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Testo dei 4 anarchici greci arrestati riguardo alla doppia rapina di Kozani.

Viva l'anarchia brutte fecce
Viva l’anarchia brutte fecce

I nostri giorni passano, le nostre notti no

Corriamo verso la nostra uscita, mentre attorno a noi si sta giocando una caccia all’uomo a tutta velocità. Dietro di noi rimane una vita che è predeterminata, scolpita dalle mani della sovranità, con lo scopo di farci interiorizzare la sottomissione come condizione oggettiva, di legittimare moralmente sistemi di leggi e regole, di uniformare l’individuo a una logica statica di numeri. Di fronte a noi, il mondo delle nostre fantasie “utopiche” che può essere conquistato solo con la violenza. Una vita, una possibilità e scelte determinate.

Fissate il vuoto tra le nuvole e saltate, perchè la caduta non è mai stata una scelta più certa.

Venerdì 1 febbraio, insieme a un gruppo di compagn*, abbiamo condotto una doppia rapina, alla Banca Agricola e all’Ufficio Postale a Velventòs, Kozani. Secondo la nostra opinione è di qualche importante analizzare, fino a un certo punto, la parte operativa della rapina. Questo innanzitutto per sottolineare tutti gli elementi del caso, le scelte che abbiamo fatto, gli errori che abbiamo commesso e le ragioni che ci hanno portato a questi.

Quindi, quel venerdì mattina, abbiamo attaccato i due obiettivi divisi in due squadre. Il nostro scopo fin dall’inizio era di prendere i soldi da entrambe le casseforti, ed in effetti è andata così. Durante la nostra fuga, una serie di eventi sfortunati e una malgestione di questi hanno portato ad un’esposizione sia del nostro veicolo sia della nostra direzione alla polizia.

A causa della stretta che si era creata da parte della polizia, il compagno che guidava il furgone, che era stato esternamente trasformato per apparire come un’ambulanza, ha cercato vie d’uscita per la squadra che aveva condotto le rapine. Nel suo tentativo, ha fatto l’errore di passare tre volte di fronte a un veicolo degli sbirri, che si sono quindi insospettiti. È nato un inseguimento che lo ha portato, a causa della sua non familiarità con la zona in cui è finito, a raggiungere quattro vicoli ciechi tra le strade fangose delle cave, che è finito con l’accerchiamento da parte della polizia – e con la chiusura di ogni possibilità reale di fuga. Dopo avere dato fuoco al furgone, è stato arrestato. Seguendo questi sviluppi e mentre il nostro compagno con il veicolo per la fuga era già nelle mani degli sbirri, le nostre opzioni disponibili si erano estremamente ridotte.

Abbiamo quindi deciso di fermare il primo veicolo che passava, poiché questo garantiva una fuga più sicura per noi e i nostri compagni. La questione principale in questa condizione era che gli sbirri non venissero a sapere del nuovo veicolo di fuga dei nostri compagni – abbiamo quindi deciso di mantenere il guidatore nel veicolo con noi, fino a che non avessimo trovato un modo anche per noi di fuggire. È a questo punto circa che il nostro sentiero si è incrociato con quello di una macchina della polizia, che si è gradualmente trasformato in un inseguimento fino alla città di Veria, con la maggioranza delle forze di polizia disponibili nell’area alle nostre calcagna. Ovviamente non abbiamo pensato neanche per un momento di usare l’ostaggio come scudo umano (non avremmo avuto problemi, per esempio, se si fosse trattato del manager di una banca) – dopo tutto, la polizia non sapeva della sua esistenza. Alla fine, lui ha agito da scudo umano per gli sbirri, senza che loro lo sapessero – perchè la sua presenza è stata una delle ragioni per cui non abbiamo usato le nostre armi per fuggire. Poichè la nostra consapevolezza e il nostro codice morale non ci permettono di rischiare la vita di una persona a caso che si è trovata con noi contro il suo volere.

A questo punto vorremmo rendere chiaro che non avevamo delle armi solo allo scopo di spaventare, ma per usarle nella remota possibilità di uno scontro tra noi e gli sbirri. Quindi, la ragione per cui non abbiamo agito nella maniera corrispondente, allo scopo di fuggire, è stata la condizione in cui ci siamo trovati a causa di una serie di errori.

La sola opzione per una fuga a quel punto era la velocità – e il nostro tentativo di guadagnare terreno con il nostro veicolo dagli sbirri che ci stavano inseguendo. Ovviamente, la città di Veroia non si offre per qualcosa di questo tipo, e presto infatti ci siamo trovati intrappolati in una stradina, con il risultato del nostro arresto. Durante il nostro arresto, la sola cosa che abbiamo dichiarato è stata che la persona che avevamo con noi non aveva niente a che fare né con la rapina, né con noi. Nonostante questo, gli sbirri hanno continuato a picchiarlo, almeno finchè abbiamo avuto contatto visuale con lui.

Questa narrazione non è fatta per vantarci o auto-promuoverci, ma allo scopo di invertire il lascito degli arresti senza una lotta che le condizioni non ci hanno permesso.

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Indonesia – NEGASI: Ryo (1986-2012)

A tuttx i/le compagnx

Il 25 Novembre 2012 abbiamo perso il nostro compagno di nome Ryo. È stato ucciso da un codardo nella mattinata mentre tornava a casa dopo essere uscito per fare colazione. Ryo è un membro della prima generazione di NEGASI ed era attivo in progetti di contro-informazione, traduzione e pubblicazione in supporto al movimento anti-autoritario di Manado.

Ryo era anche attivo nelle lotte locale autonome in nord Sulawesi. Ha preso una posizione come attivista e pubblicato informazioni su queste lotte. Testardo ma umile, era sempre il primo a prendersi cura dei problemi dei/le suoi/e compagnx. Ryo ha lasciato una moglie e un figlio di quattro anni.

Ora abbiamo bisogno di solidarietà dai/le compagnx dall’estero, per sua moglie e suo figlio. Per noi, la moglie e il figlio di un compagno sono anch’essi nostrx compagnx. E come forma di solidarietà diretta, le siamo vicini. Al momento, sua moglie sta affrontando seri problemi di salute ed è da alcuni giorni in ospedale. Le pressioni sociali, soprattutto da parte della stampa locale riguardo al caso, sono una delle ragioni per cui la compagna sta passando le notti in ospedale.

Dall’altro lato, si sta ancora svolgendo in tribunale il processo contro l’assassino. Ma poiché siamo antigiuridici, non rispettiamo e non dipenderemo dal tribunale perchè porti giustizia al nostro compagno. La vita del nostro compagno non può essere restituita mandando qualcuno in prigione perchè siamo contro tutte le forme di prigione. Crediamo sempre che la giustizia non possa essere data dallo Stato del quale siamo nemici. Crediamo che la sola giustizia sia la solidarietà diretta e la distruzione dei nostri nemici.

Per lettere di solidarietà e donazioni di solidarietà o ulteriori informazioni, potete mandare e-mail a negasi [at] riseup [dot] net

Solidarietà diretta!!!
Contro la giustizia che appartiene allo Stato!!!
Nessuna prigione!!! Solo bruciarla!!!

Ex membri di Negasi

I nostri compagni in Indonesia continuano a lottare. Una nuova formazione di NEGASI, chiamata “Asimetris” ha aperto il blog: asimetris.noblogs.org

Aggiornamento: La moglie di Ryo è ora tornata a casa dall’ospedale. Manda abbracci e amore a tuttx i/le compagnx per le donazioni di solidarietà e le lettere di solidarietà. Onore a Ryo e alla sua famiglia.

Anarchia: amore e guerra

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