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[Stato spagnolo] Sul compagno Gabriel Pombo Da Silva

Il 13 giugno 2012, dopo diverse operazioni contro altri compagni, lo Stato italiano lancia un’ondata repressiva contro decine di anarchici. L’inchiesta denominata Ardire portò a 40 perquisizioni, 24 imputati e 8 carcerazioni. Questa volta la magistratura ha cercato di dare una dimensione più ampia, accusando inoltre compagni già incarcerati in diversi paesi europei, tra cui Grecia, Svizzera e Germania. Come accade abitualmente lo Stato pretende di vedere la sua faccia autoritaria nel sorriso dei suoi irriducibili nemici, costruendo ad esempio ruoli di capi, di esecutori e di coordinatori all’interno dell’ennesima “associazione terrorista” laddove ci sono affinità, corrispondenze con i prigionieri, lotte e volontà di combattere.

E’ in questo modo che Gabriel Pombo Da Silva e Marco Camenisch, incarcerati da molti anni, si ritrovano in questa inchiesta, nello specifico in seguito allo sciopero della fame internazionale del dicembre del 2009. Loro vengono individuati come “simboli e punti di riferimento di un nuovo progetto sovversivo” e tratatti come “gli ideologhi e i propulsori”.

Dopo 20 anni passati nelle gabbie spagnole (14 dei quali in regime FIES) da cui riesce a fuggire, Gabriel viene arrestato nel 2004 dopo un controllo e una sparatoria con la polizia tedesca. Gabriel sconterà altri 9 anni di carcere in Germania. Viene estradato in Spagna il 25 febbraio 2013 in base all’Euroorden (Mandato di arresto europeo, detto M.A.E.) emanato da questo Paese dieci anni prima per fargli scontare la fine della pena rimasta in sospesa. Due mesi dopo l’arrivo in Spagna Gabriel viene citato di fronte all’Audienza Nacional per notificargli un M.A.E. emesso contro di lui dall’Italia in riferimento all’inchiesta Ardire!Gabriel ovviamente ha respinto la richiesta di essere volontariamente inviato in Italia e dal momento che non ha rinunciato al cosiddetto “principio di specialità” come lo chiamano nei loro feroci codici, la giustizia anti-terrorista spagnola nel gennaio 2014 ha richiesto al suo omologo tedesco l’autorizzazione a consegnare Gabriel all’Italia.

Il 17 gennaio 2014, nel corso delle indagini relative all’operazione Ardire condotta dalla procura di Perugia, il PM Comodi finalmente ha richiesto l’archiviazione per quanto riguarda l’accusa di “associazione sovversiva”, mentre il troncone principale dell’inchiesta nel frattempo è passato alla procura di Milano l’8aprile vengono revocate tutte le misure restrittive (obblighi di firma, obbligo di dimora, divieto di espatrio) che gravavano ancora su alcuni compagni. Dopo un circo che a qualcuno è costato un anno di vita e per qualcun’altro anche di più, lo stesso tribunale il 18 aprile ha revocato il M.A.E. italiano contro Gabriel.

Tutte queste peripezie del terrorismo dello Stato europeo e dei suoi lacchè in toga non devono farci dimenticare che Gabriel continua ad essere sottoposto al regime FIES da quando è stato trasferito nel carcere di A Lama (Galizia) nell’agosto dello scorso anno. La sua corrispondenza è continuamente sottoposta ai capricci dei carcerieri (tanto quella di uscita quanto quella in entrata), le attività che potrebbe svolgere sono ristrette con assoluta arbitrarierà, il carcere stesso è famoso per l’elevato numero di “morti improvvise”… appena trovato morto secondo il loro gergo osceno. Per finire, per quanto riguarda la richiesta di sapere la data in cui Gabriel finirà di scontare la condanna, la giustizia e l’amministrazione penitenziaria continuano a giocare con i propri metodi meschini di torturare a fuoco lento cambiando regolarmente i loro calcoli carnefici. Per il momento il fine pena è stato fissato al… 2023.

In realtà tutte queste misure sono un avvertimento lanciato contro tutti coloro che si ribellano. Si tratta allo stesso tempo di un accanimento particolare contro uno dei nostri compagni* (“ogni volta più pericoloso” come loro dicono, di un anarchico che ha passato 29 anni dietro le sbarre e non si è fatto piegare) ma anche un castigo troppo banalecontro coloro che non si sottomettono. Perchè le teste devono essere abbassate, le bocche imbavagliate e gli occhi chiusi, dentro come fuori. A meno che…

Abbasso tutti gli Stati, la reclusione, la polizia e i tribunali,
libertà per tutte e tutti!

Anarchici solidali
18 maggio 2014

Per scivergli, anche se lui non può rispondere, è preferibile farlo tramite raccomandata per evitare che le lettere finiscano per perdersi (testi, opuscoli e libri non entrano tramite posta):

Gabriel Pombo Da Silva
CP A-Lama (Pontevedra), Monte Racelo s/n
36830 A-Lama (Pontevedra), España/Spagna

* Arrestati lo scorso novembre due altri compagni, Mónica e Francisco, sono imprigionati e anche sottoposti a regime FIES. Trasferito tre volte in sei mesi Francisco è ancora in isolamento.

trad. da Cassa Antirepressione Sud

[Stato spagnolo] Scritto del compagno Francisco Solar Dominguez a cinque anni dopo la morte del anarchico Mauricio Morales in combattimento

Ancora si respirava il fumo dei lacrimogeni nelle strade di Valparaiso dopo le proteste che hanno cercato il discorso presidenziale quell’anno.

Il pneumatici già spenti segnalavano la fine di una giornata di lotta che ritorna con nuove energie il prossimo anno.

L’Armata s’inebria con i suoi festeggi, passate le ore, già di notte i giovani cominciando a divertirsi cercando di dimenticare una settimana in più di noia del lavoro e studiantile, schierato tutto il loro ingegno per realizzare il suo scopo di trascorrere un tempo gradevole.

Ma uno c’era che ha anche voluto liberare i propri sogni, ma di un’altra forma, a suo modo. Per lui, il confronto non aveva iniziato o finito quel pomeriggio nel porto. Tutto continuava.

Sarà necessario realizzare questa azione? Il rischio lo meritarà tanto? Quali conseguenze può avere? Queste discussioni sterili erano fuori della sua testa non le importavano più, il suo sguardo non si spostava del obiettivo, ma qualcosa falli.

La carogna giornalistica dimenticò i dettagli della verbosità presidenziale, dando una copertura speciale a quello che è successo. Hanno fatto il festino con il tuo corpo.

La polizia ha pensato di aver finalmente dato con i responsabili delle azioni che da anni si riproducono ripetutamente nella capitale chilena e cominciò:

Invasioni, persecuzioni, arresti, risposte, solidarietà, convinzione, collaborazione, confronto, dissociazione, claudicare e senza fine.

