20 Ottobre
NON CI IMBAVAGLIANO, NON CI TERRORIZZANO
Mercoledì, 26 Settembre, giornata di sciopero generale, migliaia di persone hanno protestato contro le prossime dure misure contro i lavoratori, che porteranno ad un ulteriore impoverimento nella nostra vita.
Dalle prime ore del mattino, pesanti forze della polizia hanno attaccato, senza che avvenisse alcun incidente prima, i pre-raduni delle assemblee popolari dei quartieri di Aghios Dimitrios (Brachami), Vyronas-Kaisariani-Pangrati e Zografou, impedendo la loro partecipazione al corteo dello sciopero nel centro della città e la detenzione di decine di persone. In particolare, a Zografou le persone sono state perseguitate, inseguite e picchiate dalle forze repressive che hanno diffuso il terrore nel quartiere. Un totale di 20 fermi sono stati effettuati solamente a Zografou, di cui 12 sono stati diventati arresti, compresi anche dei minorenni (studenti).
Nella manifestazione dello sciopero, le forze repressive hanno picchiato selvaggiamente i manifestanti, hanno sparato troppi lacrimogeni di gas, ed hanno fatto un totale di 129 fermi e 22 arresti, attuando in tal modo un ben orchestrato piano per disperdere la folla.
Quello stesso pomeriggio, decine di persone si sono radunate di nuovo in Piazza Gardenias a Zografou, dove sono state oggetto di vessazioni da parte dell’unità della polizia motorizzata DELTA e gli squadroni dell’anti-sommossa MAT senza previa provocazzione.
La repressione dello Stato è continuata durante il periodo successivo, con una serie di iniziative volte a prevenire qualsiasi attività militante all’interno del movimento antagonista.
Il 30 Settembre, nel corso di un moto-corteo antifascista nel centro di Atene, le unità della polizia motorizzata DELTA hanno aggredito e picchiato alcuni dei manifestanti. Il risultato è stato l’arresto di 15 antifascisti (uomini e donne), che sono stati torturati mentre stavano sotto la custodia della polizia e sono stati rilasciati su cauzione, accusati di reati.
Il 1° Ottobre, durante un raduno di solidarietà nei tribunali di Evelpidon, i partecipanti sono stati inseguiti e picchiati dalla polizia nella zona circostante. Su 25 solidali che sono stati arrestati, 4 persone sono state accusate e tenute nel quartier generale della polizia.
Nello stesso tempo, molte scuole superiori in tutta la Grecia sono sotto l’occupazione da parte degli studenti che lottano per una educazione veramente libera, e sono state attaccate dalle autorità. In particolare, in data 2 Ottobre, poliziotti in uniforme e poliziotti in borghese hanno invaso il cortile della Prima Scuola Pubblica Superiore di Holargos, e non hanno esitato a schernire e ferire gli studenti della scuola, nel tentativo di rompere l’occupazione.
Il 4 Ottobre, i lavoratori dei cantieri navali che rimangono non pagati per sei mesi ormai, e inoltre lottano contro l’attuazione della rotazione delle mansioni nei cantieri di Skaramaga, hanno fatto irruzione nel Pentagono (sede del Ministero Greco della Difesa), al fine di chiedere i loro salari maturati. Sono scoppiati dei scontri diretti, dopo che sono stati trattati con una feroce repressione con l’uso di lacrimogeni. I squadroni dell’anti-sommossa hanno effettuato 107 fermi e 12 arresti.
Lo stesso giorno (4/10), nel corso di un’altro raduno di solidarietà nei tribunali di Evelpidon per i 15 antifascisti arrestati (del moto-corteo del 30/9) la polizia anti-sommossa ha esercitato una repressione brutale, con il conseguente ferimento di diversi solidali.
Nelle prime ore del 8 Ottobre, mentre il centro dei sistemi informativi dell’Ente Pubblico dell’Energia (DEI) è stato occupato dai dipendenti affiliati al sindacato dei lavoratori GENOP-DEI, 18 persone sono state arrestate.
La mattina dello stesso giorno (8/10), nel corso di una protesta dei lavoratori dell’ospedale psichiatrico “Dromokaiteio”, la polizia ha arrestato tre membri del consiglio degli amministratori del sindacato.
Il 9 Ottobre, lo Stato ha dimostrato la tolleranza zero, vietando le manifestazioni e i raduni di persone nel centro di Atene, impiegando cecchini ed elicotteri della polizia, una condizione che non può che risvegliare i ricordi di un regime di giunta. Attivisti sono stati arrestati nelle loro case e interi collettivi sono stati presi in ostaggio dal luogo del loro incontro. La gente riunita, nel centro, è stata dispersa e picchiata dai squadroni MAT e dalle squadre dei motociclisti della DELTA e DIAS. Un totale di 217 fermi e 24 arresti sono stati effettuati.
Giovedì, 18 Ottobre, giornata di sciopero generale, le unità repressive hanno fatto un uso eccessivo di forza e d’uso massiccio di prodotti chimici e granate stordenti. Come risultato di questo attacco dei manifestanti sono stati gravemente feriti, 107 persone sono state fermate e 7 manifestanti sono stati tenuti in custodia dalla polizia, con gravi accuse. Durante la manifestazione dello sciopero un manifestante ha perso la vita, era un lavoratore dei cantieri navali, disoccupato dal 2006, e partecipava al corteo con il blocco del PAME.
In 23 giorni, sono stati effettuati un totale di 585 fermi e 105 arresti.
Ancora una volta, la vendetta dei meccanismi di repressione si esaurisce nelle misure esemplari contro chi resiste e combatte, applicando reati a così tante persone, anche per possesso di una semplice maschera chirurgica, e rilasciando fotografie e dati personali di manifestanti arrestati nei media del regime.
LE LOTTE SOCIALI NON POSSONO ESSERE IMPRIGIONATE O INCRIMINATE
NESSUNA AZIONE PENALE CONTRO I COMBATTENTI ARRESTATI
LA RESISTENZA COLLETTIVA È LA NOSTRA FORZA
LA SOLIDARIETÀ E LA NOSTRA ARMA
ASSEMBLEA POPOLARE APERTA DI PERISTERI
Ogni Lunedì e Giovedì in Piazza Dimarchiou ore 20.00