Cile: Aggiornamento sulla situazione di Marcelo Villarroel

Il compagno Marcelo Villarroel ha avuto un’udienza il 26 Settembre 2013, in merito al chiarimento della sua situazione dal 15 Dicembre 2009 fino al trasferimento dal carcere argentino a quello cileno dopo che era stato in clandestinità dall’ottobre 2007.

Dopo più di 12 anni di carcere, Marcelo è uscito nel Dicembre 2003 usufruendo dei “benefici carcerari” e in questo contesto la polizia e la stampa lo indicano come uno degli autori della rapina al Banco Security, viste le minacce di morte divulgate dalle cariche della polizia, Marcelo entra in clandestinità, “rompendo” cosi il beneficio.

Il tribunale di garanzia dopo circa 3 anni e mezzo, ha dichiarato che tutto il tempo trascorso da Marcelo in carcere vale sia come “pena scontata” che “custodia preventiva”.

Condannato da tribunali militari e civili tramite il ministro Arnoldo Dreyse, il fine pena sarebbe nel 2043 per via delle accuse di attacco all’ambasciata spagnola, associazione illecita, esproprio e distribuzione di alimenti alle persone, scontro armato con la scorta del sindaco Luis Pareto e attacchi armati a furgoni di polizia a Cerro Navia y Conchali.

Se Marcelo verrà condannato per il “caso security” verranno sommati alle condanne precedenti altri 18 anni, dai quali verranno tolti quelli di “custodia preventiva” (dal trasferimento in Cile fino al giorno della sentenza). Dall’altro lato se Marcelo venisse assolto per la rapina, gli anni scontati “in preventiva” varrebbero come sconto della pena precedente e starebbe alla gendarmeria stabilire l’eventuale accesso ai “benefici carcerari”.

Perché la nostra solidarietà metta in ridicolo gli anni con cui pretendono di seppellire Marcelo: Non dimentichiamo nessun/a prigioniero/a della Guerra Sociale!

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Grecia: Lettera del compagno anarchico Spyros Mandylas

4 Settembre 2013

“Alcuni senza pensarci seguono i percorsi imparati una volta per tutte, verso il loro lavoro e la loro casa, verso il loro futuro prevedibile. Per loro il dovere è già diventato una abitudine, e l’abitudine un dovere. Essi non vedono la carenza della loro città. Ritengono che la carenza delle proprie vite sia naturale. Noi vogliamo rompere questo condizionamento, (…) alla ricerca di nuove passioni.”
Guy Debord

Una breve cronaca del mio arresto

Nella notte di Giovedi 11 Luglio 2013, gli agenti dell’unità antiterrorismo hanno fatto nuovamente irruzione nello squat anarchico Nadir, a Salonicco. Sono stato arrestato e subito trasferito agli uffici dell’antiterrorismo ad Atene dove mi è stato detto che, tre ore prima del mio arresto, era stato catturato fuori dalla sua abitazione nel quartiere di Stavroupoli a Salonicco il mio compagno e amico Andreas Tsavdaridis. Mi è stato chiesto di dare le impronte, un campione di DNA e le foto ma mi sono rifiutato, cosi le hanno avuto con la forza. Poco dopo, mi hanno notificato l’accusa in merito al Progetto Fenice (azioni #1#2#3#4). Mi sono rifiutato di firmare qualunque cosa o di dire nulla. Sei giorni dopo, ho potuto comunicare con Andreas, che mi ha raccontato le stesse cose che erano successe a me. In più, la polizia ha annunciato che i dieci membri della Cospirazione delle Cellule di Fuoco sono accusati come istigatori del Progetto Fenice.

Operazione “Gioia Armata”

Dal trasferimento ad Atene fino alle prime ore del giorno dopo, gli agenti hanno perquisito il Nadir… Hanno confiscato i server dello squat, tra le altre cose. Comunque, si sono concentrati sulla libreria, dove hanno “scoperto” il testo “La gioia armata” con una pistola raffigurata in copertina (edizione in greco di La gioia armata di Alfredo M. Bonanno stampata dallo squat Nadir in Giugno 2013, i cui ricavati erano benefit per gli anarchici prigionieri). Cosi c’è stata una grande perquisizione, nella libreria e nel resto dello squat. Hanno preso impronte, cicche di sigarette per il dna, bottiglie di birra vuote e altri piccoli oggetti dalla libreria, nel tentativo di cercare la stessa pistola raffigurata sulla copertina del libro…

“Sorveglianza discreta”

Il Progetto Fenice è iniziato il 7 Giugno 2013. È stato un appello della Cospirazione delle Cellule di Fuoco/Bande di Coscienza/Nucleo Sole–Baleno/FAI-FRI per l’intensificazione dell’azione guerrigliera urbana. Da quel giorno fino al 12 Luglio (giorno della mia formale accusa), varie cellule della rete FAI-FRI hanno rivendicato attacchi.