Sono passati cinque anni, molta acqua è passata sotto i ponti. I socialisti ritornano ad amministrare lo stato con la signora Bachelet alla testa e la nostra memoria che è principalmente presente, continuava intatta sapendo che solo l’oblio è la morte.

Mauricio Morales è in ogni anti-autoritario. Non voglio usare qui parole come onore e gloria che penso sono piene di senso autoritario e religioso che poco o nulla hanno che fare con noi.

Manifesto tutto il mio rispetto e riconoscimento a Mauricio Morales Duarte per aver dato il meglio di se nel confronto contro il potere, per la sua costante messa in discussione, per cercare di tradurre in atto le proprie idee, la sua convinzione che solo con l’audacia nemica di tutte le regole e disciplina imposti può lo stato essere superato è quella di molte e molti.

Con i nostri morti nella memoria
per l’anarchia.

fonti : 1, 2

[Stato spagnolo] Disegno della compagna Mónica Caballero a 5 anni della morte in combattimento del compagno Mauricio Morales

La compagna Mónica Caballero si trova in prigione dal 13 di Novembre 2013 accusata di diversi attacchi esplosivi contro chiese nello stato spagnolo. Cercando di apportare al presente di lotta, la compagna invio questo disegno a 5 anni della morte in combattimento del anarchico di azione Mauricio Morales, il 22 Maggio del 2009 attaccando la scuola della gendarmeria. I colori i tratti realizzati per la compagna attraversano distanze e distruggono amnesie.

fonte : machorka

Navarra: Attaccato il consolato d’Italia in Iruña

In solidarietà con i/le compagnx anarchici/che e ricordandosi alla settimana internazionale in solidarietà con: Nicola; Alfredo; Gianluca; Adriano; Marco Camenisch; Mattia; Claudio; Niccolò; Chiara e tuttx gli/le altrx che non includiamo in questa lista, il venerdì 23 di maggio 2014 abbiamo lanciato pittura nel consolato d’Italia in Iruña/Pamplona (vicino alla stazione centrale di polizia). Questa volta è solo pittura, ma non ci fermeremo fino a quando non li/le vediamo tuttx liberx.

Va per voi compagnx.

Questo è solo l’inizio…

10, 100, 1000 nuclei anarchici

fonte : barcelona indymedia

Iruña, Navarra: Solidarietà con prigionieri anarchici in Messico

Libertà per Amelie, Carlos e Fallon
Né colpevoli né innocenti; solo conseguenti

Venerdì 2 maggio 2014

Ore 19.30: Guerra sociale in Messico, terrorismo dello stato e solidarietà come bastione della resistenza (a carico di un compagno militante messicano)

Ore 21.30: Cena vegana e messicana (5 euro destinati a compagnx detenutx in Messico)

Appoggiano e organizano:
Centro antiautoritario Subeltz, A.G. Gaztea Anarkistak (giovani anarchici), CNT Nafarroa

Nel centro antiautoritario Subeltz, Via Curia, 29, Iruña (Navarra)

I possibili benefici andranno a compagnx anarchici/che rappresagliatx.

fonte : subeltz.noblogs.org

Berlino: Attacco incendiario contro filiale banca Santander

Nella notte del 6 Marzo 2014, abbiamo dato fuoco ad una filiale della banca Santander a Neukölln, Berlino. Abbiamo distrutto una vetrina e azionato un dispositivo incendiario a tempo. Dedichiamo questa azione ai prigionieri e agli uccisi dal sistema capitalista in Cile e Spagna.

Prima di tutto, a Tamara Sol e a Sebastian Oversluij Seguel:

“Nella mattinata del 11 Dicembre 2013, il compagno anarchico Sebastian Oversluij Seguel è stato ucciso da colpi d’arma da fuoco a Pudahuel, quartiere di Santiago, durante un tentativo di rapina. Un vigilantes del Banco Estado ha ucciso il 26enne con sei colpi. Da allora, ci sono state numerose reazioni da parte del movimento anarchico. Il 21 Gennaio 2014, la compagna Tamara Sol Farias Vergara è andata in una filiale della stessa banca nel centro di Santiago, e ha aperto il fuoco su un vigilantes urlando: ‘Vendetta!’. Poi, ha sottratto l’arma al vigilantes. Poco dopo, è stata arrestata. Tamara ha rifiutato ogni collaborazione con le autorità ed è in custodia cautelare.” (tratto da un articolo in tedesco sulla Giornata del Giovane Combattente in Cile)

Il video dal titolo “Complicità” è stato rilasciato dal movimento in merito all’omicidio di Sebastian e all’azione di vendetta della quale è accusata Tamara.

Recentemente (3 Febbraio 2014) la famiglia Vergara Toledo da Villa Francia, Santiago, si è espressa in una lettera aperta riguardante l’arresto e l’attuale situazione di Tamara.

Dall’assassinio di Sebastian, Alfonso Alvial e Hermes Gonzalez sono in custodia cautelare.

Inoltre, vogliamo citare Monica Caballero e Francisco Solar. Dopo un’operazione condotta dalle autorità cilene e spagnole, essi sono stati incarcerati in via cautelare in Spagna; entrambi sono stati già imputati in Cile per la montatura del Caso Bombas.

Saluti anche agli accusati del Caso Security (Cile), e agli attivisti a Barcellona che, come noi, considerano le banche degli obiettivi per azioni solidali.

Santander, una delle più grandi banche nel mondo spagnolofono, è responsabile per sgomberi coatti e finanziamento di compravendite di armi. Questo è anche un buon motivo per noi per considerare le lotte interne ed esterne come un’unica nostra lotta comune. Le istituzioni che mettono il capitale davanti alla vita umana saranno sempre obiettivi dei nostri attacchi.

Commando Sebastian Oversluij Seguel
LIBERTÀ PER TUTTI I PRIGIONIERI

Carceri spagnoli: Piccola intervista di Contra Info all’anarchico incarcerato Claudio Lavazza

(Intervista di Contra Info al compagno Claudio Lavazza che si trova dal 1996 rinchiuso nelle celle della democrazia spagnola. L’intervista è stata presentata durante l’incontro in solidarietà con i detenuti anarchici condannati a lunghe pene detentive, tenutosi l’11 gennaio 2014 nel CSO la Gatonera a Madrid.)

Nella ricerca della piena libertà, hai scelto di attaccare il mondo del potere con tutti i mezzi possibili. Quali furono i motivi principali che ti hanno spinto a intraprendere questo sentiero di ribellione armata?

