Questo è l’ottavo giorno d’occupazione del palazzo dell’amministrazione della Prefettura di Chania, Creta. Abbiamo appena tradotto il nostro principale comunicato in Inglese e ve lo mandiamo, per informarvi e condividere il messaggio delle occupazioni in tutto il mondo. C’è anche una traduzione in francese disponibile qui. Abbiamo pure un blog e una radio in internet, in diretta dall’occupazione. Oggi alle 18.00 abbiamo organizzato una marcia per le strade nei principali quartieri di Chania. A Creta ci sono edifici occupati anche a Rethimno e Lasithi. Inoltre, gli studenti giorno dopo giorno stanno occupando le scuole. Ci sono almeno 11 scuole occupate a Chania a tutt’oggi.
Il 15 Febbraio, dopo una decisione unanime, l’assemblea pubblica aperta dell’amministrazione della prefettura occupata di Chania , ha occupato il canale TV pubblico “Nea Tileorasi Kritis” (NEA TV). Ecco il relativo video:
Comunicato dell’amministrazione della Prefettura occupata di Chania
Facciamo parte anche noi delle persone che lottano, che si sono precipitate in strada per le dimostrazioni dello sciopero di 48 ore e nelle massicce proteste di Domenica, 12 Febbraio, contro la svalutazione del nostro lavoro e la depauperazione della nostra vita. Venerdi, 10 Febbraio, dopo il corteo per le vie della città, abbiamo occupato l’edificio della Prefettura di Creta a Chania. L’occupazione serve come centro di incontro e coordinamento di uno sforzo collettivo per organizzare la lotta per una vita che sia caratterizzata dalla solidarietà, dalla resistenza e per la dignità. Bloccando l’ordinaria funzione del palazzo centrale dell’amministrazione, poniamo una pressione politica contro l’attuazione delle recenti decisioni degli sfruttatori stranieri e locali. Ci riferiamo al voto fatto da parte del parlamento Greco del secondo Memorandum e alle nuove misure d’austerità basate richieste della Troika (UE/FMI/BCE) e del capitalismo mondiale.
Salutiamo le centinaia di migliaia di manifestanti che nei giorni scorsi, e specialmente Domenica, 12 Febbraio, hanno lottato contro la barbarie e il saccheggio dei beni sociali di base quali la sanità, l’istruzione, l’elettricità e l’acqua.
Siamo una parte delle dozzine di occupazioni di palazzi delle amministrazioni statali, delle strutture scolastiche e delle fabbriche, che si sono diffuse in tutto il paese nei giorni scorsi. Contro uno spirito di lotta in declino e in disfatta, dopo la votazione del parlamento delle nuove leggi, continuiamo a combattere contro i falsi dilemmi che essi ci impongono, come quello del “default o consenso”. Chiediamiamo ai sindacati di base dei lavoratori di Chania di prendere decisioni per uno sciopero generale a lungo termine. Invitiamo i cittadini di Chania e della campagna, gli studenti, i lavoratori e i disoccupati, gli immigrati e i residenti, ad unire le nostre idee, agonie e creatività.
Per difendere la dignità del nostro lavoro e delle nostra vita
No alla persecuzione verso gli arrestati nelle manifestazioni dello sciopero
Solidarietà – Vittoria al lungo sciopero delle “Acciaierie Greche” e a tutte le lotte dei lavoratori
Tutti avanti per uno sciopero selvaggio permanente
Invitiamo tutte le persone a partecipare all’assemble pubblica aperta tutti i giorni alle ore 20.00 nella Prefettura occupata di Chania e nelle azioni che vengono decise. Negli ultimi giorni centinaia di persone hanno partecipato alle decisioni prese in queste assemblee.
Più di 100 persone si sono radunate a piazza de la Comediè, la sera del 16 Febbraio, per dimostrare la loro solidarietà con le lotte sociali in Grecia. Dopo qualche ora, e mentre si cantavano slogan come “Ad Atene, come a Lione, la crisi è il capitale, solidarietà internazionale” (A Athènes comme à Lyon, la crise, c’est le capital, solidarité internationale), i manifestanti hanno iniziato a marciare per le strade di Lione. Durante la rumorosa dimostrazione, sono stati fatti graffiti di solidarietà e anti capitalisti in greco ed in francese, e sono anche state lanciate uova sulle facciate di varie banche.
Nella gelida notte del 6 Febbraio 2012, un gruppo di attivisti bulgari si è radunato davanti all’ambasciata Serba a Sofia ed ha srotolato due striscioni di solidarietà, scandendo slogan contro la repressione politica, cosi come “In Bulgaria,,Serbia, Macedonia..le banche ed i ministri sono i nemici” e “la solidarietà tra le persone è la nostra arma contro il Potere”. (Una variante in greco dice: “Grecia, Turchia, Macedonia…le banche ed i ministri sono il nemico”). Inoltre, è stata letta una dichiarazione con il megafono, che è poi stata lasciata nella cassetta della posta all’ingresso, perchè i dipendenti dell’Ambasciata si sono rifiutati di prenderla.
Ricordiamo che il nuovo processo farsa contro ” I sei di Belgrado” sarebbe dovuto iniziare l’8 Febbraio, e che sono state chieste proteste di solidarietà internazionale davanti le ambasciate Serbe in tutto il mondo.
Una chiamata spontanea per presidi di protesta di fronte alle principali stazioni ferroviarie, a partire dal 13 Febbraio, alle ore 20.00 ora tedesca (liberamente tradotto)
Organizziamo dei presidi dal 13-02-2012, alle 20.00, nei piazzali della stazione ferroviaria centrale e mostriamo la nostra solidarieta’ con la ribellione sociale – oggi, non domani.
I risentimenti nazionalisti e razzisti contro la Grecia sono insopportabili. I politici, i mezzi di comunicazione e grandi parti della popolazione tedesca disinformata mentono deliberatamente nelle loro “analisi” sullo stato attuale del sistema capitalistico. Gli effetti della morsa della Troika vengono banalizzate, svalutando cosi la protesta giustificata.
Ad Atene e in molte altre citta’, la resistenza ha ormai raggiunto un nuovo picco. Non possiamo lasciare le vittime del sistema capitalistico da sole, ne’ permettere che le persone vengano derubate della loro dignita’ umana. Non dobbiamo cadere nella trappola di chi sta’ al potere che vuole metterci l’uno contro l’altro per riuscire a realizzare i loro piani.
Ci resta solo la solidarieta’ ; altrimenti il caso della Grecia diventera’ un paradigma per tutti noi.
L’idea e’ che si parta da oggi con le azioni di protesta, ad esempio dovremmo stare insieme in spazi pubblici. Se siamo abbastanza persone, potrebbero essere organizzate manifestazioni spontanee. Ma anche con poche persone, si puo’ comunque attirare l’attenzione, per esempio se si decide di distribuire volantini relativi o posizionare uno striscione di solidarieta’. Non esiste uno standard su quello che le persone possono fare per una campagna di successo. Non e’ cieco attivismo cio’ che si e’ attivato oggi.