In questo stesso periodo, sono stato sorvegliato dagli agenti dell’antiterrorismo. Questa infame “sorveglianza discreta” dell’antiterorrismo era tutto tranne che segreta. Ben prima del mio arresto, gli agenti avevano “avvertito” i miei compagni del Nadir che “la polizia era sulle loro tracce”, “ditelo a Spyros”, eccetera. Come dato di fatto, durante una sorveglianza “discreta” nella centrale strada Aghiou Dimitrou a Salonicco, gli agenti hanno bloccato più di cinque veicoli per farmi sapere che avevano scoperto “cosa volevo fare”, insinuando cose e mostrando quanto volevano mettermi fuori gioco. Questo è stato dimostrato anche da un altro evento. A metà Giugno sono andato ad Atene per far visita al membro della CCF Christos Tsakalos nella prigione di Koridallos. Il ministero della giustizia è intervenuto e mi ha vietato la visita, con una decisione dell’ultimo minuto. Da quel momento la sorveglianza è stata ancora più stretta, e spesso ho notato agenti in borghese proprio fuori dal Nadir.

Sto dando rilievo a questi eventi per dimostrare che per una persona che agisce pubblicamente (in quel periodo uscivo spesso per attacchinaggi, ho parlato a presentazioni librarie, e altro) ed è monitorata cosi da vicino (come gli stessi agenti hanno ammesso) sarebbe quasi impossibile prendere parte a quattro attacchi esplosivi. Sia la pista accusatoria che il senso comune implicano che ciò non può accadere. Inoltre, il giorno dell’invio del pacco incendiario a Chorianopoulos (1 Luglio 2013) io ero ad Atene per il colloquio a Koridallos. Il fatto che la mia custodia preventiva sia stata decisa senza lo straccio di una prova non mi sorprende, né dovrebbe sorprendere qualcun altro. Lo stato riconosce una guerra tra due parti e agisce di conseguenza, e noi dobbiamo essere consapevoli che esso conduce la guerra senza alcuna moralità. È l’altro lato che deve ancora capirlo. Io non voglio che il mio caso venga presentato come è stato fatto con altri, con prigionieri etichettati come “combattenti innocenti”. Mi riferisco ovviamente ai casi nei quali il cosiddetto movimento fa qualunque cosa necessaria per il rilascio di un compagno innocente, tralasciando chi ha rivendicato le proprie azioni ed è ostaggio dello stato. Continue reading Grecia: Lettera del compagno anarchico Spyros Mandylas

Grecia: CCF rivendica pacco bomba contro il procuratore Mokkas

Progetto Fenice: Atto Sesto
Attaccare i giudici

Ancora una volta ci incontriamo nel fuoco con vecchi/ie compagni/e, decisi/e a far crollare le considerazioni poliziesche che vorrebbero mettere il capitolo finale di una storia finita. Senza dubbio, la Cospirazione delle Cellule di Fuoco non è terminata per niente. È la fiamma interiore che arde dentro di noi, è la Fenice che risorge ancora una volta dalle sue ceneri… È il fuoco della Negazione e del Nichilismo che grida: “Non riesco a smettere, non posso bruciarmi, nulla può spegnermi…”

Circa un mese fa, i nostri due fratelli Andres e Spyros sono stati arrestati a Salonicco, accusati dell’invio del pacco esplosivo all’ex comandante dell’unità antiterrorista. Le parole vengono meno. Fratelli, voi sapete che il sole continuerà a sorgere ancora per tutti/e noi, la cui unica patria è la nuova anarchia. La Fenice rinasce dalle proprie ceneri e ride della tranquillità dei/lle codardi/e, offrendo il fuoco di Prometeo agli/lle eterni/e insorti/e. Cosi, l’invio del pacco bomba all’inquisitore Mokkas è una prima risposta minima e riflessiva: l’unica via d’uscita è dar fuoco alle tesi riformiste della difensiva ed essere i/le primi/e ad attaccare.

Inoltre, Olga Ekonomidou, Damianos Bolano, Charis Chatzimichelakis, Giorgos Polydoros, Panagiotis Argirou, Theofilos Mavropoulos, Christos Tsakalos, Gerasimos Tsakalos, Giorgos Nikolopoulos, Michalis Nikolopoulos, vale a dire i dieci fratelli della CCF che sono in cattività con doppie, triple e quadruple custodie preventive superiori ai 36 mesi (quando il limite è 18), e ora sotto processo per vari casi, stavolta, accusati anche di istigazione.

