“Tutte le decisioni, quando si tratta di libertà, racchiudono la morte. Noi attraverso questa morte dobbiamo vincere la vita. Un respiro profondo per il viaggio senza fine.”
A Pefki [18 Maggio 2011] è avvenuto uno scontro armato tra due anarchici e le forze della polizia.
I due cani della polizia, Leontopoulos e Drosos hanno cercato di arrestare me e il mio compagno. La nostra risposta è stata il rifiuto della nostra consegna attraverso la resistenza armata al fine di preservare la nostra libertà, la quale apprezziamo così tanto come anarchici.
Il risultato è noto, il compagno è fuggito rubando la macchina di pattuglia mentre io sono stato arrestato ferito. Insieme si sono feriti i due agenti di polizia, contro i quali ho sparato per primo riuscendo a sorprenderli. Indubbiamente se i poliziotti morivano, io e il mio compagno saremmo andati via illesi.
Indipendentemente dal fatto che la mia priorità operativa era quella di disimpegnarsi e fuggire, sarebbe un onore per me se parallelamente avessi il sangue dei poliziotti nelle mie mani, non solo perché hanno cercato di arrestarmi, ma semplicemente perché erano dei poliziotti.
Ogni poliziotto come diretto portatore di potere, per qualsiasi motivo fosse diventato uno sbirro, è un bersaglio vivente per un ribelle anarchico armato. Politici, grandi giornalisti e uomini d’affari, spie, fascisti, rappresentanti del clero, guardie carcerarie e naturalmente voi i giudici, come ogni altro puntello o lacchè del sistema, siete sempre nel mirino dei ribelli.
L’attacco generalizzato contro l’esistente, certamente, diventa più completo quando tutti i mezzi vengono impiegati. Pietre e bombe molotov, manifesti e volantini, slogan, opuscoli, manifestazioni e raduni, bombe e proiettili.
Nel contesto dell’azione anarchica multiforme, allora, e in particolare nella lotta armata, ho avuto anch’io l’onore di conoscere i ribelli nichilisti della Organizzazione Rivoluzionaria Anarchica Cospirazione delle Cellule di Fuoco. Negli appartamenti di Volos e di Kallithea, non ero presente in maniera vaga come compagno. Ero in modo concreto ed attivo un pezzo intrigante contro il mondo marcio del potere. Avevo coscientemente compiuto il passaggio nell’illegalità rivoluzionaria insieme ad altri compagni sconosciuti a voi, come abbiano fatto anche i fratelli latitanti Giannis Michailidis e Dimitris Politis.
L’obiettivo di ognuno di noi è la diffusione dell’anarchia nell’attuale contro la società autoritaria. Questo obiettivo rimane una scommessa aperta anche per quelli di noi che siamo in prigione, dal momento che non siamo pentiti per le nostre scelte e le battaglie che abbiamo dato e continuiamo a dare come anarchici della prassi.
Perché siamo stancati della routine, delle sospensioni e dello stile di vita a buon mercato che ci vogliono servire. Perché siamo disgustati con le percezioni della servitù, del leccare, dell’infamare e della caccia per l’ascesa sociale ed economica. Perché abbiamo odiato ogni verme autoritario che vuole rubare la nostra vita e, infine, perché abbiamo voluto prendere le nostre vite nelle nostre mani nel presente ed abbiamo dichiarato la guerra anarchica. Attraverso questa guerra scopriamo tutti i giorni se stessi, con i pensieri anarchici che alleghiamo ed apriamo nuove prospettive di attacco. Combattiamo contro l’esistente perché questo è l’unico modo per esistere.
Lo scontro di Pefki è iniziato come un casuale controllo d’identità e si è concluso con una, per niente casuale, battaglia di individui liberi contro le forze dell’ordine, l’anarchia contro l’autorità, e con un’ulteriore prova che il “nemico onnipotente” abbia carne ed ossa, ed è mortale. È stata una battaglia, una scelta consapevole di cui sono orgoglioso e fiducioso che se potessi tornare indietro col tempo l’avrei fatta di nuovo. Oltretutto l’arma più potente per un atto anarchico ribelle non è altra che la sua coscienza.
Per le battaglie che sono state date e le battaglie che avranno luogo. Viva l’anarchia.
Lunga vita alla Federazione Anarchica Informale / Fronte Rivoluzionario Internazionale
Viva la Cospirazione delle Cellule di Fuoco
Fino la distruzione totale dell’esistente e la costruzione dell’anarchia la guerra continua…
Theofilos Mavropoulos
fonte, via saspf.squat.gr