4° giorno del processo contro Lotta Rivoluzionaria (Mercoledi, 9/11/11)
Iniziata l’udienza il presidente ha annunciato il rifiuto di entrambe le richieste presentate nell’udienza precedente. Il trasferimento del processo in un’aula della corte d’appello, ha detto, non può avvenire, perché non c’è un’aula disponibile per il tempo che si presume occuperà il processo. La corte ha evitato di ripetere l’opinione provocatoria del pubblico ministero riguardo alle misure di sicurezza e ai rischi e si è limitata ad un motivo formale, che ovviamente, se ci fosse stata la volontà, sarebbe stato superato. Come se non riuscissero a trovare un’aula. La videoregistrazione del processo non può avvenire, ha detto il presidente, perché ufficialmente non ci sono infrastrutture e personale per le mansioni di segreteria. Questa decisione era prevista. Riguardo alla possibilità di registrare da parte degli accusati e degli avvocati per uso personale, il presidente ha detto che ci sarà tolleranza.
Dopo ciò, la discussione è proseguita in merito all’obiezione di non giurisdizione della corte, a causa del carattere politico delle accuse, con le dichiarazioni dell’avvocato Dafni Vagianou e Pola Roupa oltre alla lettura della dichiarazione dell’assente, per motivi di salute, Kostas Gournas.
Dovremmo sorpassare l’assoggettamento nel discorso politico che impone la depoliticizzazione delle azioni considerate come terrorismo ha chiesto D. Vagianou, facendo un’estesa analisi teorica, nella quale ha combinato elementi politici, storici e della teoria della giustizia. Lotta Rivoluzionaria, ha detto, inizia la sua azione al margine di un periodo, il 2003. Sono precedenti l’attacco alle torri gemelle a New york, la guerra criminale in Iraq e l’inizio della “guerra al terrorismo” fatta da Bush. Il periodo, come a dire, dove si è presentata la crisi della globalizzazione di un sistema che oggi affronta la sua crisi più profonda. Un periodo che è stato segnato, anche, dalla rivolta dei giovani nel Dicembre 2008, i quali, mentre l’albero di natale bruciava, scrivevano “buona crisi e felice nuova paura”.
L’avvocato si è riferito non solo al carattere politico delle azioni di Lotta Rivoluzionaria, ma anche al carattere politico delle reazioni dei suoi oppositori, come la taglia da parte della superpotenza americana o l’idea che con un attacco riuscito a Citibank crollerebbe l’economia.
Ha fatto riferimento alla rivendicazione di responsabilità politica degli accusati, senza alcuna prova a loro carico, mirando alla continuazione della loro esistenza politica in prigione. Come anche le analisi di Lotta Rivoluzionaria riguardo le crisi e il suo carattere di classe, che costituisce un contributo teorico ad una discussione più generale che sta avendo luogo, ciò costituisce un’altra prova del carattere politico dell’organizzazione.
Dopo, D. Vagianou ha fatto una estesa analisi del corsos torico del significato di reato politico nella giurisprudenza, dal post rivoluzione francese, quando il tentativo di occupazione del potere eraancora considerato un obiettivo nobile, fino ad oggi dove sta accadendo una violenza depoliticizzazione delel organizzazioni e delle azioni di violenza politica.
Ha fatto anche riferimento al regime speciale affrontato dai comunisti per un intero periodo storico, dalla fine della seconda guerra mondiale al 1974, e ha presentato i confronti di questo periodo con quello della “guerra al terrorismo”.
Ha concluso con un riferimento alle motivazione di sottoscrizione dell’obiezione. E’ stata proposta, ha detto, per fare in modo che ci sia una continuità con altri due storici processi politici (17 Novembre e ELA [Lotta Popolare Rivoluzionaria]) e perché, specialmente in questo periodo, connotare l’essere politico delle azioni di una organizzazione politica rivoluzionaria ha un’importanza speciale.
Quelli che sono inseguiti dalla gente e che si nascondono diranno che siamo noi gli elementi criminali? Questa questione nodale è stata posta da P. Roupa nella sua dichiarazione. All’inizio, ha detto, non volevamo presentare questa obiezione, perché non riteniamo che qui ci sia una corte che può giudicarci. Noi dovremmo essereliberi, al fine di partecipare alle lotte sociali, alle lotte per la liberazione sociale. Quelli che andrebbero puniti dovrebbero essere i vari Buffets e Soroso, la feccia del mercato che stermina intere popolazioni, i vari Triches, Barroso e Lagard, l’elite politica internazionale e greca, i capitalisti. Un tribunale popolare dovrebbe dare severe pene per tutti loro. Abbiamo creduto e crediamo, quindi, che non dovremmo essere sotto processo.