I motivi furono un insieme di circostanze che vanno dal tentativo di colpo di stato in Italia, utilizzando la strategia della tensione (attacchi terroristici con esplosivi in luoghi pubblici) attuata da parte dei gruppi dell’estrema destra e dei servizi segreti, agli attacchi dei partiti politici dell’arco costituzionale con la Democrazia Cristiana particolarmente attiva nel segnalare come responsabili dei gravi attentati la sinistra rivoluzionaria e agli anarchici, fino all’ingiustizia e alla repressione nei confronti della classe operaia portata avanti dall’autorità, la stessa che applaudì il governo fascista di Benito Mussolini e l’entrata nella seconda guerra mondiale dell’Italia a fianco dei nazisti tedeschi.

Nel tuo libro “Autobiografia di un irriducibile” (“Pestifera la mia vita” nella trad. it.), racconti come nel 1981, partecipasti all’assalto del carcere di Frosinone (Lazio, Italia), con l’obiettivo di liberare un compagno. Oggi più di 30 anni dopo sono poche le occasioni in cui la solidarietà di fatto con i prigionieri della guerra sociale arriva fino a questo punto. Come si può riproporre di nuovo la prospettiva della liberazione immediata dei nostri fratelli?

La liberazione immediata è un obiettivo fondamentale in questa guerra sociale… però mentre il sistema è progredito in infrastrutture e mezzi di repressione, noi siamo rimasti alla preistoria, senza avanzare in preparazione militare e tecnologica per far fronte ai super-carceri. Queste costruzioni isolate sono quasi impossibili d’attaccare come è stato fatto nel 1981 in italia, liberando due prigionieri. Certo i tempi sono cambiati, quando si parla di attacco al sistema, anche se non possono piacere termini come preparazione militare, è evidente che si parla di guerra e di scontro e per ottenere dei successi è necessario essere all’altezza dei tempi che lo sviluppo tecnologico impone. Non dico che sia impossibile attaccare strutture come i super-carceri, però per come siamo messi adesso è un sogno irrealizzabile, quello di liberare i prigionieri lì rinchiusi.

Nella tua lunga traiettoria di lotta polimorfa, supponiamo che hai partecipato a varie organizzazioni di controattacco allo stato delle cose. Quali sono le esperienze avute, circa il tema della vera autorganizzazione combattente, senza dirigenti nè diretti?

Le mie esperienze al riguardo sono maturate poco a poco, in 16 anni di clandestinità. Nessuno fa il maestro e tutti dobbiamo imparare da tutti, da chi ha più esperienza e preparazione; tra anarchici abbiamo dei principi anche semplici, che ci permettono di avanzare rapidamente nell’autorganizzazione combattente: Una volta formato un gruppo ci sono compiti che ognuno deve rispettare… per esempio, se io sono un esperto in tattiche di attacchi, gli altri dovranno ascoltarmi, senza che mi vedano come un dirigente, nè loro sentirsi diretti. Tutti avranno qualcosa da dire, però se queste parole sono frutto dell’incapacità e della mancanza d’esperienza, dovranno ascoltare me, per il buon esito dell’operazione. Ugualmente dovrò anch’io ascoltare quello più esperto, se dimostra più capacità di me. Ovvero sono maestro secondo le circostanze in un dato momento, sarò alunno quando qualcuno più preparato di me prende la responsabilità del gruppo. Così, secondo la mia esperienza si crea l’autorganizzazione.

È l’anarchia una via illegalista di per sè? E se è così come possono le individualità in rivolta confluire in fiumi che anneghino le leggi e le norme che ci legano nella miseria?

L’anarchia è illegalista per natura, perchè cerca di esistere al margine della legalità imposta dal sistema. Noi anarchici abbiamo nostre leggi e modi di essere, che vengono sempre condannate dalle leggi e dagli organi degli Stati. il fatto di non accettare le regole imposte del lavoro salariato, rubare ai ricchi è considerato illegale dal sistema, per noi è giusto e obbligatorio, e pertanto legale dal nostro punto di vista. Inoltre qualsiasi atto che non appoggia il mantenimento del potere capitalista, si può considerare come parte di questo fiume di ribellione che annegherà le leggi e le norme.

Se la rivoluzione è un atto quotidiano, sorge la necessità dell’azione diretta tanto per la distruzione di tutto quello che ci opprime, come per la creazione di un nuovo mondo. Come sposare queste due necessità senza cadere nella militanza sterile e alienante o, nel riformismo disfattista?

La creazione di un nuovo mondo e la necessità del lavoro rivoluzionario quotidiano non può cadere nella militarizzazione alienante o nel riformismo disfattista. Bisogna stare attenti su questo aspetto, per evitare di cadere nella stanchezza e che questo provochi l’abbandono dei compagni. È qui dove si manifesta la nostra creatività, con l’apporto di nuove idee e stimoli, la rivoluzione ed il cammino verso la rivoluzione non possono cadere nell’alienazione… bisogna darsi un respiro ogni tanto, per non cadere nella routine. I tempi delle nostre azioni ci appartengono, nè il potere, nè la tristezza sociale stanno aldisopra della nostra necessità di vivere come persone libere.

Nel 1996 sei stato arrestato a Siete Puertas, dopo l’esproprio alla banca Santander di Cordoba. Quali furono le reazioni dei circoli anarchici (con o senza virgolette) a quel tempo, tanto nello stato spagnolo quanto al di fuori di esso?

Sono stato catturato a Bujalance; Sietepuertas è il nome della caffetteria dove mi ha preso la Guardia Civil, la caffetteria non esiste più, al suo posto c’è una banca. Le reazioni dei circoli anarchici dello stato spagnolo furono di dura critica per alcuni, e altri a favore dell’esproprio della banca Santander di Cordoba (una delle più ricche della città). Da fuori abbiamo ricevuto un appoggio solidale commovente dall’Italia. Ricordo quand’ero in isolamento nel carcere di Cordoba, ferito e pestato, mi arrivò un telegramma dall’Italia che mi ha fatto piangere per il calore e la solidarietà che sprigionava. Poi sono arrivate altre lettere e cartoline dalla Spagna e da altri paesi, con la stessa intensità e affetto.

Tu hai portato l’offensiva oltre le frontiere degli stati, burlandoti per molti anni dell’autorità dei vari paesi. Come vedi la lotta antipatriottica ed internazionalista degli anarchici?

Le lotte antipatriottiche ed internazionaliste degli anarchici nel mondo le vedo presenti e costanti, ricevendo in cambio durissime reazioni poliziesche e dei tribunali, segno della loro paura. Voi da fuori avete più dati che certificano l’intensità di queste lotte. Quello che mi piacerebbe vedere, prima di scomparire, è qualche trionfo. Questo sarebbe per me e per voi, un bellissimo regalo… Speriamo che arrivi presto.

Trovandoti rinchiuso nelle segrete della democrazia spagnola hai portato avanti dure lotte per rompere l’isolamento e per l’abolizione del regime speciale FIES. Come valuti questi momenti oggi?