Dimitris Mokkas è l’unico responsabile per i casi di terrorismo in Grecia. Ovvero, esclusivamente della nostra organizzazione. La carriera di questo infame non differisce molto da quella di un qualsiasi funzionario di giustizia: omuncoli senz’anima, che diventano giudici per soddisfare i propri complessi. Questo pagliaccio concretamente si è solo mostrato più efficace degli altri vermi del tribunale d’appello nel tornare la palla ai suoi superiori. Il suo desiderio di far carriera è stato esaudito. Ora è responsabile di cento mandati di comparizione, interrogatori e custodie preventive, sempre col sorriso vendicativo sulle labbra. Il culmine della sua disprezzabile condotta e vigliaccheria è stata l’estensione della custodia preventiva al nostro compa della CCF, Gerasimos Tsakalos, un’ora prima della sua fine, mentre il compa era a letto e stava al 23° giorno di sciopero della fame.

Per tutto ciò che ha fatto, abbiamo scelto di inviargli il nostro regalo di vendetta. Naturalmente, non è stato inviato alla torre di vetro del tribunale d’appello, dove firma, dalla sua scrivania, i fascicoli giudiziari di merda contro i nostri fratelli e le nostre sorelle, con l’attitudine del magistrato, ma l’abbiamo inviato a casa sua, dove si sente sicuro. Sappiamo che stronzi come Mokkas, dopo aver svolto il loro compito sacro di incarcerare decine di persone, tornano al calore di casa, fingendosi bravi sposi e buoni padri. Cosi, puntato l’obiettivo, abbiamo trovato la casa e inviato il pacco a quell’indirizzo. Ecco qual è il risultato delle nostre indagini, firmate dalla Cospirazione delle Cellule di Fuoco. Continue reading Grecia: CCF rivendica pacco bomba contro il procuratore Mokkas

Indonesia: Lettera aperta della Cospirazione Internazionale per la Vendetta FAI/FRI

Alla fine abbiamo avuto l’opportunità di scrivere una lettera “in modo dettagliato” dal nostro punto di vista come collettivo, dopo aver oltrepassato i limiti geografici, sebbene essi non siano un limite per i nostri incontri teorici e pratici, sono uno dei problemi fondamentali che impediscono il nostro incontrarci fisicamente. Attraverso questo testo vogliamo offrire alcune delle nostre analisi riguardo alla situazione intorno a noi (come individui e gruppo), e anche la nostra analisi connessa alla recente situazione della FAI/FRI, dato che siamo parte di essa. Il testo è la nostra critica e il nostro contributo per l’internazionale degli anarchici d’azione nel mondo.

La lettera stessa è il risultato della nostra discussione. Ma bisogna essere consapevoli fin dall’inizio che noi siamo un’associazione di individualisti, sebbene usiamo un nome ai fini dell’anonimato. In alcune parti di questo testo, la visione d’insieme rappresenta l’accordo tra individualità nel nostro gruppo. Ma non vogliamo abolire il giudizio individuale. Ecco perché in quanto segue troverete delle parti dove menzioniamo analisi o gesti individuali.

PARTE 1

Poiché essa [la democrazia] – la madre del socialismo – è figlia delle religioni*
Renzo Novatore

FONDAMENTALISMO, AZIONI DIRETTE e GLI ANARCHICI?

Da Giugno di quest’anno, abbiamo notato in Indonesia almeno quattro casi di sparatorie a sfondo politico contro poliziotti. Nella nostra breve analisi, queste azioni sono state fatte da gruppi armati islamici. Gruppi fondamentalisti che esistono da alcuni anni. Alcuni individui dicono che siano apparsi nei primi anni 2000 ed esistono ancora oggi. Il loro tipo di azioni si riconosce molto facilmente dagli obiettivi. Ad esempio, gli attacchi esplosivi alle chiese e ai “simboli capitalisti” come hotel o bar dove molti stranieri (occidentali o molto semplicemente bianchi) si ritrovano. L’azione più famosa di questo gruppo è l’attacco esplosivo a Bali parte 1 (12 Ottobre 2002), quello contro l’hotel JW Marriot (5 Agosto2003), quello contro l’ambasciata australiana nel 2004 e altre tre azioni esplosive conosciute come Bali Bom parte 2 (1 Ottobre 2005). Sottolineiamo una cosa, che ora il gruppo ha adottato un’altra tattica. Piuttosto che usare kamikaze come prima, ora colpisce i maiali (polizia).

