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Darmstadt: Acido butirrico a luogo d’iniziativa AfD

22 agosto 2018

Con la massima probabilità, dex nazi risiederanno tra poco nel parlamento regionale d’Assia. Mentre qualche anno fa l’indignazione era grande quando in Polonia il PIS guadagnò influenza e minava la divisione del potere, oggi delle leggi come quella di polizia passano il parlamento bavarese e presto, certamente, anche quello assiano senza un granché di protesta. La legge di polizia dovrebbe dare molte competenze della giustizia alla polizia e così fa parte di uno sviluppo autoritario fortemente intessuto con la AfD. La nuova destra ha tante facce e ci mette davanti a nuove sfide non solo nei parlamenti europei.

Una grossa base della propaganda è il suo pseudo femminismo che dalla notte di capodanno a Colonia ha legittimato di spacciare l’espulsione di chi cerca l’asilo da protezione delle donne. Che qui si mettono due gruppi marginalizzati l’uno contro l’altro è una vera e propria e chiara strumentalizzazione razzista del femminismo. Giusto la AfD chiede la riduzione dei contributi per iniziative in sostegno delle donne. Tenta il mantenimento della piccola famiglia conservatrice che impone alle donne un ruolo passivo e sottomesso. Un propellente del balzo a destra è proprio il modo di porsi del Centro borghese nei confronti della AfD e dei crescenti movimenti reazionari. Proprio nelle questioni sull’asilo, quasi tutti i partiti s’avvicinano alla richiesta d’isolamento, ma anche su altri temi, tanti sono dell’avviso che si dovrebbe discutere con la AfD ad altezza d’occhi e prendere sul serio le sue posizioni. Così si favorisce la diffusione della sua propaganda e non si analizza criticamente il fatto che per diffondere la propria ideologia può utilizzare degli edifici pubblici come la Orangerie a Darmstadt. Noi pensiamo che ci vorrebbe un discorso sociale complessivo sulle ineguaglianze e sui ruoli di genere. Timori borghesi di perdere il posto nella società privilegiato, bianco, maschile ed economicamente passabile dovrebbero essere analizzati e smontati, e non serviti e riveriti. Nei dibattiti noi non dovremmo offrire alcun spazio alle ideologie che disprezzano l’umanità, né nelle fiere del libro né nelle pubbliche iniziative elettorali. I timori esistenziali borghesi ci ostacoleranno sempre di nuovo nella nostra lotta per una società liberata. Il loro dissolvimento è possibile solo con un insieme solidale lontano dal capitalismo. Per procedere contro i suoi effetti reazionari dobbiamo agire a tanti livelli e riteniamo importanti tutte le azioni accorte per l’emancipazione, uguale se legali o illegali. Un metodo inevitabile consiste nell’attacco militante all’infrastruttura fascista. Perciò nella notte dal 20 al 21 agosto abbiamo spaccato una finestra della Orangerie e riempito il locale con sostanze che puzzano quasi quanto la AFD. Anche se l’iniziativa può avere luogo, non sarà un’impresa gradevole. È ora che tuttx lx femministx, antirazzistx, antifa e proletarx con ancora un po di buon senso si sforzino a unirsi per farla finita con la svolta a destra o perlomeno per fare della campagna elettorale razzista della cosiddetta Alternativa un inferno.

Enough is enough! Con saluti solidali a tuttx lx prigionierx politicx.

Fonte: Indymedia (Tor)

Traduzione dal tedesco mc

Berlino: Vernice a biblioteca del conservatorismo

7 marzo 2018

Nella notte da martedì a mercoledì abbiamo visitato la biblioteca del conservatorismo nella Fasanenstraße 4 a Charlottenburg e lasciato sulla facciata qualche saluto per il giorno della lotta delle donne.
La biblioteca, che si autodefinisce come “fabbrica di pensiero e fucina d’idee”, è un luogo centrale della Nuova Destra a Berlino. Nei suoi locali s’incontrano AfD, Identitari, la Coalizione Civile di Beatrix von Storch e i cosiddetti protettori della vita. Da loro si trovano oltre ad autorix conservatorix di destra e fascistx anche una “parte speciale diritto alla vita” che è favorita dax antiabortistx della “Fondazione Sì alla Vita“. Lo stabile per uffici fu comperato nel 2012 dall’armatore amburghese nonché finanziatore AfD Folker Edler e passato passo passo alla “Fondazione per Favorire la Formazione e la Ricerca Conservatrice”.