Se siamo onesti, nessuna protesta anti capitalista qui e’ stata fruttuosa finora. Cosi’, ecco una chiamata improvvisa per un concentramento al piazzale della stazione ferroviaria centrale per gridare e rendere visibile la nostra solidarieta’ ; solidarieta’ globale con la ribellione sociale in Grecia. Resistere alle condizioni capitaliste!
Questa chiamata non arriva da nessun gruppo o partito. Alziamo le nostre voci insieme, senza nessun o nessuna portavoce
Dal 13/02/2012, ci riuniamo dalle 20.00 nei piazzali della stazione ferroviaria centrale. Oggi e’ solo l’inizio. Partiamo con una mobilitazione di protesta mondiale.
Vorremmo “ringraziare” quelli che hanno partecipato alla distruzione della facciata del nostro posto, che siano agenti di polizia o “patrioti” parastatali. In questo modo, hanno confermato di nuovo che stiamo recando disturbo all’attuale regime di povertà, impoverimento e accellerazione del fascismo.
Abbiamo visto arrivare un attacco come la rottura delle finestre o anche qualcosa di più serio. La storia recente e la situazione degli spazi antiautoritari dimostra che i manganelli della polizia, i coltelli dei “patrioti” parastatali, le accuse e i proiettili, che hanno ucciso Alexandros Grigoropoulos e Lambros Foundas, hanno fallito nel piegare il desiderio di una società senza sfruttamento dell’uomo sull’uomo, di un mondo di libertà. Piuttosto, essi sono serviti solo per renderci più consapevoli, decisi e maturi in come possiamo pianificare la sovversione sempre più con efficacia.
Nessuno ci farà entrare in uno stato di panico, o di risposte spasmodiche o “emergenziali”. Questi concetti appartengono al regime che sta collassando, mentre negli spazi rivoluzionari la consapevolezza e la stabilità sono capaci di ostacolare il loro cammino.
Il nostro posto continuerà ad essere aperto, i nostri eventi continueranno normalmente, e noi stessi saremo presenti nelle strade e nei processi sociali.
La proprietà dell’immobile è passata dal Ministero della Salute al Metropolita (capo della chiesa).
Il 31 Gennaio è stata pubblicata sul sito web “Diavghia” (trasparenza) la decisione del ministero della salute, la quale annunciava la cessione dello squat Orfanotrofeio al Metropolita di Salonicco, con lo scopo di creare una fondazione per i degenti di lungo termine.
In un periodo di crisi, mentre i padroni attaccano la parte più ampia della società, avendo come obiettivo la massimizzazione dei profitti, in un periodo dove sempre più gente va verso povertà e miseria, dove i senza casa e i disoccupati crescono di numero ogni giorno, lo stato e la chiesa iniziano la loro “carità”. Mentre la chiesa moltiplica costantemente i suoi sacri profitti, attraverso la gestione di un’immensa quantità di beni, e mentre molti edifici della chiesa e dello stato restano vuoti, alcuni giudicano e decidono che l’unico edificio adatto per la carità è quello occupato dalla gente del movimento antiautoritario, per abitare e gestire le proprio necessità. Dopo il primo attacco contro lo “scholeio” squat, che ospita numerose attività giornaliere, e lo sgombero dello “epiviosi” squat, dove alcune persone avevano trovato un posto per far fronte ai bisogni primari, arriva il turno dell’Orfanotrofeio, per completare il lavoro “umanitario” di chiesa e stato.
Noi, gente del Orfanotrofeio squat, non abbiamo intenzione di lasciare l’edificio nelle mani di qualunque autorità, statale o religiosa. Da 6 anni abbiamo imparato ad organizzare le nostre vite collettivamente, difendere i nostri rifiuti, lottare e imparare. E continueremo su questo cammino, del quale l’Orfanotrofeio è la direzione di base. Difenderemo questo spazio come difenderemo e supporteremo ovunque gli spazi dove un mondo senza sfruttamento e dominio viene costruito.
NEANCHE UN SOLO CENTIMETRO AI PROPRIETARI E AI TRUFFATORI DI STATO E CHIESA
CONTINUIAMO L’OCCUPAZIONE DEL MINISTERO DELLA SANITA’ – ABBIAMO BISOGNO DEL SOSTEGNO DI TUTTI
comunicato stampa
I lavoratori e i licenziati del settore della Salute Mentale e del Supporto Speciale hanno partecipato allo Sciopero Generale di 48 ore ed hanno deciso di continuare l’occupazione del Ministero della Sanità fino al pomeriggio di Domenica 12/02, quando terremo un’altra assemblea per decidere sulla continuazione delle nostre mobilitazioni.
Chiediamo:
– L’immediato finanziamento delle strutture per la copertura degli attuali fabbisogni (stipendi, fondi assicurativi, costi di gestione, ecc)
– L’annullamento della decisione di ridurre il budget del 55% (40 invece di 85 milioni) per il 2012, che significa praticamente il collasso dei servizi e della Ristrutturazione Psichiatrica
– Eliminare gli ostacoli, il regolare finanziamento della Salute Psichiatrica e del Supporto Speciale dal bilancio dello stato
– No a licenziamenti, fusioni, flessibilità/intensificazione del lavoro e la riduzione dei salari che per impostazione predefinita portano ad una contrazione dei servizi e alla svalutazione della loro qualità
– Un disegno Olistico per una Salute Mentale che sia pubblica e gratuita, per coprire le crescenti esigenze della società per il supporto e l’aiuto. Solo con la partecipazione dei lavoratori e dei destinatari, attraverso le nostre vittoriose strutture emergeranno proposte per una vera soluzione dei problemi in sospeso
– Definire un comune quadro giuridico per il Supporto Speciale
– No all’alterazione delle pensioni e delle prestazioni ai pazienti per la copertura dei costi di gestione permanente delle strutture
– Reintegro di tutti coloro che sono stati licenziati, perchè nessuno di noi è materiale di consumo
Chiamiamo tutti i sindacati ed i lavoratori attaccati dal Memorandum politico di impoverimento e cestinamento della rete sociale, a supportare fattivamente la nostra occupazione ed a prendere iniziative simili sul proprio posto di lavoro.
Questa è la più grande mobilitazione di sempre nel nostro settore di lavoro e un’opportunità senza precedenti per coordinare le nostre azioni, che questa occupazione sia un’inizio e un punto di riferimento!
Tutti insieme possiamo farcela, l’occupazione ha bisogno del sostegno di tutti!
