Non sembra necessario riassumere quello che sta accadendo all’interno delle prigioni statunitensi dal 9 settembre. Scioperi della fame, sospensione del lavoro e rivolte si sono propagati in tutto il paese su una scala di cui probabilmente non siamo pienamente consapevoli. Alcuni sollevamenti ci hanno colto di sorpresa, come quelli in diverse prigioni della Florida, mentre altri si sono presumibilmente sviluppati in seguito ai recenti tentativi organizzati all’interno, come quelli a Kinross in Michigan o Holman in Alabama. Approssimativamente, oltre 20,000 prigionier* sono stati coinvolt* in un modo o nell’altro. È enorme.
All’esterno, la solidarietà arde luminosa in tutto il mondo. Striscioni, graffiti, manifestazioni rumorose e altro hanno dimostrato che eravamo spalleggiat* da chiunque volesse partecipare allo sciopero. Ma c’è da dire che la maggior parte di queste azioni hanno avuto luogo durante il primo fine settimana. Ma questo sciopero carcerale — e più largamente la lotta contro le prigioni — non è cosa di una giornata o di una settimana. Non è iniziato il 9 settembre e non finirà tanto presto. Alcun* prigionier* potranno tornare al lavoro mentre altr* decideranno di smettere di lavorare per la prima volta. È più facile quando c’è una data definita per effettuare un’azione, per prendere lo slancio, ma non è abbastanza.
Quindi vorremo fare un appello per nuove azioni in solidarietà con lo sciopero delle prigioni e la lotta contro la società carcerale. Proprio in questo momento molte persone stanno organizzando delle campagne anti-repressione per i/le prigionier* in sciopero e si tratta di un lavoro necessario anche se non molto eccitante. Ma sarebbe un errore pensare questa lotta in maniera lineare — cioè un’unica ondata in cui manifestiamo all’apice e scriviamo lettere quando tutto precipita. Quant* prigionier* hanno sentito parlare dello sciopero soltanto dopo il suo inizio? Quant* sapevano ma non pensavano che la gente sarebbe stata davvero presente per sostenerl*? Tre settimane dopo l’inizio dello sciopero, alcuni detenuti di Turbeville, South Carolina si sono ribellati contro una guardia e hanno occupato il dormitorio. Come possiamo smettere mentre i/le detenut* rischiano ancora la loro vita per la libertà?
Proponiamo la settimana tra il 15 e il 22 ottobre per concentrare le azioni e ricordare a tutt* quell* che sono rinchius* dallo Stato che li sosterremo sempre. Lo ricordiamo ancora una volta, è importante non prendere queste date alla lettera. Nessuno vi dirà niente se effettuate un’azione il 23 ottobre, o a novembre, o persino nel 2017. E nessuno dovrebbe restare con le mani in mano aspettando che arrivi il 15. Dovremmo anche tenere a mente il veglione di Capodanno, che ha tradizionalmente visto delle manifestazioni rumorose fuori dalla prigione ogni anno, benché sia un’altra data arbitraria.
“Quando il tempo sembra lento e tranquillo ci lasciamo stagnare, ma l’immaginazione e la rivolta sono come i muscoli: meno li usiamo e più si indeboliscono. Possiamo respingere la noia di tempi meno movimentati e puntare all’insurrezione. Le azioni di solidarietà e di lotta nella nostra sequenza temporale sono un modo di creare slancio e tensione quando non ce ne sono.”
– “Our Own Timelines” Anathema, Vol 2 numero 6
È innegabile che ci siano molt* compagn* fuori da realtà in cui è fattibile organizzare una protesta o una manifestazione rumorosa. Molt* di noi stanno ancora cercando qualche compagn* con la stessa mentalità, non parliamo poi di radunare una folla. Ma ci sono comunque occasioni di agire, che siano una o due persone che espongono uno striscione o incollano manifestini, o che ospitano una sessione per scrivere lettere o un evento informativo che possa aiutare a creare complicità future. Non è esagerato ripetere quanto sia importante scrivere lettere di sostegno e andare in visita alle prigioni, ma perché lasciar passare un’occasione per sviluppare le nostre capacità?
Se non altro dovremmo essere imbarazzati per il fatto che la città più attiva in termini di azioni di solidarietà con lo sciopero delle prigioni statunitensi sia Atene, in Grecia. Hanno già un enorme vantaggio, ma possiamo almeno cercare di dar loro del filo da torcere, no?
– Alcun* Inquiet* Incontrollabil*