La biblioteca è uno dei luoghi di connessione in rete più importanti del movimento reazionario di Berlino e l’antifemminismo uno dei loro temo principali. Ragione sufficiente per entrare nel mirino della nostra rabbia.

Attaccare l’antifemminismo!
Make feminism a threat!

Fonte: Indymedia

Traduzione dal tedesco mc, CH

Lipsia, Germania: Vernice alla CDU, alla comunità della Chiesa Evangelicale Libera e studio legale

6 marzo 2018

Rivendicazione degli attacchi all’ufficio parlamentare regionale CDU, alla comunità della Chiesa Libera Evangelicale e allo studio legale Ulbrich & Mandic

Giorno di lotta femminista è ogni giorno – non solo l’8 marzo!
Poiché i meccanismi d’oppressione tipo il patriarcato e la violenza che emana, alla quale anzitutto le donne ma anche tutte le altre presone sono esposte, portano alle sofferenze più varie in tutto il mondo.
Le condizioni patriarcali sono lungi dall’essere storia! Tutt’al contrario: Sono onnipresenti e attraversano tutta la società. Che sia il lavoro salariato, l’università, la scuola, dentro le proprie famiglie o nelle amicizie. Anche se differiscono nelle loro forme e nella loro intensità: Femminicidi, stupri, stupidi approcci, un’idea conservatrice della famiglia, le classiche attribuzioni dei ruoli, per fare solo alcun esempi. Altre sono nettamente più sottili e difficili da percepire pur non rendendoli più innocui.

Da molto presto in poi le persone sono esposte a questa discriminazione, con conseguenze fatali per la loro crescita personale. E tutti i tentativi di superamento di questa logica da genere binario e da norma eterosessuale sono socialmente stigmatizzate.
Ecco perché secondo noi a maggior ragione si tratta di affrontare coerentemente i rapporti dominanti, uguale se il patriarcato, lo Stato e il capitale oppure i rapporti personali che riproducono l’oppressione sociale.

Ma gli attori attaccati l’altra notte non sono solo i prodotti di una società totalmente patriarcale, bensì portano avanti attivamente l’antifemminismo e i relativi rafforzamenti delle idee sui ruoli reazionari e di attribuzioni di genere.
Mentre i “democristiani per la vita” organizzati nella CDU e la comunità della Chiesa Libera Evangelicale Jacobstraße Leipzig come parte del gruppo di lavoro delle comunità affratellate ogni anno mobilitano di nuovo per andare ad Annaberg-Buchholz, vale a dire Berlino, per portare in strada la loro propaganda antiabortista, con cui vogliono rifiutarci il diritto all’autodeterminazione. Questi attori rafforzano le basi che da un lato criminalizzano l’aborto e costringono le donne a certificare la propria capacità d’intendere e di volere per poter decidere sul proprio corpo senza commettere reato e dall’altro condannano a sanzioni il personale medico che informa sulle interruzioni di gravidanza.

