La procura ha chiesto 31 anni + 301 giorni di prigione per il comunero mapuche Daniel Melinao, accusato di essere coautore dell’omicidio dell’agente del GOPE Hugo Albornoz durante un’incursione nella comunità Wente Winkul Mapu del 2 Aprile 2012. L’accusa include anche i reati di tentato omicidio e lesioni ad altri due sbirri che accompagnavano Albornoz. L’accusa presenterà 38 testimoni e 46 periti, oltre a prove documentali e materiali. Ricordiamo che in questo processo gli investigatori indicano il comunero Eric Montoya –attualmente in clandestinità– come autore dell’omicidio.
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Cile: Lettera di Marcelo Villarroel
“E le frontiere esistono solo per chi le rispetta…”
Tramite questa lettera voglio salutare con tutto l’affetto ribelle di un prigioniero che si rifiuta di vivere secondo le regole del gran dio capitale, rinchiuso nel carcere capitalista dello stato cileno a causa di vari sotterfugi della legalità borghese che mi tiene adesso come ostaggio della democrazia, del suo stato e del suo dominio. Ad oggi, dopo 3 anni ed 8 mesi dalla nostra espulsione dall’Argentina, la nostra situazione giuridica continua ad essere in un limbo giustificato solo dalla ragion di stato, per la vendetta statale che giustifica qualsiasi azione o movimento del potere atto a mantenere la pace sociale…
La nostra custodia preventiva si è trasformata nella più lunga custodia nella storia della nuova riforma processuale cilena. 45 mesi per Freddy e anche per me. 37 mesi per Juan. Tempo durante il quale non siamo andati a processo ma abbiamo incontrato una infinità di irregolarità fatte dalle “teste rotte” capaci di tutto pur di farci restare dietro le sbarre. Anche se l’aspetto giuridico è la scusa formale con la quale lo stato perpetra la sua vendetta, il fatto di fondo è la repressione permanente per chi si ribella contro tutto l’esistente e non ha mai rinnegato un’alternativa di vita anticapitalista. È l’eterna battaglia per la liberazione totale che si scontra con gli sgherri dei carnefici sempre pronti ad arrestarci. In questa battaglia diventiamo tutti e tutte fratelli e sorelle da diversi territori ma con una stessa strada. Per questo è vitale preservare e rafforzare la nostra memoria di resistenza offensiva senza scordare nessun/a compagno/a e fratello e sorella in prigione…in Messico, Bolivia, Grecia, Indonesia, Italia, Cile ci sono ribelli sociali che fomentano, lottano, insistono e non dormono confortati dal benessere. L’idea e l’azione offensiva cresce e la rivolta continua ad essere contagiosa, e con essa anche la necessaria lotta anticarceraria come sfida per la trasformazione radicale di tutto ciò che ci opprime. Per questo è continuo l’invito a non cessare l’attività anche più semplice nel quotidiano fino a quelle più complesse tra chi lotta fuori dalle mura della prigione. Anche se passassero mille anni, in questo cammino di emancipazione non tornerei indietro… la nostra libertà non ha prezzo, i nostri cuori e le nostre coscienze nemmeno, per esse andiamo a prenderci tutto…
Un abbraccio rivoluzionario libertario!
Finché c’è miseria ci sarà ribellione!
Marcelo Villarroel Sepúlveda
Prigioniero libertario
Carcere di Alta Sicurezza, Santiago/Cile
Sabato 10 Agosto 2013
Cile: Azione di vendetta per la morte di Rodrigo Melinao Weichafe
Comunicato:
Il giorno Venerdì, 9 Agosto, circa venti individui affetti per l’omicidio del peñi Rodrigo Melinao per mano di qualche fascista (chiamato paco o colono usurpatore), abbiamo deciso, circa alle 19:00, di interrompere per circa 30 minuti la routine idiota sulla strada del Campus Juan Gómez Millas, dell’Università di Cile, e il libero flusso di auto e autobus che trasportavano gli schiavi per tornare alle loro case, dopo una settimana di sfruttamento, nel punto di intersezione della strada Grecia con quella di Ignacio Carrera Pinto.
Essendo la maggior parte di noi winkas agli occhi dei Mapuche, ci siamo armati con un sacco di bottiglie molotov, che non si fecero aspettare per bruciare un bus dei poliziotti che si trovava nella Av. Grecia sperando che i cuori ribelli e solidali uscissero a manifestarsi come lo richiede la morte di un Weichafe, cioè, violentemente, giacché come anticapitalisti che siamo siamo solidali con la lotta dei popoli indigeni, tra cui i Mapuche.
Poi venne un Guanaco (auto che butta i gas) che ha ricevuto un sacco di bombe per diversi minuti, illuminando la serata con tutta la rabbia che gli abbiamo scaricato. Quando abbiamo finito il materiale per l’attacco ci siamo ritirati tra le ombre, culminando l’azione senza nessùn feriti o arrestato.
Per moltiplicare l’attacco al Capitale in ogni modo possibile! Detenuti sociali, anarchici e Mapuche in strada!
