Ci siamo sempre chiesti perché nello stato spagnolo la strategia di una federazione internazionale unificata non sia stata proposta. Piuttosto che aspettare e continuare a far domande, abbiamo fatto un piccolo passo.
Dopo circa un anno di piccole azioni anonime di sabotaggio, fallimenti, e piccole vittorie, abbiamo deciso di approcciarci all’Anarchia da un’altra prospettiva, infatti abbiamo deciso di far parte della Federazione Anarchica Informale e del Fronte Rivoluzionario Internazionale. Vogliamo sperimentare quel sentimento che viene con il partecipare a questo processo, studiare nuove forme di comprensione dell’Acracia e partecipare in tutti i campi di lotta. L’anarchismo è un movimento di liberazione, un’arma di lotta, una forma di vita e/o azione, o almeno molti la intendono cosi. Vogliamo avere l’opportunità di avere un ruolo cruciale nella guerra sociale e nell’iniziare nuove pratiche quotidiane, e saremo risoluti. Come anche, intendiamo “aprire la scatola” o far emergere dall’autocritica nuove forme di azione diretta e dar vita ad un’organizzazione informale, orizzontale e combattente. Crediamo nell’antiautoritarismo, nell’acracia e in una forte prassi anarchica, come anche nella riproduzione costante dei sabotaggi, boicotaggi e attacchi che mettono in pericolo e possono svalutare i progetti del capitale ed esso stesso. Anche in questa forma di lotta scegliamo e accettiamo l’attacco diretto contro il nazi-fascismo; nella lotta contro l’autorità e il sistema, il potente attacco contro il nazi-fascismo è un altro fronte, e la lotta diretta e dal basso per distruggere chi si crede razialmente o politicamente superiore rispetto al resto rimane fondamentale. Cerchiamo la creazione di una situazione continua di tensione e di conflittualità contro il potere.
“Dinnanzi ad un sistema di controllo e dominio, solo la lotta combattente può prevalere”
Comprendiamo gli attacchi e la distruzione dell’ordine sociale come uno strumento davvero valido e decisivo, comunque, non ne facciamo né un dogma rivoluzionario né un feticismo, esso può variare dipendendo dalla situazione della sua applicazione, riproduzione e sviluppo. Dopo riflessioni, pensieri e analisi, crediamo che negli attacchi sia richiesta una certa qualità, in effetti, senza lasciare da parte la quantità.
Consideriamo che sia chiaro che la qualità è essenziale, dobbiamo guardare al ferimento del sistema e del suo funzionamento alla base: che è, per esempio, la ricerca del modo di colpire il consumo delle comodità come fatto nell’attacco contro WalMart in Messico, sabotando una giornata elettorale rendendone impossibile il normale funzionamento, distruggendo le macchine e i beni di alcuni despoti, con aggressioni e attacchi diretti che provocano vera paura nei responsabili del terrore governativo. Inoltre può essere davvero efficace riempire i media metropolitani con propaganda sovversiva o solidale con i compagni prigionieri. Azioni e attacchi contro il capitale sono un efficace MEDIUM.
“Ma è interessante che ognuno si chieda se ora, piano piano stiamo imparando dal passato, piano piano stiamo aprendo il nostro sogno di una Federazione Anarchica Informale/Fronte Rivoluzionario Internazionale. Se ora le nostre affinità nella penisola iberica rimarranno nel mezzo della folla anonima, o se al contrario si uniranno allo sforzo rivoluzionario”
Gabriel Pombo da Silva
Nello stato spagnolo (che bruci la sua bandiera!) abbiamo sperimentato duri periodi di repressione, visto che i gruppi armati e la resistenza negli anni 70 e 90 erano davvero forti, il sistema e lo stato sono diventati particolarmente repressivi contro ogni dissidio organizzato e ogni cellula insorgente. Le prigioni e il sistema galera sono specialmente repressivi e le condizioni dei prigionieri (e ancora più per i prigionieri politici) sono dure, molto dure. Infatti è comprensibile che fino ad ora le azioni siano state anonime. Comunque, davanti alle nuovi situazioni politiche e ai nuovi processi rivoluzionari, alcuni hanno visto la necessità di far parte di un progetto comune, di estendere la famiglia rivoluzionaria attraverso più orizzonti e alzando i propri pugni contro i vecchi dogmi, cercando nuovi fronti e cercando di agire come una cellula antagonista. Gambriel Pombo da Silva (un saluto a lui) ha ragione, dalle nostre stesse esperienze dobbiamo continuare a cercare, studiando e agendo per aumentare la nostra esperienza e i colpi contro le nuove fasi del capitalismo sempre più monopolista. Cioè, unirsi allo sforzo rivoluzionario. Comunque, la FAI/FRI è un’opzione per chiunque che la voglia, per chiunque voglia usare quel medium come strumento di lotta e per approcciarsi agli altri compagni che sfortunatamente vivono lontano.
