Tag Archives: terrorismo di stato

Istanbul: Tutti in Serhildan contro il proibizionismo di Stato

Gli scontri tra la polizia e le persone che volevano celebrare il Newroz sono iniziati alla stazione dei tram di Pazartekke ad Istanbul. Dopo l’intervento delle forze repressive, i dimostranti hanno eretto delle barricate. L’altro attacco dei poliziotti e’ avvenuto in Zeytinburnu. La polizia ha attaccato con gas lacrimogeni la riunione ( dove c’erano anche dei parlamentari curdi). Ma il terrore poliziesco era quasi ovunque in citta’. Una personae’ stata assassinata dai poliziotti in prossimita’ di Arnavutköy, dove la polizia ha usato le armi per impedire alla gente di andare alla celebrazione nell’arena a Kazliçeşme. Ci sono stati pure molti manifestanti feriti.

La parola Newroz e’ in Curdo la parola Nowruz (“Capodanno”), la festa del primo dell’anno nella societa’ curda. La gente celebra questa festa dal 18 al 21 Marzo. E’ una delle poche “feste popolari” sopravvissute e precede tutte le grandi feste liturgiche. Durante questa festa, i Curdi si riuniscono per lo piu’ fuori le citta’ per accogliere la primavera, danzando attorno a un fuoco e saltandoci sopra. Quest’anno il Newroz era dedicato agli assassinati da parte dello stato a Roboski.

Serhildan in ribellione” / Fonte: anarşı aber

Cile: Attacco incendiario contro una filiale del Banco del Cile, a Chillán

Comunicato:

La scorsa notte del 20 marzo, data dell’udienza contro il nostro fratello Luciano Pitronello, ci siamo recati con odio e rabbia ad una filiale del Banco de Chile, in Avenida Collin (Chillán), carichi di materiale infiammabile. Sono stati sufficienti due minuti affinché il nostro fuoco anarchico e selvaggio illuminasse la notte.

Le perdite economiche sono state certamente milionarie, proprio adesso i ridicoli poliziotti stanno pateticamente cercando delle tracce, ma noi da molto vicino sorridiamo su quanto facilmente il nostro fuoco distrugga il simbolo della dominazione, dello sfruttamento, della miseria e della disuguaglianza nel mondo.

Che quest’azione sia una minaccia ed un avvertimento per i tanti attacchi che restano da fare. Il nostro fuoco continuerà ad espandersi contro qualsiasi struttura che dia vita a questo sistema autoritario ed oppressore. Non ci fermeremo nel veder ardere qualsiasi individuo che faccia sfoggio della schifosa autorità o qualsiasi sbirro, che sia carabinero o poliziotto. Se qualcuno morirà, sarà uno di voi. Sappiate bene che quest’attacco è anche in vendetta degli assassinii nel carcere san Miguel e nel carcere dell’Honduras.

Dedichiamo quest’attacco a Freddy, Marcelo e Juan, prigionieri per il Caso Security, ma in particolare a Luciano, che oggi è oggetto di vendetta da parte dello Stato, dei suoi sbirri e dei suoi obbedienti cittadini. Solo con l’azione rivoluzionaria ti tireremo fuori, Tortuga!!

A MOLTIPLICARE GLI ATTACCHI CONTRO IL CAPITALE!!
CONTRO QUALSIASI AUTORITA’!!
VIVA L’ANARCHIA!!

Federación Anarquista Informal/Célula Incendiaria Efraín Plaza Olmedo

traduzione: ParoleArmate

Atene: Aggiornamento sul processo a Lotta Rivoluzionaria (10/2/2012)

Il giudice ha iniziato l’udienza leggendo la lista dei testimoni convocati dall’udienza scorsa. Lista che è parte di quella delle accuse, e contiene i nomi in modo disordinato, fatto che denota le intenzioni di condannare secondo le accuse stabilite, soprattutto per N. Maziotis, P. Roupa e K. Gournas. E’ importante dire che, sebbene N. Maziotis e P. Roupa abbiano richiesto le testimonianze di A. Kannelopoulou e P. Polihronou (caso Voulgarakis), essi non sono stati convocati dalla corte, anche se hanno testimoniato davanti agli interroganti. E ciò di proposito, perché questi due poliziotti testimoni hanno fatto una perquisizione dello spazio dove l’azione doveva accadere e dove venne ritrovato il meccanismo di controllo remoto. Quindi, collasserebbe il mito dell’antiterorrismo e dell’attacco alla cieca.