Perché la polizia? Perché per loro, la polizia è lo strumento più repressivo dello stato. Le istituzioni di polizia e tutti i poliziotti sono quelli che devono assumersi la responsabilità del “contrattacco” dello stato contro questo gruppo e i suoi membri negli ultimi dieci anni. L’unità speciale di antiterrorismo indonesiana meglio nota come Densus 88 è l’obiettivo numero uno per questo gruppo. Negli ultimi cinque anni abbiamo notato che i porci della Densus 88 hanno compiuto varie operazioni contro il gruppo islamico e alcuni dei membri sono rimasti uccisi in scontri a fuoco e molti sono stati arrestati. Almeno 30 membri di questo gruppo affrontano ora vari processi per queste azioni.

Questo gruppo, nelle nostre analisi, è un gruppo che agisce in piccole cellule di tre o quattro persone, e si organizza in modo informale e chiuso. I collegamenti per la comunicazione, lo scambio di informazioni, o la logistica sono ben costruiti, disciplinati e stretti. Inoltre hanno buone fonti per la logistica grazie all’esproprio di banche, gioiellerie o rapine a ricchi cittadini non islamici. Alcuni “autoproclamati” esperti dicono che il gruppo viene finanziati dai paesi del medio oriente. Cosi riescono ad avere facilmente polvere nera, armi, covi e altri strumenti di supporto alla loro lotta. Ogni membro sa bene tutte le conseguenze della lotta – che chiamano “jihad”. Essere arrestati o anche morire per loro è solo il costo della guerra. Niente di cui preoccuparsi.

E qual è l’obiettivo o il fine di questo gruppo?

Il loro fine è “un impero islamico” chiamato “khilafah” che ovviamente è basato sulle regole islamiche note come Sharia. Chi entra in questo gruppo condivide l’idea comune che un governo islamico sarebbe perfetto e la risposta per tutti i problemi del mondo materiale che affrontiamo oggi. Questi fondamentalisti – nelle nostre analisi – condividono la stessa idea dei marxisti e degli anarchici sociali che accusano il capitalismo di essere la causa di tutti i problemi quotidiani. I fondamentalisti islamici, i marxisti e gli anarchici sociali secondo noi sono gruppi di persone che fuggono dalla guerra reale e scelgono di guardare oltre a quello che definiscono migliore governo, migliori governanti e società. Se gli anarchici sociali la definiscono società migliore, i marxisti la chiamano comunismo, e i fondamentalisti khilafah. Nomi diversi per un’essenza comune. Parlano solo diverse lingue teoriche ma il fine è simile in tutti gli aspetti. Continue reading Indonesia: Lettera aperta della Cospirazione Internazionale per la Vendetta FAI/FRI

Canada: Rivendicato sabotaggio di una linea d’alta tensione

lioness

Una linea principale del potere è stata sabotata. È successo circa un mese fa (oggi è il 3 Ottobre 2013), durante una piacevole notte nella campagna da qualche parte nel Canada occidentale, mentre tutti gli schiavi addomesticati preparavano felicemente i propri figli per un nuovo livello di lavaggio del cervello e condizionamento sociale, con poliziotti che ora li controllano a scuola, cosi da prepararli al mondo galera.

Tirandomi fuori dalla disperazione e dall’isolamento di questo incubo sociale, sono uscito di notte per un’azione di sabotaggio contro una High Voltage Direct Current (HVDC) linea elettrica, svitando alcuni bulloni dai due dei quattro pilastri di questi colossi d’acciaio dell’asservimento tecnologico che fornisce corrente in oltre il confine, grazie solo ad una grossa chiava inglese, e un tubo di metallo per fare da leva supplementare. Anche se avrei apprezzato molto la compagnia e il lavoro di squadra di altri insorti, non ho avuto tempo o energia per coinvolgerli. Ma vi assicuro che mi sono impegnato ad ogni costo, sudandomela molto, e non è stato cosi difficile. Come dicono, è facile attaccare. Entrare e
uscire dal posto è sempre più difficile.

Ho fatto ciò per Jerry Koch, Marie Mason, Maddy Pfeiffer, cosi come per i milioni di ignoti che marciscono nelle celle di cemento di un capitalismo bandito che regna negli USA e nell’occidente in generale. Voglio abbattere questo fottuto sistema di porcilaie aziendali, e pensare letteralmente di
abbattere la spina dorsale del sistema, un bullone alla volta, sembra una tattica favorevole.

L’ho anche fatto con rabbia profonda contro i porci neonazisti di RCMP per aver arrestato e deportato alcune famiglie rom nel corso degli ultimi due anni, grazie ai cittadini-spie e a quei vermi grassoni che siedono, mentono, si masturbano, calunniano e spiano dall’altro delle loro torri d’avorio dei media polizieschi di stato, gli stessi che vomitano bugie che lodano e sostengono concretamente la repressione poliziesca. L’intero confine USA/Canada, soprattutto per come viene monitorato da ogni tipo di sorveglianza e controllo, è la prova di come i despoti di stato possono andare lontano per rafforzarsi sul piano puramente teorico, gli schizofrenici confini per la “piccola gente”, pur preservando tutte le
libertà per l’alta casta dominante capitalista, che compra interi paesi tramite enormi prestiti.

