Redatto da Pyrochroidae – AG Eventmanagement, chronik, 26 settembre 2015
Il più importante all’inizio: era un 26 settembre tra il bello e il brutto. Bello era il gran numero d’antifa e il piccolo numero di servi tedeschi. Meno bello il percorso massicciamente blindato compreso una zona cuscinetto lunga fino a 100 m e gli sbirri operanti sempre in modo aggressivo. Ma questi ultimi stupiscono poco e, dopo le ultime settimane di blocchi sit-in di successo contro le marce di Legida, fanno sentire nuovamente la quotidianità sassone. Per questo non ci vogliono neanche dei “delinquenti vili e sfacciati” (pretonzolo Christian Wolff), poiché la minima deriva dai piani strategici sbirreschi trova immediata durissima risposta da parte della forza di Stato, incluso squadrette di sbirri a cavallo nella folla, e gesti vale a dire comportamenti di tanti sbirri a livelli hooligan.
Durante la giornata sono volati alcuni petardi e alcuni sbirri hanno dovuto mangiarsi brevemente alcune pietre. Ma era vitto mezzo cotto e il divertimento breve. Non si è troppo come mai nel dopo da ogni parte si scrisse di “pesante casini” (Bild) o altre escalation della violenza. Non valeva tuta quest’agitazione, se paragonato ai tempo delle marce nazi di Worch (neonazi). Anche qui, la realtà dovrebbe superare le fantasticherie e in realtà era chiaro che già il primo sassolino finisse in prima pagina.
Ma ecco il vero scandalo: la massiccia desolidarizzazione della parte presumibilmente amica. La figura faro dei sogni della società civile nonché pretonzolo Christian Wolff poté pronunciare le sue imbecillità già all’inizio, nei suoi seguenti commenti strepitava agitato di sbirri presumibilmente inattivi, visto che alfine si sarebbe trattato di un “attacco intenzionale e premeditato anche alle persone” (si parla di una maccina degli sbirri distrutta). Anche gli eroi facebook di “No Legida” non avevano “nessuna voglia” di comportamenti disubbidienti e dissero che questo sarebbe “anzitutto a-solidale e nel momento particolare un segnale assolutamente errato”. Quest’ultimo punto di vista svela la parte interessante di questa forma di desolidarizzazione. Nelle altre coalizioni vale spesso il seguante principo: “Ognunx con le proprie forme d’azione – l’obiettivo dovrebbe essere d’impedire i nazi – siamo solidali con tutte le persone che condividono quest’obiettivo”. Questo principio portava a sempre nuovi attriti (per ultimo da osservare nel dopo della Destroika a Francoforte), ma la possibilità dell’apertura di tanti spazi con tante forme d’azione diverse è in genere considerata una verità lapalissiana. Evidentemente non vale per alcunx autoritarx di sinistra, Arditi ecc. di Lipsia. Il secondo punto dell’affermazione presenta inoltre una visione del mondo assolutamente sghimbescia, o meglio: il quadro della Sassonia attuale. Brucia quasi ogni giorno, ci sono abusi e attentati contro tutti i nemici della mobilitazione fascista e “No Legida” continua a puntare sui fischietti e condanna lx antifa che non hanno voglia di spettacolo mediatico nella sedicente “Lipsia cosmopolita” – ma per favore, vi siete bevuti il cervello?! Oppure, per rimanere nel vostro spigliato hashtag-slang: Seriously?!
Per finire, alcune fantasticherie nostre:
Lipsia continuerà a dover lottare contro le marce fasciste. Sulla scelta dei mezzi, decidono gli individui stessi che partecipano. Invece di permettere che comandino le autorità, dovrebbero entrare nelle coscienze tutti gli spazi suesposti. Se la gente non ha voglia di fischietti, zone cuscinetto, sbirri, gente servile col sorriso idiota e sfrontato per la nostra mancanza di pericolosità oppure tutelarsi contro qualche gesto spontaneo chiedendo l’autorizzazione per ogni riunione spontanea (il che cela alcuni rischi, ma su questo parleremo un’altra volta), allora questo è il loro maledetto diritto. Frasi desolidarizzanti nel dopo sono d’aiuto solo alle strutture repressive oppure al nemico politico. In questo potrebbe consistere il primo passo verso un cosi tanto auspicato “consenso d’azione”. Tutto il resto è spiegato, speriamo, nelle nostre note.
Invece di una nota a piè di pagina – ecco un piccolo assaggino del “No Legida” autoritario (Le = Leipzig / Lipsia; gida = Gegen die Islamisierung Des Abendlandes – contro l’islamizzazione dell’occidente):
“Mi distanzio da atti, coglione. Non ti piace, allora vai con dio, ma vai via. Me ne frego. Dovrebbe essere chiaro a tutti come reagisce la polizia se è l’obiettivo di lanci die pietre. E la massa era così eterogenea che la probabilità era grande che devono arrestare gente non coinvolta. Lo trovi una figata? Allora stai lontano“.
Traduzione dal tedesco mc, galera Menzingen, CH, ottobre 2015