Tag Archives: Antimilitarismo

Trentino: sull’incendio dei mezzi militari a Roveré della Luna

La notte tra il 26 e il 27 maggio, a Roveré della Luna, al confine tra Trentino e Alto-Adige, sono stati incendiati dei mezzi militari all’interno della caserma-poligono del 2° Reggimento Genio Guastatori. Ingenti i danni: sono serviti 30 uomini per domare le fiamme. La notizia si potrebbe chiudere qui: parla da sola. Tuttavia vogliamo esprimerci su quanto scritto dai giornali, dai politici locali e da parte della Questura di Trento.

Rivendicazioni?
È da un po’ di tempo che i giornali locali definiscono “rivendicazioni” le notizie che escono su siti o fogli di movimento, i quali raccontano quello che accade in Italia e altrove. Queste trovate ci sembra che servano allo Stato per creare un determinato tipo di clima di fronte a certe azioni. Chi commenta delle azioni o riporta dei fatti allora può entrare nella lista degli indagati. Otto mezzi militari bruciati sono un fatto.

Ancora sulla violenza
Come sempre, anche quest’azione viene commentata con la frase di rito: «per fortuna nessuno si è fatto male». Dopo i sabotaggi alle linee ferroviarie durante l’adunata degli Alpini, politici, disobbedienti del C.S. Bruno (vedi il loro testo Schizofrenia), Questura e giornali hanno definito quelle azioni pericolose per la popolazione, quando invece i tecnici di RFI avevano dichiarato fin da subito che quel tipo di sabotaggio non avrebbe potuto mettere in pericolo in nessun modo l’incolumità dei passeggeri. Se decine di azioni non hanno coinvolto delle persone forse non è un caso. Ma se un militare si fosse fatto male sabato notte? Cosa direbbero i signori giornalisti? Un militare sceglie da che parte stare nel momento in cui indossa per la prima volta una divisa, a differenza delle centinaia di migliaia di civili uccisi dalle guerre in tutto il mondo che non possono scegliere se vivere o morire; noi, le nostre lacrime e la nostra rabbia, le riserviamo per loro. Otto mezzi militari bruciati sono otto mezzi che non serviranno più alla violenza indiscriminata dello Stato.

Mezzi civili?
I media definiscono i mezzi bruciati “ad uso civile”. Sembra che siano andati bruciati una betoniera, alcuni autocarri, una pala-meccanica e due mezzi “Leopard”. Basta andare a vedere la lista dei mezzi militari in dotazione all’esercito per verificare che gli unici che si chiamano Leopard sono dei veri e propri carri armati dotati di cannoni, mitraglie ed altri sistemi d’arma. Di fabbricazione tedesca, sono stati utilizzati, per esempio, dallo Stato turco nell’invasione di Afrin ad inizio 2018. I carri armati hanno solo uno scopo: uccidere. Nelle oltre venti operazioni in cui è impiegato l’esercito italiano si scava, si demolisce, si costruisce ciò che serve agli interventi militari. Questa non è forse guerra?
Inoltre, alcuni articoli di giornale risalenti al 2014 parlano di un’interrogazione al Consiglio Provinciale per la riduzione delle esercitazioni interne alla caserma, e quelle non sono esattamente esercitazioni “civili” di tiro al piattello. «Nello specifico – dice l’articolo – si tratta di raffiche di mitra, bombe a mano e spari di fucili: rumori forti che portano con loro, oltre all’oggettivo inquinamento acustico, un forte disagio». Ma quello che “portano con loro” è molto di più; questa, dunque, non è forse guerra?

Terrorismo
Dopo l’attacco anonimo di Roveré la Procura di Trento ha aperto un fascicolo per “condotte con finalità di terrorismo”. Il fatto che qualcuno abbia incendiato ciò che produce terrore, può essere “terrorismo”? Sarà che oltre che antiquati siamo anche ripetitivi, ma per noi i veri terroristi sono i padroni e lo Stato. In un presente in cui l’orrore ci colpisce al cuore con l’immagine dei palestinesi assassinati, non stupitevi se ci rallegriamo di fronte ad azioni come questa.

