aprile e accusato di rapine

Riguardo al caso di Nea Filadelfia

Il giorno 30 aprile intorno alle 3.00 di pomeriggio vengo arrestato insieme a 4 altri compagni e dopo un procedimento molto rapido mi portano al 12° piano del Commissariato Centrale di Atene. Una volta lì, iniziano le solite procedure (DNA, impronte digitali), chiaramente senza la nostra autorizzazione, qualcosa comunque di molto comune. Più tardi, la notte, mi informano che sono accusato di “favoreggiamento”, “resistenza contro l’autorità” e “spergiuro”. La mattina del giorno seguente mi informano che a queste accuse si aggiunge anche “gruppo criminale con la finalità di commettere rapine”, e questo senza che esista nessuna rapina in concreto per accusare questo presunto gruppo.

Allo stesso tempo mi informano che oltre a queste accuse, io stesso sono accusato di una rapina a una banca realizzata nella località di Filota vicino alla città di Florina e anche di un’altra rapina, questa volta nella località di Pyrgeto vicino a Larissa. Tutto questo secondo un qualche tipo di identificazione del DNA, senza che mi consegnino l’informativa che corrisponde a questa identificazione. A partire da questo momento, dato che il caso della rapina di Filota, per la sua presunta implicazione nella cosiddetta “cassa rivoluzionaria”, si trova nelle mani del giudice istruttore Nikopoulos, le mie accuse risultano ancora più “ingrassate”, ora anche per l’accusa di “appartenenza a organizzazione terrorista”, nello specifico alla Cospirazione delle Cellule di Fuoco.

A questo punto mi piacerebbe mettere in chiaro che ho negato le accuse che mi stanno attribuendo e non sono mai stato membro della CCF. Essendo anarchico solidarizzo, in maniera rivoluzionaria, con l’azione e il contributo dell’organizzazione CCF come anche solidarizzo con gli anarchici rivoluzionari che hanno rivendicato la responsabilità politica di appartenenza a questa organizzazione e per le loro azioni, e con gli anarchici che, in vari momenti, sono stati accusati di appartenere alla stessa organizzazione ma che hanno negato la loro appartenenza.

Se facessimo un breve ripasso del passato recente, potremmo osservare facilmente che decine di compagni anarchici sono stati accusati di appartenenza all’organizzazione rivoluzionaria CCF, mentre sia loro che i membri stessi di questa organizzazione lo negavano (visti i disaccordi politici – dall’uno o dall’altro lato – sempre in una cornice di complementarsi dentro al movimento anarchico, e non di rottura tra di noi). Da una parte perchè così piace al sistema legale che in questo modo può accusare più compagni anarchici e aggiungere un tocco di “terrorismo” a ognuno dei casi, e dall’altra parte perchè così rende un miglior servizio al meccanismo dello Stato mettendo sotto un “ombrello” chiamato CCF (una organizzazione rivoluzionaria molto specifica, con un forte agire fuori e dentro il carcere) ogni tipo di azione forte o “violenta” e questo con l’obiettivo di impedire all’anarchico la possibilità di definirsi da sé e dimostrare la multiforme dialettica e proposta che c’è nel movimento anarchico.

Niente è terminato, tutto continua
Solidarietà a tutti i lottatori anarchici dentro e fuori le mura

Grigoris Sarafoudis
Ala A di Koridallos
18/5/2013

fonti : a, b

Atene: Lettera dei prigionieri anarchici Fivos Harisis-Poulos e Argyris Ntalios

Il 30 aprile 2013 nel quartiere di Nea Filadelfia (Atene) sono stati arrestati 5 anarchici. Due di essi, Fivos Harisis e Argyris Ntalios erano latitanti dal 15 febbraio quando, nella cornice delle indagini legate alla doppia rapina di Velvedo (1 febbraio 2013, terminata con l’arresto di 4 compagni anarchici Giannis Mihailidis, Dimitris Politis, Nikos Romanos e Andreas-Dimitris Bourzoukos), erano stati emessi mandati di cattura contro di loro. Adesso, sia Fivos e Argyris come due degli altri compagni (Giannis Naxakis e Grigoris Sarafoudis) si trovano in carcere accusati di varie rapine in banca, mentre il quinto, Dimitris Hatzivasiliadis, è uscito con accuse minori (resistenza all’arresto, ecc.).

