Pubblicato il 26 dicembre:
Rispondere coi fatti agli appelli per un Dicembre Nero. Rispondere ai nostri desideri di libertà. Rispondere attaccando quello che permette a questo sistema oppressivo e distruttivo di durare.
Nelle 2 settimane che sono appena trascorse sono almeno 5 camionette della compagnia di costruzioni Eiffage che hanno sentito le gomme svuotarsi dell’aria che le riempiva. Il gesto è semplice, rapido, efficace. Un coltellino nascosto nella manica, un buon colpo sul fianco della gomma ed ecco un veicolo che non sarà puntuale al lavoro. In questo modo diversi veicoli possono venire immobilizzati in 30 secondi. Sappiamo che a uno dei cinque camioncini è stato sfasciato il retrovisore e la carrozzeria è stata taggata.
Se non capite perché è stato scelto questo bersaglio, informatevi su Eiffage per capire il ruolo che ha questa società nella costruzione di prigioni e delle infrastrutture che permettono al capitalismo di durare.
Un altro gesto ha fatto comparire un gran sorriso sui nostri visi.
Ecco i fatti: approfittando dell’oscurità complice della notte e dell’assenza dei guardiani sul terreno destinato alla maxi prigione, assenza dovuta sicuramente alle “feste” di Natale, delle persone hanno scelto di prendersela con le inferriate che delimitano la zona della maxi prigione (che non si farà). A colpi di tenaglie sono state tagliate e torte un centinaio di grate, aprendo il passaggio verso quel terreno già prigioniero. La maggior parte delle griglie tengono grazie a delle aste bloccate a terra nel cemento (scuotendole forte si può far cedere il cemento ed estrarle dal terreno).
Ma tutta una parte delle griglie tiene soltanto grazie ai piccoli rettangoli che vediamo spesso. Quelle griglie sono tutte cadute, e possono cadere di nuovo all’infinito. E se dovessero venire fissate a terra, possono essere tagliate.
Non permetteremo che questo sistemi duri. Attaccheremo ovunque si presenti l’occasione. Per l’autogestione delle nostre vite. Per tentare di salvare quello che si può ancora salvare. Per la libertà.
Esprimiamo il nostro sostegno alle persone che lottano sulla ZAD di Haren come anche a chi lotta fuori dalla zona. Il nostro sostegno va anche alle personne attaccate dalla giustizia dei/lle potenti. Tutto il nostro sostegno a chi è rinchiuso, fuori come dentro le prigioni. Ai/lle nostr* complici, vi abbracciamo.