Si, ho portato avanti dure lotte per l’abolizione del FIES e dell’isolamento, l’abolizione delle lunghe pene detentive e del cosiddetto ergastolo nascosto. Ora sono in lotta per l’abolizione delle torture e dei maltrattamenti in carcere, iniziata nell’ottobre 2011, con azioni comuni come lo sciopero della fame simbolico ogni primo del mese e con una rete d’appoggio di avvocati solidali per assistere giuridicamente i compagni in lotta, contro le rappresaglie del sistema penitenziario. Non valuto quei momenti come qualcosa di passato… ma al presente, con meno intensità, forse, e di partecipazione rispetto ad un tempo. Essere prigioniero vuol dire essere in lotta permanente, il carcere non è un luogo dove ci si può rilassare e dimenticare la realtà circostante.

Il tuo è un caso di lunga pena detentiva, come di altri anarchici nel mondo. Dopo tutti questi anni hai notato cambiamenti nell’ambito della società carceraria e della sua popolazione?

Si ci sono stati molti cambiamenti da quando sono entrato la prima volta in carcere nel 1980. La sua popolazione è cambiata con l’entrata delle droghe legali come il metadone e gli psicofarmaci, somministrate quotidianamente dall’amministrazione carceraria. Sono riusciti a isolare la buona parte dei reclusi, trasformandoli in degli individualisti. Non esiste più quella solidarietà combattiva, dove quando toccavano uno, toccavano tutti. Non è più così da molti anni ormai. Il controllo sui detenuti non è solo fisico, ma anche mentale, e impedisce al recluso di seguire la propria personalità. Le droghe, assunte tutti i giorni, tolgono il meglio di sè stessi, lasciando solo la preoccupazione di continuare a prenderle, il resto è secondario e di minore importanza… questa è la sua miserabile lotta e cercare di convincerli del contrario è una perdita di energia e di tempo. Chi si droga è schiavo del sistema due volte, uno per essere prigioniero, l’altro per essere dipendente. Per fortuna esiste una parte…piccola… di popolazione reclusa che non entra in questo insieme, e con questa parte si può lottare insieme per arrivare a dei cambiamenti qui dentro.

Sempre sul tema della lunghezza della pena: Come ha influenzato la tua lunga permanenza in carcere la solidarietà nei tuoi confronti, ma anche le tue amicizie e relazioni?

La solidarietà nei miei confronti mi riempe di orgoglio, soprattutto adesso che è uscita la mia autobiografia.

Qual’è lo stato dei procedimenti giudiziari nei tuoi confronti e quali sono le prospettive per il futuro?

Attualmente, dopo 17 anni in carcere, la mia condanna in Spagna è di 25 anni. Una volta finita mi aspetta una condanna in Italia di 27 anni e sei mesi, un altra condanna in Francia di 30 anni (ed un altro procedimento, che con un pò di fortuna, dovrebbe concludersi con altri 15 anni di galera). Il mio obiettivo è di ottenere un riconteggio della pena in un totale di 30 anni. Non esiste nella legislazione attuale un solo articolo che dica che posso riottenere la libertà dopo 30 anni di carcere. Dovrò lottare per arrivare al tribunale europeo dei diritti umani affincè riconoscano un limite alla pena, sennò il mio è un ergastolo.

Quale messaggio ti piacerebbe trasmettere a chi lotta giorno e notte, dentro e fuori le mura?

A chi lotta, mantenetevi forti e liberi perchè la maniera migliore di lottare contro il sistema e le carceri è di non entrarci mai.

Un forte abbraccio a tutti.
Claudio

Per scrivergli:
Claudio Lavazza
C.P. Teixeiro (módulo 11)
Carretera Paradela s/n
15310 Teixeiro-Curtis (A Coruña)
España/Spagna

Stato spagnolo: Presidio per i detenuti in Salamanca

Presidio nel carcere di Salamanca il venerdì 28 febbraio 2014; atto nel contesto della chiamata per una settimana di azioni decentrate per i/le detenutx in lotta, scioperi della fame, e per i morti in prigione.

CONCENTRAZIONE VENERDÌ 28 FEBBRAIO ALLE 20.00 ORE
nella piazza del Liceo

Solidarietà con i/le detenutx in lotta
Contro i morti e le torture in prigione

Tre morti in due mesi

CARCERE=TORTURA=MORTE

Stato Spagnolo: Aggiornamento sulla situazione carceraria di Mónica Caballero

Informazioni importanti sui pacchi per Mónica al carcere di Brieva

La compagna può ricevere solo 1 pacco al mese, che include tutto (anche libri). C’è gente che le sta inviando pacchi con libri e oggetti a mezzo posta, e se questi entrano contano come un pacco e, quindi, non possono entrare le altre cose che le servono. Se qualcuno vuole spedirle delle cose in solidarietà, per favore ci contatti a solidaridadylucha@riseup.net e così organizzeremo le cose per il suo pacco mensile.

La compagna sta col morale alto e forte. Ha avuto il suo primo colloquio lo scorso fine settimana!

Si prega di diffondere l’informazioni.

Continuando l’agitazione, se toccano una toccano tutte!

fonte : machorka

Stato spagnolo: Se toccano uno/a – Su Monica e Francisco

Sono passati due mesi da quando cinque persone sono state arrestate ed isolate. Due di queste, Monica e Francisco, sono rinchiuse nel duro regime spagnolo FIES, e il resto è in libertà vigilata (sottoposti ad obblighi di firma settimanali presso il tribunale), in attesa del processo con le medesime accuse.

Molti compagni in giro ci hanno detto della apparente aura di segretezza che coprirebbe tutto ciò che riguarda l’attuale situazione dei/lle compagni/e e il caso e che dopo il circo mediatico che ha accompagnato gli arresti, qualcosa andava detto. La verità è che, come sappiamo già, contro i media e i loro rappresentanti, poco si può fare in termini di contropropaganda. Possiamo esporla, imparare come costruiscono le loro reti e vedere come lavorano a fianco con lo stato nel costruire un vuoto che cercano di riempire con il prossimo nemico interno: musulmani, indipendentisti, galiziani, animalisti accusati di aver aperto troppe gabbie, anarchici… Tutti questi riempiranno il vuoto lasciato dal ETA, un vuoto non solo nel senso di un nemico interno che nutre un enorme apparato burocratico, repressivo e giudiziario: il cosiddetto antiterrorismo; un’istituzione che si rifiuta di scomparire e che deve provare la propria necessaria esistenza ed efficienza… Un tale vuoto sarebbe notato nelle loro nuove celle che vanno riempite e sulle pagine dei giornali, qualcosa che potrebbe lasciar spazio ad altri problemi nelle teste dei lettori… Oggi poche preoccupazioni nascono dagli sfratti massicci, dal fatto che milioni di persone non arrivano alla fine del mese (neanche con la schiavitù salariale), che i politici continuano a riempirsi le tasche e ridere di noi. Ci sono dei fantasmi molto pericolosi, dicono, che dobbiamo davvero temere: immigrati, terroristi, ecc… Continue reading Stato spagnolo: Se toccano uno/a – Su Monica e Francisco

Stato spagnolo: Trasferimento a Cordoba per il compagno Francisco Solar

Sembra che il potere, vuole fare ancora una mossa, cercando di distruggere la solidarietà e l’amicizia che ci unisce.

