Il video A Guerrilla Signal è stato recentemente diffuso via internet. Esso racchiude la cronistoria delle attività della Cospirazione delle Cellule di Fuoco tramite l’uso dei comunicati del gruppo oltre alle immagini prese dai mass media. Il video è stato mostrato per la prima volta a Salonicco il 15 Aprile 2011 durante un incontro organizzato dall’Assemblea Anarchica per l’Azione Sovversiva. Una versione aggiornata è poi stata diffusa l’8 Dicembre 2011 allo squat anarchico Nadir a Salonicco. Il vodeo è in greco, ed i sottotitoli potrebbero essere aggiunti in futuro. In ogni caso, il seguente è un testo scritto dai membri della Cospirazione delle Cellule di Fuoco per accompagnare una di queste visioni:
Le immagini sottomettono i significati e quindi la gente, trasformando essa in spettatori. Il linguaggio dell’immagine è un linguaggio superficiale che produce emozioni mediate e artificiali. La sfida in atto qui nella presentazione fatta dai compagni che hanno scelto queste istanze dell’azione della Cospirazione delle Cellule di Fuoco è di liberare i significati dal giogo dell’immagine. Oltre agli incendi di banche e concessionarie, oltre ai vapori tossici di dozzine di litri di benzina, oltre alla gioia di assemblare un dispositivo con timer e la distruzione degli edifici del nemico, oltre alle arme e ai proiettili, la decisione presa da poche persone è la cosa più importante che c’era ed è – la decisione di stare l’uno con l’altro come veri compagni al fine di trasformare il mondo dell’ordine in una maceria antica. Queste persone sono ognuna una di noi, ognuna di voi che osate vivere pericolosamente e rischiare per la libertà. Li, dove tutto è possibile.
Mao Zedong ha detto:
E’ un bene se siamo attaccati dal nemico, questo prova che abbiamo tracciato una chiara linea di demarcazione tra l’enemico e noi stessi. E’ ancora meglio se il nemico ci attacca violentemente e ci dipinge assolutamente cattivi e senza una sola virtù; ciò dimostra che non solo abbiamo tracciato una chiara linea di demarcazione tra noi e il nemico ma abbiamo raggiunto un importante obiettivo nel nostro operato
Noi, Cospirazione delle Cellule di Fuoco, dalle prigione dove ci hanno sparpagliato, mandiamo un saluto rivoluzionario alla visione di oggi e un segnale di guerriglia ai compagni che guarderanno questo documentario riguardante la nostra breve ma intensa storia con gli occhi degli autori, non spettatori. Perché questi compagni sanno che le azioni nascoste sono spesso le più genuine. Quando sappiamo che hanno luogo queste azioni, sentiamo che stiamo scoprendo fratelli e sorelli mai incontrati prima. La cosa più bella è che neanche chi proietta lo spettacolo può riuscire ad assimilarli, né i giudici possono riuscire a sopprimerli. Essi sono atti di esplosione, fuoco, e sabotaggio che recano il messaggio puro di una nuova rivoluzione sperimentata qui e ora. Perché la guerra non si ferma mai.
Lunga vita alla nuova guerriglia urbana.
LUNGA VITA ALLA RIVOLUZIONE.
Cospirazione delle Cellule di Fuoco: Giorgos Nikolopoulos, Damiano Bolano, Panayiotis Argyrou, Gerasimos Tsakalos, Michalis Nikolopoulos, Olga Economidou, Christos Tsakalos, Giorgos Polydoros, Haris Hatzimichelakis
Il 22 Febbraio, ad Atene, il nostro compagno Panagiotis Giannikakis è caduto vittima della feroce repressione delle “forze dell’ordine”. E’ stato fermato, portato al quartier generale della polizia ed è stato brutalmente maltrattato. Takis Giannikakis è un ex membro della Federazione degli Anarchici Greca (OAE) ed ora è un membro del gruppo Kath’odon (“per strada”). E’ anche l’autore dell’edizione Greca del libro ” Cronaca della caduta di Slobodan Milosevic” (2007). Ecco cosa racconta della sua vicissitudine:
“Mercoledì, 22 Febbraio, come tutti sapete, era stato organizzato un concentramento in Piazza Syntagma. La verità è che questa volta la partecipazione della gente è stata bassa.
Verso le 19.00, dopo che la gente si era dispersa ed il traffico era tornato alla normalità, ho lasciato la piazza camminando verso via Panepistimiou. Dopo circa 300 metri, all’angolo tra le vie Panepistimiou e Amerikis, proseguendo, sono stato attaccato all’improvviso da un’intera squadra antisommossa (MAT). I poliziotti si sono precipitati su di me prendendomi alla sprovvista ed hanno cominciato a picchiarmi con gli scudi! I colpi sono stati così duri che mi colava sangue dal naso, e per un attimo ho pensato che era la fine della mia vita…
La squadra di polizia mi ha inchiodato sul marciapiede ed hanno cominciato a ridicolizzarmi, minacciando ed imprecando contro di me. Hanno afferrato il berretto che indossavo, che porta la A cerchiata. Mi avevano circondato, e non ero nemmeno visibile dai passanti. Allo stesso momento, uno dei poliziotti ha chiesto perchè mi puntavano così e gli altri hanno detto che ero un’anarchico. Quello che voglio segnalare qui è la questione che tutto quello che è accaduto è stato causato dal mio essere anarchico.
Una volta che mi hanno restituito il berretto e la carta d’identità, mi hanno ammanettato con le mani dietro la schiena e mi hanno spinto dentro una macchina della polizia. Sono stato trasferito al quartier generale della polizia (GADA) scortato da due poliziotti in borghese. Lì, mi sono state tolte le manette, hanno preso i miei dati, e dopo circa tre ore sono stato rilasciato.
Nel frattempo, la polizia non ha arrestato solo me; ho visto degli altri lì, giovani ed anziani, che erano stati fermati dalla polizia in diverse parti della città, e tutti provenienti da Syntagma. Dopo aver parlato con alcuni di loro, mi sono reso conto che perlomeno nessuno era stato picchiato. L’unico ricoperto di sangue ero io. Anche lo spolverino impermeabile che indossavo era pieno di sangue. Inoltre, c’erano macchie di sangue sui pantaloni. Dico tutto questo per sottolineare l’intensità dei colpi subiti”.
Cani da guardia del Potere, giù le mani dai compagni!
RILASCIO IMMEDIATO DELLA COMPAGNA ANARCHICA
STELLA ANTONIOU
NESSUN OSTAGGIO NELLE MANI DELLO STATO
Abbiamo messo questo striscione di solidarietà a Francoforte lungo il fiume Main, nella parte della città vecchia. Stella, Forza! Siamo con te, tu ci dai lezioni di coraggio in ogni momento con il tuo atteggiamento da dietro la sbarre della prigione. In questi momenti, in cui il numero dei compagni processati aumenta, non dobbiamo cessare di mostrare la nostra solidarietà!
L’occupazione del nostro ospedale in Kilkis da parte dei lavoratori è cominciato Martedi, 20 Febbraio, alle ore 08.30 locali. Questa occupazione non riguarda solo noi, i medici ed i lavoratori dell’ospedale di Kilkis. Nè si tratta solo del Sistema Sanitario Nazionale Greco (ESY), che sta crollando, anzi. Ci troviamo in questa lotta perchè ciò che realmente è in pericolo ora sono i diritti umani. E questa minaccia non è solo contro una nazione, o contro alcuni paesi, o alcuni gruppi sociali, ma contro le classi a basso e medio livello in Europa, America Asia, Africa, e in tutto il mondo. Ciò che è oggi in Grecia, è l’immagine del domani in Portogallo, Spagna, Italia ed il resto dei paesi nel mondo.