Quella che segue è la lettera che hanno fatto uscire Fivos e Argyris:

“A te che la notte vai a dormire disperato per quanto è vana la lotta, per la repressione che ci sta “rubando” i nostri compagni, case occupate e che travolge al suo passaggio tutto quanto si trovi di fronte a sé. Vestiti, porta con te una decisione e lotta. Che la storia scriva di coloro che lottano fino alla fine, fino a che gli ultimi rivoluzionari si trasformino in polvere al passaggio della repressione tecnologica avanzata. Che la fottuta storia scriva delle grida di rabbia che gli Esseri Umani hanno lanciato prima di essere giustiziati. Sì, a te che la notte conti le stelle e il cui cuore batte più velocemente, più velocemente, sempre più velocemente aspettando pazientemente l’alba per continuare il proposito e la lotta… TUTTO PER TUTTO”

In quel mezzogiorno nella zona di Nea Filadelfia è arrivato alla fine un bel viaggio di libertà che abbiamo iniziato subito dopo che è stata proclamata ufficialmente la nostra clandestinità. Il tempo si è congelato, perfino i secondi sono stati messi sotto vigilanza e il cielo si è nascosto dietro i passamontagna dei nostri persecutori. Siamo caduti nelle loro mani e la sensazione amari della sconfitta che comporta una prigionia ci continuerà a perseguire anche dietro le mura, così come i ricordi della nostra vita in libertà continueranno a rivivere nella nostra memoria. Il viaggio della nostra clandestinità, lotta e libertà non è comunque affatto cominciato a metà febbraio – quando sono stati emessi i mandati di cattura -, e nemmeno è terminato con le manette sulle auto private degli sbirri.

Quello che siamo arrivati a vivere in questi anni in cui abbiamo deciso di prendere una posizione di combattimento nella lotta anarchica, sono stati momenti importanti di scontri, violenza, agitazione e dibattito, di sforzi e di perdite. Ma soprattutto è il sorriso che lascia la sensazione di aver ottenuto qualcosa, quel sassolino che insieme ai nostri compagni abbiamo posto per costruire una vita vera e non schiavizzata. Continue reading Atene: Lettera dei prigionieri anarchici Fivos Harisis-Poulos e Argyris Ntalios

Santiago, Cile (4 Giugno): Forum informativo sul Caso Security

Freddy, Marcelo e Juan, sono ancora in carcerazione preventiva in attesa dell’udienza preparatoria del giudizio orale, il quale si stava svolgendo, ma con i cavilli legali del pm e denuncianti tutto è tornato al punto di partenza.

La nuova udienza preparatoria del giudizio orale inizia il 1° Agosto.

Non bisogna dimenticare mai a chi è caduto, a i/le prigionierx, a quelli/e che non ci sono. Non bisogna mai dimenticare che la morte, la clandestinità e la prigione sono il risultato di una lotta, dell’idea fatta azione.

È tempo di combattere, di mostrare la solidarietà, di ricordare che i nostri fratelli e sorelle sono ancora in prigione, che se passa giorno senza ricordare cio’, abbiamo normalizzato il carcere.

Freddy e Juan rischiano l’ergastolo per la morte del poliziotto Moyano più altri anni per rapine aggravate.

Marcelo rischia 18 anni, senza contare una pena di anni precedenti, la cuale compiva con i benefici, ma a causa di questa nuova situazione, ha perso i benefici.

Per questo e per mantenere l’informazione e la diffusione MARTEDI 4 GIUGNO alle ore 18:00 nel laboratorio Sol, ci è stato un forum informativo dove erano presenti:

-JULIO CORTES (avvocato)
-HUMBERTO LAMRIE (avvocato della difesa)
-CESAR (81 MOTIVI)

erano inoltre presenti famigliri e amici.

Che questo si diffonda, che si dica che vi è una persecuzione, che si dica che freddy, Marcello e Juan sono ancora in carcere, che si dica che lotteremo per la loro libertà.

