Lunedì, 8 Aprile 2013, intorno alle 13:00, dei compagni hanno fatto un intervento a sorpresa davanti all’ambasciata Greca di Nicosia, che è durato circa un’ora. Uno striscione di solidarietà è stato posto all’ingresso del palazzo e molti sono stati gli slogan cantati.
Lo striscione recita: “Solidarietà ai 6 combattenti dell’occupazione Delta, a tutte le occupazioni e gli spazi auto-organizzati – 10, 100, 1000 Occupazioni – Nessuna accusa contro i combattenti!”
In precedenza a Salonicco, in Grecia, il processo contro i sei anarchici dell’occupazione Delta è stato rinviato al 2 Ottobre 2013. Circa 150 solidali sono stati radunati al di fuori dei tribunali.
Da lunedì 24 ottobre, 52 (su 65 in totale del loro blocco) immigrati detenuti hanno cominciato uno sciopero della fame nel blocco 10 della prigione centrale. Il loro crimine: la loro residenza illegale a Cipro. Cosa chiedono: di fermare la violazione dei loro diritti primari da parte dello Stato.
Queste persone sono detenute per poter essere poi deportate, ma non sono criminali condannati. Al contrario il criminale in questo caso non può essere che lo Stato che in molti casi li detiene in carcere per un periodo maggiore dei 6 mesi che è il periodo massimo stabilito dalla direttiva 115/2008 (visto che non esiste una legge nazionale che definisce le eccezioni a questa direttiva nell’ articolo 15 paragrafo 6). Inoltre, in molti casi, non sono rispettate neanche le corrette procedure e la loro detenzione viene messa in atto senza una ordinanza di arresto.
Giovedì 20 ottobre, davanti alla propria cella nel blocco 10, un 46enne algerino ha tentato il suicidio con un rasoio. Il video del tentato suicidio è nelle mani della polizia. Quest’ uomo è sposato e padre di 2 bambini, aveva chiesto ripetutamente di ritornare nel suo Paese ma non gli è stato concesso. Per oltre 2 settimane ha rifiutato di accettare cibo e la sua disperazione ha spinto anche gli altri immigrati detenuti ad iniziare uno sciopero della fame.
Venerdì 28 ottobre, un altro detenuto ha tentato il suicidio facendo un cappio con le lenzuola ed è stato salvato all’ ultimo momento. Quest’ uomo, un siriano, è detenuto da oltre un anno e anche lui voleva ritornare al proprio Paese ma non lo deportano. Questo è un uomo che è stato detenuto per oltre un anno, violando ogni legge pertinente e non viene deportato e neppure rilasciato.
Il fatto che questa situazione ripugnante non riceve nessuna attenzione da parte dei mass media, rispecchia lo stato della nostra società che coscientemente permette di nascondere “sotto al tappeto” la questione dei residenti illegali. Lo Stato, che si sta preparando per la presidenza europea, viola i diritti umani con tutta la sua brutalità e i cittadini europeizzati rimangono indifferenti di fronte alla totale umiliazione della dignità umana, mentre sostengono la loro immagine di umanisti.
Diamo la più totale solidarietà con gli immigrati in sciopero della fame e con tutti quelli i cui diritti umani sono stati calpestati dai governi. Invitiamo tutti quelli che ancora hanno un briciolo di umanità a partecipare all’ assemblea per decidere le azioni da intraprendere, martedì (01/11) alle 18.00 sulla scalinata della scuola Faneromeni a Nicosia.
Persone in solidarietà con gli immigrati in sciopero della fame
12-7/2011: Il testo che segue è ciò che è uscito dalla riunione odierna. Stampato in 1.000 copie e distribuito nelle strade del centro di Nicosia e durante la protesta che ha avuto luogo nella Piazza Eleftheriasdopo l’esplosione nella base navale.
