Category Archives: Annunci-Eventi

Finlandia: Azione di solidarietà per l’11 Giugno a Pyhäjoki

Gli attivisti che lottano contro il progetto di impianto nucleare della Fennovoima hanno espresso i loro calorosi saluti ai/lle prigionier* anarchic* ed ecologist* durante la giornata d’azione internazionale dell’11 Giugno.

Non siete soli. Non vi dimentichiamo.

La passione per la libertà è più forte di ogni prigione!

Città del Messico: Molestie poliziesche nei confronti dei membri della Croce Nera Anarchica – Messico

Negli ultimi anni abbiamo assistito all’intensificarsi della repressione nei confronti del movimento libertario e anarchico tramite le strategie utilizzate qui a Città del Messico: stabilire cifre altissime per le cauzioni, e applicare lo stesso pacchetto di accuse, con le stesse aggravanti, senza prestare importanza alla situazione specifica ma piuttosto alle prescrizioni dello Stato; persecuzione e segnalazione nei media come elemento fondamentale del loro piano: registrare nomi di gruppi (esistenti davvero o no) di persone o di luoghi, inventando legami che non sussistono in realtà, confrontando tutt* e tutto da un punto di vista verticale, cercando di farci rientrare in uno schema di leadership e dimostrando con questo una profonda ignoranza e/o un profondo disprezzo per le idee anarchiche, che non hanno niente a che fare con questo tipo di logica gerarchica.

D’altra parte abbiamo gli sforzi del governo per qualificare l’anarchismo o il “comportamento anarchico” secondo la classificazione giudiziaria di terrorismo, applicando accuse gravi e operando secondo parametri di massima sicurezza, solo per poi ritirare le accuse con l’argomento dell’insufficienza di prove – ma lasciando in sospeso la minaccia che le “investigazioni continuano.” Investigazioni insensate, afflitte da referenze arbitrarie a gruppi e individui che esistono in spazi  diversi.

Tutto questo in parallelo con il controllo e la sorveglianza di alcuni individui nel tentativo di intimidirli, come anche di provocare certi spazi autonomi.

Circondato da questa strategia, e insieme a molt* altr* compagn*, gruppi, e collettivi, il nome della Croce Nera Anarchica – Messico ha cominciato a spiccare nelle note, “investigazioni” e dichiarazioni politiche o poliziesche.

Crediamo che sia importante rendere noto che nelle ultime settimane degli individui che sembrano essere elementi di “investigazione” della polizia di Città del Messico si sono presentati fuori dalle case e i posti di lavoro di alcun* di noi, minacciando i/le nostr* vicin* e familiari e affermando di svolgere un lavoro di sicurezza e sorveglianza.

Oltre a esigere la fine di questa persecuzione, diffondiamo questa denuncia pubblica come campanello d’allarme; sappiamo che la repressione è intrinseca allo stato di cui ci dichiariamo nemici, sappiamo che le sue prigioni e la sua polizia sono la base del suo potere e della sua dominazione. E sappiamo che il nostro lavoro sul pensiero anticarcerale, di sostegno e accompagnamento dei/lle compagn* imprigionat* è in diretta contraddizione col suo potere e la sua dominazione.

Ma sappiamo anche la SOLIDARIETÀ TRA ANARCHICI NON SONO SOLO PAROLE SULLA CARTA!

In questo contesto, chiediamo agli individui, ai collettivi, ai gruppi affini e ai/lle compagn* con cui abbiamo lavorato negli ultimi anni, di stare attent* e di continuare a mostrare la stessa solidarietà che abbiamo ricevuto finora.

Abbasso le mura delle prigioni!

Liberi tutti!

Croce Nera Anarchica – Messico

in spagnolo (16/6) | inglese, greco

Stato Spagnolo: Torna in libertà l’ultimo prigioniero dell’Operazione Piñata

Venerdì 19 giugno, a metà pomeriggio, è tornato in libertà Paul, l’ultimo dei/lle compagn* anarchic* imprigionat* nell’operazione Piñata. Come tutt* gli/le altri*, è in libertà con carichi pendenti. Si tratta di una grande notizia, però non dimentichiamo che rimangono ancora un proceso e un giudizio. Inoltre non dimentichiamo il resto dei/lle prigionier* anarchic* nelle carceri in Spagna e fuori.

Solidarietà con Mónica e Francisco!

Solidarietà con tutt* i/le ribell* che sono prigionier* per aver messo in pratica le idee anarchiche!

Abbasso i muri delle prigioni!

Atene: un gesto per i/le compagn* dell’Operazione Piñata

Operazione Piñata 2015 | Né colpevoli né innocenti, semplicemente anarchic*

Il 13 giugno ci siamo avvicinati al cancello del Politecnico di Atene in via Patission e abbiamo appeso questo striscione bilingue nel quadro dell’appello a solidarietà per chi ha subito delle rappresaglie durante l’Operazione Piñata.

Hanhikivi, Finlandia: Sabotaggio sul sito di costruzione nucleare della Fennovoima

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Nella notte di lunedì 8 giugno una macchina (scavatrice) dell’azienda Fennovoima è stata sabotata sul sito di costruzione del futuro impianto nucleare. Cavi e fili etc sono stati sezionati e i finestrini spaccati.
Gli individui che hanno compiuto quest’azione l’8 giugno rappresentano solo se stess* e non un’organizzazione o una rete di attivist*.
I media dominanti che hanno riferito per primi dell’attacco (il quotidiano Kaleva) hanno scelto di spostare l’attenzione dai crimini a cui risponde l’azione e di focalizzarsi invece sulla perdita di fluido idraulico nella cava di ghiaia nell’area disboscata dove un tempo si trovava la foresta di Capo Hanhikivi, abitata da diverse specie in via di estinzione. Come al solito al centro dell’attenzione sono finiti i metodi scelti dagli individui che effettuano l’azione e non il progetto di distruzione di massa dell’impianto nucleare stesso. Quello che i media chiamano “vandalismo” era un consapevole atto di sabotaggio, un metodo che ha sempre svolto un ruolo importante nella lotta contro i sistemi oppressivi di sfruttamento in cui gli interessi del potere corporativo vengono sempre prima dei bisogni e delle vite della popolazione locale e della natura.

La stesura di nuove leggi mentre il progetto è in corso, che danno alla corporazioni come la Fennovoima il diritto di espropriare la terra con la forza, mostra quanto si sia lontani da un processo democratico e anche come le leggi sono concepite per servire gli interessi delle corporazioni e non del popolo. La costruzione di una centrale elettrica nucleare non è mai un processo democratico, e le decisioni riguardanti questo tipo di sistema energetico sono prese molto al di sopra delle teste della gente comune.

Finora i canali proposti dal cosiddetto sistema democratico non hanno sortito alcun effetto sull’evoluzione del progetto e la preparazione del sito di costruzione per il reattore previsto. Enfasi sul “previsto” – la richiesta di costruzione non è ancora stata nemmeno completata, e al progetto manca la percentuale di investitori nazionali necessaria perché la richiesta venga approvata dallo Stato.