Che siamo sempre di più.

“E, con la voce affamata di potere e protagonismo, un pubblico ministero abile a mentire vuole ed ha bisogno per supportare le sue pene dell’inferno. La sua mossa per iniziare tutto da capo nel processo orale non sarà il suo ultimo respiro. Ieri, la persecuzione fu sulla punta del piombo per uccidere l’idea, oggi la persecuzione si dota di stratagemmi legali al fine di dare il risultato che il piombo assassino non le abbia arreso.”

Caminniamo insieme: è il momento di combattere!

“Perché chi dimentica ai prigionieri di guerra finisce dimenticando la guerra stessa.”

È stato raccolto denaro e cibo per i bisogni dei compagni

fonte

Atene: L’anarchico Kostas Sakkas in sciopero della fame dal 4 Giugno 2013

Prisoner in prison cell

Questo Martedì, 4 Giugno, alle ore 18.30, dei compagni chiamano per una discussione politica al Politecnico di Atene, nel palazzo Gini, verso l’organizzazione di azioni di solidarietà per lo scioperante della fame Kostas Sakkas. Ci sarà anche una comunicazione telefonica con il compagno, che parlerà direttamente dal carcere di Koridallos.

Kostas è un prigioniero anarchico che attualmente affronta due processi in corso nei confronti dell’O.R. CCF, anche se lui ha negato la sua partecipazione a questo gruppo anarchico di guerriglia urbana a partire dal momento del suo arresto (Dicembre 2010.). Il compagno è stato tenuto in carcere in attesa di giudizio per 30 mesi ormai. Recentemente, lo Stato ha prolungato la sua detenzione in attesa di giudizio per altri 6 mesi (e applicato la stessa misura contro l’anarchico Gerasimos Tsakalos, ammesso membro dell’O.R. CCF).

L’anarchico Kostas Sakkas è in sciopero della fame dal 4 Giugno 2013 per protestare contro il prolungamento della sua detenzione preventiva, e chiedendo il suo immediato rilascio dalla prigione.

Settimane di agitazione in tutto il mondo e di azione per i detenuti sovversivi a $ile

Maggio 20-25 / 20-25 Giugno / 25-31 Luglio
Solidarietà attiva e combattiva con Freddy, Marcelo e Juan

Il 24 Aprile 2013 era la data fissata per la preparazione della prova orale contro Marcelo Villarroel, Juan Aliste Vega e Freddy Fuentevilla, che sono accusati di varie rapine e della morte di un poliziotto. L’udienza è stata completamente annullata per la seconda volta, perché non ha rispettato gli standard della procura e i suoi desideri accusatori.

Un nuovo inizio della preparazione della prova orale è stata fissata per 1º Agosto 2013.

Attualmente, i compagni hanno trascorso 3 anni ed 8 mesi in detenzione preventiva, senza mai ricevere alcuna condanna.

Questo è un esempio del fatto che lo Stato-prigione-Capitale sta usando il carcere e il confino come un’altra forma di punizione, di controllo e di annientamento nei confronti di coloro che si ribellano contro l’ordine stabilito.

Questo è un richiamo per riprendere tutte le forme di solidarietà e di lotta con tutti i prigionieri della guerra sociale. Perché chi dimentica i prigionieri della guerra finisce per dimenticare la guerra stessa…

più sul “caso Security” (in inglese) qui / blog di solidarietà

Lasciate Freddy, Marcelo e Juan fuori per le strade!

Cile: Lettera di Jose Miguel Sanchez ai/alle guerrierx della lotta della strada

josèChe questo inverno sia caloroso con il fuoco che seminaremo con le nostre Molotov, facendo bruciare ogni icono del potere, distruggendo quelli che ci opprimono, liberando il nostro odio verso la classe dirigente, riempiendo il territorio borghese, bruciando i loro beni e con ciò incoraggiando la ribellione del indeciso, viva chi lotta!

