Lo Stato-Capitale va avanti con tutto il suo apparato tecnologico poliziale sempre più veloce per controllare/monitorare/legiferano/commerciare/oltraggiare ad ogni abitante della Terra e a questa stessa.
Tuttavia, i suoi miserabili valori di concorrenza e resignazione non sono stati inclusi per tutta la popolazione.
Ancora esistono codici in alcuni quartieri dove non c’è spazio per quelli strisciano né polizie, ancora è praticata la solidarietà, ancora esiste la lotta digna e sincera di coloro che non commerciano con i carnefici, eppure ci sono vicini che si organizzano orizzontalmente in assemblee per provare, per esempio, fermare i progetti che causano danni irreversibili al luogo in cui viviamo.
Circa gli eventi del 14/8.
Come ogni anno, la FEUU (gremio più che ufficiale) e altre associazioni studentesche chiamarono alla classica mobilitazione dove, in accordo alla loro mentalità di poliziale in modo che tutto succedese in perfetto e tranquillo ordine, contando con le bande e altri informatori pronti a reprimere qualsiasi espressione diversa, anche una semplice canzone … non tutti si sono rasegnati a unirsi all’inerte corteo degli studenti. Decine di persone hanno deciso di uscire dal cerchio e di attaccare alcuni simboli con cui lo Stato-Capitale ci violenta quotidianamente e sistematicamente.
Contro la repressione, solidarietà e azione
Nelle ore succesive al corteo sono stati arrestati due compagni che hanno affermato di essere anarchici e di avere partecipato alla stessa, una ragione sufficiente perché la giudice Julia Starico gli processi per i danni ad un auto di lusso e un bancomat, e quando non vi è alcun filmato o Testimonio che lo prove.
Non ci stupisce ciò, sappiamo chi ha fatto le leggi e che le sostengono e sappiamo pure quanto sia pericoloso per questi individui privilegiati che individui disgustati da tanta miseria iniziemo a organizzarci attuando per i nostri reali interessi, senza intermediari, senza rappresentanti. Hanno paura che usciamo per strada, non per “mobilitarci” di due punti tracciati in precedenza, ma che usciamo ovunque e che la rabbia si diffonda cuale peste.
L‘attacco repressivo contro gli anarchici ha il chiaro scopo di fungere da deterrente e terrorizzare con la punizione esemplare ad ogni potenziale oposotore. La solidarietà tra chi si ribella è un’arma in grado di fare invertire il luogo della paura.
Si dice di me…
Le stampa prende la mira, la polizia spara con il sostegno dei cittadini che credono acriticamente ciò che la stampa detta.
Nell’auge di Facebook l’opinione pubblica si scandalizza se ci copriamo … noi sappiamo cosa è capace il potere per proteggere i propri privilegi ed è per questo motivo che cerchiamo di generalizzare questa pratica di auto-difesa, che nessuno ribelle gli regale la faccia al controllo che realizza la polizia. E ‘chiaro che i media tacciono per quanto riguarda i bottoni che hanno sparato il 14 agosto avevano il volto coperto (è che si vergognano o hanno paura di tornare al quartiere?).
Dal momento che gli imputati sono di altri paesi la stampa parla anche di reti internazionali, e non svagliano. Come anarchici non riconosciamo né agli Stati né ai loro confini. Per tanto le nostre pratiche e solidarietà trascendono tutti i confini, sia geografici o legali.