Ci incontreremo Domenica 12/02 a mezzogiorno all’Assemblea per decidere la prosecuzione delle nostre mobilitazioni e alle 18.00 a Syntagma
Lasciateci chiarire qualcosa: non stiamo cercando il nostro nemico nella faccia di Papademos, nella Germania, nell’FMI, negli imperialisti o nei banchieri. Nessun governo ci potrà mai rappresentare, mentre cerchiamo il crollo totale di tutte le autorità. Per noi, l’autorità non è solo lo Stato e il Capitale, ma anche il modo in cui le strutture di dominio (scuola, famiglia, patria, religione, sesso), sono prodotte nella vita quotidiana e nelle relazioni interpersonali, sociali, forzate o volontarie, istituzionali o non statutarie.
Tutti i tipi di autoritari dovrebbero sapere che i nostri desideri non saranno confinati entro i limiti stabiliti dall’ideologia dominante del disfattismo e del compromesso. Lo stallo delle lotte di chi reclama, di coloro che cercano di migliorare le condizioni di vita all’interno delle istituzioni, porta oggettivamente ad un cerchio di processi insurrezionali. Per noi, chi non desidera ritornare ai luoghi di lavoro e alla regolarità, ma vuole distruggere i rapporti di proprietà e gerarchia della produzione, c’è un solo modo: incontrarci nelle strade, negli scioperi selvaggi e negli spazi auto organizzati.
Accendiamo l’insurrezione, e non prolunghiamo oltre la vita del sistema.
Con gli spazi occupati, i sabotaggi, gli attacchi, gli espropri, la costante solidarietà con chiunque si opponga, con i prigionieri politici, gli immigrati, cosi’ come con le azioni anti fasciste
L’era del “benessere” è finita. Il sogno di aver accesso al consumo e all’avanzamento, come espresso dal trittico “ostentare, consumare,fare carriera”, è diventato improvvisamente il peggiore incubo. Ma ora non c’è più ritorno. I tempi in cui i datori di lavoro spremevano gli stranieri nelle aziende e nei cantieri edili, i momenti in cui orgogliosi vi vantavate di essere volontari per i Giochi Olimpici e avevate a casa come vostre schiave le donne delle pulizie, non torneranno mai più.
Vedete il luogo in cui il vostro razzismo ha messo i migranti tutti insieme, ora arrivano per voi e i vostri figli. Quando la distruzione di altre società, come l’Europa orientale o l’Iraq, ha protetto i vostri privilegi all’interno della competizione internazionale, cinicamente ne avete tratto i maggiori benefici.
E’ forse il momento di abbandonare il capitalismo, il nazionalismo e il consumismo? Per smettere di pensare come un padrone di casa, e capire chi sono realmente i vostri nemici? Lo Stato, i padroni, il sistema stesso della politica economica..
Poichè non sei tu che perdi il lavoro, ma è lo stesso lavoro che scompare come potenziale. Perchè è la forza distruttiva del capitalismo che minaccia la mera esistenza di tutti noi.
Le uniche potenzialità di sopravvivenza che il capitalismo ci lascia sono le code per avere una zuppa, il frugare tra l’immondizia per del cibo, o il saccheggio dei supermercati.
Per questo, l’unica soluzione è la rivoluzione sociale. Al fine cosi di avere una vita, e non solo una sopravvivenza.
Ciò richiede che ci rivoltiamo contro tutte le istituzioni politiche ed economiche, e che attuiamo le nostre misure durante la rivolta, come ad esempio l’abolizione, dello Stato, della proprietà, della nazione, del sessismo e del patriarcato, al fine di portare la rivoluzione nella vita quotidiana..
SCIOPERI SELVAGGI, OCCUPAZIONI AUTO ORGANIZZATE,
RIVOLTE DIFFUSE OVUNQUE,
PER LA RIVOLUZIONE SOCIALE
Facoltà di Giurisprudenza occupata, 10 Febbraio 2012
23.58 Ad Atene, gli occupanti della Facoltà di Giurisprudenza sfidano di fatto qualsiasi concetto istituzionale sulla concessione dell’asilo universitario, e richiamano per un’incremento di simili centri di resistenza in tutta la Grecia. Anche se abbiamo sperimentato un’assedio brutale e lo sfratto solo un’anno fà, con il caso dei 300 lavoratori immigrati, in queste ore lo stesso edificio è di nuovo occupato e difeso pubblicamente. I compagni della radio libera 98 FM trasmettono onde radio di ribellione dall’interno della Facoltà occupata, in modo che si diffonda l’agitazione. I prossimi saranno dei lunghi giorni, pieni di speranza e disperazione allo stesso tempo. Oggi, non molte persone sono scese per strada in questa cagata di città. Oggi, e nei giorni successivi, potremmo essere sia più determinati che in una situazione tipo “aspettando Godot”, non solo qui, non solo ora, ma in tutto il mondo.
La solidarietà internazionale dimostrerà ancora una volta di essere la chiave per la continuazione della nostra lotta
20.45 Creta: Una dimostrazione con molti partecipanti (circa 15000!) si è tenuta in serata ad Heraklion. Scontri sono scoppiati mentre i manifestanti stavano marciando verso Piazza Eleftherias. La dimostrazione è terminata.
I padroni dei media corporativi hanno ordinato ai loro lacchè di far circolare la notizia che il nuovo “salvataggio” sarà votato Lunedi (invece che Domenica), diffondendo anche notizie di dimissioni dei membri di governo. Qualunque possa essere la loro “verità”, la mobilitazione del popolo andrà avanti.
20.00 I compagni della Facoltà di Giurisprudenza occupata hanno ricevuto notizia dagli avvocati in merito agli arrestati ad Atene finora: 7 persone sono state arrestate oggi (a parte le decine fermate e in seguito rilasciate) mentre c’è una persona arrestata nella protesta di ieri – due di questi arrestati sono giovani, molti di loro sono stati ferocemente picchiati dalla polizia ( con costole rotte, ecc.) e il più giovane degli arrestati è un quindicenne. Saranno probabilmente accusati di crimini e per la legge “anti cappucci”. Dovranno comparire davanti al procuratore domani, 11 Febbraio, presso la corte di Evelpidon (nell’edificio 16).
