“Io tendo alla mia mèta, seguo la mia strada; salterò oltre gli esitanti e i lenti. Sia così mio il cammino la loro distruzione”
Friedrich Nietzsche
Questa lettera aperta non è indirizzata al movimento ufficiale e alle sue stantie strutture. Disprezzo tutti i suoi stereotipi, i respiri putrescenti del suo essere immobile. Considero il movimento “anarchico” dei burocrati come un’enclave del potere, dato che essi riproducono gli stessi valori autoritari. Non ho intenzione di fare pubbliche relazioni, né desidero alcuna sorta di solidarietà o aiuto non ufficiale dai dignitari e dai subordinati dello stile di vita antiautoritario.
Mi rivolto alle minoranze; a quelle individualità che mostrano il proprio disprezzo e beffa del potere e dei suoi servi, e non esitano ad agire contro l’essenza della civilizzazione contemporanea; tutti quegli anarchici d’azione che si ritrovano nella rete informale della FAI e che furiosamente organizzano i loro piani distruttori, causando vessazione nel campo del nemico.
Sono stato arrestato giorno 11 Luglio da un’unità antiterrorista mentre tornavo a casa. Sono finito dentro una volante a Salonicco, e in qualche ora mi sono ritrovato al 12° piano della stazione centrale di polizia di Atene (GADA). Il 17 Luglio sono stato rinviato a giudizio e trasferito nella prigione di Koridallos.
Rivendico l’invio di un pacco incendiario all’ex capo dell’antiterrorismo, Dimitris Chorianopoulos, come cellula FAI-FRI denominata Commando Mauricio Morales. Resto fiero della mia scelta. Un colpo contro il complesso di sicurezza è un attacco diretto al cuore del potere; un attacco diretto alle istituzioni statali, che operano indipendentemente dalla formulazione politiche dei rispettivi governi, e hanno come missione la perpetuazione del Dominio sopra la mia vita.
Credo che il potere sia un’ispirazione e un immediato corollario dei valori della società. Il potere è un’idea. Sembra qualcosa di inaccessibile, come un dio che stravolge i pensieri, sogni e sensazioni dei suoi credenti; una moderna religione sociale nella quale la massa aspira ad essere condotta. I dominatori non si impongono con un colpo di stato, ma tramite l’approvazione dei loro cittadini. Ogni problema della malattia sociale è semplicemente il lato oscuro di un mondo che vuole vivere senza responsabilità.
Non credo in alcuna rivoluzione popolare. Tutto ciò che è basato sulla massa, il gregge, porta il seme della schiavitù. Questa folla, i cui valori sono determinati da altri, è incapace di definire la sua stessa vita. Questa forza risultante, anche se cosiddetta rivoluzionaria, crollerà dopo la sua rivolta, non importa il risultato. I suoi partecipanti cercano un sistema economico più favorevole, migliore per i propri interessi. Non vogliono sconvolgere i valori della civilizzazione; vogliono solo implorare riforme del capitalismo tramite mezzi non istituzionali.
Non credo in alcun futuro paradiso sociale come la presunta inevitabile evoluzione di una metafisica predominanza della giustizia, che consacra alla gente un messiah per compiere le pofezie sociali. Queste teorie sono piene di rancore e degradano la nozione di umano alla vigliaccheria dei suoi autori e sostenitori.
Contrario agli zeloti delle mobilitazioni di massa mirate alla liberazione del loro ruolo sociale, io inseguo la liberazione di me stesso da ogni ruolo sociale. La mia progettualità è una costante insorgenza anarchica contro ogni sistema, ogni società, ogni tipo di morale di massa. La mia guerra ha le sue fondamenta nella mia volontà di potenza, per questo attacco tutto ciò che insulta le mie estetiche. Per me, la guerra è una follia dionisiaca che non può essere spiegata secondo la razionalità dei pappagalli della società.
Secondo me, la solidarietà verso un prigioniero di guerra dovrebbe in primo luogo riprodurre e far continuare la causa per la quale lui/lei è prigioniero. Dunque la lotta per la diffusione di un’azione diretta anarchica è l’unica solidarietà che riconosco nel mio caso.
Prima di finire, voglio esprimere la mia solidarietà agli anarchici prigionieri in tutto il mondo; ai compagni della CCF, Panagiotis, Makis, Olga, Haris, Christos, Theofilos, Michalis, Damiano e Giorgos; ai compagni Nicola Gai e Alfredo Cospito in Italia, accusati dell’azione della cellula Olga; a Gabriel Pombo Da Silva, prigioniero nelle carceri spagnole; a Marco Camenisch, compagno prigioniero in Svizzera; al ribelle Thomas Meyer-Falk (ancora prigioniero in Germania). A Jock Palfreeman in Bulgaria; al combattente Hans Niemeyer, come anche ai banditi Freddy Fuentevilla, Marcelo Villarroel e Juan Aliste Vega, in Cile. Al compagno Henry Zagarrundo in Bolivia e all’anarchico Braulio Durán in Messico. Ai fuggitivi Felicity Ryder e Diego Ríos: tenete duro!
Forza a tutte le cellule della FAI in Messico, Ecuador, Bolivia, Argentina, Cile, Indonesia, Italia, Grecia, Spagna, Regno Unito, Olanda, Russia, Bielorussia, Ucraina, Finlandia, Brasile e Australia.
ONORE ETERNO A MAURICIO MORALES.
PS1 : Il “Progetto Fenice” è iniziato il 7 Giugno 2013 grazie ai compagni della Cospirazione delle Cellule di Fuoco/Bande di Coscienza/Nucleo Sole-Baleno/FAI-FRI mediante un attacco esplosivo contro la vettura del direttore del carcere di Korydallos, per la rigenerazione e la recrudescenza dinamica della nuova guerriglia urbana. Il progetto ha trovato dei complici nei nostri fratelli e nelle nostre sorelle in Indonesia. L’Unità della Rabbia/ICR/FAI-FRI e la Cospirazione Internazionale per la Vendetta/FAI-FRI hanno risposto all’appello, attaccando le strutture del regime indonesiano dando luogo rispettivamente al 3° e al 5° atto del progetto fenice. I nostri fratelli e le nostre sorelle hanno dimostrato che il dialogo anarchico accompagnato dalle azioni supera le grandi distanze che ci dividono. Sappiamo che finché ci saranno compagni che trasformano i propri desideri in azioni, nessun anarchico prigioniero resterà da solo. Fratelli e sorelle della ICR/FAI-FRI, la vostra offensiva ci da coraggio. I nostri cuori sono con voi. Fino a quando ci incontreremo! Fino alla fine!
PS2 : Il mio compagno e amico Spyros Mandylas non è assolutamente coinvolto in questo caso.
Andreas Tsavdaridis
Dikastiki Filaki Koridallou, A Pteryga, 18110 Koridallos, Atene, Grecia.