L’eliminazioni delle corti miste per questi casi, ha continuato P. Roupa, esprime l’insicurezza dello stato ed ecco perché bisogna tenere il passo con l’attacco neoliberale dello stato e del capitale. E’ diffusa la loro paura di non lasciare questi casi nelle mani della gente che non può essere controllata, come i giudici. L’obiezione è stata una buona opportunità per noi di esprimere le nostre opinioni.
Dopo, P. Roupa ha continuato con l’analisi del carattere politico dei motivi, comparando quelli di Lotta Rivoluzionaria con quelli dei suoi nemici politici. Quelli che governano, ha detto, riferendosi alle famiglie nella politica come Karamanlis e Mitsotakis e politici come Roussopoulos e Dukas, hanno chiaramente motivi egoistici. Rubano il pane alla gente e fanno fortune mitiche, con le quali vivono anche quando lasciano la politica. Il nostro interesse si indentifica con quello della classe dei proletari. Nella lotta abbiamo perso il nostro compagno, Lambros Foundas, siamo finiti in prigione e abbiamo rivendicato la partecipazione nell’organizzazione, anche al fine di difendere il nostro compagno defunto, e ciò mostra non solo che i nostri motivi non erano umili, ma che erano motivi sociali. Ci identifichiamo con la lotta per la rivoluzione sociale. Questa corte, ha proseguite, dovrebbe vergognarsi di essere stata formata. Ha ricordato che negli anni 70, i giudici di una corte d’appello rifiutarono l’estradizione in Germania di Rolf Pole, con il motivo che la sua azione era politica. All’epoca il PASOK (lei ha letto dichiarazioni di Papandreou, Magaki, Haralabopoulos) fece i complimenti alla corte che aveva compreso il suo agire. All’epoca il PASOK cercò di creare una zona franca per una parte della popolazione, era il periodo dopo la caduta della giunta.
Dopo, ha fatto un’estesa analisi del corso storico degli ultimi decenni, con riferimenti allo svolgersi delle crisi, interventi del FMI, il modello neoliberale come attacco del sistema contro tutte le conquiste sociali al fine di continuare l’accumulo con altri termini, che lei ha combinato con sviluppi politici durante il periodo postguerra, che ha condotto al cambiamento del sistema riguardo allo scontro delle organizzazioni armate. Un cambiamento che è stato ripreso nelle successive leggi terroristiche, che infine hanno introdotto il significato di “terrorismo”. Infatti lo stato, ha detto, non ha bisogno del contesto legale per l’accusa dei suoi nemici. La definizione di “terrorista” segue ogni azione che critica il sistema anche non con mezzi armati, ciò che segue è anche la persecuzione delle idee. Sono cosi insicuri che perseguiranno anche parole e frasi. Ecco perché ci condannerete, ha proseguito, anche senza prove. Ha portato, come esempio, la condanna nel caso dell’organizzazione Cospirazione delle Cellule di Fuoco, senza alcuna prova. Le condanne sono state basate sulla logica del a noi non importa cosa dicono o se ci sno prove, ma è abbastanza riconoscerli come nemici del sistema. Se prendiamo, una ad una, le azioni di Lotta Rivoluzionaria non c’è nulla che non sia politico nella scelta degli obiettivi e nelle analisi. Tutte le azioni hanno uno specifico fine politico (ha fatto degli esempi). Se queste non sono scelte politiche, cosa sono? Non ci aspettiamo il riconoscimento da parte della corte, ha concluso, ma è cosi che Lotta Rivoluzionaria passarà alla Storia.
Dopo, N. Maziotis ha letto un comunicato di K. Gournas, che era assente per motivi di salute. Il nostro obiettivo, scrive K. Gournas, era l’intervento dinamico nella società greca, al fine di sviluppare un movimento in lota per un mondo libero, dove “gli ultimi” decidano della loro vita. La nostra lotta era una lotta politica, anche se non lo riconoscete, perché voi non volete riconoscere che avete dei nemici che agiscono politicamente. Per noi, comunque, ha proseguito, ciò che è importante è che la società greca ci riconosca come una parte alleata di essa.
