Di nuovo al gabbio… Lettera di Damien dalla prigione di Fleury-Mérogis

Vi scrivo da Fleury dove sono incarcerato in detenzione preventiva. I capi di imputazione come al solito sono noiosi e privi di qualsiasi fantasia, preferisco che i compagni e le compagne abbiano una visione giusta e realistica dei fatti che mi sono contestati, propongo quindi la (ri)lettura di un resoconto di quella bella notte di una primavera di rivolta scritta dai e dalle amanti del disordine [in francese]: “Resoconto del 14 aprile: a contenere troppo la rabbia questa finisce per esplodere come si deve.”

Non ho alcuna intenzione di lamentarmi, non vi racconterò nei dettagli il mio arresto, identico a tutti quelli che hanno luogo qui come altrove in tutto il mondo.
Mi sembra tuttavia necessario esprimermi su alcuni punti precisi.

Al momento della perquisizione gli sbirri hanno trovato del materiale di propaganda anarchica, nella fattispecie giornali, opuscoli, manifesti, volantini e qualche testo in corso di traduzione. Ho rifiutato di firmare i fogli della perquisizione così come quello della mia detenzione preventiva.
Una volta trasferito a Parigi al commissariato del 19esimo  arrondissement il mio avvocato non era raggiungibile.
Ho rifiutato di essere rappresentato da un altro avvocato e quindi sono stato interrogato senza la presenza di avvocato. Ho fatto questa scelta perché la mia dichiarazione alla sbirraglia si riduce a una sola riga: “Non sono né innocente né colpevole. Sono anarchico. Non ho nient’altro da aggiungere”.

A causa della mia mancata dichiarazione non posso sapere, attualmente, cosa ci sia nel mio dossier di istruzione.
I tirapiedi del potere mi hanno solo notificato che hanno 8 prelievi di DNA che corrispondono al mio profilo genetico e so, per averlo visto, che il dossier d’istruzione è un mattone di 6 o 7 cm di spessore.

Aspetto che il mio avvocato possa avervi accesso e che venga a farmi visita per aver maggiori informazioni. A prescindere da ciò che avverrà ho già espresso il desiderio che l’insieme della procedura e delle mie dichiarazioni siano messe a disposizione dei compagni e delle compagne affinché le usino nella maniera che sembra loro migliore. Senza copyright, senza proprietà, senza censura dell’ufficio politico di qualsiasi partito, fosse esso anche solo immaginario.

Dopo una notte trascorsa nelle celle del deposito del tribunale di Parigi –sorta di mastio medievale nel quale gli sbirri appagano le loro sadiche passioni – sono arrivato alla sbarra del tribunale per un processo per direttissima. Non essendo il mio avvocato presente ho chiesto che mi venisse assegnato un avvocato d’ufficio per ottenere il rinvio dell’udienza.
La procuratrice, come fa abitualmente, si è messa strillare tutta una sequela di stupidaggini, gesticolando in tono sicuro. Affermando per esempio che l’attestazione di domicilio fatta da un compagno presente in sala era inaccettabile a causa di un errore grammaticale… Continuando poi, sempre molto sicura di se stessa, dicendo che certo, tutte le opinioni sono rispettabili, persino quelle anarchiche, ma non servono a scusare i fatti che mi sono imputati.
Bisogna ammettere che i clown in toga nera, se non decidessero della vita degli uni e degli altri, ci farebbero assai divertire!
Ma finché i tribunali non saranno distrutti e i magistrati rinviati al posto che spetta loro: il circo, non possiamo certo permettere loro di dire tutte le idiozie che gli passano per la testa.
A prescindere dalle asserzioni strampalate della signora procuratrice della repubblica, l’anarchia non è un opinione, l’anarchia è un insieme di idee coerenti ad un insieme di pratiche.

Visto che i fatti in questione si sono svolti nel corso di un movimento sociale che non è stato tale, ci tengo a precisare che rifiuto la solidarietà umanitaria dei sindacati o di una qualsiasi struttura pacificatrice o cittadinista, che giocano un ruolo di cinghia di trasmissione del potere.
Il mio solo desiderio è la complicità degli individui ribelli che cospirano nell’ombra, ai ferri corti con l’esistente e con il potere.

Grazie alla compagna presente al momento del mio arresto per la dignità dimostrata di fronte ai soldatini dell’ordine e grazie all’insieme di tutti i compagni e le compagne per aver prontamente reagito. Il vostro sostegno al tribunale mi ha scaldato il cuore e dato molta forza.
Non vi preoccupate troppo per me. La prigione è un universo di cui conosco perfettamente i codici per averci trascorso molti anni e non ho dubbi sul fatto che incontrerò, tra gli indesiderabili di cui faccio parte, qualche complicità ricca di prospettive.

Perché la rassegnazione non sarà mai un’opzione, perché  in ogni atto di rivolta individuale risiede tutta la violenza dei rapporti sociali, perché ci restano ancora molte storie da scrivere attraverso il tempo e lo spazio attraverso il grigiore delle città, fuori come dentro…

…la lotta continua.

14 dicembre 2016

Damien Camélio
n° d’écrou 432888
MAH de Fleury-Mérogis (Bâtiment D5)
7, avenue des Peupliers
91705 – Sainte-Génevieve-des-Bois
Stato francese, Mondo

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