Rodrigo Melinao presente!
Santiago, Cile: Hans Niemeyer inizia lo sciopero della fame
DICHIARAZIONE DELL’INIZIO DELLO SCIOPERO DELLA FAME
“Come una conseguenza del mantenimento dell’ordine interno si rende necessario emettere precetti per garantire il completo e perfetto esercizio di libertà individuali e di tutti i diritti che specialmente garantisce la Costituzione; giacchè senza l’esercizio di questi diritti, l’ordine diventerebbe tirannia e dispotismo”
(Messaggio del codice penale cileno, 29 Ottobre 1873)
“Dite quello che volete, la cosa fondamentale è mantenere e preservare il buon ordine dello Stato”
(Napoleone, Commentari su Il Principe, di Machiavelli)
Venerdì 12 Luglio di quest’anno, il settimo tribunale orale penale di Santiago ha emesso una condanna contro di me per un attentato esplosivo avvenuto nel Novembre del 2011 a 5 anni e 300 giorni di prigionia effettiva, senza diritto ai benefici per la violazione della legge di controllo di armi ed esplosivi e il delitto di danni.
Questa condanna ha suscitato la gioia e gli applausi dalla destra, il governo e il duopolio della stampa, dove anche il giornale El Mercurio si è permesso di dare un giro di chiave in più nel suo sibilino e velenoso stile, mentendo spudoratamente in un articolo della giornalista Leslie Ayala e in un successivo editoriale segnalando che il mio DNA era presente in altri 3 attentati esplosivi per i quali sono stato processato ed assolto. Il Ministro dell’Interno Andrés Chadwick, un fascista di Chacarillas, ha descritto la sentenza come esemplare e ha applaudito furiosamente. Queste reazioni solo mostrano una confluenza delle diverse fazioni del potere nella strategia contro quelli che loro denominano come il nuovo nemico interno, fazioni come UDI, il Ministero dell’Interno, il Dipartimento di Giustizia e la grande stampa, ognuna compiendo la sua missione.
Può essere ignorato il fatto della vendetta da parte dello stato per essere stato quasi cinque mesi latitante, dal 7 Dicembre 2012 fino al 26 Aprile 2013, esercitando il mio diritto alla rivolta e ad evitare il processo sospeso nella Corte Costituzionale che pretendeva di confermare la custodia preventiva, ciò costituiva una situazione arbitraria e illegale che la maggior parte della stampa ignorò. Continue reading Santiago, Cile: Hans Niemeyer inizia lo sciopero della fame
Santiago, Cile: Riapre la biblioteca Sacco e Vanzetti
Con la ferma determinazione delle nostre azioni
Con le convinzioni intatte
Tre anni fa, il potere colpì col suo braccio legale alcuni/e compagni/e antiautoritari/e, cercando di dare una lezione repressiva ad un vasto contesto anarchico. Questa crociata denominata “Operazione Salamandra” si è tramutata nel mediatico caso bombas, finalizzato a identificare e arrestare gli autori di attacchi esplosivi contro il potere.
Il 14 Agosto 2010 vengono perquisite diverse case e centri sociali occupati. Vengono arrestate 14 persone con un imponente dispiego di polizia ad uso soprattutto della stampa. I coltelli erano affilati e risplendevano davanti alle telecamere. Gli/le arrestati/e furono presentati/e come responsabili specifici degli attacchi esplosivi e presentati/e come membri di un’associazione illecita terrorista, con ruoli e compiti precisi.
La polizia, con l’aiuto della stampa, si impegnò negli anni a segnalare le occupazioni come punto di ritrovo di sconosciuti/e autori/trici degli attacchi esplosivi. La tesi dell’accusa dall’inizio ha considerato le occupazioni responsabili degli attacchi esplosivi, sostenendo che “la biblioteca fosse un’attività di facciata” nell’intento di smantellare le attività di alcuni spazi occupati.
Quel giorno alcuni/e di noi vennero presi/e, altri/e subirono la repressione e ci fu anche chi affrontò la clandestinità. Il nostro collettivo e i nostri progetti di diffusione di idee/pratiche antiautoritari vennero attaccati. Il nostro spazio, il Centro Sociale Occupato e Biblioteca Sacco e Vanzetti venne chiuso e parte della nostra biblioteca confiscata dalla polizia. Dopo 9 mesi di prigionia tutti/e vennero liberati/e e dopo 6 di processo si arrivò all’assoluzione completa.
In Agosto 2010 i potenti risero e l’eco delle loro risa cerco di imporsi. Quell’agosto fu il culmine di una grande campagna mediatica-poliziesca che ha cercato il nostro isolamento, arresto, ma soprattutto il nostro sviluppo, mirato a propagare un sentimento di disordine e insubordinazione verso il potere.
Ma noi non rimpiangiamo cosa avremmo potuto fare, non siamo il lascito nostalgico di un tempo che è stato migliore, siamo la forza viva contro ogni forma di dominazione. Siamo parte di una lotta storica contro il potere e continuiamo decisi/e affinché la nostra storia venga scritta dai nostri gesti di lotta e non dalle vicende repressive che provano a rivolgerci. La nostra vita si definisce per le nostre convinzioni e scelte, non per i colpi che possiamo ricevere.