I lavoratori all’ospedale di Kilkis e nella maggior parte degli ospedali e dei centri sanitari in Grecia non vengono pagati in tempo ed alcuni di loro vedono i loro stipendi tagliati fino praticamente a zero. Un mio collega lavoratore e compagno è stato trasferito nella nostra clinica cardiologica in stato di shock, quando si è reso conto che invece di ricevere il solito assegno di 800 euro ( sì, quello è il suo stipendio mensile) da parte dello stato, ha ricevuto una nota che diceva che non solo non gli sarebbe stato pagato nulla per quel mese, ma deve anche restituire 170 euro. Altri lavoratori sono stati pagati solo 9 (nove) euro per questo mese. Quelli di noi che continuano a ricevere un qualche stipendio li sosterranno in ogni modo possibile.
I lavoratori all’ospedale di Kilkis e nella maggior parte degli ospedali e dei centri sanitari in Grecia non vengono pagati in tempo ed alcuni di loro vedono i loro stipendi tagliati fino praticamente a zero. Un mio collega lavoratore e compagno è stato trasferito nella nostra clinica cardiologica in stato di shock, quando si è reso conto che invece di ricevere il solito assegno di 800 euro ( sì, quello è il suo stipendio mensile) da parte dello stato, ha ricevuto una nota che diceva che non solo non gli sarebbe stato pagato nulla per quel mese, ma deve anche restituire 170 euro. Altri lavoratori sono stati pagati solo 9 (nove) euro per questo mese. Quelli di noi che continuano a ricevere un qualche stipendio li sosterranno in ogni modo possibile.
Questa è una guerra contro il popolo, contro tutta la comunità. Coloro che dicono che il debito pubblico della Grecia è il debito del popolo greco mentono. Non è il debito della gente. E’ stato creato dai governi in collaborazione con i banchieri, al fine di rendere la gente schiava. I prestiti alla Grecia non vengono utilizzati per gli stipendi, le pensioni e l’assistenza pubblica. E’ esattamente il contrario: i salari, le pensioni a l’assistenza sono usati per pagare i banchieri. Stanno mentendo. Contrariamente a quanto dichiarano, non vogliono una società libera dal debito. Creano i debiti loro stessi (con l’aiuto di governi e politici corrotti) per un loro beneficio. Hanno dato alla Grecia un primo ministro banchiere per garantire che il “lavoro” venga fatto correttamente. Il nostro Primo Ministro Lucas Papademos non è sato eletto affatto. E’ stato nominato dalla BCE e dai banchieri, con l’aiuto di politici corrotti Europei e Greci. Questa è la loro interpretazione del termine “democrazia”.
I debiti sono creati dalle banche che creano denaro dal nulla e riscuotono gli interessi, solo perchè i nostri governi hanno dato loro il diritto di farlo. E continuano a dire che quei debiti simo io e tu e i nostri figli e nipoti che dobbiamo pagarli con le nostre risorse personali e nazionali, con le nostre vite. Noi non gli dobbiamo nulla. Al contrario, loro devono al popolo gran parte delle fortune che hanno fatto grazie alla corruzione politica.
Se non apriamo gli occhi su questa verità, diventeremo presto tutti schiavi, lavorando per 200 euro al mese o meno. Questo per quelli di noi che saranno in grado di trovare un lavoro. Nessuna assistenza medica, senza pensioni, senza casa ed affamati, come è il caso oggi per i miei concittadini in Grecia. Migliaia di loro vivono all’aperto e affamati.
Non abbiamo alcuna intenzione di dipingere la realtà con tinte fosche, ma questa è la verità. Questa situazione non è dovuta per causa di un’incidente finanziario o monetario o per un’errore. E’ l’inizio della brutta fase di un lungo processo che segue con cura un piano progettato, un processo che si è avviato decenni fa.
Dobbiamo combattere insieme contro questo piano neo liberista. E questo è ciò che, a Kilkis ed in tante città in tutto il mondo, facciamo ora.
Per il momento, non stiamo considerando l’apertura di un conto per le donazioni. Potremmo, tuttavia aver bisogno di farlo in pochi mesi o settimane, se la situazione peggiora. Ciò di cui abbiamo bisogno oggi più di tutto è il sostegno morale e pubblicità. Le lotte locali di tutto il mondo vanno fatte conoscere e sostenute massicciamente se vogliamo vincere la guerra contro il sistema corrotto. Se potete pensare ad eventuali altri modi per diffondere le nostre notizie ed idee, sarebbe grandioso.
Potete contattarci a enosi.kilkis@yahoo.gr
Ancora una volta, non possiamo ringraziarvi abbastanza per i vostri pensieri e le vostre gentili parole.
Due processi sono attualmente in corso. Uno riguarda Lotta Rivoluzionaria (con otto accusati: quelli che hanno rivendicato l’appartenenza, Kostas Gournas, Nikos Maziotis e Pola Roupa, e Christoforos Kortesis, Sarantos Nikitopoulos, Vaggelis Stathopoulos, Maria Beraha e Kostas Katsenos, che rifiutano le accuse). Adesso, Katsenos è l’unico accusato ad essere detenuto. L’altro processo riguarda il caso Halandri (con quattro accusati: i quattro che hanno rivendicato l’appartenenza alla Cospirazione delle Cellule di Fuoco, Damiano Bolano, Giorgos e Michalis Nikolopoulos, Christos Tsakalos).
Il processo ai quattro compagni di Salonicco accusati di aver compiuto diversi attacchi incendiari tra il 2006 eil 2007 era stato stabilito per il 17 Febbraio, ma rinviato poi al 10 Gennaio 2013. Questo processo segna il primo tentativo da parte delle autorità greche di applicare agli anarchici la legge antiterrorista. Uno degli accusati, Vaggelis Botzatzis, ha già trascorso un anno in detenzione preventiva. Gli altri, Ilias Nikolaou, Dimitra Syrianou e Kostas Halazas erano clandestini fino a quando si sono consegnati nel Dicembre 2008 dopo che a Botzatzis era stato garantito il rilascio condizionale. Nikolaou, Syrianou e Halazas vennero rilasciati, ma Nikolaou venne di nuovo arrestato nel Gennaio 2009 e accusato di aver collocato un dispositivo incendiario in una caserma. Nikolaou ha scontato la condanna ed è stato rilasciato poco tempo fa. Comunque, il nuovo processo si prospetta difficile per tutti e quattro gli accusati.
A Marzo, tra poche settimane, gli ultimi due (almeno speriamo) processi che riguardano Simos Seisidis dovrebbero iniziare. Uno riguarda il furto di un’arma ad una guardia che sorvegliava la casa del giudice della corte suprema Kedikoglou, avvenuto un paio di anni fa. L’altro riguarda una rapina alla Alpha Bank nel quartiere di Nea Halkidona ad Atene, avvenuta diversi anni fa. I due reati gli sono stati attribuiti mentre era in clandestinità, e in sua assenza venne condannato a sei anni per la rapina a Alpha Bank. Pubblicheremo a breve più informazioni dettagliate sulla situazione di Seisidis.
L’8 Marzo è previsto l’inizio del processo al compagno anarchico Apostolis Kyriakopoulos e ad altri tre arrestati durante la rivolta di Dicembre 2008. Kyriakopoulos ha passato sei mesin in prigione prima del rilascio su condizione con accuse di lancio di molotov, ecc.