15.05 E’ stato confermato che almeno un manifestante è stato ferito gravemente dalla polizia a Syntagma.
“Chiunque si sia fermato davanti alle mura di qualsiasi carcere e non si è vergognato della degradazione della storia umana, dev’essere una guardia o un cieco”
Nel frattempo, le manifestazioni di protesta nei carceri maschili e femminili si stanno diffondendo in tutta la Grecia. Un progetto di legge di “giustizia”, promosso tra l’altro per il cosiddetto decongestionamento delle carceri Greche, è stato recentemente respinto in parlamento. Ci si aspettava avesse una funzione positiva per almeno 1.500 detenuti uomini e donne, che avrebbe potuto portare la liberazione di molti di loro. Sono attualmente in corso proteste collettive dei prigionieri che riguardano le condizioni legislative e di vita. Le prigioni che attualmente partecipano alla mobilitazione nazionale fino ad ora sono Grevena, Trikala, Larissa, Koridallos, Nea Alikarnassos-Creta, Corfù, Malandrino, Patrasso, Domokos, Nafplion, Tebe (prigioni femminili), lo speciale centro di detenzione giovanile di Avlona (carceri minorili), Chios, Nigrita-Serres, Komotini. All’interno di questi sovraffollati inferni della democrazia, i prigionieri che protestano stanno conducendo sia l’astensione dal prendere il cibo e i pasti di mezzogiorno della prigione, sia rifiutandosi di rientrare nelle celle dopo l’ora d’aria, mentre in molte carceri seguiranno scioperi nei lavori carcerari (già in Alikarnassos e Patrasso i detenuti lavoranti sono già scesi in sciopero). Tutti i detenuti in protesta sono consapevoli di rischiare sia i giustificati rilasci con la condizionale, o l’uscire dalla prigione, e sono costantemente minacciati di punizioni disciplinari e torture (al di là della già drammatica mancanza di cibo, riscaldamento, ecc.).
chi dimentica gli ostaggi della lotta sociale
dimentica la lotta stessa
15.00 Dimostrazioni e proteste si sono svolte in altre parti della Grecia, come Salonicco, Kozani, Volos, Trikala, e l’isola di Skopelos. La prefettura della città di Larissa è stata occupata, come la prefettura di Corfù. Sull’isola di Creta, gli studenti hanno occupato il Politecnico della città di Chania, chiamando i cittadini ad unirsi a loro nella manifestazione per lo sciopero. Le persone hanno occupato il municipio di Rethymno, Ad Heraklion, Creta, circa 50 anarchici hanno bloccato il supermercato “Ariadni” in solidarietà con la lotta dei lavoratori del magazzino dell’impresa stessa, che sono in sciopero da 15 giorni. I manifestanti hanno anche bloccato una filiale dell’Alpha Bank, di cui è azionista Manesis – il grande industriale, anche proprietario delle “Acciaierie Greche” di Aspropyrgos, dove i metalmeccanici stanno ancora combattendo, arrivati al loro 101 esimo giorno di sciopero.
14.45 La Facoltà di Giurisprudenza è sotto occupazione. Un’assemblea aperta si terrà alle 18.30
14.30 Scontri davanti Propylaea. I poliziotti riescono a sgombrare le strade e a disperdere la folla che fuggiva correndo verso Omonia.
14.14 Un blocco di dimostranti rimane a Propylaea, in Via Panepistimiou. La Facoltà di Giurisprudenza è circondata dalle forze di polizia.
14.11 Secondo un testimone oculare, 4 o 5 manifestanti sono stati arrestati in Via Servias Karageorgi.
13.52 Dopo un massiccio attacco della polizia, la parte più grande dei blocchi dei dimostranti sono stati respinti verso Via Panepistimiou. Piazza Syntagma è stata occupata dalla polizia. Un blocco di manifestanti è rimasto davanti al Monumento al Milite Ignoto. La gente sta combattendo, saltando le pietre, in Via Ermou.
13.42 Continuano gli scontri nella parte bassa di Syntagma. Squadre di polizia hanno fatto irruzione nella piazza spingendo i manifestanti nella parta alta, inseguendo le persone sul lato dell’Hotel Grande Bretagne in Via Vasileos Georgiou.
13.31 Come riportato da un compagno nella diretta della radio libera di Atene FM 98, è stato effettuato un’attacco verso una banca in Via Mitropoleos. Un contrattacco dei manifestanti insorti ha avuto seguito, con molte pietre e molotov contro i maiali in uniforme, in Via Filellinon. I poliziotti hanno risposto con gas lacrimogeni.
13.26 Corfù: Dopo la fine della dimostrazione, circa 200 manifestanti hanno occupato i locali della Prefettura delle Isole Ioniche, chiedendo che non passino le nuove misure d’austerità.
13.25 Un gruppo di fascisti ha attaccato dei venditori ambulanti Pakistani in Piazza Syntagma. I manifestanti antifascisti hanno inseguito le fecce naziste lungo Via Mitropoleos. Piccoli scontri sono scoppiati al bivio delle strade Filellinon e Othonos quando un gruppo di manifestanti ha lanciato almeno una molotov contro le squadre della polizia.
12.50 Circa 4000 manifestanti a Piazza Syntagma fino ad ora, una partecipazione piuttosto deludente, date le circostanze. Squadre della polizia hanno transennato il patio di fronte il Monumento al Milite Ignoto.
12.47 Mytilini, Isola di Lesbo: La dimostrazione è finita. Circa 200 manifestanti hanno marciato per le strade della città, mentre gli stalinisti del PAME hanno occupato il municipio. C’è una chiamata per una dimostrazione per domani alle ore 11.00 e per Domenica alle ore 16.00.
12.28 L’assemblea popolare di Holargos-Papagou, periferia a nord di Atene, ha occupato il municipio di Holargos, al fine di diffondere le azioni e le manifestazioni dei prossimi giorni.
Ecco il loro comunicato:
Fottetevi !
Niente più bugie, fratelli e sorelle….Abbiamo lottato con forza molte volte, ci siamo scontrati anche con noi stessi, ma la piaga dei misantropi ha dimostrato di essere più decisiva… La nostra vita si è deteriorata, i nostri sogni sono stati spazzati via, la nostra anima ci è stata strappata… E che cosa abbiamo fatto? Dobbiamo rimanere scettici e miti? Questo è il nostro appuntamento con la storia, per le generazioni a venire. E’ ora il tempo di mandarli al diavolo! Lasciamo che il fiume in piena li anneghi!
“E le acque del fiume non sono da biasimare perchè sono rapide fratelli e sorelle…Le banche sono quelle che le stanno limitando!”
TUTTI A PIAZZA SYNTAGMA NEL GIORNO DEL VOTO DEL SECONDO MEMORANDUM! TUTTI AI PRESIDI, AGLI SCIOPERI, ALLE OCCUPAZIONI! PRONTI E DECISI.
Assemblea popolare aperta di Holargos-Papagou
12.07Veria, nord della Grecia: Compagni, solidarizzanti e cittadini di Veria hanno occupato lo stabile dell’ “Unione delle Province” (un’organo di gestione) nella regione Imathia, lanciando il seguente comunicato:
Dalle 11.00, del 10 Febbraio, abbiamo occupato l’edificio dell’unione delle provincie di Imathia, nel contesto della lotto contro la miseria generalizzata, che viene imposta dalla giunta dei banchieri, in collaborazione con l’elitè politica ed economica locale.
Noi non pretendiamo un ritorno allo stato precedente, che ci ha solo portato all’attuale situazione. Ci impegnamo per il rovesciamento completo del sistema politico ed economico che è supportato dall’individualizzazione, il consumare, la fine della vita collettiva e il nostro intrappolamento in un referendum-come un oligarchia di una presunta democrazia.
