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Santiago, Cile: Rivendicato sabotaggio all’Istituto Nazionale

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“Non parlo di cose astratte, sono molto concreto. Ti parlo di prigionieri/e, di feriti/e, di morti, di gente cacciata dal posto dove vive, di gente morta cercando uno stipendio, di gente che si rompe la testa prendendo pillole contro la tristezza; la terra di strade, fattorie, cie e la guerra (…) Ti pare esagerato il nostro modo di pensare, ma è quello che è. La guerra è quel che è. Qui c’è una guerra e tu metti quello che vuoi.”
PIB – Ponte como quieta

Questo sistema è marcio alla base, l’ambizione di pochi e l’idiozia-passività dei molti che non hanno reagito a ciò, ci sta portando o ci ha già portato ad una catastrofe naturale quasi senza soluzione, davvero crediamo che possiamo mantenere questo stile di vita in modo sostenibile? Produciamo 1000 volte più di quanto ci serve e i mezzi di comunicazione propinano prodotti come fossero fondamentali. E se anche riuscissimo a mantenere questo stile di vita sostenibile (come dicono alcuni ecologisti) sappiamo che nulla servirà perché già stanchi di questa vita miserabile e non vogliamo continuare in questo stupido progresso, non vogliamo passare la vita lavorando dall’alba al tramonto, non vogliamo passare i nostri migliori anni di giovinezza chiusi in una scuola con alcuni patetici giorni di vacanza concessi solo per essere più produttivi, né vogliamo morire di cancro o di altre nefandezze moderne provocate da tutta la merda che mangiamo, di sicura questo sistema è una merda e su ciò si è già detto abbastanza.

La cosa importante è che in questo contesto la scuola non si distingue come salvezza, come tanti pensano, ma come un’istituzione orribile che ci prepara a questa vita. In questo luogo ci viene insegnato ad obbedire senza discutere agli orari, abitudini, modi di agire e a seguire una linea di condotta che in seguito sarà un ingranaggio, diventando manodopera o professionisti in attività stupide e ripetitive. Che solo funzionano se applicare in questo sistema (Perché diventare ingegnere per costruire centri commerciali o edifici? Perché, dato che vorremmo abbatterli?).

“Abbiamo sotto gli occhi nocività culturali, politiche, sociali, ma quelle che in questo frangente ci interessa identificare e attaccare, sono i processi che caratterizzano il rapporto tra potere, tecnologia e manipolazione-distruzione del vivente, gli interessi dell’eredità, raccolta dall’industria scientifica, di migliaia di anni di pensiero autoritario e antropocentrico. Qualcosa che va ben oltre un problema sanitario, coinvolgendo gli aspetti fondanti di una civiltà tecnologica che si nutre del tempo e delle vite di miliardi di individui umani e non, che setaccia e suddivide gli esseri viventi in razze, in specie, in categorie inchiodate su una scala gerarchica ordinata in base alle sue necessità.”
Estratto dal “Manifesto della coalizione contro ogni nocività”. In “Nanotecnologie: la pietra filosofale del dominio” Rivista Il Silvestre 2011

Per i motivi già citati (e molti altri che non abbiamo tempo di menzionare) abbiamo deciso di mettere questa bomba fumogena con un fine più simbolico che distruttivo, perché questa pestilenza ricordi e scolpisca nelle coscienze che anche la scuola è un’istituzione putrida come una banca o una caserma e per questo fa parte della grande macchina del sistema e deve essere attaccata. Con questo attacco vogliamo anche rompere col discorso generalizzato degli studenti che cercano di riformare l’irriformabile contribuendo cosi alla perpetuazione del sistema, come ha anche detto Theodore John Kaczynski essa è “il trucco più ingegnoso del sistema”. Con ciò non vogliamo dire che studiare non va bene, se qualcuno vuole farlo che lo faccia, c’è sempre stata gente interessata alla conoscenza, anche perché in questo momento il conoscere ci può dare le armi cognitive per farla finita con l’ideologia imperante che cerca di entrarci dalle orecchie. Questa è piuttosto una critica alla scuola come imposizione e strumento al servizio del sistema, vorremmo sottolineare l’imposizione per tutti quelli che diranno “se non ti piace la scuola non andarci” se fosse cosi come dicono (come una mera libertà di consumo) sarebbe facile, visto che abbiamo fatto delle scelte, ma il capitalismo agisce come una imposizione che soverchia le nostre vite. Cosa accadrebbe se lasciassimo la scuola? Dovremmo diventare manodopera a basso costo senza istruzione, lavorando dall’alba al tramonto senza tempo per conoscere la nostra famiglia, o cosa accadrebbe se andassimo a vivere nel bosco e vivere una vecchia fantasia hippie? Basterebbe per uscire e non essere costretti a farlo dal capitalismo a mano armata, come accade oggi ai mapuche, per questo puntiamo ad una convivenza non pacifica col sistema, diventando ovunque l’ostacolo nel suo ingranaggio al fine di incepparlo e probabilmente distruggerlo. Continue reading Santiago, Cile: Rivendicato sabotaggio all’Istituto Nazionale

