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[Europa] Dodici morti

Dodici morti. Da esseri umani a corpi senza vita in soli pochi minuti. Sappiamo che nelle guerre muoiono moltissime più persone in molto meno tempo, a causa di una bomba lanciata da un aereo, a causa di gas letali, a causa di una mina antiuomo. Però non siamo in una guerra. Siamo in una democrazia. Il mondo libero sognato. L’immagine a cui il mondo intero anela: la grande Europa, la civilizzazione esemplare.
Dodici morti assassinati a spari da alcuni personaggi che sì sono in guerra, che sì sono addestrati per uccidere.

Non confondetevi. Non si tratta dell’immagine, sfruttata in tutti i modi, della morte di alcuni vignettisti e altri membri di una rivista satirica parigina, avvenuta pochi giorni fa, quella che ci viene in mente, ma il ricordo dei dodici corpi di quei migranti del sud del Sahara crivellati e affogati in pochi minuti dalla Guardia Civil a Ceuta quasi un anno fa, il 6 febbraio del 2014, quando questa polizia militare li obbligava a retrocedere verso il mare. Furono di più i morti assassinati ma furono ritrovati solo dodici corpi. Gli altri li inghiottì il mare.

Non ci furono grandi marce né proteste, e nessuno pensò allo slogan “Tutte e tutti siamo migranti che muoiono alle porte dell’Europa”. Certo, non erano bianchi né provenivano da paesi ricchi, però furono assassinati in modo crudele e terribile. Non in difesa di qualche religione o fondamentalismo, apparentemente, ma in difesa della sacra frontiera e dello Stato. Per marcare a sangue e fuoco, una volta di più, la propria frontiera. Non volevamo uccidere i migranti che osavano entrare in territorio spagnolo, assicurano il Ministro degli Interni Jorge Fernández e la sua Guardia Civil, ma “volevamo tracciare una sorta di frontiera acquatica per mezzo dell’impatto delle pallottole sull’acqua”. Non c’è spazio per gli scherzi. Lo dicono seriamente.

Solamente nel mar Mediterraneo, la frontiera marittima d’Europa, il 2014 ha battuto tutti i suoi record, (come dicono i media) con più di 3.200 migranti che in meno di 12 mesi sono affogati nel tentativo di entrare nel continente, senza contare tutti i morti nelle diverse frontiere, nei deserti dove sono abbandonati senza cibo né acqua dalle differenti polizie frontaliere o per mano di sicari fascisti e forze dell’ordine, e neppure quelli che sono morti, una volta arrivati nel paradiso europeo, nei Centri di Internamento per Stranieri o nelle strade per mano della polizia, visto che una volta giunti nel territorio europeo il benvenuto non è molto diverso dal trattamento che ricevono nelle sue porte d’ingresso. La persecuzione della polizia contro popolazioni intere (principalmente quelle che hanno marcata sulla pelle la propria provenienza), la crescente xenofobia, il razzismo fomentato dai mezzi di comunicazione e dai politici, le campagne contro tutto ciò che non sia identificabile come “europeo”.

Charlie è europeo e per questo non tutti siamo Charlie. Ci sono valori, tradizioni, perfino battute (alcune un po’ pesanti) che si identificano molto con questo ente astratto che si vuole far chiamare “europeo”. Però è sicuro che esiste moltissima gente, principalmente coloro che non si possono identificare con i valori dominanti, quelli che definiscono ciò che “è” e ciò che “non è” europeo, che non si possono identificare con Charlie né con i suoi valori, e ancor meno con il suo senso dell’umorismo.

Questo “Je suis Charlie” che tenta di stabilire una linea molto precisa: chi non è con noi è contro di noi. All’insegna di questo motto a Parigi hanno marciato migliaia di persone. All’appuntamento non è mancato Rajoy, che è anche lui uno di quelli che terrorizzano i migranti nelle frontiere e nelle prigioni spagnole, fra le molte altre prodezze, neppure è mancato Netanyahu, che mitraglia con il suo esercito centinaia di palestinesi nella sua Terra Sancta e ingabbia ogni anno quegli israeliani che si rifiutano di partecipare al suo personale metodo di terrorizzare e, com’era da aspettarsi, non è mancato neppure il presidente turco Erdogan, che semina il terrore contro il popolo kurdo. Non sono mancati neppure i capi delle principali potenze capitaliste. Tutti i capi di Stato, guardiani dell’impero e della civilizzazione hanno marciato contro la barbarie. Insieme a loro, migliaia di fascisti sparsi per il continente hanno approfittato dell’impulso di Charlie per uscire a seminare in terreno più che fertile la loro merda che a breve comincerà a dare i più acidi frutti.

