Venerdì 19 giugno, a metà pomeriggio, è tornato in libertà Paul, l’ultimo dei/lle compagn* anarchic* imprigionat* nell’operazione Piñata. Come tutt* gli/le altri*, è in libertà con carichi pendenti. Si tratta di una grande notizia, però non dimentichiamo che rimangono ancora un proceso e un giudizio. Inoltre non dimentichiamo il resto dei/lle prigionier* anarchic* nelle carceri in Spagna e fuori.
Solidarietà con Mónica e Francisco!
Solidarietà con tutt* i/le ribell* che sono prigionier* per aver messo in pratica le idee anarchiche!
Il 13 giugno ci siamo avvicinati al cancello del Politecnico di Atene in via Patission e abbiamo appeso questo striscione bilingue nel quadro dell’appello a solidarietà per chi ha subito delle rappresaglie durante l’Operazione Piñata.
Nel maggio 2015, tafferugli sono scoppiati nelle vie di Besançon. Le fiamme hanno illuminato le notti di diversi quartieri, preso di mira e distrutto vetture aziendali, scuole, diverse istituzioni dello Stato «sociale»…
L’occupazione poliziesca dei quartieri dura da diversi mesi, con tutto ciò che ne consegue, e suscita una resistenza determinata. Lanci di cocktail molotov sono atterrati – purtroppo a lato – sulle pattuglie delle CRS a Planoise e nel quartiere dei «408», il lancio di pietre sulla polizia e le telecamere di sorveglianza messe fuori uso sono ordinaria amministrazione.
E negli ultimi mesi degli attacchi minori sono stati condotti in solidarietà con questi atti di rivolta urbana nelle zone franche di questa città-prigione.
Una lista dei veicoli che si sono ritrovati con le gomme bucate: – una vettura a noleggio della ‘Hertz’ – un veicolo aziendale dell’agenzia immobiliare ‘Foncia’ – una vettura della società APRR, che appartiene al gruppo EIFFAGE – una trentina di biciclette della J-C Decaux (oltre al fatto di contribuire in gran parte all’imborghesimento dei quartieri in cui installa i suoi parcheggi per biciclette, il suo ruolo di sfruttatore di prigionieri di cui l’azienda si vanta pubblicamente è ormai risaputo) – il parco macchine del Consiglio del Dipartimento del Doubs (più di una decina di vetture in totale: automobili e furgoncini). – Una scavatrice del cantiere di EIFFAGE (costruttore di prigioni) che costruisce un gigantesco complesso di appartamenti di lusso e un centro commerciale in pieno centro città si è ritrovata col serbatoio distrutto.
Sostegno ai rivoltosi dei quartieri bisontini che sono nelle mani del nemico! Forza e solidarietà ai/lle compagn* anarchic* sequestrati durante l’operazione Piñata, come anche a Monica e Francisco ! Solidarietà con i/le prigionier* della guerra sociale in tutto il mondo! Abbasso la gentrificazione! Distruggiamo tutto quello che ci addomestica e ci distrugge!
Vorrei trasmettere qualche parola all’esterno in quanto anarchico, e ritenendo valide le numerose posture e visioni che l’anarchismo può adottare, poiché hanno tutte uguale validità nel momento in cui cercano la distruzione del potere, dell’autorità e dello Stato. Credo che in ciò stia la bellezza delle nostre idee e, secondo me, tutte queste vie possono convivere e confluire nella ricerca della tanto desiderata liberazione totale.
Voglio esprimere il mio odio, il mio disgusto ed il mio disprezzo per tutto ciò che include lo Stato, il potere, l’autorità e in particolare lo strumento di annichilimento chiamato carcere, che usa l’isolamento come uno dei suoi rappresentanti principali.
Ho sempre difeso l’idea che gli anarchici debbano prepararsi ed assumere il fatto che ad ogni momento possa arrivare il giorno in cui devi andare in carcere e, secondo me, è una cosa logica, perché se cerchi di distruggere lo Stato, questo proverà a incarcerarti per annularti, paralizzarti e distruggerti. Nonostante tutto, non ci riusciranno. Comunque, se per una ragione o un’altra non ti tocca, meglio per tutti.
Vorrei aggiungere che sto bene fisicamente e mentalmente. Continuo a pensarla come prima di entrare e, se fosse possibile, mi sento ancora più convinto delle mie idee, con la testa ben alta e orgoglioso di quello che siamo. Sono come mi comporto e mi relaziono nella teoria e nella praxis, facendo sempre autocritica per poter continuare a crescere, poiché non si smette mai di imparare e, con quello che ho appena detto, non mi sento né migliore né peggiore di nessun’altro.
Voglio trasmettere forza e coraggio ai compagni, alle compagne ed agli affini, e dirvi con tutta la forza e la rabbia che ho che l’unico cammino è la lotta. Con questi colpi, la repressione vuole spaventare e paralizzare l’area anarchica ed intorni perché si faccia solo il lavoro di assistenza ai perseguitati. Non permettete che accada e rimanere fermi nei vostri progetti, e non esitate a continuare a dire quello che siete e pensate.
Fino ad ottenere la vera liberazione totale! Che la solidarietà non sia solo parole scritte!
MORTE ALLO STATO E VIVA L’ANARCHIA!
Nel Centro Penitenziario Soto del Real, primavera del 2015