Istanbul: Detenzione di studenti anarchici delle scuole superiori per la distribuzione di volantini contro la formazione professionale

La mattina del 6 Novembre 2012 tre studenti anarchici delle scuole superiori sono stati presi in custodia dalla polizia di fronte dalla Scuola Professionale Industriale İsmail Erez ad Istanbul, mentre stavano distribuendo volantini contro la formazione professionale. I poliziotti hanno picchiato i tre compagni e li hanno costretti di entrare nell’auto di pattuglia.

Nei mesi precedenti, altri compagni e studenti della stessa scuola sono stati aggrediti dalla polizia perché hanno organizzato un boicottaggio della mensa scolastica stabilendo i loro prospetti di solidarietà: hanno portato il cibo da casa per condividerlo con gli amici ed i compagni di scuola, in modo di protestare contro gli aumenti dei prezzi imposti dall’amministrazione della scuola.

“Noi non commemoriamo la resistenza con le parate, ma con le insurrezioni”

Il 26 e 27 Ottobre 2011 sono stati fatti degli interventi nelle scuole a Elliniko, Ano Glyfada e Argyroupoli (centri a sud di Atene, rinomati per il loro stampo capitalista). Gli studenti medi hanno scritto e distribuito il seguente testo contro le parate del 28 Ottobre:

Un-Due! Un-Due! Parate (o greggi) prove generali per l’esercito?

Siamo nati e cresciuti considerando le parati degli anniversari nazionali come qualcosa di scontato…COMUNQUE, le cose non stanno proprio cosi. Questo delirio nazionalista non è sempre stato fiorente. I piani del militarismo e del nazionalismo vengono fuori galla germania nazista di Hitler e dalla società fascista di Mussolini, e sono state innestate in Grecia dalla dittatura di Metaxa, mentre altri regimi totalitari (Corea del Nord, Unione Sovietica, Cuba) hanno anche stabilito delle parate al fine di modellare il morale e disciplinare gli studenti.

Le parate sono tradizionalmente contraddistinte da una forma compatta e un’apparenza uniforme (uniformi, andatura, e allineamento) e cercano di uniformare l’individualità, generando discriminazioni allo stesso tempo – ad esempio, i ragazzi marciano davanti alle ragazze, gli alti davanti ai bassi, e soprattutto gli studenti meritevoli dietro alla plebe. Infatti, solo i sei studenti del corpo d’elite di solito secondo la dossologia della chiesa ortodossa marciano sempre davanti, separati dal resto della “massa” studentesca.

La scuola, da parte sua, crea un clima di terrorismo verso gli studenti cosicché questi partecipino alle parate – visto che molti studenti ignorano che la propria partecipazione è opzionale, piuttosto che obbligatoria. Quindi, gli viene promesso, se partecipano, che le assenze verranno azzerate, o vengono minacciati, se non lo fanno. In casi estremi, la scuola minaccia gli studenti con sospensioni o espulsioni.

Ciò in definitiva indica che la scuola serve come strumento della preservazione dei metodi e delle pratiche fasciste, invece di focalizzare sulla soluzione dei problemi pratici degli studenti, come la mancanza di insegnanti e libri.

E’ ovvio che come anarchici stiamo dalla parte opposta rispetto a questa assurdità nazionalisti che difende un’istituzione che semina odio e guerra contro gli esseri umani in base a criteri nazionali e razziali.

Noi non commemoriamo la resistenza con le parate, ma con le insurrezioni.

Anarchici del sud

fonte
tradotto da Cenere