Adesso è il momento critico per mostrare alle aziende già implicate e ai possibili investitori che sarà una strada difficile da percorrere. Tutte le imprese, grandi e piccole, implicate – che approfittano della distruzione di Capo Hanhikivi e della creazione di un altro immenso problema nucleare per le generazioni presenti e future – devono sentire che non è una buona idea.

È solo l’inizio.

In solidarietà col campo di protesta di Capo Hanhikivi e con i locali che resistono all’espropriazione forzata.

francese

Atene: Per la diffusione dell’azione per la libertà e la Terra

6-athens-pltec-1024x693Politecnico, via Patission, centro di Atene: “Il sabotaggio è amico di chi lotta – Da Atene a Chiomonte, guerra contro la guerra di dominazione – No MUOS – No TAV6-athens-polyt-1024x724Politecnico, via Stournari, centro di Atene; striscione neo-luddista: “Fiori selvatici e pane secco; scalpello e martello per tutte le macchinedimosio-sima2-1024x768Dimosio Sima, Kerameikos: “Libertà per Marco Camenischexarxia-1024x768Piazza Exarchia: “La foresta di Hambach Forest resta dov’è – Sabotaggio contro l’industria mineraria ed energetica – Mese per la Terra e contro il Capitalemerkouri2Piazza Merkouri, Ano Petralona: “Marius J. Mason fuori! Marius, tieni duro fino alla libertàximio-1024x768Politecnico, via Patission, centro di Atene: “Il sabotaggio è amico di chi lotta – Da Atene a Chiomonte, guerra contro la guerra di dominazione – No MUOS – No TAV

Diversi striscioni sono stati piazzati in zone centrali di Atene prima del presidio anarchico che è stato realizzato, l’11 giugno, al Parco Voutie nel quartiere di Ano Petralona ad Atene. Con slogan in diverse lingue, si fa riferimento alla lotta contro la costruzione della linea TAV Lione-Torino nella valle di Susa e il villaggio di Chiomonte, e contro l’installazione del sistema militare di telecomunicazioni MUOS in Sicilia; in difesa della Foresta di Hambach in Germania, minacciata dalla devastazione causata dalle miniere di lignite; e in solidarietà con il prigioniero di lunga durata eco-anarchico Marco Camenisch, la cui richiesta di rilascio in libertà condizionale è stata ancora una volta rifiutata dalle autorità svizzere, e con Marius Jacob Mason, prigioniero trans anarchico negli Stati Uniti.

greco | inglese

Torino, 11 giugno: Udienza preliminare del processo contro Silvia, Billy, Costa ed incontro

Testo sull’ incontro:

IN DIFESA DELLA TERRA

L’11 giugno ricorre la giornata internazionale di solidarietà a Marius Mason ed a tutti i prigionieri anarchici di lunga data, una giornata in più per dedicare loro il nostro tempo, pensieri, per continuare la lotta insieme a loro.

La giornata di quest’anno è intitolata “Transizione: la lotta non è finita” (è possibile leggere qui in italiano l’appello completo), tra le altre ragioni, anche per sostenere Eric McDavid liberato a gennaio dopo 9 anni di prigionia e la transizione di genere di Marius.

A Torino, nella stessa giornata, si svolgerà l’udienza preliminare per Silvia, Costa e Billy, di nuovo sotto processo per gli stessi fatti per cui in Svizzera hanno già scontato anni di carcere: l’accusa di tentativo di sabotaggio del centro di ricerca IBM sulle nanotecnologie a Zurigo.

Quello della repressione da parte del nemico è un aspetto inevitabile e da affrontare nella lotta per la liberazione della terra, umana ed animale, perché combattiamo contro quello stesso mondo che devasta e sfrutta il vivente e che segrega ed ingabbia chi si rivolta contro chi intende imporre questa dominante come unica possibilità esistente. E vogliamo colpire il sistema tecno-industriale dove più puo’ nuocere.

Per discutere di questi e di altri aspetti delle lotte anarchiche ecologiste radicali, giovedì 11 dalle h 20,30 presso la sede di Radio Blackout sarà proiettato il documentario, sottotitolato in italiano, “If a tree falls”, la storia di una cellula dell’ELF negli Stati Uniti, paese che, dopo aver indicato nei massimi nemici della propria sicurezza l’Islam, ha promulgato leggi speciali anche per chi ha lottato per la liberazione animale e della terra, declinando in ecoterrorismo e garantendo così sicurezza alle lobbies della devastazione del pianeta.

A seguire dibattito con Billy, Costa e Silvia.

http://www.resistenzealnanomondo.org
http://silviabillycostaliberi.noblogs.org
http://june11.org
until all are free

Milano: Presidio 27 maggio in solidarietà a Francesco, Lucio e Graziano

Mercoledì 27 maggio 2015 verrà emessa la sentenza per Francesco, Lucio e Graziano, accusati di “danneggiamento a mezzo di incendio, violenza contro pubblico ufficiale, detenzione e trasporto di armi da guerra”.

Quale che sia il verdetto della corte abbiamo deciso di tornare nel quartiere Prealpi Mercoledì alle 19, dove due di loro vivono, per ribadire ancora una volta che la loro repressione non ci fermerà.

Lecce: Iniziativa solidarietà e contro le nocività

Iniziativa copiaCREPI IL VECCHIO MONDO!

Esprimere solidarietà a coloro che sono colpiti dalla repressione è un modo per far sì che non siano e non si sentano isolati, soprattutto quando detenuti. Continuare le lotte è un modo ulteriore per evitare che la repressione non diventi freno, ostacolo per proseguire e mettere in atto ciò che ci preme: l’attacco verso questo mondo disopraffazione. Il 23 aprile inizieranno due processi nei confronti di alcuni compagni. Graziano, Lucio, Francesco accusati di sabotaggio ad un compressore in Val di Susa.

Silvia, Costantino, Billy accusati di un tentato attacco ad un centro di ricerca sulle nanotecnologie di proprietà di IBM e Università di Zurigo. Per questo atto sono già stati processati, detenuti e condannati in Svizzera, ora il tribunale di Torino vorrebbe processarli nuovamente. Il motivo per cui ne parliamo contemporaneamente non è la data del processo ma le ragioni per cui si trovano a dover affrontare la repressione: la lotta contro le nocività. Non vogliamo che tutto si riduca solo ad una questione ambientale ma, come alcuni di questi compagni hanno ribadito, le nocività non sono tali solo per la devastazione che esse portano all’ambiente e all’uomo ma per la loro ragione sociale. Esse sono ciò che Stato ed Economia impongono sulle nostre teste, cambiando irreversibilmente il nostro modo di vivere e di rapportarci alla natura e alle persone. Sono il tentativo di meccanizzare tutto quanto e rendere le nostre vite dei meri numeri da contabilizzare sulla strada del profitto.

Questo rappresenta, per noi, un treno ad alta velocità, un mezzo funzionale a percorrere distanze in tempi sempre più ridotti per non correre il rischio di perdere tempo che, per i padroni, è denaro. Questo rappresentano per noi le bio e le nanotecnologie: il tentativo di manipolare e controllare il vivente, attraverso tecnologie e apparati sempre più piccoli che permettano applicazioni insperate ad un dominio sempre in cerca di nuova linfa. Questo rappresenta per noi un gasdotto o un impianto per produrre energia, quella stessa che permetterà a questo sistema di riprodursi e riprodurre altre nocività. La lotta al gasdotto Tap può essere un modo per praticare la solidarietà verso i compagni colpiti dalla repressione e per mettere in discussione il sistema in cui siamo immersi, di cui dovremmo cercare di sbarazzarci il prima possibile. Vogliamo affrontare queste ed altre questioni inerenti alla lotta al Tap e ai prossimi possibili passi da fare.