E le strade di Parigi e Barcellona, fra le moltissime altre città, si militarizzano ancor più in difesa di questi valori. Si possono vedere i mercenari dello Stato con fucili e mitragliatrici pronti per marcare a spari, come fecero nelle acque di Ceuta, una frontiera: con l’impatto delle pallottole si tracceranno i limiti che separeranno il dentro e il fuori, ciò che è e ciò che non è Charlie.

Cosa dice Charlie di questo terrorismo? Anche di questo fa graziose e divertenti vignette? Perché a noi poco piace il mondo di merda nel quale viviamo. Questo significa appoggiare il fondamentalismo? Per niente. Non vogliamo che alcun fondamentalismo ci spaventi e ci schiacci. Non ci importa che nella sua epigrafe si legga “Stato islamico”, “Stato laico”, “Stato Charlie” o semplicemente “Stato”.

Ci parleranno di libertà di espressione. Come sempre. Però noi che conosciamo la “libertà di espressione” dello Stato sappiamo la relazione che questo intrattiene con il terrore: la sua esistenza si basa sulla paura. La “libertà”della quale parla lo Stato è l’espressione del monopolio della violenza.

Per questo, una volta di più, questi fatti ci dimostrano che tutti ogni Stato è terrorista.

Alcune anarchiche
Barcelona, 14 gennaio 2015

Santiago, Cile: Lettera della famiglia di Tamara Sol Farías Vergara

Villa Francia, 3 Febbraio 2014

Cari/e amici/che e compagni/e:

La nostra amata Tamara Sol è prigioniera.

Con la velocità di un fulmine vendicatore, come sempre accade quando condannano una persona povera o un sovversivo, un giudice del sistema, Paola Robinovich, sta valutando di dare una condanna da 10 anni all’ergastolo, accusandola di “rapina aggravata” il reato più grave nel codice penale cilena, sostenendo che Tamara Sol è un pericolo per la società. Società costruita cosi ordinatamente sull’aberrante disuguaglianza tra pochi immensamente ricchi e molti immensamente poveri; una società militarizzata con centinaia di poliziotti nelle strade e soprattutto nella periferia, molestando i giovani dei quartieri, con autorizzazione a picchiare, mentire, creare montature, arrestare, perquisire case, uccidere, spiare, fotografare… una società che è un “grande mercato”, una società orgogliosa dell’individualismo che ha creato, orglogliosa della mediocrità che ha creato, una società dove i mezzi di comunicazione trasmettono solo storie di celebrità o crimini passionali… La giudice, difendendo questa società, ha stabilito che Tamara Sol deve stare per il tempo nelle indagini (che all’inizio è 60 giorni) nel carcere di San Miguel in un modulo di alta sicurezza. Qui ha solo mezz’ora d’aria…ovvero, sta tutto il giorno rinchiusa.

Questa velocità dei giudici nel dare la condanna è completamente contraria quando si tratta di condannare gente in uniforme, che abusa e uccide grazie al potere i giovani o gli abitanti dei quartieri, ma che vive tranquillamente a casa propria. Noi per l’omicidio di Eduardo e Rafael, nostri figli, abbiamo aspettato più di venti anni per un pronunciamento della giustizia e la condanna è stata molto lieve, solo 7 anni per l’omicidio di due persone e l’arresto avvenuto senza alcun mezzo di comunicazione presente, senza mostrare le loro facce, senza manette e dritti all’hotel a 5 stelle di Punta Peuco. Né c’è lo stesso spirito da parte dei giudici quando si tratta condannare i colletti bianchi dove il denaro scorre e tutto si addolcisce, tutto resta segreto.

Vogliamo dirvi che Tamara Sol sta relativamente bene (nella sua condizione di prigioniera). Il suo morale è deciso e alto, è una donna degna e valorosa che ha detto a noi e alla sua famiglia che siamo dei codardi che non usciranno mai dal percorso di questa dannata società, della quale prendiamo le briciole, che non ariverà mai il “momento” per noi, né avremo mai i “mezzi necessari”, che abbiamo aumentato il passo e dato qualche calcio improvviso, ma niente che rompa con questa routine mortale in cui siamo coinvolti.