Per la seconda volta, Francisco Solar, sarà trasferito di carcere. Dopo settimane senza alcun contatto con un altro prigioniero, Francisco è da una settimana che condivide il cortile con un altro detenuto, con il quale congiuntamente sarà trasferito alla prima prigione. Oggi stesso (25 Gennaio) sarà trasferito al carcere di Valdemoros, dove starà per quattro giorni, fino a Mercoledì, quando sarà trasferito al carcere di Córdoba. Il compagno rimane forte e con la testa alta!

Cogliamo l’occasione per aggiornare e diffondere la direzione di Monica, che continua imprigionata nel carcere di Brieva.

Monica Andrea Caballero Sepulveda
C. P. Avila
Ctra. Vicolozano-Brieva S/N
05194 Brieva-Vicolozano (Avila).

Morte allo stato e viva l’anarchia!

fonte

Stato spagnolo: La solidarietà con Gamonal si fa sentire in Donosti

ScreenShot0094La concentrazione è iniziata alle ore 20, circa 300 persone si sono radunate gridando slogan in sostegno del quartiere di Gamonal in Burgos [Spagna centrale], tra il rumore prodotto dai petardoni che sono stati lanciati. Dopo circa 20-25 minuti, la manifestazione è iniziata, uno striscione portato da giovanx incappucciatx è partito verso le principale strade della città, un altro striscione partecipante nella concentrazione non si è mosso rimanendo nel Boulevard di Donostia.

Il corteo si è svolto in un ambiente combattivo, diversi slogan si potevano sentire in basco e castigliano insieme al rumore dei petardoni, “Tuttx siamo Gamonal”, “Libertà a Gamonal”, “Gamonal in lotta”, “A- anti-anticapitalista”, “Nessun passo indietro contro il terrorismo del capitale “, tra molti altri, come quelli che chiedevano la liberazione dei detenuti. All’altezza della via Hernani una succursale del banco BBVA è stata attaccata ed è stata spaccata la finestra, ciò ha causato una piccola fuga precipitosa della parte posteriore della manifestazione verso i marciapiedi e poi una piccola discussione tra i manifestanti, senza importanza, il corteo ha continuato il suo corso con tutte le persone insieme. Dopo qualche minuto si sono presentati due furgoni di sbirri che finora non si erano visti, almeno non in divisa, dal quel momento hanno seguito tutto il corteo insieme alla manifestazione, senza “abbandonarci”, sono stati accolti al grido di “Cani guardiani dell’ordine e la legge, assassini stipendiati. Abuso di potere” [vecchio pezzo da una canzone punk degli anni ’80]. Passando anche accanto ad un furgone della polizia si è gridato “Si può. Sì, si può, con pietre e picchetti i maiali retrocedono”.

Quando si lasciava indietro l’Avenida della Libertà le prime linee della manifestazione si sono arrestate ed è stato rovesciato un contenitore sulla strada, non siamo stati molto tempo tagliando il traffico giacche le persone che stavano al fondo del corteo erano quelle che si trovavano più vicine ai furgoni della polizia che ci seguivano, quindi si è esortato a continuare il corteo e tornare di nuovo al Boulevard, anche in questo punto si è creata un piccola lite fra i manifestanti per il contenitore rovesciato.

Già nel Boulevard si è fatto una breve assemblea di circa 100 persone, megafono in mano, e un po’ tesa e caotica. Alcuni incoraggiavano a “fare qualcosa di più”, una ragazza ha ricordato che 8 donne sono state uccise (dai loro familiari) e non si aveva fatto nessuna manifestazione, un’altra donna ha approfittato dell’opportunità per mettere la notizia delle marce convocate a Madrid Per il 22 marzo, altri interventi sono stati intorno alla violenza-non violenza, altri con l’intenzione di proseguire la protesta il sabato/domenica, o tentare di dare una continuità il fine settimana successivo. Non ci sono stati arrestatx ni identificazioni.

Da qui, un saluto a tutti coloro che abbiano attivamente solidarizzato con il quartiere Gamonal di Burgos, in particolare con quelli/e detenuti/e in tutto lo Stato spagnolo e a quelli/e che lottano lasciando di lato la paura, l’esclusività delle vie democratiche e legalistiche. Così come denunciare il silenzio dei giornali “dell’area” e dei blogs e le pagine web “alternative” che hanno tentato di silenziare e hanno trascurato, lo poco però interessante accaduto a Donostia il venerdì.

Aupa Gamonal! Kalea gurea da! Borroka da erantzuna, anarkia irtenbidea!
Aupa Gamonal! La strada è nostra! La lotta è la risposta, l’anarchia è la soluzione!

fonte

Stato spagnolo, Siviglia: Incendiato portone di una chiesa in solidarietà con Mónica e Francisco

Attacco incendiario contro una chiesa situata nella Via San Luis a Siviglia. Nella notte tra il 4 e il 5 Gennaio 2014, nel buio della notte, i lupi hanno ululato ancora… Questa volta l’ingresso di una chiesa è stato colpito da molotov e scritte solidali con gli arrestati a Barcellona.

Per l’odio rappresentato dalla Chiesa e le sue sedi, e in solidarietà con Monica, Carinoso e tutti quelli che lottano; nessun passo indietro; se toccate uno di noi, toccate tutti noi.

SALUTE E RIVOLTA

LIBERTÀ PER MONICA E FRANCISCO

in spagnolo

Stato Spagnolo: Lettera di Claudio Lavazza

Teixeiro, 12-06-2013

Carissimi compagni/e, ho ricevuto la vostra lettera “Saluto dalla conferenza intermedia 2013” e mi ha fatto piacere quella conferenza sul costruire la solidarietà di classe. Si tratta della solidarietà per noi prigionieri rivoluzionari e per quelli che potrebbero diventarlo con il passare degli anni sotto il peso della repressione quotidiana del Sistema Penitenziario.

Per me la rivoluzione non è cosa di pochi, bensì qualcosa che riguarda tutti quelli che per una ragione o per l’altra sono nati dall’altra parte della barricata.

Quindi è un discorso che prevede la possibilità e necessità di far entrare nelle nostre file quanti più prigionieri/e possibile, visto che questa condizione è l’ideale per diffondere la solidarietà rivoluzionaria. Chiaramente sono consapevole della difficoltà di far partecipare al progetto anche quei prigionieri che rivoluzionari non sono mai stati.