VENERDI’ 17 APRILE ORE 19:30
A SEGUIRE BUFFET BENEFIT DETENUTI

CIRCOLO ANARCHICO
VIA MASSAGLIA 62/B
LECCE

Cile: Contro la società carceraria, né silenzio, né dimenticanza, solo lotta

10-20 aprile. Giornate di solidarietà con i/le prigionierx della guerra sociale nelle carceri cilene.

Appello:

* A tuttx i/le nostrx fratelli/sorelle, compagn*, familiari e amori.

* Alle complicità multiformi del mondo intero che attaccano il presente di sfruttamento e povertà, di dominazione, di capitale e di morte.

* A tuttx i/le prigionierx sovversivx, autonomi, libertari/e, rivoluzionari/e, anti-autoritari/e che non negano i loro legami né le loro convinzioni e resistono quotidianamente e degnamente, non solo con le parole ma anche con azioni concrete.

“Chi ha paura della libertà sente l’orgoglio di essere schiavo”
–M. Bakunin

La lotta contro il potere della dominazione e tutti gli apparati simbolici, soggettivi, tangibili e di valori che lo sostentano e sostengono richiede innanzitutto quella decisione individuale, radicale e irremovibile di portare la tensione in tutti gli spazi della vita, rendendo quest’ultima un continuo percorso di liberazione. È chiaro che arrivare a questa convinzione, decisione, scelta implica un processo che ognuno vive in maniera unica e irripetibile a seconda del contesto e le circostanze nelle quali abbiamo aperto gli occhi per lottare. camminare verso l’emancipazione come principio guida per la distruzione della società di classe non è un processo immediato, né in solitario, anche se può essere individuale, grazie all’incontro delle idee costruiamo legami che ci rendono fratelli nella pratica, producendo punti di affinità, incluso con menti coscienti che non conosciamo direttamente ma coi quali intraprendiamo un percorso comune.

Ma quando lo spettacolo sociale della non-vita che chiamano democrazia ti offre la sua indignata possibilità di partecipazione cittadina attraverso tutti i suoi apparati di controllo, quello che in fondo cerca è di annullare fin nel più profondo di ogni coscienza la possibilità, certa, di ribellione. Allora, di fronte ai molteplici formati dell’ideologia dello Stato-prigione-capitale, opporre la resistenza offensiva delle nostre convinzioni significa scavalcare ogni margine, muraglia o frontiera in cui vorrebbero farci vivere l’accettazione cieca dei suoi marci rapporti di potere, della loro morale nauseabonda, della loro politica e la loro visione del mondo.

Allo stato attuale delle cose, resistere offensivamente implica chiaramente passare dalla parola all’azione, dalla mera dichiarazione alla lotta ribelle contro l’ordine esistente, dalla semplice critica priva di contenuto alla proliferazione dell’antagonismo in vista della rivolta.

In questo modo noi che cerchiamo di riprendere in mano le nostre vite spezzando le catene che ci opprimono stiamo stati esposti allo scacco matto repressivo e mortifero dello stato. La legge del potere, sempre disposta a difendere la dominazione, viene ben oliata per condannare e castigare chi si ribella. Approfondire la conseguente coerenza fra teoria e pratica ci ha fatto passare per gli angoli più bui dell’architettura poliziesca-penitenziaria dello Stato-Capitalista. Non siamo stati né i primi né i soli, e non saremo gli ultimi… Eppure, nella particolarità presente dell’attuale universo di prigionieri in guerra si esprimono diverse esperienze di resistenza alla detenzione dalla fine degli anni 80 nelle demenziali prigioni di alta e massima sicurezza in Cile, Perù, Brasile e Argentina fra gli anni 90 ed oggi. Attraverso processi giuridico-politici modellati e falsificati in funzione degli interessi contro-insurrezionalisti… La tortura e la repressione diretta hanno fatto una costante della criminalizzazione di famiglie e affetti dei diversi ambienti, cosa che invece di spaventarci, ha rafforzato quella forza vitale che ci ha fatto insistere e continuare in quanto individui al di là delle etichette caricaturali divenute da parte dell’eterna diffamazione giornalistico-poliziesca, e incluso il settarismo di sinistra e anarchico che non fa che scomporre, dividere e frazionare i continui tentativi di allargare la frangia insorta su cui si fondono esperienze diverse che promuovono l’autonomia, l’azione diretta, il mutuo sostegno, l’affinità e l’orizzontalità nella lotta per la liberazione totale.

La realtà dei prigionieri in guerra nelle carceri cilene non può essere distorta. Nel giorno dopo giorno c’è lotta, non c’è silenzio, e ancor meno oblio. Diverse generazioni di sovversivi che si incontrano con sguardi simili in questo presente di lotta. Ed è per questo che, contribuendo alla rottura della frammentazione degli spazi affini e vicini ad ogni prigionierx, vogliamo provocare passi d’avvicinamento concreto attorno a punti comuni minimi in seno a uno scenario profondamente sfavorevole, ma che non sarà mai un ostacolo per contribuire individualmente alla collettivizzazione della lotta a tutti i livelli della realtà. In questo contesto, lanciamo un aperto appello a estendere tutte le iniziative possibili di lotta contro tutte le espressioni della società carceraria. Chiamiamo a mobilizzare la fantasia, la volontà e la voglia, fra il 10 e il 20 aprile.

Salutiamo le lotte dignitose che nel presente si sono moltiplicate nelle prigioni greche, capitoli che dalla vicina distanza accompagniamo con sincero affetto.

Salutiamo anche il Messico Nero, che si alza e cresce nella lotta anti-autoritaria, ai/le compagnx in prigione che attraverso i loro scritti e le loro lotte sono sempre nei nostri cuori.

Salutiamo i/le prigionierx anarchici/che nelle prigioni italiane, ai nostri fratelli e sorelle Francisco e Mónica in Spagna e ai compagni arrestati durante la cosiddetta operazione Pandora.

Salutiamo la dignitosa resistenza di Mauricio Hernández nonostante il regime di punizione demenziale cui è sottoposto da 13 anni nelle prigioni brasiliane.

Salutiamo i prigionieri autonomi mapuce e la loro lotta ancestrale per la libera determinazione.

Salutiamo Juan Flores et Nataly Casanova, processati con la macabra legge antiterrorista, della democrazia che tutto  lo permette… A Diego Ríos, arrestato di recente.

Abbracciamo tuttx i/le prigionierx dignitosx in tutte le Gabbie del Pianeta, i/le fuggitivx, i/le nostrx mortx.

