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Atene: Manifestazione di solidarietà a coloro che sono perseguitati per la causa della CCF, il 5/10 – Inizio della nuova corte marziale il 8/10

L’inizio del nuovo processo, per il caso della O.R. Cospirazione delle Cellule di Fuoco è impostata per l’8 Ottobre, 2012 e riguarderà quattro indagini diverse: l’invio dei pacchi incendiari il 1° Novembre del 2010 (azione per la quale la CCF ha assunto la responsabilità), gli arresti effettuati durante l’operazione antiterroristica nel 4 Dicembre, 2010, gli arresti che sono seguiti, a Volos, il 14 Marzo 2011, e la sparatoria con i poliziotti nel quartiere di Pefki il 18 Maggio, 2011. Diciassette persone affrontano delle accuse, tra cui nove membri della CCF, l’anarchico Theofilos Mavropoulos, i quattro anarchici che furono catturati il 4 Dicembre 2010 (Stella Antoniou e gli incarcerati Giorgos Karagiannidis Alexandros Mitrousias, Kostas Sakkas), l’anarchico Konstantinos Papadopoulos (che è stato arrestato ad Atene nel Marzo 2011, lo stesso giorno che si sono catturate i cinque membri della CCF a Volos, ed è stato rilasciato su cauzione) e i due compagni ricercati Giannis Michailidis e Dimitris Politis.

Contro tutte le autorità
Accanto a combattenti della libertà

L’8 Ottobre un altra corte marziale inizia nella prigione di Koridallos, contro i compagni perseguitati per la R.O. Cospirazione delle Cellule di Fuoco, sia che abbiano assunto la responsabilità politica per la partecipazione in essa o negano qualsiasi rapporto.

1° processo
4 indagini-casi (Volos, Pefki, pacchi, 4 Dicembre)
17 imputati
13 compagni imprigionati

9 membri della CCF: Damianos Bolano, Panagiotis Argyrou, Michalis Nikolopoulos, Giorgos Nikolopoulos, Gerasimos Tsakalos, Christos Tsakalos, Giorgos Polidoros, Harris Hatzimichelakis, Olga Economidou

8 perseguitati: Teofilos Mavropoulos, Ntinos Papadopoulos, Stella Antoniou, Alexandros Mitroussias, Kostas Sakkas, Giorgos Karagiannidis, di cui 2 ricercati: Giannis Michailidis, Dimitris Politis

La dottrina della “tolleranza zero” applicata negli ultimi anni, dimostra la determinazione di distruggere in ogni modo il nemico interno, e in modo più intenso durante la crisi economica e sistemica. Sia quando mira ai membri della O.R Cospirazione delle Cellule di Fuoco, che sono perseguitati, sia per le loro azioni e per le loro posizioni politiche, sfidando attivamente l'”invulnerabile” maschera dello stato “potente” (ad esempio le bombe nel parlamento, nella prigione di Koridallos, presso gli uffici dell’Alba Dorata, nel tribunale di Atene, ecc), o quando mira a gli anarchici perseguitati che sono detenuti per lo stesso caso, chiarendo che tutte le resistenze sociali saranno perseguitate violentemente, e per di più la teoria e la pratica anarchica.

Il percorso della resistenza contro la barbarie capitalista, la strada della lotta per la libertà, passa attraverso la solidarietà con coloro che l’hanno attraversata per primi. Non lascia nessuno solo, non lascia nessuno indietro.

Manifestazione di solidarietà per coloro che sono perseguitati per la causa della O.R CCF Venerdì 5 Ottobre, ore 19.30, Propilea (via Panepistimiou, Atene)

Inizio del processo – Raduno al tribunale delle carceri femminili di Koridallos
Lunedì 8 Ottobre 9,00

Assemblea di solidarietà per la CCF e coloro che sono perseguiti per lo stesso caso / compagne, compagni
saspf.squat.gr

Grecia : L’arresto dell’anarchico Tasos Theofilou puzza di montatura poliziesca

Un caso di rapina, durante il quale è accaduta l’uccisione di un cittadino che aveva attaccato i rapinatori, è stato trasformato dalle forze anti-terrorismo in un caso di “terrorismo”, mentre i pappagalli sono stati addestrati a scrivere di scenari mostruosi, pieni di menzogne, che non hanno niente a che fare con i fatti del fascicolo processuale (come di solito succede quando gli anti-terrorismo inventano un caso).

L’anarchico Tasos Theofilou, che è stato arrestato per questo caso, nega fortemente tutte le accuse fin dal primo momento, mentre il suo avvocato Sp. Fitrakis ha parlato di magre prove nel fascicolo.

Dando un’occhiata al caso (come presentato nei fascicoli e non come presentato dai pennivendoli che prendono ordini dal 12° piano del GADA, quartier generale della polizia di Atene), vediamo salire la puzza di una montatura poliziesca. Pochi giorni dopo la rapina, una persona “anonima” avrebbe presumibilmente chiamato gli sbirri (!) dicendogli che il rapinatore di Paros era seduto sui gradini della stazione metro di Keramikos. Hanno perfino fatto una descrizione. Immediatamente le forze anti-terrorismo si sono recate sul posto e hanno arrestato T. Theofilou.

Che interesse hanno le forze anti-terrorismo in un caso di rapina? Alla stazione di polizia hanno preso con la forza la sua saliva e le sue impronte digitali, per poi annunciare subito dopo che il suo DNA combaciava con il DNA di un capello trovato nel cappello caduto ad uno dei rapinatori a Paros! Nessuna impronta nè niente. Per quanto riguarda il DNA, si possono leggere gli articoli del giornale “Kontra” sulla importante discussione che sta avendo luogo nel corso del processo a Lotta Rivoluzionaria, per rendersi conto di come sia un metodo non solo discutibile, ma completamente inaffidabile.

E’ una coincidenza che prima dell’arresto di Theofilou le forze anti-terroriste dicessero ai pennivendoli di essere sulla buona strada e di avere delle prove? Si può facilmente rendersi conto di chi sia la “persona anonima” che ha riconosciuto il rapinatore (travisato) di Paros sui gradini del metro e ha chiamato la polizia. Le “domande”, comunque, non si fermano qui.

Quando Theofilou si trovava nelle mani delle infami forze di polizia, tre o quattro sbirri ricordarono che era lui la persona che portava avanti il “contropedinamento”, quando sorvegliavano le case di persone connesse alle CCF ad Atene, Pireaus e Agrinio! Questa presunta persona non fu mai arrestata e nemmeno detenuta, ma le sue caratteristiche venivano ricordate due anni dopo! In questo modo, Theofilou fu accusato dell’intera lista di azioni attribuite alla CCF (e alle persone dietro i membri dell’organizzazione) e dovrà affrontare un secondo fascicolo di inchiesta gestito dal procuratore speciale Baltas. Questa costruzione “puzza” davvero.

fonti : a, b

Atene: Intervento antifascista contro l’Alba Dorata

Il Sabato sera, 15 Settembre, 100 antifascisti anarchici con circa 50 motociclette hanno percorso il centro di Atene lanciando volantini e incollando manifesti contro gli attacchi neo-nazisti nelle zone del centro. La ronda antifascista attraversò le aree di Metaxourgeio, Aghios Pavlos, Piazza Vathis e Piazza Omonia.

Nel loro proclamo, i compagni hanno scritto: “La nostra azione mira alla mobilitazione dei riflessi antifascisti e dell’auto-difesa di classe […]. Le strade sono nostre, di coloro che lottano, dei poveri e degli esclusi.”

Video dell’azione diretta

Lo slogan che si sente dice “fascisti, bastardi, presto arrivano le forche.”

fonte

Atene: Rivendicazione di responsabilità per l’incendio al quartier generale di Trastor, compagnia di investimenti in beni immobili

FAI/IRF CONTRO OGNI NAZIONE

Siamo testimoni delle più estreme contraddizioni che sono nate e morte in questo mondo di merda. Mentre i calcolatori degli apprendisti stregoni di statistiche economiche stanno contando 23.000 morti in Siria, miliardi di persone guardano infatuate i Giochi Olimpici di Londra; la distanza tra le Olimpiadi e gli spari “reali” nel campo delle operazioni di guerra si situa solo nel semplice premere un bottone su un controllo remoto. Se solo potesse succedere… se tutti questi fiumi di sangue potessero diventare un torrente impetuoso che annega atleti e spettatori. Se solo potesse succedere. Possiamo pensare allo stesso modo a tutte le migliaia di persone senza tetto che “rovinano” l’immagine della città spaventosa, mentre i ricchi si godono i loro comforts di lusso nei giardini di Ekali e Kifissia (due dei quartieri più ricchi di Atene). Società che, nonostante le loro contraddizioni, riescono a riprodurre la puzza disgustosa che emettono, sezionando tutti e tutto, fabbricando centinaia di microcosmi.