Così anche l’AfD è decisamente responsabile per il ritorno conservatore e antifemminista di questa società. Accelera la stabilizzazione dei tradizionali ruoli di genere e diffama tutte le forme di vita che non corrispondono alle proprie idee.
Roland Ulbrich e Dubravko Mandic condividono uno studio legale nella Leibnizstraße a Lipsia e, inoltre, da membri AfD lavorano attivamente per collegarsi in rete con altri gruppi di destra come il movimento identitario, la rete “Un percento per la Germania” e con associazioni studentesche locali. Questi parlano sì volentieri delle vittime di violenza sessuale, ma solo di quelle tedesche e poi le strumentalizzano per il l’aizzamento razzista. Non vogliamo che si parli a nostro nome. A maggior ragione non, quando l’immagine sociale è del tipo che assegna alla donna tuttora i ruoli del lavoro di riproduzione come l’educazione dex figlx, la cura emotiva della famiglia e dex amicx, le attività casalinghe, servizi sessuali ax partner ecc. Lavoro di riproduzione che come impegno multiplo normalizzato è attribuito alle donne e solo rarissimamente è salariato. Si deve contrastare quest’ideologia che non opprime solo le donne ma è ostile anche alle identità trans e a altre inter-identità e che discrimina le persone di colore e quelle che sono viste come non tedesche. E noi concepiamo quest’ideologia come gioco di squadra delle più varie forme di discriminazione come il sessismo, il razzismo, l’ostilità ax trans ecc. che devono anche essere chiaramente definite come tali.

Lottiamo per una società liberata dove nessunx domina sux altrx. Sono tanti i fronti con i quali confrontarci, ma una cosa ci è chiara: finché nel mondo sono sistematicamente oppresse le donne, ci sarà anche altra oppressione. La liberazione delle donne deve essere collettiva e universale e non sarà per noi mai oggetto di trattative!
In questo senso: Durante l’8 marzo tuttx in strada, uguale se a Chemniz, Magdeburg, Erfurt o altrove!
Il 16 giugno dopo Annaberg-Buchholz rovinare il giorno ax fondamentalistx e ax destrx!

Per una prassi emancipatrice – femminismo o botte!

Fonte: Indymedia

Traduzione dal tedesco mc, CH

Berlino: Distrutti vetri a punto d’incontro AfD

6 marzo 2018

Nella notte al 6 marzo abbiamo lasciato cocci a Lois in piazza Richard. Dopo di che Lois nella ricerca attualizzata sull’AFD Berlino non spuntava più come punto d’incontro AFD, ora è di nuovo nella lista del nuovo Fight Back. Ogni 2. venerdì del mese AfD s’incontra apertamente al tavolo per i clienti abituali.
Attaccare lx antifemministx!

Fonte: Indymedia

Traduzione dal tedesco mc, CH

Francoforte sul Meno: Vernice a DVCK

Nella notte dal 15/11 al 16/11/2017 abbiamo attaccato la sede dell’associazione fondamentalista DVCK (Associazione tedesca per una cultura cristiana) a Francoforte sul Meno.

Con un estintore pieno di vernice e parole d’ordine politiche abbiamo abbellito tutto l’esterno della  casa. È la nostra risposta agli sviluppi reazionari e anti-emancipazione degli ultimi mesi.
Quest’associazione ortodossa di merda l’abbiamo notata con le azioni stomachevoli come la celebrazione di preghiere di lutto davanti a luoghi di consulenza per aborti.

Questa forma di protesta è un tentativo di terrorizzare le persone gravide e tutta la gente che si vorrebbe informare sulla sessualità e l’autodeterminazione. Nella società patriarcale dove purtroppo viviamo, le donne per gli aborti sono costrette alla consulenza d’istituzioni come profamilia.
L’aborto è un diritto delle donne!

Chi ci ostacola nella nostra autodeterminazione deve aspettarsi sempre e dappertutto seccature, di essere fermatx e attaccatx!

Dopo l’azione di disturbo contro le riunioni di questa setta che mantiene collegamenti anche con ambienti fascisti croati, la settimana passata a Francoforte ci sono state delle perquisizioni.
Che queste ideologie marcino fianco a fianco non è raro. Nella marcia delle mille croci si chiede tra l’altro un divieto d’abortire, con l’obiettivo di impedire la cd morte del popolo. Morte del popolo? Sarebbe bello!

A Giessen attualmente è in corso un procedimento contro una dottoressa che sulla propria pagina web offre info sul tema aborto. Anche questa merda si deve ai pazzi fondamentalisti e all’inutile paragrafo contro l’aborto.