Questo 14 di Agosto, scriviamo un nuovo paragrafo nel libro della nostra scelta di lotta, il nostro colore continua ad essere nero e tiene il morale alto, perché mai ha negato le sue idee, le sue relazioni e le sue scelte. In questo agosto riapriamo le parte di un nuovo spazio, stavolta in un posto affittato, impegnandoci affinché la forza resti nei progetti e non nelle strutture che li ospitano. Cosi diamo vita alle nostre idee con lo stesso animo di sempre, generare lo scambio e la diffusione di libri, esperienze e idee antiautoritarie.
La Biblioteca Antiautoritaria Sacco e Vanzetti torna a funzionare e richiede solo il supporto solidale e l’interesse dei/lle compagni/e, credendo che i libri non sono feticci e che il loro apporto radicale nutre la prospettiva di lotta di ogni compagno/a. Invitiamo chi appoggia le iniziative antiautoritarie, chi solidarizza con biblioteche affini e invitiamo a donare materiale scritto o qualsiasi materiale che sviluppi le idee che negano con la pratica qualsiasi autorità.
Per i/le nostri/e caduti/e, i/le nostri/e guerrieri/e e accusati/e, la nostra lotta va avanti anche per voi.
Continuiamo con il pugno in alto
Temuco, Cile: Inizia il processo contro 12 comuneros mapuche
Il 28 Luglio 2009 ci sono stati diversi cortei a Temuco, con barricate incendiarie e sassaiole che hanno bloccato le strade in solidarietà allo sciopero della fame dei comuneros mapuche. Negli scontri presero fuoco 3 camion e un bus della compagnia Turbus.
Il 1° Agosto è iniziato il processo secondo la legge antiterrorista contro 12 comuneros mapuche, con 214 testimoni portati dall’accusa.
Va ricordato che la procura ha “riconvertito” il miserabile Raul Castro Antipan, che dopo aver presumibilmente preso parte agli scontri e in seguito arrestato, ha deciso di collaborare con il potere e usufruire del beneficio della “delazione ricompensata” accettando un processo abbreviato secondo la legge antiterrorista nel Settembre 2012 e condannato ad una pena per “attentato contro un veicolo di trasporto pubblico in servizio” e “minaccia terrorista” contro i conducenti.
Con orgoglio la procura ha detto che Raul ha “collaborato attivamente alle indagini”, già con una sentenza in base alla legge antiterrorista l’accusa parte avvantaggiata per processare a imprigionare i 12 comuneros mapuche che degnamente hanno rifiutato di collaborare.
Si crede che il processo durerà circa 2 mesi e mezzo e che presenzierà – come testimone – il miserabile.
Le udienze hanno luogo al 4° piano del tribunale di Temuco. Diversi familiari, comuneros mapuche e solidali hanno presenziato alla prima udienza e fatto e un corteo fuori dal tribunale per appoggiare gli
accusati.
Cile: La corte d’appello conferma la sentenza per Ivan e Carla
Il 7 Agosto 2013 la corte d’appello si è espressa sul ricorso di nullità fatto dall’accusa. Ricordiamo che i compagni Carla Verdugo e Ivan Silva sono stati condannati a 6 anni di libertà vigilata in base alla legge sul controllo delle armi, la procura si era appellata per chiedere un nuovo processo dove applicare la legge antiterrorista.
La corte d’appello ha respinto il ricorso dell’accusa, confermando la sentenza emessa secondo la legge sul controllo delle armi. Il compagno Ivan ha 6 anni di libertà vigilata, mentre si attende nei prossimi mesi l’esito di un altro ricorso della procura affinché non venga riconosciuto il “beneficio della libertà vigilata” a Carla.
Salutiamo la decisa attitudine di tutti/e e due che adesso sono liberi.
Concepcion, Cile: Assolto il compagno Pablo Toledo
Il 31 Luglio è iniziato il processo al compagno Pablo Amador Toledo Sepulveda (21 anni) accusato di aver attaccato con un artefatto incendiario una camionetta lanciagas della polizia il 18 Ottobre 2013 fuori dall’Università di Concepcion.
Alla fine è stato assolto in formula piena:
Attentato contro la sicurezza: Assolto
Porto di artefatto incendiario: Assolto
Pablo ha testimoniato in aula riconoscendo la propria partecipazione travisata nella protesta ma negando il lancio della molotov e le due presunte molotov trovate nel suo zaino.
Il 12 Agosto alle ore 13 si leggerà la sentenza assolutoria per Pablo.
Salutiamo Pablo, che ha affrontato questo processo che rischiava di farlo andare in carcere, annullarlo politicamente per dare un segnale di castigo a chi continua la lotta di strada.
Ci rallegra profondamente saperlo di prima fonte, pur senza conoscerci, e le brevi parole che ha inviato Pablo per commentare la sua assoluzione sono piene di energia e gioia alla faccia delle aspettative deluse della procura.