Gli agenti di stato che mantengono l’ordine sociale sono tutti dei codardi, perché dalla sicurezza (percepita) dei loro uffici e dietro le loro scrivanie, difendono i privilegi concessi semplicemente per via del luogo di nascita; tutto a danno delle persone che percorrono grandi distanze in condizioni dure e rischiano vite e libertà affinché i propri figli abbiano un futuro migliore. E contro questi scagnozzi omicidi dietro al Blackstone Group. C’è ancora gente li fuori che resiste ai loro bei progetti, come la linea elettrica HVDC che passa sotto il Lago Champlain, recentemente benedetta dalla regina dei porci del Quebec Marois. Alla luce dei recenti avvenimenti, la gente nell’Ontario sud e Quebec sa molto bene come questi stronzi capitalisti possono intossicare l’ambiente a scapito delle vite di molti proletari per poi gettarle via. Fermiamo gli sviluppi di questi parassiti, devastiamoli, fino a quando non saranno impiccati con le loro cravatte in pubblica piazza.

Qui sta il trucco: dove e quando è accaduto… quale interruzione di corrente è stata provocata – come il recente blackout durato alcuni giorni del treno proiettile Amtrak tra Boston e New York – o quale ci sarà presto… questo devono scoprire i porci federali e le compagnie elettriche da entrambi i lati del confine, mostrando se la loro tecnologia merita davvero i grandi finanziamenti. Non hanno avuto molto successo nel cercare e reprimere le persone dietro i sabotaggi elettrici della scorsa estate in Quebec, proprio come quelle responsabili del famoso blackout del 2004.

Perché anche la tirannia deve pagare un prezzo … io sto addebitando tutti i costi di questo sabotaggio sul conto degli inquisitori del Grand Jury e dei loro porci, perché cospirano contro jerry e Maddy, cosi come i burocrati codardi che rafforzano la tortura amministrativa inflitta a Marie Mason, una madre amorevole, amante e paladina delle vite animali che semplicemente non possono proteggersi da sole nei confronti degli stupratori ambientali. Il coraggio di questi prigionieri è ciò che mi ha dato la volontà e l’energia per andare fino in fondo. E se loro stanno ancora resistendo alla vostra tirannia nelle celle di cemento, io ed altri attaccheremo ancora.

Una manciata di disperati idealisti come noi che, forse, crede nella remota possibilità che altri in altri posti – che come noi sentono lo stesso verso questa società vomitevole di baroni pasciuti in armatura e i loro amati paesaggi intossicati- agiscano e usino lo stesso tipo di tattiche contro la società, superando le distanze, lontano dalle bolle socioculturali, per distruggere concretamente la società totalitaria. Ma io odio gli ideali, specialmente quelle utopie della casta superiore che si trasformano sempre in una distopia più dura per molti altri. Un’utopia distopica, consentita grazie allo sviluppo enorme di linee elettriche e antenne in ogni posto, che supportano la sottomissione insensata e
massiccia dei proletari al lavoro, al consumo, alla produzione di rifiuti tossici e sempre più distruzione dei viventi.

Una tale società merita solo di essere distrutta.

Non possiamo costruire un mondo libero, uno fatto di responsabilità, amore, comprensione, dignità, razionalità e vera comunità, senza rompere (e lasciare) la vecchia e marcia routine dell’oligarchia capitalista dominante, ovvero una società funzionante che si mantiene da se. Questa società non è altro che una fabbrica a cielo aperto, una macchina quasi invisibile di sfruttamento di massa attraverso la conformità, dove l’individuo diventa un fastidio, se non il nemico finale, cosi come la natura. La società è guerra.

Ci sono molte possibilità per noi di combattere le infrastrutture del potere a danno delle masse, resistendo contro quelle invasive, gli sviluppi distruttivi della grande finanza, dove e quando possiamo, nel maggior numero che riusciamo ad avere. E se sono stato cosi stupido da andare da solo e fare ciò che ho fatto (non ho dubbi sul fatto di esserlo stato) allora dimostratemi che sono in torto, ignoti complici e amici…

Verso la selvatichezza!