Il potere non è una struttura compatta ma un edificio diffuso, situato sulle strutture sistemiche – economiche, istituzionali, ecc. – e sulle relazioni umane. A cominciare dalla divisione sociale in sotto-unità antagoniste le une con le altre, la costante frammentazione continua nella vita quotidiana dell’individuo all’interno del mondo capitalista; in ogni aspetto della vita dell’individuo, in ogni campo di espressione.

A questo punto il sistema completa la sua “onnipotenza”, al punto in cui innalza muri di isolamento perfino nel più triviale dei processi di tutti i giorni. Al punto in cui i paraventi della rassegnazione e dell’indifferenza cadono, lì sale la febbre del più squallido tipo di egoismo, dell’ego più meschino, un senso esaltato di passivo midenismo.

Il risultato pratico della precedente affermazione può essere riscontrato sia nel possesso materiale di illusioni nell’era della prosperità capitalista – casa, auto, crescita rapida della “piccola proprietà” – sia nell’emigrazione per lavorare all’estero in condizioni di crisi economica. E’ la stessa ideologia dello stile di vita moderno con alcune varianti. Dalle illusioni dell’assalto furibondo alla proprietà alla fuga disperata.

“Quando, alla fine della loro vita, la maggior parte delle persone si guardano indietro, troveranno che hanno vissuto per tutta la loro vita ad interim. Saranno sorprese di scoprire che la cosa principale che si sono lasciate sfuggire non apprezzandola e non godendosela è la loro stessa vita. E così un uomo, essendo stato ingannato dalla speranza, danza nelle braccia della morte” (Arthur Schopenhauer).

Come risultato dell’intensità osservata nella macchina sociale vi è il momento della crescita dei fascisti; un fatto che in nessun modo passa inosservato. Stiamo parlando di un cambiamento generale della società e dello Stato verso direttive razziste/fasciste/nazionaliste. Questo può sia riguardare i corpi di donne sieropositive che vengono umiliate dalla collaborazione degli sbirri con il KEELPNO (“Centro Ellenico per il Controllo e la Prevenzione delle Malattie”) e i mass-media, sia i crescenti pogrom contro gli immigrati e le dozzine di attacchi omicidi contro di loro. Operazioni “legittime” e “illegali” diventano la stessa cosa, sotto il nome ironicamente allegorico di “Xenios Zeus”. Il culmine dell’operazione democratica è stato l’assassinio di un migrante iracheno (su Anaxagora street, ad Omonia) da squartatori identici ai alba d’orati [partito greco nazionalista-fascista].

Quindi, la conclusione è che il meccanismo dello Stato si muove contro i migranti riflettendo una DOMANDA SOCIALE; l’odio razzista di ogni ellenico macho con un’anima di merda si somma alla richiesta di sicurezza. Il coltello dell’insulso pseudo-egoismo del masturbatore dall’animo greco va cercato vicino agli autobus e ai furgoni della polizia e ai campi di concentramento per immigrati, e le costole di qualche immigrato a caso verranno accoltellate alla prima opportunità con quel coltello, seguendo la logica della responsabilità collettiva.

In nessuna circostanza mettiamo in luce questi incidenti da una prospettiva vittimista, e nemmeno ci consideriamo o auto-nominiamo protettori di nessuno; lontani da una retorica che santifica tutti i migranti e li trasforma in un tutto unificato, crediamo negli umani, nelle prese di posizione e nelle scelte, e in base a queste valutiamo gli altri e ci facciamo valutare.

Siamo in guerra con il sistema, e i fascisti non ne sono che una parte, sempre evidenti in specifici periodi storici con obiettivi molto specifici e ruoli distinti. Ecco perchè l’attacco ai fascisti non dovrebbe essere percepito come un colpo contro l’aberrazione “non democratica” – con l’uso di espressioni come “gang” o facendo appelli a rendere Chrissi Avgi/Golden Dawn illegale – ma come un attacco contro la democrazia nel suo insieme e, ovviamente, contro i ciarlatani della sinistra di tutti i tipi e di tutte le tendenze, che acconsentono come stupide vergini e poi si incontrano con il macellaio di palestinesi Peres.

Quindi, la nostra progettualità non può essere che quella del conflitto totale con i fascisti così come con ogni fronte del complesso autoritario. Con i coltelli che ornano i nostri corpi, le nostri armi puntate alle loro teste, le nostre bombole del gas ed esplosivi posizionati nei loro uffici e nelle loro case.

Viaggiando mentalmente ai bordelli delle prigioni in cui i nostri fratelli e le nostre sorelle sono tenuti prigionieri: durante l’ultimo periodo, una lotta molto importante è stata lanciata dagli anarchici ostaggi dentro le prigioni greche; una lotta che è orientata verso il rifiuto della perquisizione delle cavità corporali, il tentativo di offendere la dignità di un prigioniero. I prigionieri anarchici che rifiutano di sottostare a questo processo offensivo vengono trascinati alla tortura fisica e mentale dell’isolamento, che ha raggiunto il suo picco con la rissa nelle prigioni di Domokos tra le guardie e i compagni membri della Cospirazione delle Cellule di Fuoco Panagiotis Argirou e Gerasimos “Makis” Tsakalos, e più recentemente con il caso dell’anarchico Rami Syrianos – che è riuscito a uscire dall’isolamento dopo aver vinto con il suo sciopero della fame – così come il caso dell’anarchica e membro della CCF Olga Ekonomidou. Entrambi hanno pagato, con decine di giorni di isolamento, il prezzo delle loro scelte, per aver rotto con questa misura “penitenziaria”. L’ultimo è stato il caso del compagno anarchico Sokratis Tzifkas: dopo il suo ritorno dall’ospedale (a Thessaloniki), dove era stato ricoverato per motivi di salute, ha rifiutato di spogliarsi per la perquisizione ed è stato torturato dagli sbirri nella prigione di Diavata, dove lo hanno tenuto in isolamento per 10 giorni in condizioni orribili. E’ importante citare il fatto che la nostra compagna Olga Ekonomidou è anch’essa stata torturata con l’isolamento per 54 giorni nello stesso carcere.

Come segnale minimo di solidarietà con l’anarchico Sokratis Tzifkas, così come con tutti gli ostaggi anarchici nelle prigioni che sono stati recentemente torturati con l’isolamento, nella sera di lunedì 13 agosto abbiamo piazzato un congegno incendiario contro Trastor REIC – precedentemente conosciuto come Piraeus REIC, una sussidiaria di Piraeus Bank – al 5° piano dell’edificio di Davaki Street 1 e Kifissias Avenue 116 ad Atene, una compagnia di investimenti immobiliari che partecipa anche in altri affari economici come compravendite, investimenti, ecc.; insomma, una compagnia che può essere un obiettivo come tanti altri.

Solidarietà con i rivoluzionari ostaggi nelle carceri.
Forza ai compagni ricercati in tutto il mondo.

Un pugno alzato per Luciano “Tortuga”; la tua ultima lettera ci ha toccato il cuore.

Con rabbia, andiamo incontro a nuove battaglie contro il nemico e contro gli aspetti deboli di noi stessi.

Guerra contro la civilizzazione!
Lunga vita all’Anarchia!