Noi lottiamo per una società di solidarietà, eguaglianza e libertà.
Attraverso l’auto organizzazione creiamo istituzioni di democrazia diretta, per il soddisfacimento dei bisogni quotidiani e le volontà di ogni cittadino.
Solidarietà – Dignità – Auto organizzazione
11.24 Quasi 100 persone sono all’interno della Facoltà di Giurisprudenza occupata. Sono disponibili materiali di primo soccorso, ma sono nessari più medicinali (antiacidi,antisettici, garze,ecc.), cosi come maschere antigas. E’ disponibile, dalla scuola occupata, un numero di telefono di Legal Aid: +30 6944521071
11.22 Un numeroso gruppo di poliziotti in borghese è vicino la chiesa di Aghios Dionisios su Via Skoufa, in Kolonaki. Un compagno segnala 4 “fermi preventivi”.
11.17 Ingenti forze di polizia attorno alla Facoltà di Giurisprudenza occupata. Principalmente sono in borghese, due autobus della polizia in Via Kolokotroni e due autobus tre vicoli più lontano.
11.07 poliziotti fermano le persone allo svincolo delle vie Akadimias e Solonos, come ci riferiscono i compagni che stanno a pochi passi dalla Facoltà di Giurisprudenza occupata. Sembra, però, vi sia facile accesso da Via Panepistimiou a Propylaea, uno dei punti di pre raccolta di oggi.
Nel contesto delle proteste sociali contro le nuove misure d’austerità promosse da quegli stronzi del governo che promuovono la loro versione di “unità nazionale” al servizio della Troika (UE/BCE/FMI), diverse manifestazioni sono state annunciate per i prossimi tre giorni, 10-11-12 Febbraio, mentre i due principali sindacati del settore pubblico e privato (GSEE e ADEDY) hanno indetto uno sciopero generale di 48 ore da oggi. Il nuovo accordo della Troika chiamato “salvezza/pacchetto di salvataggio” dovrebbe essere votato al parlamento greco Domenica, 12 Febbraio.
Anche se all’ultimo momento, i collettivi, le varie organizzazioni, sindacati e movimenti sociali stanno spingendo la gente a scendere in piazza, per bloccare il voto delle nuove misure finanziarie. La parola che esce da molte labbra è quella di rivolta, ma è ancora da vedere se la gente si ribellerà con ogni mezzo possibile, o i piani del regime per una completa devastazione sociale continuerà ad andare avanti senza grossi problemi. Tutti gli ingranaggi del meccanismo repressivo dello stato girano contro i manifestanti, visto che un’esplosione di rabbia della gente è probabile nelle prossime ore e giorni.
Da ieri, 9 Febbraio, la Facoltà di Giurisprudenza nel centro di Atene è stata occupata dagli anarchici/antiautoritari e dagli scioperanti, in modo da poter operare come base di lotta e contro informazione, cosi’ come centro di pronto soccorso.
Ieri, 7 Febbraio, un picchettaggio di più di dieci persone si è svolto nei pressi dell’ambasciata Serba a Mosca contro la ripresa del procedimento giudiziario contro gli anarchici serbi – il cosiddetto “Belgrad Six” (BG6). Quest’azione, che fa parte di una campagna di solidarietà internazionale, è stata organizzata dal gruppo di Mosca “Azione Autonoma” (Автономное Действие) a cui hanno partecipato anche i membri della “Confederazione degli anarco-sindacalisti rivoluzionari” (sezione russa dell’Associazione Internazionale dei Lavoratori) ed attivisti libertari moscoviti.
La manifestazione si è svolta dalle 19.00 alle 19.45 in una serata gelida. I partecipanti portavano bandiere rosso nere, una striscione su cui si leggeva “Libertà per gli anarchici serbi”, cosi’ come cartelli come “Solidarietà con i Belgrad Six” (in inglese), ” Il cazzo per voi, invece dei 18 euro” (in Serbo), un testo del AIT-SP (anche in Portoghese), etc.
Ricordiamo che gli anarchici serbi Tadej Kurepa, Ratibor Trivunac, Ivan Savic, Ivan Vulovic, Nikola Mitrovic e Sanja Dojkic vennero arrestati nell’autunno del 2009 con l’accusa di “terrorismo internazionale”. Furono arrestati dopo un’azione di solidarietà verso i prigionieri Greci davanti l’ambasciata Greca di Belgrado. Durante l’azione, una molotov ruppe una finestra causando un danno stimato in 18 euro. Tuttavia , secondo le accuse, i “Belgrad Six” hanno difronte una pena di 15 anni di reclusione.
Dopo una lunga campagna internazionale di proteste, sono stati pienamente assolti nel Giugno 2010 dalla Corte Suprema di Belgrado, che decise che non vi era nessuna base per un verdetto di colpevolezza per nessuna delle accuse.
L’accusa presentò ricorso, ma la Corte d’Appello non ha risposto finchè non sono emerse adeguate motivazioni politiche. Solo pochi giorni dopo le manifestazioni anti militariste contro il vertice NATO che si svolse a Belgrado nel Giugno 2011, durante le quali fù arrestato Ratibor Trivunac, la Corte d’Appello ha accolto il ricorso della procura ed ha istruito un nuovo processo contro i sei.
Inizio del nuovo processo oggi, 8 Febbraio, 2012
Per gli organizzatori della campagna di solidarietà internazionale, è ovvio che l’unico scopo della ripresa della farsa giudiziaria contro i “Belgrad Six” è intesa come pressione politica contro il movimento anarchico serbo.
Venerdì 17 Febbraio ci sarà il processo a compagni Vaggelis Botzatzis, Ilias Nikolaou, Kostas Halazas e compagna Dimitra Syrianou. Il loro processo è rimasto pendente dal 2007. Essi sono stati accusati con la legge antiterrorismo, per attacchi contro lo Stato e obiettivi capitalisti, basati su accuse inconsistenti e fragili.
Tribunale di Salonicco, 17 Febbraio, ore 9
La solidarietà è la nostra arma
Tutti i poster per la chiamata fatta dagli anarchici/ anti-autoritari/ libertari qui (registrati alle 12.00) e qui
Recentemente, la Troika EU/BCE/FMI ha annunciato le nuove misure che lo stato greco è vincolato a prendere: l’ abolizione delle tredicesime e quattordicesime, la diffusione di contratti di lavoro individuali, ulteriori tagli a stipendi e pensioni sono sono alcuni di questi. Questa è la continuazione di uno dei più feroci attacchi classisti scatenati dalle potenze dominanti negli ultimi decenni, partendo dalla firma del piano di salvataggio nel Maggio 2010.
