DICHIARAZIONE DELL’INIZIO DELLO SCIOPERO DELLA FAME
“Come una conseguenza del mantenimento dell’ordine interno si rende necessario emettere precetti per garantire il completo e perfetto esercizio di libertà individuali e di tutti i diritti che specialmente garantisce la Costituzione; giacchè senza l’esercizio di questi diritti, l’ordine diventerebbe tirannia e dispotismo”
(Messaggio del codice penale cileno, 29 Ottobre 1873)
“Dite quello che volete, la cosa fondamentale è mantenere e preservare il buon ordine dello Stato”
(Napoleone, Commentari su Il Principe, di Machiavelli)
Venerdì 12 Luglio di quest’anno, il settimo tribunale orale penale di Santiago ha emesso una condanna contro di me per un attentato esplosivo avvenuto nel Novembre del 2011 a 5 anni e 300 giorni di prigionia effettiva, senza diritto ai benefici per la violazione della legge di controllo di armi ed esplosivi e il delitto di danni.
Questa condanna ha suscitato la gioia e gli applausi dalla destra, il governo e il duopolio della stampa, dove anche il giornale El Mercurio si è permesso di dare un giro di chiave in più nel suo sibilino e velenoso stile, mentendo spudoratamente in un articolo della giornalista Leslie Ayala e in un successivo editoriale segnalando che il mio DNA era presente in altri 3 attentati esplosivi per i quali sono stato processato ed assolto. Il Ministro dell’Interno Andrés Chadwick, un fascista di Chacarillas, ha descritto la sentenza come esemplare e ha applaudito furiosamente. Queste reazioni solo mostrano una confluenza delle diverse fazioni del potere nella strategia contro quelli che loro denominano come il nuovo nemico interno, fazioni come UDI, il Ministero dell’Interno, il Dipartimento di Giustizia e la grande stampa, ognuna compiendo la sua missione.
Può essere ignorato il fatto della vendetta da parte dello stato per essere stato quasi cinque mesi latitante, dal 7 Dicembre 2012 fino al 26 Aprile 2013, esercitando il mio diritto alla rivolta e ad evitare il processo sospeso nella Corte Costituzionale che pretendeva di confermare la custodia preventiva, ciò costituiva una situazione arbitraria e illegale che la maggior parte della stampa ignorò.
Tuttavia, questa sentenza, per avere uno sfondo politico e presumibilmente istruttivo, ha commesso gravi illegalità che violano il giusto processo e i diritti stabiliti dalla Costituzione, anche questa inaccettabile situazione, aggravata dal fatto che, in un procedimento disciplinare della Gendarmeria del Cile si è deciso di punirmi per la scoperta di un coltello in una cella che condivido con altre 3 persone privandomi di tutti i colloqui, per un periodo di 3 settimane, mi resta l’ultima carta che è l’inizio di uno sciopero della fame liquido dal giorno 13 Agosto, a tempo indeterminato.
Gli obiettivi di questa mobilitazione sono:
1. Denunciare pubblicamente l’evidente illegalità e violazione del giusto processo che si è verificata durante il giudizio orale contro di me condotto per il Settimo Tribunale Orale Penale, che ha dato peso alle dichiarazioni del testimone Cristián Pérez Mancilla, funzionario della Dipolcar, che non ha testimoniato davanti al pubblico ministero durante l’inchiesta, in contrasto con le disposizioni dell’articolo 181 del codice di procedura penale; in aggiunta, l’illegittimità rappresentata da una doppia punizione nella sentenza dettata dal Settimo Tribunale Orale Penale con la condanna per la legge del controllo degli armamenti ed esplosivi e anche per il reato di danno, applicando 300 giorni di carcere effettivi in considerazione del fatto di aver tenuto un ordigno esplosivo fatto in casa, poco potente, come un’aggravante, in circostanze già sanzionate dall’applicazione della legge sul controllo degli armamenti ed esplosivi. In pratica, questa situazione è una doppia punizione per il medesimo fatto, ed era l’unico modo con cui il Potere politico si potesse assicurare di applicare una pena effettiva, evidentemente sproporzionata, e che risulta molto maggiore di quella che si applica ogni giorno per reati simili contro le persone. Il problema è che nel suo esercizio matematico di accumulazione di pene questo Tribunale ha violato i principi fondamentali del diritto penale, e per quanto riguarda ciò che gli avvocati penalisti chiamano “divieto di doppia valutazione” risulta un chiaro obbligo diretto verso i giudici nell’articolo 63 del codice penale.