Qui in Spagna, dove sono rinchiuso dal 1996, ci sono state varie lotte in cui si è cercato di sensibilizzare la solidarietà fra i detenuti… la lotta per l’abolizione del regime FIES e la lotta contro le condanne di lunga durata e l’ergastolo.

Attualmente è in atto dall’ottobre 2011 una campagna contro la tortura e i maltrattamenti nelle carceri. Le azioni comuni che si concordarono fin dal principio furono scioperi della fame simbolici il primo giorno di ogni mese, la denuncia al Congresso dei Deputati (responsabili politici della persistenza della tortura e delle morti nelle prigioni), ai giudici di sorveglianza, al Defensor del Pueblo(figura istituzionale analoga al garante dei diritti dei detenuti) e ai comitati per i Diritti Umani di Ginevra e Strasburgo. Una lotta riformista. Dopo un anno e mezzo di campagna la lotta continua, purtroppo senza riuscire ad aumentare di numero.

Attualmente siamo 51 prigionieri a partecipare attivamente, distribuiti in 20 carceri diverse. Tutti abbiamo un appoggio giuridico, un successo questo mai visto in passato, neanche nei tempi delle dure lotte contro il regime FIES.

Questo appoggio giuridico che siamo riusciti ad ottenere serve per aiutare i prigionieri che partecipano a questa lotta e che soffrono le rappresaglie del Sistema Penitenziario e non per assistere i prigionieri il cui unico interesse è risolvere i propri problemi personali senza solidarizzare con i problemi del resto dei compagni. Come ben vedete anche noi siamo costretti a stabilire delle differenze… purtroppo… non è ciò che volevamo, però non c’è posto per i problemi personali, come non c’è posto per i falsi rivoluzionari o ribelli.

In passato abbiamo avuto delle esperienze negative lasciando la porta aperta a tutti, convinti che per il solo fatto di essere prigionieri si potessero considerare rivoluzionari e ribelli tutti quelli che soffrivano il peso della detenzione… però la realtà mi dimostrò che fu un errore… Come principio abbiamo il dovere di lasciare le porte aperte, però chi vuole passare deve lottare. Insomma, per riassumere e parlando a titolo personale, vedo di buon occhio gli esempi che riportate di aiuto solidale, senza però dimenticare quelli che (come detto sopra) non sono rivoluzionali riconosciuti ma ugualmente lottano per i loro diritti. Anche loro “bisognerebbe farli partecipare”. L’esito delle lotte non è determinato solamente dalla propria partecipazione, bensì dal numero di persone che si riescono a convincere.

Un abbraccio solidale e forte a tutti/e voi che lottate per un Mondo Nuovo.

Claudio Lavazza

Soccorso Rosso Internazionale

Madrid, Stato spagnolo: Evento solidale con anarchici/che di lunghe condanne

Sabato, 11 Gennaio 2014, il centro sociale occupato “La Gatonera“, situato sulla via Amistad 9, nel quartiere di Carabanchel in Madrid, ospita un evento di informazione in solidarietà con i prigionieri anarchici che affrontano delle lunghe condanne in tutto il mondo.

Ci incontreremo alle 18:30 e cominceremo una conversazione di contro-informazione, con l’obiettivo di diffondere alcuni dei casi di fratelli e sorelle che sono incarcerati nelle galere dei diversi Stati democratici da molti anni ormai. Dopo una presentazione dei casi di Claudio Lavazza e Gabriel Pombo Da Silva (detenuti nello Stato spagnolo), Marco Camenisch (imprigionato in Svizzera), Thomas Meyer-Falk (prigioniero in Germania), Marie Mason ed Eric McDavid (imprigionatx negli Stati Uniti) e José Miguel Sánchez Jiménez (prigioniero in Cile), discuteremo liberamente i modi per rafforzare ed estendere i legami di solidarietà, anche attraverso le strutture di contro-informazione e di sostegno concreto, con i prigionieri della guerra sociale.

Nella serata si include anche una cena solidale con panini vegani per uccidere la fame.

Abbiamo l’intenzione di fare di questo incontro un’ opportunità per rompere il silenzio in cui si cerca di seppellire i prigionieri anarchici, per diffondere le loro parole e per propagare la lotta con tutti i mezzi possibili contro la società carceraria e coloro che la sostengono.

Tra l’altro, questo è un evento auto-organizzato e per questo speriamo di poter contare sul vostro sostegno, sia in termini di presenza fisica e di partecipazione attiva, così come su donazioni libere per i compagni incarcerati.

I prigionieri sulle strade! Strade per l’insurrezione!

Contra Info

Madrid: 31 dicembre 2013 – Corteo al carcere di Navalcarnero

Corteo al carcere di Navalcarnero 
Martedì 31 dicembre alle 12:00

Ancora un altro anno ci concentriamo alle porte del carcere per dimostrare che non dimentichiamo le persone che sono rinchiuse e dimostrare la nostra nausea verso lo stato, i suoi meccanismi di repressione e le persone che vivono rinchiudendo ad altre.

Centro Penitenziario di Navalcarnero stada di extremadura, uscita 29-b. Bus dal Intercambiador di Principe Pio (528) e Mostoles (529-531)311

Spagna: Lettera di Mónica Caballero e Francisco Solar

animal-libSiamo di nuovo qui, tra queste pareti di cemento e sbarre, tra videocamere e carcerieri. Siamo di nuovo qui, senza abbassare il capo e restando orgogliosi di ciò che siamo. Orgogliosi di essere parte della tempesta imprevedibile che cerca di eliminare ogni traccia del Potere che ancora una volta getta la maschera e si mostra per ciò che è, nella sua brutalità e anche, perché no, nella sua debolezza. In questo particolare caso, la collaborazione tra stato cileno e spagnolo, al fine di organizzare il nostro arresto dimostra lo sforzo congiunto per neutralizzare chi viene considerato una minaccia, ma l’importanza che ci danno questi signori del Potere non riflette altro che la loro fragilità. I loro discorsi inconsistenti di sicurezza sono il velo che nasconde il timore di sapere che un evento può affrontare il timore generalizzato. I loro colpi e le loro minacce non fanno altro che rafforzarci nell’affilare le nostre idee e le nostre vite per prendere parte allo scontro permanente.

Salutiamo con un forte abbraccio tutte le dimostrazioni di appoggio, sono un’arma che indebolisce le sbarre. Intendiamo la solidarietà come la continua prova pratica delle nostre idee anarchiche, in ogni forma, che fanno capire al nemico che nulla finisce, che tutto continua in carcere o fuori. Dovunque ci si trovi: non un minuto di silenzio e una vita di lotta. Soprattutto all’immenso gesto solidale dei compagni che hanno utilizzato il loro corpo come armo entrando in sciopero della fame.