Con fare laconico il pubblico ministero, in un discorso durato neanche cinque minuti, ha semplicemente messo i giudici dinnanzi alle loro responsabilità come rappresentanti del sistema in questo processo. Per lui, un crimine politica è solo il crimine del più grande tradimento, visto che le azioni attribuite agli accusati non sono un crimine politico, ma un crimine della comune giustizia penale, comunque i mezzi uche hanno usato sono stati sconvenienti. Perché giustiziando 5-10 poliziotti non puoi invertire il regime. Di norma lo rinforzi. Ciò è – secondo il pubblico ministero – è la differenza tra un crimine politico e uno terroristico! Nel crimine terroristico è richiesto ed è sufficiente il fine degli accusati!
Non ha aggiunto, comunque, cosa significhi “richiesto e sufficiente” in un crimine politico. Lo spiegheremo noi. Se alcuni membri del governo organizzano un colpo di stato e falliscono, allora le accuse contro di loro saranno considerate politiche. Se alcuni cittadini – non importa se molti o pochi – usano le armi contro la classe dominante e il suo stato, sfidando il suo monopolio della violenza, allora le loro accuse sono terroriste! Solo i membri del sistema hanno il trattamento speciale di criminali politici, quando si rivoltano contro la situazione esistente. Ragionevole dalla parte del pubblico ministero e quelli che supportano questa idea. I dittatori occasionali sono carne della carne del sistema capitalista e non cercano l’inversione del capitalismo, ma la trasformazione del potere, che rimane sempre la dittatura delle classi più alte. Ecco perché vengono riconosciuti come criminali politici. Al contrario, i rivoluzionari cercano l’inversione del capitalismo, ecco perché vengono definiti “terroristi”.
L’opinione dominante, ha concluso il pubblico ministero, è quella della Corte Suprema, dalla quale la presente corte non può esimersi! Un ordine regale e i cani sono legati*, in altre parole. La Corte Suprema ha detto ciò, è come se l’ha detto dio. E qui pensiamo che il sistema sia “supportato” dalla “indipendenza personale e funzionale del giudici”, che giudicano “liberamente e consapevolmente”.
Al pubblico ministero ha risposto N. Maziotis. Dopo aver detto di aver aspettato lui per dire altro, ha ricordato l’accordo di Varkiza, che includeva un paragrafo secondo il quale i crimini della comune giustizia penale sono esclusi dall’ammistia generale. Con questo paragrafo come base i combattenti di sinistra furono vigliaccamente accusati per le azioni di resistenza realizzate durante l’occupoazione nazista, come l’aver fatto saltare i punti, giustiziare ufficiali dell’esercito, ecc. I cittadini giudicano molto diversamente da voi impiegati statali, ha continuato N. Maziotis. E’ stato citato un sondaggio fatto due anni fa da un sito web, nel quale una gran parte di percentuale considerava giustificata la violenza politica e considerava politiche le azioni delel organizzazioni armate. Oggi, ha detto, ci troviamo sotto un’occupazione economica, c’è una grande percentuale di quelli che chiedono di ricorrere alle armi. In realtà, ha detto, la vostra corte è illegale e non ha alcun consenso dalla società greca.
S. Fytrakis ha osservato che fino all’11 (di Novembre) non abbiamo avuto un governo di salvataggio nazionale né di assoggettamento nazionale, come dicono altri. E le dichiarazioni di pentimento che chiedono gli europei non sono state ancora firmate da Nea Demokratia. In quesot clima la corte potrebbe anche fare un progresso e tornare alla Corte Mista, come prima. Visto che la maggioranza dei giudici nel caso Pole ha detto no, facendo un progresso, senza collassare il sistema, potete fare lo stesso.