In solidarietà con i combattenti della FAI/FRI, con gli oppositori anti-MAT in Catalogna, in memoria del guerriero Mohawk “Spitting the Sky”

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Oregon, Stati Uniti: Rivendicato sabotaggio contro impresa casearia

Dairy-Industry

16 Settembre, un’altra azione diretta a Portland

Continuando l’impulso d’azione diretta contro impresa speciste di Portland, abbiamo bucato varie ruote di furgoni dell’impresa Sunshine Dairy Foods, al 801 NE 21st Avenue. Ci rallegra vedere l’aumento di azioni illegali a Portland. La lotta continua.

Fino alla distruzione di ogni prigione, per esseri umani e non.

FAI-OREGON

Argentina: Cellula FAI rivendica allarme bomba all’ambasciata greca

fear

La nostra rivolta è già cominciata ed è chiaro che necessita di tutto, ma sappiamo distinguere tra diari, libri, riflessioni e blasfemie; e poi veleni, armi, esplosivi, pugnali e incendi. L’unica questione interessante non è come mescolarli se non sappiamo differenziarli.

Con questo comunicato, la sezione Occasionalmente Spettacolare del Nucleo di Artigiani/e Fuochi e Affini-FAI, rivendica l’allarme bomba all’ambasciata greca in argentina, lo scorso 1 Ottobre.

Distinguiamo in base ai nostri criteri cosa sono azioni e cosa atti. Azioni sono state l’attacco incendiario alla concessionaria FIAT o l’artefatto esplosivo davanti casa di un poliziotto. L’allarme bomba all’ambasciata greca è stato solo un atto, come può esserlo delle vernice o uno striscione. Un atto, senza dubbio, che porta la stessa convinzione di sempre. Lo abbiamo già detto nel nostro primo comunicato “sappiamo che la nostra guerra non si basa solo sui risultati ma sulla convinzione con la quale si fanno le cose”.

Non ci inganniamo e non pensiamo di fare una lode all’allarme bomba. Non stiamo a dire il denaro usato dal potere per mobilitare gli artificieri. Vogliamo farla finita con termini rivoluzionari che non significano nulla. Non abbiamo fatto ciò perché non abbiamo gli strumenti, il coraggio o le conoscenze. Queste le abbiamo dimostrate in altre occasioni. Abbiamo semplicemente fatto ciò che ci andava.

Chiarito questo, dedichiamo l’atto al compagno Andreas Tsavdaridis: fratello, per ora questo, domani bruceremo di nuovo, con più intensità.

Salutiamo le cellule e le individualità della Federazione Anarchica Informale / Fronte Rivoluzionario Internazionale, soprattutto la Cospirazione delle Cellule di Fuoco / FAI-FRI in Grecia; la Cospirazione Internazionale per la Vendetta / FAI-FRI in Indonesia e gli Amici/che della Terra / FAI in Argentina.

Forza al guerriero anarchico Andreas Tsavdaridis!
Viva la FAI-FRI!

Cooperativa Nucleo di Artigiani/e Fuoco e Affini (Occasionalmente Spettacolare)
Federazione Anarchica Informale

in spagnolo

Bolivia: Aggiornamento sulla situazione di Henry Zegarrundo

Oggi, 25 Settembre 2013, era in programma un’udienza chiesta dalla procura per richiedere ulteriore tempo di indagini affinché non si chiuda il caso in cui è coinvolto il compagno Henry.

L’udienza è stata nuovamente sospesa, a causa dell’assenza dell’accusa -recentemente rimpiazzata- e di due dei cinque imputati, quelli che hanno misure restrittive.

È il terzo rinvio per questa udienza. La prossima data è il 16 Ottobre 2013.

Inviamo il nostro appoggio al compa Henry che resta fermo e deciso davanti ai giudici e alla burocrazia giudiziaria. Speriamo che presto cada questa montatura repressiva.

Forza e animo Henry!

Continueremo ad aggiornarvi sul caso.

Solidaridad Negra

Saragozza, Stato Spagnolo: Rivendicata azione contro la chiesa del Pilar

Inoltre, ho tutto il diritto di lasciare il teatro quando la commedia mi risulta odiosa e anche di sbattere la porta nell’uscire, correndo il rischio di scuotere la tranquillità di quelli soddisfatti.
– Émile Henry

L’autorità, principio basico della società, esercita il suo dominio tramite varie istituzioni; la chiesa è una delle più importanti a causa della sua storica complicità con lo Stato-Capitale col compito di perpetrare l’attuale stato di oppressione patriarcale ed eteronormativa. La Basilica del Pilar è uno dei templi importanti per i detentori del potere. Visitata da Franco in varie occasioni e anche da Papa Giovanni Paolo II nel 1982 e 1984, è uno dei simboli principali e punto di incontro del fascismo. La Vergina del Pilar è la patrona e la regina dell’identità spagnola, all’interno vengono tenuti come trofeo le bandiere di tutti gli stati che dominano il territorio latinoamericano. Facendo mostra dello sterminio provocato dalla civilizzazione, al lato della basilica c’è la Piazza del Pilar che è simbolo della spagna che disegna la mappa del continente centro e sudamericano.