Rafforzare le reti di solidarietà!
Appoggiare, seguire e solidarizzare con i/le accusati/e della lotta di strada!
Cile: Per Niko e tutti i nostri fratelli e sorelle
Da circa un mese, el Niko è sequestrato dallo stato cileno a causa della costante criminalizzazione verso chi lotta nelle strade e si ribella. Il nostro compagno e fratello di lotta è da un mese in custodia preventiva con l’accusa di porto di artefatto incendiario e attentato contro gli sbirri. Il costante affanno dello stato per criminalizzare le lotte sociali di strada è ciò che oggi tiene nelle bastarde carceri Niko come anche molti/e altri/e compagni/e di lotta; e senza elencare tutte le azioni dei nostri fratelli e sorelle in prigione, le loro azioni nell’insieme hanno scosso i/le borghesi e ciò è inaccettabile per chi ci molesta ogni giorno, permettendo l’esistenza di un sistema che ha sempre dato benefici alla classe “potente”. Per questo oggi è urgente riprendere la solidarietà attiva, l’essere presenti per i nostri compagni e le nostre compagne di lotta, per dar loro appoggio e sostegno a chi è nostro affine; e anche verso chi ci opprime e reprime per dimostrare che nessuno/a è solo/a.
Inoltre vogliamo precisare il nostro odio profondo verso chi si è riempito la bocca di critiche distruttive verso nostro fratello Niko, intendiamo l’essere umano come un errore nella sua essenza, senza dubbio crediamo di non essere nessuno per fare critiche costruttive verso chi sta nella nostra stessa trincea, considerando questo atto come una mancanza di vicinanza e una totale attitudine bastarda davanti ad una situazione critica come questa; sono i/le nostri/e nemici/che che dobbiamo distruggere e non i nostri fratelli e le nostre sorelle.
Se dovessimo dichiararci colpevoli di qualcosa sarebbe il voler distruggere le ingiustizie fatte dallo stato bastardo e dai suoi sistemi nefasti, insieme al voler contrastare gli sbirri che puniscono ogni giorno chi attiva, non siamo d’accordo con la realtà afflitta dalle evidenti disuguaglianze che a loro volta sono più violente di noi.
Libertà senza condizioni per tutti i nostri fratelli e le nostre sorelle sequestrati/e dallo stato e distruzione di ogni tipo di carcere. Basta criminalizzazione della lotta sociale di piazza, fine delle accuse nei confronti di coloro che si mobilitano contro le disuguaglianze odierne.
Compagni/e, tutti nelle strade! Compagno Niko speriamo in un tuo pronto ritorno con il desiderio più vivo!
Ercilla, Cile: Ucciso un giovane mapuche
Il werken Luis Melinao conferma che Rodrigo Elicer Melinao Lucan è stato raggiunto da due proiettili di grosso calibro. I comuneros della zona hanno riferito una grande operazione di agenti dei Carabineros e PDI arrivati sul posto, ma i residenti vietano l’ingresso dove sta il corpo per evitare manipolazioni.
Stupore e sconcerto si vivono ora all’interno delle comunità mapuche di Ercilla, dopo che è stata data la notizia della morte del comunero e weichafe Rodrigo Elicer Melinao Lican di soli 26 anni membro della
comunità di Rayen Mapu lof Loloco.
La morte è stata confermata dal werken della comunità e fratello Hugo Melinao, il quale non ha potuto fornire ulteriori notizie dato che si attende il pronunciamento ufficiale della comunità.
Va detto che Rodrigo Melinao Lican era stato condannato insieme a Cristian Levinao lo scorso 24 Luglio a 5 anni e un giorno per incendio forestale e 541 giorni per danni a due bus e un autocisterna, fatti accaduti nel 2011 nella zona di Chiguaihue. Da allora non si sapeva dove fosse, dato che non
aveva presenziato all’udienza.
Santiago, Cile: Alcune parole per il nostro compagno Hans Niemeyer
Da una parte di questa creazione scenica del “progresso borghese” chiamata Cile, abbiamo deciso di dedicarti un paio di righe, che non sono tante, ma sappiamo le apprezzerai. La decisione di assaltare armati di desidero e solidarietà un tempo e uno spazio che abbiamo definito la locomotiva del dominio ci conduce da te attraverso queste parole fraterne. Lo spettacolo moralizzante della “cittadinanza” agisce come una grande gabbia per chi cerca di espandere la critica all’esistente, il primo carceriere che dobbiamo bruciare. Rompere con la caricatura dell’uomo dai comportamenti industrializzati dal potere vuol dire rompere anche con il soffocamento delle nostre peculiarità attraverso la logica dell’abitudine e della “normalità”, insieme ad altre invenzioni della civilizzazione come nostro aguzzino sanguinario. Prima di iniziare queste calde parole per te, dobbiamo dirti che schifiamo ciò che hai schifato, che schifiamo ciò che le cloache “democratiche” assolutiste impongono come organo indispensabile per la vita del tessuto sociale; schifiamo la cittadinanza e le fabbriche “esemplari”! Noi non abbiamo nome, etichette, siamo solo noi.
