Testo letto nell’attività del 20 MAGGIO 2013: La nostra memoria è nera, il nostro cuore pure
Punky Maury: vive e torna in ogni resistenza allo Stato-Carcere-Capitale, insegnando la sovversione l’insurrezione insieme a tutte e tutti i caduti per la liberazione totale.
4 anni sono passati da quando una mattina di chiusura nella Patagonia mi portò la terribile notizia della tua morte. Ero nel padiglione 4 dell’unità 11 di Newken e come era solito, dopo un paio di mate all’avviare la giornata, la corrispondente comunicazione telefonica data cinicamente per l’istituzione Argentina ad ogni prigioniero, e con questa la frustrazione.
Quando si vive la lotta contro l’esistente con onesta consegna, senza comodità né convenienze, la possibilità della prigione, la clandestinità o la morte è elevata. E quando nonostante le incomprensioni, si ama ciò che si fa per essere libero, sempre ci travolge il dolore della perdita quando unx dei/le nostrx parte all’infinita trincea delle stelle. Senza essere vicini né simpatizzare con più di unx dei tuoi affini, in quei freddi giorni di reclusione a Newken sentì la tua morte come un pugnale nel cuore che era accompagnato dalla riaffermazione sovversiva di andare, di continuare, di non evitare i combattimenti contro la paura e la miseria, la diffamazione e la dimenticanza… “perché la memoria non è spazzatura e il sangue non è acqua” dicono con tagliente lucidità i compas greci delle CCF e nelle mie orecchie si sente alto e forte ogni volta che penso in tuttx i/le mie/i fratelli/sorelle che ho visto partire e che non sono solo nomi nella lunga lista ma vivenze compartite di una guerra senza pause che si porta ed ha portato i/le piu’ belli/e esseri umani che mi è toccato conoscere…
Le continue discursioni con Ariel, gli scherzi clandestini con Papi e Pablito, la silenziosa compagnia del mono Sosa, l’intimo amore di Norma, il massacro televisivo di Fabian, la pioggia di proiettili che ha attraversato José Luis… E ancora ricordo il tuo invito per riunirci con gli anarchici organizzati nel 2004 e il mio rifiuto per non avere l’empatia per l’iniziativa né con chi partecipava konkurrían, sembra erano i tuoi tempi d’organizzazione.
Chiaro, con la tua morte lo Stato-Capitale-Carcere fece il festino ed aveva gioito fino alla nausea, lo stesso show di vittoria così spesso ripetuto ogni volta che cade un ribelle, ma questa volta, la tua partenza si è trasformata in un incontro mondiale nel bellissimo linguaggio della polvere da sparo facendo un sabotaggio all’intento di condannarti al oblio.
Allora, non c’è morte per chi è stato capace di colpire il centro del dominio attraverso la continuità multiforme dell’insurrezione permanente che pianta oggi il selvaggio seme della ribellione.
Che la memoria storica seppellisca chi codanna la violenza proletaria contro lo sfruttamento capitalista! Prigionieri della guerra sociale: alla strada! Mentre ci sarà miseria ci sarà Rebellione!
Marcelo Villarroel S.
Prisionero Libertario, 20 Maggio 2013 CAS/Stgo