Con speciale affetto eterno a Eduardo e Rafael Vergara, a Paulina Aguirre, a Norma Vergara, a Johny Cariqueo, Zoé Aveilla, Lambros Foundas, Mauricio Morales, Sebastián Overluij e Sergio Terenzi…

GIOVENTÙ COMBATTENTE: INSURREZIONE PERMANENTE

FINCHÉ ESISTERÀ MISERIA, CI SARÀ RIBELLIONE

CONTRO TUTTE LE AUTORITÀ GUERRA SOCIALE

SOLIDARIETÀ INTERNAZIONALE E RIVOLUZIONARIA PER LA DEMOLIZIONE DELLE PRIGIONI

-Tamara Farías Vergara
-Alejandro Astorga Valdés
-Carlos Gutierrez Quiduleo
-Juan Aliste Vega
-Freddy Fuentevilla Saa
-Hans Niemeyer Salinas
-Marcelo Villarroel Sepúlveda
-Alfredo Canales Moreno

1 Aprile 2015: Chiamata alla solidarietà rivoluzionaria con i prigionieri in sciopero della fame in Grecia

A tutt’oggi i compagni anarchici imprigionati e membri del DAK (Rete dei Combattenti Imprigionati) Antonis Stamboulos, Tasos Theofilou, Giorgos Karagianidis, Dimitris Politis, Fivos Harisis, Argyris Ntalios, Andreas-Dimitris Bourzoukos, Grigoris Sarafoudis e Yannis Michailidis, i membri di Lotta Rivoluzionaria Nikos Maziotis e Kostas Gournas, il membro della 17 Novembre (17N) Dimitris Koufontinas, alcuni prigionieri politici turchi nonché i prigionieri Giorgos Sofianidis e Mohamed-Said Elchibah ci troviamo in sciopero della fame, combattendo contro lo stato d’eccezione repressivo e legislativo che è stato implementato da parte dello Stato greco a partire dall’anno 2000.

A partire dal 2 Marzo 2015, ed insieme ai compagni ed alle compagne che si trovano fuori le mura del carcere, abbiamo iniziato una lotta per l’abolizione delle carceri di massima sicurezza di tipo C, per l’abolizione della legge antiterrorista, della legge sul cappuccio, per un cambiamento fondamentale del processo di presa ed analisi delle tracce di DNA e per il rilascio del membro della 17N Savvas Xiros, che è gravemente malato.

La nostra lotta per la soddisfazione di queste richieste è una lotta contro il nucleo centrale dello stato d’emergenza. E’ una lotta contro il nucleo centrale del nuovo totalitarismo, che è stato applicato da 15 anni sia da parte dello Stato greco, che da tutti gli altri Stati a livello globale.

Dal momento che riconosciamo come il punto focale dei disegni del dominio trascenda gli stretti confini geografici degli Stati, chiamiamo tutti i compagni e le compagne a dare supporto alla nostra lotta.

Chiamiamo tutti i compagni e le compagne ad agire in solidarietà il 1 Aprile, mandando un segnale di unità rivoluzionaria.

Vittoria per la lotta di coloro che stanno portando avanti lo sciopero della fame

Immediata accetazione di tutte le richieste

Per la distruzione dello Stato e del Capitale

DAK: Rete dei Combattenti Imprigionati

Grecia: Vittoria per la lotta condotta dai prigionieri in sciopero della fame

Dal 2 marzo in poi, dozzine di prigionieri politici stanno facendo lo sciopero della fame per protestare contro la “crociata antiterrorismo”, espressasi nella forma dei fondamenti repressivi/legali speciali consolidati negli ultimi anni e il regime ora permanente dello “stato costante d’emergenza”, come pure la detenzione dei loro famigliari.

Noi, come “Assemblea di solidarietà con i prigionieri in sciopero della fame” appoggiamo con tutte le nostre energie la lotta dei prigionieri politici e ci battiamo con loro per:

– il ritiro della legislazione speciale antiterrorismo e, in particolare, delle leggi sulle organizzazioni criminali e terroriste (art. 187 e 187 A).
– il ritiro delle leggi repressive speciali (legge sul cappuccio).
– l’abolizione delle carceri di tipo C che costituiscono l’ultimazione della separazione e dello stato d’esclusione dei prigionieri politici.
– la definizione dell’uso e dell’esame del DNA come prova legale.
– l’immediata liberazione di Savvas Xiros, lentamente annientato in questi 13 anni dalla vendetta di Stato, malgrado la sua disabilità al 98%.
– l’immediato rilascio dei famigliari dei membri appartenenti alla Cospirazione delle Cellule di Fuoco (CCF).

Lo sciopero della fame condotto dai prigionieri politici è inscindibilmente connesso con la lotta di ieri e di domani. I prigionieri politici sono prigionieri di guerra in lotta contro lo Stato e il Capitalismo, in prima linea in questa lotta.

Lottare fine alla demolizione di ogni prigione rimasta
Libertà per i prigionieri politici

Assemblea di solidarietà con i prigionieri in sciopero della fame (Atene)

aggiornamenti sugli scioperi della fame

Giornate di mobilitazione in tutta Italia contro gli allevamenti di visoni

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FERMIAMO TUTTI GLI ALLEVAMENTI DI VISONI !
Dal 16 al 21 Marzo 2015 giornate di mobilitazione in tutta Italia

Ci volevano seppellire ma
dimenticavano che siamo semi
da un manifesto solidale

Il discorso della crisi economica continua ad essere la forma per giustificare e legittimare ogni pratica di sfruttamento dell’uomo sull’uomo, sugli altri animali e sulla Terra.
Consideriamo la presenza e l’apertura di allevamenti di visoni come una delle manifestazioni evidenti di una crisi ben più profonda che sconvolge le relazioni sociali e politiche di ogni essere vivente. Se il territorio delle province di Bergamo e di Cremona ne è particolarmente esposto, le logiche di dominio e le più diverse forme di prevaricazione si possono rintracciare in tutti i territori. Per questi motivi sentiamo l’esigenza di coinvolgervi e, insieme, dare vita a nuove pratiche ed esperienze che puntino ad una riappropriazione di metodi autogestionari di lotta perché questa sia veramente diffusa, condivisa e costruita dalla base. Coinvolgervi è un modo, per noi, di opporci alla diffusione di pratiche e discorsi animalisti ambigui che fanno dello spettacolo del dolore, della delega, del pietismo e dell’apoliticità il “nuovo discorso” sull’animale.
Discorso che, di fatto, si allontana dal senso profondo e radicale della liberazione animale che è, invece, una continua riflessione e azione politica per scardinare ogni pratica di dominio. E per questo che abbiamo pensato di moltiplicare i luoghi della mobilitazione, i pensieri, i modi, le proposte affinché ognuno, a partire dal “proprio” territorio, possa dare contenuto alla liberazione animale. Così è nata l’idea di una prima settimana di mobilitazione durante la quale ogni realtà e individualità potrà contribuire a proprio modo a diffondere l’urgenza di fermare gli allevamenti di visoni e non solo.
Scrivendovi abbiamo il desiderio che si riesca e si possa costruire una rete che, seppur in questo momento, passa dal virtuale attraverso questa mail, non si fermi a questo ma diventi una realtà concreta che si incontra, agisce e si coordina. Questo è, per noi, un modo per non farci travolgere dalla crisi delle relazioni.