Circondati da macchine umane che parafrasano i media, che vociferano un ordine che non esiste e annusano alienate la putrefazione del capitalismo e il suo funzionamento schiavizzante, i nostri pensieri e riflessioni si sono universalizzati per fornirti un caldo ululato di fratellanza. Ci dirigiamo verso te, compagno, che in questo preciso istante sei limitato fisicamente dietro le sbarre del potere; il carcere, luogo che sappiamo mai rinchiuderà le tue idee, a meno di non sentire il profondo amore che cerca la libertà. Sicuramente la tua carcerazione ha generato orgasmi per l’autorità, che era decisa a “prenderti” e “giudicarti”, che si masturba con l’idea di danneggiare le tue idee tramite il castigo, cercando col tuo caso di dare un “avviso” a chi si ribella contro i riti e i codici della sottomessa società moderna e i simboli del nefasto sistema carcere/capitale. È evidente che la tua prigionia è stata uno stimolo per i fabbricanti dell’articolazione sociale – concepita come un ordine “naturale”. Hai saputo burlarti di loro, e il tuo tempo in clandestinità gli ha fornito amare espressioni e continue speculazioni, soprattutto perché ti stavi godendo l’amore della tua famiglia. Fatto che non possono concepire possibile per chi viene considerato “terrorista”. Hanno digrignato i denti nel tentativo di rintracciarti; bestie codarde che hanno usato i propri sgherri per arrivare a te!
Tra corpi miserabili ancorati da compiti, una presenza come la tua è incombente. Ogni colpo che inceppa il transito paradossale delle cose è l’essenza minima che teniamo per vivere, qualcosa per cui sorridere e morire. Il nemico cerca di far detonare l’ideologia cannibale della domesticazione. Gli uomini divorano altri uomini. Gli spazi della città sono la piattaforma di una distruzione invisibile. La quale sentiamo nelle mattinate, fino a quando andiamo a dormire la sera. La proprietà è sinonimo di rovina e il nostro affetto per essa è il crollo della nostra essenza emotiva. Non abbiamo distrutto nulla, perché niente è ciò che è stato costruito. Per questo sappiamo che parlano di un ordine, ma sappiamo che non esiste alcun ordine.
In mezzo ad una massa puzzolente e alienata incapace di avere libere riflessioni su cosa indossare ogni giorno e la passività, cercano di far crollare la tua presenza tramite la prigionia, lo desidera il seguito del potere, una squadra di infami con cupole di libri chiamati “leggi”. Nel corso della scorrere dei giorni avanza il nostro amore profondo per il disturbo, il desiderio di presenziare in questa pseudo realtà cresce. Le loro regole toccano le nostre anime per poi essere sputate via!! Governanti, giudici e poliziotti: i figli e le figlie di una libertà conquistata accumulano rabbia tra le ombre della loro voracità!! Amiamo con forza la distruzione del falso equilibrio sociale, il grido degli/lle impavidi/e reclama un fratello, amante e sorridente viandante.
Solidarizziamo con te per le strade e nella negazione del prestabilito. Eri, sei e sarai con noi! Ti salutiamo con amore, compa.
SOLIDARIETÀ ATTIVA CON HANS NIEMEYER!
Individualità anonime
Angol, Cile: Il DIPOLCAR sequestra illegalmente un prigioniero politico mapuche
Il giovane prigioniero mapuche è stato sequestrato dalle forze di polizia e intelligence, in modo completamente irregolare, senza avviso o ordino del tribunale, vale a dire che la procura viola le stessi leggi cilene che dice di difendere. Ciò dimostra – ancora una volta – che la comunità mapuche affronta uno scenario di tipo bellico causato dallo stato cileno alleato con i grandi interessi d’impresa che occupano la Wallmapu.
COMUNICATO PUBBLICO DAL CARCERE DI ANGOL
Informiamo il popolo mapuche e l’opinione pubblica nazionale e internazionale, che ancora una volta il nostro peni Luis Marileo Cariqueo è stato vittima di persecuzione da parte dello stato cileno, come
conseguenza del progetto di recupero territoriale che la comunità Cacique Jose Guinon ha portato avanti negli anni.
Luis Marileo Cariqueo, giovane prigioniero politico mapuche, è in custodia preventiva da 11 mesi nel carcere di Angol, accusato ingiustamente di un delitto non commesso, il 30 Luglio 2013 alle 7 è stato trasferito nella città di Temuco, fortemente sorvegliato e ammanettato mani e piedi per più di 8 ore, nella sede del DIPOLCAR dei Carabineros.
Questo trasferimento a sorpresa è totalmente irregolare, in più non è stato avvisato l’avvocato e neanche c’è stato un ordine del tribunale. Questa situazione irregolare obbedisce agli interessi e ai capricci del giudice antimapuche Luis Chamorro, il quale voleva avere impronte dei piedi e del corpo, cosi gli ha offerto nuove scarpe al posto delle sue che portava, per continuare con le sue montature, che stavolta consistono nel coinvolgere il nostro giovane peni in un attacco incendiario accaduto diversi mesi fa.