Con una profonda e sistematica crisi sotto i riflettori, il Capitale cerca la salvezza attraverso la violenta ristrutturazione sociale (attraverso le tasse, etc.), consolidando cosi’ il modello di forza lavoro a basso costo, flessibile ed obbediente. Come risultato, sempre più strati sociali sono costretti alla miseria e alla povertà, mentre coloro che sono condannati mangiare dalla spazzatura e dormire nelle strade sono in costante aumento.
Inoltre, la nomina del banchiere Lucas Papademos come primo ministro, la cooperazione dei neo liberali e dei fascisti (Nea Demokratia, PA.SO.K, LA.O.S.) nel governo, le persecuzioni politiche, l’ intensificazione della repressione e del controllo sociale, tanto quanto l’ intreccio di interessi di meccanismi ideologici e degli organi d’ informazione, evidenziano il tentativo dei manipolatori di proteggersi, almeno politicamente, senza ostacoli ed implementando in modo efficace tutte quelle misure che la sopravvivenza della machina capitalista richiede, fugando cosi ogni illusione di “democrazia”.
E tutto questo viene imposto con la tolleranza, se non il sostegno a titolo definitivo della sinistra irregimentata, che si limita alla magniloquenza e coltiva illusioni elettorali verso gli oppressi, conservando il circo parlamentare televisivo con la sua stessa presenza pagata presenza in esso.
E’ nostro dovere non rimanere una somma di individualità non affiliate che obbediscono docilmente ai piani dello Stato e dei padroni; per non soccombere alle loro storie del gallo e del toro sulla “salvezza della madre patria”, “i debiti che ci affondano”, nè ai dilemmi ricattatori come “consenso o fallimento”, “euro o dracma” che usano per mantenere il loro dominio.
Con l’ auto organizzazione in ogni posto di lavoro, nelle strade e nei quartieri, lottando insieme in solidarietà gli uni con gli altri, facciamo che la nostra resistenza diventi il seme per classe e la liberazione sociale.
Di fronte al dilemma ricattatorio “consenso o fallimento” che lo Stato e i padroni creano, mirando a rinforzare la nostra obbedienza, dobbiamo opporre il vero dilemma alla base: Capitalismo o Rivoluzione !
Secondo una dichiarazione (04-02.2012) pubblicata dall’ assemblea generale dei lavoratori dell’ Ospedale Generale di Kilkis, i medici, gli infermieri e dell’ altro personale dichiara che i problemi di lungo corso del Sistema Sanitario Nazionale (ESY) nel paese non possono essere risolti attraverso limitate richieste di risarcimento del servizio sanitario. Pertanto, i lavoratori dell’ Ospedale Generale rispondono al fascismo del Potere occupando questo ospedale pubblico e ponendolo sotto il loro diretto e completo controllo. L’ organo decisionale per le questioni amministrative sarà l’ assemblea generale dei lavoratori.
Sottolineano inoltre che il governo greco non ha assolto ai suoi obblighi finanziari verso l’ ospedale. I lavoratori denunceranno tutte le autorità competenti alla pubblica opinione e, se le loro richieste non saranno soddisfatte, si rivolgeranno ai comuni, alla comunità locale e non, per avere un supporto di qualunque tipo possibile per aiutare i loro sforzi: per salvare l’ ospedale e difendere la sanità pubblica, per rovesciare il governo ed ogni politica neo liberista.
La prossima riunione generale di tutti i dipendenti si terrà nella mattinata del 13 Febbraio. La loro assemblea avrà luogo giornalmente e sarà l’ organo principale per ogni decisione concernente i lavoratori e l’ operatività ospedaliera.
I lavoratori chiedono la solidarietà fattiva dei cittadini e dei lavoratori di tutti i settori, per il coinvolgimento dei sindacati e delle organizzazioni progressiste, e per il sostegno dei media dell’ informazione reale. Essi faranno anche una relativa conferenza stampa il 15 Febbraio, alle ore 12.30. Tra gli altri, si invitano i colleghi degli altri ospedali a prendere decisioni appropriate, nonchè i dipendenti del settore pubblico e privato a fare lo stesso.
All’inizio dell’udienza, Ifigenia Kerandrea, avvocato nominato per rappresentare Damiano Bolano, ha chiesto di intervenire. Ha detto che i tre giorni (due dei quali, sabato e domenica, non erano neanche lavorativi) passati dall’ultima udienza non sono stati sufficienti sia per studiare la voluminosa mole di documenti del caso che per comunicare adeguatamente con il suo cliente. Ha detto che pur di vedere Bolano è stata costretta a interrompere una visita familiare, e che se i giudici non daranno altro tempo alla difesa lei dubita che potrà continuare a presenziare al processo, visto che “ciò che dovrebbe prevalere è lo svolgere un giusto processo”.
Diamantis Kariotis, l’altro avvocato nominato dalla corte per Bolano, ha anche chiesto un rinvio di alcuni giorni. La richiesta degli avvocati di Bolano è stata sottoscritta da Frangiskos Ragousis, avvocato degli altri tre compagni sotto processo.
Il giudice, chiaramente scocciato, ha chiesto agli avvocati con tono rude e scortese se gli andava bene un rinvio a lunedi. Hanno risposto di si, e anche all’accusa andava bene. Dopo una piccola pausa, è stato annunciato che il processo sarebbe ripreso mercoledi, 1 Febbraio.
In Grecia e in Italia, i capitalisti e i loro referenti politici producono barbarie. Con la scusa del problema del deficit pubblico (debito creato interamente da loro per recuperare i loro margini di profitto) vogliono lentamente riportare il mondo a un secolo fa, quando i ricchi possedevano le risorse naturali, un giorno di lavoro era pagato una miseria, i servizi pubblici erano inesistenti e pochi avevano accesso all’educazione e alla sanità.
In questo modo, passo dopo passo, condannano la maggior parte della società ad una miseria sempre più grande.
Anche concetti come “democrazia” e “costituzione” non reggono più: in Grecia e in Italia, attraverso veri e propri “colpi di Stato” parlamentari, i padroni hanno imposto nuovi governi con a capo esperti tecnocrati.
L’obiettivo che perseguono è quello di imporre, sempre più velocemente, misure ancora più barbare per garantire la loro sopravvivenza ed ampliare la sovranità delle loro banche.
In Grecia e in Italia, lo Stato non esita a modificare le proprie norme di funzionamento: anche in forma preventiva si vuole impedire l’espansione della resistenza sociale che nasce nelle strade e nelle piazze, snervandone e soffocandone lo sviluppo.
In Grecia, in Italia e in tante altre zone dell’Europa e del mondo, i padroni hanno dichiarato guerra aperta alla società.
In Grecia, in Italia e in tante altre zone dell’Europa e del mondo, come un secolo fa, le forme di resistenza autorganizzate, non-gerarchiche e di democrazia diretta iniziano ad espandersi. Tra la gente, contro la barbarie degli Stati e del capitalismo, cresce la speranza libertaria.
