Sabato mattina, 17 settembre, si è tenuta un’azione di contro-informazione fuori la stazione della metropolitana di Maroussi riguardo l’attacco fascista contro lo squat Kouvelou. Diversi compagni hanno partecipato all’azione che è durata per parecchio tempo, nel mentre è stato distribuito un comunicato del collettivo. Sono stati inoltre distribuiti un gran numero di volantini nel vicino mercato all’aperto dove la reazione della gente è stata in molti casi positiva ed incoraggiante per la continuazione del progetto ma anche a favore dell’ identità politica degli squatters(!).
Ecco il comunicato che è stato distribuito
GIÙ LE MANI DAGLI SQUATS
Nel cuore della notte, intorno alle 3 del mattino del 14 settembre, lo squat Kouvelou all’incrocio tra Via Dionysou e Via Solonos a Maroussi è stato colpito da un’ incendio doloso. Come conseguenza del fuoco, il tetto è crollato e quattro sale del palazzo sono state bruciate.Palazzo Kouvelou, che è sotto occupazione dal 7 aprile 2010, è una casa per le nostre idee politiche e la base per le nostre azioni politiche, e funziona anche come libero spazio sociale. Durante questo periodo, abbiamo lavorato con l’auto-organizzazione e la solidarietà come requisiti e premessa all’interno di una struttura anti-gerarchica, siamo riusciti a pulire il luogo e renderlo funzionale, organizzare eventi politici e intervenire nella comunità locale con azioni di contro informazione .
In un’epoca di crisi sistematica (politica, sociale, finanziaria, istituzionale), mentre fenomeni di aggravamento sociale e disagio sociale sono sotto gli occhi di tutti, lo Stato sceglie di blindarsi intensificando il livello di repressione allo scopo di mantenere la sua posizione di potere. Essa mira ad attaccare ogni parte della società che resiste ai suoi piani. Dal momento che ritrovi politici e squat sono parte integrante di questa lotta, sono destinatari del meccanismo repressivo che agisce contro di loro attraverso gli sfratti, le indagini penali e le accuse, spesso accompagnate da altissime ed eccessive cauzioni pecuniarie. C’è una ragione per tutto questo: questi spazi costituiscono i focolari per la fermentazione politica, la coalizione di persone che lottano e la collettivizzazione delle loro azioni.
Naturalmente, l’azione politica di tali collettività che e’ recentemente aumentata sul territorio greco,sta’ anche di fronte ai vari gruppi neofascisti; gruppi direttamente disturbati dalle rivendicazioni politiche di questi spazi (ad esempio, l’uguaglianza e la solidarietà tra tutti i soggetti sociali, senza discriminazione e segregazione). La loro tattica di attacchi incendiari verso spazi e luoghi di ritrovo occupati è conosciuta ed ha causato anche diversi feriti fra i compagni che partecipano a questi progetti. Per di più, abbiamo visto tante volte ormai la collaborazione tra lo Stato e il parastato con attacchi vigliacchi, non solo contro spazi politici, ma anche con persecuzioni contro gli immigrati o durante gli scioperi, ecc.
Abbiamo così percepito l’attacco incendiario allo squat Kouvelou come un segnale da parte del nostro nemico politico che pensa che una tale mossa possa intimidire o indebolire il nostro gruppo di lavoro.Al contrario, l’incendio potra’ aver causato danni materiali, ma ha rafforzato la nostra volontà e la nostra determinazione verso la continuazione della nostra lotta come entità politica. Infine, come parte del più vasto movimento anarchico/anti-autoritario crediamo che un tale attacco non sia un caso isolato contro una singola collettività, ma sia stato fatto nei confronti di un ambiente politico più ampio, un ambiente basato sui principi di solidarietà, che resiste unito e dinamico a questo genere di attacchi fascisti.
10, 100, 1000 SQUATS
CONTRO UN MONDO DI NOIA ORGANIZZATA
“Epavli Kouvelou” squat
Dionysou e Solonos vie, Maroussi