Luis Marileo Cariqueo dichiara categoricamente che non permetterà ad alcun organismo dello stato cileno né alla polizia di prendergli impronte digitali o del corpo, sapendo bene che il popolo mapuche è stato
perseguitato e criminalizzato per anni attraverso processi giuridici arbitrati e indebiti, e che la giustizia cilene obbedisce ai suoi padroni delle multinazionali e ai latifondisti.
LUIS MARILEO CARIQUEO
DALLA PRIGIONE DI ANGOL
LIBERTÀ PER TUTTI I PRIGIONIERI POLITICI MAPUCHE
MARICHIWEW
Angol, Cile: Chiuse le indagini contro Daniel Melinao, mapuche accusato dell’omicidio di un poliziotto
Il 29 Luglio 2013 si è chiusa l’indagine contro Daniel Melinao accusato di “coautore” dell’omicidio dell’agente del GOPE Hugo Albornoz durante gli scontri in una comunità mapuche di Ercilla nell’Aprile 2012.
Da adesso la procura rappresentata da Luis Chamorro ha 10 giorni per presentare le accuse (prove, testimoni e pena richiesta) per poi realizzare la preparazione del processo orale e poi quello vero e proprio.
Attualmente il comunero mapuche è prigioniero nel carcere di Angol, nel modulo dei prigionieri politici mapuche.
Cile: Rilasciato Sebastian Saldana
Il compagno antiautoritario Sebastian Saldana Zapata è stato prigioniero con l’accusa di aver tenuto e lanciato una molotov il 29 Marzo di quest’anno.
Il 1° Agosto 2013 Sebastian è stato rilasciato. A quanto abbiamo saputo avrà un processo con rito abbreviato.
Saluti compagno!
Difendiamo e appoggiamo i prigionieri e gli accusati per gli scontri di piazza!
Cile: Nuovo rinvio dell’udienza del caso Security
L’udienza fissata per il 1° Agosto 2013, per il nuovo inizio della preparazione del processo contro Juan Aliste, Freddy Fuentevilla e Marcelo Villaroel per il cosiddetto Caso Security è stata nuovamente rinviata.
La difesa del compagno Marcelo era impegnata in un processo al sud, per questo non ha potuto presenziare. Perciò il tribunale ha spostato l’udienza al 11 Novembre 2013 dove si riproverà a fare l’udienza di preparazione del processo.
Solidarietà e affetto rivoluzionario per Freddy, Juan e Marcelo!
Santiago, Cile: Trasferito il compagno Hans Niemeyer
Il compagno Hans Niemeyer condannato a 5 anni e 300 giorni per la collocazione di un artefatto esplosivo in una succursale bancaria del BCI era nella sezione di massima sicurezza, a causa della cattura in seguito alla clandestinità.
Dopo la condanna, i/le compas ci hanno detto che Hans è stato trasferito nel modulo H-Norte del carcere di alta sicurezza, con un regime di isolamento minore rispetto alla sezione di massima sicurezza.
Solidarietà al compagno Hans Niemeyer!
Cile: Ai compagni del mondo dall’ex penitenziario. Scritto di Alberto, el nico, Olivares
Fratelli e sorelle, da tanto tempo la realtà dell’impero continua essendo ancora più forte in ogni angolo della nostra vita, tutto trascorre in un corso di bassa intensità nella ribellione, “l’idea” ci reclama, ogni giorno, non ci dimentichiamo dei sogni, dei/le liberatori/e, e della rabbia contenuta x anni di ingiustizia sociale. Vedo dalla mia cella che i giochi politici si fanno realtà, che le carceri sono immuni, che nelle strade seguono a metà le volontà ribelli. fratelli e sorelle, questa non è la soluzione alla sottomissione umana, ma voglio esprimere quello che sento in ogni atto di casino e di poca azione diretta, continuo rapito da un sistema di polizia e ho la urgenza di muovermi, perché senza di voi, noi detenuti rimaniamo solx, in ogni bomba un invito al sistema a non abusare dei/le prigionieri/e, un furto al ricco è una fessura al sistema istituito.
Voi siete l’idea, voi siete la mia libertà e quella di tutti i rapiti del mondo
Distruggere per costruire
Facciamo tutto per tutti e niente per noi
GIÙ LO STATO DI POLIZIA
GIÙ LE PRIGIONI
COLLETTIVO 22 Gennaio
CENTRO DI STERMINO EX PENITENZIARIO MODULO A
ALBERTO OLIVARES FUENZALIDA
Valparaiso, Cile: Incendio nella sezione femminile del carcere
Il 26 Luglio 2013 c’è stato un principio di incendio nella sezione femminile del carcere di Valparaiso, sono intervenute tre squadre di pompieri per spegnere le fiamme.
Evasione per i prigionieri!
Fuoco alle carceri con i gendarmi dentro!