Il 5 Marzo, Konstantina Karakatsani – condannata a 11 anni durante il primo processo del caso Halandri, presenterà richiesta per la sospensione della pena. Lo stesso, il 19 Marzo, farà Panayiotis Masouras, accusato nello stesso caso.
Il 6 Marzo, la compagna Stella Antoniou, accusata della partecipazione nella Cospirazione delle Cellule di Fuoco, presenterà per la quinta volta la richiesta di rilascio per motivi di salute.
Il processo a Rami Syrianos inizierà il 26 Marzo. Egli è stato arrestato nel Gennaio 2011 dopo una rapina ad un’asta di veicoli a Salonicco. Un altro compagno, Kleomenis Savvanidis, sarà processato insieme a lui. Savvanidis venne arrestato lo stesso giorno di Syrianos e accusati di essere suo complice nonostante la mancanza di prove. Avendo dato un solido alibi e con diverse testimonianze a suo favore, Savvanidis è stato rilasciato su condizione due giorni dopo l’arresto, ma restano le accuse a suo carico.
L’udienza d’appello per Vaggelis Chrysochoidis e Polykarpos Georgiadis è programmata per il 26 Aprile. Entrambi sono stati arrestati nell’estate 2008 e accusati del rapimento dell’industriale Giorgos Mylonas e di altre rapine. Sono stati condannati a 22 anni e 6 mesi.
In tempi in cui i poveri sono battezzati come dei “mendicanti” e i ricchi come “filantropi”… in tempi di crisi generalizzata, quando il totalitarismo avanza, quando il centro di Atene è sotto uno stato di polizia per essere ricostruito, e le persone che lottano e provengono dagli strati sociali più bassi sono stigmatizzate come criminali, quando i migranti sono oggetto dell’accelerazione della società verso il fascismo e dagli attacchi razzisti… In questi tempi i centri sociali, come collinette di resistenza e lotta contro la barbarie, sono minacciati dalla repressione di stato…
OCCUPIAMO LE CASE VUOTE
PRENDIAMO LA VITA NELLE NOSTRE MANI
All’alba di giovedì 23 febbraio, abbiamo attaccato vari obiettivi in cinque aree differenti di Atene:
– Bancomat della National Bank of Greece a Thymarakia
– Bancomat della Marfin bank a Palaio Faliro
– Un veicolo del giornale Free Sunday, dell’editore Giorgos Kyrtsos, a Ilioupoli
– 4 bancomat a Ano Petralona (due della National Bank, uno della Piraeus bank, uno della Millennium bank)
– Una sede del Ministero della Cultura a Exarchia
Dedichiamo questi attacchi alla compagna anarchica Stella Antoniou, che è incarcerata nella prigione femminile di Koridallos dal 4 dicembre 2010, originariamente accusata di partecipazione in un’organizzazione terrorista sconosciuta, accusa che presto diventò partecipazione nella Cospirazione delle Cellule di Fuoco, secondo gli astratti scenari dell’unità antiterrorista della polizia. La verità è che Stella è accusata per la sua posizione combattiva contro lo Stato ed il Capitale. Mantiene questa posizione combattiva fino ad oggi, dentro le mura della prigione, partecipando attivamente alle lotte di massa dei reclusi, così come con la sua presenza nei problemi della vita quotidiana in carcere.
Stella affronta gravi problemi di salute cronici, che rendono il suo rilascio immediato, ed un suo regolare monitoraggio da parte dei dottori imperativo, qualcosa che è impossibile che succeda in quello che è chiamato in maniera eufemistica ospedale della prigione di Koridallos.
La posizione delle autorità dell’accusa, attraverso la ripetuta respinta delle sollecitazioni per il suo rilascio, mostra la natura vendicativa dello Stato contro le persone che ancora combattono; contro tutti coloro che né abbassano la loro testa, né accettano l’oppressione e la miseria imposte dal Potere dominante.
Nei nostri tempi, quando le ineguaglianze classiste diventano palesi nella pratica, colpendo sempre più strati sociali, noi progettiamo la solidarietà di classe tra i combattenti, la creazione di tumuli contro i piani del dominio, la rivoluzione sociale come unica via d’uscita verso la liberazione delle nostre vite.
Mandiamo i nostri saluti militanti all’anarchica Stella Antoniou e chiediamo il suo rilascio immediato
SOLIDARIETA’ CON ALEXANDROS MITROUSSIAS, KOSTAS SAKKAS E GIORGOS KARAGIANNIDIS, ACCUSATI PER LO STESSO CASO
Alcuni manifesti diffusi dal collettivo anarchico Vogliamo Tutto di Atene:
SIETE STATI, E RIMARRETE, FECCIA, SPIE E GIORNALISTI.
“Giovani incappucciati saccheggiano il centro di Atene. La città in fiamme è nelle loro mani. Caos, 50 vandali distruggono tutto ciò che trovano dinnanzi a loro e respingono i dimostranti pacifici. Dov’è la polizia?” (descrizione degli eventi del 12 Febbraio fatta dai media).
Gli scagnozzi dei padroni hanno offerto ancora una volta le proprie credenziali. La disgustosa attività dei giornalisti che non hanno esitato a parlare di lavoratori minacciati di perdere il lavoro come conseguenza degli scontri, o presunti piccoli imprenditori (si, le banche e le multinazionali!) di Stadiou Avenue! … fino alle teorie cospirative, ai provocatori parastatali. Queste non sono solo voci giornalistiche contorte o suscettibili. La fogna scoperchiata dalla feccia dei media è una pratica standard del dominio. Diffamazione, calunnie e disinformazione mirano all’isolamento e alla condanna della controviolenza sociale e a mettere paura ai proletari in lotta e agli insorti.
A QUESTO PUNTO, NESSUNO PUO’ FARE A MENO DI PRENDERE UNA POSIZIONE. POTETE CHINARE IL CAPO O SCENDERE NELLE STRADE!
Vogliamo tutto e per tutti, gruppo anarchico nel quartiere di Nea Smyrni e nelle zone vicine
SIAMO STATI, E RIMARREMO NELLE STRADE E SULLE BARRICATE
“Migliaia di insorti proletari hanno scelto di scontrarsi furiosamente con le forze repressive dei padroni, o si sono rifiutati di ritirarsi da Syntagma Square, nonostante l’infinito lancio di lacrimogeni da parte dell’antisommossa.” (Descrizione di ciò che abbiamo vissuto durante i magici momenti delle barricate ma anche delle proteste del 12 Febbraio).
Nel giorno della decisione sull’accordo dei prestiti, il giorno dove i padroni locali e internazionali decidevano il totale dissanguamento dei loro sottoposti, centinaia di migliaia di persone sono scese nelle strade. Slogan, passione, scontri, incendi di banche e catene commerciali, espropri e solidarietà attiva tra lavoratori nelle strade. I seguci della democrazia hanno attaccato con forza ma hanno fallito nel contenere la rabbia della gente. Ai telegiornali della sera, è seguita una seconda ondata di attacco repressivo da parte dei media, nel tentativo di intralciare la controviolenza sociale e di calunniare la moltitudine in lotta. E ancora, chiunque si sia trovato nelle strade in quei giorni sa fin troppo bene cosa è successo, sa chi sono i vari parastatali, chi ruba le loro vite, chi sono i nemici. Non esiste qualcosa come la realtà oggettiva. Potete rimanere spettatori, o essere li…
Vogliamo tutto e per tutti, gruppo anarchico nel quartiere di Nea Smyrni e nelle zone vicine
La testimone Mattheou, residente a Dafni, era la proprietaria dell’auto su cui Lambros Foundas venne ucciso dai poliziotti. La donna, ovviamente, non ha potuto testimoniare nulla. Lei venne a sapere dell’incidente dalla televisione. Non ha neanche sentito i colpi di pistola. Non ha neanche ricordato se la sua macchina, che ha visto dopo un anno e mezzo, avesse due o tre fori di proiettile.