2. Denunciare pubblicamente il quotidiano El Mercurio e la giornalista Leslie Ayala, che in un editoriale di giorno Giovedì 18 Luglio e nel suo articolo di Sabato 13 luglio, mentono ampiamente nel segnalare che il mio DNA era presente negli altri 3 attacchi per i quali sono stato assolto, questa affermazione è assolutamente falsa e mai qualcosa del genere, né qualcosa di simile, è stato dichiarato da un esperto e non c’è niente a riguardo nella cartella delle indagini, anche con il carattere chiuso e parziale che ha avuto questa.
Questo fatto, tuttavia, non dovrebbe attirare l’attenzione, dal momento che si aggiunge ad una lunga lista di irregolarità e false dichiarazioni fatte dal giornale El Mercurio riguardo al mio caso e non posso non concludere che ci sia una ineguale campagna contro di me da parte di questo giornale. Basta ricordare solo quando El Mercurio ha acceduto alla mia cartella dell’indagini quando questa era segreta e la mia difesa non poteva accedervi. Quella volta era anche per mentire, denunciando un immaginario vincolo con Luciano Pitronello, fatto neppure menzionato nel processo. Il secondo fatto si è verificato quando il senza scrupoli procuratore Raúl Guzmán ha diffuso al quotidiano El Mercurio la relazione pre-sentenza della Gendarmeria, un giorno prima degli allegati finali del processo e prima di essere presentati al Tribunale e alla difesa.
3. Denunciare il contorno politico del processo, nel quale è stata usata l’applicazione del diritto penale per dare un segnale esemplare per i reati relazionati con attentati esplosivi come ha riconosciuto anche il Ministro dell’Interno Andrés Chadwick.
A questo si aggiunge la decisione della gendarmeria cilena di mantenermi confinato in un modulo diverso da quello designato in effettivo per il mio confinamento fino al 7 Dicembre dello scorso anno, e nel quale le condizioni stesse di sopravvivenza dei detenuti comportano una evidente violazione dei diritti e delle garanzie espresse dalle stesse leggi e la Costituzione, che creano un clima d’insanità e violenza spinte dalle perquisizioni della Gendarmeria dove chi rifiuta di accusare altri finisce con il vedersi applicata la pena a causa della propria dignità. Si cerca di dare un esempio sia verso dentro che verso fuori dal carcere, in un chiaro messaggio di rafforzamento del controllo e sottomissione.
È interessante notare che la sentenza della Corte che autorizza l’applicazione di questo castigo accessorio (quante volte mi hanno già punito per lo stesso reato?), allude a che la ragione di questo sarebbe “la scoperta di un pugnale nel settore in cui è collocato”. Risulta chiaro che qui non siamo di fronte a quello che i giuristi chiamano “giusto processo”. E inoltre: si ipotizza che il diritto penale non punisce le persone, ma agli atti.
È per questo che faccio un appello a famigliari, amici e persone solidali da qualsiasi parte del mondo a diventare parte della denuncia di questi punti e della repressione attuata dallo Stato cileno contro i dissidenti che considera nemici interni, a supportare la mia mobilitazione esigendo: la revisione del processo da parte della Corte Suprema; la riduzione della pena imposta e concessione di pene alternative da compiere in libertà e in un atto immediato, il trasferimento al modulo J del Carcere di Alta Sicurezza per il resto del processo e condanna.
HANS FELIPE NIEMEYER SALINAS
12.455.327-K
Carcere di Alta Sicurezza, Sezione di Massima Sicurezza. Pedro Montt 1902, Santiago