Siamo tremendamente addolorati perché lei è la nostra ragazza, e la amiamo profondamente, ed è prigioniera. Siamo orgogliosi, tuttavia, perché è già una donna e ha dimostrato una grande valorosità.

Una donna che ci ha cosi profondamente messi alla prova che non possiamo restare immobili in questo sistema, adeguando le nostre vite ai suoi ordini, rassegnandoci agli omicidi dei compagni, alla prigionia di giovani combattenti, alla rapina perpetua che subiamo come popolo in ogni ambito,l’esproprio del nostro quotidiano, l’esproprio delle nostre terre, del nostro mare, delle nostre ricchezze, dei nostri alberi.

Abbiamo bisogno di forza, compagne e compagni, abbiamo bisogno della vostra amicizia sincera e disenteressata, come sempre siete stati.

Il nostro cammino è già delineato e non possiamo restare calmi sperando che altri facciano ciò che noi dobbiamo continuare a fare… amare profondamente l’idea di una società libera e fraterna e costruirla con piccole e grandi azioni, non solo a parole, con tutte le forme di lotta e in ogni ambito della nostra esistenza.

Tamara Sol, figlia, nipote, sorella, ti amiamo con tutte le nostre forze.

Tamara Sol, compagna lottatrice, ti ammiriamo per il tuo valore; siamo con te.

Tamara Sol, ti accompagneremo per sempre; non sarai mai da sola.

Tamara Sol, “il cielo si specchia nel mare cosicché tu debba guardare solo la Luna”. Pazienza, pazienza, pazienza, amore.

Vorremmo ringraziare chi ci ha fatto visita, chi da subito ha dimostrato il proprio affetto, e chi ha dimostrato solidarietà fornendo ciò di cui ha biosogno Tamara Sol in carcere.

Siamo grati alle donne che l’hanno accolta in quel lugubre carcere e che la supportano con affetto.

Sappiamo anche chi non sta dalla nostra parte, dimostrandoci la propria condotta che non è d’accordo con Tamara Sol e questo ci ha fatto capire su chi potremo contare da ora in poi.

Ana Vergara Toledo, Luisa Toledo Sepúlveda, Manuel Vergara Meza

fonti : refractario, waronsociety

Barcellona: Presidio in solidarietà con i/le prigionierx anarchici/che

Il Venerdì 22 Novembre 2013, alle 08:30, siamo andati a mettere manifesti e distribuire volantini alla sede del giornale borghese El País, nella via Casp di Barcellona, per segnalare a questo mezzo come uno dei responsabili  della creazione della allarma sociale che ha contribuito a imprigionare ai/le nostrx compagnx anarchici/che. Si è realizzato anche una manifestazione spontanea intorno a piazza Urquinaona.

royo
Agli avvoltoi che si nutrono di toglierci dei nostri sogni e la nostra libertà, tutto il nostro odio!
Jorge A. Rodriguez Arroyo. Capo della Sezione Politica/Spagna di El País. Specializzato in terrorismo di Stato. Responsabile della diffamazione di tuttx quellx che decidono di resistere all’oppressione e all’autorità.

Il governo fa la segnalazione, ” El País” punta e la polizia arresta

Siamo venuti  alla sede del “El País” per denunciare lo schifoso ruolo che questo mezzo d’informazione ha giocato nella recente detenzione di cinque compagnx anarchici/che e la successiva detenzione di due di loro. Tuttx sono rimasti con carichi associati al terrorismo ei due incarcelatx si trovano in isolamento in regime FIES II, in attesa di processo. Che la giustizia li consideri colpevoli o innocenti, non ci importa, sappiamo già da che parte sono loro e da che parte siamo noi. Ai/le compagnx va tutto il nostro sostegno, forza e solidarietà incondizionata !

Sapiamo già quale sia il ruolo dei media in questa società, per molto progressisti che si dipingono come “El País”… tanto quelli considerati di sinistra come di destra, nel fondo difendono ferocemente l’ordine su cui si siede la società capitalista. Così, mediante la creazione dell’opinione pubblica e la diffusione dei valori e delle idee della classe dominante, cercano di estendere nella popolazione la sottomissione che cercano di estendere la presentazione e l’accettazione della vita che ci viene imposta dall’alto. Ovviamente, i democratici complici dello stato come “El País” sono nemici dichiarati di tuttx quellx che si oppongono al sistema e le sue istituzioni, soprattutto se inoltre passa dalle parole ai fatti.