Della scena a Dafni, ha commentato N. Maziotis, l’accusa ha convocato solo questo testimone e non i due poliziotti coinvolti nell’omicidio di Lambros Foundas. Non ha convocato gli assassini, ovviamente per motivi di protezione. Questo comportamento non ci sorprende, ha continuato. Il ruolo della corte è di proteggere gli scagnozzi del sistema. Il valore della vita e della giustizia è rapportato alla stato di classe. Voi proteggete solo quelli come voi. Lambros Foundas rimarrà nella storia come combattente. Ha perso la vita combattendo per il cambiamento della società, quindi la crisi diventa la causa della rivoluzione sociale. E’ nostro compito difendere Lambros Foundas. Lui non è morto. E’ presente e immortale.
Questo giorno è particolarmente importante per noi cosi come per l’organizzazione, ha continuato P. Roupa. Parleremo del nostro compagno, per noi lui è ancora vivo. Lambros Foundas è “caduto” durante una precisa scelta dell’organizzazione. Lui è un simbolo della resistenza e dell’imminente rivoluzione sociale.
La testimone Vagou, proprietaria di un appartamento ad Ano Patissia, ha citato un tale Mantalozis che ha affittato l’appartamento, con il suo documento di identità. Quando ad un certo punto delle tasse comunali rimasero non pagate, lei guardò nella rubrica, trovato il Mantalozis, lui disse di non essere coinvolto, e lei capì che qualcosa non andava, fin quando lui le disse che sarebbe andato alla polizia. Lei potè entrare nell’appartamento solo 6 mesi dopo l’intervento della polizia e trovò tutto annerito per il tentativo di trovare impronte. Le dissero che non avevano trovato nulla. La testimone ha insistito nel dire che non riconosce alcuno degli accusati. Continue reading Aggiornamento sul processo a Lotta Rivoluzionaria, 06-02-2012→
La vecchia fabbrica della Peiraiki-Patraiki (ex produttore tessile più grande della Grecia) è una vasta area di edifici abbandonati proprio di fronte l’ultima Entrata/Uscita del nuovo porto di Patrasso. Negli ultimi mesi poche centinaia di immigrati provenienti dall’Afghanistan, Sudan e altri provenienti dall’Algeria, Somalia e dal Marocco hanno cominciato a vivere in questa zona. E’ una sede “precaria” per le persone che cercano di uscire dalla Grecia tutti i giorni, attraverso il porto, verso una nuova vita.
Non è solo un sogno quotidiano ed un aspirazione di andarsene, però, ma anche una continua lotta per la sopravvivenza; una quotidiana lotta con tutto ciò che comporta. I camion corrono attraverso gli immigrati uccidendoli, e gli immigrati muoiono all’interno dei camion in cerca di un riparo, oppure muoiono dal freddo; devono affrontare gli elementi ed alcuni congelano fino alla morte. Poi c’è sempre la polizia portuale, che li picchia, tortura ed umilia.
Negli ultimi 20 giorni, durante le vacanze di Natale, ci siamo ritrovati accanto ai migranti, dopo ripetuti incidenti, qua riassumiamo le condizioni di miseria e barbarie che vengono riservate loro a Patrasso, come un confine, come un passaggio per il loro transito verso l’Europa. Per essere più specifici :
20-12/2011 : Un 27 enne Afghano si è ferito seriamente alla testa dopo essere saltato dal secondo piano di un palazzo in costruzione nel tentativo di evitare i poliziotti che lo stavano inseguendo a Rio (una zona della città di Patrasso). Gli stessi poliziotti, nonostante il fatto abbiano visto la caduta, hanno lasciato il 27 enne dove si trovava, per terra ferito. Dopo un pò alcuni residenti della zona hanno chiamato un’ambulanza. I medici ospedalieri hanno negato le cure (perchè non aveva i documenti). Quando si sono accorti che aveva un’emorragia interna, lo hanno operato. Dopo l’operazione è rimasto sedato per 15 giorni. Oggi si trova nella clinica neurologica dell’ospedale generale di Patrasso in condizioni stabili.
23-12/2011 : I migranti che vivono nella Peiraiki-Patraki hanno fatto una manifestazione verso il centro della città e ritorno, con il supporto della gente che mostrava solidarietà, per protestare riguardo l’incidente del 27 enne ed in generale per le loro condizioni di vita.
27-12/2011 : Due giovani immigrati Afghani, che erano scomparsi il giorno precedente, sono tornati alla vecchia fabbrica pieni di ferite alla testa e alle gambe dopo essere stati duramente picchiati dalla guardia costiera dentro il nuovo porto.
03-01/2012 : Tre immigrati (di età compresa tra i 15 ed i 19 anni), che erano appena arrivati alla Peiraiki-Patraiki e non erano riusciti ha trovare un posto dove stabilirsi, hanno trovato rifugio nella cabina di un camion abbandonato all’interno della fabbrica. Hanno fatto un piccolo fuoco in un bidone di metallo per tenersi in caldo, ma sono rimasti bloccati all’interno del veicolo. Ciò ha portato uno di loro alla morte per mancanza di ossigeno e gli altri due sono finiti all’ospedale con gravi problemi di salute. I media locali hanno completamente distorto l’incidente ed hanno detto che il migrante è stato trovato morto nella zona del porto, all’interno di un camion che aveva l’Italia come destinazione finale.
04-01/2012 : Il giorno dopo il decesso all’interno del camion, circa 10 fottuti della DIAS (poliziotti in moto) sono entrati nella fabbrica all’alba. Hanno svegliato coloro che dormivano con calci e pugni, ed hanno proceduto a strappare e bruciare i documenti, rubandogli i soldi e i telefoni cellulari, insultandoli ed umiliandoli.
05-01/2012 : Le forze di polizia hanno fatto irruzione nella vecchia fabbrica ed hanno arrestato più di 50 immigrati, hanno poi raccolto e bruciati i loro averi con l’ausilio dell’OLPA SA (Autorità Portuale di Patrasso-OLPA, l’organizzazione che gestisce il porto di Patrasso) e probabilmente anche con l’aiuto del Comune di Patrasso. In particolare, hanno radunato vestiti, scarpe, coperte e quant’altro hanno potuto scoprire appartenere agli immigrati in cumuli, per gettarli nel fuoco o nell’immondizia.
Secondo i rapporti della polizia, 25 degli arrestati sono stati rilasciati mentre gli altri sono stati trasferiti nei centri di detenzione della polizia regionale ( a Pyrgos, Aigio, ecc.). Mentre il fuoco ardeva nei tre diversi luoghi che i poliziotti avevano appiccato, e distruggeva i beni dei migranti, le persone dell’OLPA sigillavano la fabbrica per rendere difficile ai migranti la permanenza.
Dopo l’arrivo nella zona di persone in solidarietà con gli immigrati, i poliziotti se ne sono andati. I vigili del fuoco sono arrivati 2-3 ore più tardi. Quel pomeriggio, anarchici, anti autoritari ed altri solidali hanno fatto una manifestazione nel centro di Patrasso come prima risposta per l’azione oppressiva contro i migranti.