In Brasile le femministe devono giusto ora contrastare cambi di legge medievali che vogliono vietare l’aborto addirittura in caso di stupro.
Tutto questo non possiamo e non vogliamo accettarlo!
MY BODY MY CHOICE!

Le nostre azioni sono ben motivate e speriamo servano da ispirazione!
Solidarietà con ogni persona interessata!

Inoltre vogliamo inviare saluti ribelli ax nostrx amicx arrestatx per le proteste G20.
I nemici della libertà sono anche nemici nostri!

Alcune Femministe Autonome

Fonte: Indymedia

Traduzione dal tedesco mc, CH

Norimberga, Germania: Vernice a sala canora

13 maggio 2017

Attacco/rivendicazione femminista/antifa.

Invece di favorire discorsi emancipatori, la città decide di offrire una piattaforma alla diffusione del pensiero reazionario, antifemminista e razzista.

Abbiamo deciso di farlo visibile!
Con la vernice contro la città!
Con la vernice contro il Congresso Gender Tedesco!
Con la vernice contro l’antifemminismo e il pensiero di destra!
Per la diversità e la liberazione di tutte le persone umane!

Con saluti femministi,
I cavallucci marini casinari

Fonte: Linksunten

Traduzione dal tedesco mc, CH

Città del Messico: Attacco con esplosivo all’Istituto delle Donne

Cliccare sull’immagine per scaricare la raccolta di comunicati

21 dicembre 2016

Dopo mezzanotte…

Attorno alle due di notte, il 20 dicembre 2016, abbiamo collocato presso l’Istituto delle Donne di Città del Messico, in via José María Izazaga 148, un esplosivo che è esploso efficacemente provocando seri danni all’ingresso dell’edificio. La ragione per cui l’abbiamo fatto è semplicemente perché ne avevamo voglia.

I. Le strade della vita sono diverse da come pensavo…

Un intreccio di dominazioni multiple disseziona quotidianamente il corpo delle donne. Noi ci chiediamo: com’è possibile che molte donne, la maggioranza, decidano di accettare docilmente questo bisturi sociale che hanno addosso, a volte quasi desiderandolo?

Abbiamo sentito dappertutto discorsi da parte di femministe che si felicitano dei ‘progressi’ verso ‘l’uguaglianza tra i sessi’… ma vediamo nel frattempo le chiese piene di donne che si offrono docilmente in ginocchio.

Ci arrivano notizie di grandi manifestazioni contro la violenza sulle donne… vediamo però i tribunali pieni di donne disposte ad abbandonare la propria volontà e il proprio destino in mano ad esseri spregevoli, che accettano come superiori, e che cosa è più violento della sottomissione – e l’auto-sottomissione – della volontà umana?

La crudeltà femminicida che tocca noi, le nostre sorelle, figlie, cugine, zie, amiche, compagne, madri ci fa male… Mentre allo stesso tempo vediamo i congressi e i ‘movimenti femministi’ combattere per ottenere più leggi, più categorie penali, più accordi con lo stato, quando è proprio l’esistenza delle leggi e del sistema di dominio di rappresentazione gerarchica statale lo scenario sine qua non di questa violenza!

Se queste ‘femministe’ chiamano questa postura di sottomissione ‘emancipazione’ beh allora… ci si dovrà emancipare… dall’emancipazione emancipata!!!

Sicuramente ci saranno delle buone compagne che pensano davvero che sia possibile per le donne ottenere un cambiamento della nostra condizione di sottomissione patriarcale mediante la creazione di leggi e istituzioni, noi però pensiamo che le leggi sono fatte piuttosto per perpetuare questo stato delle cose perché sottraggono alle donne il potere di decidere da sé sul proprio destino, convincendole a cedere le loro vite per farle dirigere ad altri.

Sorelle! Non sottomettetevi a questi esseri orribili che usano i vostri corpi e vi dicono come sentire, come pensare e come fare!!