Appena il giudice ha finito di leggere la lista, ha parlato l’avvocato D. Vagianou, dicendo che “c’è una presunta indagine…”. Prima di finire la frase, il giudice l’ha interrotta dicendo “non presunta, c’è un’indagine!” “Si, per quanto è possibile investigare questioni che si stanno autodeterminando”, ha continuato, menzionando che il testimone L. Alexopoulos (già convocato a testimoniare dal giudice) è del caso dell’attacco alla caserma di Nea Ionias. “Se questo modo, ha detto D. Vagianou, velocizza e facilita il processo, prendiamo un testimone qui e uno li”, il giudice l’ha interrotta di nuovo, chiedendole a chi si riferisse, quando è ovvio che parlava di lui. Mentre gli avvocati sottolineavano che i testimoni-poliziotti del caso Voulgarakis andrebbero convocati, il giudice ha detto di non capire e ha detto che hanno pre-annunciato i testimoni. D. Vagianou gli ha ricordato che la lista dei testimoni non ha ordine, ciò significa che non li hanno convocati affinché i casi si risolvano uno ad uno, mentre il pubblico ministero Markopoulos non ha chiamato tutti i testimoni che hanno testimoniato davanti all’interrogante. Continue reading Atene: Aggiornamento sul processo a Lotta Rivoluzionaria (10/2/2012)

Una prigione chiamata Honduras

Da Organizacion Fraternal Negra Hondureña, OFRANEH

Lo scorso Martedi notte, 14 Febbraio, e’ bruciato il centro penitenziario a Comayagua, con il deplorevole risultato di piu’ di 355 prigionieri carbonizzati. Questa e’ la terza volta in meno di 10 anni che questi orribili incendi si prendono la vita di centinaia di prigionieri; molti di loro senza aver ricevuto ancora alcuna sentenza o semplicemente perche’ trattenuti dalle autorita’ perche’ hanno dei tatuaggi.

Gli incendi nelle carceri di Ceiba e San Pedro Sula, durante il mandato del nazionalista Ricardo Maduro, non sono serviti di lezione nell’aberrante gestione della giustizia e delle prigioni in Honduras. Ancora una volta la storia ripete se stessa, ma ora sembra ancor piu’ spietata, con dichiarazioni trapelate su dei presunti fuggitivi, che hanno parlato di una fuga programmata in complicita’ con le autorita’ carcerarie, ed indicazioni dei vicini della prigione-fattoria, che hanno sentito un forte odore di benzina provenire  dal centro di detenzione. La violenza in cui si trova il paese non e’ infondata. La ridotta elite del Potere e’ complice nel sequestro dell’Honduras, chiaramente con il consueto supporto dei paesi i cui interessi ruotano attorno al saccheggio delle cosi’ dette risorse naturali ed umane.

Il colpo di stato nel 2009 ha funzionato da catalizzatore per tutte le umiliazioni subite dall popolo Hondurenio Purtroppo, le elezioni imposte dall’impero degli Stati Uniti e da alcune nazioni dell’Unione Europea legittimarono i golpisti e il loro regime che servi’ come processo di defenestrazione della democrazia.

L’esistente putrefazione dei corpi di sicurezza dello statali, il saccheggio degli arsenali, il traffico d’armi dagli Stati Uniti, la militarizzazione dei cartelli della droga, la bande incontrollabili (maras, figli del neoliberismo) sono parti di questo cocktail di violenza, che schiacciano le persone in Honduras.

Se le voci di un coinvolgimento delle autorita’ penitenziarie nel causare l’incidente fossero confermate (a parte l’abominevole negligenza di non permettere ai pompieri di entrare nel luogo e tenere chiuse le celle dei prigionieri), gli eventi di Comayaga si riveleranno un massacro premeditato, lapidando in questo modo il defunto sistema giudiziario di questa corrente repubblica delle banane.

L’intero paese e’ completamente sopraffatto da questo massacro. Nel frattempo, l’attuale amministrazione mantiene il suo permanente sorriso, e dopo lo stile narrativo di George Orwell ed il suo ministero della verita’, intendono nascondere l’Honduras, le profondita’ nelle quali siamo immersi, dentro una crisi dei diritti umani ed economica che ha colpito il paese. In questo paese siamo tutti prigionieri di un piccolo gruppo di maniaci, alcuni dei quali specializzati nella repressione ed altri nella deterrenza. Il laboratorio politico che e’ diventato il cosidetto trianglo della morte (Guatemala, EL Salvador ed Honduras) ha aiutato l’Impero degli Stati Uniti a creare una zona di guerra, dove l’insicurezza viene usata dai media di disinformazione per instillare nella gente la supposta necessita’ di un governo forte che sradichi la violenza.