E’ con lo stesso obiettivo che vorremmo chiudere e rilanciare queste giornate di mobilitazione con una biciclettata qui a Bergamo alla quale vi chiediamo di partecipare. Una rumorosa e creativa Critical mass per dare voce alla critica contro qualsiasi progetto di allevamento e contro ogni forma di sfruttamento verso ogni animale, il giorno sabato 21 marzo. Giornata che ci piacerebbe concludere con una riflessione collettiva su come ridare vitalità e senso ai territori delle pratiche nel segno della liberazione animale.
Una giornata simbolica: l’inizio della primavera. Una giornata in cui spargere i semi di continue, necessarie, urgenti prese di coscienza sui discorsi e i linguaggi che sempre più spesso vengono utilizzati come un grande alibi per giustificare l’ingiustificabile ed incentivare sempre più l’adesione e la complicità a questo sistema di annientamento. Sicuramente le responsabilità dell’attuale situazione di sfruttamento generalizzato, di disagio e miseria non vanno attribuite ad un singolo settore “sbagliato” ma all’intero sistema che nella sua concezione di mondo condanna, a priori, l’esistenza di animali, umani e non, e della sopravvivenza della Terra stessa.

Non casualmente, gli allevatori stessi, ricorrono ad un subdolo discorso che fa della “necessità” il movente delle loro pratiche per far fronte alla “crisi” economica: dal nostro punto di vista, questo stesso dire, svela la fallacia del loro discorso che, di fatto, non fa altro che mostrare gli interstizi nei quali si insinua piuttosto una grave e costante deresponsabilizzazione verso ogni forma vivente.

Per la liberazione di tutte gli animali!
Contro gli allevamenti di visone e i mondi che li producono!

Coordinamenti Liber*Selvadec
Bergamo, 2 Febbraio 2015

Per informazioni:
liber.selvadec@inventati.org
liberselvadec.noblogs.org

Grecia: Sciopero della fame dei detenuti nella prigione di Domokos Kostas Gournas e Dimitris Koufontinas

carcereNoi, Kostas Gournas [membro di Lotta Rivoluzionaria] e Dimitris Koufontinas [membro dell’organizzazione 17 Novembre], prigionieri politici detenuti nella prigione di tipo C a Domokos, iniziamo uno sciopero della fame da lunedì 2 marzo 2015.

Lottiamo per l’abolizione degli art. 187 e 187A del codice penale, per la revoca della legge d’emergenza che prevede misure speciali con cui le autorità cercano di criminalizzare e distruggere i loro oppositori politici.

Lottiamo per l’abolizione dei tribunali speciali e dei tribunali militari eccezionali, questa struttura per lo sterminio di coloro che lottano, fatta di accordi speciali, leggi speciali incostituzionali, uso empirico e fraudolento della prova (ad esempio, riguardo il DNA) e l’apporto di prova speciale.

Lottiamo per l’abolizione di tutte le leggi repressive speciali fatte contro gli oppositori e le mobilitazioni popolari.

Chiediamo l’immediata abolizione delle prigioni di tipo C, simbolo dello stato d’esenzione dei prigionieri politici e d’intimidazione verso la società che resiste.

Chiediamo l’immediato rilascio di Savvas Xiros. Ormai da 13 anni, le autorità metodicamente e in modo vendicativo lo annientano, provocandogli danni irreparabili fino al 98% di disabilità.

La repressione è l’altra faccia dell’austerità, la lotta del movimento popolare contro l’austerità è inscindibile dalla lotta contro la repressione e, in particolare, contro questo regime permanente dello stato d’emergenza. Chiediamo il sostegno da tutta la società in lotta.

Questa lotta dei prigionieri politici, le proteste e gli scioperi della fame hanno lo scopo di mandare un messaggio di resistenza al popolo greco. Siamo quelli che ci assumiamo la responsabilità delle nostre scelte, ci occorre essere uniti e determinati, perché il nostro destino è nelle nostre mani. Questa è la nostra missione per la nostra dignità, per le future generazioni.

La speranza sta solo nella lotta.

Prigione di tipo C a Domokos
2 marzo 2015

Kostas Gournas
Dimitris Koufontinas

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[Italia] “Rompere le righe”: Materiali di lotta contro la guerra e il mondo che la produce

Obiettivo del blog romperelerighe.noblogs.org: avvicinare geograficamente e mentalmente il problema della guerra, cuore di questo mondo e della società. Dare al militarismo un nome, un cognome ed un indirizzo come solo modo per spezzare la complicità con i signori dello sfruttamento e della morte e per rompere con la dinamica individuale della servitù volontaria.

“Rompere le righe”, allora. Il titolo non rinvia soltanto al vecchio slogan antimilitarista a favore della diserzione, ma anche alla necessità di sottrarsi all’inquadramento dei cervelli. Righe ben allineate, infine, sono quelle che ci impediscono di comprendere le conseguenze catastrofiche di una società sempre più in guerra con gli uomini e la natura. Rompere le righe significa allora disertare luoghi, parole e logiche dominanti e cercare testardamente un diverso modo di vivere. Rompere le righe significa anche ripetere quelle piccole banalità di base che il pensiero astratto ignora o nasconde ( ad esempio che sul cemento non cresce niente, oppure che non ha molto senso dichiararsi contro la guerra senza poi fare nulla contro le basi che la rendono possibile …). Come si vede, un percorso di resistenza e di liberazione non privo di incognite e di difficoltà. Un percorso tutto da inventare” (da “Rompere le righe”, n. 7, maggio 2009).

Il foglio e l’omonimo blog erano nati come strumenti della lotta contro la costruzione di una base militare a Mattarello (Trento Sud). Il progetto della base è stato alla fine ritirato da Governo e Provincia, ufficialmente in ragione dei tagli al bilancio della Difesa. Vergognosamente, vari politici che mai avevano speso una parola contro la base di Mattarello si sono rallegrati degli ettari di terreno non invasi dal cemento in seguito al cambio di programma governativo. A noi piace pensare che l’opposizione al progetto – in cui siamo stati attivi dall’inizio alla fine – abbia avuto il suo peso nella decisione delle autorità. I lavori veri e propri non erano ancora cominciati, ma su circa un ettaro dei 28 espropriati (e profumatamente pagati ai contadini della zona) era stata fatta una spianata. I lavori preliminari erano stati bloccati più volte e qualche mezzo delle ditte coinvolte incendiato.

La natura ha poi fatto il suo corso. Ed ora la spianata sembra quasi un boschetto, con le piante che hanno bucato il cemento. Esempio di come le costruzioni dell’uomo siano cose effimere rispetto ai cicli della Terra.

Di quei cicli ci sentiamo figli e figlie, pronti a bucare ogni cemento, a spezzare ogni gabbia che trattiene e rinchiude. Con l’abbandono del progetto di Mattarello certo non è certo scomparso il militarismo in Trentino. Non si ragioni, quindi, di sotterrare l’ascia.

A che punto siamo?