Nel settembre 1864 venne nominata patrona del collegio delle giovani guardie e nel 1913 la Vergina del Pilar viene nominata patrona degli assassini al soldo della Guardia Civil. La nomina venne firmata da Alfonso XIII, lo stesso che fu bersaglio dell’azione dell’anarchico che da nome al nostro gruppo e che abbiamo fatto rivivere nello scorso febbraio con un attacco contro un simbolo del potere. I compagni caduti in azione rivivono solo grazie all’azione.

Dopo il trionfo del fascismo nel 1939, la chiesa viene promossa a tempio nazionale e santuario della razza. Diventa un luogo privilegiato per Franco e il suo seguito, diventa centrale nella presa di Saragoza e nella vittoria contro il Fronte d’Aragona. In questo tempio c’è il cadavere dell’impresario e cardinale Juan Soldevila, ucciso dai Los Solidarios nel 1923 per essere stato un finanziatore dei pistoleros dei padroni. Questo nocivo personaggio è stato rilevante nella storia di questa località e viene ricordato in ogni celebrazione ufficiale del potere, come ogni 12 ottobre la festa dove i nostri nemici celebrano con preghiere e orazioni la loro espansione colonialista viene festeggiata in tutta calma in questo luogo.

Ma il 2 Ottobre 2013 la solita calma è stata scossa. Intorno alle 13:15, abbiamo collocato un artefatto esplosivo fatto da una bombola di gas butano riempita con 2 kg di polvere nera, e un timer. Questa azione non voleva danneggiare turisti o fedeli, ecco perché abbiamo dato avviso al giornale El Periódico (Saragozza) e El Heraldo, e anche alla Basilica del Pilar con 10 minuti di anticipo prima dell’esplosione al fine di evacuare la chiesa.

Questa azione ha lo scopo di far capire che posti fascisti come questo non sono e non saranno mai sicuri.

Comando Insurrecional Mateo Morral

in spagnolo

Cile: Nuove lunghe condanne per due comuneros mapuche

Dopo una settimana di processo, il tribunale orale penale di Angol ha stabilito nuove condanne in merito al conflitto mapuche:

Fernando Millacheo Marin: 15 anni e un giorno, rapina con intimidazione reiterata
Cristian Pablo Levinao Melinao: 10 anni e 1 giorno, rapina con intimidazione.
Guido Bahamondes Gallardo: Assolto

I comuneros mapuche sono stati accusati da diversi procuratori “antimapuche” di assalti a latifondisti accduti il 16 Giugno 2012 a Ercilla. Ricordiamo che il comunero Cristian Pablo Levinao Melinao è il fratello di Rodrigo Melinao (26 anni), ucciso il 6 Agosto da ravvicinati colpi di fucile, Rodrigo era clandestino dal 24 Luglio 2013 a seguito di una condanna insieme al fratello di 5 anni più 541 giorni per fatti inerenti alla lotta mapuche.

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No MAT, Spagna: Comunicato di una compagna detenuta il 16 settembre

IMG_1928Repressione quotidiana nel contesto della lotta contro la M.A.T.

Sono stata fermata dalla polizia sul sentiero che porta al benzinaio. Tutto e cominciato come quello che penso dovesse essere un controllo di documenti aleatorio, che mi ha portado ad essere detenuta con false accuse da parte della polizia, a passare una notte in custodia e a dover affrontare un processo. Il fatto che io non fossi di queste parti ha giocato un ruolo decisivo nello svolgimento del conflitto, che e degenerato fino a comportamenti fascisti e a violenze da parte della polizia.

Posso solo presumere che la ragione che si cela dietro questa repressione e quella di dividerci e di fare in modo che la protesta resti una questione “locale”. Ma non e locale, e una lotta globale che riguarda tutte e tutti, e che non dovrebbe essere combattuta solo da un piccolo gruppo di persone che si sentono responsabili, ma da tuttx quellx che hanno una coscienza sociale e ambientale.

La risposta a questa massiccia intimidazione da parte della polizia non dovrebbe essere una retrocessioneun’organizzazione e un supporto ancora più forti ad ogni livello possibile.

Grazie per tutto il supporto e la solidarietà che mi avete dato, io sono ancora presa bene.