Un’esempio ne e’ il presidente eletto del Guatemala, Otto Perez, noto come il macellaio del popolo Ixil. La perdita della memoria storica di un popolo e’ un’indicatore grave dell’incapacita’ di risolvere i nostri problemi, e di come alcune fazioni intervengono domandando un’intervento straniero.

La violenza in corso non e’ infondata, ma e’ piuttosto parte di un copione ben preparato e diretto su un lungo periodo, con il macabro obbiettivo di infuocare l’Honduras e prolungare la dominazione.

La Ceiba, Atlantida, 20 Febbraio 2012

fonti: 1, 2

Atene: Detenzione pre-processo per i dimostranti del 12 Febbraio

Il 16 Febbraio 2012, solo pochi giorni dopo le proteste senza precedenti contro il secondo memorandum e i vasti scontri ad Atene e in altre città greche, i “segugi della polizia” dietro ordini dei loro superiori politici – che sono ovviamente in grande panico – hanno rilsciato foto e dettagli dei dimostranti (quattro locali e un immigrato), che erano tra gli arrestati del 12 Febbraio ad Atene. Inoltre, i poliziotti hanno chiesto ancora una volta ai cittadini di diventare spie.

Lo Stato inoltre ha fatto circolare foto del corteo ad Atene, chiedendo ai potenziali infami di fornire testimonianze anomime. Le foto sono state prima postate sul sito ufficiale della polizia greca e poi in altri blog affiliati, come anche in molti media di regime – il sito della polizia è stato prima manomesso, forse a cusa di un altro attacco diretto di Anonymous.

I volti dei dimostranti sono stati mostrati pubblicamente prima del processo. In altre parole, e secondo l’aggiornata legge antiterrorista, essi sono stati giudicati colpevoli a priori. Poco dopo il rilascio delle foto, nuove accuse sono state addossate a quattro di loro, le accuse sono state unite, e il magistrato “imparziale” e l’accusa hanno deciso la loro carcerazione pre-processo.

Ciò non ci sorprende. Questa è un’altra misura esemplare del sistema, un tentativo di terrorizzarci tutti, una plateale dimostrazione di forza delle autorità politiche, poliziesce, giudiziarie e dei media, nel contesto della moderna giunta greca. I nostri compagni sono detenuti senza “prove incriminanti”, perché hanno dimostrato la loro dignità e sono scesi in strada contro le misure di schiavitù. I nostri compagni non verranno lasciati soli. Un governo che manca completamente di alcuna legittimità sociale o anche “costituzional” ci sta minacciando tutti. Ma il consenso sociale è collassato. Siamo in guerra.

Rilascio immediato di tutti gli arrestati e proscioglimento di tutti gli accusati dopo le proteste nazionali! Nessuna tolleranza per i killer in uniforme e i mercenari di stato!

Roghi e incendi per tutti gli obiettivi connessi alla Grecia (ambasciate, consolati, ecc) e per tutti i mausolei del capitale. Supportateci adesso! Agite adesso!

La solidarietà è la nostra arma.

trad. ParoleArmate

[Barcellona] “Non sono lavoratori, sono scagnozzi in uniforme!”

Volantino diffuso nelle strade di Barcellona contro la polizia catalana, una forza repressive responsabile dell’omicidio di molte persone:

ASSASSINI

1/1/2012 – Un giovane arrestato a Manresa dalla polizia catalana, muore in ospedale dopo esser stato picchiato mentre era ammanettato.

7/1/2012 – Muore un giovane prigioniero in un Centro di Detenzione per Immigrati nella Free Zone, dopo che gli agenti della polizia nazionale gli hanno negato le cure mediche che aveva chiesto…

E questi sono solo gli ultimi due casi.

Quelli che difendono un ordine di miseria con la tortura e l’omicidio non sono lavoratori, sono scagnozzi in uniforme. Alziamo la testa dinnanzi agli assassini del sistema che proteggono!

Vogliono picchiare i manifestanti, torturare e uccidere la gente nelle caserme, quelli che abusano e umiliano gli altri, e difendono un ordine di miseria attraverso l’intimidazione e la violenza… NON SONO LAVORATORI, SONO SCAGNOZZI IN UNIFORME!