Come potrebbe una legge cambiare la realtà del dominio se le leggi sono parole, mentre il dominio è fatto di relazioni sociali? Come possiamo vedere, ci rallegriamo di vivere nell’era che si è lasciata alle spalle il pensiero magico, ma viviamo volteggiando in un mondo di fantasia.

La religione’, ‘lo stato’, ‘la scienza’, ‘la merce’, ‘la ragione’, ‘l’umanità’, ‘la giusta causa’: sono tutte finzioni che sottomettono la volontà umana. Feticci che si rivoltano contro i loro stessi creatori. Frutto di paura, superstizione e violenza. Se però togliamo il feticcio vediamo che sotto ci siamo noi e i nostri corpi, la nostra sessualità, le nostre vite fatte a pezzetti e disposte per la riproduzione di un sistema il cui unico risultato può essere la condanna alla fame, alla miseria, alla morte, alla devastazione.

II. E sembrerebbe ora che…

Nell’aria c’è un’idea falsa quanto perversa che ci ricorda i dibattiti ipocriti del secolo scorso sulla partecipazione delle donne alla politica. Sta prendendo forza l’immagine secondo cui basta la semplice presenza delle donne in questa piramide gerarchica del potere per purificare ogni residuo patriarcale. Anzi, si costruisce un immaginario sociale con quest’idea assurda per cui i seggi, i troni presidenziali o le sale dei tribunali occupati da donne saranno automaticamente sufficienti per combattere le disuguaglianze diseguali, ridurre la corrotta corruzione o impartire la giusta giustizia. Vogliamo una candidata! Vogliamo donne giudice! Vogliamo rappresentanti donne al congresso! gridano euforici gli ipocriti, gli sprovveduti e i complici.

Ora, certamente nessuno potrebbe accettare la sciocchezza di ritenere noi donne intellettualmente meno capaci, rispetto agli altri, di realizzare questi infami lavori, ed è precisamente questo il punto.

La presenza delle donne all’interno del potere politico non può di per sé comportare il minimo cambiamento nella composizione di un sistema di disuguaglianze sociali per la semplice ragione che la società in cui ci è stato imposto di vivere è basata proprio su tali disuguaglianze. La società stessa è corrotta e ingiusta, e senza queste caratteristiche la società smetterebbe di esistere. Altrimenti come potrebbe sopravvivere, se non fondandosi sulla disuguaglianza, una società basata sullo spossessamento della vitalità altrui?

Le nostre argomentazioni si possono comprovare anche solo dando uno sguardo al passato. In Messico dalla metà del secolo scorso noi donne abbiamo il ‘diritto di voto’, e abbiamo via via occupato i seggi, i tribunali e posti importanti nella ripartizione del potere politico. Ma forse da questo si deduce un qualche tipo di miglioria nella nostra penosa posizione di sottomissione, violenza, fame e miseria? Sembra piuttosto che queste donne una volta arrivate a questi ignominiosi scranni, come se avessero bevuto un intruglio velenoso, si mostrino indifferenti davanti alla nostra terribile situazione e che non esitino persino a mostrarsi apertamente nostre nemiche, guardandoci con sdegno dall’alto della loro posizione di privilegio.

Quale impegno verso la nostra situazione possiamo aspettarci da signore che in un giorno spendono quello che noi guadagniamo in un anno con il nostro miserabile salario? Come possiamo continuare a pensare che troveremo una soluzione ai problemi che ci perseguitano attraverso il voto, le elezioni (ed è lo stesso eleggere o essere eletta), le istituzioni statali, o la religione?

Ci dicono ancora che dobbiamo ‘lottare per avere un salario pari a quello degli uomini’. Nessuno ci dice di non essere altrettanto produttive come i nostri colleghi maschi, e di lottare per distruggere la divisione sessuale dei lavori. Ma non dovremmo invece concentrare i nostri sforzi, insieme ai nostri compagni, per abolire il lavoro piuttosto che per perpetuarlo? Proprio grazie al lavoro avviene il furto delle nostre vite! Perché lottare con l’obiettivo di mantenere lo sfruttamento sul nostro lavoro?