Salutiamo chi continua ad essere complice, a chi si avventura verso l’ignoto, a chi viene motivato dall’incertezza, a chi insiste per l’anarchia. A questi tutto il nostro rispetto e affetto. Abbiamo saputo con grande tristezza della morte di Sebastian, ma ci rallegra la sua vita coerente con i suoi ideali: un guerriero a tutto tondo.

Ci piacerebbe stare con i nostri compagni che ora piangono il nostro caduto, ma da qui inviamo loro molta forza e un “ci vediamo presto”.

Mónica Caballero
Francisco Solar

in spagnolo

Spagna: Trasferita Mónica Caballero

Il 21 Dicembre 2013 la compagna Mónica Caballero è stata nuovamente trasferita, stavolta, dal carcere di Estremera a quello di Brieva (Ávila).

Ricordiamo che la compagna anarchica Mónica, insieme a Francisco Solar, è stata arrestata il 13 Novembre 2013 con l’accusa di partecipazione al Comando Insurrecional Mateo Morral e di aver collocato l’artefatto esplosivo nella cattedrale si Saragoza.

Entrambi sono stati in precedenza assolti nel Caso Bombas. Monica e Francisco sono in regime di FIES.

Solidarietà e affetto sempre in rivolta per Monica e Francisco!

fonte

Spagna: Lettera del compagno Francisco Solar

lionsPER NON LASCIAR SPAZIO A DUBBI…

Come anarchici siamo in conflitto permanente contro lo Stato/Capitale in ogni sua forma, questo è ovvio. Senza dubbio nelle occasioni dove specialmente il Potere attacca con tutta la sua brutalità, gli obiettivi si confondono dando luogo a posizioni ambigue e confuse. Credo necessario mantenere la coerenza e non dar spazio a discorsi e pratiche vittimiste o disfattiste. Forse ora ti toccherà fare un passo indietro, ma sempre per farne cinque in avanti nell’avvincente cammino di incertezza per la liberazione totale.

Un forte abbraccio a tutti i prigionieri anarchici detenuti nelle carceri del pianeta, soprattutto a Juan Aliste, Marcelo Villaroel e Jose Miguel Sanchez con i quali ho avuto modo di condividere esperienze in carcere.

Senza la certezza di cosa acccadrà ma senza dubbi contro il Potere.

Per l’Anarchia…

Francisco Solar

in spagnolo

Dal 16 al 22 di dicembre: Settimana di solidarietà internazionale con i/le 5 compagnx detenutx il 13 di novembre a Barcellona

soli5Il 13 novembre 2013 sono stati detenutx cinque compagnx anarchici/che a Barcellona, accusatx di appartenenza ad una “organizzazione terroristica” e di essere gli/le autorx del piazzamento del ordigno esplosivo nella Basilica del Pilar. Trasferitx nella Audienza Nazionale, 3 di loro sono statx rilasciatx con carichi 5 giorni più tardi, essendo gli/le altrx due compagnx incarcelatx. Tutti hanno le accusazioni di “appartenenza ad un’organizzazione terroristica”, ” distruzioni in grado di consumazione”, “distruzioni in grado di cospirazione”. I/le compagnx incarceratx, Francisco e Monica sono attualmente in regime FIES 2 nelle carceri di Madrid di Navalcarnero ed Estremera. Si trovano bene di coraggio e con grande forza.

L’intera  “operazione poliziale” è stata coinvolta in un elevato grado di sensazionalismo mediatico, la stampa ha insistito molto sulla pericolosità degli/le arrestatx ( pubblicando anche le loro fotografie nonostante sia vietato dal codice di deontologia giornalistica), come appartenentx ad un’organizzazione terrorista con un nome più lungo che quello di un film di Almodóvar e nella pericolosità e il carattere internazionale della stessa, povera imitatrice di Al- Qaeda. Chiaramente la stampa stava facendo pubblica ciò che gli agenti di polizia hanno detto a loro che dovevano pubblicare. Svolgendo il suo ruolo, cercavano di creare un clima di paura e allarma tra la popolazione le cui preoccupazioni non sono quelle della sorte di una chiesa o quelle di essere uccise in un attentato anarchico, ma quelle delle conseguenze quotidiane più crudeli della rapina capitalista e le aggressioni dello Stato.

Se un terrorista è colui che infunde terrore, i media non restano indietro di Al-Qaeda. Che dire davanti a questa situazione? Semplicemente che la tradizione anarchica sempre è stata fertile nei suoi attacchi e difese contro il potere, di parola e di azione, mediante gli esplosivi, sì, ma anche mediante gli scioperi, gli atenei o le pubblicazioni. Sempre ha voluto costruire un mondo senza governanti o governati, senza sfruttamento e oppressione, e quindi, sempre ha voluto distruggere questo mondo dell’autorità, la miseria e l’infamia, in quanto è totalmente incompatibile con la libertà.

Nonostante quello che dice lo Stato e la stampa, nonostante il connettivismo e la pacificazione sociale applicati mediante il civilismo e altre ignominie anestetiche per qui la popolazione lavore, consuma e rimane zitta, la lotta contro la Dominazione continua con i mezzi che siano necessari, che violenti o duri che potrebbero essere non gli arrivano nè alle suole delle scarpe all’ultraviolenza sistematica dello Stato e del capitalismo, che condannano allo sfruttamento, alla fame e alla morte a miliardi di persone.

Che dire della Chiesa cattolica? Responsabili di migliaia di morti, e d’indottrinare e terrorizzare fin dall’infanzia milioni di menti, di dettare le loro aberranti idee su millioni di corpi, di fare affari con la povertà e la sofferenza. Un’organizzazione gerarchica del terrore e della repressione come è la Chiesa (di qualsiasi tipo) non ci merita nessuna lastima quando è attaccata.

Che dire della monarchia? Parassita istituzione che vive, come la Chiesa, a nostre spese e che coesiona lo Stato e l’esercito, apparati di repressione e di autorità . Le sventure della casa reale non ci possono provocare nessuna lacrima.

Che dire delle banche, aziende, politici … ? La sua distruzione solo potremo riceverla con un sorriso di felicità. Ma mai è menzionata la ingiusta e crudele faccia intrinseca ai nostri nemici. Come non potrebbe essere altrimenti, l’ordine deve essere mantenuto e i fattori del disordine isolati e combattuti. Niente di più logico da parte dello Stato, del capitalismo ei suoi lacchè. ‘E  il loro dovere. Il nostro, nostro dovere auto-imposto è quello di sostenere ai/le nostrx compagnx e continuare lottando fino a quando non rimanga pietra su pietra nell’edificio dell’autorità, fino a quando non rimangano carceri in piedi, fino a quando non rimanga mai più nessuno che dica ad altri ciò che possono fare.

Tutta la solidarietà con i/le detenutx di Barcellona, così come a tuttx x compagnx  perseguitatx, incarcelatx, rappresagliatx di tutto il mondo.