Dopo l’arrivo nella zona di persone in solidarietà con gli immigrati, i poliziotti se ne sono andati. I vigili del fuoco sono arrivati 2-3 ore più tardi. Quel pomeriggio, anarchici, anti autoritari ed altri solidali hanno fatto una manifestazione nel centro di Patrasso come prima risposta per l’azione oppressiva contro i migranti.
Per noi è molto importante sottolineare lo speciale ruolo che L’OLPA, la polizia, la guardia costiera e i media ufficiali giocano nelle operazioni repressive contro i migranti della Peiraiki-Patraki. Vorremmo iniziare dall’OLPA, il proprietario di questo luogo che usa la scusa del poter fare soldi nella zona della fabbrica per giustificare questi attacchi contro gli immigrati.L’OLPA ha la responsabilità politica per i fatti del 5 Gennaio, così come per qualsiasi altra operazione potrebbe accadere in futuro in questo specifico ambito. Per questa organizzazione, il porto è una zona rossa ed un confine della fortezza Europa che dev’essere protetta con intensi controlli (dalle guardie di sicurezza e dai poliziotti portuali), in modo che il porto di Patrasso non perda l’immagine del moderno sistema di porto europeo. Come risultato, si distinguono contro la presenza dei migranti sia all’interno del porto che all’interno degli edifici della Peiraiki-Ptatraiki, dal momento che la loro presenza vicino i loro ingressi influenza, sia la credibilità del trasporto passeggeri e merci, che la sua immagine come potenziale zona turistica. L’obbiettivo del l’OLPA è quello di far scomparire gli immigrati da questa zona. Ciò può essere ottenuto attraverso la collaborazione della guardia costiera e della polizia, che sono da anni i responsabili di umiliazioni, pestaggi, torture e morte dei migranti.
Il modo come lavorano i meccanismi per l’applicazione della legge lo conosciamo ampiamente ormai da anni. Allo stesso tempo partecipano al traffico a pagamento degli immigrati, facendo finta di adempiere al loro ruolo istituzionale di ordine e legalità. Con tattiche tipicamente mafiose, hanno permesso ad alcuni di loro di passare ogni qualvolta ciò risulti favorevole ai loro traffici, mentre li hanno picchiati duramente ogni volta che non seguivano la “corretta” via per accedere al porto. Per noi, il loro ruolo istituzionale ed il ruolo mafioso sono due facce della stessa medaglia. Essi confermano la loro esistenza come istituzione che perpetua le condizioni di oppressione e sfruttamento. Fondamentalmente, questo è quello che fanno ogni volta che picchiano gli immigrati, attaccare coloro che resistono, mentre proteggono i padroni e le loro strutture. Questo è anche esattamente quello che fanno quando torturano i migranti, quando tengono le loro teste nel mare gelido, quando rubano loro il denaro e i telefoni cellulari, quando maledicono il loro paese ed il loro dio, quando bruciano le loro scarpe, i vestiti e le coperte…
Naturalmente non dobbiamo mai dimenticare in tutto questo i mass media. Dalla morte del migrante all’interno del camion per mancanza di ossigeno, causato dal suo tentativo di scaldarsi, fino all’attacco che ha avuto luogo il 5 Gennaio, i mass media hanno nascosto o distorto i fatti. Sono le stesse istituzioni la cui retorica si basa sullo sforzo di creare una società basata sulla paura degli immigrati e propone l’aumento della polizia come soluzione. Durante il tentativo di legittimare moralmente questo loro discorso, ogni tanto si ricordano le terribili condizioni di vita e la “tragedia di queste persone“, al fine di vestire il lavoro dei meccanismi repressivi di un mantello umanitario.
Siamo solidali con i migranti, non come proveniente da un senso di carità, ma di riconoscimento che in una società strutturata in classi, completa di relazioni autoritarie, l’unica scelta per coloro che sono in basso è quello di creare una comunità di lotta, senza gerarchie e divisioni nazionalistiche. Ai nostri occhi, il nemico non è quello della migrazione, ma le guerre, i saccheggi dell’economia, l’emorragia di interi paesi e persone, e , infine, il significato di capitalismo, tutto ciò che causa la migrazione…
POLIZIOTTI, GUARDIA COSTIERA, AUTORITA’ PORTUALI, MASS MEDIA
SAREMO SEMPRE CONTRO DI VOI.
GIU’ LA MANI DAI MIGRANTI ! LA SOLIDARIETA’ E’ LA NOSTRA ARMA !
Collettivo partecipativo di parola e azione di Perasma (passaggio) dell’occupazione Maragopouleio, via Gournari 102, Patrasso
Sul diritto all’aborto, non si negozia. Risposta alla posizione ufficiale di Walter Bond sull’aborto.
Con grande sorpresa abbiamo letto, lo scorso novembre, la posizione ufficiale contro l’aborto che ha pubblicato il combattente imprigionato dell’ALF, Walter Bond. Si tratta di un testo i cui argomenti sono stati estratti dalle più vili tendenze del conservatorismo cristiano, mescolate con un po’ di presupposto antirazzismo ed ecologismo. Gli altri suoi argomenti consistono, meramente, in un’inversione della realtà.
Anzitutto, dobbiamo chiarire che l’aborto non è una pratica scoperta e diffusa con la civilizzazione industriale, così come pretende di farci credere Walter, tutt’altro. Si tratta di una pratica diffusa tra le donne che ha le sue radici ai primordi della Storia e addirittura della preisotria. Per molti anni, il fatto che le donne controllassero quanti figli avrebbero avuto e quando, era considerato normale e completamente accettabile. Con l’espansione del patriarcato e delle oppressive religioni monoteiste, che avevano come obiettivo proteggere la proprietà privata, le donne diventarono un oggetto di riproduzione di successori-eredi. Nonostante ciò e durante i secoli, le donne continuarono, in segreto, gli aborti effettuati a vicenda e soffrendo, naturalmente, le rispettive persecuzioni, sia per l’Inquisizione, sia per i loro mariti arrabbiati. Bond vuole che torniamo a queste pratiche? Considera che la lotta contro i vivisettori ed i cacciatori debba svolgersi contro le donne che lottano per la loro autodeterminazione?
Negli ultimi due secoli, le donne, come gli schiavi, hanno lottato eroicamente per ottenere diritti fondamentali che non furono loro regalati. La pratica comune dell’aborto, prima della sua legalizzazione, e che continua a praticarsi oggi nei paesi dove l’aborto è illegale, viene eseguita in spazi inappropriati, senza trattamento farmaceutico e col grande rischio per la vita e la salute di queste donne, avendo come conseguenza la loro esclusione sociale e pene di prigione, nel caso in cui fossero scoperte. Nell’Italia cattolica, fino alla metà dei ’70, l’aborto era un crimine che veniva punito col carcere. Non è un caso che la legalizzazione del diritto all’aborto sia arrivata contemporaneamente alla legalizzazione dei diritti che riteniamo evidenti e necessari per le donne. Continue reading Atene: Comunicato dell’Assemblea per l’Azione Antispecista→
Sabato 18/02, nella piazza centrale di Aghia Paraskevi (periferia nord di Atene), l’assemblea aperta dei residenti ha tenuto un raduno con microfono contro la repressione di stato, con la partecipazione di 50 persone, in solidarietà con il nostro compagno Panayiotis K. (membro dell’assemblea popolare) e degli altri tre compagni che sono stati arrestati alla manifestazione di Domenica 12/02, che si trova sotto CUSTODIA CAUTELARE da Giovedì, 16/02.
Il presidio è durato tre ore. Un comunicato è stato distribuito fra i passanti ed è stato letto attraverso l’impianto audio. Uno dei tre striscioni posti nella piazza recita “Poliziotti, mass media, autorità giudiziarie, giù le mani dai combattenti. Il 12 Febbraio è stato solo l’inizio. Rivolta fino al rovesciamento. Tutti nelle strade!”.