Federazione Anarchica Informale
Fronte Rivoluzionario Internazionale
Unità “Fuoco alle Aziende Sfruttatrici”

PS. Forse uno dei pochi avvenimenti piacevoli di questa estate è stato la vista di un idiota morto (il civile che ha cercato di fermare i rapinatori durante la loro fuga, ed è morto subito dopo essere stato colpito) sull’isola Paros. La sua stupidità ha raggiunto livelli tali che ha sacrificato la sua stessa vita per qualche migliaia di dollari che erano appena stati rubati da una BANCA! Questo è il futuro che attende i cittadini-infami che vestono le uniformi dei poliziotti e pensano di essere eroi.

in inglese qui

Atene: Combattimento di strada notturno nel quartiere di Exarchia

Verso la mezzanotte di Sabato, 8 Settembre, un gruppo di compagni che si trovavano nella zona di Exarchia hanno sentito dire che a circa 100 metri dalla piazza del quartiere, in via Stournari e di fronte all’ingresso del Politecnico, erano iniziati dei scontri tra due gruppi di persone. Siamo scesi verso di la con gli altri per vedere che cosa stava succedendo, senza poter capire esattamente chi erano quelli che combattevano uno contro l’altro. Chiedendo alla gente per strada, abbiamo scoperto che gli spacciatori avevano cercato di spingere la loro attività disgustosa nella zona, sostenuti dalla polizia segreta. Si noti che, da qualche mese, la polizia cerca di trasformare il quartiere in una zona di traffico di droga per l’ennesima volta- come fu nel passato recente- e via Stournari si trasforma spesso in una scena di scontri di strada tra gli spacciatori e le persone che ci vivono o frequentano la zona.

Quando siamo arrivati ​​all’altezza della via Bouboulinas, l’invasione era stata respinta da un gruppo di giovani incappucciati e mascherati, e le prime barricate costituite da contenitori di rifiuti che bruciavano erano stato alzate. Da allora e per un paio d’ore, il traffico in via Stournani è stato tagliato e decine di attivisti incappucciati, compresi diversi immigrati, stavano lanciando pietre, bottiglie e vari oggetti contro gli squadroni della polizia anti-sommossa (MAT) che sono apparsi nelle strade laterali per rispondere sparando dei lacrimogeni

Verso le 01:30, circa un centinaio di persone si sono spostate da via Stournani verso il parco autogestito situato sulle vie Navarinou e Zoodohou Pigis, passando attraverso le arterie principali del quartiere. Arrivando a via Charilou Tripouki, nuove barricate sono state alzate con bidoni della spazzatura e sono stati lanciati attacchi contro i MAT fuori della facoltà universitaria. La polizia anti-sommossa è riuscita a farci ritirare, correndo lungo la via Zoodohou Pigis, in direzione della collina di Strefi. Nonostante questo, nuove barricate sono state alzate in un angolo di via Valtetsiou e via Charilou Tripouki, tagliando il traffico anche a questo punto. Dopo essere rimasti in via Zoodohou Pigis per qualche tempo, e considerando che le cose erano state abbastanza calmate, ci siamo trasferiti di nuovo in via Stournani, per vedere che c’era un sacco di azione lì e che la battaglia di strada era ancora in corso, con continui attacchi e contrattacchi tra i maiali ed i resistenti. Un paio di ragazzi che hanno cercato di fare delle foto sono stati rimproverati dai giovani incappucciati e le foto che avevano scattato sono state cancellate.

Alcuni slogan che sono stati cantati durante gli scontri sono elencati di seguito:

Rabbia e coscienza, negazione e violenza, pianteremo il caos e poi l’anarchia!

Libertà alle Cellule di Fuoco (CCF)!

Libertà a tutti coloro che sono nelle celle delle prigioni!

Anarchia, destabilizzazione, azione diretta, insurrezione!

Solo raffiche di Kalashnikov farebbero giustizia e vi farrano [poliziotti] rinsavire!

La solidarietà è l’arma dei popoli, guerra contro la guerra dei padroni!

Gli insorti hanno ragione, e non le spie e coloro che stano in ginocchio!

Tra l’altro, intorno alle 03:00 l’intensità degli scontri era scesa in modo significativo, ed abbiamo detto addio alla scena della battaglia spostandosi ai nostri posti di letto per un meritato sonno.

Atene, Radio Libera 98FM: Striscione in solidarietà con Indymedia Atene

Lo Stato ha scatenato un attacco frontale alla società con tutte le armi a sua disposizione, imponendosi alla società col crescente impoverimento e col tentativo sistematico di incorporare i nuovi argomenti ideologici fabbricati dal Dominio.

Allo stesso tempo, c’è una battaglia in corso per reprimere e mettere a tacere le voci di tutti coloro che resistono e si oppongono a questa realtà. L’orientamento metodico e diretto contro Indymedia Atene, orchestrato dagli ambienti fascisti, è ancora un’altra parte di questa operazione repressiva.

Siamo solidali con Indymedia Atene dal momento che crediamo e sosteniamo attivamente la necessità d’una comunicazione libera e non mediata.

QUELLI CHE ODIANO LA LIBERTÀ REPRIMONO LA SUA ESPRESSIONE
LA CONTRO-INFORMAZIONE NON PUO ESSERE TACITA
GIÙ LE MANI DA INDYMEDIA

Radio zone d’espressione sovversiva
98FM – 93.8fm
radio98fm.org

Atene: Breve riassunto della manifestazione antifascista il 1° Settembre

Circa 2.500 persone hanno partecipato alla manifestazione antifascista ad Atene Sabato scorso, 1° Settembre. Il punto d’incontro per la dimostrazione era alla Piazza Monastiraki alle 5 del pomeriggio, da dove i manifestanti hanno marciato sulla Via Athinas poco prima delle 18:00 sul loro percorso programmato attraverso le arterie principali della città, per arrivare fino a Piazza Syntagma. L’idea della manifestazione è stata quella di arrivare alla Piazza Syntagma per confrontarsi con un gruppo di fascisti “autonomi”, una fazione dei circoli nazionalisti locali, che pratica la strategia politica dell’entrismo per condurre gruppi di dissidenti verso i colpi dei neo-nazisti.

Questi gruppi plagiano la propaganda virtuale e la terminologia del movimento anarchico/anti-autoritario in modo da attirare dei giovani e convertirli alla loro causa. Si presentano come il “polo antagonista” al partito neonazista dell’Alba Dorata (Chrissi Avgi in greco), al fine di differenziarsi dagli stereotipi parastatali dell’estrema destra che apertamente collaborano con i servizi dello Stato e le forze di sicurezza. Anche se l’aumento dell’Alba Dorata ha limitato dinamica di questi gruppi e la loro influenza nei circoli fascisti, il loro pericolo non deve essere trascurato, in quanto sono già riusciti ad infiltrarsi nelle grandi manifestazioni durante gli scioperi.

Tuttavia, Sabato scorso solo poche decine di nazionalisti “autonomi” sono riusciti a scendere per l’occasione in Piazza Syntagma, ed erano ben protetti da una presenza enorme della polizia. I poliziotti avevano bloccato tutte le strade che portano alla zona intorno a Syntagma con autobus della polizia ed una serie di squadroni di polizia antisommossa (MAT)- con l’appoggio d’un elicottero che volava a bassa quota al centro della città – costringendo gli antifascisti a fermare la manifestazione a Piazza Omonia prima di tornare in Piazza Monastiraki, dove più di un migliaio di persone sono rimaste alcune ore di più per assicurare che i gruppi fascisti non avrebbero effettuato delle azioni pericolose durante il loro raduno.

Nonostante il fatto che la manifestazione non abbia raggiunto Piazza Syntagma, non c’è stata comunque la mancanza d’azione diretta. Come è stato riportato in Indymedia Atene, dopo la manifestazioni, in varie occasioni, gruppi Antifa hanno trovato delle bande fasciste e li hanno pestati come si deve.

Exarchia, Atene: Testo dell’anarchico Yannis Dimitrakis (3/8)

Il 2 Agosto, circa 45 poliziotti di diverse unità della polizia hanno preso d’assalto la piazza Exarchia, ed hanno detenuto l’anarchico Yannis Dimitrakis da un caffetteria di via Tsamadou, dove stava prendendo il caffè, per trasferirlo poi al quartier generale della polizia d’Atene. Dopo diverse ore, il compagno è stato rilasciato. Questo è il testo che ha scritto il giorno dopo in riguardo alla sua detenzione: 

L’incidente che viene descritto di seguito sicuramente non coglierà di sorpresa molte persone – dal momento che questo tipo d’incidenti sono diventati parte della vita di tutti i giorni che è piena di eventi simili.

Naturalmente mi riferisco solo ad un altro episodio di violenza e repressione, piuttosto aggressivo verso di me, un risultato dell’accelerate attività delle bande fasciste / DELTA e DIAS (unità di moto della polizia) nel centro di Atene, ma anche la dove il lungo braccio della legge possa arrivare.