I fatti:

Il 16.09.2013 verso le 7 del pomeriggio stavo camminando lungo il sentiero che dalla Masia Occupata porta al benzinaio, per comprare qualcosa da bere. Sul sentiero c’era un posto di blocco dei Mossos (polizia catalana) che mi hanno chiesto i documenti. Gli ho dato il mio passaporto e loro mi hanno detto di mettere tutte le mie cose di fronte alla macchina, dopodichè l’unica poliziotta ha voluto perquisirmi. Io ho chiesto il perche e loro mi hanno risposto: “Perche siamo la polizia!”. Io ho ribattuto che questa non era una buona ragione. Loro mi hanno perquisita e mi hanno chiesto cosa ci facessi li, cosa ho risposto: “Vi ho dato il mio passaporto ma non rispondere alle vostre domande.” Da questo momento hanno cominciato a diventare molto agressivi. A un certo punto uno sbirro ha detto: “Prendi le tue cose e vai via!”

Ho sentito che non volevano lasciarmi andare ma che erano costretti a farlo. Cosa ho detto ironicamente:”Oh grazie, siete cosa gentili!” A quel punto uno di loro mi ha sputato in faccia e io gli ho risputato. Immediatamente mi ha colpita alla testa, sono caduta e tre sbirri si sono seduti sulla mia schiena, mi hanno ammanettata, colpita e lo sbirro che mi aveva sputato  mi ha detto:”Adesso si che capisci catalano!” e mi hanno postata in questura. Ho detto ad un’agente che si occupava della buracrazia, che il suo collega mi aveva colpito e che volevo il suo numero di identificazione, ma mi ha ignorata. Dopo mi hanno chiusa in cella senza dirmi cosa stesse succedendo. Il giorno successivo hanno preso le mie impronte digitali, le impronte delle mani, mi hanno fatto delle foto, mi hanno fatto delle domande a cui ho rifiutato di rispondere. Verso mezzogiorno mi hanno portata in tribunale dove, seguendo le istruzioni dell’avvocato d’ufficio, ho risposto alle domande del giudice. Sono stata liberata dopo il processo, apparentemente gli sbirri hanno dichiarato che ero stata io a provocarli e colpirli, ecc.. Subito dopo mi sono messa in contatto con l’avvocato No Mat, che si occuperà del mio caso in futuro.

Info ed aggiornamenti: Torres más altas han caído

Savona: Volantino di solidarietà con Francesco

scritte anarchiche

SEMPRE AL FIANCO DI CHI LOTTA

Da quasi un anno Francesco si trovava sottoposto agli arresti domiciliari in attesa del processo che lo vede imputato per aver partecipato alla rivolta del 15 Ottobre 2011 di Roma. In quei giorni si lottava contro i governi e le loro politiche che hanno portato il Paese intero ad una disastrosa crisi. Una crisi che non abbiamo creato noi, ma di cui sentiamo gli effetti quotidianamente, che ci costringe a vivere condizioni sempre più difficili con l’acqua alla gola, venendo sempre più sfruttati, sempre più alienati, animati da sogni finti e bisogni indotti, sempre più divisi in una guerra fra poveri.

Ieri pomeriggio mentre Francesco si trovava in compagnia di qualche amico nella casa dove era costretto a scontare la detenzione si è visto fiondare in casa i carabinieri, che per incompetenza o peggio, per una premeditata infame e subdola vendetta sbirresca, lo hanno trasferito in carcere con un provvedimento cautelare che prevede un inasprimento della misura con l’accusa di non aver rispettato degli obblighi e delle restrizioni che in realtà nemmeno aveva.

Di barzellette sui carabinieri ne conosciamo tante, ma ci fa proprio strano che il comandante dei carabinieri di Varazze sia talmente stupido da non saper leggere due semplici provvedimenti, tanto da arrivare a chiedere la carcerazione per una persona che non aveva limiti di frequentazione nella misura cautelare, in quanto gli erano stati tolti già da febbraio.

Senza dubbio si tratta di una vendetta da parte dei carabinieri,che “semper fidelis” difendono le istituzioni e lo Stato, colpendo chi si dimostra ostile a questo ordine sociale imposto.

È un chiaro atto intimidatorio teso a colpire il coraggio di chi ha portato avanti con dignità la propria situazione anche nelle difficoltà, rivendicando in ogni momento le proprie idee e le proprie scelte. Inutile dire che non sarà certo una carcerazione a scoraggiare Francesco e il desiderio di libertà che ci anima e ci spinge ogni giorno a metterci in gioco e batterci.

SOLIDARIETÀ A FRANCESCO

In questi giorni i detenuti di molte carceri italiane sono in lotta contro le condizioni di detenzione, anche a loro va la nostra solidarietà.

PER UN MONDO SENZA GALERE LIBERI TUTTI

Solidali15ottobregenova@gmail.com