Noi condanniamo la custodia provocatoria e fascista, così come la gogna mediatica verso Panayiotis e gli altri tre manifestanti.
Esprimiamo la nostra solidarietà incondizionata verso gli arrestati e chiediamo la loro immediata liberazione. La solidarietà è la nostra arma!
Dal momento che l’attacco generalizzato a tutta la società in termini di diritti del lavoro, sociali e politici ha avuto una massiccia risposta la scorsa Domenica, 12-02, con il concentramento di centinaia di miglia di manifestanti in tutta la Grecia, il Potere gioca la sua ultima carta, quella di intensificare la repressione, per poter gestire la rabbia sociale.
Domenica mattina, decine di attivisti sono stati rapiti dallo Stato-terrorista, alcuni addirittura dalle loro case. Quattro dimostranti ateniesi, difensori del diritto alla vita, e non alla mera sopravvivenza, sono stati imprigionati prima del processo che potrebbe richiedere mesi prima del suo inizio. Altri sono stati perseguiti tre giorni dopo le proteste e le dimostrazioni in altre città Greche. Pochi giorni prima, sui canali televisivi e sui media, grande presenza dei politici, dirigenti collaboratori della Troika che sollevavano interrogativi sull’esistenza e sul funzionamento di Indymedia.
Con un’annuncio di Venerdì pomeriggio, 17/02, il Rettore del Politecnico di Atene mette in guardia il pubblico circa interruzioni di energia negli edifici universitari per motivi di “manutenzione”! Hanno trovato così un modo per imbavagliare athens.indymedia.org, tagliando l’energia elettrica. Hanno già lanciato attacchi informatici al server di Atene IMC domenica scorsa, 12/02, durante le grandi manifestazioni in tutto il paese.
Questo annuncio puzza di repressione di stato da chilometri di distanza., soprattutto se prendiamo in considerazione la sequenza degli eventi e delle pressioni della scosra settimana, con l’inasprimento dell’atteggiamento del regime. Questo odora di cattive notizie in vista della prossima mobilitazione di larghe parti della società, Domenica 19 Febbraio, dal momento che Atene IMC è uno dei pochi spazi dove gli eventi sono comunicati dai partecipanti senza mediazioni o distorsioni dei sottomessi media pubblici.
Ma continueranno a trovarci di fronte a loro.
P.S. Non abbiamo dimenticato, naturalmente, tutte le precedenti manipolazioni non repressive dello Stato, in coordinamento con i fascisti, anche allora, quando non hanno collaborato ufficialmente l’uno con l’altro e hanno mantenuto una certa formale distanza…
Da https://chat.koumbit.net si può accedere al canale IRC di Atene IMC per la diffusione immediata di aggiornamenti, scegliere un nickname distintivo su (Nicknames:) e digitare #athens nel campo (Channels)
Canzone anti autoritaria, basata su una poesia del 1978 della poetessa anarchica Katerina Gogou, riarrangiata dalla band Entropia
“25 Maggio”
Una mattina aprirò la porta,
e uscirò per le strade, come ho fatto ieri
E penserò a nient’altro
ma quel pezzo dal padre e dal mare
questi unici pezzi con cui mi hanno lasciato ;
e la città, la città che hanno lasciato a marcire, ed i nostri amici che sono andati perduti.
Una mattina aprirò la porta
e passerò direttamente nel fuoco
Vado fuori come ho fatto ieri,
gridando “fascisti!”
erigendo barricate e lanciando pietre,
con una bandiera rossa tenuta in alto, splende il sole.
Aprirò la porta_ e non è che ho paura –
ma, vedete, volevo dirti
che io non ce l’ho fatta in tempo
e che avete bisogno d’imparare
non scendere nelle strade senza nessuna arma
come ho fatto io; perchè non ho fatto in tempo,
altrimenti sparirete come ho fatto io, “così”, “vagamente”,
rotto in piccoli pezzi come il mare,
anni d’infanzia e striscioni rossi.
Una mattina apro la porta e svanirò via con il sogno della rivoluzione
all’interno della solitudine infinita delle strade che saranno in fiamme,
all’interno della solitudine infinita delle barricate di carta,
essere chiamati – non ci credo! – come “provocatori”.
I nostri cuori battono per la libertà. Quando si guarda la Grecia, dove migliaia di persone, ogni volta più intensamente, si rivoltano contro lo Stato, il Capitale, lo sfruttamento e l’oppressione, vengono picchiate sempre di più.
In solidarietà con i rivoltosi vogliamo partecipare alla diffusione della rivolta da qui, nel quasi pacifico territorio del capitalismo.
Siamo pieni di passione per una società libera, una società solidale in cui ognuno auto determina la propria vita e in cui il denaro non ha alcun ruolo per quel che riguarda i bisogni di base.
In profonda negazione con il sistema dominante del denaro, dei privilegi e dell’autorità, abbiamo scaricato la nostra rabbia contro le vetrine e un Bancomat della Commerzbank della città di Bielefeld, nella notte del 17 Febbraio.
Questo è l’ottavo giorno d’occupazione del palazzo dell’amministrazione della Prefettura di Chania, Creta. Abbiamo appena tradotto il nostro principale comunicato in Inglese e ve lo mandiamo, per informarvi e condividere il messaggio delle occupazioni in tutto il mondo. C’è anche una traduzione in francese disponibile qui. Abbiamo pure un blog e una radio in internet, in diretta dall’occupazione. Oggi alle 18.00 abbiamo organizzato una marcia per le strade nei principali quartieri di Chania. A Creta ci sono edifici occupati anche a Rethimno e Lasithi. Inoltre, gli studenti giorno dopo giorno stanno occupando le scuole. Ci sono almeno 11 scuole occupate a Chania a tutt’oggi.
Il 15 Febbraio, dopo una decisione unanime, l’assemblea pubblica aperta dell’amministrazione della prefettura occupata di Chania , ha occupato il canale TV pubblico “Nea Tileorasi Kritis” (NEA TV). Ecco il relativo video:
Comunicato dell’amministrazione della Prefettura occupata di Chania
Facciamo parte anche noi delle persone che lottano, che si sono precipitate in strada per le dimostrazioni dello sciopero di 48 ore e nelle massicce proteste di Domenica, 12 Febbraio, contro la svalutazione del nostro lavoro e la depauperazione della nostra vita. Venerdi, 10 Febbraio, dopo il corteo per le vie della città, abbiamo occupato l’edificio della Prefettura di Creta a Chania. L’occupazione serve come centro di incontro e coordinamento di uno sforzo collettivo per organizzare la lotta per una vita che sia caratterizzata dalla solidarietà, dalla resistenza e per la dignità. Bloccando l’ordinaria funzione del palazzo centrale dell’amministrazione, poniamo una pressione politica contro l’attuazione delle recenti decisioni degli sfruttatori stranieri e locali. Ci riferiamo al voto fatto da parte del parlamento Greco del secondo Memorandum e alle nuove misure d’austerità basate richieste della Troika (UE/FMI/BCE) e del capitalismo mondiale.
Salutiamo le centinaia di migliaia di manifestanti che nei giorni scorsi, e specialmente Domenica, 12 Febbraio, hanno lottato contro la barbarie e il saccheggio dei beni sociali di base quali la sanità, l’istruzione, l’elettricità e l’acqua.