La storia ha intense caratteristiche vendicative visto che il mio sequestro, da una caffetteria in piazza Exarchia il 2 Agosto 2012, è stato presumibilmente una semplice detenzione “tipica” preventiva ed una verifica d’identità – come essi stessi hanno affermano – ma alla fine quando ci siamo trasferiti lontano dai sguardi familiari e scesi sotto alcuni vicoli poco frequentati della zona, la questione dei debiti è stata sollevata. Non una data quantità di denaro a loro dovuta, ma a quanto pare una sorta di prezzo peculiare che ho dovuto pagare per il fatto che io sono un anarchico e per di più – secondo loro – uno che spara contro agenti della polizia.

In questo modo, esercitando i loro insulti e minacce più volgari, il branco dei Tagmatasfalites contemporanei [il nominativo delle persone che erano stati reclutati ai battaglioni della sicurezza dei collaborazionisti durante la seconda guerra mondiale], sempre sostenuti da parte dello Stato, sono stati risolti in un angolo di via Vassileos Irakleiou e via Bouboulinas in attesa di un veicolo di trasferimento per portarmi al quartier generale della polizia (GADA), sotto la protezione della polizia anti-sommossa (MAT), squadra che di regola campi in questo punto tutti i giorni.

Anche se fino a questo punto la procedura si svolgeva in un contesto più o meno noto, l’uso della violenza fisica estesa in dosi massicce durante le mie tre ore di detenzione nei corridoi della sede della polizia, mentre le mie mani erano legate dietro la schiena, ha fatto catapultare questa sceneggiata in uno stato di cannibalismo violento degno della fama che accompagna i battaglioni della sicurezza (Tagmata Asfalias).

Eppure se si usa spesso il riferimento a queste specifiche -e non solo- forze repressive col termine “battaglioni di sicurezza”, questo non lo faccio perché ho l’intenzione di eccitare gl’impulsi emotivi di alcune persone, recuperando immagini dalle atrocità del passato, ma perché in realtà agiscono in modo analogo di quei soggetti aberranti e, in parte, perché sono stati loro stessi a reintrodurre il tema della guerra civile nel 1946-49 con le loro battute.

Ha sfilato davanti a noi il 9° battaglione (LOK) dell’Esercito Nazionale, una divisione responsabile per vari massacri contro i partigiani ed altri durante il periodo 1946-1949. Grammos e Vitsi sono stati denominati come luoghi di sconfitta schiacciante dell’Esercito Democratico [due montagne nel nord della Grecia, dove l’Esercito Democratico della Grecia (DSE) ha subito pesanti perdite nel 1949 durante le battaglie e il resto delle forze del DSE dovette fuggire in Albania, mentre la Guerra Civile Greca era finita in termini militari]. Riferimento è stato anche fatto con grande orgoglio per il loro ruolo parastatale e la loro azione sponsorizzata-e quindi non veramente incontrollabile-, ecc.

Dettagli stupidi, che tuttavia riflettono la situazione di crescente polarizzazione che esiste oggi nella società, ma anche come questa polarizzazione -naturalmente, senza escludere il fattore soggettivo- conduce saldamente alla formulazione di chiare linee di demarcazione e di campi, dove ognuno deve scegliere un lato.

In conclusione, vorrei sottolineare che nessuno avrebbe bisogno di fare riferimento a un tale evento, che si è verificato per l’ennesima volta, per dimostrare il ruolo della polizia e delle sue risorse umane usa e getta, e in nessun modo personalmente penso che sia stato un incidente oltre la logica, per non parlare della legalità.

Questo elenco di circostanze ha lo scopo di informare e non di protestare o denunciare la forma di conflitto che si terra in un futuro a breve termine tra coloro che combattono per il rovesciamento e la rivoluzione e quelli che usano i loro artigli e denti per difendere i propri interessi e privilegi nel regime esistente.

Personalmente, non ho nessun’altra risposta da dare al bullismo e alle minacce dei battaglioni di sicurezza in uniforme ed i loro superiori, diversa da quella di continuare a lottare imperterrito e più dinamico per la sconfitta totale e travolgente dei dominatori di questo mondo.

NEMMENO UN PASSO INDIETRO

Yannis Dimitrakis
3 Agosto 2012

fonte

Atene: Tentato omicidio nei confronti di un immigrato dal Bangladesh dai teppisti nazionalisti di Chrissi Avgi / Alba Dorata

Come riportato su Indymedia Atene, nelle prime ore di Martedì 28 Agosto, verso le 02.00, un gruppo di 14 teppisti dell’Alba Dorata (con caratteristiche peculiari), a cavallo su 7 moto, hanno attaccato con botte e calci ed hanno accoltellato un giovane migrante del Bangladesh di nome Asim, alla fermata del tram del Parco Floisvos , nel quartiere del Paleo Faliro.

I teppisti neo-nazisti l’hanno prima picchiato con calci e pugni con gli stivali e bastoni prima di pugnalarlo per 4 volte! Il giovane migrante – noto in piazza Exarchia come un venditore di strada – è stato trasferito in un ospedale centrale d’Atene.

In complicità con i neonazisti, la polizia ha rifiutato di collegare l’incidente con l’Alba Dorata, ed non abbia avviato la procedura per i reati in flagrante (in cui i presunti responsabili vengono arrestati sulla scena o entro un termine di 24 ore), ma hanno suggerito alle persone che sostengono il caso di Asim di limitarsi nella presentazione di un reclamo ufficiale.

Non appena abbiamo informazioni sullo stato medico di Asim provvederemo ad aggiornare questo post.

Atene: Le forze della polizia hanno bloccato il mercato comunale di Kypseli – Invito per raduno di protesta il 27/8

Sabato, all’alba del 18 Agosto, squadre anti-sommossa della polizia hanno invaso lo spazio occupato del mercato comunale di Kypseli, ad Atene. Il sindaco di Atene (Kaminis) ha ordinato alla polizia antisommossa di sgomberare e chiudere l’edificio.

La “Dimotiki Agora” di Kypseli, in via Fokionos Negri 42, è stata costruita nel 1935 ed è stata considerata come un monumento storico nel 2005. Dopo un lungo abbandono dalle autorità comunali locali, l’edificio era stato utilizzato come uno spazio libero ed auto-organizzato da parte di individui e gruppi del movimento antagonista per gli ultimi sei anni, che ospita una scuola aperta in cui si danno ogni giorno lezioni di greco agli immigrati / rifugiati, una biblioteca, eventi, proiezioni, discussioni, ma funziona anche come un mercato alternativo (produttori di verdure biologiche vendono i loro prodotti una volta alla settimana).

Gente della sinistra affiliati alla “Anichti Poli / Città Aperta” (che sta per la fazione comunale del partito parlamentare della sinistra socialdemocratica SYRIZA) era presente nel mercato comunale occupato per anni pure. Ultimamente, “Anichti Poli” ha cercato di promuovere la “soluzione d’un accordo di cogestione” tra il comune d’Atene ed i loro soci, in alternativa all’auto-gestione del Agora da parte dei residenti e gli altri sostenitori. L’ultima operazione repressiva dimostra che il loro sforzo è caduto nel vuoto, tuttavia, il modo in cui hanno agito queste persone della sinistra in questo caso è indicativo del modo in cui cercano di prendere il potere con mezzi istituzionalizzati rispetto ad altri progetti d’occupazione.

Oggi, l’impresa dell’Agora auto-organizzata è minacciata dalla gentrificazione. L’assemblea aperta del mercato comunale occupato ha denunziato sia l’intervento della polizia anti-sommossa e le lunghe pratiche di persecuzione dello stato contro uno dei pochi spazi liberati e tanto necessari per il quartiere sovrappopolato di Kypseli. Così, varie persone che partecipano attivamente al progetto chiamano ad un raduno di protesta, Lunedì 27 Agosto, alle ore 18.00 (GMT +2), in via Fokionos Negri 42, dove si trova l’Agora.