Le nostre azioni devono attaccare tutte le forme di autorità e di dominio, tutti i custodi del potere, facendo il sabotaggio della pace dei ricchi, agendo sempre con audacia e sorpresa, senza lasciare nessuna traccia per non rendere facile il compito del nemico, lottiamo contro il dominio oligarchico, facciamo che prevalgono la solidarietà ed equità sui privilegi, l’egoismo e l’ingiustizia, per questo le nostre azioni si guidano con braccia forti, coscienza e convinzione, ed è responsabilità di ciascuno di noi fare che ogni azione raggiunga il suo obiettivo, siamo guerrierx di una lotta disuguale e per questo dobbiamo essere precisx e audacx.

Non abbiamo alcun attaccamento alle “comodità” che il sistema ci offre, ci cachiamo nelle loro leggi e regolamenti, sappiamo che solo lottando efficacemente e costantemente riusciremo per scuoterci del giogo creato dalla classe privilegiata per sottometterci, del’egoismo e l’avidità del arrogante ricco e di ogni forma di autorità, lottiamo per la liberazione totale e siamo prontx a tutto per l’emancipazione.

Coloro che abbiamo optato per questo percorso di lotta sappiamo che il percorso non è facile, che spesso ha costi elevati, come la clandestinità, la prigione o la morte, e per questo siamo preparatx in coscienza, così come contiamo anche sulla solidarietà da parte dei/delle nostrx compas, se uno di questi costi si presentasse, è di vitale importanza che nessun/a combattente deva sentirsx solx se arriva ad una prigione, è lì che ci dovrebbe essere un reale sostegno perche il nemico conosca e veda che l’universo di lottatorx è presente ovunque.

Un abbraccio complice e cospirativo per ogni guerrierx dell’orbe
Per distruggere lo stabilito e la violenta pace dei ricchi
Finché ci sarà la miseria ci sarà la rivolta
Per distruggere la società carceraria

Nonsottomesso,

José Miguel Sánchez Jiménez

Lager Colina II. Modulo 4

Italia – Operazione Ardire: La procura di Milano chiede ulteriore proroga delle misure cautelari

La procura di Milano ha chiesto la proroga di ulteriori sei mesi di carcerazione preventiva per Alessandro, Stefano, Sergio, Elisa e Peppe. Nella richiesta la procura specifica che, nonostante la detenzione, i compagni continuano a comunicare con appartenenti della medesima area all’esterno del carcere e promuovono “campagne di solidarietà” contro la “repressione” dai toni certamente allarmanti per l’esaltazione di atti improntati a violenza, non solo verbale. Poi spiega meglio questi concetti citando diversi comunicati tratti da RadioAzione, Contra Info, e Informa-Azione.

Cita anche il comunicato di Stefano contro le carogne pseudo-nichiliste e tra le altra cose si dice: “La lettera di S. Fosco dall’AS di Ferrara è stata integralmente pubblicata dal sito RadioAzione che dopo la chiusura di Culmine ne ha di fatto sostituito il ruolo con l’intento di svolgere la medesima funzione di ‘cassa di risonanza’ nell’aria anarchica nazionale”.

Finchè avrà vita questo blog la solidarietà e la complicità verso i compagni detenuti non verrà mai a mancare, come non verranno mai a mancare le azioni dirette che vengono fatte in solidarietà con gli stessi compagni detenuti o contro l’esistente in generale. Se a qualcuno i “toni” non piacciono… beh cazzi loro! Infine RadioAzione non ha preso l’eredità di Culmine, ma ha sempre voluto lanciare un messaggio chiaro ai persecutori: La Controinformazione e la solidarietà non hanno sbarre che le possono imprigionare… potete imprigionarci nel corpo ma mai nelle idee!

Morte allo Stato e ai suoi servi
Per l’azione diretta

Solidarietà e complicità con i compagni detenuti in tutto il mondo!

RadioAzione


Elisa Di Bernardo
C.C. Rebibbia Femminile, Via Bartolo Longo 92, IT-00156 Roma

Sergio Maria Stefani, Giuseppe Lo Turco,
Alessandro Settepani, Stefano Gabriele Fosco

C.C. Via Arginone 327, IT-44122 Ferrara

Illinois, Stati Uniti d’America: Settimana internazionale di solidarietà con “i NATO 5”

16-21 maggio 2013

Facciamo un appello ai/le compagni/e di tutto il mondo per diffondere informazione sul caso dei NATO 5 e raccogliere fondi per gli imputati, in occasione del primo anniversario dal loro arresto preventivo. Per favore leggete l’appello e cominciate a pianificare la vostra azione o iniziativa fin da oggi! Potete scaricare il nostro bellissimo poster per iniziative ecco e l’opuscolo di supporto qui.