Anche se non ci sorprende la forma di procedere da questx mercenarx della penna, si vogliamo segnalare ed evidenziare estxs se focalizziamo l’attenzione e evindenciar alcune cose: Fin dal primo momento, “El País” ha funzionato come cinghia di trasmissione del Ministero degli Interni e si è fatto il portavoce più diretto della Polizia Nazionale, riproducendo e ripetendo informazioni distorte e false per creare deliberatamente il clima giusto per incarcerare. D’altro canto, hanno aumentati il già generalizzato linciaggio mediatico diffondendo i nomi e le fotografie degli/le arrestatx, cosa considerata illegale ( pur essendo così democratici, si saltano le loro leggi). E in nessun momento, hanno lasciato di intossicare costantemente con il legame tra anarchismo e terrore, tra l’anarchismo e la violenza, arrivando ad affermare che il movimento anarchico coppia di Al Qaeda la sua forma organizzativa, cosa ridicola e assurda per chiunque conosca minimamente il funzionamento senza gerarchie e in rete che sostiene l’ideale anarchico da oltre più di un secolo.

La creazione del nemico interno( gli anarchici, in questo caso) è stata una strategia storica del potere politico per criminalizzare e reprimere il dissenso e garantire una governance sociale. In questo clima sociale e politico sempre più teso per la mal chiamata crisi, è chiaro che temono che le pratiche e le idee anarchiche si estendano sempre di più tra le persone e settori, come del resto è già in corso da un po’.

Che gli sbirri del Potere e complici della repressione, come “El País” sappiano che noi anche abbiamo i mezzi e le capacità per puntargli e che non perderemo nessuna occasione per farlo. Che non venga dimenticato!

Contro tutte le autorità !
La repressione non ci fermerà!
Solidarietà e forza per gli/le anarchici/che detenutx!

fonte

Uruguay: comunicato di alcuni anarchici

stonethrowingLo Stato-Capitale va avanti con tutto il suo apparato tecnologico poliziale sempre più veloce per controllare/monitorare/legiferano/commerciare/oltraggiare ad ogni abitante della Terra e a questa stessa.
Tuttavia, i suoi miserabili valori di concorrenza e resignazione non sono stati inclusi per tutta la popolazione.

Ancora esistono codici in alcuni quartieri dove non c’è spazio per quelli strisciano né polizie, ancora è praticata la solidarietà, ancora esiste la lotta digna e sincera di coloro che non commerciano con i carnefici, eppure ci sono vicini che si organizzano orizzontalmente in assemblee per provare, per esempio, fermare i progetti che causano danni irreversibili al luogo in cui viviamo.

Circa gli eventi del 14/8.

Come ogni anno, la FEUU (gremio più che ufficiale) e altre associazioni studentesche chiamarono alla classica mobilitazione dove, in accordo alla loro mentalità di poliziale in modo che tutto succedese in perfetto e tranquillo ordine,  contando con le bande e altri informatori pronti a reprimere qualsiasi espressione diversa, anche una semplice canzone … non tutti si sono rasegnati a unirsi all’inerte corteo degli studenti. Decine di persone hanno deciso di uscire dal cerchio e di attaccare alcuni simboli con cui lo Stato-Capitale ci violenta quotidianamente e sistematicamente.

Contro la repressione, solidarietà e azione Continue reading Uruguay: comunicato di alcuni anarchici

Italia: Cronaca dal presidio al tribunale di Perugia (6.6.2013)

Il 6 Giugno 2013, si è tenuta al tribunale di Perugia l’udienza preliminare del processo a carico di alcune delle persone indagate in seguito all’operazione repressiva anti-anarchica detta “Ardire”, che nel giugno del 2012 aveva portato all’arresto di 10 persone (alcune delle quali non si erano mai viste, né conosciute e due erano da tempo già detenute), accusate di partecipazione ad “associazione sovversiva con finalità di terrorismo” (art. 270 bis c.p.).