III. La prima per il coraggio, la seconda per capriccio, la terza per il piacere

E un’altra ancora. Finché esisterà nelle nostre idee il principio dell’autorità gerarchica esisterà la disuguaglianza. E il potere politico è la mera dimensione organizzatrice del principio di autorità. Dunque non c’è nessuna via d’uscita né destinazione. Però… abbiamo sentito dire in giro che pensano di mandare una donna indigena come carne da cannone per le bestie del potere. Ed ecco un’altra volta il disprezzo per le donne, ci trattano come appendici di qualcosa o qualcuno… eccoli che si mettono a usare i nostri corpi come fossero i loro stracci da pavimento.

IV. Non ce ne andiamo, resteremo qui

Speriamo che le femministe ‘belle e brave’ non ci apostrofino come antifemministe e non vogliano mandarci al rogo, anche se sicuramente non mancherà qualcuna che lo farà. Dopotutto, esiste la convinzione che essere femminista significa dipingere un bello striscione con scritto: ‘Dì di no alla violenza e sottomettiti alle istituzioni’. Come se le istituzioni non fossero le massime organizzatrici della violenza. Noi non saremo mai docili. Noi siamo per l’azione diretta e l’insurrezione. Se a voi piace continuate a inginocchiarvi davanti ai vostri oppressori. Continuate a essere complici e a leccare le vostre manette. State certe però che per quanto ci riguarda, noi continueremo il nostro attacco diretto alle vostre istituzioni femministe e borghesi…

Speriamo anche di non essere etichettate come razziste. Ovvero, alcune di noi sono indigene. Ma a nessuna di noi succederà di servire da zerbino per nessuna organizzazione, piuttosto il contrario… sputiamo su ogni organizzazione e ogni pretesa di dominio sui nostri corpi. Non siamo oggetti di nessuno, non sottometteremo i nostri cervelli e i nostri corpi per realizzare i desideri di nessuno.

MORTE ALLO STATO, VIVA L’ANARCHIA!

NÉ DIO, NÉ STATO, NÉ MARITO, NÉ PADRONE!

A TUTTX LX COMPAGNX SEQUESTRATX NELLE GALERE, FORZA!

MÓNICA CABALLERO Y FRANCISCO SOLAR, FORZA!

AI COMPAGNI A KORIDALLOS, FORZA!

SALVADOR OLMOS, IN MEMORIAM.

la Cellula di Diffusione del Commando Femminista Informale di Azione Antiautoritaria

Ana “la mariposa negra”

Fonte: Anarcoqueer

Grecia: Passeggiata anarchica nel centro di Atene

Il 7 novembre 2015 a mezzogiorno, tra la folla del sabato, alcun* di noi hanno effettuato un’azione nel quartiere di Exarchia e le strade vicine nel centro di Atene, a Monastiraki e Thissio, con la volontà di esprimere la nostra solidarietà con i/le compagn* che subiscono la repressione in diversi angoli del mondo, e in particolare i territori di Brasile, Uruguay e lo Stato Spagnolo.

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Solidarietà con lo «La Solidaria», Montevideo – Dall’Uruguay alla Greece, siamo la stessa resistenza
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Forza ai/lle compagn* perseguitat* – Sempre a testa alta
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Non un passo indietro nella lotta femminista – Solidarietà con le compagne di Porto Alegre, Brasile
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Nessun attacco misogino senza reazione – Solidarietà con le compagne di Porto Alegre, Brasile
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Nessun attacco misogino e razzista resterà senza risposta – Morte allo Stato – Lunga vita all’anarchia

Abbiamo esposto striscioni in portoghese, inglese, spagnolo e greco ai cancelli del Politecnico di Atene sulle strade di Patission e Stournari, sulla piazza di Exarchia, e di fronte la stazione del metrò a Thissio.