Inoltre, l’Assemblea della Resistenza e della Solidarietà di Kypseli / Patission, che aveva ospitato parte delle sue attività nel mercato comunale occupato negli ultimi due anni, si unirà alla manifestazione di protesta Lunedì fuori l’Agora, che è ancora circondata dalle squadre della polizia anti-sommossa.

fonti: i, ii, iii, iv

Atene: Assunzione di responsabilità per attacchi incendiari contro l’Alba Dorata (Chrissi Avgi)

(Da l’attacco incendiario agli uffici locali del partito neonazista in Pangrati)
(da l’attacco incendiario nell’azienda del proprietario neo-nazista in Peristeri)

 

(da l’attacco incendiario nell’azienda del proprietario neo-nazista in Peristeri)

Coloro che seminano il terrore, riceverano il nostro odio.

L’alibi non passano più…

Non esistono elettori illusi dell’Alba Dorata. Coloro che l’hanno sostenuta, l’hanno fatto consapevolmente. Si tratta niente di meno che fascisti.

Coloro che investono nel ruolo della vittima per raccogliere nelle loro misere organizzazioni una decina di poveracci della sinistra in più, seminano solo il disfattismo verso il fascismo.

Finché gli immigrati non costruiscono le loro strutture auto-organizzate d’auto-difesa contro i fascisti e riducono il loro “coraggio” tra miserabili litighi tra di loro e in comportamenti antisociali, stano contribuendo alla diffusione del cannibalismo sociale.

Le uniche persone che ormai non cercano alibi sono i fascisti stessi, apertamente impegnati in un progetto omicida, sotto la copertura degli apparati dello Stato e col sostegno aperto o velato degl’istinti più marci di quella popolazione fascista e medio-borgese.

Per quanto ci riguarda, non abbiamo mai cercato per alibi. La nostra guerra con i bastardi dell’Alba Dorata non è una moda nel contesto della loro (presumibilmente) “inattesa” ascesa. Da anni, li combattiamo nelle strade, nella loro mentalità. Li combattiamo perché sono l’aspetto più terribile, il braccio lungo dei nostri nemici principali: il potere e il capitale. E non li abbiamo mai dato pieta.

– Il 12 Agosto abbiamo incendiato gli uffici dell’Alba Dorata in Via Filolaou nella zona di Pagrati.

– Il 22 Agosto, nella zona di Peristeri, abbiamo ridotto in cenere azienda e veicolo aziendale di proprietà del neo-nazista e teppista Efstathios Boukouras, parlamentare del Korinto con l’Alba Dorata.

Arrivederci…

PS: la nostra solidarietà al compagno Tasos Theofilou.*

fonte

* Anarchico/anti-autoritario che è stato arrestato dalla polizia il 18 Agosto 2012, nella zona di Kerameikos ad Atene, ed è ancora tenuto prigioniero per accuse gravi, tra cui il suo presunto coinvolgimento nel caso di rapina a mano armata con l’omicidio d’un cittadino 53 (che ha provato di fare l’eroe nel tentativo di fermare i ladri sulla loro fuga) a Naoussa sull’isola di Paros, il 10 Agosto. Il nome di Tasos Theofilou è stato anche implicato nel caso di R.O. Cospirazione delle Cellule di Fuoco, in particolare, egli è ora nel mirino per gli incidenti che hanno avuto luogo ad Agrinio e nel centro della città di Atene nel 2010.

Halkidiki, Grecia del Nord: Le nostre lotte non hanno patria

LE NOSTRE LOTTE NON HANNO PATRIA

Dall’inizio e fino all’ultimo che ci saremmo in questa lotta, ci opponiamo non solo alla distruzione dell’ambiente, ma anche allo Stato ed ai padroni, stranieri e locali. Nessuna importanza abbia comunque la loro provenienza, dal momento che il loro scopo è il profitto e non qualsiasi “piano di sviluppo” o qualsiasi “interesse nazionale”.

In un periodo in cui bisogna combattere per la sopravvivenza quotidiana, e parti sempre più ampi della società vengono impoveriti, gl’interessi dei potenti vengono battezzati nazionali, la distruzione si battezza sviluppo e la minaccia del fascismo della società diventa realtà.

Quindi per noi la posta in gioco della lotta contro le miniere d’oro, non è se la compagnia mineraria apparterrà ad un’azienda greca, canadese, o allo stato, ma che non dovrebbero essere realizzate. Quindi, difendere “la foresta, l’acqua e le nostre vite” non coincide con qualsiasi dovere patriottico. Perché, come accade con gli interessi e le tattiche dei padroni, anche la dignità di coloro che resistono, non conosce confini.

Inoltre, non abbiamo mai pensato di mettere le nostre speranze nel Consiglio dello Stato, siccome essendo un organo dello Stato, il suo ruolo non è quello di bloccare, ma di agevolare il funzionamento del sistema capitalistico. Inoltre, anche la loro Costituzione è chiara. Quando si tratta per l’economia nazionale e di conseguenza per la redditività, l’ambiente e le nostre vite passano in secondo piano.

Questa lotta, come ogni lotta dovrà essere basata sulle nostre forze, senza aspettarsi alcun deus ex machina per salvarci. Comprendiamo se stessi come una parte delle lotte in tutto il pianeta contro l’oppressione delle nostre vite e dell’ambiente.
 
DAL PERÙ FINO L’INDONESIA E DAL CANADA FINO AL CILE LA LOTTA È UNICA
 
Il coordinamento aperto di Salonicco contro le miniere d’oro

maggiori informazioni ed immagini

Grecia: Intervento / manifestazione antifascista nel centro di Atene

CONTRO I POGROM OMICIDI E RAZZISTI – ABBATTERE IL FASCISMO

Azioni antifasciste si sono svolte in numerose città greche da quando la massiccia repressione della polizia contro gli immigrati / rifugiati sia iniziata, nei primi d’Agosto, e in particolare dopo che un uomo sia stato pugnalato a morte apparentemente dai nazionalisti nel centro di Atene (12/8).

Martedì, 21 Agosto, a mezzogiorno, circa 150 compagni sono scesi nelle vie centrali d’Atene, nelle aree di Omonia, Monastiraki e Thissio, per manifestare contro il terrorismo dello stato / fascista.

Questo intervento di strada era una prima risposta minima agli attacchi omicidi ed ai pogrom contro gli immigrati. A partire da Monastiraki, antifascisti hanno effettuato affissioni, distribuito dei testi multilingue ai passanti ed hanno marciato per le vie Athinas, Sophocleous, Sapphous, Sarri, Asomaton ed Adrianou.

I compagni hanno protestato esattamente dove, all’alba del 12 Agosto, i picchiatori fascisti hanno ucciso un immigrato dopo aver tentato di attaccare altri due. Sono intervenuti con il discorso anarchico nei quartieri del centro, dove vivono molti immigrati e rifugiati, lavorano ed escono nonostante il fatto che i controlli d’identità e gli arresti sono ancora frequenti nel corso della giornata.

Nel poster multilingue (incollato ampiamente dai compagni) si legge:

Domenica scorsa il 12 Agosto, 5 fascisti, a cavallo di moto, hanno accoltellato a morte un giovane immigrato in via Anaxagora, nel centro (occupato dalla polizia) di Atene. Poco prima, avevano cercato di accoltellare altri due immigrati. La polizia e il ministro sapevano fin dal primo momento che si trattava di un omicidio razzista, tuttavia, né il nome della vittima è stato mai annunciato, né gli assassini sono stati trovati. E come farlo, quando la maggior parte poliziotti hanno la stessa mentalità con gli assassini fascisti della “alba dorata”? La metà di loro hanno comunque votato per questo partito alle ultime elezioni nazionali.

Viviamo nei giorni e nelle notti dei coltelli. Solo negli ultimi sei mesi, 500 attacchi da parte di fascisti si sono svolti contro gli immigrati, per lo più lavoratori. Viviamo in tempi che ricordano i pogrom nazisti. Dal momento che il 2 Agosto più di 8000 trasferimenti di stranieri dalla polizia verso il centro di detenzione in via Petrou Ralli e 1600 arresti d’immigrati sono stati effettuati in seguito all’enorme operazione della polizia “Xenios Zeus”.

Noi crediamo che tutte le persone dovrebbero vivere in dignità, in solidarietà e in uguaglianza, indipendentemente dal loro paese d’origine, il colore della pelle, la religione e il sesso, a prescindere dal fatto che abbiano o meno i documenti. Noi crediamo che gli attacchi fascisti / razzisti e assassini non devono essere lasciati senza risposta.

