«Siamo sfruttati come gli altri e vogliamo farla finita, subito, con lo sfruttamento».
Ai ferri corti con l’Esistente
La legge sul lavoro (come tutte les leggi) non avvantaggerà che poch*, mentre schiaccerà tutt* gli/le altr*, molto più numeros*. Quest* ultim*, gli/le sfruttat*, per una volta non hanno aspettato i sindacati per organizzarsi e chiamare allo sciopero. Hanno perfettamente ragione. C’è agitazione da ogni parte: i/le liceali invocano a bloccare i licei, gli/le studenti/esse a occupare le università, i/le non-sindacalist* allo sciopero generale. Quanto a noi, finché si tratterà di lottare contro lo sfruttamento e la dominazione, ci saremo.
Potremmo restare a distanza dal movimento accontentandoci di affermare che il lavoro non deve essere né elemosinato né trasformato ma distrutto; stavolta preferiamo partecipare alla lotta, per diffondere la critica a tutte le forme di dominazione. Per noi, non può prescindere da un discorso contro lo Stato e il capitalismo. Non contate su di noi per difendere il diritto del lavoro. Con o senza di lui, è sempre Servizio Obbligatorio del Lavoro.
Negli anni 80 Bob Black, un anarchico americano scriveva già: «Un lavoratore è uno schiavo a part-time. È il padrone che decide a che ora dovete arrivare al lavoro e a che ora potete tornare a casa – e quello che farete nel mentre. Vi dice quale mole di lavoro dovete effettuare e a che ritmo. Ha il diritto di esercitare il suo potere fino agli estremi più umilianti. Se ne ha voglia, può regolamentare tutto: la frequenza delle vostre pause pipì, il modo in cui dovete vestirvi, etc. A parte qualche salvaguardia giuridica molto variabile, può licenziarvi per un motivo qualsiasi – o senza la benché minima ragione». E appunto, la legge sul lavoro riduce in briciole queste salvaguardie. Per noi si tratta di farla finita col lavoro senza aspettare altro. Ci uniamo a Black quando dichiara: «Alcuni sinistroidi blaterano in favore del pieno impiego. Io aspiro alla piena disoccupazione, come i surrealisti – solo che io non scherzo».
Se gli/le studenti/esse continuano a studiare, gli/le operai* e gli/le impiegat* a lavorare, gli/le disoccupat* a preoccuparsi di trovare un lavoro, nessun cambiamento è possibile. A noi piacerebbe che la lotta tendesse a una paralisi della normalità, che si moltiplicassero le offensive, gli scioperi selvaggi, i sabotaggi, le distruzioni fisiche dei simboli dell’economia. Allora avremo il tempo e lo spazio necessari per riprendere in mano le nostre vite e per l’emancipazione di tutt*. A volte nelle lotte sociali di rivendicazione si sviluppano dei metodi più interessanti dei loro obiettivi… Qualche anno fa degli operai che durante uno sciopero generale portavano uno striscione su cui era scritto «Non chiediamo niente» avevano ben capito che la sconfitta risiede nella rivendicazione in se stessa.
Finché ci saranno persone che vanno a lavorare non per il piacere di fare qualcosa di socialmente utile, ma per «guadagnarsi da vivere» faremo appello allo sciopero generale illimitato. Finché ci saranno poliziotti e prigioni, banchieri e supermercati, eletti ed elezioni, ricchi e poveri… faremo di tutto perché cambi, qui e ora.
Viviamo in un mondo di merda, non accettiamolo!
Ci resta la rivolta, esprimiamola !