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24 Novembre-2 Dicembre: Settimana di azione contro i progetti delle miniere d’oro nella penisola Calcidica nel nord della Grecia

Sul manifesto si legge:

Sabato, 24 Novembre Salonicco: Manifestazione contro la morte dorata

Luogo di raduno : Torre Bianca di Salonico (Lefkos Pyrgos), entro le 11:00

Dopo la manifestazione ci sarà una discussione aperta / assemblea
per le azioni future al Cinema “Alexandros”

Eventi di contro-informazione eventi:

Giovedì 29 Novembre 19:00:
Ioannina, all’occupazione Antiviosi

Venerdì, 30 Novembre 19:00:
Atene / Keratsini, al Resalto – Corfù, all’occupazione Elaia

Sabato, 1 Dicembre, 19:00:
Atene / Exarchia, nel Autonomo Steki – Agrinio, nell’occupazione Apertus

Domenica, 2 Dicembre 16:00:
Atene / Ilion, in Agros

Coordinamento Aperto di Salonicco contro le miniere d’oro

Oggi, Sabato 24 Novembre, la manifestazione contro la morte dorata abbia avuto luogo a Salonicco con la partecipazione di circa 7.000 persone

Ecco qui di seguito il richiamo per la manifestazione e l’assemblea aperta contro le miniere d’oro per il 24/11/2012 nella città di Salonicco:

“Le miniere di Halkidiki sono un’occasione d’oro che non deve essere sprecata”

11.000.000 di euro: il prezzo che Hellas Gold ha pagato per ottenere i diritti per l’estrazione di una superficie di 317.000 ettari nel nord di Halkidiki (anche Calcidica). Il contratto è stato firmato con lo Stato Greco dopo l’intervento del signor Pachtas, l’allora sottosegretario delle Finanze ed ora sindaco del comune di Aristoteles. Non c’è stata alcuna concorrenza prima dell’aggiudicazione. C’è stata una commissione diretta invece ad una società che era stata stabilita solo due giorni prima (una società con un capitale iniziale di 60.000 euro!). Inoltre, secondo i termini del contratto, la società era esente da qualsiasi obbligo per quanto riguarda le riparazioni che erano dovute a causa del danno ecologico che la società canadese TVX Gold aveva causato nella zona (quest’ultima società sparì una notte nel nulla lasciando 472 lavoratori senza paga; in totale il debito della società nei confronti dei lavoratori è stato di 17 milioni di euro).

95.700.000 euro: il profitto che Leonidas Bobolas, Dimitrios Koutras e Frank Timiş (gli azionisti principali di Hellas Gold) hanno ottenuto, dopo che a poco a poco abbiano rotto la società in frammenti per venderla poi alla multinazionale europea Goldfields.

408.000.000 euro: il valore di mercato delle miniere in base alla stima che una società globale di servizi finanziari abbia dato sei mesi dopo la loro firma con l’aiuto da parte dello Stato Greco, che significa che il valore è cresciuto 37 volte al di sopra del prezzo pagato. Questo non ha impedito al governo di allora di sovvenzionare l’Hellas Gold con 15.000.000 euro.

2.300.000.000 euro: il valore attuale delle miniere nella Borsa di Toronto, dopo l’acquisizione dell’Europea Goldfields da Eldorado Gold Corporation, che controlla il 95% delle azioni di Hellas Gold. Eldorado Gold è una multinazionale con base a Canada e i suoi principali investitori sono fondi e banche come JP Morgan e Goldman Sachs.

15.436.000.000 euro (!): Il valore dei minerali che si trovano nelle miniere di Halkidiki.

0 euro : Il profitto dello Stato Greco. Secondo il Codice Minerario, le risorse e i depositi minerali appartengono esclusivamente alle aziende che sfruttano le miniere, e non vi è alcuna clausola per rendere dei diritti minerari allo Stato a causa del loro sfruttamento. Questa è la ragione per cui il FMI / BCE / UE Troika hanno rifiutato di accettare la proposta del governo Greco, che abbia offerto le miniere di Halkidiki come garanzia nel corso dei negoziati per l’accordo di prestito.

“Coloro che reagiscono sono provocatori e stanno contro il progresso”

Molte persone probabilmente pensano che Eldorado Gold intende costruire miniere sotterranee con dei trapani, scavare tunnel, ecc, ma non è questo il caso. Il mega-progetto si concentrerà su un processo di estrazione dell’oro, un pozzo di superficie, che prevede l’uso estensivo di cianuro tossico. La concentrazione di cianuro trasformerà la terra in spazzatura lasciando dietro di sé rifiuti tossici, soprattutto cianuro, arsenico e acido solforico.

0,8 grammi: Questa è la quantità di oro che possano estrarre per una tonnellata di rocce in quest’area.