Lo Stato italiano ha 120 carri armati Leopard? Bene, due non funzionano più. Come si scrive nella Germania dell’azione diretta e dell’internazionalismo, «un mezzo militare incendiato = qualcuno che non muore in Afghanistan, in Iraq, in Libano, in Libia…».
Parole semplici. Per intelligenze e cuori senza elmetto.

31/05/2018
romperelerighe

Amburgo: Vernice e vetri rotti a filiale di Commerzbank

12 marzo 2018

Da più di 50 giorni lx compas resistono alle truppe imperialiste della Turchia.
Da più di 50 giorni ad Afrin muoiono delle persone uccise da armi tedesche.
Da più di 50 giorni la Germania e il mondo tace sulle aggressioni fasciste al progetto Rojava.

Per infrangere questo silenzio, la notte passata abbiamo attaccato con la vernice la filiale della Commerzbank in via Amburgo, lasciata una scritta e rotti dei vetri. Con i propri investimenti in imprese delle armi come Kraus-Maffei Wegmann anche la Commerzbank profitta della guerra ad Afrin. Il carrarmato Leopard 2 fornito alla Turchia è stato prodotto da Kraus-Maffei Wegmann, finanziata tra l’altro dalla Commerzbank. Ora il Leopard 2 ammazza delle persone ed è impiegato contro il progetto Rojava per abbattere la rivoluzione. Attacchiamo l’imperialismo nel cuore della bestia per dare ax combattenti di tutto il mondo un attimo di respiro.

Lunga vita alla resistenza di Afrin.

Fonte: Indymedia

Traduzione dal tedesco mc, CH

Backnang: Vernice a casa di membro della „Deutsche Atlantische Gesellschaft – Associazione Atlantica Tedesca“

16 febbraio 2018

Contro la conferenza per la sicurezza della NATO e chi la sostiene!
Per una società liberata – Per Afrin!

Nella notte al 16 febbraio abbiamo marchiato con la vernice la casa del Dr. Roland Idler a Backnang. In un volantino distribuito nelle cassette postali vicine abbiamo informato lx vicinx sui motivi dell’azione.
Dr. Roland Idler è un interlocutore della “Deutsche Atlantische Gesellschaft” per Stoccarda. La Deutsche Atlantische Gesellschaft è responsabile del fatto che in Germania si fa pubblicità per la NATO e per le missioni di guerra tedesche. Dr. Roland Idler è dunque anche se non direttamente ma di sicuro coscientemente corresponsabile per la guerra, la distruzione e la miseria i questo mondo.

La Deutsche Atlantische Gesellschaft è, inoltre, partner della conferenza della Nato per la sicurezza a Monaco. Politicx, imprese belliche, ministri di guerra, lobbisti, imprese-IT, militari e altri del tutto isolati e solo tra loro vogliono parlare in un hotel di riarmo, militarizzazione e rapporti commerciali. Che nella conferenza per la sicurezza non si tratta, appunto, di sicurezza ma di profitti si mostra vedendo lx partecipanti del congresso. Oltre i rappresentanti degli USA, dell’Arabia Saudita e del Qatar è presente anche la Turchia. Con il primo ministro turco Yildirim c’è un rappresentante del paese che in questo momento conduce una guerra in violazione al diritto internazionale contro Afrin in Siria del Nord.

Quest’offensiva militare non è diretta contro un avversario qualsiasi. In Turchia il popolo curdo è oppresso da anni. Ma ora fu liberato un territorio nella Siria del Nord di nome Rojava. Lontano dall’oppressione nel capitalismo si costruisce una forma sociale nuova ed equa. Si struttura il territorio insieme a tutti i gruppi religiosi ed etnici, e con la liberazione delle donne.

Solidarizziamo con quel tentativo di costruire una società liberata e ci posizioniamo chiaramente contro tutti i guerrafondai imperialisti come la NATO e chi la sostiene. Perciò partecipate alle proteste contro la conferenza per la sicurezza a Monaco.

Contro la conferenza per la sicurezza della NATO!
Per una società liberata – Per Afrin!
Viva la solidarietà internazionale!

Fonte: Indymedia

Traduzione dal tedesco mc, CH

Norimberga, Germania: Bottiglie alla vernice contro centro carriera dell’esercito federale

22 gennaio 2017

È stato marcato l’ufficio di consulenza alla carriera dell’esercito federale!