Barcellona libertaria
trad. ParoleArmate

Atene: Dichiarazione del membro della CCF Christos Tsakalos durante la sesta udienza del secondo “caso Halandri” (1-2/2012)

Secondo la vostra accusa, la Cospirazione delle Cellule di Fuoco è un’organizzazione terrorista. Ma le parole non sono mai state, né lo sono, né mai lo saranno, neutrali. Le parole acquistano il significato dato dalla persona che le usa. Noi non parliamo il linguaggio dei giudici o degli accusatori. Noi parliamo il linguaggio dei cacciati che hanno rifiutato il ruolo di vittime, dei ricercati che non si sono consegnati alle autorità, dei prigionieri che non hanno ingabbiato la loro volontà di libertà, degli anarchici che non si sono mai inginocchiati di fronte al Potere. Solidarietà, Dignità, Guerriglia Urbana, Anarchia, queste sono le nostre parole, che sguinzagliamo come insulto contro il vostro sistema.

Sì, esatto, noi siamo guerriglieri urbani anarchici e fieri di partecipare nella ribellione dei nostri desideri, sotto il nome Cospirazione delle Cellule di Fuoco.

Per voi, che state dietro i vostri banchi giudiziari, noi siamo terroristi perché la vostra anima è un fantasma spaventato che si sente al sicuro solo dietro gli sbirri e tra i libri delle vostre leggi morte.

Comunque, un differente terrorismo aleggia sopra le vite della maggior parte delle persone.

Terrorismo sono le file infinite in un ufficio delle imposte, nelle pubbliche organizzazioni, nelle banche.

Terrorismo sono gli ordini dei capi ai loro personali. Terrorismo è la mano pesante del poliziotto che afferra delinquenti minorenni e poveri diavoli. Il peggior terrorismo, però, è la TERRIFICANTE certezza che nessuno alza la sua testa. Continue reading Atene: Dichiarazione del membro della CCF Christos Tsakalos durante la sesta udienza del secondo “caso Halandri” (1-2/2012)

Atene: Solidarietà incendiaria con Panagiotis “Takis” Masouras, Konstantina “Nina” Karakatsani, Stella Antoniou e Luciano Pitronello “Tortuga”

Rivendicazione di attacchi incendiari contro concessionarie e il Ministero della Cultura
“Da un certo punto in poi non c’è più ritorno. È questo il punto da raggiungere.”
—Franz Kafka

L’apparentemente invisibile
Stiamo attraversando un periodo di “profonda” crisi economica; un’altra crisi artificiale, secondo un piano conosciuto e molto utilizzato. Già da molti anni, attraverso “crisi” simili, si mette alla prova e allo stesso tempo, sfortunatamente, testa la durabilità del sistema capitalista. Un esperimento organizzato per pochi, dove le cavie sono, di solito, i cittadini sottomessi, senza volontà propria. Persone che appoggiano e elogiano con (e a volte senza) passione il loro diritto a scegliere coloro che li impoveriranno e li inganneranno per i prossimi quattro anni. Ma questo “bellissimo” flusso del capitalismo viene essenzialmente distrutto giorno dopo giorno, visto che la società sta iniziando a capire che al capitalismo non servono correzioni, ma distruzione. Il distante, ma ancora tangibile sogno di una “vita ideale”, soprattutto di costante e inutile consumismo, è iniziato a crollare per gran parte della società. In effetti, quelli che una volta tenevano la bocca chiusa, a causa del sogno, adesso sono gradualmente contaminati dal benefico virus della reazione. La gente si radicalizza, come mostra la storia, in periodi di crisi sistemiche.

L’esistente
Ma la favola da qualche parte ha una fine, e noi torniamo alla realtà più selvaggia e brutale. Continue reading Atene: Solidarietà incendiaria con Panagiotis “Takis” Masouras, Konstantina “Nina” Karakatsani, Stella Antoniou e Luciano Pitronello “Tortuga”

Perù: La polizia uccide almeno sei manifestanti durante una manifestazione nella città di Juliaca

Il 24 giugno 2011, la polizia peruviana ha ucciso almeno sei manifestanti e ne ha ferite oltre 30 durante una manifestazione contro la contaminazione del fiume Ramis da parte delle miniere della regione di Juliaca nel Perù meridionale.

Verso le 11 del mattino, i residenti hanno bloccato la strada che porta all’aeroporto della città e hanno cercato di rompere il suo perimetro. Le forze armate repressive della polizia nazionale, e in particolare il commando di DINOES (unita’ per operazioni speciali) hanno aperto il fuoco contro la folla.

Verso le 12 i primi colpi fatali sono stati esplosi durante la sparatoria da parte degli assassini in uniforme e sono continuati fino al tardo pomeriggio, uccidendo Víctor Campos Huanca, Felix Edwin Irpanoca Turpo, Raúl Cancapa Huaricallo, Petronila Coa Huanca, Gregorio Huamán Mamani e un’ altra persona che non è stata identificata.