18 tonnellate: Questo è il numero delle tonnellate dei rifiuti di rocce che saranno scavate per ottenere un anello d’oro.

2 km: Questo è il diametro in lunghezza che il pozzo aperto avrà, aggiungendo, inoltre, i laghi dei rifiuti (pozze di veleno), dove i fluidi tossici stanno per essere “contenuti”.

3,000 acri di foresta stanno per essere distrutti prima che il progetto dell’estrazione mineraria possa cominciare.

200 milioni di tonnellate: Secondo il piano della società, questo è il numero delle tonnellate che stanno per essere estratte nei prossimi anni. Negli 2.500 anni che le miniere sono state operative in ​​Calcidica, solo 30 milioni di tonnellate sono state estratte; su questo numero, i 20 milioni di tonnellate sono state estratte dal 1927 dall’uomo d’affari Bodossakis.

15.000.000 di metri cubi d’acqua viene pompata nella zona mineraria all’anno, l’equivalente del consumo d’acqua di un anno per l’intera penisola Calcidica.

691,000 litri: il consumo medio di acqua per un chilo di oro estratto. Non è però solo lo spreco delle risorse idriche, che è incalcolabile, ma anche il pericolo e le conseguenze di un incidente. In una miniera della regione di Baia Mare, in Romania, nel 2000 c’è stata una perdita di 100.000 metri cubi di acqua con alte concentrazioni di cianuro ed altri metalli pesanti. L’acqua contaminata ha raggiunto il fiume Tesla e poi il Danubio, causando un inquinamento oltre la Romania, l’Ungheria e la Serbia, avvelenamento delle risorse di acqua potabile, uccidendo decine di migliaia di pesci e infliggendo la morte degli ecosistemi confinanti. Questo incidente ambientale in Baia Mare è considerato il più catastrofico nella storia del continente europeo, secondo solo al disastro di Chernobyl. Perciò, la distruttività delle miniere a Skouries nella regione di Halkidiki non è qualcosa che dovrebbe riguardare solo gli abitanti dei villaggi vicini, ma la penisola Calcidica nel suo complesso (in quanto le falde saranno inevitabilmente contaminate). Nel caso di un incidente sarà sicuramente interessata anche l’area densamente popolata di Salonicco, e non si sa dove un tale disastro si concluderà…

Il suolo, l’acqua e l’aria non hanno prezzo, e appartengono a tutti noi. L’oro, d’altro lato, è un concetto astratto che, soprattutto oggi, acquista valore se esso funziona come “denaro”, quando viene utilizzato come un tentativo di controbilanciare il “denaro folle”, denaro inventato da aria sottile, che è stato costruito tre decenni fa attraverso i prestiti bancari e il sistema degli scambi e della speculazione finanziaria. Dobbiamo sottolineare il fatto che solo il 10% dei depositi in oro estratti nel mondo viene effettivamente messo in qualche uso tangibile. Allo stesso tempo, la quantità di oro che viene utilizzata come “denaro” negli scambi della borsa e nel sistema monetario internazionale è sette volte superiore alla quantità reale di oro che può essere trovata nel pianeta.

“Sviluppo e progresso” è l’eco seguito dagli annunci relativi alle miniere d’oro, così come le turbine eoliche alle isole di Lesbo, Limnos e altrove, le fabbriche di incenerimento dei rifiuti; tutti questi insieme con altri innumerevoli crimini simili sono presentati come l’antidoto alla crisi , la stessa crisi che lo sviluppo stesso abbia creato. Il caso delle miniere d’oro è il più estremo, su tutti questi “delitti di sviluppo, in nome del progresso”, a causa del fatto che nessuno ormai osa opporsi alla distruzione che stanno per provocare, ma anche perché -come sappiamo tutti ormai- il profitto andrà alle multinazionali, ed a breve termine solo una piccola quota andrà anche a poche centinaia di lavoratori. Inoltre, non è una coincidenza che questa operazione della truffa scandalosa delle miniere della regione nord-orientale di Halkidiki abbia avuto luogo nel corso di un periodo di benessere, in un momento in cui nessuno prestava attenzione, mentre la realizzazione del mega-progetto, la costruzione vera e propria delle miniere, viene spinta in avanti adesso, in mezzo alla crisi. Qui siamo di fronte a un ricatto schietto: dobbiamo accettare una simile proposta dolorosa e distruttiva, altrimenti non riusciremo a sopravvivere.

