Con o senza movimento dei gilet gialli, il potere estende il suo controllo moltiplicando l’installazione di telecamere di videosorveglianza. L’ubicazione degli occhi tecnologici dello Stato viene studiata con minuzia su basi statistiche dai comuni e le forze di mantenimento dell’ordine. A volte viene cambiato il luogo e l’orientamento per coglierci di sorpresa. Oltre a voler spiare ogni nostro gesto in ogni momento e ogni luogo, l’obiettivo ricercato dallo Stato e i suoi sbirri è innanzitutto quello di dissuadere le velleità di rivolta individuale o collettiva, ma anche rassicurare borghesi, bravi cittadini e commercianti.
Passeggiare con gli occhi ben aperti nelle strade delle metropoli è sufficiente per rendersi conto che queste videocamere proliferano nei luoghi strategici, nelle zone in cui reati e criminalità vengono considerati più importanti (luoghi di spaccio, degrado più importante che altrove, etc).
Dall’inizio del movimento dei gilet gialli a Besançon, delle videocamere appaiono sulle piazze in cui il corteo del sabato è solito stazionare e affrontare i tirapiedi in uniforme dello Stato. Man mano che le manifestazioni si susseguivano, sono apparse delle telecamere dome, che hanno come abiettivo di punire e rinchiudere sempre più i rivoltosi: dapprima all’incrocio di Chamars nei dintorni della prefettura, poi a quello della via Battant e alla fine anche sull’incrocio della piazza Siffert, a pochi passi dallla «City», il centro economico e amministrativo del centro. Tutti questi luoghi il sabato sono stati punti di scontro e di danni… Queste camere di sorveglianza sono già state prese di mira durante le manifestazioni dei Gilet gialli: lo scorso dicembre ne aveva fatto le spese quella delle via Marulaz, sul liceo professionale.
A metà giugno, passeggiando, ho notato che una delle telecamere era semplicemente sparita, come per magia. Si trovava in piazza Siffert. Ormai non ne resta che la struttura, il globo si è volatilizzato.
Non so da quanto tempo sia stata sabotata, ma questo piccolo gesto di ostilità, passato naturalmente sotto silenzio dai giornasbirri che sono da sempre i lacché dello Stato e dei potenti, potrebbe ispirarne altri.
Davanti alla proliferazione degli occhi dello Stato, azione diretta!
Sabotiamo questa società di controllo e di sorveglianza!