Siamo una parte delle dozzine di occupazioni di palazzi delle amministrazioni statali, delle strutture scolastiche e delle fabbriche, che si sono diffuse in tutto il paese nei giorni scorsi. Contro uno spirito di lotta in declino e in disfatta, dopo la votazione del parlamento delle nuove leggi, continuiamo a combattere contro i falsi dilemmi che essi ci impongono, come quello del “default o consenso”. Chiediamiamo ai sindacati di base dei lavoratori di Chania di prendere decisioni per uno sciopero generale a lungo termine. Invitiamo i cittadini di Chania e della campagna, gli studenti, i lavoratori e i disoccupati, gli immigrati e i residenti, ad unire le nostre idee, agonie e creatività.
Per difendere la dignità del nostro lavoro e delle nostra vita
No alla persecuzione verso gli arrestati nelle manifestazioni dello sciopero
Solidarietà – Vittoria al lungo sciopero delle “Acciaierie Greche” e a tutte le lotte dei lavoratori
Tutti avanti per uno sciopero selvaggio permanente
Invitiamo tutte le persone a partecipare all’assemble pubblica aperta tutti i giorni alle ore 20.00 nella Prefettura occupata di Chania e nelle azioni che vengono decise. Negli ultimi giorni centinaia di persone hanno partecipato alle decisioni prese in queste assemblee.
Da sinistra a destra dell’immagine: Ilias Kasidiaris (scagnozzo di Alba Dorata), un’altro portavoce del sindacato, Ilias Panagiotaros (scagnozzo di Alba Dorata) e Giorgos Sifonios (presidente del sindacato dei lavoratori, sembra completamente amichevole sia con gli Stalinisti che con i neo-Nazi)
In un’articolo sul sito web ufficiale dei neo-Nazi si legge “Alba Dorata (Chrissi Avgi)dalla parte degli scioperanti delle Acciaieri Greche!” I neo-Nazi hanno pagato la visita alla fabbrica e hanno distribuito beni di consumo su cui hanno messo degli adesivi con il loro nome e la bandiera nazionale, su cuisi legge il loro motto razzista “…per pulire il luogo per bene”. E cosa hanno fatto gli scioperanti? Hanno accettato la loro “offerta” ed hanno anche permesso loro di diffondere la loro vomitevole propaganda. Abbiamo visto il relativo video; sappiamo che ciò è vero; non ci interessa mostrarvi questo sudiciume, Quello che vogliamo dire è che questa è una completa vergogna per ciò che riguarda il concetto di lotta sindacale. Non solo i metalmeccanici di Aspropyrgos non hanno finora tagliato i loro legami con gli stalinisti del KKE e del PAME, ma ora alcuni di loro hanno avuto il coraggio di applaudire gli assassini di Alba Dorata. Anche se questi scioperanti potessero ritrovare quel poco di dignità che gli è rimasta e denunciassero pubblicamente la visita dei neo-Nazi nella fabbrica (17-02), noi chiariamo che non tollereremo nessun altro discorso dei neo-Nazi al riguardo delle lotte dei lavoratori. Non è solo assurdo, ma ci fà fottutamente incazzare. La forte ondata della stessa solidarietà, mostrata ai metalmeccanici dalla gente attraverso la nazione e il mondo durante tutti i passati 108 giorni del loro sciopero, domanda loro di non peggiorare le cose.
In culo ai neo-Nazi. Non comprare la loro merda.
Guerra civile sociale!
Più di 100 persone si sono radunate a piazza de la Comediè, la sera del 16 Febbraio, per dimostrare la loro solidarietà con le lotte sociali in Grecia. Dopo qualche ora, e mentre si cantavano slogan come “Ad Atene, come a Lione, la crisi è il capitale, solidarietà internazionale” (A Athènes comme à Lyon, la crise, c’est le capital, solidarité internationale), i manifestanti hanno iniziato a marciare per le strade di Lione. Durante la rumorosa dimostrazione, sono stati fatti graffiti di solidarietà e anti capitalisti in greco ed in francese, e sono anche state lanciate uova sulle facciate di varie banche.
Nella notte di Lunedi 13 Febbraio, abbiamo gettato bottiglie e uova piene d’inchiostro contro l’ufficio del deputato del PASOK e vice presidente del parlamento, Grigoris Niotis, come anche contro gli uffici locali del partito di Nea Dimokratia e del Laos, che si trovano nella piazza di Agios Nikolaos, nel quartiere Nikaia.
Quest’azione simbolica e’ stata un segno della nostra rabbia verso tutti coloro che hanno ipotecato la nostra vita e la vita di tutta la societa’, seguendo gli ordini degli interessi economici locali ed internazionali e dei meccanismi del potere.
La lotta continua. La rabbia sociale vi seppellira’.
Vi invitiamo a una proiezione cinematografica sugli ultimi avvenimenti in Grecia. Verranno proiettati diversi scioperi generali e manifestazioni avvenuti in Grecia, dall’Ottobre 2011, il 17 Novembre e il 6 Dicembre fino agli eventi del 12 Febbraio 2012. Ci sarà musica anarco hip-hop. Inoltre, sarà offerto il cibo favorito dai Greci il pita gyros (naturalmente vegano). Organizziamo tutto ciò non solamente per divertimento, ma per sostenere le persone che lottano ad Atene con una colletta di soldi. Inoltre, saremo lieti di ricevere donazioni di vecchie maschere antigas. Unitevi a noi numerosi!
La solidarietà è un’arma
“I manifestanti non hanno fatto abbastanza. Avrebbero dovuto fare di più. Avrebbero dovuto dimostrare in un milione di persone. Tutti questi idioti, come me, non sono andati nelle strade. Tutto sarebbe dovuto essere distrutto; anche, ogni pietra del parlamento. Perchè i politici sono truffatori. Nominatene uno che non sia un’impostore”. – un’uomo anziano in piazza Syntagma 13-02-2012
Quando: 27-02-2012 | Luogo: Kadterschmiede {R94} | Ora : 21.00
Il 16 Febbraio 2012, solo pochi giorni dopo le proteste senza precedenti contro il secondo memorandum e i vasti scontri ad Atene e in altre città greche, i “segugi della polizia” dietro ordini dei loro superiori politici – che sono ovviamente in grande panico – hanno rilsciato foto e dettagli dei dimostranti (quattro locali e un immigrato), che erano tra gli arrestati del 12 Febbraio ad Atene. Inoltre, i poliziotti hanno chiesto ancora una volta ai cittadini di diventare spie.
Lo Stato inoltre ha fatto circolare foto del corteo ad Atene, chiedendo ai potenziali infami di fornire testimonianze anomime. Le foto sono state prima postate sul sito ufficiale della polizia greca e poi in altri blog affiliati, come anche in molti media di regime – il sito della polizia è stato prima manomesso, forse a cusa di un altro attacco diretto di Anonymous.
I volti dei dimostranti sono stati mostrati pubblicamente prima del processo. In altre parole, e secondo l’aggiornata legge antiterrorista, essi sono stati giudicati colpevoli a priori. Poco dopo il rilascio delle foto, nuove accuse sono state addossate a quattro di loro, le accuse sono state unite, e il magistrato “imparziale” e l’accusa hanno deciso la loro carcerazione pre-processo.
Ciò non ci sorprende. Questa è un’altra misura esemplare del sistema, un tentativo di terrorizzarci tutti, una plateale dimostrazione di forza delle autorità politiche, poliziesce, giudiziarie e dei media, nel contesto della moderna giunta greca. I nostri compagni sono detenuti senza “prove incriminanti”, perché hanno dimostrato la loro dignità e sono scesi in strada contro le misure di schiavitù. I nostri compagni non verranno lasciati soli. Un governo che manca completamente di alcuna legittimità sociale o anche “costituzional” ci sta minacciando tutti. Ma il consenso sociale è collassato. Siamo in guerra.