Dobbiamo combattere insieme come “indigeni” e immigrati contro il razzismo, il nazionalismo, il fascismo e il totalitarismo di qualsiasi tipo, come parte della lotta contro lo Stato e il Capitale. Dobbiamo lottare per un mondo senza oppressione e sfruttamento, senza confini e capi.

Il silenzio è complicità
Contro pogrom sanguinosi e razzisti
Abbattere i fascisti in ogni quartiere

persone in lotta contro lo stato e il terrorismo fascista

Atene: Stencil e slogan dipinti in solidarietà con Marco Camenisch (Svizzera) e con i resistenti alla Grand Jury (USA)


Martedì, 7 Agosto, abbiamo dipinto slogan e stencil come parte dei dieci giorni d’azioni contro la repressione. Abbiamo scelto di mettere in evidenza, per quanto possibile, due casi diversi e mostrare la nostra solidarietà con i mezzi a nostra disposizione.

Abbiamo fatto la prima serie di stencil e slogan in solidarietà con l’anarchico Marco Camenisch, che sta in carcere per 20 anni a causa delle sue azioni eco-anarchiche e posizioni sovversive. È ovvio che le autorità di perseguimento penale, in tutta Europa, considerano Marco Camenisch come una minaccia permanente per il sistema del dominio, in modo da cercare di tenerlo in prigione in qualsiasi modo, nonostante il fatto che egli abbia servito i 2/3 della sua pena detentiva e, pertanto, ha il diritto di essere rilasciato. Il coinvolgimento del suo nome nella repressiva “operazione ardire” che sia stata recentemente lanciata dagli Inquisitori italiani è l’ennesimo tentativo di tenerlo prigioniero per tutta la vita. Come Marco ha annunciato attraverso una recente lettera dalla prigione svizzera, ha programmato di iniziare uno sciopero della fame alla fine del Agosto, per denunciare il regime speciale nelle carceri e il fiasco delle ultime accuse informali contro di lui. Gli inviamo tutte le nostre forze e gridiamo LIBERTÀ PER MARCO CAMENISCH!




La seconda tematica riguarda il richiamo d’azioni di solidarietà con coloro che resistono alla causa del Grand Jury negli Stati Uniti. Il Grand Jury è un istituto del sistema giuridico federale degli Stati Uniti, che ha giurisdizione per accusare individui sospettati di coinvolgimento nella “criminalità organizzata”. In sostanza, si tratta di un corpo speciale inquisitorio di cittadini/giurati (che non sono nemmeno sottoposti al procedimento d’esclusione da parte degli avvocati) che esamina le attività degli avversari politici della democrazia degli Stati Uniti, lavorando in completa privacy/segretezza (obbedendo alla volontà del procuratore federale). In questo modo, il Grand Jury comprende, inoltre, un primo passo verso fa formazione d’accuse in concordanza con la legislazione antiterrorismo.

Dall’inizio del mese di Agosto, compagni anarchici e attivisti sono stati citati in giudizio per testimoniare davanti al Gran Jury in un’operazione repressiva contro gli spazi radicali nel nord-ovest del Pacifico. Coloro che si oppongono al Grand Jury, rifiutandosi di cooperare con le autorità e di fornire elementi di prova o testimonianza a questo corpo giuridico, sono minacciati di detenzione preventiva fino a 18 mesi o finche la Giuria decida se saranno processati o meno.

Azioni dirette di solidarietà con i resistenti al Grand Jury hanno già avuto luogo a St. Louis, Atlanta, New York, Oakland, San Francisco, Seattle e altrove, mentre eventi per gli aiuti finanziari sono in arrivo. Crediamo che il movimento anarchico internazionale abbia la responsabilità di sostenere i compagni che non collaborano con le autorità giudiziarie degli Stati Uniti, l’FBI e le congiunte task force anti-terrorismo, quindi abbiamo cercato di rendere il problema noto, anche qui, con questa piccola azione simbolica. Dal 24 al 30 Agosto, gruppi di solidarietà richiamano ad una settimana di azioni comuni in più posti possibili, dato che la prossima riunione della Giuria è prevista per il 30 Agosto a Seattle.



Impostare e mantenere le infrastrutture della controinformazione!
Abbattiamo i media del regime e la dominazione in tutto il mondo!

Cellula anarchica di propaganda per l’incendiaria solidarietà internazionale

Egaleo, Atene: Azione in solidarietà con Thomas Meyer-Falk

Nella notte del 7 Agosto, abbiamo appeso uno striscione di solidarietà per il prigioniero impenitente red-skin/rash Thomas Meyer-Falk allo svincolo della via Iera Odos con il viale di Thivon ad Egaleo, dove c’è molto traffico. Sullo striscione si legge “Libertà per Thomas Meyer-Falk … e tutti i fuorilegge politici.” Purtroppo è rimasto appeso solo per 1 giorno e mezzo nel luogo, alcuni stronzi l’hanno tirato giù.

La nostra solidarietà non si fermerà fino a quando Thomas sarà finalmente uscito dalle galere della democrazia tedesca!

Potete scrivergli a questo indirizzo (per ora):
Thomas Meyer-Falk
C/O JVA-Zelle 3113, Schonbornstrasse 32, D 76646 Bruchsal
Deutschland / Germania

Si può anche visitare due siti di solidarietà: i, ii

Atene: Striscione contro i pogrom razzisti

Rispondendo all’appello del network di traduzioni conto-informative Contra Info per 10 giorni d’azioni dirette contro la depressione, alcuni compagni hanno preso l’iniziativa individuale d’appendere uno striscione contro gli arresti e le deportazioni di massa degl’immigrati che stanno avendo luogo in tutta la Grecia, e soprattutto ad Atene.

Negli ultimi giorni avviene uno dei più grandi pogrom di massa nella storia della Grecia contemporanea. Storicamente, lo Stato e il capitale, quando hanno bisogno di difendere i loro interessi ed aumentare il loro potere ed influenza, si rivolgono contro costruiti nemici interni, creando capri espiatori in modo da rafforzare lo stato di polizia e la repressione. Dai regimi fascisti e gli esiliati, fino alla moderna democrazia borghese ed i centri di detenzione degl’immigrati, le tattiche rimangono le stesse.

Di conseguenza, contro gli ultimi pogrom della polizia, Martedì 7 Agosto, abbiamo appeso inizialmente uno striscione all’ingresso della Scuola di Difesa Nazionale, nel parco del Pedion di Areos, in una zona nel centro di Atene frequentata da immigrati con le loro famiglie, e dove la polizia abbia di recente effettuato diversi arresti. Come previsto, dopo un po, e siccome il palazzo appartiene all’esercito greco l’ufficiale della guardia dell’edificio ha insistito di abbassare lo striscione siccome questo è un’atto illegale e punibile dalla legge(sic).

In seguito, abbiamo appeso lo striscione in una scuola centrale nel quartiere di Gizi al centro di Atene, in una zona dove greci ed immigrati convivono in armonia.

Avendo come scopo di risvegliare la società sui pericoli del fascismo, abbiamo scritto il seguente:
“All’inizio vennero per i comunisti. Non ho parlato perché non ero uno di loro. Poi vennero per gli ebrei. Ora per gl’immigrati. Fra poco verranno per me e non sarà rimasto nessuno per protestare.”

Nessuna vita è illegale!
Né col fascismo né con la democrazia
Abbasso il statalismo
Viva l’anarchia!

Grecia: 6.400 immigranti detenuti dalla polizia nella più grande operazione di pogrom nel centro di Atene finora

Nei giorni scorsi, la polizia ha condotto la più grande operazione di pogrom nel centro di Atene finora. Secondo le informazioni rilasciate, 1.500 persone sono state arrestate dalla polizia nei primi due giorni dell’operazione (2-3 Agosto) ed altre 4.900 solo nel terzo giorno (4 agosto). L’operazione ha avuto luogo ad Atene e ad Evros, al confine con la Turchia al Nord Est. Almeno 1.630 persone sono state arrestate e sono pronte ad affrontare la deportazione.