Il 16 maggio 2012 i poliziotti di Chicago hanno perquisito un appartamento nel quartiere di Bridgeport a Chicago in uno dei soliti tentativi di intimorire le persone dal partecipare alle imminenti proteste contro il summit della NATO. Con le pistole spianate, i poliziotti hanno arrestato 11 persone dentro o intorno all’appartamento e le hanno velocemente fatte sparire nelle viscere dell’estesa rete di strutture detentive di Cook County, Illinois. Continue reading Illinois, Stati Uniti d’America: Settimana internazionale di solidarietà con “i NATO 5”

11 Giugno: Giornata internazionale di solidarietà con Eric McDavid, Marie Mason e i/le prigionierx anarchicx di lunga data

L’11 Giugno è la giornata internazionale di solidarietà con Eric McDavid, Marie Mason e altri/e prigionieri/e anarchici/e di lunga data.

Lo stato ci ha rubato Eric McDavid e Marie Mason rispettivamente nel 2006 e nel 2008. Negli anni trascorsi dai loro arresti, la repressione è arrivata a sembrare meno un evento specifico, e più come un incubo continuo, da cui non si può fuggire. Condannati a, rispettivamente, 22 anni e 20 anni, Marie e Eric rimangono in gabbia ancora oggi, e conoscono quest’incubo in maniera più intima della maggior parte di noi.

Ultimamente, abbiamo sentito molto parlare del tempo della fine, e il totale collasso ecologico sembra imminente. Ma cosa significano queste forze e quelli/e dentro le celle delle prigioni? E cosa significano per noi fuori? Stiamo cercando di salvare sia noi stessi/e che qualche brandello di selvaggio su questa terra. Il nostro compito è difficile, e a volte sembra impossibile, perchè più combattiamo duramente, e più affrontiamo la repressione. Ogni giorno perdiamo più specie, più terre, più amici/e… e questo processo non mostra segni di rallentamento. Come possiamo sopravvivere e continuare a lottare di fronte a questa realtà? Continue reading 11 Giugno: Giornata internazionale di solidarietà con Eric McDavid, Marie Mason e i/le prigionierx anarchicx di lunga data

Melbourne, Australia: Scontri a un party anarchico di solidarietà

Nella sera di venerdì 26 aprile, gli sbirri hanno fatto irruzione in una festa di solidarietà per i prigionieri anarchici in un magazzino occupato a Clifton Hill. Al loro ingresso gli sbirri sono stati immediatamente colpiti con bottiglie e forzati a retrocedere. Tuttavia sono stati chiamati i rinforzi, e poco dopo il magazzino è stato circondato da squadre di antisommossa, poliziotti normali e cani. Gli occupanti sono stati forzati ad uscire dall’edificio e in strada, dove i poliziotti sono stati attaccati una seconda volta con bottiglie, pietre e altri proiettili, mentre i manifestanti intonavano “A.C.A.B.!”.

E’ stata rubata una radio della polizia, che è stata utilizzata per schernire e insultare i bastardi. I poliziotti hanno risposto con cariche, manganellate, spray al peperoncino e facendo aggredire le persone dai loro cani. A questo punto i festaioli sono scomparsi nella notte per fare festa da qualche altra parte. Molti sono stati sentiti commentare “il miglior party di sempre!”.

Come risposta a questo attacco della polizia, e come atto di solidarietà con questa piccola reazione e tentativo di allargare i suoi orizzonti, siamo andati a Fitzroy North e abbiamo distrutto un’agenzia immobiliare.

Esprimiamo anche la nostra solidarietà e caldi saluti all’anarchica Felicity Ryder che è ancora latitante, e a Jock Palfreeman, prigioniero antifascista in Bulgaria.