L’intero problema con lo sviluppo capitalistico non è semplicemente che ci sono alcuni uomini d’affari e politici che stanno spremendo profitti esorbitanti su tutti gli altri, e per farlo -sempre in nome del profitto- distruggono l’ambiente, ma il semplice fatto che le nostre vite sono disciplinate da una mafia monetaria internazionale che uccide gli esseri umani, gli animali e la Terra. Il vero volto del progresso è quello di un circolo vizioso che detterà costantemente delle condizioni ancora più dure al fine di sfruttare di più ogni volta. Lo sviluppo riesce a raggiungere questo obiettivo attraverso la rottura delle comunità e l’indebolimento delle persone, legandole sempre più strette al carro di questo meccanismo di morte e distruzione chiamato capitalismo. Di conseguenza, questo crollo in corso dà vita ad un certo tipo di persone che cadono preda al ricatto -perché sono così disperatamente alla ricerca di soluzioni individuali che sembrano essere nel loro stesso interesse- e alla fine credono che i loro interessi sono gli stessi quelli con quelli delle multinazionali. A loro non importa circa l’impatto che le loro scelte hanno su tutta la società, le cui conseguenze presto busseranno anche alla loro porta.

Il sistema spera di inabilitarci, affinché non siamo in grado di decidere per noi stessi. La sua intera esistenza dipende dal fatto che abbiamo scelto di legarci al motore dinamico del capitalismo, per sopravvivere o anche per godere di una quota degli utili della crescita capitalistica. Se vogliamo stare contro questa dittatura del denaro, se vogliamo costruire un altro mondo, non possiamo soccombere a questo ricatto di crisi che sta offrendo nuove catastrofi e ci spinge verso la ricerca disperata di un piano di salvataggio personale mentre minaccia intere comunità con la distruzione di massa. Siamo in grado di non consegnare il nostro futuro a qualsiasi tipo di salvatori. Al contrario, dobbiamo combattere per difendere i beni comuni e le risorse. Dobbiamo lottare per porre fine alle attività di queste mega-imprese e di tutti i politici che sono nel loro libro paga. Dobbiamo lottare per evitare la distruzione delle comunità delle persone.

La solidarietà sociale, la coscienza collettiva e i valori umani sono il nostro armamento.

Dobbiamo incontrarci e discutere:
Quali beni sono necessari? Quali sono i valori che dovremmo combattere per?
Come prendiamo le decisioni? Come possiamo, noi stessi, organizzarci e farsi carico della nostra vita?

Chi tace è complice del crimine…

Contatto: Coordinamento Aperto di Salonicco contro le miniere d’oro

Il saccheggio dell’America del Sud

Qualcosa sull’IIRSA…
(Interoceanica, Strada per l’Inferno)

Nei giorni 31 agosto e 1 settembre del 2000, in una riunione di capi di Stato dei paesi sudamericani, tenutosi a Brasilia, capitale della Repubblica federativa del Brasile, si è deciso di attuare l’IIRSA (Iniciativa para la Integración de la Infraestructura Regional Suramericana), un’iniziativa con un nome nuovo che tuttavia nasconde vecchi interessi.

L’obiettivo dell’Iniziativa per l’Integrazione Regionale dell’America del Sud è la costruzione di un’infrastruttura logistica (strade, canali, porti, aeroporti, oleodotti, centrali elettriche…) che apparentemente cerchi di connettere i paesi del Sud America creando una più efficace estrazione e distribuzione delle “risorse naturali”, dei prodotti e del denaro.

Vale a dire, promuovere il libero commercio, garantendo un saccheggio delle “risorse” del continente, che sia il piu’ economico possibile per le imprese a scapito dell’ambiente e degli interessi della popolazione.

Ciò che non è stato raggiunto con il fallito ALCA si sta’ cercando di ottenerlo con questa iniziativa che, pur avendo gia’ quasi undici anni, è ancora quasi sconosciuta alla maggior parte delle persone dei paesi coinvolti.

I suoi finanziatori e maggiori promotori sono il BID (Banca Inter-americana per lo Sviluppo), la CAF (Societa’ Andina per lo Sviluppo) e il FONPLATA (Fondo Finanziario per lo Sviluppo del Bacino del Plata) che generosamente vanno a prestare agli Stati i 70 milioni di dollari necessari alla realizzazione dell’iniziativa, permettendo che questi si indebitino ancor di piu’ per i prossimi anni e garantendosi introiti per il futuro.

Tuttavia, il debito che generera’ questa iniziativa non è che uno dei lati pericolosi di questo mega-progetto continentale.

L’America del Sud fu’ divisa in dieci corridoi, dieci macro-regioni strategiche in cui si stanno realizzando i piani di “sviluppo” che con l’IIRSA si intendono effettuare. Logicamente le strade e le altre vie di comunicazione si stanno realizzando in aree ricche di risorse naturali come petrolio, gas e acqua. L’obiettivo è sfruttare in maniera capitalista queste risorse che finora sono sottoterra o utilizzate solo parzialmente come per il caso dell’acqua che viene liberamente utilizzata dalle popolazioni che vivono vicine ad essa. Continue reading Il saccheggio dell’America del Sud