Con un tocco Orwelliano, l’operazione di pogrom razzista è stata chiamata “Xenios Zeus” – l’antico dio simbolo dell’ospitalità e protettore dei viaggiatori stranieri. La repressione ha continuato Domenica, 5 Agosto. Sembra che l’ultima operazione è centrata attorno la Piazza Omonia, nella zona di Monastiraki, Pedion di Areos e Piazza Vathis, tutte zone del centro di Atene. Come riporta Occupied London, la polizia ha fermato, ha perquisito ed ha trattenuto tutti gl’immigranti nel loro percorso, indipendentemente dal fatto se erano o meno in possesso d’un documento valido.

Atene / Pireo: striscione contro tutte le carceri da parte del Gruppo di Pensiero Libertario

Nel contesto del richiamo di Contra Info per gli interventi contro la repressione nelle zone in cui si trovano gruppi anarchici attivi, abbiamo appeso uno striscione nel centro di Korydallos, di fronte al Cinema Paradiso.

“Le idee non s’incarcerano – Abolizione delle carceri” sono gli slogan che abbiamo scritto.

In una regione che dispone di carceri e vive con l’immagine dell’inferno e del recinto, abbiamo dovuto ricordare di nuovo ai residenti deve essere che la prigione è autorità, la prigione è tortura ed è uno strumento nelle mani dello Stato per intimidire e terrorizzare.

Non rimarremo in silenzio vedendo le alte pareti dell’isolamento.
Non fermeremo la nostra lotta contro lo Stato e la repressione.

La nostra voce passerà attraverso le sbarre…
Le voci dei detenuti militanti risuonano nelle strade della lotta.

Avanti, compagni! Lotta per l’Anarchia!

Gruppo di Pensiero Libertario
Korydallos (Agosto 2012)

Grecia: azioni di contro-informazione ad Atene

Nel contesto della chiamata di Contra Info per dieci giorni d’azioni contro la repressione, abbiamo effettuato le seguenti azioni (per ora):

Solidarietà ai nostri compagni – Merda all’Operazione Ardire

Abbiamo messo uno striscione in Piazza Exarchia in solidarietà con i compagni anarchici processati con l’Operazione Ardire, che è stata lanciata dalle autorità italiane il 13 giugno 2012. Se i carabinieri ed i procuratori pensano di poter fare ciò che vogliono con le vite dei nostri compagni, si sbagliano di grosso. Essi ci troveranno di fronte: in Italia, Svizzera, Germania, Grecia e ovunque abbiano il coraggio di allungare i loro tentacoli.

Al cancello principale dell’Università Politecnico, sulla via Patission, abbiamo lasciato uno striscione contro le Olimpiadi di Londra, ora in corso. Sullo striscione si legge: “Spaccate le OlymPIGS ed i capitalisti coglioni – Fuoco agli ideali olimpici – Brucia, Londra, Brucia” … Gli ideali olimpici puzzano di denaro, militarizzazione e repressione. Non dimentichiamo i compagni che, nonostante il super-spettacolo messo in atto dai poliziotti, militari e mezzi di comunicazione di massa, si fanno avanti e sputano la società di presentazione sulla sua faccia. Ricordiamo inoltre la Coppa del Mondo del 2014 e le Olimpiadi del 2016 a Rio de Janeiro, così come la necessità di organizzare una campagna internazionale contro gli spostamenti delle popolazioni oppresse che vivono nelle favelas brasiliane.

Sul ponte pedonale d’una strada centrale nel centro di Atene abbiamo appeso uno striscione in solidarietà con i membri incarcerati della Cospirazione delle Cellule di Fuoco – Federazione Anarchica Informale / Fronte Internazionale Rivoluzionario. Il loro coraggio e la loro determinazione ci rende più forti. Con questo piccolo gesto, li mandiamo i nostri più calorosi saluti rivoluzionari.

Abbiamo anche scritto dei slogan in solidarietà con gli anarchici imprigionati e processati in tutto il mondo. Mandiamo tutte le nostre forze a Luciano Pitronello, il cui processo si sta svolgendo in questi giorni a Santiago del Cile, a Mario López, incarcerato nelle celle della democrazia messicana, ed a Felicity Ryder, che per ora è perseguita per lo stesso caso insieme al suo fratello Mario che sta in prigione.

In risposta al richiamo per azioni sul caso della morte del rifugiato sudanese Mohamed Nureddin a Calais, in Francia, il 7 Luglio 2012, abbiamo dipinto con dei stencil su vari muri ad Exarchia. Sul viso di Nureddin si rivelano migliaia di immigrati e rifugiati anonimi che hanno perso la vita nel tentativo di entrare nell’impenetrabile Fortezza Europea. Non dimentichiamo, né perdoniamo. Fuoco a tutte le frontiere!

Questi atti simbolici che si sono tenuti nei primi tre giorni di Agosto, ad Atene, sono il minimo dei nostri contributi ad una guerra che imperversa quotidianamente per le strade. I giorni d’azioni contro la repressione continuano…

Avanti, compagni! Indietro, spie!

Atene: Manifesto di solidarietà appeso all’occupazione di Skaramaga

Giù le mani dalle occupazioni! Solidarietà con Draka ed Apertus

A seguito di numerose azioni in tutta la Grecia nei giorni precedenti in solidarietà con le occupazioni Draka nella città di Agrinio e Apertus nella città di Corfù, che siano state colpite da attentati incendiari, persone provenienti dall’occupazione Patission 61 & Skaramaga hanno espresso il loro sostegno di fatto attraverso la diffusione di contro-informazione sulla repressione crescente contro gli spazi liberati.

L’occupazione di Skaramaga è una tra le tante imprese anarchiche aperte che sono state emerse subito dopo la rivolta del Dicembre 2008. I suoi occupanti hanno già affrontato anche loro un raid della polizia ed uno sfratto la scorsa estate, il giorno stesso in cui scriviamo queste righe (29 luglio). Poche ore dopo quella operazione di polizia, l’edificio è stato rioccupato, e continua quindi ad ospitare delle assemblee regolari insieme a molti progetti di lavoro ecc.

Giovedì, 26 Luglio, è stato effettuato un incontro di contro-informazione microfonica dai compagni nel centro di Atene, sulla via Patission, in solidarietà con le occupazioni Apertus e Draka e con tutti gli spazi occupati politici che sono mirati da parte dello Stato / Capitale e minacciati di sfratto.

Durante questo intervento di strada, che durò circa tre ore, testi e volantini sono distribuiti ai passati sensibilizzando l’opinione pubblica contro tutte le macchinazioni dello Stato e degli fascisti / parastatali teppisti, che tentano di intimidire (anche) il movimento delle occupazioni.

I compagni dell’occupazioni di Skaramaga hanno fatto un richiamo per la resistenza contro i piani di saccheggio sociale, e due dei loro slogan sono:

Il fuoco non ci può bruciare… perché il fuoco brucia dentro di noi
Sbirri, procuratori, investitori, fascisti…vi aspettiamo qui.

Grecia: Aggiornamento sul caso di Savvas Xiros

Giovedì, 19 Luglio, la Corte del Pireo ha respinto, in quanto infondata, la mozione del Capo Procuratore del Pireo, che ha cercato di cambiare l’ospedale dove Savvas Xiros sarebbe trattato.

Savvas è già stato trasferito nel ospedale AHEPA di Salonicco, dal Mercoledì 18 Luglio, e rimane sotto la custodia della polizia.

Grecia: Testo di prigionieri a Larissa, in solidarietà con il prigioniero anarchico Babis Tsilianidis, che affronta un nuovo processo

Striscione a Salonicco: SOLIDARIETÀ CON L’ANARCHICO B.TSILIANIDIS – Corte 18/7 alle 9

[Martedì 17 Luglio 2012]

Negli ultimi tre anni, alcuni anarchici sono detenuti nelle prigioni greche e molti di più sono sotto un ostaggio giudiziario, come conseguenza dell’intensificazione della violenza anarchica rivoluzionaria che si è aumentata durante questo periodo.

Di fronte a un numero insolitamente elevato di casi, i quali sono anche lenti in termini di risoluzione legale, il dominio ha cercato dei modi per aggirare le limitazioni procedurali e giuridiche che dopo tutto sono svolte contro di esso.

Dopo il vicolo cieco giuridico in cui lo Stato si è trovato in alcuni casi recenti a causa della scadenza dei diciotto mesi che, in Grecia, è il periodo massimo di detenzione preventiva (con il caso più caratteristico dei tre compagni aderenti alla Lotta Rivoluzionaria) , la magistratura ha cercato e cerca ancora manovre per aggirare simili complicazioni legali.