Costruiamo comunità di lotta in ogni quartiere, estendiamo le pratiche del sindacalismo rivoluzionario e dell’azione diretta e sosteniamo ogni atto sociale di rivolta e autorganizzato contro le istituzioni. In Grecia, in Italia e dovunque rafforziamo le nostre azioni e puntelliamo le lotte con solidarietà internazionalista.
no pasaran !
gruppo di comunisti libertari (atene)
Federazione Anarchica Italiana (C. Relazioni Internazionali)
Questo comunicato arriva dalle mani di 50 persone aggredite, minacciate, e infuriate. Al termine della chiamata del 1 Febbraio, abbiamo deciso di trasmettere la brutale, feroce e sproporzionata repressione che abbiamo vissuto in quest’azione di “io non pago”. Possiamo solo mostrare 6 dei 9 arresti che hanno avuto luogo (non eravamo nei pressi degli altri); non possiamo mostrare le altre innumerevoli aggressioni (le immagini non hanno bisogno di commenti).Speriamo che i nostri compagni, rapiti dalla polizia, rilascino un comunicato dopo la loro liberazione, al fine di informarci sulla loro esperienza; speriamo inoltre che stiano bene e che non siano stati picchiati nella stazione di polizia. Siamo con voi !
STATO DI ECCEZIONE NEL CENTRO DI MADRID
Quando siamo arrivati al Sol (piazza), era sotto assedio. Era pieno di camionette della polizia e le loro squadre formavano un muro verso di noi. Polizia a cavallo, un elicottero in volo, e tutte le entrate della metropolitana (Jacinto Benavente, Callao, Opera, Sevilla, Sol, etc.) erano bloccate da file di 8 poliziotti nazionali che ne impedivano l’accesso. Invece che non voler pagare, sembrava stessimo commettendo un’attacco terroristico.
SE INNEGGI, VIENI ARRESTATO
Alcuni di noi erano già nella stazione della metropolitana di Sol mentre ad altri non è stato permesso l’ingresso: ” Il Rappresentante del Governo di Madrid ci ha dato degli ordini”, ha detto un poliziotto. Quelli di noi che erano già dentro hanno deciso di non portare avanti l’azione li’, c’era inoltre un raduno segreto con molte persone e anche per gli almeno 50 poliziotti in divisa presenti. Scegliamo di inneggiare degli slogans: “Io non pago: Nè le loro crisi nè il loro debito”. In quel momento, è cominciata l’identificazione e 4 compagni sono stati portati via. Il problema è che non sapevamo che due di loro non avrebbero fatto ritorno nel gruppo, abbiamo avuto i nostri primi due ARRESTATI. A Madrid, se inneggi vieni arrestato ! Continue reading Spagna: Madrid, vieni arrestato per inneggiare, scattare foto e solidarizzare→
L’attacco politico della Cellula Long Live Luciano Tortuga – FAI Sezione Indonesiana contro un bancomat della BRI bank situato in Affandi street, Mrican Caturtunggal, Depok in Sleman Regency, ha affrontato la prima udienza il 31 Gennaio 2012. I due combattenti sociali, Billy Augustan (Billy) e Reyhard Rumbayan (Eat), hanno rivendicato l’attacco, e sono stati accusati di molteplici reati dagli accusatori nella prima udienza al tribunale di Sleman.
Gli avvocati dei combattenti sociali sono due: Andi Suryo Awalludin e Hillarius NG Merro non hanno scelto di non fare obiezione ai giudici. Davanti al giudice capo, Mulyanto, i tre accusatori: Wiwik Triatmini, Wahyu Handoko e Tri Widi hanno letto alternativamente le accuse. In questo caso, due combattenti sociali (Eat e Billy) sono accusati degli stessi reati ma con ruoli diversi.
Evento/Discussione
Informazione Ufficiale vs Controinformazione
Media riconosciuti-alternativi vs Media collettivi autorganizzati
La necessità della controinformazione nelle lotte sociali
Le radio autorganizzate di oggi: Contributi e prospettive
Seguirà una festa di finanziamento per la creazione di un nuovo sistema di antenne.
3 Febbraio, ore 18, Atene, Facoltà di Economia (ASOEE, Patision 76).
Testo che accompagna la locandina
La controinformazione nel suo senso politico non fornisce solo un’amministrazione antiautoritaria dell’informazione. Essa (in verità) presuppone l’autorganizzazione come struttura amministrativa per la realizzazione dello strumento. Viene utilizzata e si evolve tanto quanto si collega e si relaziona con le parti della società che cercano di collettivizzare in modo antigerarchico le proprie vite contro il individualismo cannibalista e lo sfruttamento di classe. Con l’infuriare della guerra sociale/di classe, i media di controinformazione rappresentano un metodo avanzato di attacco contro il degrado dei media.
Un tentativo di rafforzare il potere della controinformazione in questi tempi turbolenti che viviamo.
Scambiarsi idee, proposte e commenti critici tra la gente più (o meno) coinvolta nell’informazione dal basso, sia diffondendo news, riportando proteste dal vivo, o prendendo nelle nostre mani i microfoni.
Ci sarà la partecipazione di reti di controinformazione e stazioni radio autorganizzate da tutta la Grecia.
Venerdi, 3 Febbraio, ore 18, alla Facoltà di Economia (ASOEE)
ci sarà un’iniziativa sulla controinformazione.
Seguirà una festa di finanziamento per la creazione di un nuovo sistema di antenne per l’aggiornamento della stazione radio nelle onde hertz della metropoli!
Il nostro processo per Lotta Rivoluzionaria che è iniziato il 5 ottobre 2011, è una fase politica per difendere la lotta armata come parte inseparabile della lotta per la sovversione del capitalismo e dello stato, la lotta per la rivoluzione sociale.
La nostra strategia nel processo è dunque attaccare l’esistente regime criminale economico, sociale e politico con argomenti politici, senza accettare il ruolo di accusati ma diventando al contrario accusatori contro tutto ciò che questa corte rappresenta e compie. Il 5 ottobre, quando ci siamo presentati in aula per la prima volta mentre eravamo ancora in prigione, la compagna Pola Roupa ha fatto una dichiarazione politica ai giornalisti fuori il tribunale speciale di Koridallos dove ha detto che non è Lotta Rivoluzionaria ad essere processata ma i nostri accusatori, il vero criminale regime che ci imprigiona. Il 24 ottobre, nella seconda udienza, dopo la lettura delle accuse, abbiamo preso posizione riguardo ad esse, quando i giudici ci hanno chiesto perché stavamo facendo delle dichiarazioni politiche. Abbiamo detto che questo processo è un processo politico, che questa corte è una Corte Speciale messa su sulle speciali leggi antiterroriste con le quali vengono processati i nemici politici del regime, che questa corte è criminale e collabora con un regime criminale che sfrutta e opprime le persone, che nel banco degli accusati dovrebbero sedere ed essere giudicati colpevoli i membri dell’autorità politica, membri del governo, il primo ministro, i ministri e i deputati, i membri dello scorso governo, i membri dell’élite economica, gli uomini d’affari, i capitalisti, i membri delle organizzazioni finanziarie internazionali come i manager del FMI, la BCE, UE, che hanno imposto alla gente la dittatura dell’élite economica transnazionale cosi come quelli che proteggono il regime criminale : poliziotti e forze repressive statali.
