5 aprile 2013: Quarto processo per il caso della Cospirazione delle Cellule di Fuoco; un altro processo per le azioni della CCF è cominciato nel carcere di Koridallos.
Oltre ai membri della Cospirazione, accusati nello stesso caso vi sono anche Dimitris Politis, Giannis Michailidis, Giorgos Karagiannidis, Alexandros Mitrousias, Kostas Sakkas e Stella Antoniou (che sono anche accusati nel terzo processo che sta avendo luogo anch’esso in questo momento), Kostantina Karakatsani e Panagiotis Masouras.
Theofilos Mavropoulos ha letto una dichiarazione comune degli ora 10 membri della CCF, dopo la quale tutti i membri dell’organizzazione hanno lasciato l’aula:
“Come ho già dichiarato in un altro tribunale e in testi pubblici più vecchi, sono stato vicino ai compagni della CCF come anarchico solidale, senza tuttavia essere un membro della Cospirazione.
Dal primo momento del mio arresto dopo la sparatoria con i poliziotti a Pefki, i compagni della Cospirazione mi sono stati a fianco come fratelli. Dentro la prigione abbiamo condiviso preoccupazioni, tensioni comuni e forgiato la nostra passione d’acciaio per la liberazione attraverso il nostro comune tentativo di fuga nel dicembre 2011.
Oggi per me la CCF è un pezzo inseparabile del mio pensiero, dei miei desideri e della mia personale rivolta per l’anarchia. Ecco perchè oggi, qui in questo tribunale, dichiaro che mi unisco alla CCF e condivido insieme ai membri arrestati e non arrestati il corso senza fine dell’insurrezione anarchica.
Essendo parte ora della CCF, leggerò una dichiarazione collettiva per questo processo.
Tutti noi, i membri della CCF, vogliamo chiarire alcune cose. In questo processo, oltre a noi che abbiamo preso la responsabilità per la nostra partecipazione e supporto della Cospirazione, tutti gli altri accusati non hanno né hanno mai avuto alcuna relazione con le accuse attribuite loro. Non sono mai stati, né mai potrebbero essere membri della Cospirazione. Ci divide un oceano di disaccordi, percezioni e scelte…
La CCF e la FAI sono un network internazionale di anarchici di prassi che restano in piedi di fronte al nemico con la certezza di quelli che se la giocano tutta o niente, e rifiutano la prova di innocenza e le attenuanti legali.
La Cospirazione e la Federazione Anarchica Informale attraverso i loro centinaia di attacchi esprimono l’anarchia nera che dà fuoco al silenzio dei molti e alla codardia dei riformisti.
Tutte le accuse che ci imputate sono un pezzo della storia anarchica e della via armata della Cospirazione attraverso il deserto sociale della sottomissione di massa.
E’ la nostra bussola nel territorio sconosciuto dell’insurrezione anarchica. E’ il momento unico in cui la teoria incontra la pratica. E’ dove la legge muore e l’anarchia nasce. E’ dove i suoni delle esplosioni e i colpi di pistola rompono la calma della folla.
Questi momenti sono i nostri momenti. Queste storie sono la nostra storia. Una storia che non può essere messa a processo, e che non finisce in un’aula di tribunale. Noi siamo la benzina, la polvere da sparo, il detonatore, il proiettile, la pistola.
La sola cosa che otterrete da noi è guerra. La Cospirazione è, era, sé stessa.
Questa è la nostra Anarchia.”
Giannis Michailidis ha letto una dichiarazione comune sua e di Dimitris Politis e poi ha lasciato il procedimento. “Dateci una copia”, ha chiesto il cancelliere; “questa dichiarazione non è per voi”, ha risposto Dimitris Politis, mentre i poliziotti li ammanettavano. La dichiarazione:
“Dichiariamo che: Rifiutiamo di partecipare alla procedura del tribunale, non solo perchè è mezzo dello stato avvilire e piegare la lotta anarchica, non solo perchè la sua funzione ha lo scopo di rallentare l’azione anarchica, ma principalmente perchè non riconosciamo nessun rappresentante istituzionale della democrazia borghese a giudicare le persone. Come anarchici rivoluzionari rimaniamo ostili alla giustizia borghese che manda le persone a marcire in prigione per difendere l’ordine criminale legale del capitalismo. Supportiamo la guerra rivoluzionaria anarchica in tutte le sue forme. Siamo parte dell’azione violenta e guerrigliera e la difenderemo come parte inseparabile della lotta”.
Il processo è continuato il 15 aprile.