Contro la paura, il terrorismo di stato, l’impoverimento e il cannibalismo sociale

Lotte comuni di cittadini locali ed immigrati per la vita, l’uguaglianza e la liberta’

Poverta’, depauperazione, oppressione, sfruttamento: queste quattro parole Caratterizzano il presente e il futuro che la classe dirigente promette e impone con qualsiasi mezzo alla societa’. Siccome la sopravvivenza diventa sempre piu’ difficile, coloro che dall’alto dominano, spingono la gente, come unica soluzione, a combattere l’uno contro l’altro, a rivoltarsi contro chiunque sia considerato un avversario debole, vivere nella paura, ad accettare l’ordine economico e politico “per il bene del paese,” piuttosto che guardare la realtà negli occhi.

Per realizzare i suoi piani, l’elite economica, politica e religiosa e’ collusa con altri che condividono interessi diversi come fascisti, mass media, poliziotti, residenti e negozianti razzisti delle zone povere.

Tutte queste persone sentono l’odore della paura e del sangue umano, escono dalle loro tane come un branco e individuano come nemico il prossimo, i più indigenti, gli immigrati, i senzatetto, i più deboli.

Questo è accaduto dopo l’ atroce omicidio del quarantaquattrenne Manolis Kantaris accoltellato a morte per una videocamera. Nei giorni successivi, nella zona attorno al punto del delitto fino a piazza Omonia, una caccia selvaggia ha inizio: gruppi di estremisti di destra con coltelli, caschi e manganelli pugnalano e picchiano indiscriminatamente gli immigrati, sfasciando anche diversi negozi e abitazioni. I poliziotti erano presenti in tutti gli attacchi per dare il loro contributo, mentre i patrioti e i razzisti,attraverso la televisione o la loro presenza presso i punti in cui i pogrom hanno avuto luogo, ha applaudito gli attacchi in ogni modo, presentando gli immigrati come nemici della “patria,” dell’ economia e della cultura, appoggiando quindi la politica sull’ immigrazione dello Stato.

Nello stesso tempo, i fascisti,con l’aiuto dei poliziotti, hanno attaccato gli spazi occupati Skaramaga e Villa Amalias che sono nelle vicinanze del luogo dell’assassinio di M. Kantaris. Queste occupazioni anarchiche hanno appoggiato in numerose occasioni di solidarietà le lotte degli immigrati ; e’ così che la gente di questi spazi occupati ha provato una volta di più a prevenire gli attacchi, e a cacciare i tirapiedi neo-nazisti della “chrisi augi.”

Coloro che non si conformano, che si rifiutano di vivere nell’ oppressione e nello sfruttamento,e scelgono di resistere collettivamente, senza la mediazione di partiti e leader, sono alle prese con bande di fascisti o bande di poliziotti, come è avvenuto nello sciopero generale del 11 maggio.

Durante il furioso attacco delle squadre di polizia (MAT), un manifestante ha perso la milza, mentre il co-combattente Yannis K. è stato ferito molto gravemente ed è stato trasferito presso l’Ospedale Generale di Nikaia con il rischio per la sua vita a causa di un’ emorragia interna alla testa; subito e’ stato sottoposto ad intervento chirurgico ed è rimasto per diversi giorni in terapia intensiva. Inoltre, uno dei manifestanti che sono stati arrestati, Fotis D. è tenuto in detenzione pre-processuale attraverso false accuse da parte della polizia che lo ha incastrato con una borsa carica di bombe Molotov.

Sappiamo che è difficile per i poveri, i deboli e gli oppressi vivere serenamente nei quartieri poveri di Atene. I problemi aumentano anche a causa dell’attivita’ mafiosa . Con l’aiuto dello Stato, essa consiste in una delle più disumane e al tempo stesso più redditizie imprese del capitalismo. Cio’ che chi comanda non vuole farci sapere è che la causa dei nostri problemi non si trova tra i più deboli, tra noi e “l’Altro,” ma e’ a causa delllo Stato insieme con i boss locali e stranieri.

Non troveremo alcuna soluzione ai nostri problemi nell’ obbedire e servire la classe dominante. Le soluzioni si trovano quando prendiamo del tutto le nostre vite nelle nostre mani, senza leader, con rispetto reciproco, tolleranza e umanità. Quando comunichiamo i nostri problemi e cerchiamo soluzioni attraverso assemblee di quartiere, le basi dell’Unione, spazi auto-organizzati di resistenza, alimentazione collettiva, e movimenti di mutuo aiuto. Quando arriviamo a conoscere l’altro e a lottare alla pari contro gli interessi di quelli che comandano. Quando gli immigrati e la gente del posto costruiscono una classe comune e una lotta sociale contro lo Stato e il Capitale, per una società senza sfruttamento e repressione, per la rivoluzione sociale e di liberazione.

Assemblea de anarchici per l’autodeterminazione sociale
sinelefsianarchikon@gmail.com

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