ACAB

Brigata Corey Delaney

Atene: L’anarchico Dimitris Hatzivasiliadis tra gli ultimi arrestati a Nea Filadelfeia

flying-off

Dimitris Hatzivasiliadis è un anarchico che era stato arrestato a metà Febbraio 2011 ad un controllo casuale della polizia casuale ad Atene. Fu rinviato dopo essere stato accusato per “possesso di arma con l’intenzione di fornirlo”, in conformità con la legge anti-terrorista greca. Dimitris è rimasto in detenzione preventiva per dieci mesi con nessuna prova sostanziale di sorta contro di lui, fino a quando è stato finalmente rilasciato su cauzione nel Dicembre 2011.

Compagni riferiscono che egli è uno tra le cinque persone che sono state arrestate a Nea Filadelfeia il 30 Aprile 2013, al fianco di Fivos Harisis-Poulos, Argyris Ntalios, ed altre due persone.

Durante la sua detenzione nel quartier generale della polizia di Atene, Dimitris ha sfidato le guardie umane ed è stato costretto a stare in piedi per 12 ore senza sedersi, mentre era ammanettato 24 ore al giorno, anche nella cella di detenzione. Solo il 2 Maggio fu in grado di contattare un avvocato. Il 3 Maggio è stato inoltre previsto per il compagno di sottoporsi ad una udienza preliminare ai tribunali di Evelpidon, con accuse frivole presentate contro di lui. Nel frattempo, Dimitris ha dichiarato che continua lo sciopero della fame e della sete in risposta alle condizioni della sua detenzione, chiedendo l’immediato rilascio.

Ulteriori aggiornamenti appena disponibili

Stato spagnolo: Nuovo trasferimento di Gabriel Pombo da Silva

Il compagno Gabriel Pombo è stato trasferito di nuovo alla prigione di Villena.

Ricordiamo che già era stato in Villena e fu trasferito a Valdemoro per portarlo all’ Audiencia Nacional per rilasciare una relazione per i fatti di Italia (operazione “ardire”). Di fronte al rifiuto di Gabriel di fare alcuna dichiarazione è stato di nuovo trasferito di nuovo a Villena in modo di essere mantenuto lontano del suo ambiente familiare e affettivo.

Il suo indirizzo é:

Gabriel Pombo da Silva
Centro Penitenciario Alicante II,
Ctra. N-330, km. 66,
03400 Villena (Alicante).

Per info

Santiago, $ile: Camminiamo insieme: È tempo di lottare! Lettera di Marcelo Villaroel

Perché chi dimentica i prigionieri di guerra
finisce dimenticando la guerra stessa

—Gerasimos Tsakalos, membro della CCF in carcere.

Molti e quotidiani sono i capitoli di confrontazione che viviamo come ostaggi dello stato-carcere-capitale, nella guerra non ci sono pause.

La dominazione schiaccia vite nei centri di sterminio e di isolamento, nei luoghi dello sfruttamento salariale, nei templi della dottrina della lobotomia per ridurre quadri di comando in serie, professionisti della democrazia, cittadini della pace sociale, schiavi-pecore del complesso poliziesco-militare che controlla gran parte del pianeta.

Però la resistenza offensiva multiforme non è pantomima né mera immagine, è un Atto-opzione-vivere permanente che si manifesta in ogni momento e aspetto della nostra vita.

Le ricerche individuali e collettive di liberazione si estendono e fratellizzano, non muoiono mai, e meno scompaiono. Dove alcuni si arrendono e si consegnano alla normalità cittadina del capitale, altri/e semplicemente, e con tutto, si ribellano. Continue reading Santiago, $ile: Camminiamo insieme: È tempo di lottare! Lettera di Marcelo Villaroel

Atene: Due compagni in attesa di giudizio

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Da Febbraio -dopo la carcerazione preventiva dei 4 anarchici che hanno preso la responsabilità della doppia rapina in Velventós, vicino alla città di Kozani (Grecia settentrionale)- dei mandati di cattura sono stati emessi nei confronti di due indagati che erano in fuga, cioè Fivos Harisis-Poulos e Argyris Ntalios.