Questi luoghi sono la base per le partecipazioni tedesche alla guerra e la morte di innumerevoli persone. Questi metodi perfidi di pubblicità dell’esercito federale hanno già successo, il numero delle reclute minorenni è raddoppiato dal 2011.

Noi diciamo: basta! L’esercito federale non può continuare a costruirsi impunemente l’immagine di un grande parco gioco avventuristico!

Contrastare attivamente l’esercito federale, sempre e ovunque!

Fonte: Linksunten

Traduzione dal tedesco mc, CH

Amburgo: Vernice ad abitazione di Niels Annen (SPD)

5 dicembre 2016

Abbiamo lanciato vernice rossa contro l’abitazione (Amandastraße 56) di Niels Annen, portavoce ed esperto della frazione parlamentare federale della SPD, la cui politica estera si distingue
-per la missione di guerra della Bundeswehr in Afganistan, Kosovo e Mali
-il dislocamento di una battle group della NATO sotto comando tedesco in Lituania, 75 anni dopo l’attacco da parte di truppe tedesche all’Unione Sovietica e l’inizio dell’annientamento delle comunità ebree in Lituania. Inoltre Daimler Benz riarma l’esercito lituano con degli Unimog militari.
-la partecipazione della flotta tedesca alla lotta NATO contro l’immigrazione nell’Egeo, all’operazione Sophia davanti alle coste libiche e all’operazione Seaguardian.
-il sostegno ai regimi reazionari in Africa con l’intenzione dell’istituzione di lager per impedire i movimenti di profughx verso l’Europa.

Il boss di Annen, Steinmeier, descrive il nuovo ruolo di guida presuntamente involontario della Germania nel mondo come “potere pensieroso”.
Niels Annen dovrebbe piuttosto riflettere di non scalare, in futuro, altri gradini della carriera nella politica estera tedesca poiché ad Amburgo si dice tschüss.

Attaccare l’imperialismo tedesco
war starts here, let’s stop it here

Fonte: Linksunten

Traduzione dal tedesco mc, CH

Berlino: Attacco contro la società militare Thales

Si sta facendo caldo, a proposito delle preparazioni per un luglio bollente contro il G20. Nella notte tra l’11 e il 12 novembre delle proprietà della compagnia Thales sono state distrutte.
Thales è una delle undici maggiori aziende produttrici di armamenti, con un fatturato annuo di 14 miliardi di euro. Inoltre si occupa di diversi programmi tecnologici, come la famiglia di satelliti Galileo.
Inizialmente concepita esclusivamente per scopo civile, come la produzione di smartphone, sistemi di navigatori, ecc., nel luglio del 2008 il parlamento europeo decise che queste tecniche sarebbero dovute essere messe a disposizione per la sicurezza europea e per la Defence Politics (ESVP).

Thales inoltre sviluppò il progetto “Watchkeeper”. Su commissione dell’esercito inglese produsse un drone (Thales Watchkeeper WK450). Questi velivoli hanno iniziato a volare in Afghanistan nel 2012 fino al 2014 all’incirca 140 volte, e sono stati aggiornati in modo significativo nel 2016. Da quest’anno è possibile caricare il drone con bombe di 2kg, laser e gps. Oggi la tecnologia di Thales può uccidere direttamente.

Thales con il suo sistema di droni è stata avvistata sopra la “giungla” di Calais, dove i loro prodotti stavano sorvolando il cielo. (In Germania una lista delle compagnie coinvolte nel programma di espulsioni lo puoi trovare qua https://linksunten.indymedia.org/de/node/194981).

La nostra reale ragione era di prendere la parola dell’antico filosofo greco Thales: Ἀνιαρὸν ἀργία  (l’ozio è dolore). Questo è il motivo per cui noi abbiamo bruciato un furgone di questo produttore di armi a Berlino (Weissensee).
Abbiamo gioito anche per le notizie della scorsa settimana riguardo l’incendio dello scavatore della Cuvry a Berlino.