Rilascio immediato di tutti gli arrestati e proscioglimento di tutti gli accusati dopo le proteste nazionali! Nessuna tolleranza per i killer in uniforme e i mercenari di stato!
Roghi e incendi per tutti gli obiettivi connessi alla Grecia (ambasciate, consolati, ecc) e per tutti i mausolei del capitale. Supportateci adesso! Agite adesso!
A Barcellona il 3 Febbraio, alle 22.40, diverse telecamere a circuito chiuso sono state distrutte in tutta l’area metropolitana come gesto di solidarieta’ alla chiamata che Atene ha lanciato per il giorno seguente contro lo “stato d’emergenza” imposto in Grecia. Il 6 Febbraio, alle ore 20.30, un gruppo di dieci compagni hanno bruciato cinque bidoni della spazzatura nelle strade ed hanno fatto alcuni graffiti (“Nessun controllo”; “Prigionieri nelle strade”; “Ama la liberta'”; “Attacca lo stato”) nel contesto della settimana d’azioni decentralizzate chiamate in solidarieta’ con i compagni detenuti che si sono mobilitati contro le torture e gli abusi nelle carceri di tutta la Spagna attraverso digiuni, sit-in ed altri atti di disobbedienza. Gli anarchici nichilisti hanno rivendicato la responsabilita’ per le azioni dirette, affermando: “Abbiamo visto in Cile, le banlieues, nella nostra bella e ribelle Exarchia, a Charleroi, Heraklion o Barcellona che la rivolta e’ possibile“.
A Madrid, diverse centinaia di persone si sono riunite Lunedi sera,13 Febbraio davanti l’ambasciata Greca per protestare contro la violenza della polizia, in solidarieta’ con il popolo greco, a cui l’Unione Europea chiede enormi sacrifici. Sono state tenute sott’occhio da numerosi agenti di polizia nazionale. Inoltre, i poliziotti a molti manifestanti i documenti d’identita’. I presenti hanno scandito slogan simili a quelli del movimento M-15, cosi’ come “Ci serve uno sciopero come in Grecia“, “Mariano (Rajoy-primo ministro spagnolo), ascolta, le persone non sono in vendita” e “Solidarieta’ con il popolo greco“. C’era anche uno striscione in greco: “Assassini“.
Nella citta’ di Saragozza, una chiamata spontanea e’ stata lanciata tra i “social networks” nel pomeriggio del 14 Febbraio; all’ultimo minuto, piu’ di un centinaio di persone ha marciato nel centro della citta’ in solidarieta’ con il popolo greco, per protestare contro la truffa chiamata crisi. Sugli striscioni nelle foto si legge: “Tutti con l’insurrezione Greca; per estendere lo scontro” e “Solidarieta’ con gli arrestati in Grecia“. i poliziotti della polizia nazionale e locale hanno seguito il corteo senza intervenire. Un giovane manifestante che stava facendo dei graffiti e’ stato trattenuto dalla polizia, ma e’ stato rilasciato dopo pochi minuti. La protesta si e’ conclusa presso il campus universitario con la lettura di una dichiarazione su quanto accaduto nella notte di Domenica in Grecia e sui problemi dell’imbavagliamento dei mass media.
La gente si e’ radunata al di fuori dell’Universita’ (Tholos) dalle 17.00. Piu’ di 4.500 persone sono partite in marciando e cantando slogan. Con un sentimento di rabbia nell’aria, i manifestanti hanno attaccato gli uffici locali del gruppo parlamentare PASOK, rompendo tutte le finestre. Sono state distrutte pure le vetrine di due supermercati in centro ( supermercati Carrefour e Vassilopoulos). L’Eurobannk in via Iasonos e’ stata distrutta e data alle fiamme, ci sono stati scontri con piu’ di 1.000 combattenti che lottavano contro i poliziotti, in piu’ occasioni.
Nel frattempo, in centinaia hanno occupato il Municipio ed hanno tenuto un’assemblea popolare al primo piano. Inoltre, in centinaia hanno attaccato l’agenzia delle imposte, distruggendo completamente tutto cio’ che vi era all’interno.
C’e’ stato un’incendio nel seminterrato del Municipio mentre un sacco di persone erano ancora all’interno a discutere – ovviamente un tentativo delle autorita’ per sabotare questo sforzo di auto organizzazione. Mentre le persone stavano distruggendo l’ufficio delle imposte e molte altre erano all’interno del Municipio, un fumo “misterioso” e’ cominciato ad uscire dal seminterrato. Testimoni oculari hanno detto di aver visto delle persone – che non facevano parte del blocco dei dimostranti – andare nel seminterrato del Municipio e poi andarsene.
I poliziotti di Larissa sono venuti ad aiutare i maiali locali di Volos, a dar la caccia per ore alle persone che erano entrate all’Universita’ (Dipartimento di Architettura). Quando la gente ha lasciato il Dipartimento di Architettura, hanno trovato due autobus della polizia sulla loro strada. I poliziotti sono usciti e hanno cominciato ad inseguire la folla, hanno arrestato uno dei compagni – che hanno rilasciato piu’ tardi – ed hanno fatto altri due salti nel mare!
Ci sono stati un totale di 26 fermi, 6 dei quali si sono trasformati in arresti. Tutti gli arrestati compariranno davanti al procuratore, per i primi tre ( non il minorenne) avranno l’udienza Giovedi mattino.
La proprietà dell’immobile è passata dal Ministero della Salute al Metropolita (capo della chiesa).
Il 31 Gennaio è stata pubblicata sul sito web “Diavghia” (trasparenza) la decisione del ministero della salute, la quale annunciava la cessione dello squat Orfanotrofeio al Metropolita di Salonicco, con lo scopo di creare una fondazione per i degenti di lungo termine.
In un periodo di crisi, mentre i padroni attaccano la parte più ampia della società, avendo come obiettivo la massimizzazione dei profitti, in un periodo dove sempre più gente va verso povertà e miseria, dove i senza casa e i disoccupati crescono di numero ogni giorno, lo stato e la chiesa iniziano la loro “carità”. Mentre la chiesa moltiplica costantemente i suoi sacri profitti, attraverso la gestione di un’immensa quantità di beni, e mentre molti edifici della chiesa e dello stato restano vuoti, alcuni giudicano e decidono che l’unico edificio adatto per la carità è quello occupato dalla gente del movimento antiautoritario, per abitare e gestire le proprio necessità. Dopo il primo attacco contro lo “scholeio” squat, che ospita numerose attività giornaliere, e lo sgombero dello “epiviosi” squat, dove alcune persone avevano trovato un posto per far fronte ai bisogni primari, arriva il turno dell’Orfanotrofeio, per completare il lavoro “umanitario” di chiesa e stato.
Noi, gente del Orfanotrofeio squat, non abbiamo intenzione di lasciare l’edificio nelle mani di qualunque autorità, statale o religiosa. Da 6 anni abbiamo imparato ad organizzare le nostre vite collettivamente, difendere i nostri rifiuti, lottare e imparare. E continueremo su questo cammino, del quale l’Orfanotrofeio è la direzione di base. Difenderemo questo spazio come difenderemo e supporteremo ovunque gli spazi dove un mondo senza sfruttamento e dominio viene costruito.
NEANCHE UN SOLO CENTIMETRO AI PROPRIETARI E AI TRUFFATORI DI STATO E CHIESA