“Difendersi dicendo che il contesto politico nel quale si vive non è adeguato per la lotta, è solo una scusa per non rompere con la tranquillità del quotidiano”
Silvia Guerini
E’ facile essere un semplice spettatore della guerra sociale da uno schermo del computer, ma giusto perché è valido non significa che sia valido. Crediamo che non tutto dipenda dal contesto e dalla situazione, come un qualcosa di esterno che galleggia nell’aria. Le situazioni sono fatte da noi, creando noi stessi, lavorando duro e creando i nostri progetti, essendo protagonisti della guerra sociale e avendo un ruolo attivo, essendo protagonisti della nostra realtà e lotta. I problemi ecologici e cosa li crea – nanotecnologia e biotecnologia – non si combattono da soli, ma esattamente il contrario. E’ necessario creare spazi di pratica e contropotere per sfuggire dallo stabilito, ma soprattutto se questi hanno un ruolo contro lo stato e la visione che crea, un ruolo distruttivo del sistema ipertecnologico. Il lavoro di strada è indispensabile, come lo è la partecipazione alle lotte sociali con il coinvolgimento di ognuno in diverse cause, ma sempre riconoscendo il problema di base e cercando la sua totale distruzione. Se non ci affrettiamo nella creazione di una resistenza consolidata e forte, un’opposizione attiva, entro pochi anni saremo obbligati a dire grazie al lavoro per interi giorni nelle trincee prima dei 67 anni. Quindi, da adesso ci associamo alla Federazione Anarchica Informale e al Fronte Rivoluzionario come modo e contributo all’espansione della federazione e allo sviluppo di un vero movimento rivoluzionario (facendo parte della federazione e del fronte, o in gruppi autonomi ed anonimi).
“Questo è ciò che è accaduto, ciò che abbiamo. Se nulla ci spaventa c’è un ritorno alla normalità, perché nelle strade e nelle azioni, gli espropri, ecc, nelle nostre città di luce e morte, noi non vediamo solo le conseguenze della nostra rabbia, ma anche i tentativi di essere capaci di vivere di nuovo. Non abbiamo altro da fare se non cambiarlo in una realtà vivente, per bloccare il campo del quotidiano, il nostro potere di materializzare i nostri desideri, il nostro potere di non contemplare ma piuttosto trasformare la realtà – che è il nostro spazio vitale, tutto il resto è morto.”
“Quelli che vogliono capire capiranno, ora è il momento di distruggere le nostre gabbie invisibili e di trasformare le nostre piccole e patetiche vite.”
Fuggiamo dalle reti e dalle strutture del capitale create dai sociopatici, fuggiamo dalla sostituzione delle reti sociali che ci rendono privi di noi stessi per un mondo migliore nel quale parliamo solo con il muro, sviluppando il cancro che presuppone [e comporta, ndt] le apparenze, e noi non vogliamo apparire [come pare sembrare, ndt] ma piuttosto attaccare. Ci uniamo agli insorti. La critica di ciò – le nostre azioni e lotte – non hanno un’espressione politica, la nostra lotta è la nostra espressione politica. La nostra lotta è l’unica cosa che abbiamo. Non vogliamo prenderci gioco di nessuno, siamo giovani precari in guerra contro il dominio.
Per andare ai momenti fissati: consideriamo che durante e dopo un’azione o un corteo accadano una serie di cose; primo, guadagnamo – ovvero, raggiungiamo l’obiettivo concretamente sabotando il bersaglio, e poi perdiamo visto che torniamo ad aderire alla normalità spettacolare, abbandoniamo il ruolo sovversivo ed andiamo ad un’esisteva di nuovo all’interno della rete; infatti fin quando è possibile, le azioni dovrebbero estendere noi stessi, perpetuandosi e facendosi giornalieri e abituali fin quando – insieme alle parole, solidarietà e ogni tipo di pratica anarchica – potranno creare delle fabbriche sociali sovversive e alcune forti basi di contropotere.
Non vogliamo che queste parole siano solo parole morte.
Azioni coordinate
Inivio di false lettere esplosive:
Il 17 e 18 novembre, due false lettere esplosive sono state inviate alla sede centrale del PSC e del PPC a Barcellona. Il 18, sono state lasciate delle annotazioni davanti le porte di entrambe le sedi: “Il dominio, gli abusi, il terrore e il controllo non passano inosservati; espressioni di rabbia non saranno simulate la prossima volta. Morte al capitale e ai politici. Lunga vita all’anarchia.”
Barcellona, 20 Novembre 2011.
Dalla tarda nottata alle prime ore del 20 Novembre, sono state sigillate le serrature di 15 seggi elettorali, alcune telecamere negli stessi posti sono state attaccate e oscurate. Dopo, all’1:30, la strada è stata bloccata tra Av. Meridiana e Ruben Dario (intorno al #460), e dopo tra le 2:15 e le 2:30 tra Claramunt e Seros.
20/11/11, 12:30 Barcellona: allarme bomba nel palazzo di (in)giustizia.
20/11/11, 19:50 Badalona: allarme bomba al tribunale di Badalona.
20/11/11, nessun voto, astensionismo attivo, loro non ci rappresentano!
Insurgencia Antiautoritària d’Acció/Federación Anarquista Informal
Per i compagni di altri paesi:
PPC e PSC sono le filiali in Cataluna del Partito (im)popolare e del P$OE – partiti che rappresentano le maggiori forze politiche statali attive e coordinate nei tagli e nelle privatizzazioni.
* Nota di traduzione: Nella lingua spagnola, oltre a “anarchismo” e “anarchia”, c’è un terzo termine – acracia (“privo di Stato”).
sono molto entusiasta di trovare dei fieri combattenti come voi! Io non lo sono . Vivo una squallida realtà fatta di solitudine depressione dalla quale devo assolutamente uscire.Si vive una sola volta dopotutto e bisogna cercare di realizzare i propi sogni.Perchè una volta capito che il mondo dove viviamo fa schifo non ci si senta delle merde perché non si fa niente per cambiare…