La guerra è dappertutto. Con questo blog vogliamo raccogliere materiali ed elaborare riflessioni contro la guerra ed il mondo che la produce. Infatti non ci viviamo la tensione antimilitarista in “senso stretto” come esclusivamente lotta contro la guerra (intesa nel suo significato più tradizionale), ma siamo coscienti che alla guerra “esterna” per l’accaparramento e per la spartizione delle risorse corrisponde (economicamente e socialmente) una guerra “interna” contro gli sfruttati per renderci sempre più precari, controllati e irreggimentati. Operazioni neocoloniali, guerre possibili o indirette fra Stati (l’esempio dell’Ucraina è di per se emblematico), propaganda nazionalista, aggressioni fasciste, razzismo democratico, rastrellamenti nei quartieri e guerra fra poveri sono le meraviglie prodotte dal loro mondo che ci vuole portare – in righe ben allineate – verso l’abisso. L’esempio israeliano è tristemente significativo: dove l’involucro totalitario della democrazia racchiude l’apartheid, il razzismo, la guerra “esterna” e muri e confini “interni”. Il modello gerarchico della caserma è ormai ovunque e, per esistere e riprodursi, ha la necessità di sviluppare e di utilizzare sempre più tecnologie finalizzate alla guerra ed al controllo sociale. Senza queste protesi sviluppate nei centri di ricerca, nelle Università e nei laboratori del dominio, la conservazione del privilegio e le guerre non sarebbero possibili. Questo è uno dei punti per noi fondamentali dai quali abbiamo intenzione di ripartire. La guerra, come già avevamo sostenuto da queste pagine, è sempre di più il cuore di un mondo senza cuore. Alla luce di quello che avviene sempre di più nella nostra quotidianità e attorno a noi sentiamo l’accecante urgenza di una ripresa dell’antimilitarismo, che per noi non può essere che di azione diretta.

In quest’ultimo anno, con l’esempio lampante della situazione Ucraina, stiamo assistendo ad un “ritorno del rimosso” che politici e politicanti, sociologi e buffoni vari al servizio del potere avevano cercato di nascondere o di far dimenticare. E cioè che la guerra è possibile anche nelle forme che avevamo disimparato a conoscere, e cioè come guerra fra Stati. Questa tragica possibilità si fonde sempre di più con un’altra forma di conflitto: quello contro-insurrezionale o di “polizia internazionale” (detto anche “conflitto asimmetrico o di quarta generazione”). Il nostro obbiettivo è semplice ma ambizioso, e cioè di provare a dare un contributo per una possibile prospettiva pratica al rifiuto della guerra, perché esca dalla semplice ed impotente protesta di testimonianza. Una “testimonianza” che si rende funzionale all’interno dell’opinionismo democratico. In sostanza, non si è mai fatto tanto parlare di “pace” come in questo momento dove esistono un’infinità di conflitti. Si tratta di abbandonare la mera lamentazione di fronte all’“idea” guerra per provare a passare all’attacco della “cosa” guerra nelle sue concrete e reali manifestazioni territoriali. La necessità è quella di provare ad inceppare concretamente la macchina bellica in tutte le sue varie ramificazioni.

Fabbricanti di morte a pochi passi da noi. La “Silicon valley d’Italia”: così viene definito il Trentino dai molti sacerdoti ed entusiastici fanatici del progresso e della ricerca. La provincia in cui viviamo, infatti, sia per la sua caratterizzazione sociale (un territorio tutto sommato pacificato e privo di tensioni significative), sia per il particolare status istituzionale di cui gode la “provincia autonoma”, è una candidata ideale per diventare la terra dei laboratori del dominio. In questo territorio è possibile disegnare un vero e proprio mosaico degli orrori con dipartimenti universitari saldamente legati a Finmeccanica, centri e ditte di ricerca che sviluppano sensori e nanotecnologie per alcuni dei prodotti bellici più terribili dell’ultimo decennio (ad esempio come per gli aerei senza pilota “Predator”, già impiegati in Iraq e in Afghanistan), ditte e ricerche sul controllo sociale attraverso l’informatica (come nel caso del “web semantico”), poli di ricerca e strutture trentino-israeliane (come “Create-net” a Trento) ecc. I rapporti di collaborazione con l’industria e l’accademia israeliane (responsabili di fornire strumenti e tecnologie per lo sterminio della popolazione palestinese) sono fra i più significativi in Europa. Non è un caso che il nuovo responsabile di FBK (Fondazione Bruno Kessler, un vero e proprio centro di potere in Trentino) sia Profumo, l’ex ministro della ricerca del governo Monti. Questo per far capire ancora una volta di più quanto sia strategico e fondamentale il ruolo che assume sempre più questa provincia come laboratorio di sviluppo di nuove tecnologie per i dominatori.

L’antimilitarismo come rivolta in primo luogo etica ed individuale. Nel militarismo e nel concetto di guerra si evidenzia al massimo il principio d’autorità e della gerarchia. Secondo noi l’antimilitarismo ha un fondamento che in primis deve essere di natura etica e di insurrezione individuale, scardinando all’interno di noi stessi la meccanica che crea la “servitù volontaria”, disertando la dinamica della “guerra fra poveri” e della “legge del più forte”. Questo è il primo passo per negare la propria vita alla guerra dei padroni per provare a sabotare o ad inceppare il meccanismo della guerra, in ogni forma che si presenti: dal nostro vissuto più quotidiano ai dispositivi tecnologici che rendono possibile l’esistenza di dominatori, sfruttati ed eserciti. Non ci stancheremo di ripetere ancora, come già scrivevamo, che la percezione delle proprie possibilità non è un fatto statico. Nella pratica della rottura (con la routine, le compatibilità politiche, i ruoli della società, il mito del quantitativo) si innalza la temperatura morale e si affina il piacere di vivere. In un’epoca di opinioni all’ingrosso e di passioni tristi, solo battendosi è possibile affinare le idee e allietare gli affetti. A quella “catastrofe che è ogni giorno in cui non accade “nulla” opponiamo l’occasione insurrezionale degli individui, singoli o associati fra loro. La società è un’immensa bomba ad orologeria e gli individui si dividono in coloro che non sentono e in coloro che sentono il ticchettio. Ancora una volta ci rivolgiamo a coloro che lo sentono, e lo maledicono, e non si rassegnano.

Padova: Giornata contro le nocività

21febbraio
Le nocività costituiscono l’asse portante su cui il sistema tecnologico-industriale si regge. E’ possibile opporsi ad esse a partire da una prospettiva ecologista radicale, mettendo in discussione il progresso tecnologico, la civilizzazione ed il dominio degli umani sul selvatico ?

Sabato 21 febbraio

ore 15.30 : dibattito con alcuni compagni impegnati nelle lotte contro il gasdotto TAP in salento, l’alta velocità in val di susa e le discariche di chiaiano e pianura (na)
a seguire cena vegan benefit
dalle ore 22 : serata dub con mickey white dub selecta (from blank mamba sound) / dj-set malacrew (radical dub against autorithy)

Il ricavato della serata andrà a sostenere Francesco e Daniele, anarchici ancora in carcere per l’operazione ardesia.

L’incontro si terrà presso la mensa marzolo occupata
via marzolo, 4 – Padova (q.re Portello)
malacoda@distruzione.org

RAZZISTI, SESSISTI, OMOFOBI, SPECISTI RAUS !

Atene: Comunicato dell’occupazione del Centro Culturale Melina, nel quartiere Thissio

Lo striscione recita: “Lo stato di diritto uccide. Solidarietà con Nikos Romanos e gli altri compagni in sciopero della fame”

Il 6 dicembre 2014 occupiamo il Centro Culturale Melina, all’incrocio tra la strada Irakleidon 66 e Thesalonikis, nel quartiere Thissio, ad Atene.