Vogliamo riprendere le parole dei compagnx:

“Ad Amburgo sulla strada verso il G20 vogliamo arrivare a un cambiamento e a una discussione esattamente riguardo queste questioni e riguardo un conflitto di livello globale. Come la gentrificazione non si ferma sulle frontiere degli Stati, la nostra resistenza non deve finire in un singolo evento. Piuttosto dovrebbe confluire in diversi luoghi e conflitti. Qui noi vediamo un ritmo comune per creare una convergenza di attacchi.”
Noi siamo dapertutto. Connettiamo le lotte. Trasformiamo il summit G20 in un disastro.

(vedi anche: https://linksunten.indymedia.org/en/node/195308 )

…per questo si può creare confusione nelle linee nemiche, perché diversi luoghi caldi del conflitto scoppino e non solo lì dove il nemico se l’aspetta ed è preparato. Ma in altri posti laddove può essere più imprevedibile per i piani strategici della polizia.
CCF-Internazionale Nera

Autonome Gruppe

Lipsia: Bruciati sei camion dell’esercito federale

171812

Lipsia, 8 marzo 2016

Nelle notte dal 7 all’8 marzo ci siamo assunte le nostre responsabilità. Abbiamo contribuito al disarmo dei sogni tedeschi da grande potenza e bruciati vari mezzi della Bundeswehr a Lipsia. Così anche il profittatore di guerra MAN come officina sotto contratto della Bundeswehr subiva dei danni materiali.

Quel che si rompe qui non può distruggere vite umane altrove.

Le ragioni sono note:
-Afganistan: Kundus
-Mali: neocolonialismo
-Egeo, Siria: respingimento militarizzato delle migrazione
-Kosovo, Iraq: guerre d’attacco e loro sostegno
-Arabia Saudita per esempio: sostegno ai regimi dittatoriali in tutto il mondo
-(Neo)nazi in divisa

Attaccare il militare e capitale tedesco è critica pratica del dominio, è antifascismo pratico.

Noi ci assumiamo la responsabilità:
Gruppo Autonomo Joachim Gauck e Ursula von der Leyen

con gentile sostegno
del German Marshall Fund
e della
Fondazione Scienze e Politica

Fonte: Linksunten

Traduzione dal tedesco mc, galera Salez

Germania, a livello federale: Sabotaggio a pubblicità per l’esercito federale

159965Punto sulla lista di azioni contro l’offensiva pubblicitaria della Bundeswehr.

– Brema: Sabotaggio a pubblicità per l’esercito federale
Brema, 28 novembre 2015

La mattina presto del 28 novembre, nella city di Brema abbiamo attaccato con la vernice uno striscione alto quanto una casa della Bundeswehr. Ancora non c’è risposta adeguata alla campagna federale “Fai quel che conta”.

Ecco un breve video dell’azione su Vimeo.

Il vessillo rosato rimase appeso quasi una settimana prima di essere rimosso.

Sotto la comandante suprema Ursula von der Leyen, l’armata tedesca, con l’appoggio dell’agenzia pubblicitaria Castenow, porta avanti un’offensiva all’interno del paese. Secondo Castenow ((Neuer Zollhof 3, 40221 Düsseldorf) la campagna dovrebbe “in varie fasi posizionare le forze armate come datore di lavoro particolarmente soddisfacente e qualificante”. 70 anni dopo l’ultima disfatta del militarismo prussiano si vuole accelerare la re-militarizzazione della nazione con paroloni incisivi e disinformazione mirata.

L’esercito federale affonda dex profughx nel Mediterraneo e i pirati davanti alle coste della Somalia. Combatte secondo le direttive della politica di difesa del 1992 per “la salvaguardia del libero commercio mondiale e del libero accesso ai mercati ed alle materie prime in tutto il mondo”. Citazione che accerta l’inevitabile nesso tra capitalismo e guerra.

La necessità della resistenza armata contro Boko Haran e Daesch-IS non cambia una virgola del fatto che non ci può essere pace con l’organizzazione di successione della Wehrmacht.

Al più tardi dall’eliminazione del servizio militare obbligatorio in poi, l’esercito federale tenta di darsi una nuova immagine. Il tanfo da caserma e l’addestramento duro dovrebbero essere sostituiti dall’apparenza d’incarichi avvincenti e buone possibilità di carriera. Inoltre, l’esercito federale punta sulle campagne pubblicitarie negli spazi pubblici. Questo per un antimilitarismo offensivo significa contendere permanentemente all’armata la scena. Ogni metro in più di agibilità pubblica dell’esercito federale ne aumenta anche la vulnerabilità.