S. Fytrakis ha chiesto al pubblico ministero in merito alla “non svantaggiosità dei mezzi”, che lui ha citato. Chi pensa e agisce in questo contesto, ha detto, con i mezzi minimi che hanno importanza simbolica, è “coperto” dall’ultimo articolo della Costituzione (articolo 120, par. 4), che dice che i cittadini greci sono obbligati a resistere con ogni mezzo, senza fare un discorso di importanza della sfavorevolezza dei mezzi di resistenza che useranno. Ecco perché dovreste passare il caso ad una corte mista, così che giudichino i giudici popolari, se le azioni degli accusati hanno mirato alla difesa della libertà. Dopo ha letto un estratto dal libro di Konstantinos Tsoukalas, pubblicato nel 1929, intitolato “Le corti miste”, che dice:
“Infatti, i criminali politici non sono né un nemico della società, né le loro azioni hanno motivi materiali. Portabandiera di nuove idee e motivati da nobili, di norma, valori, si occupano dei veri interessi della loro patria, solo in ciò sono sfortunati, visto che avanzano attraverso percorsi di progresso più feloci della gente intorno a loro, alla materializzazione dei loro fini, il cui rapido ottenimento cercano con foga, essi usano mezzi violenti, irregolari e illeciti al fine di neutralizzare la reazione, visto che ignorano le barriere nella loro ideologia molto appassionata. Conseguentemente in nessun modo possono essere comparati al ladro o all’assassino comune, o a quelli che seguono interessi individuali o problemi mentali. Il reato che commettono è relativo, visto che fini e desideri di quelli giudicati oggi illegali, domani probabilmente trionferanno. Fallire non significa perdere, così come sarà impossibile vincere, quando saranno chiamati a governare la loro padria e ad applicare i loro ideali. Perché le lotte politiche possono andare in ogni modo, visto che i venti politici non sempre soffrono nella direzione voluta.
[Dopo il riferimento all’esclusiva giurisdizione dell corti miste come mezzo di salvezza dei criminali politici “dall’odio e dal rancore dei dominanti”, Tsokalas termina:]
Dal verdetto della gente un messaggio viene dato ai governanti e una lezione riguardo al loro stato, visto che l’applauso del giurati verso un criminale politico accusato dalle autorità è la più terribile disapprovazione e una minaccia per l’imminente rivoluzione. Al contrario, i giudici regolari si affidano fortemente alle leggi esistenti, immutabili per come le pensano, ma sentono anche di rompere il giuramento fatto, se adottano nuove idee e comportamenti, assolutamente incompetenti nel giudicare l’vovio, come il vasto orizzonte dei reati politici”.
Con la nuova argomentazione riguardo alla stretta teoria oggettiva e alla sfavorevolezza dei mezzi, come era stato invocato dal pubblico ministero, è tornata D. Vagianou, un fatto che ha costretto il pubblico ministero, che non aveva menzionato neanche un argomento legale, a parlare di nuovo, ancora più brevemente, riuscendo (infatti, è un successo) ad esporsi di più. L’unica cosa che ho fatto, ha detto, è stata applicare la più comune teoria e io parlo per la specifica differenza tra un crimine politico e uno terrorista, che si riferisce alla sfavorevolezza dei mezzi per il raggiungimento dell’obiettivo!
Una risposta immediata è arrivata da Marina Daliani. Non importa quante volte il pubblico ministero faccia una dichiarazione, ha detto, non sarà capace di evitare la logica assurda, descrivendo da un lato il cosiddetto terrorismo come un’azione politica per l’inversione dell’ordine esistente e dall’altro i reati connessi con questa azione vengono caratterizzati come non politici. L’opinione espressa dal pubblico ministero è completamente opposta all’ordinanza, che dice che i mezzi usati da Lotta Rivoluzionaria erano sfavorevoli, al fine di caratterizzare le loro azioni come “terrorismo”. Se il pubblico ministero vuole essere concreto, dovrebbe dire : la corte suprema ha detto ciò, l’ordinanza dice questo, io propongo alla corte di riservarsi fino al progresso del processo, con il quale verrà mostrata la natura dei reati, e non rigetto l’obiezione.
E’ davvero sorprendendo (e allo stesso tempo indicativo della lacerante e notoria cultura della legge): l’obiezione per i reati politici e la giurisdizione della corte suprema per giudicare questo particolare caso viene rifiutata con un’argomentazione riguardante la sfavorevolezza dei mezzi usati da Lotta Rivoluzionaria, e il processo dopo avrà luogo con l’argomentazione che i mezzi che sono stati usati da Lotta Rivoluzionaria erano svantaggiosi per il rischio corso dall’ordine esistente ed ecco perché questo reato è “terrorista”. La contraddizione delle idee del pubblico ministero con la leadership politica, che ha detto che “è probabile che non acceteremo un attacco terrorista”, che “l’economia collasserà in un momento” ecc, ha precisato nella sua seconda dichiarazione P. Roupa.
Dopo una lunga pausa, il presidente ha annunciato il rifiuto dell’obiezione, rinviando – solita tattica seguita in questi processi – l’argomentazione in futuro (cioè quando scriveranno chiaramente la decisione).
