In seguito all’appello di Contra Info per le azioni di propaganda contro la repressione nei primi di Agosto abbiamo appeso un panno bianco con vernice rossa e nera vicino ad una costa ed una crocevia di Kalymnos, un’isola che abbia conosciuto il modo tradizionale di pesca subacquea e di spugna per molti decenni. Questo gesto simbolico di solidarietà è dedicato alla lotta in corso con i pescatori di Malesia, che resistono orgogliosamente ai piani dell’implacabile saccheggio riservato dai boss sovranazionali, lungo la costa del Manado, nella lontana Indonesia. La nostra intenzione era di mostrarli che non sono soli.
Lo striscione scrive in greco, inglese-indonesiano:
Dalla Grecia fino l’Indonesia – sabotare il Capitale / Potere
Forza, pescatori del Manado
Solidarietà con la lotta del Manado – Indonesia
Viva l’azione diretta sporadica
Appelo di solidarietà e di resistenza contro il mega-progetto del “recupero di bonifica” nel Manado in Indonesia (Giugno 2012):
Il recupero di bonifica, un mega-progetto che ha avuto inizio nei primi anni del 1990, prosegue lungo la baia del Manado. Nuova terra è stata creata nel mare per ospitare le grandi imprese, come ad esempio i nuovi palazzi commerciali, la proliferazione del settore bancario, ed i luoghi d’intrattenimento assortiti per i lavoratori stanchi. L’area della nuova terra creata nella zona di bonifica si estende per migliaia di ettari e prevede di coprire vari progetti “importanti”.
Durante l’avanzamento di questo piano di sviluppo si è manifestata una resistenza sporadica dalla parte della popolazione maschile e femminile che pesca con i mezzi tradizionali verso il litorale del Manado. Così, nel 2009 i pescatori che si erano ribellati in diverse parti della baia hanno cominciato a progettare un modo per costruire una rete tra di loro, e realizzare la solidarietà immediata ogni volta che uno dei gruppi dei pescatori diventasse obiettivo dei piani espansionistici.
Nella città di Manado ci sono due focolai principali di lotta, dove i residenti si coinvolgono apertamente in occupazioni e sabotaggi come azioni dirette per fermare i lavori lungo il litorale. Il primo focolaio di lotta lo tengono i pescatori tradizionali di Sario-Tumpan. Il loro avversario è un uomo d’affari di nome Henky Wijaya, che sia stato ingaggiato per la costruzione d’una società denominata PT Kembang Utara. Dopo aver visto che la disputa legale porta ad un vicolo cieco, i pescatori si sono resi conto che ogni tentativo di spostare la questione in tribunale sarebbe andato in fumo, e cominciarono ad utilizzare diversi metodi d’azioni dirette, che non avevano mai provato prima.
Una delle loro tattiche era quella di utilizzare dei blocchi come una forma di sabotaggio, ed infine occupare lo spazio aprendo il Daseng (un luogo dove si riuniscono i pescatori). Il Daseng, originariamente utilizzato solo come un garage vicino alla riva per depositare le attrezzature da pesca ed un posto per rilassarsi dopo l’ormeggio delle barche, ha assunto un nuovo obiettivo: la resistenza permanente. Ed è proprio questo daseng che i pescatori hanno costruito nel bel mezzo della bonifica interessata che è ancora in uso fino ad oggi. Recentemente, dei pescatori arrabbiati hanno bloccato l’ingresso per i camion che trasportavano materiale da costruzione al fine di fermare i lavori di bonifica.
Il secondo focolaio di resistenza è lungo l’atra parte della baia di Malalayang, dove i pescatori continuano a combattere con i tentativi dell’uomo d’affari Agus Abidin verso la bonifica. Abidin, anche lui, usa metodi repressivi con la ricerca d’interventi della polizia e dei suoi sicari. La resistenza dei pescatori della baia di Malalayang non è stata frenata dall’onda della depressione dei sviluppatori, ed ha, per il momento, interrotto con successo il lavoro di bonifica.
Molti attivisti anti-autoritari si sono uniti in questi atti di resistenza in una forma di solidarietà diretta ed orizzontale. In precedenza, anche un gruppo di persone che usano il nome Frazione Anti-Autoritaria era rimasto in solidarietà con i pescatori tradizionali che avevano occupato il sito di bonifica della spiaggia di Sario-Tumpaan, in una spettacolare celebrazione della Giornata della Terra.
Tuttavia, come le onde che continuano a schiantarsi sulla riva, i problemi continuano a venire. I pescatori della seconda parte della baia di Malalayang stanno affrontando lo stesso problema, ancora una volta: la bonifica delle terre. Ma questa volta l’avversario è un proprietario terriero chiamato Dr. Awaludin, che è in possesso di un pezzo di terra lungo il litorale. Anche se i pescatori gli avevano ricordato che i lavori di rafforzamento attuati sulla sua terra non dovrebbero trasformarsi in una bonifica della costiera, è stata chiara quale era la sua intenzione. Awaludin aveva anche assunto dei teppisti per proteggere il suo lavoro di bonifica. La polizia e il governo si sono schierati chiaramente anche loro dalla parte dello sviluppatore, accusando il popolo di turbare l’ordine pubblico e di andare in cerca di problemi.
Il terrore è diventato così l’arma principale degli avversari per colpire la lotta persistente degli pescatori della baia di Malalayang per difendere il mare e la spiaggia. Terrore mentre la polizia ha esposto le sue armi sul luogo del lavoro, o col rapimento di due pescatori della baia di Malalayang accusati di essere “capi e provocatori” dell’azioni di resistenza, o con l’uso di teppisti assoldati per proteggere il lavoro di bonifica. Nella loro rabbia, i pescatori alla fine hanno deciso d’intervenire direttamente, attaccando la macchina pesante che viene utilizzata per scaricare materiale nel mare e di bloccare i lavori occupando gli alberi lungo la riva che gli sviluppatori volevano abbattere.
Questa ultima tattica ha provocato danni per i pescatori, come ad esempio due donne che siano state colpite da un albero che sia caduto su di loro mentre si rifiutavano di uscire dalla strada, il che avrebbe significato l’interruzione del blocco. L, una delle vittime, è incinta di tre mesi, mentre l’altra, A. ha subito una commozione cerebrale grave ed ha dovuto essere ricoverata in ospedale per il trattamento e nuovi esami. Tuttavia è noto quanto sono discriminanti l’istituzioni sanitarie. Il servizio inadeguato e la mancanza di fondi per pagare le cure significa che non abbiano ottenuto l’attenzione che meritavano.
Chiediamo da individui, collettività e gruppi d’affinità d’aiutare con le spese di cura per le due donne ferite durante la resistenza della bonifica della costiera.
Contatto per aiuti finanziari: ranggayanbagusta@yahoo.com
Contatto di conferma e per messaggi di solidarietà: negasi@riseup.net
Noi, le persone che diffondiamo questo appello, crediamo che chi si confronta con lo stato e il capitale deve anche impegnarsi nella solidarietà reciproca ed orizzontale con tutte le persone che stanno lottando facendo tentativi di boicottare l’espansione del capitale e negando il potere statale, per quanto piccoli tali tentativi possano essere. Il rispetto per tutti i nemici dello Stato e del capitale è il motivo per cui chiediamo di estendere la solidarietà diretta a tutti coloro che desiderano raggiungere questo scopo. Ma nello stesso tempo, non vogliamo porre limiti alle forme di solidarietà che potrebbero emergere con i pescatori tradizionali della lotta di Manado.
Viva la resistenza autonoma e decentrata!
Viva all’azioni dirette e sporadiche!