Come Actforfreedomnow ha già riportato, il 30 Aprile 2013 sia Fivos e Argyris (insieme ad altre tre persone) sono stati catturati dalla polizia anti-terrorismo nella zona di Nea Filadelfeia, Atene.

I due compagni sono stati rinchiusi nel carcere di Koridallos.

Solidali riferiscono che Venerdì, 3 Maggio, dalle 09:00, Fivos Harisis-Poulos e Argyris Ntalios saranno portati per un’udienza preliminare ai tribunali di Evelpidon (edificio 10) di Atene, affrontando delle accuse quali l’appartenenza ad una organizzazione criminale con finalità di commettere rapine, falsificazione e resistenza all’arresto.

$ile, Temuco: Castigano la compagna Ariadna Torres per la sua degna attitudine ribelle e non sottomessa

Nota di Refractario: Facciamo una chiamata a raddoppiare la solidarietà davanti alle vessazioni delle guardie con le compagne antiautoritarie in carcere. I digni atteggiamenti ribelli all’interno del carcere meritano solo il nostro rispetto!. Giù le vostre mani dalle nostre compagne!.

Con data 27 Aprile la compagna Ariadna Torres detenuta del 28M, è in una situazione di punizione per aver “insultato” il magistrato e per mantenere in piede la sua posizione come antiautoritaria.

In questi momenti lei ha vietate le visite e la ricezione di pacchi per 7 giorni dalla data del fatto e secondo la gendarmeria lei: “non sarebbe in cella di isolamento.”

Questo, è solo un’ulteriore prova delle vessazioni che sta ricevendo la compagna e le altre detenute. Già che a questo fatto si aggiunge che LA MAGGIORE DEL CPF di Temuco sta fermando dal Giovedì 25 Aprile un comunicato pubblico scritto da lei e per la compagna Yaritza Grandon dove raccontano la loro situazione come prigioniere politiche, questo comunicato è stato fermato per il motivo di avere “contenuto anticarcere” davanti al quale lei dovrebbe testimoniare davanti il magistrato.

Denunciamo questi fatti e mostriamo la totale solidarietà con le compagne in prigione.

MAI PIÙ VESSAZIONI E PERSECUZIONI PER LE IDEE!

LIBERTÀ PER LE DETENUTE POLITICHE DEL 28M

Gruppo di solidarietà ai/le deteniti/e del 28M.

fonte

Grecia: Lettera del prigioniero anarchico Andreas-Dimitris Bourzoukos

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Presentiamo la lettera di A.D.Bourzoukos, uno dei 4 compagni anarchici arrestati il 1 Febbraio 2013 per la doppia rapina realizzata nella località di Velventòs.

Mancava ancora molta luce perchè albeggiasse
Ma io non ho accettato la sconfitta

Mezzogiorno e 25 minuti. L’ultima volta che ho guardato l’orologio. Dietro di noi un’auto pattuglia, dentro nel furgone i miei due compagni, l’“ostaggio” e io. Solo alcune ore prima le nostre emozioni erano totalmente differenti. Per un istante, all’apparenza, tutto andava perfettamente, fino a che hanno arrestato il nostro compagno nell’“ambulanza”. Quindi, di colpo la situazione ci ha abbattuto, ma nonostante tutto questo abbiamo mantenuto la mente lucida, per quanto fosse possibile, e in questo modo siamo riusciti ad assicurare la fuga dei nostri compagni.