Contro la Germania ed i suoi servi armati!

La guerra inizia qui!

Fonte: https://linksunten.indymedia.org/de/node/161069

– Berlino: Attaccato esercito federale e Wall AG (S.p.A.)

Martedì furono distribuiti dei volantini in tutta la città.
La Wall AG è una multinazionale pubblicitaria che agisce a livello internazionale. In tanti paesi è responsabile del fatto che in ogni spazio libero delle città siamo penetratx dalla pubblicità. Sono pura violenza anzitutto i contenuti sessisti dell’industria pubblicitaria che ci costringono ad allinearci alle categorie sfruttabili che questa società ci riserva. Calza anche l’attuale campagna pubblicitaria dell’esercito federale, realizzata anzitutto da Wall AG.

L’esercito federale è noto come il maggiore datore di lavoro per violentatori e altri sadici. Non a caso, l’esercito tenta di presentarsi come datore di lavoro che rispetta le donne. Ma alla fine il 55% delle donne nell’esercito sono oggetto di abusi sessuali (vedi machwaszaehlt.de) e si scoprono sempre nuovi abusi e stupri.

La campagna pubblicitaria attuale è la più grande di tutti tempi. L’esercito federale ha impiegato finora ± 10 milioni di Euro. La maggior parte andrà alla Wall AG, che così dà man forte alla militarizzazione della società.

Furono danneggiati innumerevoli pannelli pubblicitari della Wall AG. Incredibilmente tanta gente in città e in provincia ha deciso di contrastare la pubblicità dell’esercito federale. Dove si esprime anche la rabbia contro il sessismo.

Martedì, in una azione concertata a Berlino moltissimi panelli pubblicitari sono stati nuovamente danneggiati e distrutti.

Abbiamo dichiarato guerra all’esercito federale e a Wall AG.

Fonte:  https://linksunten.indymedia.org/de/node/161072

– Münster (Vestfalia): Distrutta pubblicità per l’esercito federale

Nelle ultime due settimane, l’esercito federale ha iniziato una campagna pubblicitaria a livello federale, con il motto “Fai quel che conta”. Secondo la TAZ (Tageszeitung) lo scherzetto costa 10.6 milioni di Euro. Alcune persone hanno aperto una specie di pagina adbusting (il trad.: “guerriglia” della comunicazione in rete che ridicolizza la pubblicità) che riprende il design dell’esercito federale e insieme ad altri intrallazzi dell’esercito federale vorrebbe svelare l’ambiguità della campagna. Si accede alla pagina sotto: machwaszzaehlt.de.

Come, in fondo, in ogni città del paese glaciale non credevamo ai nostri occhi vedendo su quasi ogni pannello pubblicitario della Wall AG la nuova pubblicità trendy dell’esercito federale. Quasi ogni fermata del bus e grande pannello ostentava della merda militarista addirittura con una pubblicità appositamente rivolta ax giovani, studentx e giovani adultx.

E tutto era tipo: accettiamo la sfida!

Bombolette spray, bombe alla vernice, manifesti e colla ci servirono per disattivare la propaganda di guerra. Dopo alcuni giorni, in alcuni quartieri si faceva fatica a trovare un pannello pubblicitario senza le evidenti tracce dex attivistx.

Il danno lo stimiamo di varie migliaia di euro. Speriamo che WallAG (Lise-Meitner-Strasse 7 /48161 Münster) ci pensi due volte prima di insozzare l’intera città con una tale pubblicità. Inoltre sarebbe una bella cosa se ai prossimi peggiori incidenti possibili della categoria “propaganda reazionaria” partecipassero ancora più persone ai relativi “abbellimenti” nei propri quatieri.

Il modo più facile è la bomboletta spray: costa poco, non fa rumore, è efficace e di facile uso.
Naturalmente dovete lo stesso fare attenzione ad alcune cose.

Comprate le bombolette in modo da non essere facilmente tracciabili. (Internet: no! Mercato dell’edilizia: no! Rivendita su catalogo: no! Rivenditore di fiducia: sì.)