L’occupazione è in solidarietà con la lotta in corso di Nikos Romanos, sei anni dopo la morte di Alexandros Grigoropoulos.

Il nostro obiettivo è una continuazione e escalazione dell’azione anarchica multiforme. Sosteniamo tutte le iniziative che contribuiscono all’inasprimento della guerra sociale.

Vittoria per la lotta degli scioperanti della fame Nikos Romanos, Yannis Michailidis, Andreas-Dimitris Bourzoukos e Dimitris Politis.

Forza al compagno G.S., da Mesolongi, che è in sciopero della fame dal 3 dicembre 2014.

Sosteniamo la lotta dei rifugiati e delle rifugiate provenienti dalla Siria.

Un pugno alzato per i detenuti nelle carceri greche che si rifiutano di entrare nelle loro celle, o si astengono dal cibo della prigione, o attuano simbolici scioperi della fame in solidarietà con l’anarchico Nikos Romanos.

FUOCO ALLE FRONTIEREFUOCO ALLE CARCERI

NON DIMENTICHIAMONON PERDONIAMO

PS: Ci vediamo sulle strade, barricate e occupazioni

Lleida, Catalogna: Camminata contro il carcere di Ponent

SECONDA FIACCOLATA CONTRO IL CARCERE DI PONENT
ed appogio ai prigionieri ed ai famigliari delle vittime di torture.

Saluti a tutt*!

Quest’anno la fiaccolata contro il carcere di Ponent, di Lleida, si terrà Sabato 6 Dicembre. Incontro alle 19:00h su Piazza Europa (Lleida), nel passaggio sopra le vie di treno.

Nel pomeriggio, all’ora del caffè (16:30h) si farà un aggiornamento informativo della situazione dei compagni anarchici prigionieri Francisco Solar e Mónica Caballero nel Ateneo Libertario “L’Arrel” di Lleida (via Comptes d’Urgell, 31), seguito di un dibattito sulle “azioni di solidarietà contro le prigioni”.

Perché esistono tante ragioni di dire NO alle prigioni! Ne a Ponent, ne altrove!

PARTECIPA ALLA GIORNATA DI LOTTA!

in catalano, castigliano & francese

Lione, Francia: Manifestazione offensiva contro il congresso del Fronte Nazionale

[vimeo]http://vimeo.com/112551413[/vimeo]

Contro
il fascismo, lo Stato e il capitalismo.

Organizziamo
la resistenza e la solidarietà.

Contro la repressione.
Le frontiere ci dividono, la lotta ci unisce.

Contro il partito degli assassini.
Contro il congresso del Fronte Nazionale…

Tutti e tutte a Lione!

Manifestazione il 29 novembre del 2014, ore 14:00, Piazza Jean-Macé

via RAGE

Padova, 29/30 novembre: Giornate di solidarietà a Gianluca e Adriano @Marzolo Occupata

la locandina in pdf

GIORNATE DI SOLIDARIETA’ A GIANLUCA E ADRIANO

La civiltà tecnologica investe oramai ogni aspetto della nostra quotidianità. Tutte quelle forme di vita che si sottraggono ancora alla schiavitù e all’alienazione del vivere civile, vengono o distrutte oppure marginalizzate.

Esiste ancora la possibilità di condurre un’esistenza libera e selvaggia, priva di ogni forma di autorità? I movimenti ecologisti degli ultimi anni, puntano ad una liberazione totale oppure si limitano a criticare solo uno degli aspetti del dominio?

Vogliamo riflettere soprattutto sull’importanza di una lotta ecologista radicale al sistema, tentando di riflettere intorno al tentativo del dominio di costruire ed imporre un totalitarismo tecnologico.

L’iniziativa sarà a sostegno di Gianluca e Adriano, compagni anarchici, in carcere dal settembre 2013, accusati di aver attaccato l’industria dello sfruttamento animale e della terra, e per questo condannati. Ed è proprio da questo che vogliamo partire nei dibattiti, tentando di valutare quali rapporti intercorrono tra lotte individuali e lotte popolari; per soffermarci, infine sullo stato della solidarietà rivoluzionaria nei confronti dei compagni incarcerati.

malacoda@distruzione.org

SABATO 29 NOVEMBRE

ore 16 dibattito sul dominio tecnologico con alcuni redattori del sito “Resistenze al nanomondo”

ore 20.30 cena vegan benefit

a seguire concerto in acustico con WASTED PIDO Lo-Fi R’n’R One Man Band da Venezia

DOMENICA 30 NOVEMBRE

ore 9.00 colazione in compagnia

ore 10.00 dibattito sulle pratiche individuali e collettive di resistenza alle nocività

a seguire pranzo vegan benefit

Porta la distro. Nè fasci, né guardie!

LE INIZIATIVE SI TERRANNO PRESSO LA MARZOLO OCCUPATA

via Marzolo, 4 – quartiere Portello (Padova)

Bergamo: Laboratorio Anarchico LA*ZONA – 6 anni di autogestione

6 ANNI DI AUTOGESTIONE
Laboratorio Anarchico LA*ZONA
via bonomelli 9 – lab.lazona@gmail.com

VENERDI’ 14
dalle 18.30 Aperitivo Vegan
& presentazione de “IL COMPRESSORE”
“opuscolo in cui si chiarisce se sia più veloce il Tav o la devastazione dei territori che esso collega, se la storia sia una cassetta degli attrezzi o solo un incubo da cui destarsi, se a terrorizzare sia lo stato o chi gli si oppone, se sia più giudizioso battersi per vivere o dimenarsi per sopravvivere, se sia lecito insultare politici, magistrati e giornalisti e se questo serva, se sia morale distruggere le macchine che ci distruggono, e se questo basta”
Nel mese di novembre è prevista la richiesta di condanna e in dicembre la sentenza del processo a carico di Chiara, Claudio, Mattia e Niccolò. A gennaio verrà emessa la sentenza del maxiprocesso ai 53 No tav. Ricordiamo quindi l’appello per una settimana di mobilitazione naionale e di lotta, da venerdì 14 a sabato 22 novembre, ognuno nel proprio territorio.
A SEGUIRE: Cena Vegan & DJset

SABATO 15
Dalle 17.00
Dibattito su repressione, carcere e solidarietà.
Interverrà ALFREDO MARIA BONANNO e a seguire in via eccezionale

Proiezione di un videodocumento girato da Bonanno con l’aiuto di altri prigionieri nel carcere speciale di Rebibbia (reparto grandi infezioni) nel 1997. Erano anni dove scioperi, scontri, scioperi della fame e rivolte dilagavano nelle carceri internazionali. Questo video è un rarissimo documento riguardante la pesantissima situazione vissuta dai malati di AIDS in quegli anni.
Con Cena Vegan.