Dopo c’è stata un’obiezione dell’avvocato Anny Paparoussou (avvocato di Nikitopoulos) riguardo all’incostituzionalità ell’articolo 187A del codice penale, secondo l’articolo 7 par.1 della costituzione (“Non c’è crimine, o sentenza imposta, senza una legge che è effettiva prima della realizzazione dell’atto e che definisca le prove”). Se l’articolo “terrorismo” del codice penale non fosse cosi vago, al contrario di quelli della costituzione, Nikitopoulos non sarebbe accusato oggi come membro di un’organizzazione, perché lui ha incontrato due volte alcuni degli accusati membri dell’organizzazione, ha precisato con forza l’avvocato.
Il pubblico ministero ha ammesso infatti che l’articolo particolare è alquanto vago, comunque non possiamo arrivare a parlare di incostituzionalità, ha finito, proponendo – che altro? – il rifiuto dell’obiezione. S. Nikitopoulos ha detto che parlerà empiricamente, perché non è un avvocato. Conflitti politici e sociali si sono accentuati, ha detto, l’arsenale repressivo si è rafforzato e la prova di innocenza è stata abolita. Il particolare articolo del codice penale non è ma stato usato per le grandi frodi o scandali come Siemens, ma è stato usato sistematicamente per la persecuzione dei combattenti del movimento anticapitalista.
Dopo un’altra pausa, la corte ha rigettato l’obiezione, con la logica che questo particolare articolo da l’opportunità ai giudici di valutare le accuse nella pratica.
Sono seguite le richieste di P. Roupa e N. Maziotis per la citazione dei testimoni, secondo l’articolo 353 par. 1 del codice di procedura penale (non testimoni della difesa, ma testimoni considerati necessari per il processo). Hanno chiesto di chiamare tre “gruppi” di testimoni, spiegando a lungo l’obiettivo di ogni citazione, basata su un contesto politico che riguarda anche i fini politici di Lotta Rivoluzionaria nelle sue varie azioni e le posizioni tenuto o le opinioni espresse pubblicamente da quelli suggeriti come testimoni.
Il primo “gruppo” riguarda persone connesse con le azioni di Lotta Rivoluzionaria, ad esempio il ministero delle finanze e del lavoro, l’ambasciatore americano, il presidente di stock exchange, ecc. Il secondo “pacco” di testimoni riguarda altri rappresentati della repressione, come l’ex capo del KYP (servizi di intelligente) Korantis e l’ex ministro dell’ordine pubblico Markogiannakis, che ha detto che la sorveglianza di N. Maziotis non è mai finita (ci sono i relativi video), e l’esecutivo dell’”antiterrorismo” Horianopoulos, Papageorgiou e Balakos. Il terzo “gruppo” di testimoni comprende agenti di polizia di basso grado, guardie dei ministri e altri, che hanno testimoniato nelle indagini preliminari, ma non sono stati citati al processo. Questi testimoni dovrebbero essere chiamati per testimoniare riguardo al fatto che Lotta Rivoluzionaria ha sempre preso tutte le precauzioni per non avere nessuna vittima nelle sue azioni, mentre i casi dove i cittadini sono stati in pericolo appartengono all’incuranza della polizia, nonostante gli avvertimenti dell’organizzazione.
Il pubblico ministero ha chiesto il rigetto delle richieste, dicendo che questi testimoni non hanno nulla da dire, mentre al fine di “addolcire un pò” ha detto il classico, che se ciò risulterà dal processo, potranno chiamare ogni testimone che sarà considerato necessario e che avrà qualcosa da fornire. E’ ovvio, che essi cercheranno di fare tutto pur di depoliticizzare un chiaro caso politico. Ecco perché non vogliono chiamare i politici a testimoniare, che dovrebbero venire faccia a faccia con quelli che hanno rivendicato la partecipazione a Lotta Rivoluzionaria cosi come non vogliono la presenza di poliziotti di basso grado che sotto le domande degli accusati e degli avvocati debbano essere costretti a dire la verità, che Lotta Rivoluzionaria ha preso tutte le precauzioni per non mettere nessuno in pericolo nelle sue azioni (in ogni caso, quando Lotta Rivoluzionaria ha voluto colpire i meccanismi repressivi, l’ha fatto rivendicando ciò).
La corte, dopo l’intervento di S. Fytrakis, che ha ricordato che il rigetto di queste richieste senza una spiegazione conduce all’assoluta nullità del processo, ha rinvito la decisione fino alla durata dello svolgimento del processo.
Il processo riprenderà lunedi 14 novembre alle 9.
*proverbio greco che dice che se il re dice qualcosa tutti obbediscono.
fonti: eksegersi.gr, act for freedom now / trad. Cenere