La mattina di Lunedi, 11 luglio, una forte esplosione nella base navale “Evangelos Florakis” ha causato la morte di 6 vigili del fuoco, 2 soldati (marinai) e ne haferiti molti altri. L’esplosione è il risultato della negligenza criminale delle “competenti” autorità che erano a conoscenza del problema. Hanno scelto di non fare niente, sembra per evitare alcune spese per le misure di sicurezza. Comunque, avendo scatenato un’incredibile caccia alle streghe contro i ribelli, erano troppo occupati per poter affrontare il piccolo problema di un’imminente incidente mortale. Questo disprezzo per la vita umana non è una novità in questo mondo. Lo si incontra ogni giorno a scuola, nell’esercito [ci sono ancora 2 anni di servizio militare obbligatorio a Cipro per tutti i giovani], al lavoro – in tutto il mondo. L’esplosione nella base navale e’ stata una concentrazione di questi concetti in questo tempo assassino. Il degrado della vita e della dignità umana è profondamente intrecciato con il senso del militarismo della macchina militare.
L’esercito è un’istituzione costruita per uccidere, sia in guerra o sulle frontiere o nelle “missioni di pace” (vedi Iraq, Bosnia, ecc.) Non solo uccide la gente, ma attraverso l’imposizione del nazionalismo, della gerarchia e la rigida disciplina, la manipola e ne uccide le coscienze. Come studenti non possiamo che vederla come una continuazione del lavaggio del cervello fattoci nelle scuole. Un tentativo di formaci secondo i propri standard al fine di diventare schiavi obbedienti del sistema e del potere.
Un riferimento al passato criminale dell’esercito cipriota merita di essere fatto, (dopo di che è per lo meno ipocrita e contraddittorio pensare che solo ora sia negativo). A Cipro vi è una lunga lista di suicidi di militari (a parte i problemi psicologici causati ai soldati) e “incidenti”, l’intreccio e la collaborazione con la giunta militare (Grecia ’67 – ’73) e la partecipazione al colpo di Stato del ’74, con conseguenze tragiche. Questo per quanto riguarda la Guardia Nazionale. Ma a Cipro c’è un teatro dell’assurdo, poiché non abbiamo né uno né due, ma sei eserciti! E / K – (greco-cipriota), ELDYK, (forze dell’esercito greco) TOURDYK, (forze dell’esercito turco) le Nazioni Unite e la NATO – basi britanniche).
Sei forze armate su una piccola isola! Perché? Perché i militari sono parte integrante di un sistema gerarchico, d’imposizione e di oppressione, sfruttamento e controllo sociale. A Cipro, gli eserciti hanno un ruolo molto importante nella promozione e nella perpetuazione dell’ odio etnico e delle divisioni nell’interesse del potere, il quale trae profitto alle spalle della società, con il pretesto della questione cipriota.
E a tutti coloro che chiedono dimissioni e congetturano richieste, noi diciamo che una tale logica è semplicemente un modo per manipolare le reazioni della gente e impedire le loro rivendicazioni verso il governo. È necessario sfatare l’illusione che un’amministrazione diversa darebbe un risultato diverso. Non dare la colpa solo ad alcuni singoli ministri mentre gli altri sarebbero “responsabili” ma incolpare l’intero sistema Stato, e tutti i concetti che lo sostengono. La percezione e’ che si mettono i soldi al di sopra della vita umana, si preservano le divisioni nazionali e la follia militare e si sostiene l’incredibile cannibalismo imposto dalle forze armate in uniforme in tutto il mondo. La nostra unica speranza risiede nella resistenza contro qualsiasi macchina militare in qualsiasi potere per un mondo libero senza frontiere, senza eserciti, senza questo disgustoso disprezzo per la vita umana.
NON ASSERVITI A NESSUNA MACCHINA ASSASSINA ABBASSO TUTTI GLI ESERCITI
P.S. Mandiamo la nostra solidarietà alle reclute e a coloro che sono costretti a subire le brutalità e le imposizioni autoritarie dell’esercito. Nessun ostaggio nelle mani dello Stato armato!