Naturalmente, tutti i tipi di queste manovre si trovano nella natura della repressione democratica piuttosto che ad una sua deviazione, visto che la lingua morta delle leggi fallisce sempre nel suo tentativo di coprire la disposizione conflittuale e gli atti insurrezionali di coloro che non si arrendono con la rassegnazione.

L’uso del campione di DNA come prova d’incriminante occupa un posto speciale tra i nuovi inganni repressivi che vengono testati da parte dello Stato. La scienza è stata stabilita nella coscienza comune come una nuova religione e il corpo della verità assoluta, e quindi il DNA è uno delle armi più ideali nelle mani dello Stato in quanto conferisce una imparzialità sfuggente ed un’obiettività scientifica superficiale per le azioni penali contro le persone che sono considerate a priori “colpevoli”.

Ci opponiamo al dipolo legale del “innocenza/colpevolezza’ che rafforza il ruolo dell’autorità giudiziarie parlando solamente il linguaggio del potere giudiziario, e riproducendo le false distinzioni della democrazia. Indipendentemente dall’accettazione da parte degl’imputati degli atti ad essi attribuiti, o meno, ogni processo costituisce un caso inventato, una costruzione premeditata con l’obiettivo primario di toglierli il contesto politico, nel tentativo di tagliare fuori dagli atti incentivi le cause politiche che li hanno dato vita, in modo di disarmarli alla fine, per portarli al giudizio del sistema giuridico. Un caso inventato non costituisce una deviazione di un caso particolare, ma l’essenza di ogni procedimento giudiziario, sul quale i politici impongono una tale macchinazione. Distanziandoci da tutti i dettagli legali che riguardano l’esistenza o meno di prove, per noi, ogni compagno che si trova nella posizione dell’accusato è sempre colpevole a causa della sua esistenza politica, della sua azione sovversiva e la natura selvaggia della sua coscienza.

Il 18 Luglio, l’anarchico Babis Tsilianidis viene chiamato alla Corte di Salonicco come accusato di una rapina a mano armata che ha avuto luogo presso il dipartimento di contabilità dell’ospedale AHEPA nel Luglio 2010. Unica prova del suo coinvolgimento nella rapina è un fazzoletto trovato vicino al luogo e sul quale, secondo le accuse della polizia, è stato trovato tra altri materiali genetici anche il materiale genetico di Babis.

I meccanismi repressivi orchestrano ancora una volta un procedimento penale -fuoco d’artificio- che mira ad intrappolare dei combattenti insubordinati come Babis in un labirinto di rinvii a giudizio, di pagine processuali e detenzioni preventive, pur essendo contemporaneamente un pilota di implementazione di nuovi metodi repressivi.

Siamo al suo fianco, in questa nuova macchinazione dello Stato contro di lui e gli mandiamo saluti di solidarietà.

“Ruotando e roteando nella spirale che sempre più si allarga,
Il falco non può udire il falconiere;
Le cose si dissociano; il centro non può reggere;
E la pura anarchia si rovescia sul mondo….”
[William Butler Yeats]

SOLIDARIETÀ CON BABIS TSILIANIDIS

Giorgos Karagiannidis

Spyros Stratoulis

Ergün Mustafa

Andrzej Mazurek

Rami Syrianos

fonte

In seguito di un’ulteriore comunicato il compagno Babis Tsilianidis, imprigionato nel 1º braccio delle prigioni di Koridallos, ha dichiarato che non parteciperà a questa corte, nello stesso modo che egli non ha partecipato ai precedenti procedimenti giudiziari, in modo da “rifiutare di chiedere scusa ai miei giudici, ai procuratori della lotta multiforme per la libertà”, come spiega. Il suo testo si può trovare qui (in greco).

Inoltre, per l’occasione del processo contro Babis, dove l’ultimo si è rifiutato di essere presente, i compagni Babis Tsilianidis, Dimitris Dimtsiadis e Sokratis Tzifkas hanno rilasciato un comunicato congiunto (manifesto in greco) per quanto riguarda il lavoro salariato e la sua negazione, in quanto tematica della complessa lotta anarchica rivoluzionaria.

Il 18 Luglio, a Salonicco, il processo è stato annullato poiché la struttura della Corte non aveva alcuna competenza giuridica per questo caso. Guardie hanno custodito la porta centrale d’ingresso del tribunale e non hanno consentito ai solidali nemmeno l’ingresso nel posto.

Babis Tsilianidis è stato trasferito di nuovo nelle carceri di Koridallos, ad Atene, dopo essere stato tenuto una giornata intera in isolamento nelle carceri di Diavata perché ancora una volta ha rifiutato di sottoporsi al controllo corporale della prigione.

Il processo è stato posticipato per il 15 Ottobre 2012.

Roma: Undici anni dopo il G8 di Genova, i manifestanti sono stati condannati al carcere

Non perdoniamo, Non dimentichiamo

Secondo un report iniziale sul linksunten.indymedia, il 13 Luglio 2012, la Prima Sezione Penale della Corte Suprema di Cassazione (la più alta corte del sistema giudiziario italiano) ha parzialmente confermato la dura sentenza contro i dieci attivisti accusati.

Processati per le battaglie di strada contro il G8 di Genova nel Luglio 2001, due persone sono state condannate fino a 15 anni di carcere. Tre hanno ricevuto riduzione nelle loro pluriennali pene detentive da nove mesi fino ad un anno, mentre cinque possono appellarsi ancora una volta, visto che per quanto riguarda il resto degli interessati, il giudizio non può più essere impugnato in qualsiasi altro tribunale. Quindi, cinque persone saranno chiuse nella carcere e gli altre cinque dovranno affrontare un nuovo processo.

Tutti i manifestanti sono stati processati e condannati per lo stesso reato,”saccheggio e devastazione” (apparentemente più grave del “reato” di turbare l’ordine pubblico), quindi in realtà il potere giudiziario ha applicato il cosiddetto Codice Rocco, un paragrafo che risale all’epoca del fascismo.

Vi saremmo grati se siete in grado di fornire in prima persona contro-informazione.

Striscione di solidarietà dai compagni anarchici, al cancello di fronte al Politecnico nella Strada Patission, Atene

Leggi anche:
Roma, Italia: Sentenze definitive della Corte Suprema di Cassazione per le forze di polizia coinvolte nel massacro della scuola Diaz al G8 2001 di Genova
Atene, Grecia: Testo dal collettivo anarchico ‘cerchio di fuoco’ in solidarietà con i 10 combattenti processati di Genova

Atene: Bazar gratuito del Sabato, organizzato dall’Assemblea dei residenti di Vyronas, Kaisariani, Pangrati

Video dal “bazar gratuito del Sabato”, basato sullo scambio e il riutilizzo, che ha avuto luogo il 9 Giugno al cancello centrale di Alsos Pangratiou ad Atene.http://youtu.be/UQngFNzbS3w

Prossimi bazar all’aperto nei quartieri di Vyronas, Kaisariani e Pangrati:
Sabato, 14 Luglio, nella Piazza Tsirakopoulou a Vyronas alle 19.30 (GMT +2)
Sabato, 8 Settembre alla Piazza di Varnava a Pangrati alle 19.00 (GMT +2)

vkp.squat.gr / contact mail: tapitourgeio[at]gmail[dot]com

Atene: La magistratura greca soccombe alla pressione dell’unità del terrorismo

 
Savvas Xiros non è ancora stato trasferito all’ospedale di Salonicco, e rimane nelle segrete delle carceri di Koridallos. Il pubblico procuratore del Pireo ha reintrodotto la mozione di Savvas per il caso della sospensione dell’esecuzione della sua pena. Il procuratore chiede ora che il prigioniero non debba essere trattato in un ospedale di sua scelta, come previsto dalla legge, ma in un’altro, secondo la scelta dell’unità antiterrorismo della polizia greca.

Nella mattinata del Giovedì, 19 Luglio, il caso sarà nuovamente sentito, dalla Corte del Pireo-dalla stessa corte che aveva accettato la mozione di Savvas ed aveva deciso di sospendere la sua condanna per cinque mesi, in modo di essere trasferito e ricoverato all’ospedale di AHEPA a Salonicco, l’ospedale che si è impegnato a trattare il paziente secondo la sua dichiarazione legittima.