Morte allo Stato e viva l’anarchia!

anarchici di Barcellona

Per scrivere al/la compagnx:

Mónica Andrea Caballero Sepúlveda
CP Madrid VII Estremera
Crta. M-241 km 5,750
28595 Madrid (spagna)

Francisco Javier Solar Dominguez
CP Madrid IV Navalcarnero
Crta N-V km 27,7
28600 Madrid (spagna)

in spagnolo

Spagna: Aggiornamento sulla situazione carceraria di Mónica Caballero e Francisco Solar

I compagni Francisco e Monica sono detenuti in carceri spagnole dal 17 Novembre dopo 5 giorni di isolamento nelle mani dell’unità (anti)terrorista. E’ confermato che i compagni sono sottoposti al regime di FIES 2, ovvero quello dedicato ai crimini di “allarme sociale”.

Francisco usufruisce di 3 ore d’aria insieme ad un altro detenuto, il resto delle ore resta chiuso in cella. Monica ha diritto a 3 ore d’aria ma da sola, visto che nel carcere dove si trova non ci sono altre prigioniere sottoposte al suo stesso regime. La maggior parte dei colloqui viene fatta in sala e non ci sono formali restrizioni sulla corrispondenza, si può scrivere ad entrambi.

A breve i/le compagni/e solidali metteranno a disposizione un conto bancario di supporto ai/lle 5 compagni/e accusati/e (3 compas in libertà e Francisco e Monica in carcere), in modo da ottimizzare l’invio dei fondi, si invita a non fare versamenti diretti cosi che i soldi non vadano persi.

Gli indirizzi per scrivergli sono:
Francisco Javier Solar Domínguez
C.P MADRID IV, NAVALCARNERO Ctra. N-V, km. 27.7, C. P: 28600. Madrid (Spagna)

Mónica Andrea Caballero
C.P MADRID VII, ESTREMERA Ctra. M-241 KM 5.750, C. P: 28595. Madrid (Spagna)

fonte

Berlino: Azione solidale con i/le 5 di Barcelona

Questa domenica diversx compagnx hanno appeso a Berlino uno striscione in solidarietà con i/le 5 anarchicx detenutx in Barcellona il passato 13 di novembre e accusatx per le forze dell’ordine ei mezzi di comunicazione di terrorismo. Nel corso dell’azione, è stato distributo un volantino con una sintesi del testo “Una mosca nera: riflessioni sull’arresto di 5 anarchici a Barcellona”.

Detenutx alla strada!

dal spagnolo, originale in tedesco

Montevideo, Uruguay: Protesta presso l’ambasciata di Spagna

escrache all’ambasciata spagnola
giovedì 5 dicembre 2013, alle 18h (concentrazione in rivera y soca)

libertà per mónica e francisco
in prigione preventiva dal 17 novembre

Barcellona: Presidio in solidarietà con i/le prigionierx anarchici/che

Il Venerdì 22 Novembre 2013, alle 08:30, siamo andati a mettere manifesti e distribuire volantini alla sede del giornale borghese El País, nella via Casp di Barcellona, per segnalare a questo mezzo come uno dei responsabili  della creazione della allarma sociale che ha contribuito a imprigionare ai/le nostrx compagnx anarchici/che. Si è realizzato anche una manifestazione spontanea intorno a piazza Urquinaona.

royo
Agli avvoltoi che si nutrono di toglierci dei nostri sogni e la nostra libertà, tutto il nostro odio!
Jorge A. Rodriguez Arroyo. Capo della Sezione Politica/Spagna di El País. Specializzato in terrorismo di Stato. Responsabile della diffamazione di tuttx quellx che decidono di resistere all’oppressione e all’autorità.

Il governo fa la segnalazione, ” El País” punta e la polizia arresta

Siamo venuti  alla sede del “El País” per denunciare lo schifoso ruolo che questo mezzo d’informazione ha giocato nella recente detenzione di cinque compagnx anarchici/che e la successiva detenzione di due di loro. Tuttx sono rimasti con carichi associati al terrorismo ei due incarcelatx si trovano in isolamento in regime FIES II, in attesa di processo. Che la giustizia li consideri colpevoli o innocenti, non ci importa, sappiamo già da che parte sono loro e da che parte siamo noi. Ai/le compagnx va tutto il nostro sostegno, forza e solidarietà incondizionata !

Sapiamo già quale sia il ruolo dei media in questa società, per molto progressisti che si dipingono come “El País”… tanto quelli considerati di sinistra come di destra, nel fondo difendono ferocemente l’ordine su cui si siede la società capitalista. Così, mediante la creazione dell’opinione pubblica e la diffusione dei valori e delle idee della classe dominante, cercano di estendere nella popolazione la sottomissione che cercano di estendere la presentazione e l’accettazione della vita che ci viene imposta dall’alto. Ovviamente, i democratici complici dello stato come “El País” sono nemici dichiarati di tuttx quellx che si oppongono al sistema e le sue istituzioni, soprattutto se inoltre passa dalle parole ai fatti.

Anche se non ci sorprende la forma di procedere da questx mercenarx della penna, si vogliamo segnalare ed evidenziare estxs se focalizziamo l’attenzione e evindenciar alcune cose: Fin dal primo momento, “El País” ha funzionato come cinghia di trasmissione del Ministero degli Interni e si è fatto il portavoce più diretto della Polizia Nazionale, riproducendo e ripetendo informazioni distorte e false per creare deliberatamente il clima giusto per incarcerare. D’altro canto, hanno aumentati il già generalizzato linciaggio mediatico diffondendo i nomi e le fotografie degli/le arrestatx, cosa considerata illegale ( pur essendo così democratici, si saltano le loro leggi). E in nessun momento, hanno lasciato di intossicare costantemente con il legame tra anarchismo e terrore, tra l’anarchismo e la violenza, arrivando ad affermare che il movimento anarchico coppia di Al Qaeda la sua forma organizzativa, cosa ridicola e assurda per chiunque conosca minimamente il funzionamento senza gerarchie e in rete che sostiene l’ideale anarchico da oltre più di un secolo.

La creazione del nemico interno( gli anarchici, in questo caso) è stata una strategia storica del potere politico per criminalizzare e reprimere il dissenso e garantire una governance sociale. In questo clima sociale e politico sempre più teso per la mal chiamata crisi, è chiaro che temono che le pratiche e le idee anarchiche si estendano sempre di più tra le persone e settori, come del resto è già in corso da un po’.

Che gli sbirri del Potere e complici della repressione, come “El País” sappiano che noi anche abbiamo i mezzi e le capacità per puntargli e che non perderemo nessuna occasione per farlo. Che non venga dimenticato!

Contro tutte le autorità !
La repressione non ci fermerà!
Solidarietà e forza per gli/le anarchici/che detenutx!

fonte