Nelle udienze del 1 e 9 novembre sono state fatte delle obiezioni riguardo alla vaghezza delle accuse, l’oscuramento dell’informazione sul processo visto che la legge consente la copertura giornalistica del processo, il trasferimento del processo dalla corte di Koridallos ad una corte formata da giudici popolari. Sebbene ci si aspettava che le obiezioni sarebbero state rifiutate era una buona possibilità per noi trasformarle in dichiarazioni politiche, per mostrare la natura politica e l’azione dell’organizzazione, i motivi politici dietro le azioni dell’organizzazione, l’ipocrisia dello stato e del regime, vista la vaghezza delle accuse che sono state fatte senza alcuna prova reale. Siamo accusati, e ci aspettiamo di venire condannati, per tutte le azioni dell’organizzazione in base al dogma della responsabilità collettiva e sull’arbitrarietà mostrata da accuse che ritengono che l’organizzazione abbia una struttura gerarchica, cosi come l’oscuramento della pubblicità del processo visto che veniamo processati come criminali comuni (penali).
Oltre a tutto ciò ci sono motivi politici da parte dello stato che mira a presentare i combattenti rivoluzionari e presunti membri di Lotta Rivoluzionaria come criminali, depoliticizzando le loro azioni e processandoli in prigione in un asfissiante ambiente di sicurezza che svaluta il carattere pubblico del processo.
Due combattenti della zona di Jogja (Eate Billy) detenuti dal 7 ottobre 2011, sono ora stati trasferiti al tribunale della prigione e affronteranno il loro primo processo oggi, 30 gennaio 2012. Il processo continuerà l’1 febbraio 2012.
Dalle informazioni ottenute, entrambi saranno processati separatamente. Non sappiamo ancora il perché, ma da analisi interne possiamo concludere che ciò venga fatto per far scontrare i due combattenti fra di loro, in merito ad un incriminarsi reciproco. Questa condizione mostra chiaramente come lo stato tramite la polizia e i militari operi solamente tramite il terrore e la paura. Questo processo sarà aperto. L’ubicazione dell’udienza ancora non è certa. Ma per trovare un posto credibile, crediamo che la State High Court a Sleman (Yogyakarta) sia probabile.
Facciamo un appello solidale con i combattenti di Jogja, in modo che i compagni possano venire e presenziare all’udienza. La presenza, oltre che un supporto tangibile, è anche parte del tentativo di mostrare alle autorità che mai ci affideremo alla loro giustizia.
Lunga vita ai due combattenti di Jogja – Lunga vita alla solidarietà
La mattina del 10 Gennaio, quasi venti membri dell’assemblea di solidarietà per il caso di Lotta Rivoluzionaria (Epanastikos Agonas, il cui processo è attualmente in corso) sono entrati nella stazione radio commerciale Flash.gr in Kifissia Avenue ed hanno interrotto il programma, per trasmettere un messaggio di solidarietà verso coloro che sono sotto processo.
Nonostante il fatto che nè il proprietario della stazione, nè il suo staff abbia chiesto ufficialmente l’intervento della polizia, decine di poliziotti ( le unità in moto DIAS, squadre simili ai MAT, poliziotti in borghese, più altri) sono arrivati subito sul posto ed hanno circondato l’edificio. Verso le 14.00, dopo essere stati bloccati negli uffici della radio per ore, gli anarchici che hanno preso parte all’azione di solidarietà sono stati arrestati e portati al quartier generale della polizia di Alexandras Avenue: due procuratori insieme alle squadre di polizia hanno preso d’assalto la stazione radio, costringendo i compagni ad uscire dai locali; sono stati tutti ammanettati e tenuti negli autobus della polizia, mentre i loro telefoni cellulari sono stati confiscati.
Non appena la notizia è circolata, gli anarchici si sono riuniti di fronte il quartier generale della polizia(GADA), dovè in corso una protesta di solidarietà di circa 100 persone (pre incontro: fuori la stazione della metropolitana di Ambelokipi).
Ecco il testo rilasciato dagli stessi 20 arrestati:
Oggi, 10 Gennaio 2012, i compagni degli spazi anarchici/anti autoritari hanno effettuato un’intervento alla stazione radio commerciale Flash 96 FM nel contesto di una serie di azioni di solidarietà per il caso Lotta Rivoluzionaria, processo che è in corso dal 5 Ottobre 2011, nella corte speciale del carcere di Koridallos.
Nella primavera del 2010, a Volos, abbiamo attaccato manifesti chiedendo la creazione di una stazione radio autogestita. Dopo assemblee, dibattiti, feste ed altri eventi per aiuti finanziari, abbiamo iniziato ad acquisire un’identità all’interno della città. E’ seguita una breve pausa estiva,ma la nostra attività è continuata. Nel mese di Settembre ci siamo riuniti di nuovo, riorganizzati, abbiamo trovato uno spazio adeguato, trovato un nome ed abbiamo creato una stazione radio in internet. E’ stata chiamata Radio “Parasita”.
Anche se la stazione radio è aperta a tutti, ci sono basi certe su cui possiamo contare per il suo finanziamento. In altre parole, chiunque è libero e invitato a partecipare al progetto, purchè d’accordo con le sue caratteristiche a carattere anti-gerarchico e anti-commerciale. Lontani dalle istituzioni, da intemediari, rappresentanti, senza capi o esperti, con la nostra assemblea settimanale come nostro unico corpo, noi dimostriamo che possiamo prendere l’espressione, gli aggiornamenti, le informazioni-alla fine della giornata, le nostre vite- nelle nostre mani. Dopo tutto, se non funzionerà con queste strutture e in questo modo, allora come potremmo mai farlo?
Ora che la bella conchiglia del mondo che ci vuole solo come lavoratori, consumatori e spettatori delle nostre vite sta cadendo a pezzi, ora che il potere non solo mostra i suoi denti ma ci morde ogni giorno, e i media per l’inganno di massa provano apertamente o in modo sotterraneo a perpetuare questa situazione, l’unico modo di rispondere che ci è rimasto è quello di attuare la solidarietà, l’auto organizzazione e la dignità per primi.
Beh, sì, siamo qui. Per far sentire la nostra presenza in città, per rompere le illusioni e rompere tutto ciò che non ci piace. Ci potete ascoltare su radioparasita.org e presto in FM. Siamo venuti per restare.