Ciò che all’epoca balzò agli occhi fu l’evidente contraddizione fra la titolarità dell’inchiesta della Procura di Perugia e l’inchiesta stessa, dal momento che tutti i principali episodi sottoposti ad indagine (come, ad esempio, l’invio di pacchi bomba alla sede di Equitalia a Roma, al Cie di Gradisca di Isonzo e il ritrovamento di un pacco bomba dentro l’Università Bocconi di Milano) erano avvenuti ben lontano dal territorio umbro.

Per questo motivo gli artefici dell’inchiesta (la Pm Comodi della Procura di Perugia – già nota per aver condotto nel recente passato altre due operazioni antianarchiche in Umbria, nel 2007 “Brushwood”, rivelatesi poi di consistenza nulla, e nel 2009 “Sherwood”, il cui processo è tuttora in corso; e il Generale dei carabinieri del ROS Giampaolo Ganzer, lo stesso che è stato condannato nel luglio 2010 in primo grado a 14 anni per traffico internazionale di droga) si dovettero ben ingegnare per inventarsi una cellula terroristica umbra affiliata alla “FAI informale” (senza la quale l’inchiesta stessa non avrebbe potuto reggere), accusandola di aver… effettuato scritte sui muri, esposto striscioni e imbrattato un bancomat.

Ma se all’epoca l’operazione ebbe grandissima rilevanza mediatica, grazie soprattutto al supporto della stampa asservita (basti pensare all’enfasi con la quale venne presentato il risultato di alcune perquisizioni, che avevano permesso il ritrovamento di… lampadine, chiodi, mollette di legno e fermacarte, indicando il tutto come pericoloso materiale atto all’imminente fabbricazione di ordigni esplosivi), ben poca attenzione si è data alla successiva suddivisione dell’inchiesta in due parti, una passata alla procura di Milano, l’altra, il filone umbro/perugino, rimasta alla procura di Pg: così che per parlare di terrorismo in Umbria restano davvero solo scritte e striscioni.

La mattina del 6 giugno si è dunque tenuta a Perugia l’udienza preliminare del processo per il solo filone umbro/perugino, che riguardava 4 persone (una ancora detenuta nel carcere di Ferrara, due ai domiciliari e una a piede libero), mentre, per quanto riguarda le persone sotto inchiesta per la parte passata a Milano, il giudice titolare delle indagini ha purtroppo recentemente richiesto la proroga delle misure cautelari in carcere per altri 6 mesi.

L’udienza vera e propria non si è però tenuta, da momento che gli avvocati della difesa hanno evidenziato l’incompatibilità del Gup (giudice per l’udienza preliminare), in quanto aveva a suo tempo partecipato all’inchiesta stessa ponendo la sua firma ad alcuni decreti di autorizzazione delle intercettazioni.

Ciò che a questo si spera e ci attendiamo è che, al di là di ogni considerazione sulla (poca) consistenza dell’inchiesta stessa, il 13 giugno, ad un anno dagli arresti e alla scadenza dei termini di custodia cautelare, i compagni sotto inchiesta in Umbria possano tornare in libertà.

Lisbona, Portogallo: 6° Fiera del Libro Anarchico – 24, 25, 26 Maggio

Siamo tornati!

Arriva la 6° Fiera del Libro Anarchico, che si svolgerà il 24, 25 e 26 Maggio 2013 a Lisbona all’Amigos do Minho (in Intendente), con l’obiettivo rinnovato di ogni anno rinnovato per la creazione di uno spazio autonomo, aperto a tutti, per la diffusione e la discussione delle idee anarchiche.

Nel programma di quest’anno della Fiera del Libro, oltre alle consuete bancarelle, due dibattiti sono in programma. Da un lato, vogliamo discutere sull’attuazione e sulle limitazioni del settore dei media e sulle sue possibili alternative. D’altra parte, discuteremo sul ruolo delle biblioteche come spazio privilegiato di incontro, riflessione, discussione e condivisione.