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Attento patriarca, attento sessista… i femminismi scuotono la terra intera
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Qui viviamo la violenza ogni giorno, con ogni machismo, con ogni razzimo
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Ero giovane e disoccupata… Sono diventata una ruffiana che si è unita alla polizia
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Né sessismo né transfobia, fanculo tutti i criminali in uniforme e il patriarcato
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Lotta libertaria e internazionale, spezziamo la misoginia nelle strade
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La liberazione sarà totale, calci e ceffoni per ogni stupratore
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Siamo numerosi e siamo ovunque, assalteremo le città-prigioni
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Dalla Grecia al Brasile, abbasso gli stati, lunga vita all’anarchia

Lungo il cammino abbiamo anche lanciato dei volantini (1, 2) in solidarietà con le femministe libertarie in Brasile che hanno reagito con dignità e continuità della loro azione di fronte al violento attacco che hanno subìto da parte dei poliziotti durante il Primo salone del libro  autonomo e femminista a Porto Alegre.

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thissio_poa2-1024x768Abbiamo esposto tre striscioni per lo stesso caso; in via Patission: “Nemmeno un passo indietro nella lotta femminista – Solidarietà con le compagne a Porto Alegre, Brasile”; in piazza Exarchia: “Nessun attacco misogino senza risposta – Solidarietà con le compagne a Porto Alegre, Brasile”; e a Thissio: “Nessun attacco misogino e razzista senza reazione – Morte allo Stato – Lunga vita all’anarchia.”

polytechnic_estadoes1L’altro striscione in via Patission è stato messo in solidarietà con chi ha subito un raid, un arresto o è stato inviato in carcere preventivo nelle recenti operazioni processuali nello Stato Spagnolo: “Forza ai/lle compagn* perseguitat* – Sempre a testa alta.”

polytechnic_lasolidaria1-1024x768Al cancello d’entrata in via Stournari abbiamo appeso uno striscione in solidarietà col centro sociale autonomo La Solidaria a Montevideo, Uruguay, attualmente minacciato di espulsione dal nuovo proprietario perché, secondo l’avviso di espulsione, l’edificio è “occupato in maniera precaria da un gruppo anarchico.” Lo spazio, libero da febbraio 2012, è stato ancora una volta obiettivo della repressione, in quanto il progetto – tra gli altri – resiste ai piani di urbanisazzazione e di speculazione immobiliare del quartiere. Lo striscione dice: “Solidarietà con lo squat «La Solidaria», Montevideo – Dall’Uruguay alla Greece, siamo la stessa resistenza.”

in inglese, greco, tedesco, spagnolo, portoghese

Santiago, Cile: Intervento pubblico per la depenalizzare dell’aborto

Sotto lo slogan “Aborto il vostro paese” si è tenuta nel pomeriggio del Venerdì 28 Settembre a Santiago, il seguente intervento pubblico nel corso della giornata per la depenalizzazione dell’aborto in America Latina e nei Caraibi. L’azione era chiamata dal Collettivo Ivaginario, le Lesbiche e le Femministe per il Diritto all’Informazione, e la squadra Pance in sciopero. Le manifestanti hanno parlato per il divieto dell’aborto sotto ogni circostanza in Cile, El Salvador, Nicaragua, Malta e Città del Vaticano (Santa Sede), mentre alcuni degli slogan che si sentono nel video sono:

Noi partoriamo, noi decidiamo
Depenalizzazione dell’aborto ora
Terroristi sono i poliziotti fascisti

Il poster del richiamo:

Aborto il tuo paese!

Settembre, mese di sabotaggio alla patria
Mese di depenalizzazione dell’aborto

Ci muove il piacere, l’amore, la liberazione del desiderio, la pluralità degli affetti e delle scelte su come vogliamo vivere, tagliati/e dal potere, dal dominio, dalla commercializzazione e dalla paura.

Azione sulla strada per l’autodeterminazione del nostro corpo

attraverso i blog imagen pirata