Tornando alla nostra immagine iniziale: noi tre insieme con l’ “ostaggio” nel furgone e un incontro “accidentale” (non è stato per niente accidentale, poiché l’allarme era scattato in tutti i villaggi dei dintorni) con un’auto pattuglia. Gli ultimi minuti della nostra libertà già avevano iniziato il conto alla rovescia. Quello che ci siamo detti nel furgone in questi minuti è poco rilevante per la nostra storia, quello che conta è la nostra decisione finale. Non avremmo aperto il fuoco, non avremmo messo a rischio la vita del medico. Era l’unica scelta che avevamo in quel momento. In ogni caso, l’unica arma che avevamo in quelle condizioni era la nostra passione per la libertà. E la abbiamo spremuta finchè abbiamo potuto. Dopo un inseguimento per le strade di Veria, quasi come fossimo in un film, alla fine siamo rimasti intrappolati da parte di una pattuglia che casualmente passava di lì, in una strada senza uscita. Non so che senso abbia raccontare un’altra volta il resto di questa storia. L’unica cosa che sento di voler mettere in chiaro, poiché questa cosa ha preso dimensioni enormi, è la parte delle torture. So che in gran parte della società l’immagine di una persona che ha ricevuto un pestaggio può generare paura, compassione o dubbi. Ma non in noi, compagni. Quello che posso dire, inoltre, è che lo Stato ha intenzionalmente permesso che si pubblicassero le nostre foto, e questo con l’obiettivo di terrorizzare coloro che pensano di agire come abbiamo fatto noi. Forse è stato anche un “errore” fatto di fretta, a causa dell’automatismo che caratterizza qualunque operazione dell’Unità Antiterrorista. Sia come sia, al momento non mi interessa concentrarmi su questo. Mi piacerebbe esprimere una breve opinione personale su queste ore di pestaggi.

Nè al principio né in qualunque momento mi sono sentito una vittima, e ovviamente non voglio che altri mi vedano così. Durante quelle quattro ore di continui pestaggi, naturalmente una delle cose che pensavo erano i possibili scenari su quale “finale” avessero in mente quelle merde codarde e spacconi. Non la paura né il dolore, solo la rabbia. Nonostante quanto faccia male la verità, prendi quello che “vuoi” per i capelli e lo metti in ginocchi. Per tutto il tempo in cui continuava il pestaggio e non si fermava, mi si confermavano tutti questi anni durante i quali avevo scelto di scontrarmi con questo sistema marcio. Tutte le mie scelte, tutti i miei pensieri si sono fatti carne e ossa. Può darsi che alla fine sia bastato anche solo un minuto con le mani legate. Forse alla fine questi momenti di tortura sono il sigillo che conferma il marciume di questo sistema.

Ma parliamo ora del denaro. Denaro che fluisce abbondantemente (anche nei tempi di crisi in cui viviamo) nelle succursali bancarie, negli uffici di proprietà pubblica, e in tutti i tipi di investimenti del gran capitale (come Cosco). Il sangue del capitalismo.

Il mio rifiuto di situarmi come un ingranaggio ben oliato in più in questo sistema è una delle tante ragioni per cui ho scelto la rapina (personalmente la definisco come “esproprio”) in banca. Con questo voglio dire che non ho mai avuto voglia di essere un altro “pedone” in più su questa terra, uno che ha un lavoro “normale”, una vita “normale”. Non ci ho messo molto a rendermi conto che il lavoro aveva come unico obiettivo la strumentalizzazione dell’essere umano con il fine del beneficio del “Capitale” di turno. Un accumulo permanente del capitale per sempre meno persone. Qualcosa che non ha tardato di mostrare i suoi effetti secondari. Più o meno a questo punto anch’io mi sono posto i miei interrogativi. Continue reading Grecia: Lettera del prigioniero anarchico Andreas-Dimitris Bourzoukos

$ile, Temuco: Mantenimento della custodia cautelare per la compagna Yaritza accusata di fabricazione e detenzione di esplosivi

libertà

Il 26 Aprile 2013 alle ore 9.00 è stata rivista la detenzione preventiva di Yaritza Grandon, compagna accusata di produzione e detenzione di esplosivi in ​​Temuco. Yaritza si trova detenuta dal 28 Marzo. La difesa di Yaritza ha ribadito nuovamente che lei soffre di problemi di salute e di psicomotricità, che era stata portata a curasi anche a Telethon, in modo che sarebbe un impedimento per produrre e piazzare ordigni esplosivi.

Il Procuratore, Omar Mérida, ha insistito che si avrebbe trovata una trascrizione dei comunicati rivendicati degli attacchi esplosivi alla direzione regionale di polizia e alla caserma delle forze speciali.

La difesa di Yaritza appellarà contro la decisione nei prossimi giorni, nel frattempo la compagna resta in carcere a Temuco.

Tutto il nostro amore rivoluzionario per le compagne antiautoritarie Yaritza, Ardiana, Roxana e suo piccolo Leon.

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