Cile: Condannati a 5 anni due mapuche per attentato incendiario
Il 24 Luglio è finito il processo contro Pablo Levinao Melinao e Rodrigo Elicer Melina Lican, accusati di attentato incendiario nel settore di Chiguaihue en Ercilla, territorio mapuche, realizzato il 28 Ottobre 2011.
Durante il processo hanno parlato 19 testimoni, dei quali 2 sotto protezione e 4 presentatisi solo con le iniziali. Una dimostrazione del funzionamento della macchina giuridica a danno di chi contesta l’ordine dominante.
I due comuneros mapuche sono stati condannati:
Cristian Pablo Levinao Melinao: 5 anni e 1 giorno (incendio forestale) + 541 giorni per i danni (due bus e un autocisterna)
Rodrigo Elicer Melina Lican: 5 anni e 1 giorno (incendio forestale) + 541 giorni per i danni (due bus e un autocisterna)
Entrambi i comuneros sconteranno la condanna in prigione e non potranno accedere ai benefici viste le condanne precedenti che hanno, Cristian Levinao ha ancora due processi in corso per incendio.
Cile: Settimane di agitazione ed azione mondiale, in solidarietà attiva e combativa con Freddy, Marcelo e Juan.
Con la motivazione dell’appello alla solidarietà ed azione globale con i compagni del “Caso Security” abbiamo deciso di svolgere un’attività politica / controculturale nella popolazione Simon Bolivar nella comuna di Quinta Normal per questo 10 Agosto dalle ore 15:00.
I compagni sono accusati di numerosi assalti e della morte del poliziotto Moyano, e attualmente sono da tre anni e nove mesi in carcere preventiva senza nessuna condanna.
Questa è un’ulteriore prova che lo stato/carcere/capitale usa le prigioni e il confinamento come una forma in più di punizione, controllo e annientamento per coloro che si ribellano contro l’ordine stabilito.
Da qui un invito aperto ad essere presenti, che facciamo della solidarietà la nostra arma più fedele, che i compagni Freddy, Marcelo e Juan e tantx compagnx che sono nelle segrete in tutto il mondo possano sapere che non sono solx, che fuori c’è chi si agita per la loro libertà.
Questo è un appello per prendere tutte le forme di solidarietà e lotta con tutti i prigionieri della guerra sociale.
Perché chi dimentica i/le cautivx della guerra, finisce dimenticando la guerra stessa.
Freddy, Marcelo e Juan alla strada!
Santiago, Cile: Rivendicata barricata in solidarietà ad Hans Niemeyer e in ricordo di Carlo Giuliani
Solidarizziamo tramite delle barricate realizzate la scorsa domenica (28/7) al calar del sole all’incrocio di General Bulnes con Bulmaceda, vicino al Parque Los Reyes. Continuiamo la propaganda in solidarietà con Hans Niemeyer, sequestrato dallo stato cileno, e per un nuovo anniversario della morte del compagno Carlo Giuliani uccido dai cani da guardia dello stato italiano nel 2001. Senza dimenticare i nostri compagni caduti e chi si ritrova prigioniero, senza arrendersi mai. Non scordiamo gli 81 compagni del centro di tortura San Miguel, Freddy, Marcelo, Juan, Carla, Ivan, Diego e tanti altri.
Rompiamo le regole con il fuoco, partecipi e complici della distruzione, non ci fermeremo fino alla distruzione dell’ultima gabbia.
Cile: Arresti domiciliari per la compagna Io Giuria
Il 27 Luglio 2013 la procura e l’accusa si sono appellate contro la compagna Io Javiera Giuria cercando di incarcerarla e farle fare la custodia preventiva vista l’accusa di aver lanciato una molotov contro una squadra di poliziotti nelle proteste dello scorso 13 Giugno, la compagna rimase clandestina diversi giorni per poi essere detenuta e processata.
Alla fine la corte d’appello ha respinto la custodia preventiva chiesta dalla procura, ma ha decretato gli arresti domiciliari.
Solidarietà con i/le processati/e per gli scontri di strada!
Cile: Lettera di Jose Miguel Sánchez Jiménez alla comunità dei/lle guerrieri/e ribelli
Oggi scrivo con la rabbia e l’impotenza, la rabbia di sapere che da Gennaio a Vizcacha non è stato fatto altro, a quanto pare la lotta in inverno va in vacanza, e mi sento impotente nel vedere che da qui non posso fare o contribuire nulla per invertire l’interruzione degli attacchi, noto con tristezza che la nostra inattività è in aumento da un po’ di tempo a questa parte, e penso che sia un segno di stanchezza e poca voglia di credere in noi stessi, nelle nostre capacità e in quelle di chi ci sta attorno.
A volte penso che sono un illuso sognatore o qualcosa di simile, che non mi metto nei vostri panni, o penso così perché la realtà che io vivo è limitata, no, ma la verità è che qui ho un sacco di tempo per fare una distaccata analisi di questa guerra, e quello che noto è che il nemico sta continuamente guadagnando sempre più terreno e che la nostra inattività è più latente. Cosa accade davvero?