Pagate in contanti ed è bene evitare le impronte digitali dall’inizio. Nei negozi per graffiti potete chiedere semplicemente alla cassa di darvi dei guanti usa e getta. Non da nell’occhio, lo fanno in tantx 🙂 . O, altrimenti, tentate di cacellare le tracce con trementina o simili. Inoltre: sono assolutamente da tenere lontani i telefonini quando progettate e preparate l’azione e anche durante la discussione posteriore. Probabilmente le autorità li utilizzano per registrarci, tracciarci e localizzarci. Potete proteggervi togliendo le batterie e la scheda SIM nei momenti sensibili e lasciandolo a casa. Anche per le azioni relativamente “piccole” è sensato salvaguardare con questi semplici trucchetti se stessx e le persone attorno a noi.

Fonte: https://linksunten.indymedia.org/en/node/160107

– Hildesheim: Abbellita propaganda dell’esercito federale

Nella settimana passata, alcunx dex nostrx attivistx partirono per liberare la città dalla propaganda militarista. Vari pannelli pubblicitari dell’esercito federale a Hildesheim e nel quartiere Ochtersum furono abbelliti con la vernice, come avvertimento al militarismo.

La repubblica federale tedesca fornisce armi ai regimi guerrafondai e partecipa alle guerre fornendo aiuto logistico e direttamente militare. La campagna attuale dell’esercito federale presente in quasi ogni maggiore città sotto forma di manifesti, vuole minimizzare la guerra e presentare il “mestiere dell’assassino” come mestiere comune. Ecco contro che cosa ci rivoltiamo quando sabotiamo tali manifesti con la vernice.

Non c’è spazio per la propaganda militare imperialista, nè a Hildesheim nè altrove!

Fonte: https://linksunten.indymedia.org/de/node/159961

Traduzione dal tedesco mc, galera Salez, dicembre 2015

Brema, Germania: Sabotaggio a pubblicità per l’esercito federale

bremaBrema, 28 novembre 2015

Punto sulla lista di azioni contro l’offensiva pubblicitaria della Bundeswehr:

La mattina presto del 28 novembre, nella city di Brema abbiamo attaccato con la vernice uno striscione della Bundeswehr alto quanto una casa. Ancora non c’è risposta adeguata alla campagna federale “Fai quel che conta”. Ecco un breve video dell’azione su Vimeo:

Il vessillo rosato è rimasto appeso quasi una settimana prima di essere rimosso.

Sotto la comandante suprema Ursula von der Leyen, l’armata tedesca, con l’appoggio dell’agenzia pubblicitaria Castenow, porta avanti un’offensiva all’interno del paese. Secondo Castenow (Neuer Zollhof 3, 40221 Düsseldorf) la campagna dovrebbe “in varie fasi posizionare le forze armate come datore di lavoro particolarmente soddisfacente e qualificante”.

70 anni dopo l’ultima disfatta del militarismo prussiano si vuole accelerare la re-militarizzazione della nazione con paroloni incisivi e disinformazione mirata.

L’esercito federale affonda dex profughx nel Mediterraneo ed i pirati davanti alle coste della Somalia. Combatte secondo le direttive della politica di difesa del 1992 per “la salvaguardia del libero commercio mondiale e del libero accesso ai mercati ed alle materie prime in tutto il mondo”. Citazione che accerta l’inevitabile nesso tra capitalismo e guerra.

La necessità della resistenza armata contro Boko Haran e Daesch-IS non cambia una virgola del fatto che non ci può essere pace con l’organizzazione di successione della Wehrmacht.

Dall’eliminazione del servizio militare obbligatorio in poi, l’esercito federale tenta di darsi una nuova immagine. Il tanfo da caserma e l’addestramento duro dovrebbero essere sostituiti con l’apparenza d’incarichi avvincenti e buone possibilità di carriera. Inoltre, l’esercito federale punta sulle campagne pubblicitarie negli spazi pubblici. Per un antimilitarismo offensivo questo significa contendere all’armata permanentemente la scena. Ogni metro in più di agibilità pubblica dell’esercito federale ne aumenta anche la vulnerabilità.

Contro la Germania ed i suoi servi armati!

La guerra inizia qui!

Fonte: Linksunten

trad. mc, galera Salez, dicembre 2015