Gli scontri tra poliziotti e locali e continuato fino a tarda sera, quando un gran numero di manifestanti si sono riuniti nel centro di Juliaca e hanno attaccato i centri commerciali e gli altri simboli capitalisti.

Il fondato timore degli abitanti è che i corpi di altri dimostranti uccisi siano stati fatti scomparire ancora una volta dalla polizia peruviana, e che il numero totale dei morti sia più alto.

I media del regime hanno cercato di giustificare i poliziotti ed i loro referenti politici, presentando i manifestanti come fuorilegge e violenti. La verità pero’ è altrove. Lo Stato ed i suoi carnefici peruviani sono colpevoli di innumerevoli crimini contro la natura e l’umanità. Nel contesto di una buona cooperazione con le multinazionali del petrolio, dei minerali e del gas, così come i mega-contraenti per progetti infrastrutturali per il presunto sviluppo dell’America Latina, lo Stato peruviano persegue sistematicamente la distruzione dell’Amazzonia, l’avvelenamento delle persone che vivono sul territorio peruviano e l’espulsione e l’annientamento delle più isolate comunità indigene dalle loro terre d’origine.

Gregorio Huamán Mamani (56)

I convenienti omicidi dei manifestanti servono al saccheggio dell’Amazonia e delle sue risorse naturali ed umane sempre che tali non siano realizzate mediante scavi e perforazioni.

fonti: 1, 2

Contro la paura, il terrorismo di stato, l’impoverimento e il cannibalismo sociale

Lotte comuni di cittadini locali ed immigrati per la vita, l’uguaglianza e la liberta’

Poverta’, depauperazione, oppressione, sfruttamento: queste quattro parole Caratterizzano il presente e il futuro che la classe dirigente promette e impone con qualsiasi mezzo alla societa’. Siccome la sopravvivenza diventa sempre piu’ difficile, coloro che dall’alto dominano, spingono la gente, come unica soluzione, a combattere l’uno contro l’altro, a rivoltarsi contro chiunque sia considerato un avversario debole, vivere nella paura, ad accettare l’ordine economico e politico “per il bene del paese,” piuttosto che guardare la realtà negli occhi.

Per realizzare i suoi piani, l’elite economica, politica e religiosa e’ collusa con altri che condividono interessi diversi come fascisti, mass media, poliziotti, residenti e negozianti razzisti delle zone povere.

Tutte queste persone sentono l’odore della paura e del sangue umano, escono dalle loro tane come un branco e individuano come nemico il prossimo, i più indigenti, gli immigrati, i senzatetto, i più deboli.

Questo è accaduto dopo l’ atroce omicidio del quarantaquattrenne Manolis Kantaris accoltellato a morte per una videocamera. Nei giorni successivi, nella zona attorno al punto del delitto fino a piazza Omonia, una caccia selvaggia ha inizio: gruppi di estremisti di destra con coltelli, caschi e manganelli pugnalano e picchiano indiscriminatamente gli immigrati, sfasciando anche diversi negozi e abitazioni. I poliziotti erano presenti in tutti gli attacchi per dare il loro contributo, mentre i patrioti e i razzisti,attraverso la televisione o la loro presenza presso i punti in cui i pogrom hanno avuto luogo, ha applaudito gli attacchi in ogni modo, presentando gli immigrati come nemici della “patria,” dell’ economia e della cultura, appoggiando quindi la politica sull’ immigrazione dello Stato. Continue reading Contro la paura, il terrorismo di stato, l’impoverimento e il cannibalismo sociale

Siamo in guerra. Arresti politici e terrorismo statale.

Siamo davvero incazzati!

Un giorno prima dell’anniversario dell’ omicidio di Alexandros Grigoropoulos il 6 dicembre 2008, la dittatura democratica greca ha deciso di attivare i meccanismi di repressione in un senso tragicomico per impedire una sommossa sociale imminente.Tutti i servi del sistema si sono attivati, cercando di manipolare l’opinione pubblica e di terrorizzare tutte quelle parti della società che resistono.

Ieri sera (4 dicembre) gli scagnozzi del dipartimento anti-terrorismo della polizia hanno fatto irruzione in diversi interni e spazi sociali di Atene, Pireo, Salonicco, Agrinio e Creta, sostenendo che vi siano stati scoperti armi e esplosivi. I burattini ben pagati dei mezzi di comunicazione hanno immediatamente iniziato a celebrare “il successo della polizia greca contro il terrorismo” , Continue reading Siamo in guerra. Arresti politici e terrorismo statale.