Io sogno di essere in strada e iniziare una guerra senza tregua, colpire su tutti i lati e non dare il tempo o luogo al nemico di reagire, sogno gli attacchi costanti e continui che possono distruggere ogni simbolo del potere, vedo cadere uno sbirro dopo l’altro nelle nostre azioni! Che i guardiani del potere ci temano! Questo è il sogno di ogni giorno. Perchè non c’è affinità tra di noi? O è cosi difficile sabotare la pace icone? Fratelli la nostra lotta ha la validità necessaria per essere reale! Che cos’altro aspettiamo? Al dominio non si dovrebbe dare tregua, non pecchiamo di innocenza, abbiamo molto da fare e non possiamo essere solo spettatori di una lotta che è anche la nostra, non c’è peggior cieco di chi non vuol vedere giusto? In ognuno di voi vi è la possibilità di decidere se combattere o starsene a casa, per essere coerente ed essere parte del contingente che nulla ha da temere.
Un abbraccio rivoltoso
con affetto fraterno,
Jose Miguel Sánchez Jiménez
Centro di sterminio carcere di Colina II, Modulo 4.
Mapuche: Solidarietà con i Temuco 12!
Solidarietà con i Temuco 12!
Solidarietà con gli anarchici del Temuco “Caso bombas”
A partire dal 1 Agosto e anche dall’11 Settembre, una dozzina di mapuche che da tempo sono combattenti per la totale indipendenza andranno a processo, accusati in base alla legge antiterrorista cilena.
Il 28 Giugno 2009, i membri della comunità mapuche hanno usato tronchi d’albero per bloccare cinque autostrade nella zona di Temuco. Alla deviazione per Temuco, un Tur-bus (simile al Greyhound) e tre camion che cercavano di superare le barricate sono stati bersagliati con pietre da travisati combattenti mapuche, che hanno anche scritto su un lato del bus “Riconquista delle terre mapuche”.
Temuco è parte della Wallmapu – i territori Mapuche – come riconosciuto in diversi accordi con la corona spagnola e poi con la repubblica cilena. Per circa 300 anni i mapuche si sono difesi con successo dalla colonizzazione in una serie di guerre. Negli anni successivi al 1880 Cile e Argentina hanno invaso la Wallmapu, espropriando i mapuche e requisendo le terre. I mapuche hanno resistito, mantenendo la propria lingua e cultura e ricostruendo le proprie comunità. Negli ultimi decenni hanno recuperato le loro terre e lottano per espellere gli stati occupati e porre fine al regime capitalista che tratta le loro terre e gli abitanti come proprietà.
I 12 accusati vengono da varie comunità del nord Wallmapu, e sono tutti impegnati da tempo nella lotta per l’indipendenza mapuche. Alcuni sono stati imprigionati a causa di processi antiterroristi nel 2010 che sono crollati davanti ad una grande solidarietà e uno sciopero della fame di più di 80 giorni fatto dai prigionieri.
Alcuni hanno anche altre accuse o stanno scontando pene per processi precedenti, ma grazie al vasto supporto e alla continua resistenza hanno evitato finora le grandi condanne che polizia e giudici vorrebbero ottenere. Lo stato cileno vuole chiuderli e gettare via la chiave. Esso spera di spezzare la lotta mapuche rimuovendo in modo definitivo alcuni dei membri più attivi e influenti delle comunità resistenti. Puntando sempre sulle stesse persone, l’accusa spera di poter far passare l’accusa, nonostante la mancanza di prove e l’uso di anonimi informatori pagati.
I mapuche hanno proclamato a gran voce che la loro lotta per la terra non è terrorismo. Il terrorismo è ciò che fa lo stato cileno, molestando, pestando e sparando ai giovani e agli anziani mapuche, invadendo le comunità mapuche, e arrestando chi si mette in gioco. I mapuche continueranno ad agire per espellere le compagnie minerarie, i proprietari terrieri e la polizia che ha usurpato le loro terre.
Stiamo con loro. Verso il processo e in tutto Agosto, possiamo mostrare ai mapuche che li supportiamo, o mostrare allo stato cileno che i suoi metodi pesanti tradiscono le sue pretese democratiche.
E non dimentichiamo il caso bombas Temuco. Dopo il “caso bombas” del 2010 a Santiago poi crollato per la mancanza di prove, con il proscioglimento di tutti gli anarchici accusati, lo stato cileno ha deciso di riprovarci.
Nel Marzo 2013 è stato invaso un centro sociale anarchico nella città di Temuco e piazzato materiale per costruire esplosivo. E tre anarchici sono sotto accusa in base alla legge antiterrorista.
Cile: Confermata la custodia cautelare per Victor Montoya
Il 18 Luglio 2013 c’è stata una nuova udienza in merito alla custodia cautelare di Victor che da Febbraio è accusato di aver guidato l’auto dove c’erano quelli che avevano attaccato un commissariato di polizia.
Il tribunale ha confermato la custodia, facendo restare il compagno Victor nel carcere di Puente Alto, con un’accusa basata su miseri testimoni anonimi e sulla nefasta legge antiterrorista.
Libertà per Victor Montoya!