Lo scopo della Fiera del Libro è di promuovere l’edizione di libri e di altre pubblicazioni anarchiche e la loro lettura. Continuiamo a credere che l’anarchia è l’alternativa alla violenza dello stato, all’arroganza del capitale, al “progresso” della tecnica e ai danni del giornalismo servile.

feira do livro anarquista / feiradolivroanarquista@gmail.com

Lettera della compagna Felicity Ann Ryder, da qualche parte fuori delle gabbie…

Compagni, amici,

Mi sarebbe piaciuto di aver scritto in precedenza, ma per varie circostanze non ho avuto la possibilità di farlo ancora. Voglio inviare un caloroso saluto e dire grazie a tutti coloro che si sono preoccupati per me e la mia situazione, a coloro che hanno mostrato solidarietà con Mario e com me. In questi momenti difficili significa molto avere gente che stia in solidarietà da vicino o da lontano, anche senza avermi mai incontrato. Mando un abbraccio rivoluzionario a tutti voi.

Voglio precisare che, nonostante tutte le bugie delle forze di polizia della città del Messico e dei mass media, non sono mai stata arrestata e che non sono mai stata detenuta in una delle loro prigioni. Ho cercato di capire perché avrebbero detto e diffuso tali informazioni false in tutto il Messico ed in Australia, ma alla fine dei conti, come una persona libera non penso come un agente di polizia, e non sarò in grado di capire. Se fosse per tentare invano di rompere o manipolare Mario, di manipolare la mia famiglia, o per cercare di apparire mezzo competenti nel fare il loro lavoro, non lo so.
Quello che so è che io sono fiera di essere un’anarchica, ed orgogliosa di essere un nemico per l’autorità e per lo Stato.

Al mio fratello Mario, gli mando un abbraccio gigante e molta forza e salute. So che manterrà sempre le sue convinzioni forti, così come il suo desiderio di raggiungere la Liberazione Totale. Sarò sempre al tuo fianco, compagno. Ricorda, sempre faccia a faccia con il nemico!

Invio anche un caloroso saluto ai compagni fuggitivi Diego Rios e Gabriela Curilem in Cile. Un caloroso abbraccio ai compagni delle CCF e Lotta Rivoluzionaria in Grecia, per i compagni anarchici in carcere in Italia, a Braulio Duran, Luciano Pitronello, Gabriel Pombo da Silva, ed a tutti i prigionieri anarchici e fuggiaschi di tutto il mondo.

Que viva la Anarquia!
Felicity.

fonte

Amburgo: Azioni solidali con i rivoltosi greci

La crisi è il fottuto sistema!

In Grecia, la gente lotta contro i diretti risultati delle decisioni fatte dai politici tedeschi ed europei cadute sulle proprie teste! La propaganda anti-grecia della stampa tedesca ci disgusta!
La nostra solidarietà va a quelli in sciopero e in lotta, che sono imprigionati e che si scontrano con la repressione. Mandiamo inoltre solidarietà ai rivoluzionari greci del gruppo di guerriglia urbana “Lotta Rivoluzionaria”, a processo per le loro idee e lotte.
Nelle notti del 27 e 28 Febbraio abbiamo attaccato 6 banche ad Amburgo. E’ un piccolo ma chiaro segno attaccare le banche in Germania, per esempio, siamo ispirato dall’azione solidale a Bielefeld, e speriamo che molta gente farà lo stesso e manderà solidarietà ai rivoltosi in Grecia e attaccherà le banche e il loro sistema. Che tanta gente scenda in strada a Francoforte e ovunque il 31 Marzo e sempre!

Per un’estate rovente! Libertà!

fontetrad. Parole Armate

Heraklion, Creta: Occupazione di “TV Creta“ e “Kriti TV” durante il telegiornale principale della sera

Martedì, 4 Ottobre (un giorno prima dello sciopero generale precedente), l’iniziativa degli studenti della scuola secondaria/università-lavoratori-disoccupati di Heraklion sull’isola di Creta,hanno occupato gli studi di due canali televisivi locali e sono intervenuti durante il telegiornale principale della sera, in vista delle mobilitazioni per lo sciopero nazionale. Il primo video contiene i sottotitoli in inglese (assicurarsi di attivare il pulsante cc).

fonte

Documentari sugli anarchici bielorussi – con sottotitoli in inglese

Ignorando la Legge

Breve documentario sulla repressione contro gli anarchici in Bielorussia (2010-2011)

Anarchia, Azione diretta, Imparziale parte1 / parte2

Un documentario di ABC Belarus riguardante la repressione contro il movimento anarchico in Bielorussia da settembre 2010 a febbraio 2011, che include commenti di anarchici, funzionari russi e bielorussi, attivisti per i diritti umani.

Maggiori informazioni: www.autistici.org