DOMENICA 16
Dalle 16.30 – concerto ArdeCore con
LUDD – hc da Rovereto
AFTER DEMISE – trashcore Lecco
LURIDA – post hc Bergamo
STATO DI EBREZZA – punk rock express da Milano
a seguire Cena Vegan & Djset

Bergamo: 3°Edizione Tattoo Convention @Laboratorio Anarchico La*Zona

Rettifica del programma della Tattoo Convention 014 che si terrà l’8 e il 9 novembre al Laboratorio Anarchico LA*ZONA di Bergamo.
L’incontro con Alfredo Maria Bonanno che si doveva svolgere Sabato 8 verrà posticipato a Sabato 15 Novembre durante la tre giorni per il sesto compleanno del La*Zona.

TATTOO CONVENTION 014
8 e 9 novembre
Benefit Prigionier*

SABATO 8:
10.00 si inizia!
13.00 Pranzo by Trattoria Vegana
Dopo pranzo si continua a tatuare..
20.00 Cena made by Trattoria Vegan
A seguire DjSet..!

DOMENICA 9:
10.00 si inizia!
13.00 Pranzo made by Trattoria vegana!
Dopo pranzo si continua a tatuare..
20.00 Cena made by Trattoria Vegana
Dopo Cena: Videoproiezione de “The Experiment”
Cercasi cavie umane – das experiment
Un film del 2001 diretto da Oliver Hirschbiergel, tratto dal romando black box di Mario Giordano, basato a sua volta sugli eventi pertinenti l’esperimento carcerario di Standford, condotto nel 1971 dallo psicologo statunitense Philip Zimbardo.Il tassista Trek Fahd legge su un giornale la pubblicità di un esperimento organizzato da una squadra di psicologi. L’esperimento prevedeva l’assegnazione ai volognati che accettarono di parteciparvi, dei ruoli di guardie e prigionieri all’interno di un carcere simulato. Durata 2 settimane. Compenso 4.000 franchi. i volontari che dovranno impersonare otto guardie avranno il compito di assicurare il rispetto delle regole e mantenere l’ordine. l’esperimento verrà tenuto sotto videosorveglianza 24 ore su 24. queste ebbe dei risultati drammatici: la pirigione finta, nell’esperienza psicologica vissuta dai soggetti di entrambi i gruppi, era diventata una prigione vera. “assumere una funzione di controllo sugli altri nell’ambito di una istituzione come quella del carcere, assumere cioè un ruolo istituzionale, induce ad assumere le norme e le regole dell’istituzione come unico valore”.
Parliamone Assieme!!

@Laboratorio Anarchico LA*ZONA
via bonomelli 9, Bergamo
lab.lazona@gmail.com

PER PRENOTARSI PER I TATUAGGI SCRIVERE ALLA MAIL IL PRIMA POSSIBILE!

A BREVE MANDEREMO LA LISTA DEI TATUATORI E DELLE TATUATRICI PER SEMPLIFICARE LA SCELTA E LA PRENOTAZIONE DI CHI SI VORRA’ TATUARE!

Francia: Un manifestante ucciso al Testet

Un compagno ucciso al Testet

Chiamata a manifestare contro la violenza di Stato – a Nantes e ovunque

Presidio sto lunedì alle 18.00 di fronte alla prefecture di Nantes.
Appuntamento dalle 15.00 place du Bouffay per preparare e informare

Nella notte tra sabato e domenica, un manifestante, Rémi, è stato ucciso negli scontri che hanno avuto corso durante il presidio contro la costruzione della diga di Sivens, al Testet. Più o meno 7000 persone si sono ritrovate sulla Zad del Testet dopo mesi di attacchi da parte della polizia, di distruzione della zone umeda e delle abitazioni di chi la difende. Nella fine del pomeriggio, e poi più tardi nella notte, decine di persone si sono svolte contro le forze del ordine che proteggevano il cantiere. Volevano esprimere così la loro rabbia e ritardare la ripresa dei lavori, che era inizialmente prevista questo stesso lunedì. Sono state respinte col uso di palle di gomma, di granate assordanti, a frammentazione e di gas lacrimogeni. Secondo i racconti dei compagni del Testet, la persona deceduta sarebbe crollata dopo spari di granate e sarebbe stata portata via dalle forze del ordine. La Prefecture (questura) dice di non voler’ dichiarare niente sul fatto prima dei risultati dell’autopsia di lunedì. Il governo ha già cominciato ad infamare i manifestanti e prova a dividerli per fare dimenticare quello accaduto. Ma sanno benissimo, qualsiasi sia il loro prossimo passo, che questa morte avrà consequenze esplosive.

Purtroppo, questa morte rivoltante non ci sorprende dentro quel contesto. A Notre dames des landes, al Testet e dovunque sia, quando ci siamo oppost* ai loro proggetti, abbiamo dovuto confrontarci allo sviluppo crudo della violenza di Stato. Nonostante abbiamo benissimo capito, per quanto ci riguarda, che non potevamo contentarci di docilmente guardarli distruggere le nostre vite, essi hanno dimostrato che non ci faranno nessun regalo. Durante i mesi di sgombero della ZAD di NDDL, molt* compagn* sono stat* ferit* pesantemente dagli spari di palle di gomma e dalle granate. Nella sola manifestazione del 22 febbraio 2014 a Nantes, 3 persone hanno perso un occhio da questi spari. Da settimane, ormai, anche al Testet più persone sono state ferite, e ci voleva poco perche altri incidenti tragici succedassero quando gli opponenti sono stati sgomberati dalle case costruite sugli arberi.

E’ però pure per questa ragione, tra altre, che migliaia di persone si sono opposte fisicamente ai lavori, agli sgomberi, all’occupazione poliziesca dei luoghi di vita loro, che il proggetto di areoporto di Notre Dame des Landes si trova oggi moribondo, e che la diga del Testet e quelle che dovrebbero seguirla sono rimesse in questione. E quel impegno negli atti che ha permesso dare una potenza contagiosa a queste lotte, e che minaccia ormai ovunque la ristrutturazione mercantile del territorio.

Più quotidianamente, la repressione si esercita contro quell* che lottano nei carceri, nei quartieri e nei CIE, e là ancora trascina il suo peso di morti, troppo spesso dimenticate, più decine ogni anno. Di fronte agli sollevamenti e altre insottomissioni, la democrazia liberale mostra che rimane al suo posto grazie non solo alla domesticazione precisa degli individui e degli spazi di vita, o alle dominazioni economiche e sociali, però anche grazie al uso determinato del terrore.

Chiamiamo all’occupazione delle strade e dei luoghi di potere, per marcare la nostre tristezza, salutare la memoria del compagno ucciso sabato, e per esprimere la nostra rabbia contro la violenza di Stato. Non li lasceremo ammazarci con le loro armi cosidette “non letali”. Dobbiamo reagire con forza per fare in modo che abbia un prima e un dopo questa morte. Affirmare più forte che mai la nostra solidarietà verso tutt* quell* che lottano al Testet e altrove contro i loro proggetti guidati dalle logiche di controllo e di profitto, ma anche con quell* che cadono con meno rumore sotto i colpi della repressione, dovunque sia. Non ci lasceremo ne dividere, ne paralizzare dalla paura. Continueremo a vivere e lottare sugli spazi che sognano annichilare, ed a bloccare la strada.

Non lasceremo tornare il silenzio, non dimenticheremo!

Occupant* della ZAD di Notre dame des Landes

Un altro corteo si prepara per il sabato alle 14.00

Per maggiori informazioni: zad.nadir.org & nantes.indymedia.org